Sei sulla pagina 1di 36

Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art.

t. 1 comma 1 NE/UD Tassa pagata/Taxe Perue/Economy/Compatto

E L ADO I C E L 012 P S URO T 9922 1


BOLLETTINO BIMESTRALE DEL SANTUARIO BEATA VERGINE DELLE GRAZIE IN UDINE ANNO XCII, N 944, GENNAIO-FEBBRAIO, 1/2012 ISSN 2039-8247 2,50 (arretrati 5,00; in Italia)

ISSN 2039-8247 > N 944

UDINE BOLLETTINO BIMESTRALE DEL SANTUARIO anno XCII, n 944 .:. n 1, gen-feb 2012
Editore: Basilica Beata Vergine delle Grazie piazza I Maggio 24 33100 Udine UD tel +39 0432 501739 fax +39 0432 26004 redazione@bvgrazie.it http://www.bvgrazie.it Amministratore: p. Cristiano Cavedon osm Direttore responsabile: Stefano Stefanutti : p. Cristiano Cavedon osm, gruppo [Pietro Antonini, Valentina Gonano, Simone Langellotti, Matteo Nunziata, Giada Passarotto, Sara Rizzo, Chiara Turello], Wally Fondi DEste, Paola Di Barbara, Vittorio Amedeo Lestuzzi Nimis, Maria Vittoria Mondini, Tullio Nutta, GrazieCultura [Giuliana Catanese, Laura Clocchiatti, Lucia Giuliani, Andrea Nunziata, Luca Nunziata, Mario Turello] fotografie: Franco Montico, abustef Hanno collaborato a questo numero: Licio Damiani, Giorgio Luzzi, fam. Tea-Saro. Si ringrazia Elio Ciol per aver gentilmente permesso la riproduzione delle sue opere fotografiche. Registrazioni: Tribunale di Udine n 7 del 25/10/1948 Registro Operatori di Comunicazione n 20824 ISSN 2039-8247 Art director: .: ss :. Grafica e impaginazione: [www.libramente.it] Stampa: Litografia Ponte Talmassons, Italia. [www.litoponte.com] Printed in Italy. Offerta abbonamento annuale: Europa 12 Sostenitore amico Europa 20 Estero 30 USD Pagamento abbonamenti: c.c. postale n 291336 intestato a Basilica delle Grazie, Udine c.c. bancario IT42A0200812311000020169898 su Unicredit Banca filiale 3804 (Udine, via Cividale 18) intestato a Parrocchia B.V. Grazie gestione bollettino
Basilica Beata Vergine delle Grazie, Udine, Italia. Tutti i diritti sono riservati. Linvio di fotografie o altri materiali alla Redazione ne autorizza, ma non ne garantisce in alcun modo, la pubblicazione a titolo gratuito sulle testate e sui siti di propriet del o riferentesi allEditore. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, fotografie, disegni o altro non verranno restituiti, anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione pu essere riprodotta in alcun modo, incluso qualsiasi tipo di sistema meccanico, elettronico, di memorizzazione delle informazioni ecc. senza lautorizzazione scritta preventiva da parte dellEditore. Gli autori e lEditore non potranno in alcun caso essere considerati responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati, direttamente od indirettamente, dalluso improprio delle informazioni ivi contenute. Tutti i marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari, che ne detengono i diritti. LEditore, nellassoluzione degli obblighi sul copyright, resta a disposizione degli aventi diritto che non sia stato possibile rintracciare al momento della stampa della pubblicazione.

Madonna delle Grazie

QUADERNO MONOGRAFICO IN OCCASIONE DEL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI PADRE DAVID MARIA TUROLDO OSM (19922012)

SOMMARIO
EDITORIALE

Venti anni

di Stefano Stefanutti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 1
LUOMO CHE VISSE LA CHIESA

padre David e i suoi sogni

di p. Cristiano Cavedon. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 2
LUOMO CHE SCRISSE LA VITA

Il mio percorso con padre David


LUOMO CHE LESSE IL CINEMA

di Giorgio Luzzi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 10

p. David carismatico protagonista dei cineforum


LUOMO CHE RACCONT DIO

di Licio Damiani .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 16

Da una casa di fango: Turoldo e Giobbe

di Mario Turello.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 26
CALENDARIO DEI PROSSIMI EVENTI. . . . . LA FONTANA DI P. DAVID

,: ]zione il 25 gennaio 2012. Questo numero stato chiuso dalla re[dA

www.bvgrazie.it

p. 32

da Mario Blasoni. . . . . . . . . . 3 di copertina

Rinnovate oggi stesso il vostro abbonamento con la speciale offerta 1 rinnovo + 1 in regalo = 20

EDITORIALE

venti anni
di stefano stefanutti
Cari lettori, questo primo numero del 2012 esce un po in ritardo rispetto ai normali tempi edi: il toriali per volere di tutta la 6 febbraio di ventanni fa, nel 1992, scompariva a 75 anni padre David Maria Turoldo, figura discussa ma indiscutibilmente primaria nella cultura, nella societ, nella Chiesa dellItalia del XX secolo. Ci sembrato giusto dedicare a p. David un numero monografico del nostro bollettino, proprio in occasione dellanniversario. Nato nella piccola frazione di Coderno di Sedegliano, penultimo di dieci fratelli, scopre prestissimo la propria vocazione religiosa entrando nellOrdine dei Servi di Maria ad appena 13 anni. Poco dopo, a 19 anni, emette la professione religiosa, mentre a 22 anni pronuncia i voti solenni. Appena due anni dopo, nel santuario di Monte Berico, viene ordinato sacerdote. Si trasferisce quindi a Milano, dove completa la laurea in filosofia presso lUniversit Cattolica. Gli accadimenti di realt lo vedono sempre impegnato in un confronto deciso, duro ma sempre dialettico: collabora attivamente con la resistenza antifascista, istituisce la Corsia dei Servi e sostiene in prima persona il progetto Nomadelfia di don Zeno. Questultimo impegno e le sue posizioni aperte e liberali fanno s che venga per lui suggerita una vacanza di riflessione al di fuori dellItalia: dal 1953 al 1955 p. David viaggia tra lEuropa e lAmerica del Nord conducendo contro ogni superiore proposito esperienze interessanti e arricchenti. Rientra nel 1955 a Firenze per giungere nel 61 presso le Grazie di Udine, dove tra laltro conosce Pier Paolo Pasolini: lincontro di queste due menti produrr capolavori come Il Vangelo secondo Matteo da una parte e Gli Ultimi dallaltra. Nel 64 avvia il progetto della Casa di Emmaus, ristrutturando lex abbazia cluniacense di SantEgidio a Fontanella di Sotto il Monte, in cui propone quello che si pu considerare il primo progetto ecumenico, aprendo gli studi e le riflessioni anche a islamici, ebrei e atei. In tutto questo suo fervore culturale, non vanno assolutamente dimenticate le opere poetiche, che esprimono chiaramente la coscienza inquieta dellautore e gli sono valse numerosi premi nazionali. Purtroppo nemo propheta in patria: e anche p. David non gode di miglior fortuna nel suo Friuli che, questanno, gli dedica poco pi di un silenzio distratto. Speriamo che le voci raccolte in questo quaderno e scelte per raccontare p. David con particolare attenzione, contribuiscano a restituirgli la dimensione e limportanza che merita.
stefano stefanutti
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 1

padre david e i suoi sogni


di p. cristiano cavedon
come un grande sognatore, un grande idealista. Dopo la caduta del comunismo sovietico e conseguente abbandono nel mondo dellideologia socialista-comunista, Turoldo ebbe a dire che senza ideologie non si pu vivere, perch fanno parte dei desideri profondi e dei sogni dellumanit. Anche le ideologie avevano fatto parte dei suoi sogni, da quella di un iniziale sbandamento verso il fascismo, allattenzione verso le sinistre, e soprattutto verso alcuni personaggi della sinistra, tra questi possiamo citare Enrico Berlinguer e Michail Gorbav. Ma al di l delle ideologie, tipiche del suo tempo, Turoldo ha coltivato molti sogni. Ha cercato di realizzarne alcuni, con forte impegno e speranza. Altri, anche se irrealizzabili per lui, li
2|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

LUOMO CHE VISSE LA CHIESA

ra le tante caratteristiche del personaggio Turoldo c certamente anche quella che lo contraddistingue

ha ugualmente indicati come possibili. Cercher di descriverne alcuni. LA CHIESA Il primo e pi grande sogno di Turoldo stato certamente quello di una chiesa viva, credibile, testimone fedele della Parola e del mistero di Dio, libera da ogni condizionamento sia politico che moralistico, e liberante da ogni forma di oppressione, pienamente incarnata ma non soggiogata dalle culture, specie nordoccidentali, ecumenica oltre le fedi, custode dei valori perenni, ricca delle tante testimonianze di fede, di carit, di martirio, ma anche povera delle miserie umane di tanti cristiani. Turoldo sempre stato fedele alla chiesa, una fedelt che gli costata ostracismi ed esili, ma anche riconoscimenti importanti e vitali. Per la chiesa ha sopportato ingiurie, calunnie e avversit. Ma ha saputo an-

che mediare e destreggiarsi nei meandri delle politiche ecclesiastiche. Ha saputo attaccare nei momenti opportuni, ma anche ritirarsi ed attendere stagioni e cieli nuovi, come periodicamente avviene. Ha saputo riconoscere le necessit del momento, le figure e le esperienze che meritavano attenzione, segnalazione e sostegno, ma anche anticipare i tempi senza mai lasciarsi dominare dalle mode di pensiero. Nella comunit di Fontanella hanno trovato spazio e attenzione tutti coloro che cercavano una chiesa dove lo Spirito e la Parola fossero allorigine di ogni forma di vita ecclesiale. LA SOCIET Il secondo sogno di Turoldo che merita una segnalazione particolare certamente quello della societ. Turoldo ha sognato un mondo dove giustizia, libert, democrazia, coscienza fossero veramente valori per tutti. Ha combattuto tutte le forme di dittatura, da quelle del nazismo-fascismo, a quelle dei militari del Sud America, da quelle sostenute dal mondo occidentale in Vietnam e sud est asiatico, a quelle del centro America e dellAfrica. Ha accolto i torturati del Brasile, e ha cantato il martirio di Oscar Romero. Ha sostenuto Rigoberta Menchu come pure i monaci del Tibet. Ha difeso Allende e quanti si sono opposti a Pinochet, non ha mai giustificato alcuna violazione contro la persona e lumanit. In Italia si schierato contro i collateralismi tra cattolicesimo e partiti, in particolare la DC, ma anche il socialismo craxiano non stato amato da lui. Additava come persone da cui guardarsi molti dei personaggi che facevano parte del craxismo. Per lItalia sognava una politica e una societ meno
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 3

inquinata, meno affaristica, non legata alle lobby e ai poteri forti od occulti, pi attenta al bene e al futuro che non alle piccinerie della gestione quotidiana del potere. Sognava una politica fatta da uomini che trasmettevano ideali e prospettive. Mentre vedeva intorno una politica che si preoccupava solo del voto, del clientelismo, e del nepotismo, della pura occupazione del potere, delle battute insulse. Si informava su tutto e su tutti, leggeva criticamente i maggiori giornali, anche la cronaca nera, e sapeva trarre indicazioni che si rivelavano quasi sempre anticipatrici di eventi futuri. Dimostrava un fiuto particolarissimo in questo senso. Quello della societ stato un sogno che a Turoldo ha riservato pi delusioni che altro. Ciononostante si sempre impegnato con presenza critica e coscienza libera. LORDINE Padre David considerato giustamente uno dei frati pi significativi dellOrdine dei Servi di Maria del secolo scorso. Anche tra coloro che non lo hanno apprezzato e stimato in vita, sono tanti quelli che successivamente sono diventati estimatori o anche propugnatori della figura, e ora alcuni di loro hanno cura di presentarsi estimatori anche se
4|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

non lo sono mai stati prima forse per opportunismo, o forse perch si sono convertiti. Si potrebbe dire, se il fatto sincero, che non mai troppo tardi. Turoldo ha amato lOrdine, ne ha diffuso il carisma e i valori, ha celebrato i Sette Santi Fondatori come nessun altro, ha cantato la Vergine in modo sublime. Ha amato i frati, ha accolto tutti coloro che non riuscivano a stare nei conventi troppo chiusi nella loro pace, coloro che cercavano altre strade, coloro che proponevano nuovi tipi di comunit, coloro che erano in crisi, quanti speravano di trovare in lui esempio e forza per continuare nella vocazione. Ha appoggiato e sostenuto per primo la fondazione indiana, ora diventata provincia dellOrdine, ha appoggiato la comunit del Torcello (Casale Monferrato) con la speranza di creare una rete di comunit vive e impegnate. In un certo momento ha anche sostenuto la necessit di dare origine a una nuova provincia dellOrdine: nella provincia di origine, quella veneta che comprende anche la Lombardia oltre alle Tre Venezie, si era creata una situazione molto difficile, di contrapposizione ideo logica e teologica. Per il bene dellOrdine e della provincia se ne era ventilata la divisione, ma non se ne fece nulla, per diversi motivi che esulano da questa memoria.

p. David durante la sua visita in India. anche grazie al suo interessamento, che oggi lOrdine dei Servi di Maria vanta nel subcontinente indiano una nuova Provincia, fertile di vocazioni.

Ogni frate dellOrdine era da lui accolto in modo speciale, considerato fratello a pieno titolo, indipendentemente dallappartenenza alla provincia di origine o dalla situazione personale. Ma p. David conosceva bene anche i suoi limiti, in particolare la sua capacit di condizionare la comunit. Parlando del suo essere in comunit diceva: sono come un elefante dentro una cristalleria.
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 5

A questo proposito ricordo che, durante il mio priorato a Isola Vicentina (1982-1985), varie volte avevo chiamato Turoldo per collaborazioni varie, da lui sempre accettate con molta disponibilit. Un giorno venne lui a cercarmi e a parlarmi di p. Mauro Todde, grande figura di frate semplice, studioso dei Padri della chiesa, uno dei primi divulgatori dei testi di san Cromazio di Aquileia. Frate timido e introverso, molto buono. Turoldo si era accorto che la propria figura e il suo comportamento erano troppo invadenti e pesanti sul povero p. Mauro, tanto da creargli notevoli problemi. Ciononostante p. Mauro rimaneva a Sotto il Monte e conduceva una vita esemplare. Turoldo mi chiese di andare a parlare con questo confratello e di convincerlo a chiedere il trasferimento a Isola Vicentina. Non voleva liberarsi del frate, ma voleva che p. Mauro fosse libero dai suoi condizionamenti. Sentiva quanto pesante era la sua presenza su quel povero frate. Andai a Sotto il Monte, parlai a lungo con p. Mauro, con verit e carit affrontammo tutta la problematica, e alla fine convinsi p. Mauro a chiedere al priore provinciale di essere trasferito a Isola Vicentina. Con grande serenit e gioia sua e di p. David. Ho sempre ammirato p. David per la fedelt e lamore allOrdine. Ricordo quando diceva che tante volte stato in crisi e tentato di abbandonare, quanti giri attorno al convento di san Carlo al Corso (MI) dicendo a se stesso: entro o non entro, entro o me ne vado Ma sempre rimasto. Una vocazione sempre confermata. Turoldo sognava un Ordine che rivivesse lo spirito delle origini, lo spirito di comunit anche se lui era il primo a dire che era il meno adatto per la vita comunitaria, un Ordine che coltivasse lo spirito di nobilt e di grandezza dellanimo, lo spirito di pace e di perdono, lo spirito di rispetto e di difesa dei deboli, lo spirito di sapienza e di intelligenza, lo spirito di servizio e di esemplarit della
6|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

Vergine. Quando interveniva nei capitoli provinciali dimostrava sempre una profonda spiritualit e un esemplare attaccamento alla grande tradizione dellOrdine. Quanto lo amareggiavano invece le storie di abbandono, di miseria, di controtestimonianza purtroppo sempre presenti I GIOVANI Sono stati molti i gruppi di giovani che andavano a cercarlo a Fontanella o che gli chiedevano interventi nei loro paesi. Ricordo in particolare gruppi di Cinisello, di Carate, di Fara dAdda, di Lecco, di Bernareggio, e di tanti altri centri. Turoldo cercava di non mancare mai un appuntamento con i giovani. Poneva su di loro speranze e fiducia. Sapeva che aveva un forte influsso su di loro, ma non lo ha mai usato per progetti personali. Ricordo quando, ripensando ai tempi in cui era assistente spirituale in Universit Cattolica, chiamato in quel ruolo direttamente da p. Agostino Gemelli, diceva che don Giussani gli aveva rubato GS (Giovent studentesca) per fondare successivamente il movimento di CL (Comunione e Li-

p. David riponeva sempre speranza e futuro nei giovani, i quali lo ricambiavano cercandolo e spesso seguendolo nei vari spostamenti tra conventi. A loro, p. David dedicava sempre tempo prezioso.
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 7

berazione). Oppure quando vedeva i vari gruppi che lo frequentavano che, dopo un periodo a volte anche molto intenso e proficuo, si allontanavano prendendo altre strade, diverse da quelle da lui sperate. Cercavamo di dirgli che questo era molto ordinario, anzi che era giusto, ma lui faceva fatica a digerire il fatto tanto da sentirlo dire: mi sfruttano, mi consumano, mi succhiano fino allosso e poi mi abbandonano. Anche se noi gli dicevamo che il fatto di crescere delle persone perch camminassero con le proprie gambe era un antico concetto dei Padri della Chiesa relativamente alla direzione spirituale, per lui era un sogno che veniva meno, e pertanto rimaneva male quando i gruppi di giovani dopo un periodo di intensa presenza e partecipazione lasciavano per intraprendere altri percorsi. Ha inciso comunque su tanti giovani, dando loro ideali, voglia di futuro, fondamenti di dialogo con tutti. LA CULTURA La cultura stata per lui componente essenziale della vita assieme allo spirito e alla carit. Lha vissuta, lha promossa, lha cercata sotto tutte le forme, mai isolata dagli altri aspetti della sua vita: luomo, il mondo, Dio. La sua stata una cultura incarnata e allo stesso tempo oltre. Una cultura che non ha mai tradito n le sue origini, n i poveri, n la Chiesa, n lOrdine, n la sua fede. Una cultura che si nutrita a tante fonti, e che sempre stata aperta a tutte le sollecitazioni, ma che sapeva anche distinguere molto criticamente ci che era valido da ci che non lo era. Una cultura anticipatrice e profetica. Uno dei suoi sogni, che ha visto solo parziali realizzazioni, era quello di creare a Fontanella un centro ecumenico che fosse di vera apertura verso tutte le forme
8|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

Fondamentale, la cultura, per p. David, essenziale nella vita almeno quanto la carit. In questo senso, basilare era per lui il concetto di ecumenismo, molto ampio e sempre presente nelle sue iniziative.

religiose. Per questo aveva avviato la collana di studi ecumenici, aveva accolto frati, monaci e laici di altre chiese cristiane e altre fedi religiose. Viveva di una cultura aperta che si sempre scontrata con tutte le forme di chiusura. LA CARIT Ho lasciato per ultimo questo aspetto perch resti meglio impresso nei lettori, perch uno dei pi qualificanti della vita di p. Turoldo. stato il fondatore della Messa della Carit presso i nostri conventi di Milano, di Firenze, di Udine, oltre ad essere sempre stato attento ai problemi degli ultimi. Si tratta di una forma tipica e originaria di pensare la carit, legata alla celebrazione eucaristica. Turoldo diceva che non si pu celebrare leucarestia senza che questa si esprima in carit, cos a Milano nei primi tempi della ricostruzione dopo la guerra del 1940-1945 inizi, con gli amici laici, a raccogliere offerte durante la celebrazione della santa messa presentando casi di persone bisognose che volevano impegnarsi a ricostruire la propria vita. Una carit pensata per ridare vita e speranza. Tramite questa iniziativa molte famiglie hanno potuto riprendersi dalle disgrazie provocate dalla guerra. Voleva una carit che fosse veramente di aiuto e di condivisione, e non una forma giustificante per coloro che hanno pi disponibilit e sicurezze, voleva una carit che fosse risolutiva dei casi difficili. Allo stesso modo concepiva la misericordia, vista sempre come grande visione di nuove possibilit, sia umane che divine. Per questo nutriva sempre fiducia verso tutti. I suoi sogni erano sempre grandi, vicini e simili a quelli di Dio.
p. cristiano cavedon osm
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 9

LUOMO CHE SCRISSE LA VITA

il mio percorso con il padre david


di giorgio luzzi

o conosciuto il padre David attorno alla met degli anni sessanta. Ricordo bene lemozione

riormente proprio grazie allattrazione compensativa degli opposti. Avevo gi pubblicato su un periodico di Sondrio una recensione a un libro di versi del David e mi presentavo a lui come una sorta di aspirante spalla critica, anche se naturalmente, grazie agli studi letterari poi seguiti a quella specie di errore di giovent che era stato (ma mi aveva garantito un lavoro e un pane) il diritto, i miei strumenti di analisi del quadro testuale turoldiano sarebbero stati destinati ad ampliarsi e ad affinarsi considerevolmente. Fontanella mi folgor, come del resto folgorava chiunque vi arrivasse con cuore pulito e mente trasparente. La

e lapprensione con le quali mi accingevo a incontrarlo per la prima volta, guidato a lui dal padre Camillo in una domenica che credo di primavera, venendo noi dalla Valtellina; e con noi sicuramente qualcun altro, secondo lattitudine di quel grande promotore di amicizie che Camillo stato, oltre che, per quanto mi riguarda, decisivo tra i miei maestri intellettuali. Avevo da poco terminato i non del tutto convinti studi di giurisprudenza, i quali, anzich sedare, facendola virare in altre direzioni, la mia passione per le letterature, la alimentavano ulte-

10|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

persona di Turoldo mi attrasse in uno stato interiore inizialmente duplice, come let mia giovane doveva del resto produrre: fascino umano e intellettuale e un certo mio imbarazzato senso di inadeguatezza di fronte alla notoriet del personaggio. Seppe ben lui stesso come far fluire in concordia e produttivit i rispettivi talenti. In realt la natura fortemente complementare di questa amicizia ne stata, come del resto accade spesso, la sua forza segreta.

Mi spiego. Anche se chi mi conosce sia pure da poco sarebbe portato a non ammetterlo, sono dotato di una natura etica, emotiva, intellettuale propriamente ascetica, fortemente moralistica, estremamente cauta rispetto agli entusiasmi, tenace e responsabile nelle scelte, ma infine anche fortemente antitetica rispetto a quello che definirei genericamente il potere. Sono un uomo che sempre pi si definisce del dopo, spesso avverso al mondo e ai suoi miti, solitario ma con

Labbazia di SantEgidio, a Fontanella di Sotto il Monte Giovanni XXIII (Bergamo).

LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 11

un cuore infinitamente cedevole agli affetti, alle amicizie vere in primis. Per dirla tutta, il memento mori stata fin dalla giovent liscrizione stabile sopra il mio quadro di vita; che questa iscrizione non sia approdata per ora a una mta dentro la convinzione vivente della ulteriorit, credo non escluda la dignit del rispetto per questa mia sostanza interiore. Ebbene, ho limpressione che il David avesse intuito immediatamente quali premesse per una amicizia produttiva e leale potevano risiedere a partire da questo nostro primo incontro. Non parlo di me, parlo di lui, figura anche paterna e sostitutiva in momenti difficili che sarebbero inevitabilmente venuti, nella mia come in tutte le esistenze umane di questo mondo. Come fare per tener testa a un piano di amicizia cos grande e impegnativo? Occorreva far fruttare le diversit. E qui accadde qualcosa di strano, direi qualcosa di raro. Infatti la mia idea di poesia, la mia formazione attiva che si stava sviluppando in quel campo, avrebbero dovuto portarmi su orizzonti molto diversi rispetto al lavoro in versi del David: venivo da una sponda militante, da attenzioni e pratiche di una poesia sperimentale, vicina alle avanguardie, dove il segno precedeva quale elemento di va12|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

p. David durante la piacevolezza di un momento conviviale (per la fotografia si ringrazia la famiglia Tea-Saro).

lore il significato. Linguistica e psicanalisi sono state a lungo il mio consolante nutrimento. E per il fascino di quella
Giorgio Luzzi nato nel 1940 a Rogolo, in Valtellina, e dal 1972 vive a Torino. Poeta, traduttore, romanziere e critico letterario per numerose riviste culturali tra cui LIndice dei Libri del Mese ( membro del comitato editoriale), Limmaginazione, Istmi, Italian Poetry Review, Poesia Rinascita, Bollettario, Il Giornale del popolo di Lugano, ha esordito nella poesia con Nove poesie di Giorgio Luzzi, undici disegni di Eugenio Comencini, edito da Ideal nel 1976. Nel decennio seguente ha proseguito pubblicando con le case editrici LArzan, Cens e Il Bagatto sette brevi raccolte di versi, alcune accompagnate da opere visive. Studioso della poesia italiana del Novecento, nel 1983 ha dato alle stampe per Forum il saggio Poesia in Piemonte nel secondo Novecento, accompagnato dallantologia Poeti del Piemonte, e nel 1987 ha curato il volume Poesie di Andrea Zanzotto, edito da LArzan, e si specializzato nell'analisi della produzione poetica in area milanese e lombarda pubblicando, nello stesso anno, lo studio Poeti della linea lombarda. 1952-1985 (Cens) e nel 1989 lantologia La via lombarda. Diciannove poeti contemporanei (Marcos y Marcos). Con Epilogo occitano (LArzan, 1990) ha riunito in un unico volume l'intera produzione poetica degli anni Ottanta, e dal 1993 si dedicato alla traduzione e allanalisi critica di alcuni fra i maggiori esponenti della poesia francese e tedesca: Rilke, Apollinaire, Prevert, Jammes, Goethe. Collaboratore di numerose edizioni darte e membro di giurie di prestigiosi concorsi nazionali di poesia, ha pubblicato nel 1990 la silloge Mosaico dei rifugi (Crocetti), cui sono seguite Allegretto e dipinto nel 1994 (Galleria Pegaso), Predario nel 1997 (Marsilio), In un bordo declissi, edita da Mugnaini nel 1997 con una incisione di Francesco Franco, e Tala per piet nel 2003 (Scheiwiller). Nel 2005 ha fatto il suo ingresso anche nel mondo della narrativa, pubblicando per LEpos il romanzo La traversata; tre anni dopo uscito il saggio Per una storia della poesia di Paolo Valesio (Gedit). Nel 2009 ha tradotto con Anna Chiarloni La sponda occidentale, di Volker Braun (Donzelli). La sua ultima raccolta di poesie, Sciame di Pietra, stata pubblicata nel 2009 per Donzelli.

poesia impetuosa e diretta, tutta puntata sui significati, retoricamente universalistica, a tratti popolare ma spesso piena di tranelli ermeneutici, ebbene questo fascino non mollava la presa, mi insidiava come lopposto che ci fa balenare la propria immagine e mette in crisi la nostra, ritenuta a una sola dimensione. Quale fu la risposta del David poeta a questa contraddizione? Posto che egli mi aveva ben presto per cos dire adottato come consulente critico, mi fu a un certo punto ben chiara una cosa, e cio che egli stesso intendeva aggiungere un nuovo elemento di crisi circa la sua scrittura. Non per modificarla, si badi, ma per far s che essa fosse presentabile consapevolmente assieme a altri modi e tendenze e stili del far poesia nei lavori circostanti. Credo appunto di avere agevolato in lui la crescita di coscienza dellappartenenza a una categoria. Aveva una intelligenza allapprendimento rispetto alla quale non ho forse mai conosciuto luguale. Ricordo che, in una conferenza tenuta a Torino su san Francesco dAssisi, parl con totale padronanza e disinvoltura, ma anche con un fascino rinnovante, di un saggio semiologico assai
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 13

specialistico e arduo sul poeta assisiate, che allora circolava in una collana eletta e accademica. Glielo avevo fatto avere io giorni prima. Ne parl come si discute un teorema, cos, senza supponenza e senza soggezione. Quella scienza del linguaggio che era il mio mito (entro essa mi sono stabilito in forme sempre rinnovate) diventava nella sua voce fuoco vivo, esistenza circolante, esperienza di relazione. E tutto ci senza che venisse meno la padronanza per cos dire tecnica degli specialismi. Quello che

era per me un obiettivo da conquistare, una meta di prestigio e di promozione, diventava nella sua voce, quella sera davanti a una sala attenta e quasi commossa, anima e vita e calore; e tutto ci senza che venisse meno il rigore della comunicazione. Questo avveniva appunto davanti a una platea folta e acclamante. Fui fiero e commosso di poter vantare anche pubblicamente unamicizia di quel livello. Da un certo punto in poi non ci fu libro suo di poesia che non portasse la traccia segreta delle amore-

14|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

voli e leali, ma anche intransigenti, forche caudine che avevo cercato di erigere contro il troppo e il vano che talvolta assediavano lesuberanza poetante del David. Qui lui era estremamente resistente, nel senso che tutto ci che aveva scritto gli era connesso come ogni opera esistenziale e come tale egli tendeva a considerarlo distinto e necessario. A mia volta cercavo, spesso animatamente, di ricondurlo alla misura testuale, al riconoscimento di gerarchie di riuscita tra una poesia e laltra, alla stoica rassegnazione rispetto alla caduta di qualche foglia ingiallita dalla propria pianta. Aveva una dialettica tale da neutralizzare lavversario. Qualcosa mi concedeva, ed era spesso come se mi faces Una tipica espressione di felice compiacimento di p. David (per la fotografia si ringrazia la famiglia Tea-Saro).

se un favore, un attestato di stima e gratitudine. Fu grande anche nel fare questo, come in ogni altra sua manifestazione di collegialit professionale e di amicizia distributiva. Qui comincerebbe il David degli esterni condivisi con me, della vacanza e dello svago, della tavola e delle confidenze, dei cori da parte sua stonati e possenti, dei viaggi nel suo Friuli e della emozionata visita a Zanzotto a Pieve di Soligo e della commovente visita a Marin a Grado. E delle visite alle ville venete. E dellultimo viaggio, dalla clinica ai funerali grandiosi e commossi in san Carlo a Milano. Credo per concludere che Mie notti con Qohelet, che egli fece appena in tempo a toccare sul letto ormai di morte, rimanga una testimonianza pressoch unica in Italia di elevazione della poesia a genere tragico, senza sottoporsi a barriere n etichette n dissertazioni retoriche: nella reale, palpabile povert della poesia oggi in Italia, una rilettura specialistica di questo poema dovrebbe essere urgente e necessaria.
giorgio luzzi

LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 15

padre david carismatico protagonista dei cineforum


di licio damiani

LUOMO CHE LESSE IL CINEMA

nimpressione di smagliante nitore suggerivano nel film Gli Ultimi i paesaggi friulani di

va il cineforum organizzato dal Circolo culturale San Carlo. Le immagini suscitavano in me la struggente nostalgia dei luoghi familiari che avevo lasciato. Allinizio degli anni Sessanta ero andato a lavorare a Como nellufficio stampa dellAssociazione Italiana Fabbricati Seterie e spesso, la sera, mi recavo nella metropoli lombarda per assistere a qualche prima cinematografica importante, agli spettacoli di Giorgio Strehler, di Orazio Costa, di Virginio Puecher al Piccolo, di Paolo Stoppa e Rina Morelli al Manzoni, oppure al Teatro Nuovo e allAngelicum. Il rettore del convento di

prati, di colline morbide dominate sullo sfondo, pasolinianamente, dalla cerchia di aeree trasparenti montagne, di campi scanditi dai gelsi, di villaggi, di scorci aspri e di misere case di sasso, di cortili movimentati da lignei ballatoi ornati da festoni di pannocchie. Vidi per la prima volta il racconto cinematografio scritto da David Maria Turoldo e diretto da Vito Pandolfi a Milano, nella sala di proiezioni del convento dei Servi di Maria di San Carlo al Corso, dove ogni luned si tene-

16|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

San Carlo, padre Filippo Maria Berlasso, che avevo conosciuto a Udine al cineforum della Basilica delle Grazie, mi aveva invitato a collaborare con la sezione cinema della parrocchia milanese dei Serviti. Un cenacolo culturale vivace, frequentato da giovani e da personalit della cultura tra le quali primeggiavano, con Turoldo, Ermanno Olmi, ai primi passi nella regia, e il suo amico Soffientini, produttore dei primi lungometraggi di Olmi. In quegli anni il cineforum, oltre a svolgere una funzione socializzante, di confronto e di dialogo tra posizioni ideologiche diverse, costituiva una palestra formativa o forse, addirittura, di alfabetizzazione per la lettura da parte del pubblico anche meno preparato dellopera cinematografica sotto laspetto sia dei contenuti che este Milano, San Carlo al Corso: la basilica ambrosiana dei Servi di Maria tra le cui mura si svolse intensa lattivit di p. David, tra cui il cineforum.

tico. La funzione del presentatore e conduttore del successivo dibattito diventava determinante. Egli proponeva interrogativi, suscitava domande, riflessioni, approfondimenti. Svolgeva, insomma, una funzione maieutica. E le discussioni continuavano animate anche al termine degli incontri. Dunque, la proiezione de Gli Ultimi a San Carlo. Cera Turoldo, ingolfato in unampia mantella nera, segnato come da unombra di corruccio e di nascosta emozione. Il suo atteggiamento, apparentemente discosto, ma attentissimo allo svolgersi delle sequenze, ne rispecchiava il ritratto delineato da Elio Ciol, che aveva seguito la lavorazione come fotografo di scena: Padre David cercava, quando poteva, di non intervenire nelle riprese. Si vedeva per un miglio lontano che ogni tanto soffriva e si agitava, camminando su e gi e non solo per il freddo. Cera comunque una collaborazione con Pandolfi e lo stesso Pandolfi si rivolgeva spesso a Turoldo per consigli.
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 17

Elio Ciol, fotografo di scena de Gli Ultimi.

A questo proposito sia detto per inciso non pare giusto limitare lapporto di Pandolfi a quello di pur valente collaboratore di Turoldo. A lui va il merito non soltanto della salda direzione degli attori, tutti improvvisati, ma, soprattutto, delloriginale impianto stilistico, in forte anticipo sui tempi. Si pensi soltanto allarticolazione nervosa, per folgorazioni ellittiche, per scorci e stacchi netti, per coaguli sintetici, che in quegli anni veniva introdotta in Francia dai registi della Nouvelle Vague, ma che fu
Vito Pandolfi, regista, sul set de Gli Ultimi.

adottata in Italia dopo il 1970. Tornando allanteprima privata, vi erano stati invitati pochi animatori del cineforum. Il silenzio sospeso nella sala era rotto soltanto dal parlato rombante, eccessivamente letterario ed enfatico, del frate-poeta che dava voce al padre contadino di Checo, il fanciullo protagonista nel quale era adombrata una qual memoria autobiografica dellautore del soggetto e della sceneggiatura (quanto pi adeguato e naturale sarebbero stati luso, o almeno le cadenze, della lingua friulana!).

Checo e lo spaventapasseri, silenzioso ma fondamentale coprotagonista de Gli Ultimi.

Limpressione dei radi spettatori era come di sbigottimento davanti alla forza di alcuni episodi: la cena frugale di Checo e dei genitori intorno alla tavola di assi sconnesse, senza tovaglia, sulla quale erano luministicamente evidenziati il tagliere con la polenta, la terrina di radicchio, i piatti poverissimi, a delineare una condizione grama vissuta in modo eroicamente dignitoso; il fantoccio-spaventapasseri che incarnava nei sogni del fanciullo fantasie, paure, ossessioni; il trasloco con il carretto di masserizie nel fatale San Martino dei fittavoli; la corale grandiosit liturgica della veglia funebre, con la folla dei paesani che, nel tumultuoso chiaroscuro notturno traforato di luci, affollavano il cortile e sfilavano sul ballatoio

18|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

della casa del defunto. E quei contadini dai volti consumati e angolosi, avari di gesti e di parole, impacciati e duri nei movimenti propri di chi vive, nella continua preoccupazione del domani, un presente intessuto di fatica e di pena; e quelle donne nerovestite, lo sguardo velato dombre rassegnate, puro e bianco come un rivo dacqua fra i sassi.

Fu Turoldo a presentare in unaltra anteprima, sempre a San Carlo, Il posto, lungometraggio desordio di Olmi, premiato dallOCIC il Centro cattolico di cinematografia alla Mostra di Venezia del 1961. Avevo assistito, insieme a padre Berlasso e a Soffientini, ad alcune riprese alla stazione delle Ferrovie Nord della Bovisa dove, in una sera che per me assunse i contorni della magia, venne girata la sequenza del trenino con il quale, in unalba invernale, il giovanissimo protagonista doveva raggiungere

Il momento della cena ne Gli Ultimi.

LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 19

Milano per assumere il lavoro al quale aspirava. Successivamente avevamo accompagnato la troupe di Olmi alla Casa di riposo degli artisti, utilizzata per ambientare la squallida e patetica festa aziendale. Olmi disse in sostanza Turoldo autore singolare che ha trasferito nel film non le fasi di una storia o lelaborazione di una testi precostituita, ma il colloquio interiore, piano, profondo, sincero, con personaggi semplici e umani. Una pittura dambiente e il disegno di un mondo giovanile sano al quale egli sentiva di appartenere non soltanto per origini, ma, soprattutto, per atteggiamento spirituale. Quasi unidentificazione dellautore con i personaggi rappresentati. Con linguaggio figurato e intensamente emotivo il frate-scrittore si addentrava nel fondo amaro dellopera. Dopo aver accennato agli entusiasmi iniziali del ragazzo sottoposto a esami attitudinali, attento alle prescrizioni e alle raccomandazioni del capoufficio, affabile nellincontro con i colleghi, disponibile e impegnato durante lattesa del passaggio da fattorino a impiegato, il film descriveva con dolente espressivit la lotta finale per la conquista della scrivania lasciata libera in seguito alla morte di chi in precedenza la occupava, fino alle inquadrature conclusive: il ragazzo aveva conquistato il posto agognato, ma il suo sguardo si era fatto come perso e intimorito. Si delineva anche per lui un futuro da travet. Il commento turoldiano era orientato a denunciare il carattere illusivo del tanto conclamato miracolo economico, che sarebbe sfociato in una dinamica consumistica per niente rispettosa delle autentiche istanze della persona umana. Tra gli altri film presentati da Turoldo a Milano ricordo, ancora, La strada e Il bidone di Federico Fellini, Ivan
20|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

Scatto sul set de Il Posto di Ermanno Olmi.

La locandina de Il Bidone di Federico Fellini.

il terribile con il seguito La congiura dei boiardi di Sergej Ejzentejn, Ombre rosse di John Ford, Le notti bianche di Luchino Visconti. Turoldo defin La strada singolare opera picaresca e poetica che, seppur appesantita da voluti simbolismi, conserva sincerit e freschezza esaltando il valore di ogni vita umana. Il bidone a suo giudizio raffermava la concezione individualistica e irrazionale del grande re Clip da Ivan il terribile di Sergej Ejzentejn

gista riminese, per il quale alluomo non dato di comunicare con gli altri se non affidandosi allimmediatezza dei sentimenti, al candore, allinnocenza. Linquietudine dello zar Ivan, avvicinato ai grandi personaggi di Shakespeare e Dostoevskij sosteneva linquietudine di chi, al di l di un titanismo di aspirazioni e dimpulsi, sente la propria finitezza. La presa di coscienza dei limiti oltre i quali il titanismo non pu andare, senza divenire velleit impotente, precipita il personaggio in una disperata solitudine. La saga, iniziata con accenti di pronunciato ottimismo nei confronti dellideologia marxista, termina in tragedia intima e irresolubile, in aperta confessione di sfiducia e di dolore. A proposito di Ombre rosse Turoldo disse che Ford amava i suoi personaggi perch amava gli uomini per come sono, per quanto hanno di naturale e di spontaneo, e condannava falsit e grettezze. A una siffatta concezione morale rispondeva lo stile sobrio e realistico del film. Ogni immagine aggiungeva costrui ta in funzione dellelemento umano e una malinconia tenera di silenzi, sospesa in un ardere vibrante dattesa, scandisce il ritmo narrativo che finisce per esplodere in movimenti concitati. E ne Le notti bianche, ispirato alla celebre novella di Fdor Dostoevskji reintepretata con spirito moderno, Visconti precisava Turoldo aveva
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 21

La locandina di Ombre Rosse di John Ford. Il regista Luchino Visconti al lavoro sul set di produzione.

Clip da Le notti bianche di Luchino Visconti.

inserito i personaggi in una irreale citt di sogno costruita interamente in studio, incarnando nel protagonista il dramma dei piccolo borghese che cerca di evadere dalla solitudine, dalla meschinit, dalla tetraggine attraverso la purezza del sentimento e lillusione dellamore. Dal film aggiungeva emana liricamente una profonda e amara stanchezza che il barocco svolgersi delle immagini tenta di celare. Verso la fine degli anni Sessanta, rientrato a Udine, ripresi a frequentare il cineforum delle Grazie nel mitico Cinema Roma, punto di riferimento per lintera citt. Fra i presentatori, oltre a me, cerano Ezio Franz, avvocato, Bruno Damiani, che ho ritrovato diversi anni dopo collega giornalista alla Rai, Adriano Cossio, avvocato, insegnante e accanito cinefilo, il funzionario dellUfficio del Tesoro, Tessitori. Ogni qual volta Turoldo rientrava in Friuli accettava volentieri di condurre una serata al Roma, diventandone il protagonista assoluto. La gestualit teatrale, la voce sonante, affascinavano luditorio, pur se non mancavano contestazioni alla sua visione progressista, poco digeribile in una citt ideologicamente ancora rinserrata in se stessa.

22|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

Introducendo Vincitori e vinti diretto da Stanley Kramer, su un processo celebrato nel dopoguerra da un tribunale americano contro quattro magistrati nazisti, sostenne che i valori morali non si difendono soltanto sulle barricate o nei tribunali, ma devono essere anche difesi nel silenzioso servizio reso dalla comunit. Ogni cittadino rispetto allo Stato, ogni uomo rispetto ai fratelli e a se stesso, ha un contributo davvero religioso da offrire: quello che garantisce dignit allesistenza e contro il quale nazionalismo, razzismo, statolatria, dittatura sono destinati a infrangersi. Dimenticare le colpe di chi ha peccato contro la dignit umana non falso sinonimo del doveroso perdono cristiano, ma vile camuffamento di acquiescenza a vergognose bandiere. Commentando i personaggi dellEclisse di Michelangelo Antonioni, inariditi nei valori pi profondi, incapsulati nellimpotenza e nellinerzia, incapaci di stabilire rapporti sostanziali, osserv che a contrappuntare le loro vicende era la Borsa Valori, vista come tumultuoso tempio della materializzazione delluomo, dove tutto violento e gridato, e lindividuo, schiacciata dal rullo compressore del denaro, vale solo per i titoli azionari che riesce a intascare. Radicale profondit ebbero i suoi commenti a un ciclo di film religiosi. Nel Diario di un curato di campagna di Robert Bresson, tratto dal romanzo di Georges Bernanos, il soprannaturale rilev investe lanima del protagonista nel momento conclusivo di una tensione esistenziale che altrimenti si smarrirebbe in angoscia senza speranza, trasformando il disgusto per la preghiera, la debolezza, lindecisione, lincapacit pastorale, in sacrificio innalzato alla dignit della Croce. Il film, attraverso i vari episoLA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 23

Max Schell e Richard Widmark in una scena di Vincitori e vinti di Stanley Kramer.

Alain Delon e Monica Vitti protagonisti de LEclisse di Michelangelo Antonioni. Diario di un curato di campagna diretto da Robert Bresson.

di o, pi esattamente, le diverse frasi in cui si articola, ha ununit interna, intrinseca alla materia di rigorosa analisi psicologica resa con linguaggio sobrio, essenziale, che fruga attraverso i volti nellanima dei personaggi e ne porta in luce i pensieri e gli affanni pi reconditi. Il soprannaturale era invece sentito in Dio ha bisogno degli uomini di Jean Delannoy opera oggi del tutto dimenticata come forza misteriosa che infonde nellanima dei pescatori bretoni unardente e insoddisfatta brama di s e spinge il sacrestano fino alla sacrilega consacrazione dellostia. Il film sottoline Turoldo affrontava le problematiche religiose con spirito ecumenico, citando La terra trema di Visconti. Infine di Francesco giullare di Dio, diretto da Roberto Rossellini, il frate-poeta elogi il misticismo straordinariamente vibrante sotto il profilo poetico, reso con lnguaggio di soave e spontanea agiografia neorealista. La presentazione, la sera del 12 dicembre 1969, dellopera di Florestano Vancini Le stagioni del nostro amore si svolse in un unatmosfera di gravissimo turbamento. Circolavano notizie ancora confuse sullattentato compiuto la mattina a Milano nella Banca dellAgricoltura, con decine di morti e moltissimi feriti. Le voci ufficiali attribuivano la responsabilt dellatto criminoso
24|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

La strage nella Banca dellAgricoltura di Milano : lesplosione avvenne il 12 dicembre 1969 alle ore 16.37.

Roberto Rossellini sul set di Francesco giullare di Dio.

agli anarchici. Lintroduzione di Turoldo fu breve. Ricord che il soggetto e la sceneggiatura, scritti dallamico Elio Bartolini, esprimevano lo straniamento del giornalista ex partigiano tornato nella nata Mantova adagiata in un torpido benessere economico dimentico dei ricordi eroici della Resistenza: sorta di autoritratto dunintera generazione invecchiata nel modo peggiore, che aveva provocato in Italia forti polemiche, soprattutto a sinistra. Prendendo lo spunto dal film lanci uninfuocata requisitoria contro i responsabili dellattentato, sment la tesi della pista anarchica e attribu lo scempio

alle trame della destra estrema. Unintuizione al momento ardita, contro la quale insorsero in sala alcuni conservatori. Lei pretende di sapere pi delle autorit. un presuntuoso cattocomunista!, gridavano. Turoldo, per tutta risposta, tuon contro quella che, per primo, defin strage di stato. Ne usc un acceso parapiglia verbale. Turoldo, agitando il braccio alla Savonarola, preannunci tentativi terribili di sovvertimenti istituzionali e sociali. Venne deriso. La sua profezia, poco tempo dopo, purtroppo si sarebbe dimostrata veritiera.
licio damiani
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 25

LUOMO CHE RACCONT DIO

daunacasadifango:

turoldoe giobbe
di mario turello
oche settimane dopo la morte di Turoldo, avvenuta il 6 febbraio del 1992, usc da Garzanti

del Libro di Giobbe e, simmetricamente, tra due brani in prosa: luno dello stesso Turoldo, laltro di Joseph Roth, da La ribellione. La pagina ricavata dal romanzo di Roth un esempio di contesa irriducibile e blasfema con Dio: gli stessi argomenti di Giobbe, ma senza resa, senza adorazione. Turoldo se ne serve a rinforzo, per via negativa, delle sue ragioni per Giobbe: Io sono ritornato a Giobbe, perch non posso vivere senza di lui, perch sento che il mio tempo, come ogni tempo, quello di Giobbe Io ritorno a lui, perch da lui ricevo lunica soluzione possibile della mia vita: il diritto a disperare. di Giobbe la Disperazione come categoria della Ragione, come evento positivo e provvidenziale.

la sua ultima silloge poetica, Mie notti con Qohelet. Oltre alle liriche ispirate al libro dellEcclesiaste vetta ed abisso della Bibbia cui sintitola, la raccolta comprende due sezioni di meditazione poetica sul Cantico dei Cantici (La divina allegoria)

e sul Libro di Giobbe, questultima articolata in due gruppi: E con Giobbe, in attesa della Pasqua e Dalle ceneri di Giobbe. dunque nel nome del Grande Paziente che si chiude il canto di padre David. Un vero e proprio poemetto per struttura, articolazione e progressione, E con Giobbe, in attesa della Pasqua incornicia sette poesie tra il prologo e lepilogo
26|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

Ebbene, quella pagina, ancor pi sconvolgente, nella sua apparente assurdit, di quella di Roth, ripresa, immutata dopo quarantanni, dallopera forse meno conosciuta (pubblicata nel 1951, non mai pi stata riproposta) di Turoldo, Da una casa di fango, confronto col Libro di Giobbe del frate allora trentacinquenne, nel mezzo del cammin di nostra vita (lettura, la sua, non esente in profondo da suggestioni dantesche ma umana la Divina Commedia!). Era allora, Turoldo, assistente di Filosofia teoretica allUniversit di Urbino: ed , Da una casa di fango, il suo
Joseph Roth (18941939), autore del dolorosissimo Giobbe: storia di un uomo semplice.

libro pi rigorosamente speculativo, il pi finemente argomentato, eppure inteso alla confutazione delle pretese, degli abusi e delle fallacie della ragione. Tre anni prima aveva pubblicato la sua prima raccolta, Io non ho mani, e di Giobbe fece proprio il canto come forma superiore di discorso teologale ultrarazionale (ma destinato infine a spegnersi anchesso, nellascolto della rivelazione pura). E poich in Giobbe si identific come nel campione delluomo che chiama Dio in giudizio, a rendere conto del male e della sofferenza degli innocenti, tra teomachia e teodicea, da allora la sua contesa con Dio ebbe espressione privilegiata nella poesia, essa stessa gi, insufficiente ma certa, soluzione al mistero del dolore: qui, davanti a questa voce eterna, deve ognuno sentirsi convinto come la Poesia sia figlia del dolore e come nella vita non ci sia nulla che la possa eguagliare; e come essa sia la pi grande speranza e loccasione pi alta di salvezza, il solo discorso gradevole allInfinito. Turoldo ravvisa allinterno del Libro di Giobbe un itinerarium in Deum simile a quello della Commedia: nel poema di Dante la progressione quella che va dalla
LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 27

filosofia alla teologia alla mistica, nel libro biblico i tre amici di Giobbe rappresentano la ragione umana che, incapace di costringere la dismisura divina entro i limiti della logica, degenera in vuota retorica e in malevola invettiva; il giovane Eliu il discorso religioso, fideistico, che inizia (n deve farlo prima!) quando non ha pi parole il raziocinio, e che a sua volta cede a quello divino della Rivelazione. Sar lincarnazione lultima parola: e non pu, il cristiano Turoldo, non leggere il Libro di Giobbe anche come preludio al Cristianesimo. Ma neppure pu non constatare che il Dio che si manifesta a Giobbe non risponde alle sue domande, alle sue accuse; conferma appena il sillogismo che fa del dolore, nella sua inesplicabilit, la prova di uninsondabile trascendenza in cui il male di questo mondo e la giustizia divina non sono contraddittori.
William Blake, (17571827), Satana infligge le piaghe a Giobbe.

28|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

Riconosce dunque che il discorso di Dio per ora altro scopo non ha se non di ridurre al silenzio luomo, tacitandolo con la grandezza e la mostruosit della creazione. E come Giobbe tace, e ci invita allascolto mistico di Dio nascosto in noi stessi: non sarriva al vero Dio senza il totale annientamento dellio. Conclusione parenetica, theologically correct e siamo sinceri deludente. Davvero si accontent Giobbe della cratofania diversiva di un Dio reticente? Davvero ne era persuaso, Turoldo? Quanto al primo, vi sono esegeti che leggono il discorso finale di Giobbe in chiave ambigua, se non decisamente ironica (si pu essere disperati e pii; perch non anche pii e sarcastici?); quanto a padre David, arrischio. La terza lirica di E con Giobbe, in attesa della Pasqua annuncia nel titolo una Verit volutamente taciuta. Leggiamola insieme: Ora perdonagli, o Giobbe, e canta: il piccolo dio degli amici certo non giova, ma ugualmente inutile il dio del turbine e delle valanghe? Mimpaura la verit volutamente taciuta: il sospettato accordo di Lui e dellAltro, del nero Vagabondo:

segno che di necessit il Male perch siano complete le ragioni dellEssere. Questa, la vera conclusione, che Giobbe sospetta, che induce dalla propria innocenza (e che i lettori troppo o troppo poco pii rimuovono: ma lo sanno che comincia, il dramma, con Dio che accondiscende al tentatore); Turoldo lo ammette dopo quarantanni, pi provato e pi forte nella fede. Si corregge la conclusione per ora, e si salda a quella proposta da Jack Miles nella sua straordinaria biografia di Dio, nellottica conclusa del Tanakh (la Bibbia ebraica, definita con lacronimo di Torah: insegnamento, Neviim: profeti, Ketuvim: scritti, sequenza diversa da quella del canone veterotestamentario cristiano, che sposta i libri profetici alla fine): non Giobbe viene messo a tacere, ma Dio stesso che da allora, sino alla fine del Tanakh, non parla pi. Giobbe ha vinto. Il Signore ha perso. Ma la sconfitta, paradossalmente, ha salvato il Signore dalla demonizzazione o dallirrilevanza il Signore si piega, in certo modo, alla caratterizzazione di Dio fatta da Giobbe, abbandona la scommessa fatta con il diavolo e, dopo un vano tentativo di ridurre Giobbe al silenzio, fa espiazione per il torto commesLA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 29

so raddoppiando loriginaria fortuna di Giobbe. Dunque, Giobbe potrebbe aver salvato il Signore da se stesso Sarebbe piaciuto, il libro di Miles, biografia paradossale, scandalosa, del personaggio-Dio veterotestamentario, al Turoldo che, se in seguito e fino alla morte avrebbe proseguito la propria frequentazione biblica per via poetica, sino alla riscrittura e alla traduzione, gi in Da una casa di fango si accost al Libro di Giobbe come a un capolavoro letterario, al punto da risolvere in termini di necessit estetica anche quanto farebbe problema allo scritturista (si veda ad esempio come liquida il problema del mancato intervento di Baldad nelle terza disputa). E letterariamente pregevole il suo commento, sin dalla struttura che evolve in parallelo a quella del testo (nella traduzione di Alberto Vaccari, occasionalmente posto a confronto con quella del Tintori) in un gioco di mimesi-differenziazione che di per s assume valore interpretativo, e nello stesso tempo riflette le sue reazioni, fino allinsofferenza (paziente Giobbe anche coi suoi interlocutori: non Turoldo!). A me molto piace, ad esempio, che dopo quattro conclusioni, la quinta, quella davvero conclusiva, non sia pi di Turoldo, ma la stessa del testo biblico, a indicare perfetta convergenza tra Scrit30|LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012

Quanto Giobbe c nella ribellione del piccolo Checo che, rabbioso, scaglia i sassi contro lo spaventapasseri?

Gregorio Magno, Moralia su Giobbe, folio 41r.

tura e commento, tra parola di Dio e atto di fede. Ancora si veda come, nonostante i propositi di non farsi distrarre dalla bellezza del canto di Giobbe, irresistibilmente Turoldo la sottolinei e la faccia propria, progressivamente sostituendola alla dialettica, alla sofistica, alla retorica di Elifaz, Baldad e Sofar, emulati e battuti con le loro stesse armi, e allo stesso discorso religioso di Eliu. Ed ecco che soprattutto i commenti in nota erompono spesso negli accenti familiari ai lettori di Turoldo poeta. Non che egli si esima da unanalisi anche minuziosa dei contenuti, sino a cogliere i pi piccoli indizi di qualche peculiarit, di qualche originalit di pensiero di portata stori-

co-religiosa o teologica: eccolo chiedersi se non si presenti qui la novit di un concetto decisamente spiritualistico e trascendente della Divinit, e scrutare commosso nella fede disperata di Giobbe gli indizi di unidea di aldil, di vita ulteriore Voglio infine ricordare unaltra delle ragioni per Giobbe di Turoldo, dichiarata soltanto in premessa, ma ancora! altrettanto importante delle altre: il fatto che Giobbe non un israelita: documento avanti lettera per una santit extra ecclesiam documento che depone subito per una liberazione dal concetto di qualsiasi monopolio nei riguardi e di Dio e degli uomini.
mario turello

LA MADONNA DELLE GRAZIE, gen-feb 2012 | 31

BREVE CALENDARIO DEI PROSSIMI EVENTI:


gi ve do lu ma sa do ma ve sa do 02 feb 03 05 06 07 11 12 14 17 18 19 presentazione del Signore. Candelora: a tutte le Messe, benedizione dei ceri. memoria del beato Gioacchino da Siena osm. ore 18: memoria di san Biagio protettore delle gole e benedizione delle gole. 5 domenica del tempo ordinario. anniversario della scomparsa di p. David M. Turoldo osm; inizio delle celebrazioni turoldiane presso la basilica Beata Vergine delle Grazie di Udine e solenne inaugurazione del nuovo Centro Culturale delle Grazie (ex Cinema Roma) vedi box. ore 9: santa Messa presso la chiesetta di san Antonio. memoria della beata Vergine di Lourdes. 6 domenica del tempo ordinario. festivit di san Valentino (vedi box apposito). solennit dei Sette Santi Fondatori dellOrdine dei Servi di Maria. ore 18.30: celebrazione solenne con la partecipazione dei religiosi e del clero. GrazieCultura: ore 17: per il ciclo Mistica 2012, il prof. Sergio Foti parler sulla figura del poeta e mistico Rumi, fondatore della comunit dei Dervisci rotanti. 7 domenica del tempo ordinario. Solennit esterna dei Sette Santi Fondatori. Memoria di santa Elisabetta Picenardi osm. ore 17: concelebrazione solenne; la liturgia sar animata dal Coro di San Cromazio. Le Ceneri. Ore 18.30: celebrazione comunitaria. Giornata di astinenza e digiuno. venerd di quaresima, giornata di astinenza. 1 domenica di quaresima.

me 22 ve 24 do 26

INAUGURAZIONE DEL NUOVO CENTRO CULTURALE DELLE GRAZIE e CELEBRAZIONI TUROLDIANE


luned 6
ore 10.30: solenne inaugurazione e taglio del nastro alla presenza delle autorit civili e religiose. Modera Simonetta DEste di Free Tv.

marted 7
ore 17.30: concerto del Meridian Sax Quartet del Conservatorio J. Tomadini di Udine

mercoled 8

ore 18: in collaborazione con GrazieCultura, per il ciclo Mistica 2012, il prof. Marco Vannini ore 20.30: concerto dei parler su Cos la solisti del Ventaglio mistica? Mistica oggi: dArpe forme e figure ore 20.30: spettacolo di (in collaborazione con letture turoldiane con lAssociazione Amici ore 21: proiezione del il critico Giorgio Luzzi, della Musica di Udine) film Terra Madre gli attori Werner Di Dodi Ermanno Olmi, nato e Sandra Cosatto; ore 22: concerto della presentazione a cura di intermezzi musicali a The Groove Factory Max Plett (Presidente cura del Quartetto del Slow Food FVG) Liceo J. Stellini di Udine

Tutti gli eventi si svolgono presso il nuovo Teatro allinterno del Centro Culturale delle Grazie e sono ad ingresso gratuito fino al raggiungimento della capacit massima dei locali.

luned 13 ore 16.30: benedizione del pane, dei ceri e delle chiavette votive ore 17: santa Messa ore 18: presentazione del volume San Valentino in borgo Pracchiuso a Udine. Piccola guida storico-artistica a cura di Lucia Giuliani. Nel Salone Sette Santi Fondatori del chiostro della basilica. ore 21: concerto di San Valentino. Rassegna corale nel nuovo Auditorium. marted 14 ore 9.30: santa Messa ore 10: nel foyer del nuovo Auditorium, laboratorio e mostra artistica a cura dellUTE Paolo Naliato di Udine ore 10: nel cortile della parrocchia esposizione dei lavori manuali dei ragazzi del CSRE urbano di via Diaz. ore 11: santa Messa animata dal coro La Fontanute di Molin Nuovo ore 17 (circa): sfilata del Gruppo Medioevale di borgo Pracchiuso ore 18: santa Messa celebrata dallarcivescovo S.E. Andrea Bruno Mazzocato e animata dal coro Arrigo Tavagnacco di Manzano. (se non diversamente specificato, tutti gli eventi si tengono presso la chiesetta di san Valentino in via Pracchiuso a Udine)

San Valentino 2012

LA FONTANA DI P. DAVID
il giornalista Mario Blasoni che ci svela questo particolare monumento a p. David: che risale al 1961, quando Turoldo prima di trasferirsi a Sotto il Monte, il paese di Papa Roncalli era soltanto un predicatore molto seguto che la domenica riempiva di fedeli le navate della Madonna delle Grazie (era il periodo in cui, col regista Pandolfi, girava il film Gli ultimi, che lo avrebbe reso famoso). Nel 61, dunque, il Comune di Udine stava realizzando larea verde sulla roggia, accanto al santuario, e il frate si fermava spesso a parlare, e a scherzare, con gli operai e gli artigiani al lavoro. Tra questi si trovava lo scultore Giovanni Patat di Artegna, impegnato a realizzare una piccola fontana lungo il muretto di cinta. La insistente presenza di Turoldo, forse qualche sua battuta salace, deve aver indotto i suoi interlocutori a fargli una specie di scherzo: Patat ebbe lincarico di effigiare, nel musone che stava scolpendo, proprio il frate. In modo da condannarlo a sgorgare acqua per il resto del tempo. La storia della fontanella di Turoldo, pressoch inedita, la racconta lo stesso scultore di Artegna, che abbiamo incontrato per rivivere questa e tante altre opere realizzate in oltre mezzo secolo dal bravo artista friulano. La maschera del frate-poeta in Largo delle Grazie, da eseguire in pietra piasentina, mi fu commissionata racconta Patat dal direttore dei lavori della ditta Traghetti e dallo stesso titolare, che mi pag regolarmente. Turoldo non lo conobbi di persona, mi limitai ad andare a messa per vederlo da vicino e memorizzarlo! Fin qui il racconto. Sono passati pi di quarantanni e il faccione di padre Davide sempre l, anonimo (ma molto somigliante!) e piuttosto abbandonato come la fontanella, da tempo inaridita. solo un monumento ufficioso, ma, vista la fama giusta e meritata del frate degli ultimi, non sarebbe opportuno dagli una ripulita e magari ufficializzarlo con una piccola targa?

Per motivi di spazio e per la caratteristica monografica di questo numero, la cronaca degli eventi in Santuario per i mesi di novembre e dicembre 2011 e le devozioni alla Beata Vergine Maria non vengono pubblicate. Entrambe le rubriche riprenderanno normalmente con il prossimo numero di marzo-aprile 2012.

speciale ABBONAMENTO

4= C n i 1 r e + g a o lo = di SCONTO 1 rinnov +

2012

20 = C
, anziche 24 = C

15 %!!!

E L ADO I C E L 012 P S URO T 9922 1


Scriveteci! .: redazione@bvgrazie.it :.

http://www.bvgrazie.it

Potrebbero piacerti anche