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Fondazione Istituto Gramsci

La prima recezione di Gramsci in Italia (1944-1953) Author(s): Guido Liguori Source: Studi Storici, Anno 32, No. 3 (Jul. - Sep., 1991), pp. 663-700 Published by: Fondazione Istituto Gramsci Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20565467 . Accessed: 23/02/2014 15:36
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DI GRAMSCI IN ITALIA(1944-1953) LA PRIMARECEZIONE


Guido Liguori

Presentando la politica delta asvolta di Salerno* e del .partito nuovo* come la <<politica di Gramsci?, Togliatti certo commetteva, in parte, un arbitrio ma al tempo stesso fornivaun ancoraggio forte e definitivo al storiografico, nuovo partito comunista che andava costruendo, vincendo anche resistenze di quadri e di dirigenti comunisti, e lo vaccinava in buona parte contro lo stalinismo (come dimostreranno le vicende degli anni 1947-1953)1. Inoltre Togliatti riuscivacosi a riaprire il dialogo e il confronto-scontrocon alcune delle correnti piu importanti della cultura nazionale, facendo del teorico dell'egemonia il terreno su cui veniva ad essere effettivamente condotta e combattuta una parte importante di quella battaglia per t'egemonia che il leadercomunista intrapresein Italia al ritornodai suoi lunghi anni di esilio. Un'operazione politico-culturale complessa, dunque, che puo esseregiudica ta insoddisfacentealla luce della sensibilit'a odierna,ma che - rapportataai tempi - costituisceun passaggio indubbiamentepositivo sia per lafortuna di Gramsci che per la fisionomia e il modo d'essere del Partito comunista
italiano.

1. II wpartito nuovo* e gli intellettuali. It rapporto del Pci con gli intellettuali, negli anni della Resistenza e dell'immediato dopoguerra, era
i Sui e del carcere come base della tradizione del comunismo italiano, democr?tica Quaderni L'Urss stalianiana cfr. G.Vacca, nelle analisi dei del carcere?, in antistalinista, ?Quaderni e identit? dei comunisti di ?Critica marxista?, italiani, fascicolo monogr?fico 1988, Esperienze e la sinistra europea, Roma, Editori Riuniti, n. 3-4, ora in Id., Gorbac?v stesso 1989- Dello autore ? da vedere anche La politica di unit? nazionale dei comunisti in ?Studi (1945-1949), alla politica del Pci di questo periodo. Ho esaminato altrove 1990, n. 1, in m?rito Storici?, e del pensiero della figura di Gramsci da Pinstancabile opera di presentazione compiuta a partir? dal suo ritorno in Italia, il 17 marzo 1944, il carattere di scelta non scontata Togliatti era un nome quasi del tutto in cui Gramsci che ebbe tale riproposizione, in un momento la cui fama per di pi? limitata a ristretti gruppi di comunisti o di liberalsocialisti di sconosciuto, e martire era quasi ?nicamente del fascismo. Mi sia ascendenza gobettiana quella di awersario e identit? di partito a tal proposito il rinvio al mio Tradizione in Togliatti consentito interprete e identit? dei comunisti in Esperienza in quella sede i di Gramsci, cit. Ho esaminato italiani, e e a Gramsci tra discorsi dedicati alcuni aspetti generali del rapporto gli scritti togliattiani e Togliatti, su cui dunque non tornero. Cfr. inoltre, per il periodo Gramsci al precedente in Italia, G.Liguori, Gramsci negli scritti dei suoi contemporanei, ritorno di Togliatti in ?Critica marxista?, 1986, n. 4.

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664 Guido Liguori reso complesso dalle forti differenzazioni che caratterizzavanoquesti ultimi prima di tutto sul piano ideologico: accanto al vecchio antifascismo di formazione crociana,presente e ramificato soprattutto nel Centro-Sud, e gia di per semolto variegatoper quanto concerne le scelte politico-partitiche, vi erano i giovani intellettuali provenienti dal <<fascismo di sinistra>,non di rado destinati a divenire funzionari e dirigenti del Pci, e gli intellettuali del Nord piu legati ad alcune esperienze culturali europee anche diversissime fra loro (da Banfi a Vittorini, da Luporini a Geymonat). Per non parlare del vasto tessuto connettivo di matrice gentiliana che collegava esperienze diverse e che non veniva esplicitato per l'impresentabiitog,in quel momento storico, di un filosofo apertamente situatosi ?dall'altraparte della barricata*. Il fattore unificante di questa ga/assia non era owiamente riscontrabilesul piano ideologico, ma su quello storico-politico, profondamente segnato dall'esperienza della Resistenza. Il Programma con cui Togliatti apriva, nell'aprile 1944, il primo numero di <<Rinascita>>, fotografavacon sufficiente di gruppi sempre piu numerosi, non esattezza la situazione:<<L'adesione soltanto di operai e di contadini, - il che e nella logica delle cose, - ma di elementi provenienti dagli strati intermedi della societa e in prima linea dagli intellettuali, almovimento comunista, e uno dei fatti che piu emeglio promettono per l'awenire d'Italia. Noi non ci nascondiamo pero che questa adesionemuove oggi ancora e spesso piu da motivi di prestigio morale e politico, tanto nazionale quanto internazionale, che da convinzioni profon La conclusione che ne traeva de>>2. Togliatti era la necessita di intensificarela diffusione e lo studio del marxismo in Italia. Saranno pero altre le stradeper le quali passeranel nostro paese, nell'immediato, il rapporto tra i comunisti e gli intellettuali. Ii problema principale che questi ultimi avevano di fronte, infatti - e rispetto al quale il crocianesimo rivelavauna inadeguatezzaprofonda -, era quello costituito dalla spiegazione del fascismo, dalla comprensione delle sue cause strutturali.Croce, come e noto, considerava il ventennio fascistacome una sortadi parentesi nella storiad'Italia3, un fenomeno dunque accidentale ed estraneo rispetto al tessuto nazionale. Tale tesi costituivaun comodo alibi per quanti si battevano per la continuita della vecchia cultura e della societa

1 in ?La rinascita?, anche l'analisi condotta da Lucio 1944, n. 1, p. 1. Cfr. Programma, Lombardo Radice sulla stessa rivista l'anno seguente: ?attualmente aderiscono effettivamente al non marxisti, a Partito comunista molti intellettuali fortemente, legati tuttora, pi? o meno e cos? via [...] La maggioranza, esistenzialiste idealistiche, teistiche, positivistiche, posizioni non proviene oserei dire schiacciante, dei giovani intellettuali comunisti dal marxismo; anche son? stati ieri crociani o idealisti assoluti o altro in marxisti coloro che oggi si professano in pol?tica. Non si tratta di casi singoli, ma di un vera liberali o liberalsocialisti filosof?a, verso il marxismo o indirettamente da altre posizioni che investe direttamente movimento e cultura, ambienti Radice, Comunismo sempre pi? larghi della cultura italiana? (L.Lombardo in ?Rinascita?, 1945, n. 9-10, p. 217). 3 Cfr. Per la nuova vita dell'Italia. Scritti e discorsi B.Croce, 1943-1944, Ricciardi, Napoli, 1944, pp. 55-56.

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recezione di Gramsci

in Italia

liberale4, ma non poteva soddisfare chi era interessatoa una vera compren sione degli eventi. Proprio su questo terreno, invece, il marxismo italiano vantava una tradizione interpretativaforte, gia rintracciabilenelle Tesi di Lione e nella Quistione meridionale di Gramsci (che (Rinascita>> ripubblicava nel 1945); sviluppata poi nel Corso sugli avversaridi Togliatti del 1934 e approfondita da Gramsci nei Quaderni: tanto che Togliatti, in un discorso tenuto aMosca il 26 novembre 1943, aveva gia avutomodo di sottolineare come il dirigente comunista in carcere, <<ripensando profondamente la storia del nostro paese, cercava e trovavanella tradizione reazionariadelle classi dirigenti italiane le radici del regime vergognoso delle camice nere>>5. L'interpretazione gramsciana e togliattiana del Risorgimento e della storia italiana dell'ultimo secolo e mezzo, caratterizzato da una assenza di rivoluzione, da un capitalismo arretrato,dalla divisione traNord e Sud, da una egemonia debole che di fronte all'avanzata proletaria e popolare del primo dopoguerra non aveva saputo far altro che lasciare il posto alla reazione fascista, sara ripropostadal segretariodel Pci anche nel Rapporto al V Congresso del partito, svoltosi a Roma a partire dal 29 dicembre 19456. Tuttavia gia l'editoriale del secondo numero di <<Societa>> aveva respinto l'interpretazionecrociana, chiarendo l'anello debole presente nel tentativo delle forze liberali prefasciste di restaurare la propria egemonia:<<Non accettiamoquesta concezione idilliacadella moderna storiad'Italia che vede nel fascismoun'aberrazione passeggera e casuale, come d'un corpo estraneo violentemente introdottosi nel nostro organismo sociale. II fascismo non e piovuto dal cielo, il fascismonon e il dono invidiosodi una divinita ostile, il .invasione degli Hyksos": il fascismo e nato dalle viscere fascismonon e "' della nostra societa>>7. Accanto al problema dell'interpretazione del fascismo, quello del ruolo dell'intellettuale, della sua funzione in rapporto alla societa e alla politica, costitui l'altro terreno immediato di confronto e di scontro. Se dopo la Resistenza la gran parte degli intellettuali italiani non poteva non sentire, in formapiu o meno esplicita, le responsabilitadella vecchia cultura idealista, molti restavanorestii a superare inmodo compiuto il crocianesimo, la forma teoricaalla cui luce si erano formati e che aveva rappresentatoun momento di rifiuto, se non di lotta, rispetto al fascismo.Uno dei capisaldi teoricidel vecchio filosofo, soprattutto, aveva contribuito a rafforzarele caratteristiche
4 Cfr. in Id., Cronache di filosof?a anni dopo, E.Garin, Quindici 1963, italiana, Bar?, Laterza, pp. 521-522. 5 e la guerra contro la Germania in Id., Opere, Vitalia IV, 1935-1944, hitleriana, P.Togliatti, e P.Spriano, tomo 2, a cura di F.Andreucci Roma, Editori Riuniti, 1979, p. 367. 6 Cfr. in Id., Opere, V, comunista del Partito al V Congresso italiano, Rapporto P.Togliatti, a cura di L.Gruppi, Bedeschi 1984, pp. 185-187. Giuseppe Roma, Editori Riuniti, 1944-1955, nella ha insistito del Risorgimento cultura gramsciana sull'importanza dell'interpretazione in La parabola te?rico in Italia, Roma-Bari, del marxismo italiana del secondo dopoguerra e la del Pci cfr. R.Martinelli, Sui V Congresso // ?partito nuovo? 1983, pp. 9-11. Laterza, in ?Studi Storici?, sulla rifondazione del Pci, del V Congresso. 1990, Appunti preparazione n. 1. 7 in ?Societ??, 1945, n. 1-2, p. 5. Situazione,

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666 Guido Lzguori peculiari dell' ?intelligenza?) italiana e della sua collocazione rispetto alla vicenda nazionale: la separatezza, la distinzione della cultura rispetto agli altri comparti della vita sociale e politica. Ancora nel 1945 Croce, criticando I'accostamentodi scritti politici e scritti culturali, ribadiva la necessaria uno e contemplativo e teoretico scissionedei due <<atteggiamenti>, <(percheI' e di scientifica critica, e 1'altroe pratico e animato di pratica passione?. Per cui le riviste e i giornali di cultura dovevano <<tenersi estranei ai pratici La posizione del filosofo neoidealista contrasti politici ed economici>>8. presentavauna duplice ambiguita: da una parte egli era responsabiledi non avere avversato l'avvento del fascismo, ma era anche il simbolo della resistenzaal regime; dall'altra Croce si facevapromotore della oseparatezza? della cultura,ma nella sua prassi concreta teoria e politica erano strettamente connesse. La politica culturale comunista si pose in alternativaesplicita a questo modo di concepire il rapportodegli intellettuali con la societa9.Non e un caso che e <<Societa"? inizino la propria attivita affermando due rivistecome <<Rinascita>> la non separatezzadi politica e cultura, Ia necessita di coinvolgere le forze intellettuali nella ricostruzione politica e morale della nazione10. Nel Programma togliattiano questa esigenza era anche sostanziata da una affermazione di principio che e insieme indicazione di metodo e interpreta zione del marxismo:
Non siamo capaci di elevare barriere artificiose od ipocrite tra le sfere diverse dell'attivita, - economica, politica, intellettuale, - di una nazione. Non separiamo e non possiamo separare le idee dai fatti, il corso del pensiero dallo sviluppo dei la cultura dalla politica, i singoli rapporti di forza reali, la politica dall'economia, dalla societa, l'arte dalla vita reale. In questa concezione unitaria del mondo intiero e la nostra forza, la forza della dottrina marxistall.

La polemica contro la separatezzadegli intellettuali italiani era presente in Togliatti fin dalla prima meta degli anni Venti12. Ora essa si ripresentava soprattutto come critica a Croce e al crocianesimo, che se non poteva piu essere, per motivi strutturali, la forma ideologica dell'egemonia borghese13, erapero l'ideologia dominante dell'antifascismo non marxista"4,e quindi un
8 B. in ?Quaderni delle riviste letterarie odiente, della "Critica"?, Croce, De?l'arte 1945, n. 1, pp. 111-112. 9 Sul e Croce cfr. B.de Giovanni, e la cultura m?ridionale, in rapporto tra Togliatti Togliatti e il Mezzogiorno, tenuto a Bari il 2-4 novembre atti del convegno Aa. Vv., Togliatti 1975, a cura di F.De Felice, Roma, Editori Riuniti, 1977. i? Cfr. i citati editoriali e di apertura delle due riviste, rispettivamente intitolati Programma Situazione. 11 cit., p. 1. Programma, i2 Cfr. a cura di La ?intelligenza? italiana I, 1917-1926, P.Togliatti, [1923], ora in Id., Opere, Alcuni temi della politica 1967. Cfr. su questo G.Vacca, Roma, Editori Riuniti, E.Ragionieri, a cura di O.Cecchi, in P.Togliatti, / corsivi di Roderigo, cult?rale di Togliatti (1945-1956), e G.Vacca, G.Leone Bari, De Donato, 1976, pp. 39 sgg. 13Cfr. in ?Rinascita?, nella rivoluzione 1973, n. 35, p. 27. antifascista, L.Paggi, Gli intellettuali 14Cfr. A.Asor a oggi, tomo 2, Torino, in Storia d'ltalia, Rosa, La cultura, IV, Dall'Unit? Einaudi, 1975, p. 1592.

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667 La prima recezione di Gramsci in Italia Fin dal primo numero di qRinascitaxs obiettivo reale, non (di comodo>>15. venivano cosi pubblicati alcuni Giudizi di Antonio Gramsci su Benedetto Croce, owero estratti da lettere scritte nel penitenziario di Turi nell'aprile giugno 1932: gli argomenti trattati riguardano il ruolo svolto da Croce nei confrontidel marxismo, il suo revisionismo, il concetto d'egemonia, la storia d'Italia dell'ultimo secolo, il <trasformismo>>, la rotturatraCroce e Gentile16. Quasi a chiarire a chi fossero specificatamente rivolte quelle pagine (gli intellettuali di matrice crociana che si awicinavano alla tradizione comuni sta), seguiva un profilo di Gramsci tratto dalla Rivoluzione liberale di Gobetti. Poco piu avanti, una recensione dello stesso Togliatti al libro di Croce Per la storia del comunismo in quanto realtdpolitica, nella quale il filosofo abruzzese veniva trattato alla stregua di un collaboratore del
fascismol7.

I motivi di questo confronto violentemente polemico immediatamente aperto con Croce venivano da Togliatti richiamati ancora nell'intervento a una riunionedella commissione culturale del Pci nel 1952:<?Per farpenetrare il marxismo nella cultura italiana - affermavaTogliatti - noi dobbiamo scontrarci essenzialmente, si diceva [nel 1945] ed 'evero, con il crocianesimo, cioe con l'indirizzo culturale idealistico.Nel corso della lotta di liberazione, e anche prima, sotto il fascismo, eravamo pero stati alleati di molti intellettualiappartenenti a questo indirizzo culturale [...] Bisognava dunque saper distinguere, evitare di mettere tutto e tutti in un solo sacco>>. Invece, ammetteva autocriticamente sono state discontinuita, asprezze, Togliatti, <<vi capitolazioni non necessarie, oscillazioni tra la pura propaganda e l'azione culturale di piu ampia portata, e anche contraddizioni>18.Il limite vero, pero, fu che la polemica contro il <'protagonismodegli intellettuali>>, alternativoal <<protagonismo delle masse?19,non supero la soglia della messa in discussione dello status del grande intellettuale che si schieravaa fianco del movimento operaio. Se per Gramsci la questione degli intellettuali era problema che concerneva soprattutto gli apparati egemonici, le forme di organizzazionedella cultura, per Togliatti esso riguardavain primo luogo il piano dell'ideologia, cioe ilmutamento degli orizzonti ideali20.Rovesciato finiva per occupare di segno, l'intellettuale tradizionaleschierato ?a sinistra>> la stessaposizione occupata nell'ideologia e nella societa liberali.Una nuova
15Tale lo considera ad in Ma Roderigo fu brutto come lo si dipinse?, esempio B.Schacherl, in materia. 14 ottobre ricorrente nella pubblicistica 1984. Ma ? giudizio ?l'Unit??, 16Cfr. Giudizi di Antonio Gramsci su Benedetto Croce, in ?La rinascita?, 1944, n. 1, pp. 7-10. 17Cfr. in quanto Croce-Per la storia del comunismo Benedetto realt? politica, ivi, P.Togliatti, una lettera di scuse di Togliatti a Croce per i p. 30. Nel num?ro successivo la rivista pubblicava in ?Rinascita?, Lettera a Benedetto toni usati nella recensione Croce, 1944, (cfr. P.Togliatti, e Pci. n. 2, p. 31). Sull'episodio cfr. N.Ajello, Intellettuali 1944-1958, Roma-Bari, Laterza, 1979, pp. 23 sgg. 18 Intervento alla Commissione cult?rale nazionale [1952], ora in Id., La politica P.Togliatti, a cura di L.Gruppi, 1974, pp. 195-196. Roma, Editori Riuniti, cult?rale, 19Cfr. Alcuni G.Vacca, terni, cit., pp. 27 sgg e 49 sgg. 20 Cfr. in Togliatti nella storia ivi, p. 114 e Id., La ?via italiana? e gli intellettuali (1956-1964), fascicolo monogr?fico di ?Critica marxista?, 1984, n. 4-5, p. 232. d'Italia,

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668 Guido Liguori stagione di trasformismo degli intellettuali21fin1 cosi per seguire alla rottura rappresentata dalla stagione della Resistenza e Gramsci come vedremo costitul uno dei terreni principali di questo processo, grazie a letture unilaterali e parziali della sua opera che favorivanosoprattutto l'incontro con gli intellettuali di formazione crociana. In questo quadro, 1'asse teorico fondamentale della politica culturale comunista fu quello che generalmente viene definito come <<storicismo marxista>>: si denunciavano le aporie, le insufficienze, gli esiti conservatori della cultura crociana,ma se ne accettava il terreno e la problematica; si <<a riduceva l'<<anti-Croce>> ribaltamentodella tradizione storiografica, mante nendo tuttavia la categoria storiograficacome anello principale della iniziati Si privilegiavano cosi campi determinati della ricerca va culturale del Pci>>22. e della critica, esercitate soprattutto nel settore degli studi storici e della produzione artistica, trascurandopero, con l'approfondimento del marxi smo, lo studio della societa italiana e dei mutamenti che avrebberodi if a il movimento operaio, trovandolo qualche anno gravemente <<sorpreso> impreparato.E cio anche grazie alla perpetuazione di un giudizio staliniano sull'impossibilita di sviluppo del capitalismo propriomentre anche in Italia stavano per affermarsi le dinamiche neocapitalistiche. Questo errore di valutazione, che costituisce forse il limite principale del <<marxismo di Togliatti>>, appare tanto piu grave quanto proprio in Gramsci, inAmericani smo e fordismo, era disponibile una lettura diversa, ancora una volta intimamente antistaliniana, del capitalismo. Non a caso, dunque, questo testo resto a lungo letteramorta, e la presentazione che ne fece nel 1949 Felice Platone si preoccupavadi mettere in guardia il lettore dal considerare ancora attuali le analisi di Gramsci (<<oggi,dopo una seconda guerra mondiale, abbiamo davanti ai nostri occhi un paese del fordismo alquanto diverso da quello che Gramsci conosceva>>)23. Certo lo storicismo, se da una parte faceva prevalere il momento della continuita su quello della rottura, sul piano del rapportocon gli intellettua li, dall'altra permetteva di sottolineare la particolarit'adella situazione italiana,giustificando la politica del Pci24, la scelta democratica, l'<deologia

21 Cfr. e il moderno Roma, Editori Riuniti, 1970, p. XIII. principe, L.Paggi, Gramsci 22 Alcuni terni, cit., p. 112. G.Vacca, 23 e fordismo, ad A.Gramsci, Americanismo econ?mi F.Platone, Milano, Universale Prefazione Platone: ?L'America vive sotto l'incubo crisi di una nuova ca, 1949, p. 15. Aggiungeva ma non sembra avere la folla crescente dei suoi disoccupati, econ?mica, guarda con apprensione su questo M.Tel?, che la travolge? crisi morale coscienza della formidabile Cfr. {ibidem). e il problema in ?Critica marxista?, della modernizzazione, il nuovo capitalismo 1987, Gramsci, n. 6. 24 Ha scritto Cesare ?lo storicismo P?nica del marxismo appariva Luporini: interpretazione e corrispondente alia politica del partito, alla sua linea strategica. Alia adeguata perfettamente e magari della svolta di Salerno, della Costituente, del voto linea cio? dell'unit? antifascista, a Id., Dialettica e materialismo, Introduzione all'articolo 7? (C.Luporini, Roma, Editori Riuniti, 1974, p. XXIX).

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recezione

di Gramsci

in Italia

della ricostruzione>>25, senzamettere in discussione la solidarieta col movi mento comunista internazionale.Togliatti simuoveva su piani articolati26, cercando di parlare con linguaggi diversificati a interlocutori diversi e di portare avanti un'azione teorico-politica che sapesse insieme rafforzare il <<partito nuovo?, ribadire la peculiarita del qmarxismo italiano*, diffondere una coscienza democratica che impedisse l'isolamento della classe operaia e stabilireun rapportocon gli intellettuali tradizionali.Compiti non facili, che proprio sul terrenodelle interpretazionigramsciane trovavanoun momento fondamentale di esecuzione, anche a costo di confondere, a volte, '1'effet tuale contenuto del pensiero di Gramsci> con una sua particolare interpreta
zione>>27.

Naturalmente si puo anche pensare che il limite principale della politica culturale togliattiana risiedesse in una sovravalutazionedel ruolo di Croce. crociana gli studiosi si sono spesso Sull'effettiva portata dell'aegemonia>> di Croce, nonostante il suo grande peso sul divisi. Per alcuni <<l'antifascismo piano degli orientamenti culturali, e virtualmente battuto sul piano politico gia prima del crollo del fascismo. La sua visione dell'intellettuale si scontra infatti con un dato ormai strutturale della societa italiana: il partito di Resta amio avviso il fatto, pero, che, avendo avuto Croce, durante massa>>28. ilmonopolio pressoche'assoluto della cultura non fascistao il <<ventennio>, antifascista (anche se non va dimenticato lo spazio che seppe assicurarsila Chiesa), almomento della caduta del fascismo la sua posizione non poteva che apparire fortissima. E inoltre necessario considerare quale influenza ebbero le tesi gramsciane riguardantiCroce in relazione al fatto che esse furono pensate e scritteprima o durante il carcere, ma furono conosciute ed ebbero diffusione solo a partire dal 1944-194529.Ne minore importanza sembra avere la distanza temporale che intercorsetra le prime polemiche su
della ricostruzione? ? stata criticata da posizioni di estrema politico-storiografiche L'?ideologia di sinistra e I'ideologia sinistra da R.Luperini, Gli intellettuali della ricostruzione, Roma, di Ideologie, Edizioni cfr. U.Curi, in 1971. Per una analisi pi? meditata Filosof?a e politica e in Aa. Vv., Gli intellettuali in trincea. Politica della ricostruzione, cultura Italia nel periodo a cura di S.Chemotti, nell'Italia del dopoguerra, 1977. Padova, Cleup, 26 Cfr. in Togliatti ?La battaglia delle idee? alia svolta degli anni sessanta, nella M.Ciliberto, storia d'Italia, cit., p. 137. 27 contro storicsmo. ?Storicismo Storicismo op. cit., p. XXVIII. Luporini aggiunge: C.Luporini, e idealistico e rivoluzionario o reazionario). contro storicismo borghese marxista (conservatore come vera interpretazione anche del marxismo Storicismo antispeculativo [...] Ma storicismo come tradizione propria e specifica del marxismo italiano, da Labriola (che aveva alle spalle lo secondo una linea di collegamento che era in Labriola-Gramsci, Spaventa) a Gramsci: hegeliano verit? del tutto falsa [...] ma alia quale allora tutti credemmo? (ivi, pp. XXVIII-XXIX). 28 ha contestara il Mich?le Gilberto cit., p. 27. Pi? radicalmente L.Paggi, Gli intellettuali, ? stato, fin da prima della ?grande ?mito? dell'egemonia sostenendo che il filosofo crociana, a Filosof?a e politica un uomo ?un solitario, nel solo? (M.Ciliberto, Introduzione guerra?, italiano. Da Labriola a ?Societ??, Bari, De Donato, Novecento 1982, pp. 15-16). 29 Cesare ha segnalato della recezione del pensiero aspetto questo Luporini problem?tico e la cultura in i/ marxismo in Storia d'Italia, italiana del Novecento, V, / gramsciano tomo 2, Torino, dei 1973, p. 1605. Per una tematizzazione documenti, Einaudi, gen?rale e scritte in periodi di opere concepite che nascono dalla diffusione differenti cfr. problemi invece E.Garin, Filosof?a e scienza nel Novecento, Roma-Bari, 1978, pp. XII-XIII. Laterza, 25

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670 Guido Liguori Croce, nel 1943-1944, e il perpetuarsi di questa situazione anche all'inizio dei primi anni Cinquanta, allorquando appare piu valido il giudizio negativo sull'attardarsi della cultura politica del Pci (e della lettura di Gramsci) su un bersaglioormai superato. (Anche se va osservatocome questo che di Togliatti). attardarsi fosse forse piu di alcuni <<togliattiani>> Il problema della centralita o meno di Croce come antagonista costitui comunque fin d'allora un punto importante di diversificazione all'interno dello stesso campo degli intellettuali comunisti. Secondo la testimonianzadi Luporini, fu questa una delle cause principali delle divergenze tra la <prima
serie>> di <<Societa>>, ai cui promotori la <<questione Croce>> appariva gia

di Togliatti30. E non meno distante, anche su questo vecchia, e la <<Rinascita>> di Vittorini. Non a caso queste tre rivistesono un aspetto, era il <<Politecnico>> po' divenute il simbolo della pluralita, della ricchezzae delle contraddizioni della cultura comunista del secondo dopoguerra. La polemica togliattiana contro Vittorini discendeva dalla vecchia diffidenza contro la separatezza ma anche dal suo rifiuto verso una cultura democratica, degli intellettuali31, europea e americana, estranea rispetto alla tradizione nazionale. <<Societa>>,
distante da Togliatti per gli aspetti gia ricordati, lo era ancor di piu da

il suo program Vittorini, opponendo alla <<nuova cultura>del <<Politecnicoo> ma <<continuista>>32. Queste diversita di posizione non trovarononei fatti una possibilita di convivenza: il pluralismo dei comunisti italiani doveva fare
ancora molti passi in avanti. Tuttavia il fatto che gia nel 1945 il partito

sancisse, nel suo V Congresso, la possibilita di una adesione basata sul programma politico e non vincolata da una scelta ideologica33rimane un punto di svolta fondamentale. Anche da questa liberalita di orientamenti, tuttavia, scaturiva la necessita di creare intorno a Gramsci una tradizione teorico-politicache unificasse le istanze culturali non omogenee presenti nel Pci. Se l'unita non doveva essere garantita a prkori, sul piano formale, dogmatico-burocratico,statutario, tanto piu importante sembravagarantirla di fatto attorno a una tradizione interpretativa della storia del partito e della sua elaborazione teorica. 2. Politica e cultura. IInome di Gramsci, inseritoda Togliatti nel panorama politico-culturale italiano fin dai primi giorni della Liberazione, inizio subito
30 ?Ma anche tra noi e "Rinascita" c'erano motivi sulla sua rivista Togliatti di frizione: voleva un collegamento, un colloquio, sia pure pol?mico che a noi, pi? costruire col crocianesimo su questo e anacronistico? drastici e impazienti di tema, sembrava inopportuno (testimonianza in N.Ajello, Cesare Luporini op. cit., p. 71). 31 Cfr. sulla Alcuni G.Vacca, terni, cit., p. 30. La critica della Vittorini-Togliatti pol?mica anche in autori tra loro molto riscontrabile della vittoriniana, diversi, ? sintom?tica separatezza tra gli intellettuali comunisti lettura del nesso cultura-politica Si prevalente negli anni Settanta. e la cultura m?ridionale, veda, oltre a Vacca, B.de Giovanni, cit., p. 301 e A.Asor Togliatti Rosa, op. cit., p. 1602. 32 Cfr. G.Di 1979, pp. 33 sgg.; e M.Ciliberto, Domenico, Saggio su ?Societ??, Napoli, Liguori, e politica, e storiografia nella genesi di ?Societ??, in Id., Filosofia cit., pp. 323 sgg. Su Filosofia cfr. invece M.Zancan, Vittorini 1984. Venezia, ?Polit?cnico?, Marsilio, Ilprogetto 33Cfr. al V Congresso, cit., pp. 220-221. Rapporto P.Togliatti,

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La prima

recezione

di Gramsci

in Italia

a circolarelentamente anche al di la della cerchia strettamentedi partito. Il 23 aprile 1945 il <<settimanale politico, letterarioe di informazioni?dRiscos di Sassaridedicava al comunista sardo un numero che ospitava, oltre a sa?) passi tratti dalla Quistione meridionale e dalle Lettere gia pubblicate su e a un brano di Gobetti, il fondo del direttore FrancescoSpano ?Rinascita> Satta (Un sardo), notizie biografiche e testimonianze di Giuseppe Sardo (Davantial Tribunale speciale) e di Michele Saba (Antonio Gramsci eAttilio Deffenu, sull'adesione del giovanissimoGramsci aimovimenti antiprotezio nistici dell'isola)34. Il 10 giugno il parlamento commemoravaMatteotti, Giovanni Amendola e Gramsci, tre deputati vittime del fascismo. La commemorazionedi Gramsci era affidata a Ruggero Grieco35.Nel luglio la rivistaantifascista?Mercurio>> ospitava un breve ritrattodi Gramsci firmato da Mario Berlinguer, che ricordavaquando egli, deputato amendoliano, aveva conosciutoGramsci alla Camera nel 1924 e - pur definendolo zil pitu - aggiungeva: <<Noi grande pensatore comunista dopo Lenin>>36 crediamo che Antonio Gramsci, se fosse sopravissuto,avrebbeprecisate e accentuatequelle direttive democratiche che gia si rivelanonei suoi ultimi scritti>37. Nel 1945, inoltre, due autori riprendevanoe commentavano il saggio sulla 'quistione meridionale? (ristampato, come si e detto, da Togliatti su ?Rinascita?): Guido Dorso replicavapositivamente alle tesi di Gramsci in una appendice alla ristampadella Rivoluzione meridionale38 e SalvatoreFrancescoRomano dedicava ad esse attenta considerazione nella sua Storia della questione meridionale, raccoltaantologica nella quale lo scrittodel dirigente comunista veniva anche ripropostoal pubblico39. Per quanto riguarda i giornali comunisti o di ?area comunista?, il primo fascicolo di <<Societa>> ospitava una recensione di Augusto Livi al volume Gramsci, apparso a Parigi nel 193840 e prontamente ripubblicato nel 1945 dall'Editrice l'Unita, in cui l'autore tratteggiava- in linea con l'interpreta zione togliattiana- la figura di un Gramsci ?profeta>> di un .<patto di unita antifascistaper la riconquistadelle libertademocratiche?, ritenute premessa necessaria di ogni vero socialismo>>41. <<Rinascita>> pubblicava nel numero datato settembre-ottobre1945 un brano di Gramsci su Insegnamento classico e riformaGentile, awertendo che si trattavadel ?primo passo di uno dei
34 Cfr. ?Riscossa?, 1945, n. 17. 35 Cfr. Discorso dell'onorevole 1945 (oltre Grieco, Roma, Tipograf?a della Camera dei deputati, a Grieco, Emanuele Orlando, Romita, Raffaele De Caro e gli oratori furono Vittorio Giuseppe Ivanoe Bonomi). 36 in ?Mercurio?, Gramsci, 1945, n. 11, p. 28. M.Berlinguer, 37 Ivi, pp. 29-30. 38 Cfr. La questione m?ridionale nel pensiero di Antonio in Id., La G.Dorso, Gramsci, m?ridionale rivoluzione 1945. [1925], Torino, Einaudi, 39 Cfr. Storia della questione Edizioni 1945. S.F.Romano, Palermo, Pantea, m?ridionale, 40Mi sia consentito in rinviare ancora al mio Gramsci negli scritti dei suoi contemporanei, ?Critica marxista?, 1986, n. 4. 4i il presente articolo era gi? in ?Societ??, A.Livi, Gramsci, 1945, n. 1-2, pp. 317-321. Quando curato da E.Santarelli, stato scritto ho preso visione volume ritrovato del nuovo Gramsci alcuni degli scritti su Gramsci Catanzaro, Abramo, 1991, che ripubblica 1937-1947, apparsi nel tra cui anche quello di Livi. considerato, periodo

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672 Guido Liguori quaderni del carceredi Antonio Gramsci che venga reso pubblico. Esso fa parte di un lavoro sulla funzione degli intellettuali nella societa, di cui e Sei mesi dopo la stessa rivista ospitava prossima la pubblicazione>>42. un' ampiaRelazione sui quaderni del carcere.Per una storiadegli intellettua Ai italiani di Felice Platone che, con la diretta supervisionedi Togliatti, stava lavorandoad approntare la pubblicazione degli scritti carcerari.Lo scritto di Platone e importanteper la rivelazionedell'ampio ventaglio di problemati che cheGramsci aveva affrontato in carceree che per la prima volta venivano resedi pubblico dominio con tanta ricchezzadi particolarie di informazioni. Platone non si limitava a fornirenotizie sulla portata e sulle difficolta insite nel lascitogramsciano, sui numerosi problemi filologici e cronologici che esso comportava, sul contenuto dei quaderni, sul piano di lavorodi Gramsci, sul ma forniva anche titolo e sul contenuto di numerosi scritti in essi raccolti; una prima chiave interpretativa. Se Togliatti aveva insistito nel collegare Gramsci alla successivaprassi politica del Pci - per i motivi cui si e fatto cenno prima43 -, Platone insistevamaggiormente sui collegamenti dei Quaderni con i <problemiposti dall'Ordine nuovo negli anni 1919 e 1920, sullo studio della questione degli intellettuali come momento di un piu generale processo rivoluzionario: il problema di Gramsci - fin dai tempi e Stato e cultura dell'<<Ordine nuovo> - era stato quello di <<rinnovare nazionali e popolari, selezionando dalle masse popolari nuovi gruppi di Era da questa rottura rappresentatadall'<Ordine intellettuali e dirigenti>>44. nuovo> nella storia degli intellettuali italiani che discendeva la necessita di lottare, con Gramsci, contro le posizioni conservatricidi Croce. Il disegno di chi curava la futura edizione tematicadei Quaderni non sembrerebbeandare quindi, nel 1946, nella direzione di una riconduzione dell'elaborazione gramscianaentro quegli schemi consolidati del sapere che avrebbero favorito un rapporto tradizionalecon gli intellettuali.Ma sui problemi e le implica zioni della ripartizione tematica della prima edizione del maggior lascito gramsciano tornerobrevemente piu avanti. L'interesse per gli scritti di Gramsci andava crescendo. Si moltiplicavano le testimonianze, per lo piu agiografiche (e anche su questo si dira piu avanti), e la pubblicazione di lettere ed estratti inediti, come anche i richiami e le citazioni. FrancoRodano su <<Rinascitao, ad esempio, si rifacevaesplicitamen te aGramsci a proposito di un grande tema di iniziativapolitica di Togliatti e del Pci: il rapporto con i cattolici, la <<quistione vaticana>>45. Citando un brano da Alcuni temi della quistione meridionale, Rodano sottolineava con forza la <novitadella posizione di Gramsci>: la considerazionedella quistio ne vaticana>> non come problema religioso,ma come problema politico delle masse che i cattolici rappresentano, rispetto a cui Gramsci aveva innovato profondamente l'atteggiamento della tradizione socialista.
42 Cfr. 1945, n. 9-10, p. 209. ?Rinascita?, 43 Sui e identit? di partito, in Tradizione cit. quali mi sono gi? soffermato 44 sui quaderni del carcere. Per una storia degli intellettuali Relazione F.Piatone, ?Rinascita?, 1946, n. 4, p. 87. 45 in ?Rinascita?, vaticana, 1946, n. 11-12, p. 297. F.R?dano, Quistione

italiani,

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in Ita/ia

Accanto alla lettura togliattiana, anche nel Pci altre linee interpretative si delineavano (marcatamente diverse, se non divergenti) gia prima della pubblicazione delle Lettere, nel 1947, che saranno poi lo spunto per il primo, vero qdibattito? su Gramsci e la sua elaborazione teorico-politica.E Elio Vittorini ad aprire implicitamente la discussione, pubblicando sul zPolitecnico*una piccola antologia di lettere ('per gentile concessione*della casa editrice Einaudi), preceduta da una nota introduttiva e scandita dai titoli e dai riquadri redazionali che intendevanomettere in risalto i passi di maggiore interessee fornireuna chiave di lettura. Fu probabilmente casuale che queste pagine dedicate a Gramsci fosseropubblicate immediatamente a ridosso della lettera di Togliatti su Politica e cultura, giunta, secondo era gia pronto ad andare inmacchina*46. Vittorini, quando il qPolitecnico>>? Ma certo ilGramsci di Vittorini era tutto interno ai suoimodi di intendere l'autonomia della cultura e il ruolo degli intellettuali:Gramsci apote'essere piu acutamente "politico" - scrivevaVittorini - grazie appunto alla sua capacitadi trovare per ogni questione imotivi culturali e non rinnegarli. In questo Gramsci, specie riguardoall'arte, alla poesia, per la quale rivendico l'importanza della valutazione estetica accanto alla valutazione storica, e andato piu avanti di ogni altro grande rivoluzionario [...] Per noi, ad ogni modo, in molti problemi, l'ultima parola e la sua. E non dico solo per i "comunisti italiani": dico per i comunisti in genere e per tutti gli A parte quella annotazione - ?E non dico solo per i intellettuali italiani>>47. "comunisti italiani": dico per i comunisti in genere) - che appare oggi profetica, owero acutamente capace di intuire uno snodo problematico fondamentale non solo nell'evoluzione della storia delle interpretazionidi Gramsci e della stessaevoluzione teorico-politicadi Togliatti (il rapporto fra ?via italiana* e (vie nazionali al socialismo)48, ma piu in generale della alteritd del comunismo gramsciano rispetto a quello prevalente nel movi mento comunista internazionale;a parte questo, i passi prescelti da Vittorini teorici del mostrano un Gramsci anticonformista nel criticare i <<cosiddetti materialismo storico [ ... ] caduti in una posizione simile a quella del teologismomedioevale>>,per aver ?fatto della "struttura economica" una specie di "dio ignoto"'; attento all'autonomia del livello estetico; teorico dell'allargamentodel concetto di intellettuale; eterodossonell'affermare che la psicanalisiha le sue ragioni*.Cio che 'ecomunque interessantenotare e che Gramsci, per la prima volta dopo le lotte intestine degli anni Venti Trenta, diveniva nuovamente oggetto di contesa, trasparenteanche se non esplicita, all'interno del partito comunista. 'eutile anche segnalare, Sull'utilizzazione di Gramsci fatta dal <<Politecnico* oltre a uno scritto di Michele Rago che prendeva spunto dalle Lettere49,
46 Politica e cultura. Una lettera di Palmiro in ?Il Polit?cnico?, 1946, n. 33-34, p. 3. Togliatti, 47 e. v. Lettere dal carcere, in ?Il Polit?cnico?, 1946, n. 33-34, p. 5. [E.Vittorini], 48 Cfr. su ?Via italiana? o ?vie nazionali al socialismo?? Riflessioni sull'interna questo P.?ngrao, in ?Critica marxista?, di Togliatti zionalismo 1985, n. 4. 1956-1964, 49 nascosta di Gramsci, in ?Il Polit?cnico?, 1947, n. 37, p. 22. M.Rago, Vitalia

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674 Guido Liguori l'editoriale di Felice Balbo del dicembre 194750, in cui l'autore, di fronte alle apparenze>)anche alla presenza ancora forte di Croce e (<contrariamente di Gentile, si rifacevaa Gramsci per propugnare un programma culturale e Nello stessonumero il politico per gli aintellettualidella nuova democrazia>>. (Politecnico*pubblicava il primo articolo di Lukacs tradotto in Italia (Lacrisi delle filosofie borghesi e la filosofia della crisi), iniziando cosi la (scoperta* di quello che sara con Gramsci l'altro grande punto di riferimento degli intellettualimarxisti italiani almeno fino agli anni Sessanta. 3. Tra Croce eMarx. Nel 1947 vennero pubblicate leLettere daalcarcere,che costituirono un vero e proprio caso letterario e politico, anche in seguito all'assegnazionedel Premio Viareggio nello stesso anno51.La sensibilita e la personalita di Gramsci, ancor prima della sua dimensione culturale e politica, colpirono l'opinione pubblica, premiando cosi la forma con cui era stato deciso di dare inizio alla diffusione del lascito gramsciano e anche la scelta dell'editore <amico>Einaudi invece delle meno diffuse edizioni di partito. Le critiche piu tardi abbattutesi su questa edizione del 194752 colgono facilmente nel segno, rilevandone il limite di fondo: un intervento censorio, interno alla cultura dello stalinismo, che fece omettere brani contenenti i riferimentiaBordiga, Trockij, Rosa Luxemburg e all'zopposizio ne di sinistra>>, nonche' i riferimenti ai contrastimaturati in carcere tra Gramsci e gli altri detenuti comunisti. Delle 428 lettere pubblicate nella successiva edizione del 1965, 119 saranno inedite (ma alcune furono ritrovate dopo il 1947). I limiti, metodologici e politici, non inficiano tuttavia il valore complessivo dell'operazione con cui Gramsci veniva immesso nella cultura italiana.Era anche questa, di per se, una scelta coraggiosa:nel clima ormaimontante della guerra freddaGramscimarcava l'originalita, l'autono mia, la diversita del Partito comunista italiano rispetto al movimento comunista internazionale, determinando nel contempo - sul piano della cultura italiana- l'inizio di una presenza che avrebbe inciso a fondo in tanti campi della ricerca (politica, storica, filosofica, letteraria, antropologica, ecc.). L'opzione di fondo togliattiana - pubblicare Gramsci, fame la base nuovo> -, nonostante le contraddi teoricaunificante e coesiva del <<partito zioni insite nel rapportoforte che il Pcimanteneva colmovimento comunista internazionale, rappresentavauna scelta per molti versi irreversibilenel marcare, soprattutto in prospettiva, l'originalita del comunismo italiano: non e ipotizzabile che Togliatti, nel lanciare questa complessa operazione politico-culturale, non fosse consapevole del processo di fondo che essa avrebbemesso inmoto, contribuendo a fare dei comunisti italiani qualcosa
50 Cfr. in ?Il Polit?cnico?, Cultura antifascista, 1947, n. 39, p. 1. F.Balbo, 5i Cfr. Il Premio 19 agosto 1947. Si leggeva tra Viareggio aile ?Lettere dal carcere?, in ?PUnit??, non ha avuto in questi tempi umana" Paltro nella motivazione della giuria che ?la "condizione confusi un pi? lucido assertore e testimone?. 52 Cfr. cult?rale del Pci [1965], ora in S.Sechi, Le ?Lettere dal carcere? e la politica soprattutto 1974. Bari, De Donato, Id., Movimento operaio e storiografia marxista,

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675 Laprima recezione di Gramsci in Italia di profondamente diverso dai partiti di tradizione terzinternazionalistae stalinista. Gramsci al suo stesso Non mancarono gia allora i tentativi di contrapporre partito, lodando il rivoluzionarioscomparsoper combattere i suoi eredi. Da minoritarie, come quelle raccolteattorno una parte alcune correnti socialiste alle riviste?Iniziativa socialista*ed tEuropa socialista*, rivendicaronoin toto di Gramsci, sottolineando come fosse amolto arbitrario da o in parte 1'eredita parte dei comunisti far discendere dalla impostazione di Gramsci la lotta si richiamavaal Gramsci dell'4Ordi <Iniziativasocialistaw politica odierna>>53. ne nuovo?, il cui insegnamento era stato 4abbandonato e tradito*dal Pci. socialista*,FrancoLombardi contrapponeva il Per quanto riguarda<<Europa nostri partiti comunisti3,54. di Gramsci a quello a<dei E comunismo aliberale)> IgnazioSilone era colmo di riconoscimentiverso il dirigente sardo, nel quale <legiovani generazioni*potevano vedere aunmaestro, l'unicomaestro forse di questi giovani restatiper troppo lungo tempo senzamaestri*55. Ma fu soprattuttoBenedetto Croce a tentare la carta della contrapposizione traGramsci e il Pci, recensendo le Lettere sui aQuaderni della "Critica"': uomo di pensiero egli fu dei nostri*, scrisse il filosofo liberale, <<Come passando quindi ad elencare le caratteristicheche accomunavano il pensiero di Gramsci al neoidealismo italiano: aIl rinnovato concetto della filosofia nella sua tradizione speculativa e dialettica e non gia positivistica e classificatoria, l'ampia visione della storia, l'unione dell'erudizione col filosofare, il senso vivissimo della poesia e dell'arte nel loro carattere originale, e con cio la via aperta a riconoscere nella loro positivita e autonomia tutte le categorie ideali*, tutto cic permetteva di contrapporre filosofico scritto dallo Stalin* e di notare come agli Gramsci al <<catechismo odierni intellettuali comunisti troppo si discostano dall'esempio di Gram
scij56.

Con l'uscita, l'anno seguente, del primo dei Quaderni del carcere, intitolato IImaterialismo storco e la filosofia di Benedetto Croce, il filosofo abruzzese avrebbe dovuto fare marcia indietro, sostenendo che, tranne che sulle di arte e di poesia2s,i. pregiudizio ?di origine politica e di partito* <<questioni era troppo forte: il principio del ?bisogno pratico*postulato dalmaterialismo dialettico impediva a Gramsci la ricerca .<su cio che e stato dichiarato per se inesistente, cioe sul pensiero e sulla verita.i57.Per ilmomento, tuttavia, la presa di posizione di Croce sulle Lettere fece scalpore, anche perche'diffusa anticipatamente da alcuni quotidiani, quasi a comprovarne il carattere
53 ? da in ?Iniziativa socialista?, 1947, n. 8, p. 1. L'articolo, Gramsci, apparso non firmara, Gramsci ritrovato attribuire a Lucio Libertini cit., p. 68). 1937-1947, (cfr. E.Santarelli, 54 1947, n. 11. Sullo stesso settimanale F.Lombardi, Due fatti e una crisi, in ?Europa socialista?, in ?Europa socialista?, cfr. anche U.Morra, Ritorno di Gramsci, 1947, n. 12-13. 55Antonio in ?Europa socialista?, ? Gramsci, 1947, n. 11, p. 9. L'articolo, apparso non firmara, da attribuire a Silone in quanto direttore della rivista. 56 in ?Quaderni dal carcere, della "Critica"?, Gramsci-Lettere 1947, n. 8, B.Croce, Antonio pp. 86-88. 57 in storico e la filosof?a di Benedetto Gramsci II materialismo Antonio Croce, B.Croce, 1947, n. 8, pp. 86-88. ?Quaderni della "Critica"?,

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676 Guido Liguori politico pi' che teorico58. Fu lo stesso Togliatti a replicare al filosofo neoidealista con un corsivo non firmato, ironico e durissimo, su qRinasci ta>>59. La polemica contro Croce era pero accompagnata da un fitto dialogo con tutti quei crociani, piu o meno illustri, che sembravanodisposti a discostarsi politicamente dal maestro per awicinarsi al Pci, non di radoper tramitedel pensiero gramsciano o anche grazie ad esso. Ranuccio Bianchi Bandinelli, commemorandoGramsci a Napoli il 28 aprile 1947, aveva parlato a nome aderenti al Pci [...] debitori al Croce di tanta parte della degli <<intellettuali nostra formazione intellettuale e culturale?, che non avevano pero potuto <<piui seguire il Croce nelle conseguenze ultime, politiche, del suo pensiero?. Ebbene, aggiungevaBianchi Bandinelli, Croce <ciha accompagnatoattraver so un lungo cammino, sino ad una porta chiusa, dietro la quale noi sappiamo che si apre un mondo diverso [...] il mondo di domani [... ] Dinanzi a questa porta chiusa, la gracile figura di Antonio Gramsci ci ha raggiunto e porgendoci ilmanipolo delle sue carte disordinate, vergate nella solitudine del carcere, ci ha fatto intendere, con il suo sguardo, che in esse avremmo trovatouna chiave per procedere oltre>>60. Un altro insigne studioso, nonche' allievo prediletto di Croce, Luigi Russo, aveva lasciato l'area liberale per awicinarsi al Partito d'azione e quindi al Pci, soprattutto a quella sua ?corrente?che egli definiva <<crociano-marxistica Celebrando il dirigente sardo alla Normale di Pisa il 27 alla Gramsci>>61. aprile 1947, dietro invito di Togliatti, Russo sottolineava con forza i legami di Gramsci con Croce (che gli eramaestro al pari di Hegel, De Sanctis,Marx, Engels e Lenin), giungendo ad affermare che Gramsci ?riconosceva assai giuste le critiche del Croce a quella dottrina [il <<materialismo storico di Marx?] e dava atto che ilmeglio di essa era gia passata nella filosofia dello spirito, perche dopo l'ondata di positivismo, la parolamatenalismo doveva apparirgliassai awilita nella storiografiaetico-politica>>62.
i giornali che anticiparono lo scritto di Croce vi furono ?Il giornale?, ?Risorgimento e ?La patria? (cfr. S.Bertelli, La formazione i/ gruppo. del gruppo dirigente del Pci 1980, p. 226). 1936-1948, Milano, Rizzoli, 59 Benedetto ?? arrivato a bruciare, nella lotta contro il comunismo, le Croce, scriveva Togliatti, sue ultime cartucce. II suo arsenale di armi anticomunistiche ? sempre stato, su per gi?, quello stesso che venne adoperato e dai in massiccia dai cosiddetti quantit? ideologi propagandisti noi gli presentiamo fondatore del Gramsci, comunista, spiccioli del fascismo [...] E quando e dell'azione, nostro partito, avanzata colosso del pensiero martire caduto sulla pi? trincea il suo giuoco ed ? ridotto a balbettare: dell'umanit?, "S?, questo ? un egli non osa continuare immortale [...] Adeguarci grande spirito e un grande uomo, ma voi siete diversi!" all'esempio se ancora pu?, di adeguarsi ? per? compito nostro. Cerchi don Benedetto, del nostro Grande, e di indagine anche lui a questo esempio che fu, tra Paltro, esempio di sincerit? intellettuale non storica e filos?fica cavillo giustificatore di filos?ficamente spassionata, sdegnosa di qualsiasi e politicamente assai utili contraddizioni? troppo chiare, ma "praticamente" (Antonio Gramsci e don Benedetto, in ?Rinascita?, 1947, n. 6, p. 152). 60 R.Bianchi II saggiatore, Dal diario di un borghese 1962, p. 242. Bandinelli, [1948], Milano, 6i Cfr. op. cit., p. 97. N.Ajello, 62 e l'educazione Gramsci in Italia, in ?Belfagor?, democr?tica L.Russo, Antonio 1947, n. 4, p. 402. liberale? 58 Tra

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La prima

recezione

di Gramsci

in Italia

L'idillio con i <<crociani di sinistraoandava avanti sulle stesse rivistecomuni in cui replicavaaspramentea 4don ste. Sulmedesimo numero di <(Rinascita* Benedetto?, Togliatti pubblicava una recensioneaccentuatamente intimista e filocrocianadi Gabriele Pepe (che aveva abbandonato il partito liberalenel 1946), per il quale l'atteggiamento di Gramsci versoCroce era quello cdi un discepolo che polemizza colmaestro), di cui ha assimilato (il piu profondo
spirito storicistico063.

Anche su cSocieta Gramsci era presente, forse nell'impostazione generale prima che nei singoli contributi, nella centralitadel nesso intellettuali-masse che ne permea tutto l'impianto, fin dalla prima serie, precedente anche alla pubblicazione delle Lettere e dei Quaderni64.Ed era su <Societa'che Carlo Muscetta, anch'egli recensendo le Lettere, replicava fermamente a Croce, notando ironicamentecome fosse bastata <lanotizia che leLetteredal carcere non avevano fatto dormireCroce? (il quale - secondo l'aneddoto accertatoo riportatoda Muscetta - avrebbe svegliato la figlia per leggerle, amosso da vero entusiasmo, i brani che lo avevano piu interessatos), (perche' molti letterati si sentissero piu sicuri e in certo modo autorizzati a lodare in Gramsci lo "scrittore": che venne "riconosciuto" e infine anche "premia Ma nello stesso numero la rivistapubblicava anche una Noterella su to' '?65. Gramsci e Croce di Paolo Alatri (anch'egli ex azionista, comeMuscetta), il quale ricordava, con le critiche di Gramsci a Croce, anche come ail neoidealismo e ilmaterialismo storico>fosserodottrine afiglie di uno stesso ceppo, che e il pensiero laico e modernox>,per cui aCroce e Gramsci si muovono su un terrenocomuneo66. Queste tesi dovevano avere imbarazzato non poco la redazionedella rivista, se allo scrittodi Alatri era statapremessa una nota introduttiva che ne rivendicava <<per molti, soprattutto non marxisti, il valore indicativo di un punto di riferimento critico e polemico nella letturadegli scritti di Gramsci riguardantiCroce?,ma aggiungeva che <<non possiamo farle nostre per tutto cio di crocianeggiante che in esse rimane>67. La battaglia antiidealista di Gramsci - notera qualche anno piu tardiGiuseppe Carbone, segretario della Fondazione Gramsci, al quale si deve la prima rassegnadedicata al dibattito su Gramsci68- era stata spesso
non solo fraintesa, ma anche capovolta, per cui da una parte se ne era

cercatodi assimilarne il pensiero agli schemi e alle tesi crociane, anche se in altri vi era stato il tentativo di coglierne 1'esattadistanza intercorrentetra i due pensatori. Senonche, ad esemplificazione degli ?opposti schieramenti?,
63 Gramsci-Lettere dal carcere, in ?Rinascita?, Antonio 1947, n. 6, p. 165. G.Pepe, 64 II ante litteram lo scritto con il quale ? senz'altro esempio di questo gramscismo maggior del frammento la sua traduzione Cesare Luporini introduceva di Hegel, Liberta e destino. Cfr. in ?Societ??, 1945, n. 3; e B.de Un frammento di Hegel, politico giovanile C.Luporini, in Quarant'anni La lettura di Gramsci, in Italia. La ricerca di Cesare di filosof?a Giovanni, fascicolo monogr?fico di ?Critica marxista?, 1986, n. 6, pp. 117 sgg. Luporini, 65 in ?Societ??, Le lettere dal carcere di Antonio C.Muscetta, 1947, n. 5, p. 697. Gramsci, 66 e Croce, su Gramsci in ?Societ??, 1947, n. 5, p. 680. P.Alatri, Una noterella 67 Ivi, p. 679. 68 Cfr. Su alcuni commenti in ?Societ??, alie Opere di Antonio G.Carbone, Gramsci, 1951, n. 1.

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678 Guido Liguori gli scrittidi Gabriele Pepe e di Paolo Alatri a cui si &fatto l'autore ricordava cenno: la scelta non del tutto felice degli esempi (tra i quali non vi e la contrapposizione che Carbone vedeva) testimonia bene del vasto terreno connettivo che restavacomune a tanti crociano-gramsciani. E del resto, anche chi non si considerava tale avallavauna analoga lettura. E il caso di Guido Morpurgo-Tagliabue, per il quale Gramsci aveva cercatodi buttare un ponte <<tra Croce e Marx>>, impresapero vana e destinata al fallimento, perche'non e <dastoria come economiav, lo conciliabili sono <dastoria come etica>> storicismoidealista e conservatoree quello materialista e innovatore.Gramsci era rimasto inmezzo al guado, senza ben appartenerene' all'una ne' all'altra tradizionedi pensiero69. 4. La guerra fredda e i cQuadernidel carcere*. II periodo compreso tra il 1947-1948 e il 1953 vede una 'parziale sospensione>>70 della zpolitica di e anchemodificazioni significative per quanto riguarda la politica Salerno>> culturale e il rapporto tra partito comunista e intellettuali71. La guerra fredda, la rottura dell'alleanza antifascista, la fondazione del Cominform (settembre 1947) e la sconfitta del Fronte popolare alle elezioni del 18 aprile 1948 disegnarononel giro di pochi mesi uno scenarioprofondamente diverso rispetto a quello in cui Togliatti aveva potuto proporre la epolitica di nuovo>>. Tutta la strategia dei comunisti sembrava e il <<partito Salerno>> fondata sull'ipotesi di un lungo periodo di collaborazione tra i partiti democratici. L'analisi togliattiana del fascismo come fase epocale72, il suo stessopessimismo73 gli facevano temere la possibilita di un ritorno a forme non democratiche, apertamente reazionarie,di egemonia borghese. Almeno
69 Cfr. e Marx, tra Croce n. 5, in ?il Ponte?, Gramsci 1948, G.Morpurgo-Tagliabue, pp. 429-438. 70A.Asor e la via italiana al cit., p. 1591; cfr. anche L.Gruppi, Rosa, La cultura, Togliatti Roma, Editori Riuniti, socialismo, 1974, p. 115. 71 Sui e la svolta del cfr. A.Agosti, // Partito comunista italiano 1947-1956 1947; periodo // Pel dal Cominform al '56: l ?casi? Terracini, Magnani, e, specificata Giolitti', F.Barbagallo, mente la politica La commissione cult?rale del Pci cult?rale, A.Vittoria, per quel che concerne dal 1948 al 1956, tutti e tre in ?Studi Storici?, ? anche da tenere 1990, n. 1. Di A.Vittoria e gli intellettuali. e Storia dell'Istituto Gramsci anni Cinquanta presente Togliatti negli di prossima pubblicazione di Roma, essenziale Sessanta, presso gli Editori Riuniti per chiarire cult?rale del Pci e dell'opera alcuni aspetti della politica di diffusione del lascito gramsciano intrapresa da Togliatti. 72 Leonardo in rilievo elemento di questo nell'elaborazione di Paggi ha messo l'importanza e le differenze su questo punto con Gramsci. esistenti il Secondo Paggi, per Gramsci Togliatti una semplice variante dell'egemonia ?una fascismo rappresentava che non costituiva borghese, ma nuova essere fase storica? del che poteva ai fenomeni del capitalismo, ricollegata e della ?rivoluzione se la storiografia marxista trasformismo passiva?. Non fu un caso, dunque, e Cinquanta non riprese quest'ultima con la che contrastava degli anni Quaranta categor?a, linea interpretativa costruita da Togliatti. Le strat?gie Cfr. L.Paggi, ?gramsciano-togliattiana? in Gramsci, Roma, Editori Riuniti, 1984, pp. XVII-XX. delpotere 73Uso naturalmente non come ma nel senso il termine ?pessimismo? categor?a ingenua, che ?la storia d'Italia afferma Badaloni indicara da Nicola e, pi? in gen?rale, quando quella in Togliatti della nostra ?poca erano per Gramsci un terreno pi? aperto, mentre questo esistente // [...] presentava una forza di resistenza ancora dotata di enormi capacita reattive? (N.Badaloni, in Togliatti nella storia d'Italia, cit., p. 68). rapporto con Gramsci,

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679 La prima recezione di Gramsci in Italia fino al 1953, fino alla sconfitta della <degge truffa*74la sottolineatura del rischio involutivo sara tanto forte da rendere i comunisti poco sensibili di fronte ai processi di modernizzazione che erano in atto nel paese. L'origina lita del Pci certo non venivameno, ma la contraddizione tra la <viaitaliana* e la convinta adesione allo schieramentocomunista raccoltoattorno all'Urss, resa marcata dalla situazione interna e internazionale di quegli anni, permetteva anche nel Pci, anche in Togliatti, il riemergere e il riprendere spazio di pesanti ipoteche staliniste e zdanoviane. Sul piano della politica culturale, l'intima contraddittorietadella posizione del Pci in questo periodo e ancora piu evidente. Da una parte i comunisti erano portati a ricercare alleanze piu ampie possibili per evitare l'isolamento nel quale rischiavanodi cadere per i ribaditi legami con l'Unione Sovietica. Dall'altra la ventata di ottusita oscurantista e clericale che segui il 18 aprile ne faceva, quasi oggettivamente, il campione della liberta e della cultura, a scrivereche <<i liberali del XX secolo siamo portando tra l'altro <d'Unita" noi>>75 e Togliatti a curare 1'edizione del Trattato sulla tolleranza di Voltaire76 e a protestare coerentemente contro d'abolizione della festa del XX settembre votata dallamaggioranza clericale del parlamento*77. Questa nuova fase (di difesa di alcuni capisaldidel liberalismoe delle liberta democratiche) non manco di avere conseguenze rilevanti sull'elaborazione teorica, al di la della volonta di evitare commistioni e sincretismi tra ideologie che dovevano restare distinte78: perse slancio la lotta contro Croce79, anche per ilmanifestarsi della crescente inadeguatezzadel filosofo abruzzesedi fronte alla nuova societa post-liberale che andava concretizzan dosi80.Non vi fu una nuova elaborazione del marxismo che, a partire dallo studio dei classici, ne rinnovasse ilmetodo e l'analisi a fronte della nuova a una tradizione realta italiana.Veniva sottolineata la necessita di raccordarsi nazionale-democratica(soprattutto lungo l'asseDe Sanctis-Labriola) di cui il

74 Su e la ?legge truffa? cfr. D.Sassoon, e la centralita del parlamento, in Togliatti Togliatti ?Critica marxista?, 1985, n. 1. 75 I liberali del sec?lo XX, in ?l'Unit??, 31 agosto 1948. O.Pastore, 76 ?Tra il razionalismo e il marxismo ? senza dubbio grande illuministico la differenza [...] Ma e nelle sue in coloro che, come gli illuministi, animati dalla fiducia pi? grande nell'uomo le armi del loro sapere per aprire un'era di rinnovamento facolt?, delPumanit?, impiegarono non non possiamo dei precursori? riconoscere al ?Trattato sulla (P.Togliatti, Prefazione tolleranza? di Voltaire [1949], ora in Id., Opere, V, cit., p. 521). 77 in ?Rinascita?, L'abolizione delXXsettembre, 1949, n. 6. Roderigo di Castiglia [P.Togliatti], come la battaglia di Togliatti contro citato Sassoon ha mostrato Nel saggio di ?Critica marxista? dalParsenale concettuale del liberalismo classico. la ?legge truffa? attingesse largamente 78 Cfr. a P.Togliatti, a cura di L.Gruppi, La politica Introduzione Roma, cult?rale, L.Gruppi, Editori Riuniti, 1974, p. 39 79 Cfr. B.de e la cultura m?ridionale, Giovanni, cit., p. 275. Togliatti 80 Per de Giovanni di perdita di attualit? di Croce va fatta (ivi, p. 269), alia comprensione e non pubblicare di Togliatti il saggio su Croce iniziato di non completare risalire la decisione la morte nel 1952. Gli appunti del filosofo, da per il saggio saranno poi pubblicati dopo di C.Luporini: cfr. Appunti di Togliatti per un saggio su Croce, ?Rinascita?, con un commento Io maggio in ?Rinascita?, 1965, pp. 21-25.

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680 Guido Liguori marxismo italiano doveva e poteva farsi erede - come vedremo - grazie al ruolo di cernieracostituito da Gramsci8l. A questo proposito estremamente chiaro appare il ragionamento che su <<Rinascitao> conduceva alla fine del 1948Mario Alicata: sarebbe stato errato giudicare i <fenomeni di sbandamento ideologicoo come risultato di un opportunismo politico, di una paura, per dir cosi, fisica, di una capitolazio ne di fronte alle pressioni dell'avversarioo.IIproblema era che, gscontaticerti facili e piiu superficialientusiasmi, molti scrittori e artisti si sono ritrovatia dover fare i conti con il proprio linguaggio, di cui non e sempre possibile sbarazzarsid'un tratto come di una camicia logora o sudiciao. Passata insomma l'emozione dettata dalla stagione della Resistenza e del ritorno della democrazia, svanita la speranzadella rapidaedificazione di una societa, se non socialista,democraticamentepiuI avanzata, gli intellettuali tornavano ad essere piu .<tradizionali>>. Alicata da questa Quali conseguenze ricavava presa d'atto? Se era assurdo come aveva scritto Gramsci pensare che gli intellettualipotessero <comemassa, rompere con tutto il passato per porsi sul terrenodi una nuova ideologiaz,,non saranno importanti tanto le resistenzee le incomprensioni fatte registraredagli uomini di cultura su questo o quel tema <specificatamente culturale>>, ne bisognera credere oche i nostri rapporti con gli intellettuali possano essere stretti soltanto, o almeno prevalentemen te, sul nostro terreno ideologico, sul terrenodel marxismoo. Bisognera invece <<continuare a lavorare per costituire un fronte della cultura il piiu possibile ampio, il quale arrivi a comprendere non soltanto tutte le correnti e le manifestazioni progressistedi pensiero che si sviluppano fra gli intellettuali italiani, ma anche tutti coloro i quali - se pure fermi su posizioni piu non dir6 la liberta arretrate- non sono disposti tuttavia a vedere sacrificare della cultura,ma certe tradizioni della cultura italiana, che fanno tutt'uno con la vita e la storia stessa della nostra Nazione>>82. D'altra parte, pero, accanto a questa vocazione democratica, alla ricercadi ampie alleanze, accanto alla difesa della liberta e della tolleranza,permane vano e si rafforzavano in quegli anni anche atteggiamenti prettamente zdanovisti, modellati sulla convinzione che <<il partito che dirige l'opera grandiosa di costruzione di una societa nuova, di una societa.socialista, e
una netta nel 1945 segnalava rapporto Labriola-Gramsci Togliatti contrapposizione in ?Rinascita?, il 1947-1948 si insistera invece 1945, n. 3, p. 49). Dopo (Lezione di marxismo, con Gramsci, come ?il pi? grande allievo e sul rapporto di continuit? definito anche da Togliatti Per una giusta del Labriola? continuatore del pensiero di Antonio (P.Togliatti, comprensione anniversario della morte, in ?Rinascita?, Labriola. Nel cinquantesimo 1954, nn. 4, 5 e 6, ora in su Labriola, non alla riflessione cult?rale, cit., p. 324). In m?rito Id., La politica togliattiana e sviluppi, e Banfi sulla via di esente da oscillazioni cfr. per? soprattutto A.Zanardo, Togliatti in ?Critica marxista?, Labriola al marxismo, 1986, n. 5, specie pp. 139 sgg. La critica odierna a prescindere sostiene per lo pi? la tesi della netta cesura tra Labriola e Gramsci, dalle stesse nei Quaderni. e la dichiarazioni riscontrabili Cfr. C.Luporini, // marxismo ?programmatiche? e B.de Giovanni, cultura italiana del Novecento, Sulle vie di Marx filosofo cit., pp. 1587-1588; in Italia, in ?II Centauro?, 1983, n. 9, pp. 20-21. 82 in ?Rinascita?, Una linea per l'unit? degli intellettuali M.Alicata, 1948, n. 12, progressivi, pp. 452-454. gi Sul

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681 La prima recezione di Gramsci in Italia responsabile,in quanto organizza la partemigliore della societa, anche degli E una affermazione di Togliatti fatta indirizzi culturali e artistici>>83. nell'ambito della polemica con Massimo Mila, che resta emblematica dello zdanovismo togliattiano anche perche' il contendere riguardava direttamente l'Unione Sovietica84:era proprio questo il versante sul quale qRoderigodi Castiglia> restava prigioniero di schemi e atteggiamenti tanto radicatiquanto di Gramsci*. sincretici rispetto alla <politicadi Salerno? e all'qeredit'a C'era naturalmente anche chi pensava, con maggiore convinzione dello cnon si saprebbe stesso Togliatti, esattamente il contrario, e cioe che z intendere a fondo Gramsci senza Stalin e senza Zhdanovw: cosi scriveva Emilio Sereni, responsabileculturale del partito comunista in quegli anni, che spiegava: alcunimotivi sempre ricorrenti, Basti ricordare seppure sovente solo accennati, nell'opera di Gramsci:quello della culturae della direzioneculturale,intesacome emorale, intesocome intimacoerenza lottacontrola spontaneita; quellopedagogico dell'cuomo tra teoriae pratica,come superamento Guicciardinio; quello del marxi dimassa, come assoluta nella storia smocome filosofia novita,come saltoqualitativo del pensieroumano; quello, infine, del valore gnoseologicodella costruzione
socialista85.

Tralasciandoora il significato che ebbe, in questo periodo di guerra fredda e di involuzione stalinista del Pci, la pubblicazione dei Quaderni del carcere, sia pure con tutti i limiti che la ripartizione tematica conteneva in se', e la funzione che il richiamo a Gramsci continuo ad avere per Togliatti fino al 195686, vorrei soffermarmi sulle ripercussioni che la pubblicazione dei
83 in ?Rinascita?, Orientamenti di Castiglia dell'arte, 1949, n. 10, [P.Togliatti], Roderigo p. 454. 84 Sulla con Mila cfr. L.Gruppi, op. cit., pp. 26-29- Pi? in gen?rale sugli episodi di pol?mica e nel Pci cfr. N.Ajello, e Pci, cit., soprattutto pp. 235 sgg. in Togliatti zdanovismo Intellettuali 85 Le edizioni di sociali, 1949, p. 9. Sulle posizioni E.Sereni, Scienza marxismo cultura, Milano, art. cit., soprattutto Sereni cfr. anche A.Vittoria, pp. 138 sgg. 86 Cfr. e identit? di partito, cit. Cfr. li anche il rimando alla letteratura Tradizione G.Liguori, le critiche alla prima edizione delle opere gramsciane, le quali mi per esemplificare riguardante Lichtner: limito a riportare un significativo passo di Maurizio ?AIP?poca della prima pubblica costo riscattare sua si voleva il testo gramsciano zione dei Quaderni ad ogni dalla [...] che frammentariet?, perch? solo cos? se ne poteva ricavare un discorso teorico-politico compiuto, corne si addiceva allora a un "classico" doveva essere cerra, aproblematico, del "marxismo-leni il montaggio dei testi, che doveva dare un'impressione di discorso Eppure proprio finiva per non far capire pi? nulla del vera senso di moite delle note gramsciane? continuativo, come orizzonte in ?Critica marxista?, di senso, Gramsci: 1990, (M.Lichtner, l'agire politico e le n. 3,p. 80). ? giusto causara dalla ?frammentariet?? il giudizio sui disagio dei Quaderni a volte dal ?montaggio? a mio deciso dai curatori. Tuttavia, difficolt? di lettura che nascevano a tem?tica si proponeva di rendere i Quaderni la ripartizione awiso, soprattutto pi? accettabili del le affermazioni di Platone dalla loro 1946 cui si ? fatto cenno) (nonostante partir? entra i canoni della tradizionale divisione del sapere; non di elim?name riconduzione la e tanto meno di assimilarli alla vulgata marxista-leninista. L'obiettivo del problematicit? restauro operato era quello di immettere Gramsci nel dibattito il cult?rale italiano del tempo, a chi voleva ridurlo in direzione che significava andar? ai canoni dello opposta rispetto zdanovismo della (a cui si devono imputare alcuni intervenu" censori, non il disegno d'insieme dei Quaderni). Alessandro Natta ha testimoniato del resto ?Peffetto anche prima edizione nismo".

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682 Guido Lzguori Quaderni, tra il 1948 e il 1951, ebbe nel campo dello studio e della riflessione sul pensatore sardo. Se sulla base delle sole Lettere la statura morale del dirigente comunista aveva provocato - anche per il clima instauratosi nel dopoguerra - unanimismi che facilmente portavano a travisarne l'effettivo pensiero, a partire dal 1948 - sia per gli scritti gradualmentedisponibili, sia per il contesto della guerra fredda e il clima di contrapposizione politico-culturale da essa determinato - il dibattito su Gramsci risentiva vistosamente di atteggiamenti anche manichei; pur non mancando, naturalmente, con prese di posizione totalmente ostili, studi che - accogliendo o respingendo le tesi gramsciane - dimostravano pero di volersimisurare con esse inmodo proficuo e non preconcetto. E possibile trovare, ad esempio in campo cattolico, rappresentanti di da una parte, recensendo le civilta cattolica>>, entrambi gli atteggiamenti. <<La fino alle Lettere, senza esitazioni condannavaGramsci scrivendo: <<Imbevuto midolla dello spiritomarxista, in pratica egli fa tabula rasa di tutti quei valori spirituali, religiosi emorali la cui negazione e alla base del movimento Anche F. Giannattasio, in un commento piu disteso da lui impersonato>>87. ospitato dalla stessa rivista, condannava senza appello la ricercagramsciana, pur riconoscendo inizialmente 1'esistenza di nemici comuni: <<Sefosse sufficiente dimostrare 1'errore degli awersari per dimostrare le verita di una dottrina, il Gramsci avrebbe qualche possibilita di successo, e non saremo certamente noi a contestare la validita di alcune delle sue critiche all'ideali smo e almaterialismo>.Ma la posizione gramsciana restava inaccettabileper tentativo di giustificazione critica della filosofia della l'autore perche' <<ogni prassi cozza fatalmente col suo presupposto fondamentale, la precedenza della prassi sulla teoria [...] Concessa questa, si resta chiusi nel cieco slancio
vitale>>88.

Coerentemente con questo assunto, ilmarxismo non poteva essere realmente portatore di valori e di coscienza: anche il marxismo di Gramsci rientrava dunque in quella categoriadel determinismo economico, cioe del materiali smo, da cui pure sembravavolesse prendere le distanze. Di tono del tutto diverso era invece, sulla rivista <<Studium>>, la riflessionedi Gianni Baget Bozzo, che innanzitutto sottolineava la differenza che separava Gramsci dallo stalinismo: <?Tuttal'opera di Gramsci e la negazione del dogmatismo culturale: essa e un'indagine storico-concreta,un'interpretazio
che i Quaderni ebbero della troppo ortodossi) (evidentemente sconvolgente? sugli insegnanti come allievo nel da lu? frequentata di Frattocchie, scuola di partito 1949 (cfr. A.Natta, in Aa. Vv., Egemonia Stato partito in Gramsci, Editori Riuniti, Conclusioni, Roma, 1977, in un intervento di grande Gerratana, int?resse, Per la storia della prima p. 274). Valentino come edizione dei ?Quaderni del carcere?, in ?Critica marxista?, 1989, n. 6, p. 69, ha notato un brano gramsciano citato da Platone nella Relazione sui quaderni del 1946, cit., risulti a causa dell'allusione mancante critica (bench? criptica) nell'edizione tem?tica, probabilmente con la guerra nel nuovo clima instauratosi in esso contenuta, alio stalinismo improponibile fredda. 87Antonio Gramsci-Lettere dal carcere, in ?La civilt? cattolica?, 1947, n. 24, p. 575. 88 in ?La civilt? cattolica?, italiani della filosofia della prassi, Gli sviluppi 1949, F.Giannattasio, n. 1, pp. 69-70.

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683 La prima recezione di Gramsci in Italia


ne della realta in base a canoni di natura empirica che di per se' non

appartengono ad alcunametafisica>>89. Da Gramsci Baget Bozzo cercavadi ricavaredunque materiali utilizzabili a prescindere da una disputa sui fondamenti ultimi delle rispettive visioni del mondo, cioe il tentativo di fondazione di una teoriadella politica: <dIl problema che si pone ilGramsci e di portare il concetto crociano di autonomia della politica all'interno della filosofia della prassi>>. L'autonomia dell'atto politico, intuita da Machiavelli ed elaborata filosoficamente da Croce, era divenuta in Gramsci 4momento centraledella dialettica umana>>. Negando ilmarxismo volgare, 1'economici smo, Gramsci aveva fondato la possibilita di una scienza adell'atto umano collettivo nel suo passaggio dallo stadio particolareeconomico corporativoa quello universale, concretamente politico>>. Con Gramsci, dunque, Baget Bozzo rovesciava l'interpretazione cattolica, tradizionalmente negativa, di Machiavelli, auspicando una teoria della politica nuova per la Chiesa, che <<ha prodottomoralisti, uomini di coscienza, amministratori,diplomatici,ma da secoli non produce piu un grande politico>90. Anche da parte liberale non mancarono le stroncaturepiu decise. Carlo Antoni sul <<Mondo?, ad esempio, scriveva- a proposito dell'interpretazione gramscianadel Risorgimento - che il pensiero di Gramsci era viziato dal suo che mirava solo <<a essere il <<capo d'un partito>>, dare al programma del suo partito una prospettiva storica?,retrodatando la problematica della aquestio ne agraria meridionale>>. Dunque Gramsci falliva perche .il compito politico ha sopraffatto quello scientifico: il giacobinismo ha sopraffatto lo storici
sta>>91.

Non dissimili gli argomenti con cui Aldo Garosci recensiva Passato e presente: gli scritti di Gramsci, pur non privi di ?intuizioni geniali>, non erano pero xscrittifilosofici, e neppure scritti che contengano una teoria Garosci sottolineavapoi originale, una ricreazioneeffettiva del marxismo?92. le forti influenze gentiliane, finendo col rilevarecome il a(dogmatismo>> di Lo stesso autore due Gramsci <?smorza gli spunti liberali della sua teoria3,93. anni dopo, nel 1954, avrebbe in parte temperato il suo giudizio, conferman done la sostanza in un saggio significativamente intitolato Totalitaismo e storicismo nel pensiero di Gramsci. Garosci da una parte sottolineava i benefici influssi crociani che avevano consentito allo cstoricismoassoluto?di negare gli aspetti piu materialistici del marxismo, ma anche il limite insuperatoche tale storicismo trovava in quella concezione del 4regno della mutuato dal marxismo tradizionale, giungendo a sognare una liberta>> senza contraddizioni e senza storia.Nella foga polemica <societa regolata>>, contro il ?totalitarismo>gramscianoGarosci negava, alla fine, anche quel momento etico-politico prima positivamente accolto e poi ridotto a mezzo
89 in ?Studium?, della teoria della politica, 1951, n. 3, Bozzo, Gramsci e lafondazione G.Baget p. 145. 90 Ivi, p. 150. 9i in ?II Mondo?, 11 Risorgimento di Gramsci, 1949, n. 8, p. 8. C.Antoni, 92 e presente, in ?II Ponte?, Gramsci-Passato Antonio 1952, n. 7, p. 1022. A.Garosci, 93 Ivi, p. 1023.

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684 Guido Liguori e a <<sottometterseleo, strumentale volto a <legarsi le forze intellettuali>> mentre al Gramsci del moderno principe e del partito veniva retoricamente contrapposto il Gramsci dei consigli e dell'autogoverno delle masse94. Lo stessoCroce, del resto, aveva ripresoesplicitamente le tesi di Antoni per porre fine a <<un giuoco che dura ormai troppo?, cioe per denunziare l'equivoco che voleva fare di Gramsci un grande intellettuale e un pensatore Gramsci non poteva creareun in grado di aprirenuovi orizzonti di ricerca:<<il nuovo pensiero e compiere la portentosa rivoluzione che gli si attribuisce scriveva il filosofo nel 1950 - perche' (come l'Antoni bene avverti) il suo intento era unicamente di fondare in Italia un partito politico, ufficio che Il filosofo non ha che vedere con la spassionata ricerca del vero>>95. neoidealista sarebbedi nuovo intervenutonel 1952 suGramsci per respinge re con forza la linea storico-culturale <<De Sanctis-Gramsci>che larga eco aveva avuto dopo la pubblicazione di Letteratura e vita nazionale e che era stata affermata chiaramente da Mario Alicata: se la storia degli intellettuali italiani, cosi come era stata ricostruita da Gramsci, era caratterizzata dall'assenza di una loro vocazione nazional-popolare, i Quaderni indicavano pero due eccezioni di rilievo:Machiavelli e De Sanctis. Entrambi avevano esortato le rispettive borghesie al compimento del loro progressivo compito storico, e De Sanctis in particolare aveva denunciato la separatezza degli intellettuali, cercando di proporre un atteggiamento diverso:Machiavelli e De Sanctis, per Alicata, <<sono fra i pochi intellettuali borghesi italiani che si sono posti il problema della funzione egemonica - e non degli interessi Carlo Salinari "corporativi"- del gruppo sociale al quale appartenevano>>96. a sua volta, aveva scritto che <<il su <<Rinascita>, problema di rigenerare l'uomo sotto 1'artistae lo studioso si ripropone oggi, dopo tante nuove esperienze, nell'esigenza di ritrovare il legame tra la cultura e la vita nazionale. Ed e in questo senso e solo in questo senso (e non perche'si voglia
far diventare De Sanctis un marxista) che ci sembra che il nesso De

Sanctis-Gramsciabbia oggi un maggiore significato emaggiori possibilita di sviluppo di quello tradizionaleDe Sanctis-Croce>>97. Una simile impostazione entrava naturalmente subito in rotta di collisione con quella opposta canonizzata dalla cultura neoidealista. Era lo stessoCroce a insorgerecon veemenza, affermando che <<nel percorrere i volumi di un cosi zelante lettore quale era il Gramsci, non vedo che egli fosse particolar e che la diade De Sanctis-Gramsci era mente attratto dal De Sanctis>>,

e storicismo nel pensiero in Id., di Gramsci, Totalitarismo A.Garosci, 1954. Pisa, Nistri-Lischi, storiografia moderna, 95 in ?Quaderni della "Critica"?, che dura ormai troppo, B.Croce, Un giuoco p. 231. 96 e De Sanctis, in ?La voce del Mezzogiorno?, Gramsci 1951, M.Alicata, invece sui terreno che Passe De Sanctis-Gramsci ebbe ampie ripercussioni il rimando svolta in questo della critica letteraria ? d'obbligo all'opera Sapegno. 97 C.Salinari, II ritorno di De Sanctis, in ?Rinascita?, 1952, n. 5, p. 292.

94 Cfr.

Pensiero

politico 17-18,

1950, n.

n. 7, p. 4. Per pi? propriamente senso da Natalino

le

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685 La prima recezionedi Gramsci in Italia quali credono sul serio alla un'invenzione bella e buona dei comunisti, <<i potenza a divenir fatti delle parole ripetutemonotamente all'infinito*98. Il contenzioso sul De Sanctis rimanda, sul piano politico, alla particolare versione del nesso democrazia-socialismoaffermatosinegli anni compresi tra di un collegamento tra marxismo e cultura il 1948 e il 1953-1955. La ricerca democratica era ad esempio perseguita da Valentino Gerratana in esplicita l'alternativa- scriveva polemica col Croce in un articolo apparso su <<Societa': contrapposizione di contenuti, non si Gerratana - non era dovuta a <<una tratta cioe di sostituire al De Sanctis crociano un De Sanctis marxista o ilmarxismo a diventare desanctiano*, gramsciano>; semmai, con Gramsci, <Re e ilmarxismo che si fa erede delle migliori tradizioni del passato, ma che anche <deveoggi affrontareun compito simile a quello che stavadi fronte al pensiero democratico dell'Ottocento, il compito di rinnovare la sostanza umana della cultura e liberarladalle pastoie delle vecchie sovrastrutturein Di De Sanctis, insomma, si un periodo di profonde trasformazionisociali699. voleva mettere in luce quell'aspetto di criticomilitante che Croce aveva annullato,modificando fortementeDe Sanctis per renderlo in toto omoge neo al proprio discorso critico. Con questa operazione, di per se' non mistura immotivata, si venne pero a concorrerealla creazione di una strana ideologica che, sul piano della critica estetica, vedeva combinati insieme magari nel nome di Gramsci - Verga, De Sanctis, 2danov, Lukacs, owero neorealismo, realismo, nazional-popolare, ecc.: insomma tutti quegli ele menti molto spesso non omogenei che concorsero a formare l'estetica del ometellismo>>"00. Questo fu uno dei frutti piiu diffusi (e che oggi appaiono piu negativi) di una certa sistematizzazione tematica dei Quaderni. E vero che Togliatti meno dei <togliattiani>> scivolo, su questi temi, in giudizi distorti o in operazioni sincretiche concernentiGramsci. E altrettanto vero pero che egli permise e favori questa commistione spesso infondata di sia per favorire l'alleanza con gli culturamarxista e cultura <<democratica>>, intellettuali (sul piano dell'ideologia), sia per bilanciare, circoscriveree combattere, come si e visto, le influenze staliniane e zdanoviane. Il problema della collocazione dell'opera di Gramsci in relazione al pensiero crociano era anche al centro della -rassegnadi studi gramscianidi Carbone, del 1951, gia richiamataa proposito apparsasul primo numero di <<Societa6 Croce eMarxx..Sul della confusione esistente inmolti intellettuali restati <<tra numero successivodella rivista la rassegnadi Carbone aveva uno strascico polemico ad opera di Guido Morpurgo-Tagliabue, al quale replicavapoi l'autore. PerMorpurgo-TagliabueGramsci, crociano, aveva superatoCroce ortodosso>>. Soprattutto grazie a Marx, ma non era diventato un <marxista per il diversomodo di intendere il rapporto fra struttura e sovrastruttura, concetto di egemonia cade fuori di Marx. E scriveva Morpurgo-Tagliabue, <<il
98 in ?Lo spettatore italiano?, B.Croce, De Sanctis-Gramsci, 99 o De De Sanctis-Gramsci? Sanctis-Croce V.Gerratana, 1952, n. 3, pp. 498-499. ?Societ??, 100Cfr. su op. cit., cap. VII e X. questi terni N.Ajello, 1952, n. 7, p. 294. per una pol?mica),

(Appunti

in

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686 Guido Liguori il concetto di praxis in questo modo non significa piu economia ma Croce e oltre Marx?101.Essendo politica>. Gramsci era cosl arrivato <<oltre nel rifiuto della l'origine della posizione diMorpurgo-Tagliabue da ricercarsi dialettica, Carbone replicavaaffermando la dialettica come ?modo di essere e riconoscendonel marxismo di Gramsci, del reale, della prassi, della storia>> <sulla scorta di Lenin, una rivalutazione delle sovrastrutturerispetto alla meccanicista del marxismo>>102. Ma il suo ragiona corrente interpretazione mento, dopo di cio, entrava in una confusa rivendicazionedella <<compattez za? del corpus teorico del marxismo, che comprendeva indistintamente Marx, Engels, Lenin, Stalin e Gramsci, non permettendo dunque di capire in cosa realmente consistesse la novita del lascito dei Quaderni. Non molto distante dalle posizioni diMorpurgo-Tagliabue si situava anche il libro di Nicola Matteucci su Antonio Gramsci e la filosofia della prassi, uscito nel 1951 presso Giuffre, che -costituisce la prima monografia di un certo respirodedicata a Gramsci da un solo autore. Del dirigente comunista veniva indagato soprattutto il versante filosofico: l'operazione compiuta su questo terreno da Gramsci era stata quella di sostituire alle tre (fonti? classiche del marxismo (filosofia classica tedesca, economia politica inglese, teoria politica francese) autori provenienti dalla tradizione nazionale, allo scopo di favorirne I'accettazioneda parte dei nostri intellettuali, in gran parte crociani.Cosi <<ad Hegel e allaRivoluzione francesesubentranoCroce e Machiavelli [...] facendo scaturire la filosofia della prassi direttamente dalla In quest'opera di traduzioneGramsci dava tradizione culturale italiana>>103. vita a una concezione profondamente originale, che univa alcuni motivi leninisti (il partito, 1'egemonia) con un netto rifiuto dell'economicismo sincretismodi Croce e di buchariniano (grazieall'influenza del Croce). <<Non Lenin, o un Croce che spiega Lenin e un Lenin che criticaCroce - spiegava l'autore -, ma sviluppi sintetici, salto qualitativo di tutta la cultura italiana>>104. Altrove, pero, Matteucci era meno disposto ad accogliere positivamente lo sforzo di sintesi intrapreso da Gramsci, prendendo le distanze soprattutto sul piano etico-politico: non soloGramsci era omogeneo a Lenin (per la rivalutazione antideterministica della soggettivita), ma moderno Principe all'imperativo categorico, giungeva, paragonando <<il assolutodetentore del bene e del male, unico criterio.di virtuto scelleratezza, ad allinearsialle tesi di Stalin e Zdanov?. Allo stalinismo, che avevaposto il centro della vita dell'uomo>,Matteucci opponeva il suo <laicismo partito ?<al liberta della coscienza la "divini moderno>>,che non voleva sostituire <<alla ta" di un partito, essendo appunto il laicismo nato dalla reazione a ogni

101 G.Morpurgo-Tagliabue-G.Carbone, 1951, n. 2, pp. 302-303. i?2 Ivi, pp. 305-306. i?3 Antonio Gramsci N.Matteucci, 104 Ivi, p. 157.

A proposito

di

una

rassegna

gramsciana,

in ?Societ??,

e la filosofia

della prassi,

Milano,

Giuffr?,

1951, pp.

18-19

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687

La prima

recezione

di Gramsci

in Italia

intermediariofra l'uomo e la divinita, nel primato della ragione ragionante, che ha in se' il senso della tolleranza e quindi della libert-105. 5.Marxismi dogmatici e non. Lo scotto pagato in questi anni all'ortodossia marxista-leninista e al Diamat e awertibile negli scritti di molti autori di nel primo numero del 1948, era stato parte comunista.Ancora su z<Societa`, Emilio Sereni a fornireun contributo tra i piu rilevanti, destinato ad essere ripreso e citato ripetutamente, finendo per costituire un preciso punto di riferimento per quelle letture di Gramsci meno inclini a ricollegarne il pensiero alla tradizione democratica italiana e al confronto-scontro con Croce. Sereni iniziava ricordando che ?a scuola, Gramsci non e stato da Croce e dalla critica idealistica,ma bensi dalla classe operaia*106. Cio aveva permesso al dirigente sardouna critica reale nei confronti del neoidealismo: egli (e non Labriola) era stato infatti il primo marxista italiano, e il suo salto>> pensiero rappresentava<<un rispetto alla nostra cultura nazionale. Sul terreno fondamentale della teoria dell'egemonia, infatti, Gramsci andava collegato a Lenin, e grazie a cio la cultura italiana aveva ritrovatofinalmente <il suo nesso vivo e produttivo con la scienza d'avanguardia, con le correnti Contro le ainterpreta piu moderne e progressivedel pensieromondiale)>107. zioni affrettate e le superficialideformazioni> (anche zin buona fede*) Sereni dal nesso vivo che li metteva in guardia dal considerare i Quaderni <<fuori lega a tutta l'attivita di Gramsci organizzatore dei Consigli di fabbrica, fondatore del gruppo dell" 'OrdineNuovo" e poi fondatore e capo del Partito comunista italiano>108. I Quaderni altro non erano, in conclusione, che momenti di una ininterrotta lotta politica, <<arma per quella lottai. Sereni sottolineavadunque elementi storico-teorici spesso lasciati in ombra in quegli anni, a partire dal richiamo al periodo ordinovista109. Tuttavia e trasparenteil significatopolitico del richiamodi Sereni, in un momento in cui l'agganciodi Gramsci alla specificita nazionale servivaa dare autonomia teorico-politica (anche se relativa) nei confronti dello stalinismo. Se il <<nocciolo>> dell'elaborazione gramsciana era colto, non a torto, nella teoria dell'egemonia, fare proprio di questa il nesso fra Gramsci e la escienza d'avanguardia?,owero ilmarxismo-leninismo di marca staliniana, significa va svuotarenon soloGramsci, ma tutta l'elaborazione legata alla ?via italiana al socialismo>>. Non si trattava tanto, va precisato, di un attacco alla linea togliattiana, di e ?gramscianix', una contrapposizione tra <<stalinisti>> quanto di un clima generale di affievolimento dei caratteridi maggior originalit'adella politica al cui interno pero alcuni, e tra essi Sereni, (e della cultura) <<di Salerno>>, andavano piu a fondo nella ricercadell'omogeneit"a e dell'organicita tra
105 Ivi, p. 74. 106 e la scienza d'avanguardia, in ?Societ??, 1948, n. 1, p. 10. E.Sereni, Gramsci Ivi, p. 27. 108 Ivi, p. 20. 109 In tutt'altro contesto, il periodo ordinovista anche Umberto richiamava Terracini e gli op?rai torinesi, in ?il Ponte?, nel suo articolo Antonio Gramsci 1949, n. 8-9.

di Gramsci

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688 Guido Liguori concezioni teoriche che avevano tutte alle spalle il patrimonio teorico-politi ma che avevano anche accenti, potenzialita e co della Terza Internazionale, direzioni per tanti aspetti diversi. Era su questa diversita che Togliatti aveva fatto leva nell'immediato dopoguerra, usando Gramsci come ispiratore e bandiera del propno progetto politico. (E va sottolineato che anche negli anni piu bui della guerra fredda Togliatti non faramai andare perduto il dato dell'originalita gramsciana). Per il resto, 1'accostamentotraGramsci e Stalin era presente anche in autorimolto diversi da Sereni e piu attenti alla specificitanazionale di Gramsci, comeMario Alicata o come Lucio Lombardo
Radicel1.

L'influenza del marxismo-leninismo sovietico si riscontravainoltre anche in posizioni che piu esplicitamente, e in modo non puramente formale, si dialettico} di ascendenze rifacevano al Diamat, cioe a quel <<materialismo engelsiane rispetto al quale Gramsci era stato non solo estraneo,ma anche il apertamente critico. Fu il biologo Massimo Aloisi a tentare di <<analizzare pensiero di Gramsci sulla scienza>>,intendendo con questo termine <la Aloisi scienzadella natura e i problemi gnoseologici che vi sono connessi>'11. si soffermava sul tema dell'esistenza o meno di una storia della natura in Gramsci, dietro il quale per6 il tema che si affacciava era quello, piu esplicito, dell'oggettivitd della natura. La tesi dell'autore era che Gramsci, impegnato sul doppio fronte della critica a Croce e al positivismo scientista, avesse lasciato spazio a qualche margine di ambiguita sul versante della male di Garibaldi, Aloisi criticadell'idealismo. Tuttavia, non volendo parlar si pone nella ricorrevaal bizantino argomento secondo il quale <<Gramsci giusta posizione criticaverso il positivismo del Bukharin, ma evidentemente non vi sostituisce l'idealismo crocianoo qualsiasi altra forma di idealismo. In una simile forma di idealismo puo invece cadere il lettore non accorto di Gramsci quando dimentichi la realta (e storicitaquindi) di un mondo prima della comparsa dell'uomo e da cui l'esistenza stessa dell'uomo dipende, onde ne dipende la sua storia [...] dovremmo ammettere cioe una dialettica della natura stessa che ha come punto di arrivo e non come punto di partenza la dialetticita del pensiero umano, natura esso stesso. Una tale impostazione e appunto quella del materialismo dialettico e vive quindi nel anche se esplicitata solo non a caso nella polemica con pensiero di Gramsci>>, le tesi idealiste di Lukacs'12.L'erroredel lettore dei Quaderni poteva essere stesso pensiero di Gramsci che, preoccupato di dimostrare la facilitato <<dallo riuscivaa combattere dialetticita tra il pensieromarxista e quello idealistico>>, efficacemente le posizioni positivistiche, ma rischiava a volte di essere frainteso come seguace dell'idealismo. Se Aloisi esprimeva perplessita, altri - nel corso del dibattito sollevato dal suo intervento- andavano oltre. Era il caso di Armando Borrelli, che parlava
ii? Cfr. e l'origine della cultura, in ?Societ??, Antonio intelletuali Gramsci-Gli 1949, M.Alicata, 11 settembre n. 1; e L.Lombardo in ?PUnit??, 1948. Radice, Una strada nuova, m la scienza e la natura come storia, in ?Societ??, 1950, n. 3, p. 385. M.Aloisi, Gramsci, n2 Ivi, p. 409.

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689 La prima recezione di Gramsci in Italia di cresiduo idealistico di Gramscih, anche per le critiche da questi mosse a Engels, precisando che vi erano nei Quaderni, onella concezione della natura e della scienza, elementi idealistici inframmentatida elementi materialisti
C61l 13.

Si trattavacomunque di posizioni minoritarie (ma la polemica piu o meno esplicita contro l'idealismo> di Gramsci sari ripresa alla fine degli anni Cinquanta e negli anni Sessanta in seguito all'affermarsi della ascuola dellavolpianas e alla eco ottenuta dalle tesi del 4primo* Althusser). In ogni caso, dopo il VII Congresso del Pci (1951), la politica culturale del partito superava in gran parte le tentazioni zdanoviane con la nomina di Carlo Salinari al posto di Emilio Sereni come responsabile della commissione culturale del partito'14. L'anno seguente, il nuovo responsabile culturale avrebbe pronunciato una autocritica sul lavoro svolto negli anni precedenti proprio facendo riferimento a Gramsci:
Non siamo riusciti ad avere noi uno strumento che creasse in Italia quell'entusiasmo di ricerche, di studi, quel fervore che manca negli altri campi della cultura nazionale. E non lo abbiamo fatto nonostante avessimo la possibilita di farlo ed una piattaforma sulla quale mobilitare tutti gli intellettuali italiani, interessarli, portarli allo studio ed alla ricerca su una direzione nuova: le opere di Antonio Gramsci. Questo il nucleo attorno al quale si concentrano tutti i problemi della cultura italiana di oggi. Antonio Gramsci puo veramente rappresentare il punto di partenza di un nuovo movimento culturale italiano, non degli intellettuali comunisti, soltanto, ma di tutta la cultura 15.

In un momento acuto di xguerrafreddav e di forte legame con l'Urss, la scelta antisettaria di Togliatti in campo culturale costituiva un'indicazione precisa, il richiamo a una opzione di fondo, la gpolitica di Salerno*, offuscatama non rinnegata. Il lascitogramscianodava i suoi fruttimigliori - almomento - in direzioni molto diverse, sedimentando in profondit"ae aprendo nuovi orizzonti di ricerca,soprattuttoper quel che riguarda la rivisitazionedel Risorgimento'16
113 natura e storia in Gramsci, in ?Societ??, 1951, n. 1, p. 105. Sotto A.Borrelli, Scienza, A. Borrelli, O. Bianca e una replica di M. questo t?ralo sono riuniti intervenu di F. Albergamo, Aloisi. 114 ?Al mutamento dei termini organizzativo corrispose in questo caso un profondo mutamento la centralita dell'azione veniva spostata sui terreno nazionale, mentre le della politica cult?rale: la lotta per la pace e Pimpegno tematiche sui fronte ideol?gico, che erano internazionalistiche, di Sereni, art. cit., della politica venivano accantonati? stati i fili conduttori (A.Vittoria, pp. 142-143). 115Estratti del dal compagno Carlo Salinari, della sezione rapporto presentato responsabile in Per una cultura libera moderna Documenti cult?rale centrale, nazionale. della commissione s. d., p. 26. cult?rale nazionale. Roma, 3 aprile 1952, Roma, 116per una sulla interpretazione del Risorgimento cfr. G.Mana prima discussione gramsciana in ?PUnit??, 31 agosto corda, Una visione nuova del Risorgimento italiano, 1947; Id., i/ di Antonio in ?Societ??, A. Gramsci: ?Il Gramsci, 1949, n. 2; e F.Platone, ?Risorgimento? in ?Rinascita?, 1949, n. 4. L'interpretazione Risorgimento?, gramsciana, pi? che aprire un sollecit? nel tempo un nuovo orientamento dibattito nell'immediato, storiografico soprattutto nel campo della storia dell'Italia moderna.

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690 Guido Liguori e la messa a punto della ?quistione meridionale0117.Un altro campo nel quale i Quaderni provocarono un dibattito di non poco conto, con implicazioni di rilievo anche su come concepire lo (storicismomarxista*, fu quello dell'antropologia culturale, a partire dallo scritto di Ernesto De Martino, Intorno a una storia del mondo popolare subalterno, che tSocieta) pubblicavanel suo terzo fascicolodel 1949. Una premessa redazionale, gia di per se sufficiente ad indicare il carattere particolarmente innovativo e problematico del testo, awertiva che ?anche se non possiamo far nostre alcune delle tesi e interpretazioniqui presentate da ErnestoDe Martino (che ci ripromettiamodi discutere e che invitiamo a discutere) crediamodi grande interesseper i nostri lettoriquesto saggio che toccauno dei problemi piu vivi che la culturamarxista deve oggi affrontare>118. Intellettuale di formazione crociana,ma gia allontanatosi dal maestro con il libro sulMondo magico, del 1948, De Martino introduceva con questo articolo alcuni risultati dell'etnologia sovietica e riprendevaalcuni spunti della riflessionegramscia na, piu sulla base delMaterialismo storico che delle Osservazioni sulfolclore, che saranno pubblicate solo nel 1951 nel volume su Letteratura e vita nazionale. De Martino partiva dalla critica all'etnologia borghese, che rispecchiava <nel modo piu crudo i bisogni, gli interessi e la congiunta limitazione umanistica II mondo oltre Ebolivs era della classe dominante, della borghesiao>119. <(astorico>>, per l'etnologia tradizionale,proprio perche' il suo essere 'subalter no>>doveva apparire come un dato naturale, immodificabile. Tuttavia atteggiamento dominante della cultura tradizionale di fronte alle <?questo forme culturali del mondo popolare subalterno e entrato in crisi insieme alla societa di cui era l'espressione. Su scala mondiale le masse popolari combattono per entrare nella storia, per rovesciare l'ordine che le tiene De Martino accomunava in questo moto di riscossa i popoli subalterne>>120. del Terzomondo e le ?massepopolari?, gli <?strati subalterni, che, per entro i singoli paesi egemonici, vengono lentamente acquistando coscienza della loro situazione reale>>; e accennava quindi agli ineludibili problemi di della cultura e dei costumi? sorti con <d'irruzione>> <<imbarbarimento delle masse nella storia, citando a tal proposito la tesi di Gramsci sulla contamina zione del marxismo con le <<concezioni popolari? (il ?materialismovolgarev). Mentre <<insede di azione politica? bisognava utilizzare anche questi
e il Mezzogiorno, i contribua del 1945 gi? citati cfr. M. Alicata, Gramsci in ?PUnit??, Dopo e unit? nazionale 27 aprile 1952; e F.Ferri, Questione m?ridionale in Gramsci, in ?Rinascita?, studio a parte occorrerebbe delle tesi gramsciane in l'influenza 1952, n. 1. Uno per valutare alla problem?tica m?rito che riguarda meridionalistica la politica del Pci nel per quel con particolare riferimento ail rivista ?Cronache meridionali? Mezzogiorno, (su cui scrissero tra Su posizioni Alicata, Chiaromonte, sempre Napolitano). gli altri Amendola, antigramsciane, concerne era invece la rivista diretta da Francesco Compagna il meridionalismo, per quanto su cui cfr. N.Ajello, crociana e liberale, ?Nord e Sud?, di ispirazione op. cit., pp. 328 sgg. n8 Cfr. E.De Intorno a una storia del mondo popolare in ?Societ??, Martino, subalterno, 1949, n. 3, p. 411. Ibidem. 120 Ivi, p. 419. u?

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691 La prima recezione di Gramsci in Italia elementi zretrivi>>, volgendoli in senso positivo, all'(alta cultura tradizionale2 restava il compito <di storicizzare il "popolare" e il "primitivo", di usare verso l'arcaicoquella pieta storica*che doveva condurre infine alla criforma popolaremoderna>> auspicata da Gramsci. Accanto alla fondamentale istanzadi storicizzazionedel mondo popolare, da leggere non piu come natura ma come prodotto della cultura borghese egemone, vi erano nell'intervento di De Martino alcuni punti che non potevano non suscitare la vivace reazione degli intellettuali di orientamento gramsciano.Sempre su zSocieta*appariva la rispostadi Cesare Luporini che, mentre apprezzava la critica antinaturalistica,contestava la tesi dell'timbar della cultura come portato dell'<irruzione delle masse nella barimento>> storia>e in particolare la pertinenza del richiamo a Gramsci, non avendoDe Martino compreso che la forzata 4alleanza*del marxismo con tendenze quali il ?materialismo volgare>> erano fatti residuali, eliminabili ampliando ed estendendo sul terrenoculturale l'egemonia della classeoperaia12l. All'origi ne di questa incomprensione stava, per Luporini, il fatto che De Martino non coglieva <da funzione particolaredella classe operaiai e il ruolo delle sue <<avanguardie organizzate?: owero, da una parte, il concetto di cmondo era troppo indeterminato (sconfinando dunque nel popolare subalterno>> populismo); dall'altra,mancava del tutto inDe Martino la visione del ruolo del partito rivoluzionario, il cui compito e proprio quello di organizzare il passaggio - potremmo dire in termini gramsciani - di una cultura subalterna? in 4cultura egemone?, con tutto cio che questo comporta in della classe operaia, che da diretta si fa dirigente, merito alla trasformazione e al ruolo del marxismo come teoria piu avanzata che tale trasformazione renderebbe possibile. In altre parole, levando la tara derivante dall'abito mentale del tempo, Luporini rimproveraa De Martino una visione statica della societa, di cui non si intende la possibilita di cambiamento: un luogo classicodella critica marxista amolta parte dell'antropologia culturale anche
negli anni seguenti.

La polemica continuava anche sul numero successivo di zSocietav con un ma si allargava brevema secco scambio di precisazioni tra i due autori122, Con la pubbli anche sulla stampa quotidiana, soprattutto sull'zAvanti!2A23. cazione delle Osservazioni sul folclore di Gramsci De Martino avrebbe modificato le proprie posizioni, anche in rapporto critico con l'autore dei Quaderni, che non avrebbe colto pienamente le potenzialit'a progressive presenti nella cultura popolare, da De Martino letta come folklore progressi

121Cfr. in ?Societ??, Intorno alia storia del ?mondo popolare 1950, subalterno?, C.Luporini, n. 1, pp. 99-100. 122Cfr. E.De in Ancora sulla ?storia del mondo subalterno?, Martino-C.Luporini, popolare 1950, n. 2. ?Societ??, 123Cfr. in Italia, Milano, Edizioni sui folklore di cultura raccolti in // dibattito gli interventi cfr. C.Pasquinelli, Gli intellettuali di fronte nella 1976. Sui dibattito all'irrompere popolare, e questione in Id., Antropolog?a cult?rale storia del mondo popolare subalterno, m?ridionale, Firenze, Nuova Italia, 1977.

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692 Guido Liguori vo124. Restava comunque, al di la della specifica articolazione del dibattito etnologico, l'immissione in questa disciplina di un concetto gramsciano, quello di cultura subalterna, necessariamentedefinibile in contrapposizione col termine opposto (egemonica) e a partire dall'assunto della divisione classistadella societa:uno spunto destinato a essere ripresoe sviluppato negli anni Sessanta e Settanta. Non mancarono tentativi di lettura originali dei Quaderni anche su un terrenopiu propriamente di teoria politica. Lo scritto di Vezio Crisafulli su Stato e societd nel pensiero di Gramsci, ad esempio, metteva in risalto un elemento destinato ad essere anch'esso pifi volte ripreso nella storia delle stessa impostazione generale dell'opera che interpretazionigramsciane: <<La Gramsci si proponeva di elaborare [... ] richiama necessariamente il tema un tentativo nuovo ed estremamente suggestivo dello Stato, anzi rappresenta Era questa, per Crisafulli, la tematicacentrale di esplorarlodtaldi dentro>>125. tanto dei Quaderni che dell'<<Ordine nuovo>>,una tematica che Gramsci derivava dai problemi della rivoluzione sovietica e, soprattutto, da quelli in Occidente>: partendo dall'assunto per cui la <ricogni della <<rivoluzione zione di caratterenazionale? richiesta dalla complessita della societa civile rappresentava<d'obiettivoultimo ed essenzialmente politico delle ricerche l'autore affrontava la tematicadell'egemonia, rilevandone il del carcere>126, collegamento con l'opera di Lenin, ma anche la peculiare originalita: %do Stato come societa integrale>>, cioe i rapportidi forza tra le classi affrontati concretamente come problema dello Stato, nel suo insieme; per cui la conclusione della ricerca gramsciana stava in quello che sarebbe stato del concetto di Stato>, owero, definito, negli anni Settanta, l'<<allargamento Stato non e soltanto l'apparato politico per Crisafulli, la scoperta che <((o . giuridico di dittatura della classe dominante, ma anche I' apparato privato di egemonia' '?127. Lo scritto di Crisafulli ha il merito di percorrere linee interpretative dei Quaderni allora desuete, anche se esse sono piu intuite che colte pienamen te. Il fatto che si tratti di un tentativo isolato, senza echi significativi, dimostra quanto forte fosse la suggestione scaturita da un certo modo di editare l'opera di Gramsci e dalla cornice d'insieme costituita dalla politica culturale e dalla politica tout court del partito comunista in quegli anni. Altre voci anomale, anche in casa comunista, tuttavia non mancarono. L'articolo su Antonio Gramsci e le responsabilita della cultura che Remo filosofici>> del 1948 non Cantoni pubblicava sul secondo fascicolo di <<Studi ma sembravaanche solo era, per diversi aspetti, molto poco convenzionatle, essere intrinsecamente piu organico, rappresentativo di una posizione quella del gruppo raccolto attorno a Banfi - che cercavadi non subire le chiusure della guerra fredda e l'appiattimento sullo zdanovismo senza
124Cfr. in ?PUnit??, soprattutto E.De Martino, IIfolkloreprogressivo, e il folklore, in ?II calendario del pop?lo?, Gramsci 1951, n. 7. 125 in ?Societ??, Stato e societ? nel pensiero di Gramsci, V.Crisafulli, i26 Ivi, p. 590. i27 Ivi, p. 601. 28 giugno 1951, 1951; 583. e Id.,

n. 4, p.

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La prima

recezione

di Gramsci

in Italia

Lo sforzo di Cantoni era sposare la linea <<De Sanctis-Labriola-Gramsci>>. quello di sottolineare il criticismo di Gramsci, la sua inconciliabilita, cioe, non solo col dogmatismo del senso comune e dello scientismopositivista,ma anche del marxismo volgare, metafisico e deterministico, e del realismo ingenuo.Gramsci era piu preoccupato <<di comprendere che non di pronun ciare sommari giudizi di valore>>, intendeva ilmarxismo ?come un processo culturale inmovimento che produrra sempre nuove sintesi culturalio128. La ripresa della polemica di Gramsci contro le volgarizzazioni del marxismo e il dogmatismo sembra soprattuttouna requisitoriacontro lo stalinismo.Mentre combatteva la volgarizzazionedel marxismo - aggiungeva l'autore- Gramsci intellettuali e massa>>,avanzando la proposta del <filosofo voleva <?saldare convinto assertoredi un interscambiocontinuo con la societa, democratico>>, che vuolemodificarema dalla quale accettadi farsi modificare. zUna cultura la quale non voglia modificare il mondo, i rapporti esterni dell'uomo, le condizioni del suo vivere - affermavaCantoni in polemica con Croce -, e una cultura da museo che teme I'aria fresca dell'azione concreta perche' e innamoratadella sua polvere e della suamuffa. Chi stabilisceun'eterogenei ta tracultura e politica [...] continua a perpetuare le condizioni esistenti del vivere>>129. Lotta almarxismo dogmatico, confronto con la culturamoderna, nuovi rapporti intellettuali-masse: la lettura che Cantoni faceva dello criticista e umanista di Gramsci>> <<storicismo riaffermavapiu delle altre la propria estraneita dal modello sovietico: le due concezioni erano distanti e ?dittatura?. <<Una quanto <<egemonia> cultura diviene egemonica - afferma va l'autore - non attraversoun processo coattivoma attraversoun processo storico. I1principio egemonico e di natura etico-politica ed e il risultatodi una lotta in cui non sono possibili le frodi e i soprusi, perche' si tratta di creare un nuovo "senso comune", un rinnovato "buon senso' ')>130: una posizione la cui positivita e difficile sottovalutare, specie in confronto agli sviluppi successividella realtadel socialismo sovietico. 6. Un compagno nella leggenda. I contributi fin qui esaminati sono scrittidi intellettuali o di dirigenti. Sarebbe errato affermare che essi abbiano raggiuntoe interessatosolo il ceto politico e gli uomini di cultura.Uno degli nuovo? era la capacita di perseguire aspetti di maggior rilievo del <<partito l'innalzamentodel livello culturale di tutti imilitanti, innanzitutto facendo politica, chiamando centinaia di migliaia di iscritti e simpatizzanti a del mondo>>, a misurarsi coi problemi partecipare a una <<concezione complessividella societa. Per la prima volta masse rimasteper secoli estranee alla vita politica prendevano coscienza della propria forza e della propria funzione sociale. Per la prima volta queste masse si impegnavano in un gigantesco sforzo di crescita culturale, imparando a leggere un giornale, la
i28 R.Cantoni, 157. 163. Antonio Gramsci e le resposabilit? della cultura, in ?Studi filosofici?, 1948, n. 2,

p. 141. i29 Ivi, p. i3o Ivi, p.

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694 Guido Liguori stampa di partito, a discuterel31. Le sezioni del Pci furono in molti casi, nell'Italia del dopoguerra, il primo luogo, la prima occasione di formazione culturale offerta ai ceti piu poveri. II partito comunista svolgeva cosi un ruolo paragonabile solo a quello dell'istruzione scolastica obbligatoria e, successivamente, dei mass media, affiancando la capillare organizzazione cattolica del consenso e ponendosi in alternativa ad essa. Anche alcuni dei contributi presi sopra in esame, dunque, soprattutto i discorsi, gli articoli apparsi sull'Unita, le pubblicazioni di partito, giunsero ad un auditorio piu ampio di quello formato dalle ristretteelites politico-in tellettuali.Altri contributi, soprattutto di generememorialistico ed autobio grafico, si aggiunsero fin dai primi anni del dopoguerra, anche su riviste colte. Fu ipotizzata una doppia pubblicazione degli scritti gramsciani, una per gli intellettuali e l'altra?per uno stratomeno specializzato di lettori>>132. La scelta che prevalse, a questo proposito, fu diversa. Comunque Gramsci, attraversovie molteplici, veniva ad occupare un posto di primissimo piano nella culturadi tutto il corpo del Pci e delle masse da esso influenzate, anche se in forme e modi che oggi possono apparire <<arretrati>>, per necessita oggettive (legate agli intenti divulgativi), ma anche per precisi limiti di impostazione, dovuti soprattutto al saldarsi di alcuni canoni tipicamente stalinisti con accenti di marca populista. Gramsci veniva cosi presentato secondo stereotipi atti a facilitarne la decifrazione e I'accettazione acritica e mitica soprattutto tra gli strati popolari. L'agiografia gramsciana risaliva almeno al 1937-1938 e trovava i propri fondamenti negli stessi scritti e discorsi togliattiani. II volume
Gramsci, uscito per la prima volta a Parigi nel 1938 con articoli per lo piu a

memorialistico di vari dirigenti emilitanti che avevano conosciuto il carattere leader sardo da poco scomparso fu piu volte ristampato subito dopo la Liberazione.Ad esso si aggiunsero altri ricordi e testimonianze di chi aveva conosciutoGramsci in carcere,comeMario Garuglieri e Gustavo Trombetti, i cui scritti apparvero rispettivamente su <<Societa>> e su <Rinascita>>133. Il
131Cfr. su a P.Togliatti, La politica Introduzione cult?rale, cit., p. 19. Ha questo L.Gruppi, del Pci staliniano scritto G.C.Marino Editori Riuniti, 1946-1953, Roma, 1991, (Autoritratto a un grande contesto il Pci fu qualcosa di simile laboratorio la p. 11): ?In quel per non senza utilizzare che delle masse modernizzazione avrebbe potuto funzionare gli ingredienti in concreto ancora che erano offerti da una situazione socio-culturale quelli disponibili, arretrata?. Sulla grad?ale diffusione del pensiero nel corpo di un Pci ancora intriso gramsciano di stalinismo cfr. ivi, pp. 136-141. 132 In un documento sui Criteri di F. Piatone nella scelta e nella disposizione del seguiti del 1946, su cui ha riferito Valentino Gerratana in Per la storia materiale, presumibilmente da della prima edizione dei ?Quaderni del carcere?, cit., p. 66, si legge: ?verrebbero pubblicati e dzll'Unit? Einaudi, gli scritti ehe interessano prevalentemente gli intellettuali, gli scritti ehe un interesse e limitara di lettori?. immediato per uno strato meno presentano specializzato e una ?edizione popolare? Anche Fabrizio Onofri propose allora una ?edizione dei diplom?tica? numero possibile ?che agevoli al massimo la lettura e la renda accessibile al maggior Quaderni, di lettori? (citara ivi, p. 68). 133Cfr. in ?Societ??, In celia Ricordo di Gramsci, 1946, n. 7-8; e G.Trombetti, M.Garuglieri, con la matricola in ?Rinascita?, A. Gramsci), 7047 (Detenutopolitico 1946, n. 9. La presenza di riviste della cultura comunista testimonia del loro interesse e questi scritti sulle due principali

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695 La prima recezione di Gramsci in Italia ritratto delineato dal primo, pur non mancando di accenni su alcuni argomenti piu propriamente teorici (derivantidalle conversazioninel reclu sorio di Turi), cercava soprattutto di ricostruire la figura di Gramsci nella dimensione della sua vita quotidiana. Gramsci era stato povero, capiva gli umili, gli operai, sapeva insegnarema anche imparareda essi. Era stato ((maestro anchemorendo?, rifiutandosidi chiedere al fascismouna grazia che equivaleva a una capitolazione. Anche I'aspetto fisico era riscattato e idealizzato:Gramsci era <<brutto, deforme, ma noi, che gli fummo vicini, lo sentivamo bello>134. I1temapiu delicato di queste ricostruzionidella vita carceraria riguardava gli scontri che vi erano stati tra Gramsci e gli altri detenuti comunisti in relazionealla zsvolta)>. Garuglieri accennavaa questi screzi,ma li addebitava solo ai piccoli privilegi materiali di cui Gramsci usufruiva e da cui erano derivati <<piccoli risentimenti e meschinita'135. Diversa era invece a tal proposito la spiegazione fornita da Trombetti: Gramsci (non poteva soppor tare i "faciloni" [... ] il fascismo non era certamentematuro per la sua caduta, ed in queste condizioni, Gramsci sferzava coloro che ritenevano l'Italia una immensa polveriera alla quale fosse bastato awicinare un Al riconoscimentodel contrastopolitico, "fiammifero" per farla saltare>>136. sia pure edulcorato, l'autore sovrapponevapero un altro tipo di spiegazione era uomo di cuore, amava senza false e piu lontana dalla realta: <<Gramsci teatralidimostrazioni i compagni di prigionia, i quali lo contraccambiavano con pari affetto. Ma uno sparutogruppetto di rinnegati, alcuni dei quali al serviziodell'Ovra [...] arrivo al punto di lanciargliaddosso [...] una pietra del peso di parecchi chili [...] Gramsci non dava soverchio peso a queste manovre, sapendo che era l'Ovra che tirava i fili>i137. Ad ogni modo Trombetti aggiungeva che <<costoro agivano in un periodo in cui nessun compagno comunista era a Turi>> per difendere l'Famato>leader. Sull'episodio del lanciodella pietra tornavaancheAntonio Arcari, che per il del popolo? era andato a intervistarealtri due militanti comuni <<Calendario sti che erano stati in carcere con Gramsci, Ceresa e Piacentini. Gramsci anche dei nemici e proprio fra i suoi stessi compagni di carcere:vari <<aveva anarchicie troschisti.Questi - proseguiva l'articolo, giungendo a un livello di falsificazionestoricaprettamente stalinista- seguendo il loroprincipio che la rivoluzione comincia [...] con l'uccisione dei capi, mentre egli, in un momento di riposo giocava a dama con Ceresa, gli lanciarono contro un grosso sasso che per fortuna non lo colpi'138. Per il resto la rievocazione toccava i temi usuali del Gramsci socratico, delle persecuzioni dei carcerieri,
del e altri scritti saranno comunque loro valore. Questi ripresi e riproposti di carattere divulgativo. ampio da apposite pubblicazioni 134 op. cit., p. 691. M.Garuglieri, 135 Ivi, p. 699. 136 G.Trombetti, op. cit., p. 233. 137 Ivi, p. 234. 138 in ?Il calendario lotta e martirio di Antonio A.Arcari, Pensiero Gramsci, n. 3, p. 54. a un pubblico pi?

del pop?lo?,

1947,

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696 Guido Liguori ecc., raggiungendo toni pietistico-populistici di particolare intensita, fino a ingenuo, buonov. dipingere Gramsci come <<semplice, I1<<Calendario>> pubblicava anche, nello stesso numero, col titolo Grandezza ed esempio di una vita, il testo di una non meglio precisata oradiotrasmissio ne effettuata per il decimo anniversariodella morte>, che ricostruiva- con una serie di rapidiflash back - alcunimomenti della vita di Gramsci, non senza soffermarsi sui rapporti epistolari che il prigioniero intratteneva col figliomaggiore. I1 tema Gramsci e i bambini, e quello della ipaternita. di da Antonio Meocci, per Gramsci, era affrontato esplicitamente su <(Rinascita>> morale? tipico di Gramsci nasceva da due ((esigenze?: il quale il <<sentimento <<il grande amore per la famiglia e la estensione di questo affetto ad un senso piu responsabile,ad un impegno piu rigorosocon "la migliore parte di se'", Ne' era risparmiato a Gramsci il un dovere, una missione, un ideale>139. padre affettuoso che fu Marx>, perche' <proprio come raffronto con <<quel Anche Marx, anche Gramsci "sapeva essere bambino coi bambini' '?140. aveva affermato che, <<consapevole della fine Eugenio Reale sull'<<Unita? imminente, egli si preoccupava di far sentire la sua voce ai figlioli>>141. L'autore paragonava Gramsci a Silvio Pellico: dalle lettere di entrambi scaturival'immagine di uomini pacati e sereni.Ma in Pellico cio si spiegava con la fede, mentre in Gramsci vi era solo <fede virile nelle proprie credenze>>. I1 delicato parallelo col cristianesimo era ripreso e dilatato, ma anche accompagnatoda un tentativo di spiegazione storica, da Gian Carlo Pajetta, nell'articolo intitolato Un compagno nella leggenda: sempre sull'<<Unita>>, l'autore paragonava Gramsci e i comunisti a Gesu e ai primi cristiani, spiegando e giustificando la nascita del mito di Gramsci alla luce della nascita del mito di Gesu' tra i primi cristiani dispersi e perseguitati. <Se Antonio Gramsci fosse stato solo un dotto - aggiungeva Pajetta -, sarebbe soltanto nella storia e nei trattati o nei manuali di politica [...] Ma egli fu anche un uomo, un Maestro nel senso piiu antico della parola e cosi e entrato nella leggenda, cosi e vivo per sempre; e non le dottrine soltanto saranno tramandate,ma tutte le parole, tutti gli istanti della sua vita che hanno potuto essere fermati per noi e per quelli che verranno dopo di noiO142. Una certa utilizzazione di Gramsci - del resto spiegabile in relazione al livello culturaledell'Italia di allora, in cui ha come controaltare la propagan da clericale incentrata sulle molteplici oapparizioni? di madonne e santi incitanti alla lotta contro il comunismo - veniva non solo accettata, ma del mondo? anche rivendicatacome parte della costruzione di una <<visione che non e fatta solo di teorie,ma anche di immagini, sensazioni, sentimenti. Non sarebbe giusto ignorare l'importanza anche di questi aspetti in determinate contingenze storiche. Resta il fatto che in questa opera di
139 e i bambini, in ?Rinascita?, Gramsci 1951, n. 8-9, p. 420. A.Meocci, "? Ivi, p. 402. 141 in ?PUnit??, 27 aprile 1947. di Antonio Gramsci, E.Reale, Umanit? 142 in ?PUnit??, nella leggenda, Un compagno 15 maggio 1947. G.C.Pajetta,

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697

La prima

recezione

di Gramsci

in Italia

sublimazione rimaneva schiacciataproprio quella sensibilita gramscianache Luigi Russo aveva richiamatoquando aveva affermato di non volere neanche
chiamare Gramsci tmartire? , <<perche' questa parola a lui duramente antireto

rico sarebbe spiaciuta>143. II culmine di questa opera divulgativa fu costituito dalla Vita di Antonio Gramsci di Lucio Lombardo Radice e Giuseppe Carbone, pubblicata nel 1952 dalle Edizioni di cultura sociale. Secondo gli autori il libro voleva un primo tentativo di raccogliereed esporre in forma accessibile <<costituire documenti, testimonianze ricordiche permettano di ricostruireil corso della vita, del pensiero e delle lotte di Antonio Gramsci, capo della classeoperaia italianaA144. Il risultato,pero, era la ripresadi tesi e ricostruzionigia presenti nella pubblicistica di partito, spesso anche depurate da ogni residuo elemento di criticita.L'asse fondamentale della ricostruzionebiografica era il rapporto di amicizia e collaborazione tra Gramsci e Togliatti. II partito comunista era scaturito quasi direttamente dall'tOrdine nuovo* e contro costituito dalla leadershipbordighiana Gramsci e Togliat l'accidentestornco ti intrapreserosubito una lotta energica, accanitas145. II partito era cosi approdato fin dal 1924 ad una politica di <cunita popolare e antifascista; che La figura di Gramsci era quella canonizzata non avevapiui abbandonato146. dall'iconografia tradizionale,con l'espunzione di ogni punto problematico (i dissensi con Togliatti, i rapporti col partito negli anni del carcere) e l'accentuazione di alcuni tratti popolari (soprattutto quelli connessi alla giovinezza povera e piena di sacrificie quelli rigurdanti la vita familiare). II quadro d'insieme risulta cosi sbiadito che persino qRinascita*, con una recensionedi Platone, non pote non avanzaresostanziali riserve:anon si puo chiudere il libro - affermavaPlatone dopo gli apprezzamenti di prammatica - senza desiderareuno studio piu profondo e completo dell'argomento. Alla mente di chi legge si presentanomolti interrogativiche vorrebbero trovare una risposta e che potranno trovarla soltanto in un lavoro piu vasto e condotto con altri intenti. Alcuni punti, pero, potrebbero benissimo essere chiariti anche in un lavoro come questo?, in primo luogo quello della problematicita dello sviluppo intellettuale e politico di Gramsci, che agli
autori della biografia era sembrato invece <semplice e piano 147.
art. cit., p. 397. i43L.Russo, 144L.Lombardo Vita di Antonio Gramsci, Roma, Edizioni di cultura sociale, Radice-G.Carbone, 1951, p. 258. i45 Ivi, p. 107. 146 In e sui contributi questa sede non posso soffermarmi apparsi a cavallo degli anni Quaranta nel campo pi? propriamente di storia del Pci, nei quali owiamente si offrivano Cinquanta e tesi diverse e a volte contrapposte sul ru?lo e la figura di Gramsci. Basti appena immagini a Trent'anni ricordare il Quaderno di ?Rinascita? dedicato di vita e lotte del Pci, del 1952, critica nei confront! del partito comunista oppure nel campo della storiografia gli articoli di L.Maitan apparsi nel 1951 su ?Bandiera rossa?; la Storia del Partito comunista italiano di Bellini e Galli a p?ntate sul ?Mondo? da (1953); / primi dieci anni del Pci, pubblicati dapprima Angelo Tasca nel 1954. 147 L. Lombardo Radice-G. in ?Rinascita?, Carbone: Vita di Antonio F.Platone, Gramsci, 1951, n. 1, p. 551. Un altro contributo che va segnalato ? quello di D.Zucaro, Vita del biogr?fico carcere di Antonio Edizioni Avanti!, 1954. Gramsci, Milano-Roma,

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698 Guido Liguori Nonostante questi gravi limiti, il libro di LombardoRadice e Carbone ebbe negli anni Cinquanta grande diffusione, divenendo il principale strumento di divulgazione della figura e dell'opera di Gramsci. La qualcosa, di per se-, indica i limiti dell'opera complessiva intrapresadal gruppo dirigente del partito comunista per far conoscereGramsci alla massa dei militanti e dei simpatizzanti negli anni che vanno dalla fine della guerra alla qsvolta del 1956>>. 7. Primi bilanci e nuove prospettive. Terminata la pubblicazione dei Quaderni nel 1951, nel 1954 l'editore Einaudi avrebbe iniziato, col volume su L'Ordine Nuovo (1919-1920), la pubblicazione degli scritti zgiovanili?. Poteva dunque sembrare essere giunto il tempo di un primo bilancio della presenza e dell'influenza di Gramsci nella cultura italiana,ma cio presentava in realtanon pochi problemi, riflettendosi in esso le inquietudini, i quesiti, le questioni irrisolte di quella stagione di transizione, tra stalinismo e e neocapitalismo. Accadeva cosi che post-stalinismo, tra ?ricostruzione>> nel 1953, una lunga lettera con la quale Togliatti pubblicasse su <<Rinascita>>, FabrizioOnofri spiegava le ragioni che lo avevano indotto a declinare l'invito del direttore a scrivere<un articolo sull'influenza dei Quaderni di Gramsci Onofri sosteneva in pratica l'impossibilita di una nella cultura italiana>>148. tale ricognizione, soprattutto se per cultura s'intendeva, come gramsciana mente doveva intendersi, <<non solo quella ufficiale e ristretta, espressa in ma anche libri, riviste, stampati, propria di limitati gruppi di intellettuali>,, la concezione del mondo delle classi e dei gruppi sociali, in primo luogo della grande industria settentrionale? e dei ?contadini del degli <<operai Ma se cio era vero, proseguiva Onofri, in realta non era Mezzogiorno>>149. un bilancio della fortuna di Gramsci ignorando l'esistenza possibile tracciare
e il ruolo del Pci, e quindi non solo la <<cultura>> dei quadri e dei dirigenti

comunisti, ma soprattutto la stessa ?fortuna? dell'azione dei dirigenti del partito comunista rispetto a tutta la societa italiana. La questione di fondo, in realta,per Onofri, era il rapporto traGramsci e il <'marxismo-leninismo?, e all'origine della sua posizione stava una lettura di Gramsci come variante nazi'onaledi una teoriapiu generale, dove l'accento era posto piu sull'omo geneita che sull'originalita dell'elaborazione del dirigente sardo. Tanto che <lo studio dell'influenza che gli scritti di Gramsci hanno sulla cultura nazionale e sul modo di pensare degli italiani>> andava <<condottocome analisi dell'influenza che ilmarxismo-leninismo e in particolare il comuni smo italiano vi esercitano>150. La posizione di Onofri non mancava di provocare reazioni polemiche. Nel numero successivo<<Rinascita>> alDirettore?, firmata ospitava un'altra <dettera
da Pietro Ingrao, che - con toni cauti ma fermi - segnalava il pericolo che

148 e la cultura italiana, in ?Rinascita?, Gramsci F.Onofri, comparve nella rubrica delle ?lettere al Direttore?. 149Ibidem. !5o Ivi, p. 509.

1953,

n. 8-9,

p.

507.

L'intervento

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699 La prima recezione di Gramsci in Italia lettore disattento traessedalla lettera di stava dietro la possibilita che <<un Onofri la conclusione frettolosache una analisi della influenza dei Quaderni sulla cultura italiananon possa non risolversiin definitiva che in una storia generale della vita nazionale in questi anni e del posto che vi occupa il IIpericolo - sosteneva Ingrao- ((era partito comunista>151. quello di stabilire una identita meccanica tra l'influenza di Gramsci sulla vita culturale italiana, sia pure intesanel senso piu largo e piu ricco, e l'azione di Gramsci su tutta la vita nazionale; perche'rischieremmodi giungere a quella notte in cui tutte le vacche son nere e in cui i diversi aspetti del processo storico, e Se era vero, e quindi il loro rapportodialettico, finiscano per smarrirsi?152. che Gramsci andava studiato in relazione alla storiadel Pci e persino ovvio>>, in Italia, era non meno vero - per Ingrao - che del <<marxismo-leninismo>> momento cruciale, inconfondibile, e preme a noi esso vi rappresentava<<un cogliere questo momento nella sua originalita, in cio che esso porta di Per cui tutt'altro che inutili erano quegli studi, anche parziali, nuovo>153. anche (accademici>>, persino <eruditi?,che potevanomettere in rilievo quale avesse assunto articolazione reale, non schematica, il <<marxismo-leninismo> in Italia. Specificita del campo culturale e importanza della ?via italiana? erano dunque i punti che Ingrao sembrava voler riaffermarecontro ogni possibilita di appiattimento stalinista e zdanoviano. Un bilancio anche su Gramsci era tentato da Gastone Manacorda e Carlo Muscetta nel riconsiderarei primi dieci anni di vita della rivista che essi Manacorda eMuscetta si lamentavanodi un certo uso dirigevano, <<Societa>>. di Gramsci che era stato fatto da chi si accontentava solo <<di inutili richiami sollecitando <<riferimenti e di comode approssimazioni>>, piu rigorosi>V all'ope L'articolo riaffermavala visione gramscianadi una cultura ra di Gramsci154. non separata:dopo il passo in avanti rappresentatoin questa direzione dalla stagione dell'antifascismo e della Resistenza erano infatti tornati gli antichi e di ripiega difetti, sotto forma di astrattocosmopolitismo (l'<<europeismo>>) mento ?strapaesano?. Centrale era, per Manacorda e Muscetta, un corretto modo di intendere il rapporto con il passato, sapendo ereditare ointegral mente tutto il passato nazionale. La nuova cultura eredita da tutta la storia italiana e dai gruppi in essa storicamentedominanti meriti e colpe, pregi e difetti: la nuova forza egemone, solo possedendo una piena coscienza del passato che e anche suo, perche' e anche presente, struttura del presente, potra adempiere "consapevolmente" al suo compito>>155. II forte nesso fra storia e politica qui messo in evidenza e anche centrale nell'articolo con cui Togliatti recensira, nel 1954, il volume degli scritti gramscianidell'<<Ordine nuovo?, proclamando apertamente il proprio storici
151 e la cultura P.Ingrao, Gramsci 152 Ibidem. 153 Ibidem. i54 Cfr. G.Manacorda-C.Muscetta, p. 1. 155 Ivi, p. 16.

italiana,

in ?Rinascita?,

1953,

n.

10, p.

570.

Gramsci

e l'unit?

della

cultura,

in ?Societ??,

1954,

n.

1,

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700 Guido Liguori smo156. Questo e anche il testo togliattiano che chiude definitivamente la stagione del Gramsci <<grande cosl centrale nella cultura e nella intellettuale>>, politica del partito comunista negli anni della ricostruzione e della guerra fredda, per legarne la figura e il pensiero alla storia concreta del Pci e, in prospettiva, dopo <<l'indimenticabile ai problemi della via italiana al 1956?>, una ripresadella politica piu autonoma e audace anteriore al socialismoxv: 1947-1948, ma anche una sua riconsiderazionealla luce del problema della ((rivoluzionein Occidente>>. Gramsci acquisiradunque, da questomomento, una connotazione per molti versi diversa e nuova, a partire dal monito togliattianoper cui <(gli scritti del carcerenon sono dunque fuori della lotta politica che li precedette; sono parte integrante, quasi incoronamento di essa>>157. Era un passo in avanti fondamentale per rimettereGramsci <<sui piedi>> e aprireuna fase nuova anche nello studio e nella comprensione del
suo pensiero.

156Anche in questo caso mi si consenta il rinvio al mio Tradizione i57 e come azione, Storia come pensiero in ?Rinascita?, P.Togliatti, Gramsci, Roma, Editori Riuniti, 1967, p. 110.

1954,

e identit? di cit. partito, n. 11-12, ora in Id.,

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