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Corriere della Sera Sabato 28 Settembre 2013

Eventi 59
Il Quartetto Lyscamm Nella serata del 26 novembre con musiche di Mozart Schubert e Verdi Andrs Schiff Dal 12 novembre al 4 marzo conclude lintegrale delle Sonate di Beethoven per pianoforte Leonidas Kavakos il 4 febbraio (insieme ad Enrico Pace) si esibir con brani, tra laltro, di Debussy

Il Trio di Parma Il 25 febbraio 2014 con un ciclo che comprende due trii di Schubert

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Laspetto educativo La complessa armonia che rafforza la collettivit

Lesemplare microcosmo di una comunit politica


Come il far musica assieme d valore al vivere civile
di CARLO SINI

G
Virtuosismi Ton Koopman e la Amsterdam Baroque Orchestra & Choir, a sinistra il Quartetto di Cremona

Lidentikit La Societ nata dalla volont dei Ricordi e di Boito

Le tappe di un rinnovamento Da club esclusivo delle note al barocco dei concerti aperti
Magnocavallo: La svolta nell85 con la Passione

era una volta un Quartetto per pochi. Un club della musica per happy few, salotto buonissimo dellarte dei suoni con sede al Conservatorio. Cos esclusivo e cos ambito che per entrarci si facevano carte false e nessuno mai, per alcuna ragione al mondo, avrebbe voluto uscirci. Cos capitava che il diritto daccesso al Quartetto entrasse persino nelle cause di divorzio ricorda divertito Antonio Magnocavallo, presidente della prestigiosa istituzione musicale . Un amico avvocato mi raccont di una signora che, nella divisione dei beni, pretendeva dallex consorte uno dei due preziosi blocchetti discrizione, vero patrimonio da tramandare di padre in figlio, status symbol che le avrebbe garantito il mantenimento del suo ruolo nellalta societ. C ora un Quartetto per tutti. La storica istituzione costituita il 13 dicembre 1863 da Tito e Giulio Ricordi, Arrigo Boito e altre personalit della cultura milanese del tempo per diffondere la conoscenza di sinfonica e cameristica, compie 150 anni. Come ogni entit viva e sensibile allaria dei tempi, anche il Quartetto cambiato ricorda Magnocavallo , ha lasciato cadere tradizioni e privilegi polverosi e via via ha schiuso le sue porte alla citt. Un percorso dapertura scandito da tappe sempre pi ravvicinate. Linizio nel 1985 con la "Passione secondo Matteo" diretta da Harnancourt, uno dei capisaldi del nostro repertorio insieme con lintegrale delle Sinfonie di Beethoven. Era la prima volta che il Quartetto consentiva laccesso ai non abbonati. La gente si mise in fila, la coda arriv in fondo a via Conservatorio. Poi, nel 1990, nascono i Concerti del Quartetto, dove i soci hanno diritto di prelazione ma i biglietti sono disponibili a tutti. La breccia si allarga con lavventura delle Cantate, che hanno creato un pubblico bachiano a Milano. Nel frattempo arrivano pianisti come Serkin, Lupu, Perahia,

Pollini, Schiff, Zimermann. Arriva Pierre Boulez e torna Claudio Abbado. Nel 1989 con la Mahler, nel 1993 con i Berliner. Intanto, visto che i concerti a porte chiuse deperiscono e quelli aperti fioriscono, nel 2003 le due realt si fondono in un solo Quartetto, privilegio non pi per pochi ma per tutti. Una seconda vita che rinnova pubblico e repertorio. Musica classica ma anche contemporanea, molte prime esecuzioni. La nostra sala oggi vanta il 46% di giovani. Che al Quartetto possono entrare pagando solo cinque euro. Una politica di apertura e riduzione dei costi che pesa sul bilancio. Abbiamo fatto sempre

Invito Il primo concerto (1864) Sotto: Antonio Magnocavallo

Quando nel 1943 le


SS chiesero libero accesso ai concerti del Quartetto, la sala chiuse sbito

tutto con le sue forze. Il massimo delle sovvenzioni sono stati 31 mila euro annui. Nel 2012 il bilancio stato in pareggio, ma questanno non so... Sia per la latitanza di contributi pubblici, sia per i costi del progetto per i 150 anni. Una stagione tutta di eccellenze. A partire dal concerto inaugurale, il primo ottobre alla Scala (Secondo palcoscenico del Quartetto, un legame saldo nato con direttori come Toscanini e Martucci). Sul podio della Mahler Chamber, Daniele Gatti diriger pagine di Wagner, Mahler, Beethoven. E il 22 ottobre al Conservatorio Jordi Savall con Le Concert des Nations saranno impegnati nei Sei Brandeburghesi di Bach. A seguire Andrs Schiff con lintegrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven, Enrico Dindo con lintegrale delle Suites di Bach per violoncello solo, il Quartetto di Cremona con lintegrale dei Quartetti darchi di Beethoven. E Tom Koopman con lAmsterdam Baroque Orchestra, Sentieri Selvaggi con Boccadoro e Zavalloni, Andrea Lucchesini, Jan Lisiecki, Kristian Zimerman... E il 29 giugno prossimo, secondo anniversario: i 150 anni dal primo concerto del Quartetto. Una giornata a tutta musica ad accesso libero. A far festa arriveranno i Fiati della Valtellina e la FururOrchestra, il Trio di Parma, il Quartetto di Cremona suoner Beethoven con Lucchesini ed eseguir la prima assoluta della composizione dedicata a Milano vincitrice del Premio Dragoni 2014. Un bellauspicio per un Quartetto del futuro. Il passato si conserva solo innovandolo conclude Magnocavallo . Ma anche ricordandone i valori. Quando nel 43 il comando SS chiese libero accesso ai concerti del Quartetto, la risposta fu la chiusura immediata della sala. Due anni di silenzio, la musica tacque per fare la sua Resistenza.

li antichi Greci assegnavano alla musica il pi alto valore educativo. Univano sotto il suo nome linsieme delle arti dinamiche (danza, poesia e canto) e ne facevano il culmine della formazione. Noi moderni abbiamo perduto questa concezione organica in favore della specializzazione e della separazione delle discipline. un fatto che le nostre arti pedagogiche sono pi efficienti nellinformare che nel formare. Sulla formazione, come sul valore estetico dei prodotti artistici, svolgiamo una gran quantit di discorsi, talora ammirevoli, altre volte vacui, retorici e imparaticci, dimenticando che la formazione anzitutto unazione, una prassi, e non una chiacchierata di seconda mano. E il fatto che proprio la pratica musicale, in particolare il far musica insieme, unazione fortemente educativa. Oggi si lamenta che i giovani sono irrequieti e incapaci di concentrazione: giocano di continuo con i loro minischermi e messaggini, persino quando sono tra loro o addirittura mentre ascoltano una lezione. C qualcosa di inquietante in questa contemporaneit di azioni, ma anche qualcosa di potenzialmente virtuoso, se consideriamo invece la pratica orchestrale o la musica da camera. Qui ogni esecutore deve armonizzare il suo intervento con quello degli altri; deve collaborare a una finalit comune, senza imporre la propria; deve saper capire quando tocca a lui essere in primo piano e quando gli tocca invece di accompagnare gli altri; nel contempo deve suonare il suo strumento in modo impeccabile, maneggiandolo con grazia, delicatezza ed energia; deve osservare una adeguata postura del corpo e del respiro; leggere attentamente il suo spartito e contare mentalmente le battute, per andare a tempo con gli altri; deve ascoltare e ascoltarsi, guardare e guardarsi; se c un direttore, deve sempre tenerlo docchio e comprenderne le intenzioni interpretandone la mimica.

Comunit Jan Miense Molenaer, La famiglia che suona, 1635 circa. Emblema di unarmonia non solo tecnica, ma anche politica, raccolta intorno a una esecuzione musicale

Vi pare poco? Qui la simultaneit delle azioni incredibilmente complessa, ma non finalizzata a scopi privati e personali, bens a un fine pubblico condiviso nel quale si compendiano ragioni estetiche, capacit tecniche, sensibilit di gruppo, amore dellarmonia collettiva, dedizione totale alla cosa e al suo successo (molto prima che al proprio): che cosa immaginare di pi educativo, di pi democratico, di pi civile e di pi formativo? di pi morale? La pratica musicale, il suo gesto, una vera e propria matematica dellesperienza vivente, cio qualcosa di globale, di sensibile e di concretamente sperimentale. Oggi siamo molto distratti dalla peraltro meravigliosa disponibilit di strumenti tecnici di registrazione: dimentichiamo che la musica va non solo ascoltata, ma anche guardata. Bisogna esporsi allo spettacolo meraviglioso di un quartetto darchi al lavoro: bisogna osservare i respiri, gli sguardi, le movenze, il continuo dialogo dei corpi che si accompagnano, si sorreggono, si incoraggiano, si emoziona-

no, si slanciano, tornano nei ranghi, accennano al ritmo, agli attacchi e alle battute: ecco lesemplare microcosmo di una perfetta comunit politica, razionale e insieme appassionata. accaduto che la musica sia stata utilizzata per il riscatto dei pi miseri: per esempio nel 700 con i quattro conservatori (cio orfanotrofi) napoletani, poi fonte di rinnovamento per tutta la musica europea; oppure con il jazz dei neri (il 45 giri fu la loro sala da concerto); oggi con le straordinarie orchestre venezuelane, costituite da ragazzini tolti dalla strada. Cammini di civilt, non soltanto episodi di storia della musica. Analogamente va considerata lazione della Societ del Quartetto: diffondere in Italia la musica strumentale, messa in ombra da noi dalla grande tradizione del melodramma, fu (ed ) unimpresa pedagogica che mostrava di saper assegnare allarte e alla cultura il suo ruolo verace: quello di promuovere la civile convivenza e di diffondere i sensi e i valori pi alti dell'esperienza umana.
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La genesi di una forma strumentale nata a met del Settecento

IL MONDO IDEALE DI MOZART LE ROVINE DI SHOSTAKOVICH


di GIAN MARIO BENZING
uattro persone ragionevoli che conversano fra loro: se stiamo alla famosa definizione di Goethe, un quartetto, in definitiva, poi questo, una conversazione educata. La visione, in realt, fa un po ancien rgime o salotto di nonna Speranza. C del vero, ma c dellaltro. Due violini, una viola, un violoncello. Il quartetto classico fiorisce a met Settecento, in parallelo alla Sinfonia e nelle sue stesse capitali, Milano, Parigi, Mannheim e Vienna. La sua preistoria conta poco, come anche il nome (Haydn chiama alcuni dei suoi quartetti Divertimento) o lorganico. A conversare si pu essere anche in tre o in cinque: quel che conta lo spirito del quartetto classico, che per lungo tratto si identifica con lo spirito viennese e in

Giuseppina Manin
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parte con la forma-sonata. Conta cosa fanno, come lo fanno, cosa si dicono, quelle persone ragionevoli. Parlano, dialogano; ognuno attende il suo momento per esporre il suo pensiero e ascolta quello altrui. Come in un coro, le voci devono avere la coscienza del bene comune, devono convergere, complementari o fuse nellassieme. Via via che da Sammartini, o dai quatours brillants parigini, quasi concertanti, da Cannabich e Boccherini si arriva a Haydn, la semplice conversazione si trasforma. Le quattro persone, diversamente ragionevoli, discutono, condividono ardori e ferite, si sfidano, danzano e piangono insieme: la loro fragile armonia diviene la cartina di tornasole di aneliti e sentimenti globali.

Con Haydn e Mozart il quartetto lemblema e il messaggero di tutta una civilt: specchio di una societ o forse di un mondo ideale. Con Beethoven diventa teatro dellanima, esplorazione, trascendenza e iperbole: la sola Grande Fuga op. 133 dice la tragedia di tutta una vita. Attraverso il quartetto, Mendelssohn tratteggia paesaggi di grazia, Cherubini astrae il suo mondo perfetto. Schubert vi infonde la poesia del Lied e la nostalgia della vita che mai sar; Dvorak, il colore dellAmerica sconfinata come i prati della sua Boemia, Janacek racconta il suo amore tormentato, Bartk vi scatena il vigore della puszta; Shostakovich ci trascina tra le macerie del Novecento, come sulle rovine di Dresda contemplate nellop. 110. Un quartetto pu essere un microcosmo o un cosmo fatto e finito, una prova di dottrina o un laboratorio per sinfonie a venire, una miniatura o un affresco, una confessione intima o un grido universale. Poco importa, la sua essenzialit funziona sempre come la siepe leopardiana: misura linfinito.
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