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Conobbi Virgilio subito dopo essermi lasciato con la mia prima ragazza seria...

in
quel periodo ero particolarmente triste e ricordo di aver passato momenti di
solitudine davvero terribili di cui non mi va di parlare. Vivevo in un paesino vicino
Brescia, avevo appena finito il liceo e decisi di non andare all'universit (anche
questo ha a che fare con quel particolare periodo); praticamente mi trovavo senza
lavoro, era appena iniziata la crisi e le cose stavano iniziando ad andare male
anche se non cos tanto come poi andarono qualche anno pi tardi, non potevo far
altro che chiedere in giro se qualcuno prendeva anche per cose di poco conto perch
aldil di tutto in qualche modo volevo essere indipendente dai miei genitori. Fu
quindi verso agosto del 2009 che grazie a Ludovico, che era un mio vecchio amico
dai tempi delle medie e con il quale avevo passato i momenti pi divertenti della
mia vita, arrivai a Virgilio. In realt lo conoscevo di fama, sembrava essere un tipo
interessante e anche piuttosto fuori di testa almeno secondo le voci che avevo
potuto raccogliere tra i miei conoscenti; Virgilio era nato a Bergamo e aveva
frequentato le scuole l fino alla quinta ginnasio credo e poi era semplicemente
uscito e aveva iniziato a lavorare in una piccola libreria vicino a Porta Nuova e
scrivendo testi per una radio locale riusciva a mantenersi, ma la sua fama era
dovuta a ben'altro, attorno a lui infatti c'erano sempre persone interessanti che,
secondo molti, in futuro sarebbero diventati scrittori o grandi intellettuali.
Sembrava che lui fosse una calamita per quel genere di persone, non so se mi
spiego. Durante uno dei suoi numerosi viaggi aveva fatto una tappa di tre giorni a
Brescia e Ludo aveva organizzato un incontro tra noi tre -- lui Virgilio gi lo
conosceva, anche se non mi ha mai voluto spiegare come era successo. Il primo
impatto con Virgilio fu emblematico, era come se non fossimo sulla stessa
lunghezza d'onda, non so come dire, non capivo bene ci che diceva, o meglio capivo
perfettamente ma era difficile intuire dove volesse arrivare con i suoi discorsi,
qualche volta si interrompevano a met senza motivo "Eh s mi ricordo quella volta
che stavo andando in pullman da qualche parte e leggevo Joyce e (pausa) amico,
secondo me quello che rende tanti poeti mediocri la loro libert, pi capiscono che
possono essere liberi pi (pausa) ci facciamo una stizza?" e via discorrendo, credo
mi ci sia voluto un po' di tempo per abituarmi ma alla fine siamo diventati amici.
Quella sera uscimmo per locali e lo conobbi meglio, il suo modo di parlare iniziava
a piacermi; credo che semplicemente avesse tante di quelle cose bellissime da
raccontare che doveva per forza lasciarne a met qualcuna per poterle dire tutte, e
in effetti i suoi aneddoti erano moltissimi e a dir la verit molto divertenti. Dopo
che ci ubriacammo, ogni volta che apriva bocca io e Ludo ridevamo come matti, e
rideva anche lui, e la gente ci guardava male -- era diverso tempo che non mi
sentivo cos leggero, sicuramente da prima di tutte quelle storie con Anna che poi
era la ragazza seria di cui parlavo prima. Uscimmo dal bar e iniziammo a
camminare per le strade di Brescia che erano affollatissime. Attorno a noi c'era
gente di ogni tipo, mi piaceva quel clima, credo che anche a Ludovico non
dispiacesse ma Virgilio -- ah, non l'ho detto, il suo nome ha dietro tutta una sua
storia particolarissima e una scommessa dei suoi genitori, sua madre si chiamava
Fedra tanto per dire, dicevo, non mi sembrava che Virgilio fosse tanto a suo agio
tra quella massa di persone, per cui decidemmo di comune accordo di andare da
Ludo che viveva in un monolocale abbastanza lontano dal centro e che saremmo
stati l finch non ci sarebbe passata la sbronza; finimmo in realt per stare svegli
tutta la notte a parlare di argomenti filosofici usando paroloni che non capivamo
bene almeno in quella situazione ma che non mancavano di suscitare ilarit: "Ehi
sai cosa?" "Cosa?" gli risposi, "Secondo me Aristotele dice un sacco di stronzate,
checcazzo, e la sua logica e letica e questo e quello, poi alla fine tutti ci hanno letto
quello che avevano voglia e vaffanculo, insomma, non vero Mat?" e io mi misi a
ridere perch non capivo proprio di cosa stava parlando. And avanti cos davvero
per tutta la notte e ci mettemmo a dormire appena le prime luci del sole entrarono
dalle finestre e noi tutti eravamo troppo stanchi per non doverci buttar gi per
qualche ora. Virgilio e Ludo dormirono fino a tardi presumo, io dopo due ore ero
gi sveglio e contemplavo la strada deserta fuori dalla casa di Ludo, mentre
chiaramente cercavo di gestire il solito mal di testa da risveglio. La Brescia
semicentrale ad agosto, lo giuro, era davvero deserta, non passava nessuno in
macchina e forse qualche pedone di tanto in tanto ma a parte questo davvero nulla,
il vuoto provinciale, erano andati tutti al mare in Emilia o gi al sud. Siccome
avevo degli impegni quella mattina alle dieci me n'ero gi andato, con la promessa
che mi sarei sentito con Ludo e ci saremmo incontrati di nuovo tutti e tre ma alla
fine le cose andarono diversamente, Virgilio se n'era andato due giorni dopo e non
si sapeva quando sarebbe tornato, Ludo spar dalla circolazione per un po' e non
riuscii pi a contattarlo, una faccenda strana ma qualche volta succedeva, spariva
per qualche giorno e poi ricompariva sotto casa tua chiedendoti se avevi voglia di
andare da qualche parte. Credevo che non avrei pi rivisto Virgilio e per due mesi
in realt fu cos nel senso che non avevo pi sue notizie, e neanche Ludo ne aveva.
In quel periodo avevo compiuto il grosso errore di ricominciare ad uscire col mio
vecchio giro di amicizie del liceo, quattro cinque miei ex compagni di classe tra cui
c'era anche Anna che sembrava essere di nuovo interessata a me; io da lei non
volevo nulla per e anzi avrei preferito non vederla mai pi da quando erano
successe quelle cose ma le nostre amicizie comuni mi costringevano a frequentarla.
Alla prima uscita Samuele, che era stato il mio migliore amico per quei cinque
anni e che aveva sempre un consiglio giusto per me, mi ripeteva che avevo fatto un
errore a lasciarla e che visto il suo interesse avrei fatto una buona cosa uscendo di
nuovo con lei, ma io cazzo non volevo pi averne a che fare e mi meravigliava che
Samu dicesse queste cose, come se due mesi passati senza vedersi gli avessero
fatto dimenticare tutte le discussioni, gli scherzi, le stronzate, tutte le cose che si
fanno quando si hanno 16-18 anni insomma; capivo che era l'inizio della
separazione, e non solo con lui, con tutti quei miei vecchi compagni sentivo gi che
il feeling che ci aveva caratterizzato tempo prima stava scomparendo e che in
pratica non c'era niente da fare. Uscimmo tre volte, alla terza manc poco che mi
mettessi a piangere per quanto io mi sentissi distante da loro e ognuno di loro si
sentisse distante dagli altri, era la fine; solo Anna cercava disperatamente di avere
un contatto di qualsiasi tipo con me e io tentavo per quanto possibile di starle
lontano e di disinteressarmi ma pi mi comportavo cos pi stavo male con me
stesso, perch comunque Anna stata importantissima nella mia adolescenza e
tutti sanno che certe cose non si dimenticano. Era arrivato settembre, dopo le
prime piogge l'aria aveva ricominciato a raffreddarsi e si sentiva che l'autunno era
alle porte; non uscii pi con i miei amici del liceo e mai pi li rividi; avevo trovato
lavoro come barista in un bar in centro a Brescia, e ci mi permetteva di essere
indipendente e di poter pagare l'affitto con regolarit e insomma potevo sentirmi
pi tranquillo sotto questo aspetto della vita, ma dentro di me avevo una voglia
matta di incontrare di nuovo Virgilio -- tra l'altro Ludo non lo sentivo da settimane
e incominciai a pensare che fosse morto o si fosse trasferito. In realt non era solo
Virgilio... Avevo moltissima voglia di conoscere gente nuova; era come se una
scarica incredibile di elettricit attraversasse costantemente i miei nervi, volevo
andare per le strade e salutare persone sconosciute o andare a ballare la sera e
magari portarmi a casa qualche bella ragazza volevo farmi nuovi amici e uscire
dalla bolla limitante delle conoscenze da liceo, non so se mi spiego. Credo fu anche
per questo, oltre ai motivi che avevo detto prima, che non volevo pi uscire con
Samu, Anna, Teo e gli altri, non mi bastavano pi, ora cercavo qualcosa di diverso,
volevo smetterla di sentirmi solo e cose di questo tipo, solo che mi rendevo conto
che il periodo delle grande amicizie era finito; l'amicizia una cosa da adolescenti,
se si conserva anche dopo bene altrimenti sei fregato - questo era ci che pensavo
all'epoca. Mi trovavo quindi in questa posizione di stallo da cui non sapevo come
uscire; credo di aver passato diversi pomeriggi non lavorativi di quelle settimane
ubriacandomi da solo a casa, ascoltando bebop come faceva Kerouac quando
scriveva On the road e guardando film tedeschi degli anni '20 che mi hanno sempre
appassionato nonsobeneperqualemotivo. Poi un giorno mi telefon Ludo -- era la
fine di settembre e mi disse se avevo voglia di fare un giro a Bergamo e dintorni e
io dissi cazzo certo che ho voglia e sapevo che andare a Bergamo significava
incontrare Virgilio e spassarsela con lui. Qualche giorno prima di partire incontrai
casualmente Ludo in centro citt e mi disse che sarebbe stato meglio se mi fossi
preparato per una trasferta di due tre giorni, cos diceva proprio, "trasferta", e che
ci sarebbe stata una festa a cui mi sarei sicuramente divertito. Andai
prevedibilmente su di giri, tanto che preparai una piccola valigia con dentro anche
una giacca quasi elegante (ne indossava una simile Woody Allen in Io ed Annie);
aspettai con ansia il tre ottobre, giorno della partenza o della "trasferta" come
diceva Ludo; alle quattro del pomeriggio partimmo da casa di Ludo alla volta di
Bergamo. Durante il viaggio mi annoiai a morte ed entrai in paranoia, non sapevo
dove stavo andando, o meglio non sapevo a cosa stavo andando incontro e in pi
Ludo da quando era scomparso era, come dire, impenetrabilmente chiuso in s
stesso, come se gli fosse successo qualcosa e allora gli chiesi "Ehi Ludo t'apposto?"
e lui mi rispose di s e non ne parlammo pi, nonostante che la mia paranoia non
fosse scomparsa. Comunque dopo un'oretta arrivammo alla stazione dei treni di
Bergamo, erano le cinque, ed aspettammo Virgilio che arriv poco dopo. L'effetto
non fu come la prima volta, prevedibilmente forse, non avevo pi tanta voglia di
vederlo. Ci disse che saremmo stati da lui in quei due giorni e per noi chiaramente
era ok. Abitava in via Scotti, non molto lontano dalla stazione e vicinissimo al
conservatorio. Erano poco pi di cinque minuti a piedi. Un vecchio palazzetto
uscito dagli anni settanta, ecco cosa sembrava all'esterno casa sua, entrammo, tre
rampe di scale e eccoci dentro la casa di Virgilio, un quadro di Hendrix con quei
colori sgargianti tipicamente sixties, uno specchio, era particolarmente buia dato
che le finestre avevano le tapparelle abbassate, e c'era un gran freddo nonostante
non fosse ancora sera. Ci chiudemmo nella sua stanza, letto comodino scrivania e
poco pi, e discutemmo di com'erano andate le cose in quei due mesi; sembrava
quasi che lui e Ludo volessero emarginarmi dalla discussione -- in effetti non che
mi sforzassi molto per intervenire, ho gi detto come mi sentivo riguardo tutto ci
e la paranoia sembrava essere stata rimpiazzata dalla noia e basta. A un certo
punto per Virgilio disse che c'era una festa a cui voleva ardentemente che
partecipassimo anche noi, che c'erano diversi scrittori emergenti e poeti e musicisti
e filosofi e insomma gente che avremmo potuto scommettere in futuro sarebbe
diventata qualcuno. Non capivo perch volesse che noi partecipassimo, e glielo
chiesi, lui rispose semplicemente "Perch no?" e in effetti non c'era alcun motivo
per non partecipare, anche se quella non era una risposta e che ci doveva essere
qualcos'altro, non necessariamente di negativo. Non indagai oltre, per. Tir fuori
un po' di erba e la fumammo ma non ebbe almeno su di me un buon effetto, mi
sentivo sul punto di un crollo nervoso e forse avevo sbagliato a fumare in quel
momento. La sera uscimmo e andammo in citt alta, che sembrava essere il centro
di ritrovo dei giovani bergamaschi ma, come prevedibile, quel giorno per le strade
giravano solo gruppi di ragazzini liceali -- pensavo a quanto sarebbe stato brutto
che fra qualche anno anche loro si sarebbero divisi e dimenticati per il resto della
loro vita -- e qualche vecchia coppia che camminava lenta sul ciotolato; andammo
in un posto da dove si vedeva la "citt bassa" illuminata nella notte e in realt non
solo quella ma anche i paesini vicini (credo) e rimasi senza fiato perch era una
vista davvero stupenda. All'improvviso mi ricordai di quando con Anna andavo al
castello di Brescia e passavamo le notti dei nostri giorni insieme l, abbracciati, a
parlare, a baciarci, a guardare le stelle. Eravamo stati insieme due anni, e mentre
guardavo i lampioni sul viale principale di Bergamo e le luci delle case accendersi
e le luci delle macchine correre veloci sulle strade non potevo far altro che
ricordare quei dolcissimi momenti in cui tutto andava bene. Mi sentivo cos solo in
quel momento.. A quel punto mi chiedevo se Samu, per un'ultima volta, avesse
avuto ragione. Mi dissi che al ritorno da Bergamo l'avrei incontrata e poi se fosse
cambiato qualcosa tra me e lei... Insomma, sarebbe successo quello che sarebbe
successo, ancora non potevo sapere. Cercando di non pensarci pi mi diressi verso
Ludo e Virgilio che nel frattempo si erano seduti su un vecchio muretto di pietra e
guardavano la citt dall'alto fumando una sigaretta; parlai il meno possibile fino a
che non tornammo a casa verso l'una e dormimmo fino al mattino seguente quando
di buon ora decisi di andare a fare un giro da qualche parte. Camminai per il
centro della citt, senza una meta precisa; entrai in un paio di negozi e vi uscii
subito; ero ancora con la testa ad Anna e a quel discorso di Samuele e
probabilmente sono stato per un po' troppo sovrappensiero tanto che mi persi in
qualche via secondaria: una piccola strada a senso unico costeggiata da macchine e
motorini, e tutt'attorno graziose villette in stile liberty e alberi piantati qua e l
sul marciapiede. Mi resi conto solo in quel momento che era davvero una bella
giornata, il sole splendeva e anche se non faceva troppo caldo in generale non si
stava male con addosso una felpa. Mentre tentavo di risalire la strada da cui
(credevo) di essere arrivato ebbi un incontro inatteso; mi ferm una ragazza che
riconobbi immediatamente essere Maria, un'altra mia compagna del liceo, sapete,
la tipica ragazza con la testa fra le nuvole e pazza di vivere che aveva sempre delle
teorie illuminanti sul tutto, la vita, l'universo, tutto davvero. Parlavamo
moltissimo quando eravamo al liceo e amavo le sue idee; secondo lei la vita era
come una festa, se viviamo una volta sola allora bisogna fare tutto ci che ci
possibile fare e via dicendo, cose che per molti possono sembrare delle cazzate
adolescenziali ma contengono verit molto pi di certi libri inutili di filosofia ---
non che io disdegni la filosofia, ma fin troppo evidente che certa gente perda
tempo su certi argomenti inutili, e il tempo prezioso perch il tempo vita e la
vita una sola ecc... Comunque sia Maria mi ferm ed eravamo tipo quanto mi sei
mancato quanto tempo e sebbene fosse una di quelle persone con le quali pensavo
di aver chiuso non uscendo pi con quei miei altri compagni mi accorsi che ero
davvero felice di rivederla e che volevo sapere tutto di ci che aveva fatto in quei
(in realt pochi) mesi. Andammo in un bar e facendo colazione ne parlammo, non
era cambiata affatto; era rimasta la distrattona di un tempo, quella ragazza
bellissima ma davvero con la testa molto molto lontano da questo mondo. Siccome
in certe situazioni, come questa ad esempio, la gente si sente particolarmente
incline a confessarsi sperando di ottenere consigli utili, dopo averle raccontato
perch mi trovavo a Bergamo le dissi di Anna e di tutto ci che le girava intorno e
lei mi rispose che secondo lei era una cosa troppo artefatta per poter funzionare di
nuovo, troppo da telefilm, mi disse che forse sulla faccia della terra non esistono
alcun Ross e Rachel che ancora, dopo 10 anni, hanno voglia di amarsi, per - ed era
esattamente questo che mi aspettavo da Maria - mi disse che aldil di tutto ci
dovevo scegliere la strada che mi avrebbe reso felice. Nella mia mente cancellai
tutta la prima parte, e tenni solo quest'ultima, "scegli la strada che ti render pi
felice". Quanto amavo Maria. Dopo quel giorno non la rividi pi e tutt'ora credo,
ovunque sia, che in futuro ci reincontreremo, fosse anche al capo opposto della
Terra e solo per un attimo, magari un incrocio di sguardi mentre si attraversa la
strada a New York, magari in una vacanza in Irlanda, magari per qualche viaggio
di lavoro in India... Tornando a quell'autunno del 2009, Maria mi diede indicazioni
per tornare fino a Porta Nuova e cos tornai in centro e riuscii ad orientarmi e a
tornare nei pressi della casa di Virgilio. Entrai; in sala c'erano lui e Ludovico e
un'altra persona che ancora non conoscevo che stavano rollando, Virgilio si alz e
ci present tipo "Mrian ti presento Matt e Matt ti presento Marian" e Marian mi
disse ciao con un accento marcatamente russo e io salutai e Virgilio mi diede da
tirare ma io non avevo voglia dopo quello che era successo il giorno prima ma
decisi comunque di restare con loro; scopr che Marian in realt veniva dalla
Romania e che era dovuto scappare per delle questioni di soldi, se ho capito bene --
- mi sono sempre domandato perch la gente decida di trasferirsi in Italia, non
un paese n cos ospitale n cos ricco. In qualche modo Marian e Virgilio si erano
conosciuti e siccome Marian era un calciatore eccelso (al contrario di Virgilio) ---
era strano sapere che esistesse qualcosa in cui Virgilio non eccelleva, ecco allora
dev'essere scoccata la scintilla, sapete, dev'essere scattato qualcosa tra quei due.
Era una bella storia. Ludovico mi disse che ci sarebbe stato anche lui, Marian,
l'indomani alla festa. Dopo mangiato ci dirigemmo a un piccolo campetto da calcio
e facemmo due tiri; Marian era impressionante col pallone tra i piedi, era talmente
bravo che dopo aver scartato me e Virgilio e il portiere Ludovico per non annoiarsi
non tirava in porta ma tornava indietro e ci dribblava tutti un'altra volta; ma era
una persona notevolissima anche fuori dal campo e nel resto del pomeriggio si
dimostr di una gentilezza incredibile, difficile da spiegare, era per dirla tutta
l'esatto opposto di Virgilio. Quella sera uscimmo e ci ubriacammo, come due mesi
prima a Brescia ma stavolta Virgilio sembrava divertirsi sul serio, tanto che trov
una ragazza con la quale poi torn a casa, lasciando me e Ludo a secco anche se
ludo era troppo alterato per poter capire. A un certo punto lo persi di vista e fu il
panico, per la seconda volta quel giorno mi ero perso e non sapevo dove andare e
inoltre ero ubriaco e non camminavo nemmeno troppo stabilmente e insomma mi
sembrava una situazione proprio del cazzo, da cui non sapevo come uscire; sperai
che di nuovo comparisse Maria davanti a me e mi mostrasse la strada ma lei non
c'era, era da qualche altra parte e questo lo sapevo. Sconsolato, mi appoggiai ad un
muro e chiusi gli occhi; non successe proprio nulla, come era prevedibile. Mi misi a
chiedere alla gente dov'ero, ma le famiglie con bambini (ci eravamo ubriacati
presto, saranno state s e no le 10) mi evitavano, dei ragazzini ridevano e mi
indicavano, e poi le coppiette che vedendomi cercavano di starmi lontano. Alla fine
trovai un vecchietto che camminava proteso in avanti, molto lentamente e
appoggiandosi ad un bastone, che mi disse dove mi trovavo e mi diede delle vaghe
istruzioni per tornare in centro; aveva un sorriso che ispirava fiducia e simpatia
immediata, ti saresti subito fidato di uno come lui; avrei voluto fermarmi e offrirgli
da bere e ascoltare tutte le sue bellissime storie sulla guerra e su come aveva
conosciuto sua moglie che era la ragazza pi bella del paese e tutte queste cose
stupende che solo gli anziani sanno raccontare adeguatamente ma volevo tornare a
casa, quell'ambiente mi era ostile, non mi sentivo affatto a mio agio l, volevo
andarmene. Ringraziai il vecchietto che contraccambi con inaspettata vivacit e
mi avviai verso via Camozzi. "Che serata inutile che ho appena vissuto" pensai.
Quando infatti arrivai a casa --- era passata almeno un'ora e ebbi non poche
difficolt ad attraversare la strada, per le condizioni in cui ero - Virgilio era gi
rientrato, probabilmente con la ragazza con cui l'avevo visto scappare prima, ma
Ludo non c'era ancora. Mi buttai sul divano della sala e cercai di addormentarmi
tra i rumori e i gemiti che venivano dalla stanza di Virgilio; continuavo a
chiedermi cosa diavolo ci facessi l e perch non ero rimasto a casa, se era valsa la
pena di fare questo viaggio e insomma tutte queste questioni esistenziali che ci si
chiede dopo una brutta serata. In realt, sapevo che per quanto male potesse
andare erano successe delle cose notevolissime in quei giorni: aver incontrato
Maria, per esempio, o aver preso, di nuovo, una decisione circa Anna o, beh,
nient'altro in realt, ma solo perch mancava ancora l'ultimo giorno, il gran finale,
la festa che avevo tanto atteso ma che per quei due, lunghissimi giorni in realt
avevo dimenticato; come diavolo era successo? Mi tornarono in mente certe parole
che Maria mi aveva detto quando ancora eravamo alle superiori, entrambi
irrimediabilmente persi per la vita, che bisogna vivere come se la vita fosse una
grandissima festa che non ha n inizio n fine e a cui tutti sono invitati e tutti
possono combinarci qualcosa, ma la cosa veramente importante che tutti si
possono divertire ed questo probabilmente il senso della nostra
altrimentinsensata vita, dobbiamo tutti divertirci come se non ci fosse un domani,
perch per qualcuno un domani non ci sar davvero. || Mi addormentai, con
stampati in mente quei due bellissimi versi di Neil Young It's better to burn out /
than to fade away, che a ripensarci ora erano anche le parole che Kurt Cobain
aveva usato per lasciare questo mondo, e l in quel momento era davvero come se
fosse cos, come se tutto dovesse finire all'improvviso e il tempo rimasto fosse poco,
e se vero quello che dicono che la libert come l'aria che solo quando non c' ci
si accorge di quanto sia importante era come se in un lampo avessi realizzato che i l
tempo qua sulla terra scorre talmente veloce che noi non ce ne accorgiamo
nemmeno ma in un momento siamo vecchi e costretti sulle sedie a rotelle a vedere i
giovani che sputano per terra che scrivono sui muri oppure che si abbracciano che
si amano e si baciano mentre noi dalla finestra di una casa di riposo invidiosi li
osserveremo e ricorderemo come tutto fosse bello alla loro et - ma non era quello
il momento di pensare a certe cose. La mattina, effettivamente, stata poi il
preludio alla giornata che mi avrebbe cambiato pi di tutte. Mi ero svegliato tardi,
verso le dieci, e pioveva, e c'era Virgilio che faceva colazione e mangiava dei toast e
anche Ludovico che finalmente si era rivisto era l ed entrambi mi chiesero come
andava e dov'ero stato ieri e cose cos, poi insomma parlammo della festa e di dove
ci saremmo trovati e tutti questi particolari che non ricordo; siccome la festa
iniziava alle 6 avevamo in pratica quel frammento di mattina che ci rimaneva e
tutto il pomeriggio per fare ci che volevamo, e ci mi rese felice perch finalmente
potevamo andare in giro come mesi prima Io Ludo e Virgilio e perderci nei nostri
diciannove anni come in un racconto di Tondelli - sentii la porta d'ingresso aprirsi
e chiudersi, Virgilio mi disse che era una ragazza che era stata con lui la notte ma
non disse chi fosse di preciso. Dopo esserci fumati una di quelle "sigarette
magiche" come le chiamava quel mio amico di Roma che avevo conosciuto in
vacanza a Dublino nel 2006 o 2007 uscimmo e mentre ci stavamo avvi cinando a
una pizzeria cercai di ricordare il mio discorso in dormiveglia della sera prima e mi
sentii strano perch pensavo, se il tempo fosse davvero cos poco devo fare in modo
che accada qualcosa di enorme che cambi totalmente la mia vita in modo da darle
un senso e cose cos. Nel pomeriggio ritornammo in citt alta passando per una
viuzza un po' fuori mano, pioveva ancora, e arrivammo al piccolo piazzale accanto
ad un lungo prato in cui c'erano due porte da calcio senza rete, e alcune panchine.
L si vedevano Bergamo e i suoi sobborghi ma non era pi la vista incantevole di
qualche giorno fa, il cielo grigio e la pioggia davano l'idea di una citt ferma e
pietrificata e in cui le persone, silenziose, camminano ombrello in mano per le
strade ciotolate della semicentrale. Forse era uno spettacolo deprimente, vero,
ma sorprendentemente mi ci sentivo empaticamente collegato, come se
quell'insieme di mura, in quel particolare momento della giornata e dell'anno
rappresentasse ci che stava dentro me, le mie insicurezze per il futuro e il
desiderio di cambiare e di diventare qualcun' altro e di lasciarmi dietro tutto a
parte Anna che in fondo era l'unica cosa che volevo in quel momento, e me ne resi
conto l in quel momento che davvero, davvero, davvero mi mancava e davvero
avrei voluto che fosse l, con me, soli sotto la pioggia ad osservare il desolato
panorama della una citt immersa nel grigiore dell'autunno e dello smog. Quanto
potevano far male i ricordi? Non riuscivo a dirlo chiaramente a me stesso, ma
dentro avevo finalmente capito cosa avrei dovuto fare immediatamente: tornare a
Brescia da Anna, infischiarsene dei Ludo e Virgilio, scappare da questa citt
bellissima ma troppo estranea e tornare nel luogo dei miei affetti, nella casa dei
sogni perduti, dovevo rivedere Anna, e dovevo farlo subito. La grande festa,
conoscere gente nuova e fantastica, trovare un'altra ragazza, legarmi a
quell'immenso Virgilio che tutt'ora ammiro e spassarmela con Ludo, tutte cose che
non avevano pi senso di fronte al mio amore incomprensibile per Anna. La amavo,
come cazzo avevo fatto a non capirlo? L'amavo, e non c'era un secondo da perdere.
Corsi dai miei amici allora e dissi loro tutto, un rigurgito di coscienza che sono
sicuro li ha lasciati impressionati, e mentre tutto esaltato mi avvicinavo alla
conclusione iniziai a temere che potessero prendere male la mia decisione di
andarmene, cos, senza preavviso, per una ragazza che forse --- ma loro invece
capirono e Virgilio ancora prima che terminassi mi sorrise e mi mise una mano
sulla spalla e mi disse che dovevo andare e che la mia decisione era quella giusta, e
Ludo in realt mi sembrava un po' intristito dalla notizia ma comunque mi disse
che dovevo andare se questo mi avrebbe reso felice ma io in realt felice lo ero gi e
pensai a Maria e a ci che mi aveva detto "scegli la strada che ti render felice" e a
quanto tutto era incredibilmente chiaro ora e semplicemente indescrivibile perch
era proprio cos indescrivibile ci che ho provato in quei momenti e subito dopo
quando di corsa sotto la pioggerellina io e Ludo e Virgilio come dei pazzi ci siamo
messi a correre andando a comprare un biglietto per il primo treno per Brescia e io
quasi piangevo mentre in stazione Ludo mi stava vicino e Virgilio soddisfatto
fumava una sigaretta appoggiato ad un pilone e quando arrivato il treno
l'abbraccio che noi tre migliori amici per pochi giorni ci siamo dati stato immenso
e Virgilio che mi diceva che tutto sarebbe andato bene e Ludo che ci scommetto
avrebbe voluto venire anche lui a godersi la scena e io che li stringevo forte e
tremavo perch cos e non c' un perch e ci salutiamo con un ciao che sapeva pi
di addio e il viaggio in un treno che affollatissimo ma va bene cos perch in
fondo non me ne fregava nulla davvero di tutto quel casino e appena scendo a
Brescia prendo un pullman e vado quasi in periferia e scendo lungo quella strada
dove abita Anna e solo l mi rendo conto che si era fatta sera e l'aria tersa e fresca
e le nuvole che se ne sono andate lasciando spazio a poche fioche stelle che si
stagliavano nel cielo blu scuro delle notti d'autunno nella pianura padana e
insomma s rimasto tutto lo stesso la sua casa in fondo alla via e il terzo
lampione a destra che va ad intermittenza e dopo aver pensato a tutto questo
percorro il marciapiede e tutt'intorno a me silenzio assurdo e luci che dalle villette
si accendono e pesto una pozzanghera ma non me ne importa perch ormai sono a
casa sua e apro il cancelletto ed ecco la sua porta e ora in pratica non mi rimane
che suonarle e aspettare che venga ad aprire a chiedere chi e appena la vedo
stringerla a me e baciarla e raccontarle tutto e in lacrime dirle quanto mi era
mancata e quanto--- Suonai, e lei apr.
Laria silenziosa, la luna che ci illuminava;

eravamo di nuovo noi.

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