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Le societ segrete Dopo il 1815 agli intellettuali e ai borghesi seguaci delle nuove idee non

restava, contro la severa persecuzione degli organi di polizia, che la cospirazione Nacquero cos le societ segrete. Molte di esse, per la verit esistevano gi prima del 1815, ma solo in seguito ebbero una grande diffusione: il clima della Restaurazione costitu infatti un terreno adatto per la congiura, in quanto coloro che intendevano battersi per una societ di cittadini liberi erano costretti a riunirsi di nascosto per evitare di essere scoperti e perseguitati. Le societ segrete, che ebbero maggiore fortuna, furono la Massoneria e la Carboneria. LA CARBONERIA Nel regno di Napoli, intorno al 1810, alcuni ufficiali francesi dell'esercito di Murat si staccarono dalla Massoneria e dettero vita ad un'altra associazione segreta di tipo settario: la Carboneria. Diffusasi rapidamente nel resto d'Italia, in Francia e in Spagna, fu la principale causa di inquietudine dei governi fino al 1830 e la pi importante fra le varie organizzazioni dello stesso tipo che nacquero allora. Le radici della Carboneria napoletana vanno ricercate fuori dalla penisola italiana e precisamente in Francia. Risale alla seconda met del 1700 l'esistenza dei Charbonniers (Societ dei Buoni Cugini), strumento operativo e reazionario della pi famosa Filadelphia. Molto probabilmente alcuni Filadelfi francesi, venuti nel Regno di Napoli, come funzionari o ufficiali dell'esercito, ed incontratisi con gli oppositori del regime in nome dei princpi giacobini, abbiano suggerito l'idea dei Charbonniers. Una volta organizzatisi questi Carbonari napoletani, strinsero relazioni con gli inglesi per ricevere aiuti economici nella lotta contro il dominio di Murat e del Bonaparte. Sebbene la denominazione provenga dalla Francia e gli aiuti economici dall'Inghilterra, chiaro che le origini della Carboneria siano da ricercarsi nel movimento giacobino napoletano (che a sua volta deriva dai massoni illuminati). I membri della Carboneria erano soprattutto ufficiali, aristocratici, intellettuali, membri della borghesia illuminata e liberale. La struttura era regolata rigidamente dall'alto, il comportamento doveva essere ispirato alle regole della massima segretezza. Sia per ragioni di segretezza sia per il gusto del travestimento e del vocabolario cifrato, si fece ricorso a nomi ed espressioni tipici di uno dei pi antichi e miseri mestieri del popolo: appunto quello dei carbonari . Un mestiere come quello dei carbonari si prestava d'altronde abbastanza bene: chi lo praticava doveva spostarsi continuamente dovunque ci fosse legname da trasformare in carbone. Inoltre si trattava di un'attivit piuttosto diffusa, soprattutto nel meridione d'Italia. Ecco dunque i cospiratori politici camuffarsi da carbonari. La loro organizzazione diretta dal centro, da una "grande vendita" di cui fanno parte pochi membri. Gli ordini vengono trasmessi da questa a varie "baracche" o "vendite locali", composte di venti affiliati, detti anche "cugini". I "cugini", all'atto della loro entrata nella Carboneria, sono detti "apprendisti" e conoscono solo in parte la struttura e gli scopi dell'organizzazione. Dopo un periodo di prova, entrano a far parte del grado superiore, diventando "maestri" (anche questi termini derivano dall'organizzazione corporativa del lavoro di origine medievale). Nella Carboneria vige il gradualismo (gi presente nella loggia illuminata), per cui il programma dell'associazione veniva rivelato solo gradualmente all'adepto via via che dai superiori era ritenuto degno di essere iniziato ai segreti. Questa gradualit non era dovuta solamente alla necessit di mantenere la segretezza ma aveva principalmente una funzione di iniziazione pedagogica. Di solito la Carboneria era divisa in tre gradi: apprendista, maestro e gran maestro. Nel primo grado si professava genericamente alcuni princpi umanitari, impostati sulla morale e sulla religione tradizionale. Nel secondo si parlava di costituzione, d'indipendenza e di libert. Nel terzo si proclamava l'aspirazione a creare una repubblica ed un regime di eguaglianza sociale, che comportasse la spartizione delle terra e la promulgazione della legge agraria. Il loro obiettivo era la conquista di una costituzione. NellItalia settentrionale - il Lombardo-Veneto - si lottava anche per la conquista dell'indipendenza dalla dominazione austriaca; nello Stato Pontificio si chiedeva un governo laico, dopo tanti anni di malgoverno ecclesiastico; i carbonari della Sicilia esigevano che l'isola diventasse uno Stato separato da quello di Napoli contrariamente a quelli di Napoli, che volevano tenerla unita al regno. La Carboneria aveva due grandi difetti: la mancanza di un'organizzazione centrale, che collegasse fra loro le diverse iniziative regionali secondo criteri unitari e organici e il carattere misterioso dell'associazione, i cui membri ignoravano talora persino i programmi e l'identit dei loro capi e dovevano spesso sottoporsi a riti strani ed incomprensibili. Inoltre, l'origine degli associati faceva della Carboneria un'associazione troppo chiusa e ristretta per poter formulare vasti programmi a carattere nazionale. L'assenza delle classi popolari fu infatti una delle principali cause degli insuccessi, ai quali fra il 1821 e il 1831 andarono incontro i moti carbonari in Italia.

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