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GLI ITALIANI E LA CROCE

Che Unit? Anche chi non ha letto la Commedia sa che Dante non ebbe remore nel dare del bordello allItalia dei tempi suoi. E lo fece da toscano, fior fiore di italiano. Laustriaco Metternich, invece, 500 anni dopo la chiamava pi educatamente espressione geografica, termine che ritorna alla ribalta in pieno 21 secolo davanti allormai ovvio fallimento del tentativo politico di 150 anni fa. Non commettiamo il comune errore di equiparare territorio e nazione. Una unit nazionale va cercata nel popolo, negli Italiani, non sul territorio. Gli Italiani, sono una nazione? Se s, cosa li unisce? Fermandoci alla lingua, possiamo rispondere affermativamente alla seconda domanda. Esiste una popolazione di italo-parlanti di circa 80 milioni, la maggioranza residenti nella Penisola, e una forte diaspora allestero. Ma la lingua sola non basta a unire una nazione. Esistono altri parametri? Quelli etnici fa paura solo elencarli. Siamo Greco-Latini, Osco-Umbri, Veneti, Liguri, Celti, Etruschi, Bizantini, Arabi, Berberi, Normanni e chi pi ne ha pi ne metta. Non sembra la strada giusta. Quelli culturali? Dallavvento della scuola dobbligo gratuita a quello della televisione (1956), ad oggi il livello culturale italiano sprofondato di un ordine di grandezza rispetto a quello che era ai primi, diciamo, del 18 secolo. Si pensi che Alfonso de Liguori veniva ammesso alla facolt di legge dellUniversit di Napoli nel 1708, dodicenne. E non che fosse una eccezione: il suo contemporaneo David Hume, scozzese e protestante, entrava in quella di Edinburgh alla stessa et. Oggi sfoggiamo laureati che leggono la stampa sportiva, i fumetti ecc. ma hanno paura di confrontarsi con un libro, non parliamo poi se supera le 100 pagine. Quello militare? Dai capitani di ventura agli alti papaveri di Supermarina decorati dal nemico per aver perso la guerra non si vede proprio di che unit stiamo parlando. E veniamo al religioso: lunit cattolica. C mai stata, anche durante i duemila anni in cui la fede omonima informava la cultura italiana? Dove cercarla, oggi? La disunione impera, debolmente contrastata da un numero sconosciuto ma ridotto di fedeli, e fortemente sostenuta da gruppi militanti di neo pagani, miscredenti, atei, idolatri, fedifraghi, e simili. Il numero pi alto sembra essere quello dei Don Abbondio: praticanti di fine settimana, aderenti alla trilogia battesimo-matrimonio-funerale, e per cui il Compendio del Catechismo il non plus ultra dottrinale. Se sentono dire piet si chiedono, se lo fanno: Piet? Chi costei? Le cosiddette Storie della Chiesa non possono fare altro che trattare di apparenze: il papato, il clero, la Cristianit, lImpero bizantino, luniversit, la lotta per le investiture, le missioni, e un lungo eccetera di letture pi o meno attraenti ma sempre fenomeniche.

Ma se frughiamo in profondit, troviamo ci che in un qualche modo unifica non soltanto gli Italiani ma anche lumanit intera: il dramma del Calvario. Mi spiego, e mi si contraddica se quel che dico non corrisponde a verit. A duemila anni dallaccaduto ancora campeggia, nellintimo di ogni essere umano, la Croce con il suo Crocefisso: inconfondibile, eretta, ma soprattutto inamovibile. Lo si constata da come la lingua batte dove il dente duole anche tra chi inneggia allo sparente (o gi sparito) cristianesimo, come lo chiamano; non possono fare a meno di ritornarci su. Se fosse veramente sparito, non varrebbe la pena parlarne. E cristianesimo vuol dire croce. Ma quella Croce non sola: con quella di Dismas, che con un atto di fede divenne il primo santo canonizzato, e quella di Gestas, bestemmiante e imprecante fino alla fine. Poi gli spettatori: Giovanni con le tre Marie: la Vergine Santissima, la vedova di Cleofa madre di famiglia, e la ex-peccatrice di Magdala ora penitente. Segue unaccozzaglia eterogenea: Simone di Cirene, i carnefici professionisti, i militi Romani, i Farisei gongolanti, Nicodemo e Giuseppe di Arimatea che avrebbero chiesto a Pilato audacter il cadavere di Cristo, curiosi di passaggio, habitues di esecuzioni capitali, eccetera. Notiamo ora gli assenti: Giuda di Keriot suicida fresco di corda, e i dieci apostoli, con Pietro a capo, chiss dove: il Vaticano che prende la sua prima decisione collegiale: tunc discipuli omnes, relicto eo, fugerunt, dice Matteo in umile atto di autoaccusa. Levento in quanto tale il solo fattore unificante. Ma cos non sembra: le parti da recitare vi sono tutte, ma la libert umana consente di scegliere quale di esse ognuno vuol recitare. C tutto il tempo per cambiare fin che c vita; con quale permutazione, c solo limbarazzo della scelta. Dialogo Uno scambio di grugniti, insulti, o facezie, non un dialogo. Un dialogo uno scambio di idee diretto, sarebbe da sperare, verso la ricerca della verit. Ma perch ci avvenga due condizioni sono indispensabili: Che ci sia voglia di dialogare da entrambe le parti. Che si dialoghi dentro un paradigma con principi e metodo comuni.

Un solo paradigma, in questioni di fede, non c. Ce ne sono due: uno che vede la fede da fuori, e uno da dentro. Come funzionano? Chi vede la fede da fuori, chiede prove della verit dei suoi misteri.1 Chi la vede da dentro sa che prove non ve ne sono, dato che chiedere a Dio di provare quello che rivela un insulto a dire il meno. Per sa anche che accettare la fede porta una ricompensa: quella di capirne i misteri tanto pi quanto uno li medita e studia, ma senza mai arrivare a comprenderli, cio capirli del tutto. Il fedele sa anche unaltra cosa: vero che codesti misteri non sono passibili di prova per natura loro, ma altrettanto vero che non lo sono neanche di falsificazione, per natura
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Mistero, nel contesto, da intendersi non come un romanzo di Agatha Christie, ma come realt dove entri una componente spirituale, non necessariamente rivelata: la conoscenza di s, per esempio, un mistero.

altrettanto loro. Lo si pu verificare dalle argomentazioni contro la fede, dal Per Christianon di Celso (c. 175 A.D.) alle disquisizioni in Rete di neo-pagani contemporanei. Celso, che sapeva di aver a che fare con gente capace di pensare, usava un linguaggio pacato, filosofico, ragionato; i neopagani di oggi, che sanno di aver a che fare con gente non pi capace di pensare, usano un linguaggio colorito, aggressivo, disdegnoso, ma sempre inconcludente, data non la loro incapacit di ragionare, ma lincapacit insita a qualunque ragionamento di intaccare bench minimamente ledificio della fede. Questo punto non lo capiscono neanche molti cattolici, i quali si lasciano invischiare da dialoghi tanto inutili quanto spossanti. Per cui un dialogo con gente cos impossibile, una vera perdita di tempo. Non tempo perduto, per, analizzare il modus operandi di costoro, perch c molto da imparare. Chi sono? Da sempre, i Pagani e i Farisei talmudici; dal settimo secolo, gli Islamici; dal sedicesimo, i Protestanti; e dalla Rivoluzione in poi, i disertori che dal recitare la parte di Giovanni sotto la Croce, sono passati al nemico rappresentato dalla folla eterogenea summenzionata, o hanno raggiunto il gruppo apostolico in fuga collegiale. Vediamoli brevemente. Paganesimo Anche nelle storie pi laudatorie dei trionfi del Cristianesimo, come amano dire certi storiografi, saltano fuori, qua e l, sacche di popolo dalla dubbia conversione alla Fede, conversione indotta da quella pi o meno sincera di un principe. La adottarono come si adotta un cappotto quando arriva linverno. Per secoli fecero il doppio gioco; solo che oggi, ringalluzziti dal collasso intellettuale e morale oceanico e dirompente di quello che una volta fu la Cristianit, sono passati allattacco. Si vantano, costoro, della superiorit intellettuale e morale della cultura pagana, e rinforzano codeste vanterie con il disprezzo, sempre pi aperto, verso tutti i valori cattolici. I cattolici, generalmente ignoranti della tradizione tanto pagana quanto cristiana, o incassano, o rispondono con insulti e grugniti, o semplicemente si disinteressano, giudicando il menu televisivo e la stampa calcistica pi degni di attenzione. I pagani di oggi, per, non si rendono conto che il loro ribellarsi alla cult ura cattolica una ribellione dello stesso stampo di quella dello adolescente ribelle che si vanta di fare quello che vuole senza riflettere che la cosa gli riesce perch il resto della societ, tanto dentro che fuori famiglia, continua a fare il suo dovere: il campanello suona quando lo si preme, il pane a colazione fresco perch qualcuno lo ha impastato e infornato nelle prime ore del mattino, eccetera. Non hanno letto, costoro, o per quello i cattolici, Erodoto, forse il resoconto pi completo del paganesimo storico, spoglio di elementi aggiuntivi dalla cultura bimillenaria cristiana. Dovessero sparire codesti elementi, sarebbe unaltra storia, la quale appare in tutta la sua crudit nei testi di Erodoto. Gli do la parola. Tra gli Issedoni, quando muore il padre di qualcuno, i parenti portano pecore a casa sua per farne un sacrificio; fanno tagli di carne sia delle pecore che del corpo del defunto, e poi servono i due tipi di carne insieme a un banchetto. La testa del morto, per, la dorano, dopo averne strappato i capelli e ripulito linterno; poi la
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preservano come specie di immagine sacra, che portano in processione annualmente e alla quale offrono sacrifici.2 [In Scizia] i prigionieri di guerra vengono sacrificati ad Ares []. Ad un uomo su ogni cento si versa del vino sul capo; poi lo si sgozza su un catino. Il catino lo si porta in cima alla catasta e il suo contenuto lo si versa sulla spada. Nel frattempo, alla base della catasta, le braccia dei prigioneri sacrificati vengono mozzate e gettate in aria, per lasciarle l dove cadono.3 Il padre di Otanes, Sisamnes, era stato messo a morte da Cambise: era uno dei giudici del re. Cambise lo aveva fatto spellare vivo per aver accettato una mazzetta e pervertito la giustizia. La pelle rimossa venne tagliata a strisce, e queste intrecciate sul seggio giudiziale. Cambise affid lufficio e il seggio di giudice a Otanes, per ricordargli cosa era accaduto a suo padre.4 Anche al solo superstite [della battaglia tra Atene ed Aegina] fin male; quando arriv ad Atene con la cattiva notizia, le donne di quelli che erano partiti con lui gli si buttarono addosso inferocite, trafiggendolo con le spille dei loro fermagli. Ognuna, nel colpirlo, gli chiedeva dove fosse il suo uomo.5 Per evitare il ripetersi dellincidente, Atene adott una legge che regolava la lunghezza degli spilloni dei fermagli muliebri, ma al guerriero morto non giov. Variazioni sul tema sono abbondantissime nei nove libri di Erodoto, una miniera di episodi di stile di vita pagano storico. Per chi oggi si torce le mani per le malefatte dei preti pedofili, c lAnabasi di Senofonte: Subito dopo colazione la marcia ricominci. I comandanti si piantarono ai due lati di uno stretto passaggio, confiscando ogni propriet superflua. I soldati obbedirono, eccetto dove qualcuno riusc a far passare un giovanetto avvenente e farla franca.6 Il vizio quindi di lunga data, e chi si scandalizza per quello che succede oggi, per lo meno sappia che quel che permette di scandalizzarsi il punto di vista cristiano, non quello pagano. Fariseismo Talmudico I capitoli 21 di S.Matteo, 23 di Luca e 8 di Giovanni, pi gli Atti degli Apostoli, dicono tutto quello che c da dire sullostilit plurisecolare di questo gruppo, che per sarebbe falso accomunare con altri, numerosi, gruppi dentro lebraismo. Costoro da sempre rifiutano qualsiasi dialogo, e non si vede spiraglio alcuno dintesa. Non dimentichiamo, per, lobbligo di amare i nemici. Come farlo?

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Libro IV, 26 Ibid. 62. 4 Ibid. V, 28. 5 Ibid. V, 6 Anabasi Libro IV

Sapendo che cos lamore. Una educazione difettosa fa confondere lamore con il sentimento. La sana filosofia, invece, dice trattarsi di un atto di volont, facolt spirituale. La fede dice che amare vuol dire attivamente desiderare la salvezza eterna della persona amata, a prescindere da simpatie, antipatie, e sentimenti assortiti. Questo vale anche per lamore di s, da non confondere con lassecondare le passioni permanentemente in stato di anarchia dovuta alla colpa dorigine. Facciamo quindi per il Farisei talmudisti quello che raccomandava il vescovo di Ippona a Monica quando Agostino si era scostato dalla retta via: Non parlare a tuo figlio di Dio. Parla a Dio di tuo figlio. Islam I seguaci di Muhammad dialogano e come, ma a modo loro. La comprensione del termine dialogo dista molto da quella aristotelico-tomista. Alcuni esempi: Sono tanti gli italiani convertiti all'Islam che pregano in moschea, e a volte molti di loro conoscono l'arabo e il Corano meglio degli arabi stessi. Cos recita larticolo sulla moschea pi grande dEuropa in www.romeguide.it. Commissionata da Re Feysal di Arabia Saudita nel 1974, la moschea venne inaugurata nel 1995. Non riflette larticolista che gli italiani possono convertirsi allIslam perch sono liberi di farlo, giacch la libert prerogativa cristiana. Nessuno impedisce a costoro di islamizzare. Chi vuol sapere laltra faccia della medaglia, la trover ne Il Prezzo da Pagare di Joseph Fadelle, ex Muhammad al-Fadel al-Moussaoui, classe 1964. Durante il servizio militare
nellIraq di Saddam, costui scopr con orrore che il 44enne compagno di camerata Massoud era cattolico. Muhammad tent di convertirlo, ma fu lui a convertirsi.

E non ad opera di Massoud. Nessun uomo ne converte un altro. Massoud era solo bravo nel rispondere a questioni dottrinali, finch fu Muhammad a cominciare a dubitare dei princpi islamici. A convertirlo, in sogno, fu Ges, che gli si rivolgeva dalla riva opposta di un fiume: Se vuoi venire da questo lato, devi nutrirti del pane della vita. Massoud gli fece leggere il passaggio rilevante in S.Giovanni, e quegli chiese il battesimo come Youssef. Ma in Islam cambiare religione reato, addirittura capitale in certi paesi, sebbene non nellIraq di Saddam. E non solo per chi si converte, ma anche per chi viene sospettato di aver causato la conversione. Youssef dovette aspettare ben tredici anni prima di trovare un sacerdote cattolico coraggioso disposto a battezzarlo. La famiglia fece tutto il possible per fargli fare marcia indietro. Muhammad tenne sodo. Alle minacce seguirono le vie di fatto, cio un anno di prigione con tortura. Poi i parenti lo fecero scarcerare. Ma non per proteggerlo. Uno zio e quattro fratelli gli si piantarono di fronte: La tua malattia Cristo. Ritorna a Maometto! Alla risposta negativa segu un colpo di arma da fuoco. Youssef venne lasciato per morto. Miracolosamente non mor. I cattolici clandestini riuscirono a contrabbandare la famiglia in Francia, dove Youssef vive tuttoggi con la moglie Maria e quattro figli.
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Chi mette in un motore di ricerca Leonella Sgorbati pu visionare un breve YouTube dove costei, suora missionaria a Mogadiscio dove stava mettendo su una scuola di infermieristica, espone giudizi politicamente corretti la carte: le religioni vere, divestite di orpelli e aggiunte innecessarie, favoriscono concordia e tolleranza; il dialogo fa vivere in armonia, eccetera. Il 17 settembre 2006 Suor Leonella si trovava malauguratamente per strada a Mogadiscio, accompagnata da una guardia del corpo (la congregazione non era tanto sicura del dialogo); contemporaneamente, per, Papa Benedetto XVI teneva una Lectio Magistralis a Ratisbona nella quale citava una domanda indiscreta dellimperatore bizantino Manuele Paleologo al Sultano che lo aveva fatto prigioniero. Il dialogo raggiunse Suor Leonella sotto forma di cinque pallottole alla schiena. La guardia del corpo venne abbattuto anche lui. Lei mor in ospedale perdonando luccisore. Fa impressione ascoltarne il melodioso accento piacentino a sette anni dalla Messa de corpore insepulto che ebbi il privilegio di presenziare a suo tempo. Il 9 luglio 1989 (ignoro se Suor Leonella sapesse, o ricordasse, lepisodio) un altro guerriero di Allah aveva freddato, con un ben assestato colpo al cuore, il Vescovo di Mogadiscio Salvatore Colombo. Nel 1991 la cattedrale venne incendiata, e da allora il Vescovo di Somalia vive a Gibuti, fuori tiro. Ma Cristo rimane, in una comunit (clandestina) cattolica forte, si dice, di circa 200 anime, che il prelato va a curare pastoralmente, in incognito, ad intervalli convenuti. E viceversa? Chi legge storia (reale, non la raccolta di pie favole che passa per tale nelle scuole) sa che quando i bizantini misero fine allemirato di Creta nel 961, il generale Phocas trasse lemiro Kouroups prigioniero a Costantinopoli. Dopo la cerimonia di sottomissione, costui rimase a piede libero nella citt del Bosforo, dove erano state costruite perfino due moschee per i prigioneri di guerra VIP. Un figlio di Kouroups si convert, e cadde alla testa di una divisione bizantina durante le campagne contro i Rus del nord. Fratelli Separati chi pi chi meno Allontanandoci dai nemici della Croce si viene tra fratelli, ma con diversi gradi di separazione dallunit. Dagli Ortodossi orientali ci separa la disciplina, non la dottrina, per cui non ce ne occuperemo. Non semplice per determinare cosa ci separa dai Protestanti, dato che ne esiste tutta una gamma, in quattro secoli aumentata a decine di migliaia di gruppi. Gli High Anglicans del Regno Unito sono vicinissimi allinterezza cattolica. Allaltro estremo si trovano Testimoni di Geova, Avventisti del Settimo Giorno, e simili, che appaiono pi come diramazioni del giudaismo che scismatici del cattolicesimo. Come classificarli? Con leresiometro. Il termine eresia, oggi politicamente scorretto, non che un termine tecnico. Proviene dal greco: hairesis vuol dire scelta. E eretico chi sceglie a cosa credere invece di accettare il tutto. Evidentemente le combinazioni e permutazioni sono innumerevoli. Si deve quindi partire dallinsieme, assegnando ad esso tasso 36, giacch possiede 36 princpi: 12 dogmatici, dieci morali, sette sacramentari e sette ascetici. Vediamoli.
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I princpi dogmatici sono i dodici articoli del Credo: otto trinitari, due ecclesiali e due escatologici. Per dirsi cattolici bisogna accettarli tutti e dodici, anche perch se se ne omette uno, gli altri crollano come un castello di carte. Degli otto articoli trinitari, sei riguardano Ges Cristo. Cosa affermano? 1. 2. 3. 4. 5. 6. vero Dio; vero uomo; Pat, mor e fu sepolto; Risuscit dai morti; Ascese al cielo, dove siede alla destra del Padre; Verr una seconda volta a giudicare i vivi e i morti.

I princpi morali sono i dieci comandamenti del Decalogo: tre circa il tratto uomo-Dio e sette circa il tratto interumano. Qui sono in ordine alcune considerazioni. C chi vede i comandamenti come imposizioni esterne che coartano la libert. Si rifletta: se sono passati intatti dalla vecchia alla nuova alleanza, mentre gli altri 613 sono stati accantonati da Cristo, la ragione deve essere unaltra. Quando si acquista unauto, sia essa nuova o no, ci si attende scrupolosamente alle specifiche dettate dal fabbricante. Sarebbe follia decidere se mettere acqua, olio o benzina a casaccio dovunque si vede unapertura, in nome della libert. Per cui obbedire i comandamenti infatti libert: la stessa libert dellauto che riceve i tre liquidi nelle tre aperture specificate dal fabbricante. Una ulteriore considerazione quella tra una trasgressione materiale e una formale di un comandamento. Quella formale comporta piena avvertenza e deliberato consenso. Insieme, si chiamano peccato. La teologia morale fa un trattamento completo della questione, dalla quale ci asterremo qui. Ma attenzione: la trasgressione materiale, cio senza avvertenza, o senza consenso, o senza i due, non innocua, come non innocuo per lauto mettere il liquido sbagliato solo perch lo si fatto sbadatamente. Non si commette peccato, ma la natura umana ne soffre lo stesso, e con conseguenze tuttaltro che trascurabili. Mi limito a un esempio: una coppia (sposata canonicamente, ci mancherebbe) che allegramente pratica la contraccezione solo perch il prete dice che va bene o similia, non commette peccato formale, e quindi non ha obbligo di confessare latto; ma a poco a poco lamore si raffredda, poi scende ad amicizia, poi a sopportazione vicendevole, e infine (o spesso) si trasforma in odio; e non si capisce perch. Il perch nella natura delle cose: il dono della procreazione (non riproduzione che puramente animale) ha una contropartita nella responsabilit del ricevente verso il Donante. Quando si disattende quella responsabilit si disprezza il dono, e con esso il Donante, anche se credendo di prestargli culto altrimenti. Un ulteriore parametro quello che volgarmente si chiama vita umana. In realt solo tempo, cio la condizione di creatura fatta di corpo e di spirito che va dal concepimento alla morte. Codesto tempo lo riceviamo incastrato tra due eternit: la prima, in
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mente Dei, il progetto di vita ideato dal Creatore eternamente; la seconda, post mortem, il successo o fallimento di quel progetto, per la seconda eternit. C una storia che corrobora lappena detto. Una donna confess a Padre Pio di aver abortito. Padre Pio la rese partecipe di una visione: un Papa santo, acclamato dalla Cristianit e ben voluto da tutti. Poi le disse: Vedi? Ecco cosa aveva preparato Dio per tuo figlio se non lo avessi ammazzato. La differenza tra ammazzare un essere gi formato e impedire all o stesso di nascere materiale, ma c. Non sta a me misurarla. Ma continuiamo con i sette Sacramenti: cinque personali (Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Unzione degli Infermi) e due sociali (Ordini sacri e Matrimonio). Provvedono la grazia necessaria per credere e per obbedire, niente affatto facile come ognuno sa per esperienza. I due sacramenti sociali non sono necessari per la salvezza personale; lo sono per provvedere tanto la Chiesa quanto la societ civile di elementi che le perpetuino. Si tratta, in entrambi i casi, di vocazione, non di opzione da sottomettere a sentimenti pi o meno intensi. Completano lelenco i princpi ascetici: i desideri elencati nel Padre Nostro e le Beatitudini. Lanalisi la pu fare chiunque, catechismo alla mano. Controllando quanti di codesti princpi uno accetta senza remore, pu calcolare il suo grado di eresia in 36simi. Se il conto risulta 36/36, si pu dire cattolico. Anche qui si affaccia il problema della materialit o formalit delleresia, ma lo tralascio per non rendere questo trattamento prolisso. Lultimo punto da considerare la dura esigenza di una vita cristiana. Se una religione ne valesse unaltra, converrebbe darsi a Maometto, a Budda, o a Priapo. Ma quellesigenza dice che solo attraverso la porta stretta si arriva alla meta. So benissimo che politicamente scorrettissimo affermarlo, ma tanto le Scritture quanto la Tradizione sono unanimi. Faccio fare il cappello ad Agostino: Fuori dalla Chiesa cattolica possibile trovare di tutto tranne che la salvezza. possibile trovare onore e i sacramenti. possibile cantare Alleluia e rispondere: Amen. Si pu avere il Vangelo, avere fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. anche possibile predicare codesta fede; ma da nessuna parte si pu trovare la salvezza eccetto che nella Chiesa cattolica.7 silvano.borruso@gmail.com 13 agosto 2013

Sermone 6.

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