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SALVATORE SETTIS A MIRANDOLA (4.5.

2014)

Dovera comera o dovera ma non comera? Questo dilemma nel quale ci si dibatte dopo ogni
terremoto in Italia e fuori dItalia, un dilemma che a me sembra non si possa affrontare dal solo
punto di vista estetico, cio che cosa ci piace di pi: qualcuno direbbe dovera comera, qualcun
altro non comera; ma il punto non quello. Facciamo un po qualche esercizio mentale: che cosa
sarebbe la piazza S. Marco di Venezia se il campanile fosse stato ricostruito dovera ma non
comera: sarebbe una piazza diversa da quella che conosciamo. Cosa sarebbe Firenze se il ponte
di Santa Trinita dopo i bombardamenti non fosse stato ricostruito comera prima, cosa sarebbe
lArchiginnasio di Bologna, e potremmo continuare con una lunga lista. Perch il problema non
che non si sia mai ricostruito diversamente da comera. Si fatto e cito un esempio dimenticato
dalla maggior parte degli italiani ma molto importante che quello di Messina, il pi grande
terremoto italiano che si ricordi e che ha coinvolto Messina e Reggio Calabria nel 1908 io sono di
quelle parti e della mia famiglia morirono ventuno persone i morti furono 120.000, un numero
assolutamente senza paragone in Italia.

A Messina cera una cosa molto particolare cio la palazzata, una serie di palazzi che si
disponevano lungo la falce del porto di Messina, una vera e propria falce, una delle grandi
meraviglie dItalia, ricordata come una delle cose pi belle del nostro paese. La palazzata fu colpita
molto duramente, le facciate rimasero in piedi e ci sono fotografie che lo documentano, mentre i
retrostanti palazzi crollarono del tutto o in parte. La decisione presa fu quella di ricostruire dovera
ma non comera. Abbiamo completamente dimenticato una delle esperienze urbanistiche e
architettoniche pi importanti dItalia, abbiamo provato a ricostruire dovera ma non comera e in
realt il risultato miserevole.

Allora dobbiamo domandarci. dovera e comera o dovera ma non comera, sulla base di che
cosa? La prospettiva credo debba essere la prospettiva del risanamento di qualcosa. Facciamo
due esempi: quando a New York si accorsero che nel fiume Hudson non cera pi vita, era
talmente inquinato non cera pi nessun organismo vivente se non qualche microrgamismo,
decisero di disinquinare, unoperazione costosissima che ha avuto grande successo. Quando
finirono di disinquinare che cosa hanno fatto? Lo hanno popolato con gli stessi pesci che cerano
prima e per fortuna cerano opere di storia naturale della fine dellOttocento e dei primi del
Novecento in cui cera il catalogo delle specie ittiche del fiume Hudson
Allora se dobbiamo ripristinare il fiume Hudson non ci mettiamo le specie del fiume Gange o del
Po: ci mettiamo le specie del fiume Hudson perch vogliamo ricostruire qualcosa, risarcire una
ferita. Se qualcuno di noi in un incidente di macchina esce sfigurato, dopo che cosa si fa fare,
unaltra faccia? Si fa rifare la propria faccia e questo ha un senso perch laspetto architettonico
delle nostre citt, la faccia delle nostre citt come la faccia dellindividuo: riflette la storia, riflette
la memoria collettiva, riflette una narrazione della storia locale e preziosa per i cittadini cos come
laspetto individuale lo per ciascuno di noi. Quando qualcosa non funziona, cio se perdiamo la
memoria, cerchiamo di conquistarla, non di costruirci una memoria artificiale.

Io credo che bisogna tendenzialmente ricostruire dovera e comera e vorrei per anche dire
pensando proprio allEmilia-Romagna vorrei ricordare due date: il terremoto del 1996 e il
terremoto del 2012. Il terremoto del 1996 aveva una magnitudo un po pi bassa, 4.8, e ci sono
stati dei danni molto importanti, a Correggio, Bagnolo in Piano etc Che cosa successe allora? In un
momento in cui la cultura della tutela funzionava ancora e cerano un pochino pi di soldi e
funzionavano comunque meglio le garanzie istituzionali, si intervenne prontamente, nessun
campanile cadde e i campanili furono tutti consolidati dalla soprintendenza in prima persona, con
soldi pubblici, tante vero che nel terremoto del 2012 nessuno di quei campanili caduto, tra questi
anche quello che il pi alto o uno dei pi alti della regione. Sono state fatte fasciature e altro; i
lavori sono durati pochi mesi.

Nel 2012 che cosa si fatto? Fotografie su tutti i giornali dItalia, campanili di cui restavano un
angolo, un orologio o qualcosa di questo genere, dopo di che si accettato tranquillamente che
crollassero. Il campanile di Novi Modenese crollato il 29 maggio dopo di che non si fatto
assolutamente niente. La stessa cosa si fatta in altri casi, tant vero che a Poggio Renatico
stato addirittura abbattuto con cariche di esplosivo: una concezione completamente diversa.
Ma che cosa successo il Italia tra il 1996 e il 2012, cos successo in Emilia Romagna e in Italia
che ha cambiato cos profondamente la cultura della conservazione. La risposta molto semplice:
c stato il terremoto dAbruzzo con lintenzione del governo Berlusconi e di Berlusconi in prima
persona di abbandonare, consegnandolo al degrado e alla rovina, il centro storico dellAquila, cio
uno dei centri pi preziosi dItalia, per costruire intorno le cosiddette new town, cio quelle citt
nuove che non sono citt, dove non c unedicola, non c un bar, non c un luogo di ritrovo: sono
dei ghetti, dei lager in cui i cittadini sfuggiti al terremoto sono condannati a restare perch non
pagano nemmeno. I soldi pubblici sono stati spesi per costruire degli edifici nuovi con costi pi che
doppi di quelli che dovevano essere i costi di mercato, perch c qualcuno che ci ha mangiato e si
abbandonato il centro storico.

Questo ha innescato tutta una discussione particolarmente sgangherata che connette il problema
della ricostruzione post terremoto con unaltra bella discussione in corso in Italia da diverso tempo,
cio si dice molto spesso che di architettura contemporanea in Italia se ne fa troppo poca, che non
abbiamo coraggio di fare architettura contemporanea mentre in altri luoghi hanno questo coraggio,
come la Cina o Singapore, dove si costruisce un grattacielo al giorno. Tutto questo va riportato ai
suoi termini reali: larchitettura contemporanea unarchitettura che in Italia dovrebbe certamente
funzionare di pi ma quello che noi vediamo oggi, le periferie squallide e orripilanti che assediano
tutte le nostre citt, non sono forse architettura contemporanea? Basta parlare di architettura
contemporanea o c da parlare di architettura contemporanea di qualit?

Allora Renzo Piano negli ultimi mesi, dopo che stato nominato senatore a vita, ha lanciato una
campagna intelligente in cui parla di ricucire, rammendare le periferie. Questo deve fare
larchitettura contemporanea: incidere sulle periferie che la stessa architettura contemporanea ha
rovinato, cio fare architettura di qualit la dove non c. Questo dovrebbe fare, non insediare la
cosiddetta architettura contemporanea nel mezzo dei centri storici.
E poi quando parla di dovera ma non comera non posso dimenticare al Salone del restauro di
Ferrara del 2013 di aver visto una mostra di progetti - spero fossero scherzosi - di possibili
campanili doverano ma non comerano, uno dei quali in nome della cultura locale era un
campanile formato da gigantesche forme di parmigiano. Vogliamo questo? Questa architettura
contemporanea? Vogliamo ragionare sulle nostre citt scherzando, giocando come se fossero
tante disneylands, o ricordarci di che cosa le nostre citt sono?

Allora io vorrei concludere dicendo che la nostra Costituzione stata la prima nel mondo che ha
inserito tra i principi fondamentali dello Stato, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico-
artistico; e lo ha inserito nellarticolo 9 in cui si parla anche di ricerca, cultura, che fanno parte di un
unico orizzonte dei diritti del cittadino, che vanno mantenuti perch sono collegati allidea di
memoria storica, allidea di uguaglianza, allidea di dignit della persona: tutte queste cose
debbono essere salvaguardate. E ricordiamoci che per salvaguardare e la nostra memoria e la
nostra dignit, parlare la nostra lingua, litaliano, non meno importante parlare la nostra lingua
darte. Una cosa che ha detto credo - Roberto Longhi, e che in particolare Tomaso Montanari va
ripetendo in questi anni con grande efficacia questa: che larte laltra lingua degli italiani. Larte
quella che condiziona le nostre citt, dobbiamo ricordarci che laspetto storico delle nostre citt
non soltanto caratterizzata dalla bellezza e dellartisticit: caratterizzato dal suo legame con la
memoria e con la storia, caratterizzato dalla capacit di stimolare in noi qualche energia positiva.

Le forme a noi familiari ricordo di aver visto unintervista alla televisione di un vecchio signore di
un paese dellEmilia, non ricordo quale, che diceva Ma adesso che non c pi lorologio della
torre: io lorologio ce lho ma per me lora era quella - dove guarder io pi lora?.
Allora continuiamo a guardare lora, lora della Costituzione, lora della legalit, continuiamo a
ricostruire il pi possibile dovera e comera e non dovera ma non comera.

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