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Marion/amore 2 2. Analisi dellopera Le phnomne rotique. Six mditations 2. 1. Titolo e introduzione: il silenzio dellamore.

Lopera, uscita recentemente nel 2003, non ancora stata tradotta in italiano. Il primo problema che ci si pone dunque quello della traduzione del suo titolo, come pure del termine rotique ogni volta che comparir nel testo. !radurre alla lettera con "Il #enomeno erotico$ potrebbe #acilmente indurre in errore sul suo contenuto, dato il ri#erimento esclusivo alleros sensuale che ha in italiano il termine "erotico$. !ra gli intenti di #ondo dellopera % come vedremo % vi in#atti non solo quello di parlare del #enomeno dellamore in generale, ma di sostenere che il #enomeno dellamore si presenta secondo un signi#icato univoco, valido per ogni #orma di amore& tanto per lamore umano sponsale, implicante lincrocio dei corpi, quanto per lamore di amicizia o #igliale, implicante lincrocio degli sguardi, #ino allamore spirituale di 'io e per 'io. (on per nulla )arion passa, senza segnalare distinzione di argomento, dalla trattazione dellamore nellopera che aveva intitolata, come si visto, Prolgomnes la charit, del 1*++, che con il termine "carit $ sembrerebbe ri#arsi al concetto cristiano di amore come "agape$, alla trattazione dellamore nellopera che ora intitola Le phnomne rotique, che sembrerebbe #ar perno sul concetto pagano di eros. )a tale diverso ri#erimento non inteso da )arion. !ra "carit $ ed "eros$, se e##ettivamente di amore si tratta, non vi in#atti a suo avviso una di##erenza essenziale, per cui si pu, indi##erentemente usare un termine e laltro poich- dicono la stessa cosa. In verit il termine "carit $ in questo libro lasciato cadere, mentre il termine "rotique$ si tras#orma spesso nel termine " amoureux$, usato come per#etto suo sinonimo. .iteniamo quindi che in italiano sia meglio rendere il titolo con il termine l !enomeno amoroso, anche se nel corso dellanalisi non ci impediremo di usare anche il termine "erotico$ nel senso generale ora spiegato. /nche perch- sembra che )arion ne #accia soprattutto un uso "tecnico$, per indicare il concetto di amore che vuole riscoprire #enomenologicamente dallorigine, senza con#onderlo con il vago e per pi0 deviante signi#icato che il termine amore ha #inito per assumere nel linguaggio quotidiano. 'opo aver accennato al problema della traduzione del titolo dellopera, veniamo alla lettura dellintroduzione, intitolata "Il silenzio dellamore$. 1ilenzio perch- 2la #iloso#ia non dice oggi pi0 niente dellamore, o molto poco3 456 *7, come suona lincipit del volume. 8on la conseguenza che dellamore parla la poesia, la teologia, la psicoanalisi, ma nessuno ne mette in chiaro il concetto& per cui il temine "amore$ scade nel sentimentalismo pi0 disperante della prosa popolare ed catturato dalla pornogra#ia industriale che #abbrica gli idoli pubblicitari o dallideologia dellappagamento individuale. 2La #iloso#ia tace e, in questo silenzio, lamore svanisce3 456 107. 6ppure la #iloso#ia ha lamore nel suo stesso termine9 2amore della sapienza3. Il quale non signi#ica solo che bisogna cercare la sapienza che ancora non si possiede, ma anche che 2bisogna cominciare ad amare prima di pretendere di sapere3 456 107& perchsi comprende solo se si ama. La #iloso#ia, per,, ha talmente censurato questa dimensione "erotica$ presente nel suo stesso nome, da lasciar cadere lo stesso nome di "#iloso#ia$ per sostituirvi quello di "meta#isica$& e cos: ha consacrato quel primato dellente come oggetto universale del sapere, che ha aperto la via al progetto conoscitivo della scienza e al dominio tecnico del mondo. 'ata questa situazione, non su##iciente individuare il principale compito della #iloso#ia nel superamento delloblio dellessere che si avuto nel corso della #iloso#ia occidentale, come ;eidegger non ha cessato di sostenere. Loblio dellessere maschera in#atti un oblio pi0 radicale, loblio dellamore. 'onde la necessit di prestare attenzione non solo alla storia delloblio dellessere ma anche, e tanto pi0, alla storia del divorzio della #iloso#ia dallamore. (ellattuale disastro della #iloso#ia rispetto allamore, dove sar possibile % si chiede )arion % trovare un punto di partenza per tentare di #issare, almeno a grandi linee, il concetto di amore< La risposta introduce di colpo nel cuore della problematica che regger lo svolgimento dellopera9 per trovare tale punto di partenza su##iciente 1

Marion/amore 2 primato 4soprattutto sullessere73 456 1=7. 1i tratta quindi di operare tre inversioni, ricuperando lunit , la razionalit e il primato dellamore. /nzitutto lunit, andata dispersa, ad esempio, nel concepire come divergenti ed inconciliabili eros e agape, il primo inteso come desiderio 4supposto7 possessivo e la seconda intesa come benevolenza 4supposta7 gratuita. Lo via consister quindi nel mantenere indivisa il pi0 a lungo possibile 2la tunica unica dellamore3, cio la sua univocit , il suo 2senso unico3 456 1>7. In secondo luogo la razionalit. 8ertamente tutta una serie di eventi connessi con lamore, come il desiderio e il giuramento, labbandono e la promessa, il godimento e la sua interruzione, la gelosia e la menzogna, il #iglio e la morte 4eventi che )arion prender in accurato esame nellopera7, s#uggono ad una certa de#inizione della razionalit , tanto da essere considerati come irrazionali o rientranti nel campo della "#ollia$. )a ci, perch- si identi#icata la razionalit con ci, che proprio dellordine delle cose?oggetti del mondo, sottoponibili a misura, calcolo e produzione, dimenticando la razionalit di ci, che ci concerne pi0 direttamente ed in ultima istanza come, appunto, lamore. 1i tratta quindi di ritrovare unaltra #igura della ragione, una pi0 2grande ragione3, #acendo rientrare tali eventi nellambito della razionalit che procede dallamore. In terzo luogo il primato sullessere. )entre la meta#isica ha considerato la questione dellessere o non essere come la questione principale, relegando quella dellamore, cio "se mi si ama e se amo$, tra le questioni derivate o seconde, perdendo cos: il concetto stesso dellamore. 2La ricerca dovr quindi descrivere il #enomeno amoroso nel suo proprio orizzonte % quello di un amore senza lessere3 456 1@7. Aueste tre inversioni non sono per, possibili se non si attinge la decisione unitaria che sta alla base del ri#iuto dellunit , della razionalit e del primato dellamore. !ale decisione consiste nel considerare lamore come una "passione$, cio come una modalit derivata o #acoltativa del "soggetto$, de#inito a sua volta per lesercizio della razionalit esclusivamente appropriata agli oggetti cio come originariamente "pensante$. Lego cogito" ego sum cartesiano, che in quanto pensa, ha di #atto relegato lamore ad una passione derivata o addirittura ad una perturbazione spiacevole. (el testo latino delle #editazioni meta!isiche, tra le esempli#icazioni del cogito che mi rendono una "res cogitans$, si elenca il dubitare, la##ermare, il volere, limmaginare ecc., ma non si trova lamare e lodiare. Bna signi#icativa mancanza che nella prima traduzione #rancese verr retti#icata dautorit dal duca di LuCnes, segnalando ancor pi0 la di##icolt del soggetto cartesiano a dare allamore il posto che gli spetta. In quanto ego cogito, luomo pensa, ma non ama, almeno originariamente. 6ppure 2levidenza pi0 incontestabile attesta, al contrario, che noi siamo in quanto ci scopriamo gi sempre presi nella tonalit di una disposizione erotica % amore o odio, benessere o malessere, godimento o so##erenza, speranza o disperazione, solitudine o comunione % e che mai noi possiamo pretendere, senza mentire a noi stessi, di raggiungere una neutralit erotica di #ondo3 456 1+7. 2Luomo non si de#inisce n- per il logos, n- per lessere che in lui, ma per questo, che egli ama 4o odia7, che lo voglia o no3 456 1+7. 6gli, prima che un ego cogito si de#inisce quindi % 1cheler, ricordiamo noi, gi lo aveva sostenuto, % come ego amans, come amante. /lle meditazioni meta!isiche di 8artesio, bisogner quindi sostituire delle "meditazioni erotiche$. 6 ci, che )arion si appresta a #are nella "sei meditazioni$ che compongono il volume, come indicato nel sottotitolo dellopera, il quale, a questo punto, rivela pienamente il suo signi#icato9 segnalare lintento di rovesciare limpianto della #iloso#ia cartesiana e moderna incentrata nel cogito. Lintroduzione si conclude con un accenno al metodo che sar seguito nel corso delle sei meditazioni. (on potendosi ri#are alla tradizione meta#isica, che si tratta piuttosto di distruggere, n- ai suoi autori, con essa pro#ondamente compromessi, )arion proceder con metodo strettamente #enomenologico, cercando cio di "ritornare alle cose stesse$, e scegliendo man mano il lessico pi0 appropriato per esprimere i concetti che verranno via via costruiti per lasciare apparire ci, di cui si tratta. 6 proceder "in prima persona$, dicendo " o$ senza nascondersi dietro allIo di nessun #iloso#o e tanto meno ad un neutro "io trascendentale$. Lamore, in#atti, ogni atto di amore, mi identi#ica e quindi non ne posso parlare se non impegnando la mia propria esperienza. )a parlando in prima persona e quindi dicendo o, )arion ricorda al lettore che egli, 2

2 Bn problema metodologico indubbiamente delicato % osserviamo Marion/amore noi % quello che qui )arion tocca. 8osa si deve intendere con "io$ quando #iloso#i come 8artesio o Levinas, ad esempio, lo usano nelle loro "meditazioni #iloso#iche$, che pur rivolgono a tutti intendendo elaborare un discorso che, proprio perch- #iloso#ico, sia in grado di valere per tutti< )erito di )arion non essersi nascosto il problema ma di averlo sollevato #in nellintroduzione del suo lavoro, dicendo di non poter #are a meno di parlare in prima persona& ma, al tempo stesso, intendendo parlare a nome di tutti& ovvero % saremmo tentati di interpretare % invitando tutti a vedere con i propri occhi quanto lui ha visto e cerca di comunicare. 5erch- colui che procede in #iloso#ia con metodo #enomenologico, non pu, che cercare di vedere originariamente le cose con i propri occhi, senza alcuna pretesa di imporre agli altri ci, che egli riesce a vedere& ma al tempo stesso aiutando gli altri ad indirizzare lo sguardo nella stessa direzione in cui egli riuscito a vedere& con la convinzione che ci, che e##ettivamente si mani#esta si mani#esti per tutti, sia accessibile a tutti, e quindi che la verit non ci divida ma, se veramente tale, sempre ci accomuni. 2. 2. Prima meditazione: una riduzione radicale. Auesta prima meditazione introduce allo studio del "#enomeno amoroso$ cercando di individuare il metodo #enomenologico pi0 adatto per metterlo in luce, o meglio, perch- esso possa darsi?mani#estarsi in tutta la sua originalit . Dra, come abbiamo visto, anche secondo )arion il metodo #enomenologico procede essenzialmente per via di "riduzione$, da intendersi come la messa tra parentesi di tutto ci, che impedisce al #enomeno di darsi in s- stesso. 8on %duction et donation, peraltro, )arion aveva radicalizzato tale metodo individuando il principio supremo della #enomenologia nella #ormula 2tanta riduzione altrettanta donazione3. Dra ci si potrebbe chiedere9 che tipo di riduzione ci vuole perch- il "#enomeno amoroso$ si possa "donare$ in s- stesso< Auesta la questione a cui la meditazione introduttiva vuole rispondere. La risposta verr data per esteso nel E 3, che sta al centro del capitolo& per questo o##riremo tale paragra#o in traduzione integrale nella parte antologica. La risposta individuata in quella che )arion chiama la " riduzione amorosa$, presentandola come pi0 radicale che non la riduzione "epistemica$ e la riduzione "ontologica$. La riduzione epistemica % che corrisponderebbe al metodo di ;usserl % non considera, nelle cose, che ci, che si d con certezza come "oggetto$ ad un "soggetto$ conoscente. La riduzione ontologica % che corrisponderebbe al metodo di ;eidegger % non vi considera che lente riconducibile al suo essere 4il &asein come lente in cui ne va del suo essere7. 6ntrambi queste riduzioni non riescono per, a raggiungere % secondo )arion % ci, che pi0 ci sta veramente a cuore, ci importa& non tanto scon#iggere il dubbio e raggiungere la certezza, quanto scon#iggere la prospettiva della "vanit $ di ogni cosa, che riemerge sotto lassillo della domanda "a che giova<$, sia di #ronte alla certezza degli oggetti sia di #ronte allo svelamento del nostro proprio essere. 2)algrado tutta la mia certezza, non sar, io invano<3 456 =17. 6d proprio questa domanda che ci indirizza alla "riduzione amorosa$, cio alla ricerca non tanto della "certezza$ 4certitude7 del proprio essere o degli oggetti, quanto della "rassicurazione$ 4 assurance7 che pi0 ci sta a cuore, esprimibile in prima istanza nella domanda "sono amato 4maime't'on7< 456 =17. In#atti 2essere, per me, non signi#ica niente di meno che esser% amato3 456 =07. La "riduzione amorosa$ quindi la messa tra parentesi di tutto ci, che non permette allamore di emergere % di donarsi % come ci, che pi0 ci importa nelle cose e in noi stessi, il #enomeno pi0 radicale o ultimo del senso che intendiamo ricercare1.

1 Come giustamente fa osservare Carla Canullo nel suo bel saggio Lamore dellAltro. Le phnomne rotique di J.-L. Marion (in corso di stampa sulla rivista telematica Dialeghestai, ed annesso come sussidio didattico al sito del Dipartimento in collegamento con il mio nome), per Marion, fin da Rduction et donation del 1989, la riduzione fenomenologica non messa in atto originariamente dalla coscienza, ovvero dallio; essa messa in atto dallappello ( appel) esercitato dalla stessa donazione, ossia dal darsi dei fenomeni a partire da se stessi. Quanto al principio fenomenologico espresso da 3

Marion/amore 2 'elineato il nucleo centrale di questa prima meditazione, possiamo brevemente accennare a come )arion vi si avvicini nei due paragra#i precedenti 4EE 1%27 e ne sviluppi le implicazioni nei quattro seguenti 4EE =%F7. Il E 1, "&u(itare della certezza$, inizia col mettere in questione proprio quella certezza dellego cogito che sembrava, in prospettiva cartesiana, il culmine del desiderio di conoscere e di godere di s- nel conoscere. !re gli argomenti addotti. 6ssa 417 una certezza che riguarda solo oggetti "poveri$ dintuizione, come gli oggetti logici o matematici 4gli oggetti della scienza7, lasciando #uori di s- gli oggetti pi0 ricchi di intuizione, come ad esempio il #enomeno "saturo$ della mia "carne$, in cui si ha il mio modo proprio dessere, 2la mia ipseit unica, invisibile, incerti#icabile3 456 2*7. 427 /nche quando la si veda come certezza dell ego, certezza dellego solo nel momento in cui esso pensa gli oggetti, come cogito, appunto, in cui 2non sono certo di me che nella misura in cui lo sono delloggetto3 che sto pensando 456 30%317. 6d in#ine 437, proprio il raggiungimento della certezza della propria esistenza mi permette di iniziare a dubitare veramente di me. (on pi0 della mia "e##ettivit $ quanto delle mie "possibilit $, del mio #uturo, di ci, che mi aspetta, aprendo cos: uno scon#inato campo per il dubbio, al di l del chiuso ambito dellesistenza certa. (el E 2, ") che gio*a+$" si appro#ondisce il discorso dei limiti della certezza degli oggetti e del cogito, in cui il pensiero meta#isico ha visto il culmine dei suoi doveri speculativi. !ale certezza non la certezza che pi0 mi importa, che pi0 mi concerne, perch- non riguarda me in senso proprio. .iguarda gli oggetti del mondo e me solo in quanto oggetto nel mondo o in quanto soggetto che apre il mondo degli oggetti. )a io sono altro e altrimenti che non lambito degli oggetti. 6d anche altro e altrimenti da quellego arte#atto che ho costruito con la decisione di considerarmi alla luce della stessa certezza che posso avere degli oggetti. 'unque 2a che giova<3 tale certezza< 8ome posso accontentarmi di una certezza cui io stesso ho dato origine, "auto%#ondata$, mentre io stesso dovevo risultare rassicurato di me stesso dal dubbio, pi0 radicale, della vanit della mia esistenza stessa<
(iente mi espone dunque di pi0 agli assalti della vanit che la dimostrazione meta#isica dellesistenza dellego, che la mia pretesa di essere certo a titolo di ego. La certezza attesta il suo scacco nellistante stesso della sua riuscita9 io acquisto s: una certezza, ma, come quella degli enti del mondo certi#icata dalle mie premure, essa mi rinvia alla mia iniziativa, dunque a me, arte#ice arbitrario di ogni certezza, anche della mia. 5rodurre io stesso la mia certezza non mi rassicura per niente, ma mi sconvolge ponendomi di #ronte alla vanit in persona. / che giova la mia certezza se essa dipende ancora da me, se io non sono che tramite me< 4567.

1i giunge cos: al tema centrale della "riduzione amorosa$ prospettata nel E 3, di cui daremo solo i tratti #ondamentali, rimandando alla lettura integrale del testo. Lo scacco della certezza degli oggetti e della certezza dellego cogito, squali#icate dal dubbio della vanit , invita % secondo )arion % ad andare oltre il paradigma della certezza, prendendo atto dellesigenza di rassicurazione in cui 2non si tratta pi0 di ottenere la certezza dessere ma la risposta ad unaltra questione % 2sono amato 4maime't'on7<3 456 3+7. La certezza dessere, che conviene agli oggetti, non mi si addice perch-, come si ribadisce, io non sono a misura della mia e##ettivit ma della mia possibilit , della mia possibilit di "essere altrimenti$. 6 si aggiunge9 non una qualsiasi possibilit mi costituisce radicalmente, ma anzitutto e soprattutto, la "possibilit erotica$, ossia la possibilit che mi si ami. .inunciare alla possibilit stessa che mi si ami, sarebbe una 2castrazione trascendentale3, niente di meno che 2rinunciare allumanit in me3, ridursi ad una 2intelligenza arti#iciale3 456 3*7. 6 non si obietti che per poter essere amati bisogna prima essere, per cui la tematica dellamore appartiene alle cosiddette "#iloso#ie seconde$, mentre solo la questione dellessere #a parte della "#iloso#ia prima$, meta#isica o ontologia che sia. !ale obiezione nasconde in#atti in s- il so#isma che deriva dalla previa considerazione dellessere sul modello dellessere degli oggetti, mentre qui si tratta del mio proprio essere, che non pu, mani#estarsi, darsi, se non, #in dallinizio, secondo la radicale possibilit che mi si ami o mi si possa amare. 25er me, in#atti, essere non signi#ica niente di meno che essere%amato3 456 =07. 4 'i qui la necessit di andare oltre la riduzione epistemica e la riduzione ontologica

Marion/amore 2 Aui non pi0 in questione la certezza dessere, che io posso procurarmi da solo perch- proviene dallego stesso, ma la rassicurazione o sicurezza 4 assurance7 circa il mio proprio io, che non pu, provenirmi che daltrove 4 dailleurs7. La distinzione tra sicurezza e rassicurazione acquista cos: un posto centrale nella de#inizione della natura della "riduzione erotica$ che il paragra#o delinea.
Lego produce la certezza mentre la rassicurazione loltrepassa radicalmente, perch- essa gli viene daltrove e lo libera dal peso schiacciante dellautocerti#icazione, per#ettamente inutile e disarmata davanti alla questione "a che giova<$ 456 =37.

La questione di chi sia questo "altrove$ per ora non importa. 6sso pu, anche restare anonimo. 8i, che importa che giunga come un "evento$ 4 *nement7, un evento radicale che dissipi lindi##erenza della vanit dessere imponendosi come importante per me, #ino a sostituire linterrogativo "io sono<$ con quello di "sono amato<$, con cui, in sintesi, egli porta a compimento la riduzione erotica. Dve va sottolineato, come #a )arion nel seguito del paragra#o, che questo 2essere in quanto mi si vuole del bene o del male, in quanto posso provarmi accolto o no, amato o odiato3 456 =>7, cio secondo la sola tonalit originaria, di natura a##ettiva, che caratterizza il mio essere, non signi#ica scadere in un "egoismo radicale e quindi ingiusto$ 456 =@7. 1i tratta in#atti di un egoismo eticamente positivo, da elogiare, perch- non centrato su se stesso, autosu##iciente, ma conscio sia della minaccia della vanit del proprio essere, sia che solo da altrove gli pu, venire quella rassicurazione di cui ha bisogno per resistere a tale minaccia.
1enza legoismo e il coraggio razionali di compiere la riduzione amorosa, lascerei a##ondare l ego in me. (essun obbligo etico, nessun altruismo, nessuna sostituzione potrebbe imporsi a me, se il mio ego non resistesse innanzitutto lui stesso alla vanit e al suo "a che giova<$ % dunque se io non domandassi innanzitutto e incondizionatamente, per me, una rassicurazione daltrove. /lla luce della riduzione amorosa, legoismo stesso ammette unalterit originaria e rende dunque possibile, eventualmente, lesperienza daltri 456 =F%=+7.

'opo aver abbozzato nel par. 3 il senso della riduzione amorosa, nei paragra#i seguenti della prima meditazione 4EE =%F7 )arion ne appro#ondisce le implicazioni chiarendo da vari punti di vista la natura del campo #enomenologico cui essa introduce, diverso dal mondo dellatteggiamento naturale come dai campi degli oggetti o degli enti cui si giungeva con la riduzione epistemologica e la riduzione ontologica. Il discorso si avvia con questa possibile obiezione9 sostituire all ego in quanto "pensante$ lego in quanto "amato o odiato$ non #inir per a##ievolire la consistenza dellego, la sua autonomia, #acendolo dipendere da un altrove anonimo ipotetico, del cui amore non ho alcuna certezza e che non potr mai darmi quella certezza che l ego era in grado di dare a se stesso autonomamente< La risposta ad una simile obiezione consiste nel rilevare che e##ettivamente la riduzione amorosa "destituisce$ l ego da ogni possibile auto%produzione nella certezza dellesistenza tramite la cogitatio& ma lo introduce % questo linestimabile guadagnoG % nellambito assolutamente nuovo dell"esser%amato$, sia pur nella #orma solo potenziale del "poter%essere%amato$, di essere un "amabile$. Bn ambito dove la questione #ondamentale non pi0 "essere o non essere$, ma "sono amato o no daltrove<$.
8hiedendomi se mi si ama daltrove io non devo pi0 preliminarmente accertarmi della mia rassicurazione9 io entro nel regno dellamore ove ricevo immediatamente il ruolo di colui che pu, amare, che si pu, amare e che crede che lo si debba amare % lamante 4amant7 456 >07.

L"amante$ si oppone al "pensante$ 4cogitant7 poich- mentre questi tutto concentrato sullacquisizione della certezza del proprio essere, quello va oltre la questione dellessere& anzi ne mette in rilievo tutta la vanit alla luce della domanda "a che giova<$& e cos: approda alla domanda #iloso#ica pi0 importante e radicale9 "sono amato daltrove<$. Auesta domanda, in cui si compie la riduzione erotica, "rovescia$ latteggiamento naturale % ove domina linteresse per il proprio essere % e apre ad un mondo % il "regno dellamore$ % del tutto nuovo rispetto a quello dellatteggiamento naturale o delle altre riduzioni #enomenologiche. La novit di questo mondo pu, essere 5

2 Auanto allo spazio 4E >7, mentre secondo latteggiamento naturale Marion/amore esso si presenta come "omogeneo$, dato che un punto vale laltro per i vari enti che vi si trovano, in regime di riduzione erotica esso diventa essenzialmente eterogeneo. 8ome amante, in#atti, io sono tale solo l ove mi posso chiedere "sono amato<$. D meglio9 il mio vero e proprio qui, cio il mio luogo naturale unico di amante, non intercambiabile o commutabile, quello cui spontaneamente mi ri#erisco in relazione a colui?colei che desidererei che mi amasse. /nche se sono lontano, allestero& anzi, soprattutto in tale situazione, che tale proprio in ri#erimento al luogo in cui si trova quellaltrove da cui penso di poter essere o da cui sono e##ettivamente amato. Auanto al tempo 4E @7, secondo latteggiamento naturale esso si de#inisce secondo lordine dei successivi, senza che nessun istante abbia un particolare privilegio nel suo passaggio dal #uturo al passato. In regime di riduzione erotica, invece, il tempo si quali#ica in relazione all"evento$ dellamore che mi proviene daltrove& un evento che proprio perch- tale non posso in nessun modo prevedere, produrre e tanto meno riprodurre a volont , dato che non so se e quando a##ronter, la questione9 "sono amato<$. Auesto "evento$, che mi proviene in modo imprevisto daltrove, mi impone, nei suoi con#ronti, la postura dell"attesa$. Dra #inch- lattesa damore dura, il tempo, in e##etti, non passa mai& per quante cose io #accia o mi accadano, in regime di riduzione erotica in esso non accade nulla. 5oi, allimprovviso, 2atteso ma imprevisto, e##ettivo ma senza una causa individuabile, provocante ma non riproducibile, unico ma immemoriale3 qualcosa accade e sopravviene il momento della riduzione erotica.
In#atti la temporalit dellattesa si compie solo in virt0 di un evento, e questo evento non perviene che ad un destinatario, dunque daltrove a un qui. Il tempo, quindi, non si de#inisce pi0 come estensione dellanimo, ma come lestensione dellevento, dellaltrove che sorge dal di #uori dellanimo e sopravviene su di lui 456 >*7.

Levento dellamore mi libera quindi dal #uturo inde#inito e doloroso dellattesa per #armi il dono del "presente$, del mio privo vero presente, in cui #inalmente accade qualcosa& il "presente$ dellamore che non pi0 un semplice trascorrere nel passato di un in#initesimo lasso di tempo, ma il compimento di unattesa. Bnattesa ben precisa che % osserva )arion % se per un verso seleziona le mille cose che potrebbero capitarmi come e##ettivamente rilevanti per me, daltro lato de#inisce la mia individualit originaria, cio la "#rontiera erotica$ tra me che attendo quella precisa assenza 4quel volto, quella lettera, quella notizia.. 7 e tutti gli altri che non vi vedono che una banalit o che non attendono nulla. Auanto al "passato$, in regime di riduzione erotica esso si con#igura non tanto come il semplice con#inarsi del presente nella memoria bens: come quel #inire del presente dellamore che sanziona la chiusura della stessa attesa. "5assato de#initivo$, in regime di riduzione erotica, sar quindi la #ine della stessa possibilit di attendere, il non attendersi pi0 nulla dalla vita. 2In#atti un amore del tutto #inito non quando scompare lamato ma quando scompare il bisogno e lassenza stessa dellamato % quando viene a mancare la sua stessa mancanza3 456 @27. 8onclude )arion9 in regime di riduzione erotica la storia dura #inch- sono in attesa. Dltre al cambiamento della concezione dello spazio e del tempo, in regime di riduzione erotica cambia anche la concezione della mia identit o ipseit 4E F7. Auesta, in#atti, non si #onda pi0 sul pensiero 4ego cogito7 che come tale mette in atto 4per#orma7 la propria stessa esistenza 4ego sum7, ma trova la sua consistenza in ri#erimento al luogo in cui sono passibile di essere toccato dallamore che mi viene daltrove. 2Io non sono anzitutto l ove tocco una cosa diversa da me 4o la penso, la intendo, la costituisco7, ma l ove mi sperimento toccato, modi#icato 4a!!ect7, attinto3 456 @=7. La questione "sono amato<$ rimanda in#atti al punto ove io mi scopro toccato in quanto io insostituibile& non un l ove essere 4un &a'sein7, ma un l ove poter essere amato o non amato. Auesto l ove laltrove mi pu, toccare va identi#icato % secondo )arion % con quel "#enomeno privilegiato$ noto con il nome di "carne$ 4 chair7. Auesta identi#icazione, per il seguito del discorso sulla #enomenologia dellamore, % come vedremo % di particolare importanza. )arion la spiega qui, sia pur brevemente, ri#acendosi implicitamente alla #enomenologia della "carne$ 4cio del corpo%vivente%proprio % ted. Lei( % nella sua pro#onda di##erenza #enomenologica dal corpo #isico % ted. ,-rper 6 7

Marion/amore 2 toccarli& e sente anche di essere toccata o di toccarsi. 2(ella carne, linteriore 4il senziente7 non si distingue dallesteriore 4il sentito7& essi si con#ondono in un unico sentimento % sentirsi senziente3 456 @>7. 5rendendo carne, quindi, io mi concretizzo nella mia ipseit , pervengo l ove mi si pu, attingere nella mia identit di amante, l ove mi assegna la domanda9 2sono amato<3. 5render carne, questa mia carne, sentirmi carne, senza dubbio una modalit del pensiero, una modalit del pensarmi. )a in modo diverso dal pensare secondo lintelletto, che procede per rappresentazioni universalizzate, indirizzate a tutti e a tutti in qualche modo accessibili. Aui si tratta di un pensare?pensar mi che mi individualizza #ino alla mia ultima ipseit & la parola "sono amato<$ mi dona in#atti a me stesso #acendomi provare #ino in #ondo la mia presa di carne, il qui in cui sono individualizzato. !ermina cos: questa prima meditazione sulla "riduzione amorosa$. 6ssa per un verso ha messo in questione la vana sicurezza che lio pu, raggiungere, di per s- stesso, autonomamente, interrogandosi circa il proprio essere& e per altro verso ha individuato nella domanda "sono amato<$ la questione pi0 #ondamentale, quella della rassicurazione di s-, di cui lio va in cerca per uscire dalla vanit dellessere puro e semplice. Bna rassicurazione che lio non pu, autonomamente darsi, ma che pu, giungergli solo da altrove. 6d ha anche delineato alcune delle principali novit del mondo cui la riduzione amorosa apre, rispetto al mondo dellatteggiamento naturale9 novit nella concezione dello spazio, del tempo e dellidentit dellio. 2. 3. .econda meditazione: /iascuno per s" ci si odia La seconda meditazione a##ronta il problema della contraddizione in cui sembra inevitabilmente condurre la "riduzione amorosa$ e denuncia limpossibilit di risolvere tale contraddizione in modo autarchico da parte dellio. 8ome si visto, la riduzione amorosa ci concentra sulla domanda9 "sono amato % daltrove<$, al #ine di trovare quella rassicurazione contro la vanit che la certezza dellio non poteva assicurare. )a proprio tale domanda sembra aprire labisso di uno scarto tra me stesso e la rassicurazione che cerco, #acendomi dipendere da un "altrove$ che non scaturisce pi0 da me, bens: da unalterit originaria che mi altera. 'onde la contraddizione9 non posso essere rassicurato di me che a partire daltrove 4E +7. 1i potrebbe pensare di riuscire a superare tale contraddizione ricorrendo alla #igura dellamore di s-, cio tentando di rassicurarmi di essere amato amandomi io stesso. 8os: ha pensato talora la "sapienza dei #iloso#i$, predicando lautosu##icienza dellio, il non voler dipendere da altri. 8os: pensa talora la "sapienza popolare$, predicando di prendersi cura di s- come del primo dovere che ciascuno ha, o indirizzandoci verso il "mimetismo sociale$, ossia il con#ormarci ai modelli che tutti amano. )a la supposta autonomia dellamore di s- si mostra molto #ragile. 1i pu, proclamare ma non "per#ormare$. /lmeno tre ragioni attestano in#atti limpossibilit dellamore di s-. Bn autentico amore di s- supporrebbe quella scissione tra me e me stesso, o reduplicazione dellio, che necessaria per dare una risposta autarchica alla domanda "sono amato % daltrove<$ 4E *7. )a io9 17 non posso "precedere me stesso$, 27 non posso "eccedere me stesso$, 37 non posso avere la necessaria "distanza da me stesso$, per per#ormare un vero amore di me "daltrove$. 1i potrebbe obiettare, appellandosi alla meta#isica, che lamore di s- connaturale allessere, il quale tende a perseverare nel suo essere in quanto originariamente "conatus essendi$ 41pinoza7& e che tale amore anche la condizione per ogni amore altruistico. )a tale obiezione poggia su di unillusione, l"illusione della perseveranza nellessere$ 4E 107 quale perseveranza nella presenza. 1i tratta di unillusione perch- la perseveranza nellessere%presente non un modo dessere appropriato allio, che vivo solo in quanto si proietta verso un #uturo imprevedibile, "sinaugura nella possibilit $ 456 +=7. 6 poi, che importa "essere$ senza la risposta alla domanda "sono amato<$. Il conatus essendi non risponde a tale domanda e neppure la intende. In ogni caso non mi pu, in alcun modo rassicurare contro il dubbio della vanit dellessere 4E 117. 1ia che si 7

Marion/amore 2 Lamore di s- e la perseveranza nellessere sono dunque delle soluzioni illusorie della contraddizione "erotica$ che sorge dalla domanda "sono amato daltrove<$. Insistere su di esse non #a che mettere in luce come, in una visione autarchica dellio, pi0 originario che non lamore di s- si constata l"odio di s-$ 4E 127.
(essuno pu, amare s- stesso, certamente non lo pu, di un amore incondizionato, perch- ciascuno 4che viva7 per s- trova in s-, pi0 originario che non lamore preteso di s-, lodio di s- 456 +*7.

La rivendicazione di un preteso "amore di s-$, che si vorrebbe senza limiti, non solo contrasta con la propria #initezza, incompletezza, insoddis#azione, che #anno sorgere la domanda "sono amato % daltrove<$, ma indice di un sottile risentimento che rivela, appunto, che lodio di s- la tonalit a##ettiva #ondamentale dellio in regime di riduzione erotica. Il che trova con#erme #attuali nelle pulsioni, quasi irresistibili, allautopunizione che troviamo in noi stessi. La rivendicazione dellamore di s-, oltre che pretesa impossibile 4primo stadio7, si mostra anche pretesa "ingiusta$ 4secondo stadio7. Lingiustizia di un essere #inito che pretende per s- un amore in#inito e quindi pretende dessere in#inito per poterselo dare e per meritarlo. 'onde la "mala#ede$ 4terzo stadio7, ossia il mentire a s- stessi per mascherare la contraddizione in cui ci si trova9 un essere non amabile 4di per s-7 che pretende di esserlo. Bna situazione schizo#renica non a lungo praticabile, che s#ocia 4quarto stadio7 nella decisione di un "severo giudizio$ 4*erdict7 su di s-9 rinuncio ad amarmi e a pretendere di essere amato per adagiarmi in un sereno odio di me stesso, ovvero in quella indi##erenza circa la questione dellamore, con cui si tenta di sospendere la riduzione erotica. )a questa situazione di indi##erenza verso lamore, che ci manterrebbe in un sereno odio di s-, non pu, durare a lungo. In essa, pi0 intimo che non lodio, rimane in#atti il senso dellimpossibilit dellamore. 'onde quella reazione a catena che ribalta lodio di s- in odio dellaltro. Bna reazione che )arion sviluppa in quattro ulteriori stadi. /nzitutto 4quinto stadio7, data linsopportabilit di constatare che vi sono altri che vantano di #arsi amare e?o di amarsi pur senza valere pi0 di me, per "rivalit mimetica$ io tras#erisco lodio di me in odio dellaltro. 6 cos:, per la prima volta, "altri$ entra in scena come colui che odio, come colui che pre#erisco odiare piuttosto che odiare me stesso. /l tempo stesso 4sesto stadio7, ragionevolmente e assurdamente, io gli chiedo di amarmi. .agionevolmente perch-, sia pur come odiato, altri entra in scena e quindi si presenta per la prima volta quell"altrove$ che potrebbe amarmi. /ssurdamente perchaltri dovrebbe amare in me proprio ci, che io odioG 'onde il "#enomeno paradossale$ di altri quale si presenta per la prima volta in regime di riduzione erotica9 come odiato e amato nello stesso tempo, in quanto risultato dellimpossibilit di amarmi io stesso daltrove. )a anche come colui che, ri#lettendomi come uno specchio invisibile, quindi come "idolo$, si odia come io mi odio, e quindi non pu, che odiarmi a sua volta2. Laltro, quindi 4settimo stadio7, si presenta anzitutto come colui che mi odia. )a questo suo odio ha molte cose da insegnarmi, convalidando cos: le precedenti tappe dellitinerario. /nzitutto che non posso amarmi da me stesso. 5oi che anche lui odia se stesso& non tanto a causa mia ma a causa sua& e dunque un povero compagno di catene. In#ine, ed linsegnamento decisivo, mi apre per la prima volta ad un "altrove$, ad unistanza veramente altra che d senso alla domanda "sono amato % daltrove<$.
8os: lamore contraddittorio di me per me stesso #inisce, attraverso le sue vicissitudini, per aprire un accesso ad altri. In e##etti esso lo incontra successivamente come colui che mi dovrebbe amare, come colui che non pu, che odiarmi ed in#ine come colui che mi somiglia proprio in quanto odia se stesso come io odio me stesso. /ltri rende quindi e##ettiva la #igura, #inora inaccessibile, dellaltrove, perch- esso appare innegabilmente, anche se sotto la #igura del nemico, che odiato come pure odiante 456 10=7.

/lla domanda "sono amato % daltrove<$ sembra quindi che la prima risposta che arriva sia9 "ci, che ti viene daltrove % ti odia$. 'onde lultimo stadio 4lottavo79 questo altrove, che in#ine divenuto e##ettivo, io lo odio& lo odio per le stesse ragioni per cui altri mi odia. 8 1i giunge cos: alla tesi di #ondo che )arion ha voluto dispiegare nella seconda

2 erotica, #inisce inevitabilmente per portare allodio di s- e di altri, anzi,Marion/amore allodio di tutti per tutti e per se stessi. Il conatus essendi, nonostante la sua apparente evidenza, si ritorce contro se stesso. Laporia cui s#ocia il cammino #atto si supera solo cambiando il punto di vista 4E 1=7. (on certo rinunciando alla riduzione erotica e accontentandosi della certezza di sche, come si visto, non supera la prova della vanit . 5iuttosto andando oltre la prima #ormulazione data alla riduzione erotica9 "sono amato % daltrove<$, ancora malamente incentrata sullio, per radicalizzarla chiedendomi9 "posso amare, io, per primo<$. Auesto il tema che sar a##rontato nella terza meditazione. 2. =. Terza meditazione: lamante che si !a a*anti 4quil savance7 La riduzione erotica incentrata sulla domanda9 "sono amato % daltrove<$ conduce ad unaporia insuperabile. 8hi anzitutto vuole #arsi amare #inisce inevitabilmente per odiarsi, poi per odiare ogni altro ed in#ine per ritrovarsi nellodio di tutti contro tutti. 8i, perch- la riduzione erotica che tale domanda pur avvia, stata compiuta in base ad un concetto di amore ancora molto angusto. La #issazione della riduzione erotica sullio certamente indispensabile. )a lego che qui in questione un ego visto solo sotto langolo di visuale della sua penuria. Lamore che entra in gioco quindi solo lamore che mi manca, lamore di cui ho bisogno, lamore, se mai, che posso negoziare in un equilibrio di dare ed avere reciproco. )a legare lamore alla condizione della "reciprocit $ negoziabile ignorare la dignit , la potenza, la logica paradossale dellamore. 1igni#ica "giocare allamore$ rischiando il meno possibile, amando, cio, solo se laltro gi mi ama, in seconda battuta. )a cos: non si giunge al vero amore n- si compie la vera e propria riduzione erotica. 5er giungere ad essa bisogna quindi mettere tra parentesi la "reciprocit $, "ridurre la reciprocit $ 4E 1=7. In amore, in#atti, la reciprocit impossibile. )arion lo sostiene con buoni argomenti.
Lamore non pu, attenersi alla reciprocit n- decidersi secondo un giusto prezzo, perch- si ridurrebbe subito a scambio o mercato. Lamore non pu, attenersi alla reciprocit n- decidersi secondo un giusto prezzo per una ragione radicale9 gli attori dellamore non hanno nulla da scambiarsi 4alcun oggetto7 e non possono quindi calcolarne il prezzo 4giusto o no7& nello scambio, al contrario, gli agenti #anno mercato di oggetti, di terzi permanenti tra di loro, che essi possono quindi calcolare e di cui possono #issare il prezzo. Hisogna quindi ricusare la reciprocit in amore, non perch- essa sarebbe sconveniente, ma perch- essa vi diviene impossibile % strettamente parlando, senza oggetto. La reciprocit #issa la condizione di possibilit dello scambio, ma essa attesta anche la condizione dimpossibilit dellamore 456 11>7.

5reoccuparsi, in amore, anzitutto di "essere amato$, signi#ica, in ultima analisi, subordinare ancora una volta lamore allessere, con#ermare lessere come orizzonte ultimo, e cos: non entrare e##ettivamente nella riduzione erotica. 5er uscire dallaporia che si innescata con la #ormula della riduzione9 "sono amato % daltrove<$, bisogna quindi radicalizzare la riduzione erotica, #ino a mettere tra parentesi lesigenza della reciprocit per domandarsi9 "posso amare, io, per primo<$ 456 11@7. Lesame di questa nuova #ormulazione della riduzione erotica, delle sue condizioni di possibilit e delle sue conseguenze, impegna tutta la terza meditazione, ad iniziare dal E 1@, "la pura rassicurazione$, di cui diamo in allegato la traduzione per la sua particolare importanza nelleconomia dellopera. )arion vi sostiene che il sospetto o la constatazione che altri non mi ami, non mi toglie per nulla la possibilit di principio di amare per primo. /nche un amore disprezzato o non restituito resta pur sempre un amore per#ettamente compiuto, cos: come resta per#ettamente dono un dono che non sia accolto. /nzi, pi0 amo a #ondo perduto, pi0 amo veramente. 6 anche se mi perdessi nellamore, se perdessi il mio essere 4di amato7 nellamore, con ci, non perderei lamore e il mio statuto di amante.
/mare implica, per principio, il rischio di non essere 4amato7. /mare senza esserlo % ci, de#inisce lamore senza lessere. La semplice de#inizione #ormale dellamore include la sua vittoria sul nulla, dunque sulla morte. Lamore risuscita % la si deve intendere come una proposizione analitica 456 11+7.

Lautentico amore si attesta quindi solo sospendendo la reciprocit , esponendosi a perdere ci, che si d , #ino alla perdita di s-. La riduzione erotica radicalizzata si #ormula 9

Marion/amore 2 )a a questa di##icolt possibile rispondere. /nzitutto osservando che amando per primo, a #ondo perduto, lamante non si perde ma si guadagna come tale. In secondo luogo chiarendo che la rassicurazione che sembra andare perduta solo la rassicurazione ancora legata al proprio essere autocentrato, non la rassicurazione di amare. (on si tratta quindi di giungere a dire9 "amo, dunque sono certo della mia esistenza come un ente privilegiato$, bens: di dire9 "amo, dunque ho la sicurezza che io amo per primo, come un amante$. La rassicurazione, ora, non riguarda pi0 il privilegio di una grande sicurezza?certezza, ma "il rischio della pi0 grande esposizione$ 456 1227. Auesta rassicurazione, che "#accio$ veramente lamore, mi giunge ancora da un "altrove$< 8ertamente. )a non da un altrove ontico, che mi conserverebbe nella mia entit , ma da un altrove pi0 intimo a me di me stesso, ossia dallamore stesso che #accio. In questo senso si tratta di una "rassicurazione pura$, che non ha cio bisogno di altro che dellamore stesso che metto in atto per primo. Auesto amare per primo non sostituisce ancora lodio di me stesso con lamore di me stesso. /d esso, se mai, si giunger dopo un ulteriore lungo itinerario. )a amare veramente per primo mi riconduce e##ettivamente a me stesso, alla mia ultima ipseit & a quella individualit ultima e insostituibile che mi costituisce, poich- amare per primo pu, nascere solo da una mia decisione libera e cosciente, che solo io posso compiere e nessun altro al mio posto. 8os: la riduzione erotica, in questa pi0 radicale #ormulazione, una riduzione al mio "proprio$, a ci, che posso e##ettivamente assumere come "mio$ 3. (on divengo veramente me stesso quando penso, perch- anche altri possono pensare i miei stessi pensieri. (- quando voglio o desidero, perch- potrei essere solo la maschera delle pulsioni o passioni che vogliono o desiderano in me. 2)a io divengo de#initivamente me stesso ogni volta e #inch-, come amante, io posso amare per primo3 456 12>7. / questo punto )arion ritiene che ci si debba chiedere se sia possibile e come sia possibile amare veramente per primi. La risposta, che viene data nel E 1F intitolato "Il principio di ragion insu##iciente$, mette in luce la peculiare insu##icienza della ragione a spiegare il #enomeno dellamore. /mare per primi certamente impossibile se si rimane nellambito delle relazioni sociali di tipo economico, utilitaristiche, rette dalla logica dello scambio e dallanonimato dei soggetti in esso implicati. )a impossibile anche nellambito di relazioni provvisorie e aleatorie, sia pur di per s- disinteressate, come la partecipazione ad una #esta in cui cerco di distendermi o di distrarmi& in esse posso anche #armi tutto a tutti, ma non mai veramente qualcuno per qualcuno e mai rischio veramente me stesso& in #ondo vi cerco una reciprocit di tipo immateriale, con scambi di cortesie o di simpatie o anche lasciandomi andare ad unavventura galante, ma senza alcun impegno. Auando sorge invece lamante< 1olo quando la reciprocit economica viene sospesa e ci si impegna senza garanzie o sicurezze di ottenere qualcosa in cambio, a #ondo perduto, contraddicendo cos: "la ragion su##iciente$ che regge leconomia. Lamante, quindi, #a "scoppiare lamore$ cos: come "scoppia una guerra$, cio senza vere e proprie ragioni su##icienti. (on si tratta per, di una semplice mancanza di ragione. 5iuttosto, si tratta di una insu##icienza della ragione quando in gioco lamore. Il che conduce )arion a parlare del "principio di ragion insu!!iciente 456 12*7, da lui gi #ormulato in occasione della #enomenologia del "dono$ 4c#r. lopera sopra citata &ato che7. Auesta insu##icienza della ragione in amore pu, essere veri#icata con alcuni argomenti. 1e amo per primo, senza sicurezza di risposta, la reciprocit non costituisce pi0 la ragione di amare. 1e amo per primo, di #atto amo prima di conoscere veramente chi amo. 'unque non amo perch- conosco, ma conosco nella misura in cui amo. 6 qui )arion 456 130%1317 #a chiaramente propria la tesi del primato dellamare sul conoscere che gi abbiamo visto essere la tesi centrale di )aI 1cheler a proposito del rapporto tra amore e conoscenza.
3 Si noti come anche su questo punto Marion modifichi la natura della riduzione fenomenologica husserliana. Nella prima formulazione della riduzione erotica si trattava di andare oltre la sicurezza dellego, che Husserl ricercava mettendo tra parentesi il giudizio di esistenza. Qui si tratta di andare oltre quella riduzione alla sfera del proprio, cui Husserl perveniva (cfr. la Quinta Meditazione cartesiana) con una seconda riduzione, consistente nel

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Marion/amore 2
/ltri si #enomenalizza nellesatta misura con cui lamante lo ama e, Dr#eo della #enomenalit , lo strappa dallindistinzione, lo #a emergere dal #ondo del non visto 456 1307.

(on vero quindi che lamante si illude vedendo nellamato ci, che non c& secondo quanto obiettava 1ganarello a 'on Jiovanni e in genere obiettano la meta#isica e la morale popolare. Lamore, in#atti, ha il potere di #ar emergere un #enomeno nuovo, lamato come persona individua. Bn #enomeno che la ragione economica, del tutto impersonale, non pu, in alcun modo vedere& essa ignora in#atti del tutto 2la regola #enomenologica secondo la quale lanticipazione di amare per primi permette #inalmente di vedere altri come tale, perch- lo vede come amabile e come unico, mentre altrimenti esso sparisce nel mercato e nella reciprocit 3 456 1317. 1e in#ine si vuole ancora domandare perch- mai lamante simpegni per primo nellamare, senza alcuna rassicurazione, bisogna rispondere che lunica ragione che muove lamante ad amare proprio altri nella sua unicit di amato e me stesso in quanto mi #accio amante
Lamante non ha altra ragione di amare colui che ama che, in e##etti, colui stesso che ama, in quanto lui, lamante, a renderlo visibile amandolo per primo. Lamore, dal punto di vista dellamante 4e di lui solo7, diviene la sua propria ragione su##iciente. K...L La causa sui che invano lamore di s- rivendicava 4E *7, si traspone in ratio sui& ma una ratio sui che si realizza, ora, secondo la riduzione erotica radicalizzata % non pi0 domandando "sono amato % daltrove<$, ma esponendomi a rispondere in prima persona alla domanda9 "posso amare, io, per primo<$. Il cerchio si decentra dallego verso un tale altri 456 1337.

Auesto "#arsi avanti$ 4a*ance7 per primo, che caratterizza lamante, va ulteriormente analizzato 4E1+7. )arion lo #a a partire da un con#ronto proprio con lamore di 'on Jiovanni. Auesti, in e##etti, prende liniziativa dellamore e riesce a #ar innamorare. )a non mantiene la riduzione amorosa che inaugura in quanto la pratica solo nella #orma della "seduzione$. 6 la seduzione si distingue dallamore vero e proprio perch- la sua anticipazione % che pur presente % solo provvisoria& la seduzione, in#atti, resta sempre in attesa di una ricompensa, che vuole #ino al punto di desiderare di essere amati senza amare. 6 cos: 'on Jiovanni d nuovamente spazio alla reciprocit e tradisce la riduzione erotica. Auesta, in#atti, vive solo slanciandosi in un anticipo damore de#initivo e senza garanzia o speranza di ritorno. /nche quando laltro vi corrisponde, il #arsi avanti dellamore esige un permanente rilancio in avanti, una perpetua ripetizione del #arsi avanti per primi, un sempre rinnovato decentramento verso altri. La di##erenza tra lanticipazione provvisoria, propria della seduzione, e lanticipazione de#initiva che la riduzione erotica esige, non questione marginale perch- tocca lessenziale dellamore9 lunicit sovrabbondante dellamata, come tale in grado di suscitare in modo inesauribile sempre nuovi rilanci del #arsi avanti per primo dellamore& senza bisogno di passare al #arsi avanti con Merlina dopo essersi #atti avanti con 6lvira, /nna e tutte le altre del catalogo di 'on Jiovanni. )a come pu, un altri "#inito$ sostenere o provocare un rilancio senza #ine dellanticipazione amorosa< La risposta che )arion tenta questa9 altrui mi appare #inito, esauribile come un qualsiasi oggetto posseduto, quando si rallenta o cessa lanticipazione amorosa e non viceversa. 6 la #ine del #arsi avanti dellamante ci, che rende altri #inito, mentre nessuna #initezza altrui giusti#ica la #ine del #arsi avanti dellamante. 'on Jiovanni passa da un amore allaltro non perch- ama troppo ma perch- ama troppo poco 456 13F7. Il vero "#arsi avanti$, proprio dellanticipazione amorosa, si dispiega, in#atti, secondo alcune caratteristiche "posture$ che )arion liberamente desume % pur senza citarlo % dal celebre inno allamore contenuto nel capitolo 13 della Prima lettera di .an Paolo ai /orinzi. 1. Lamante sopporta tutto, nel senso che prende solo su di s- liniziativa di amare& e con ci, eleva laltro da semplice oggetto ad "altri$, amato nella sua unicit e potenzialmente capace di amare, cio amante. 2Lamante % in#atti % non solo mette in atto 4#a7lamore, ma #a #are lamore3 456 13*7. 2. Lamante crede tutto, nel senso che ama senza sapere se sar ricambiato e senza 11 possedere alcuna garanzia di esserlo. ;a quindi il sovrano privilegio di saper sopportare

Marion/amore 2 3. Lamante ama senza *edere, cio senza conoscere laltro come si conosce un oggetto, un ente sussistente, un utensile. /ma senza conoscere ci, che ama perchquesto non appare prima che lo si ami. Auindi pu, amare anche lassente nello spazio e nel tempo, travalicando i limiti della meta#isica della presenza. =. Lamante spera tutto, senza nulla poter possedere, poich- lamore dellaltro non un oggetto che si possa possedere, ma solo qualcosa che si pu, sperare.
Lamore, che viene daltrove e va allin#inito, non mi pu, giungere se non rinuncio a possederlo e non mi tengo strettamente alla riduzione erotica radicalizzata. 6sso non diventa quindi pensabile che nella #orma dello sperato, di ci, che mi pu, advenire solo come limprevisto e il non dovuto radicale. 8ome tale % come ci, che io non posso n- possedere, n- provocare, n- meritare, esso rester lincondizionato, quindi ci, che, a questa condizione, pu, donarsi allin#inito. La speranza spera quindi tutto, salvo ci, che potrebbe possedere. 6ssa spera tutto e anzitutto linsperato. 6ssa ha cura della possibilit 456 1=37.

Aueste caratteristiche della "postura$ dellanticipazione amorosa non evitano per, unobiezione relativa a quella "rassicurazione$ che si cercava con la riduzione amorosa. !ale #arsi avanti dellamore pu, in#atti incorrere in vari possibili scacchi. (on solo perch- resta dubbio che mi si ami daltrove, ma anche perch- non ho alcuna assicurazione di e##ettivamente amare io stesso. /llobiezione )arion cerca di rispondere osservando che anche se non sono sicuro di amare posso essere per, sicuro di aver deciso di amare. La decisione di amare per primo su##iciente a darmi lassicurazione di essere amante. 2'ecidere di amare non mi assicura di amare, ma mi assicura di decidere di amare3 456 1=@7. (on ha certo senso pretendere di amare e##ettivamente per primo& ma lo ha il decidere di amare per primo. 1i tratta qui di una "decisione anticipatrice$ che mi #enomenalizza come amante perch- non si limita a dirigersi su di me 4il ri#erimento implicito ad ;eideggerG7 ma mi espone ad altri, e proprio per questo mi mostra nella mia ipseit pi0 propria di amante. 8on ci, non ho ancora la garanzia di amare e##ettivamente, gratuitamente& come si vedr , solo un "terzo$ potr darmi tale garanzia. 6 tuttavia decidere di amare gi un amare di amare e quindi basta a rendermi un amante. /nche se resta sempre problematico dichiarare "ti amo$, vista la di##icolt di amare e##ettivamente& ed quindi pi0 saggio limitarsi a "sperare di amare$ e##ettivamente& mi resta tuttavia la libert sovrana di #armi amante decidendo di amare per primo, #acendo almeno "come se$ e##ettivamente amassi per primo. Linnamorarmi dipende quindi solo da me, non dal destinatario del mio amore. 6 neppure dallo scaturire in me del desiderio dellaltro, che di norma sorge solo a condizione che lo si ami. (essuno, in#atti, cade nello stato di innamorato, nellauto% a##ezione dellinnamoramento, per caso o involontariamente. Lautoa##ezione dellinnamoramento implica sempre il mio libero consenso. 1i tratta in#atti non di una semplice emozione soggettiva, di natura pre%ri#lessiva, ma 2di una tonalit a##ettiva potente, pro#onda, duratura che a poco a poco, o bruscamente, invade la tonalit di tutta la mia vita intima, non solo sentimentale ma anche intellettuale, non solo cosciente ma anche incosciente3 456 1>27 #ino a diventare lorizzonte di ogni mia decisione e di ogni mio pensiero. (on si tratta di una emozione, n- di una passione, n- tanto meno di un delirio& si tratta, anzitutto, di ci, che la #enomenologia chiama un "vissuto di coscienza$. Auesto, anche se provocato in me da me stesso, non si limita alla mia soggettivit & include in#atti indissolubilmente altri come sua re#erenza intenzionale, sempre inteso anche se non ancora individuato come un altri concreto& o meglio, anche se solo una vaga "intuizione$ daltri riempie e##ettivamente la mia mira intenzionale volta verso altri, che caratterizza sempre lo stato di innamoramento. La libert di decidere di amare per primo, e quindi la tonalit a##ettiva di amare di amare, linnamoramento, si rivela cos: ad un tempo come intenzionalit daltri e come intenzione ancora vaga, al limite saturante se stessa 4donde il senso del titolo del E 1* che abbiamo #in qui analizzato9 "libert come intuizione$7. La decisione di amare per primo, lo stato di innamoramento, dipendendo solo da me, rimane come tale cieco, altri non vi interviene ancora. Lamante #a bens: lamore per primo, ma questa sua priorit gli chiude lorizzonte. 12

Marion/amore 2 particolarmente delicata e tuttavia centrale nel discorso #enomenologico di )arion& in e##etti labbiamo gi incontrata esaminando il saggio "lintenzionalit dellamore$, contenuto nellopera Prolegomeni alla carit. )a ora egli la##ronta con alle spalle una ben pi0 elaborata concezione della #enomenologia, secondo quel rovesciamento e quella radicalizzazione che lo ha portato, soprattutto in &ato che, alla "#enomenologia della donazione$. Il E 20, intitolato "La signi#icazione come volto$, ci o##re la prima tappa della risposta alla domanda& non senza ispirarsi ampiamente % come del resto gi nel saggio sopra ricordato % alla #enomenologia del volto di 6mmanuel Levinas. 1i esclude, anzitutto, che si possa accedere al #enomeno daltri secondo la de#inizione abituale di #enomeno che d la #enomenologia classica& cio come ci, che si mostra quando un mio signi#icato intenzionale trova la sua convalida in unintuizione che verrebbe a riempirlo adeguatamente. 6 ci, per due motivi. /nzitutto perch- la mia decisione di amare accompagnata, nel vissuto dellinnamoramento, da unintenzionalit che si d autonomamente una sua propria intuizione immanente daltri& la quale, per,, rimane del tutto vaga. 'unque qui non si tratta di convalidare un signi#icato intenzionale con una intuizione, ma di 2convalidare una intuizione immanente e disponibile con un signi#icato estraneo ed autonomo3 456 1>@7. In secondo luogo perch- questo signi#icato deve convalidare la mia intuizione #acendomi sperimentare lalterit radicale daltri, di un tale altri individuale e non di un altro qualsiasi& un signi#icato, quindi, che mi proviene da tale alterit stessa, a partire da s-, con una vera e propria contro'intenzionalit, 2uno shocN irre#utabile da parte dellesteriorit , che contraddice la mia mira intenzionale, la mia previsione e la mia attesa3 456 1>F7. 5er incontrare il #enomeno daltri, quindi, non devo attendermi una intuizione che riempia la mia intenzione ma larrivo di un signi#icato 4 signi!ication7 che contraddice la mia intenzione tramite la sua, di unalterit che trascende il mio stesso #armi avanti di amante. 'ove si trover un tale signi#icato, una tale contro%intenzionalit capace di assegnare il mio ego di amante ad un altri concreto ed individuale< La risposta di )arion rimanda alla #amosa descrizione del O#enomeno del "volto$ daltri data da Levinas. 8osa mi mostra il volto daltri che incontro< Intuitivamente nulla di visibile, se non il vuoto invisibile delle sue pupille. Il volto daltri non consiste in#atti nelle sue #attezze visibili, riportabili a #orme o #igure note o catalogabili in schemi. 6ppure, 2esso arresta il mio sguardo e la mia attenzione come nullaltro, mi prende perch- mi oppone precisamente lorigine di uno sguardo altrui che si posa sul mondo ed, eventualmente, su di me3 456 1>+7. 'unque, 2per la contro%intenzionalit dei suoi occhi, per un non% spettacolo e una non%intuizione3 Ivi7& #orse, per una "signi#icazione$=. 'i che tipo sar questa signi#icazione del volto< (on certo quella di un oggetto e neppure quella corrispondente ai miei desideri, attese, prospettive di "amante$, che ne annullerebbero, ne "ucciderebbero$ lalterit trascendente. Hens:, appunto, la signi#icazione dellingiunzione che si esprime % in parole o in silenzio % con "non uccidere$, "non uccidermiG$. 8on quale diritto o con quale autorit il volto mimpone una tale signi#icazione< La domanda non pu, avere risposta, perch- qui si di #ronte ad un !atto, costringente come un "#atto della ragione$ 4Pant7, irrecusabile anche se lo si viola. In#atti se io uccido altri sono e rester, per sempre un "omicida$. Il volto daltri, quindi, mimpone una signi#icazion e che si oppone allimpero #in qui senza resistenza del mio ego. / questo punto, andando oltre Levinas, )arion si pone una ulteriore domanda. La signi#icazione del volto, considerata esclusivamente sul piano di uningiunzione etica, non mi porta #uori dellorizzonte dellamore e quindi della riduzione erotica radicalizzata< !anto pi0 che letica % a dire di )arion % mi #a accedere ad altri attraverso luniversalit del comandamento, mentre nellorizzonte dellamore in gioco lindividualit delle persone. 1iamo dunque al contrasto tra etica ed erotica, universalit e individualit <

4 Si noti come il termine francese signification abbia sia il senso oggettivo del nostro

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Marion/amore 2 5er )arion il contrasto va superato appro#ondendo il vero senso dellingiunzione che il volto signi#ica. 8osa che )arion cerca di #are nel E 21, intitolato La signi!icazione come giuramento, che ci presenta la seconda tappa nella individuazione di come altri si mani#esta allintenzionalit propria dellamante. 1e sintende lingiunzione del volto in senso esclusivamente etico % osserva )arion % esso non mi dice nulla di altri, ma solo di me stesso, come di colui che ha una responsabilit etica nei suoi con#ronti. )a a ben vedere, proprio in quanto ingiunzione di non ucciderlo il volto mi signi#ica anzitutto di non violarlo 4"non toccarmiG$7, cio di non attentare alla sua esteriorit , a quella alterit non assimilabile che deve restare intatta perch- io incontri veramente un tale altri. 8on ci, esso mi mani#esta proprio quella esteriorit pura che come amante cercavo, a##inch- la mia intenzione damore, che pur si #aceva avanti per prima, non rimanesse vuota e vaga. Il sopraggiungere del volto daltri apre quindi alla riduzione erotica una situazione #enomenologica radicalmente nuova, capace di rispondere alla domanda di come possa mani#estarsi quell"altrove$ che era implicito nelle questioni9 "sono amato % daltrove<$ e "posso amare, io, per primo< $. Dra, in#atti, so che esso pu, mani#estarsi " a partire da se stesso$, distinguendosi da ogni altro modo di mani#estarsi dei #enomeni. In termini #enomenologici strettamente "tecnici$, )arion dir che il #enomeno daltri si distingue da ogni altro perch- entrambe le sue due #acce % lintuizione e la signi#icazione % non appartengono alla mia s#era egologica propria, ma mi provengono dallesterno. )entre in ogni altro #enomeno lintuizione mi giunge bens: dallesterno ma per riempire 4in parte o adeguatamente7 una signi#icazione che gi si trova in me, qui anche la signi!icazione mi giunge dallesterno ed in #orme assolutamente nuove. 1ia perch- non proviene dalla mia vaga intenzione di amante, che resta sempre indeterminata, ma proviene da un altri concreto ed unico, che mi si dona opponendomi la sua distanza inviolabile. 1ia perch- non mi si d come un oggetto trascendente, che appartiene al mondo oggettivo e che potrei costituire a partire da me, ma a partire da se stessa, secondo una sua propria contro%intenzionalit . 1ia, in#ine, perch- segna la sua iniziativa con il prendere la parola come vuole, quando vuole, rivolgendola a chi vuole. In de#initiva, la signi#icazione del volto mi viene da altri in quanto 2si dona come ci, che potrebbe non donarsi3 456 1@37, provenendo non da uno s#ondo non visto del mondo ma dallo s#ondo di un "altrove$ rispetto al mondo, pi0 esteriore a me di ogni mondo.
(el #enomeno erotico non si tratta solo dellinversione della relazione tra intuizione e signi#icazione, ma della donazione di una signi#icazione incostituibile, imprevedibile e assolutamente esteriore alla mia intuizione di amante 4che ama amare per primo7, tramite un ego che mi sorprende perch- non lho previsto, in cui non mi posso attardare e che non comprender, mai. Il #enomeno amoroso non si costituisce a partire dal polo dell ego che io sono& sorge da se stesso incrociando in s- lamante 4me, che rinuncio allo statuto di ego autarchico e apporto la mia intuizione7 e altri 4lui, che impone la sua signi#icazione opponendo la sua distanza7. Il #enomeno erotico non appare soltanto in comune a lui e a me, e senza polo egoico unico, ma appare unicamente nellincrocio. 0enomeno incrociato 456 1@=7.

8ome si dona % dunque % in concreto tale "signi#icazione$ daltri< (on come una cosa reale che diverrebbe disponibile, ma come chi dice di donarsi a me pur potendo non donarsi, ossia signi#icandomi, con parole o in silenzio, 2eccomi, io, il tuo signi#icato3 456 1@>7. 6 per veramente #issare durevolmente la mia intuizione vaga di amante, me lo deve signi#icare senza limiti di tempo, n- condizioni restrittive, senza ritorno, "per sempre$. 5er questo 2la signi#icazione, che sola permette alla mia intuizione di #ar apparire il #enomeno daltri per me, sorge come un giuramento % oppure non sorge a##atto3 41@>7. 1olo questo "giuramento$, in#atti, riesce a mettere veramente in scena il "#enomeno amoroso completo$, che si ha quando due ego #issano o concretizzano la loro intuizione amorosa immanente, che si #a avanti per prima, in base alla signi#icazione che ricevono da altri 456 1@@7. 8i, che i due ego hanno in comune, e #a si che si possa parlare di un #enomeno amoroso, non qualcosa di visibile che vedono entrambi, bens: una signi#icazione comune che si scambiano, quella dell"eccomiG$ giurato che rassicura reciprocamente di una signi#icazione daltrove. (on si tratta n- di un unico #enomeno n- di due #enomeni distinti, bens: di un "#enomeno incrociato$, 14 perch- a doppia entrata 4due intuizioni da parte dei due ego7 con un solo signi#icato che

Marion/amore 2 8oncludiamo lanalisi di questa terza meditazione con alcune osservazioni. 8i pare molto appropriato il tentativo #atto da )arion di illustrare lentrata in gioco dellaltro % che rende concreto quell"altrove$ cui la riduzione erotica rinvia con le domande "sono amato %daltrove<$ e "posso amare, io, per primo<$% ri#acendosi alla #enomenologia del volto prospettata da 6mmanuel Levinas. In particolare sottolineandone 17 la contro%intenzionalit #enomenologica % connessa con linvisibilit % , 27la novit di signi#icato, irriducibile ad ogni riempimento di una mia intenzione ed anche della mia vaga intuizione previa di amante, 37 il suo provenire in nessun modo da me ma da un altrove con#igurantesi come esteriorit e trascendenza assolute, =7 la sua natura di "ingiunzione$ ovvero di comandamento di non uccidere. Il tentativo di andare oltre Levinas ci pare per, riuscito solo in parte >. 1ia perchnon ci pare che il punto di vista etico, che Levinas privilegia, debba necessariamente comportare che il volto altrui mi interpelli solo nella vuota generalit di altri. La novit della #enomenologia del volto, elaborata da Levinas, consiste in#atti % a nostro avviso % proprio nellaver sganciato limperativo etico della responsabilit verso altri dalla #orma puramente universale del comando della ragione 4alla Pant7, per #arlo scaturire dal volto concretamente individuo di ogni altro che mi interpella. 1ia perch-, in secondo luogo, non sempre il volto altrui mi si presenta nella #igura dell2eccomi, io, il tuo signi#icato, per sempre3, cio incrociando il mio #armi avanti per primo e dando cos: non solo concretezza individuale alla mia vaga intenzione amorosa di alterit , ma anche una concreta risposta di amore reciproco. Qorse che in questo caso il nostro amore non amore e##ettivo< Qorse che senza reciprocit % )arion laveva ben rilevato sopra % lamore non vero amore< .esta per, quale indubbio merito di )arion laver letto il mani#estarsi dellalterit altrui come amante sullo s#ondo della contro%intenzionalit del volto, di#endendone non solo lesteriorit ma anche lindividualit irriducibile. 6d anche, ci pare, aver individuato quella peculiare #orma di amore % che appare solo dopo una riduzione erotica radicalizzata % che si presenta quale #enomeno incrociato di due contro% intenzionalit accomunate da ununica signi#icazione9 quella di un #arsi avanti come l"eccomi$ giurato della piena disponibilit ad amare per primi. )a sulla natura di questo "#enomeno incrociato$ dellamore, lanalisi #enomenologica di )arion continua con ricchi sviluppi nella successiva quarta meditazione. .ester per, il problema critico di sapere se questo "#enomeno amoroso incrociato$ rappresenti la natura univoca di ogni #orma di amore, come )arion sostiene quale tesi centrale di tutta la sua trattazione. 2. >. 1uarta meditazione: &ella carne" che si *i*i!ica@ 8ome si visto nella precedente meditazione, altri entra nella relazione amorosa come individuo unico e insostituibile. La quarta meditazione porta avanti questo tema interrogandosi anzitutto circa il modo con cui si realizza lindividualit radicale dellamante nel #enomeno incrociato dellamore di me e di altri. (ellunico #enomeno amoroso, pronunciando "6ccomiG$ io passo dallo statuto di un ego al nominativo allo statuto di colui che si lascia convocare ed interpellare al vocativo da altri e che si espone ad un altro ego come ad un dativo cui si o##re. Auesto "6ccomiG$ resterebbe per, unespressione puramente vuota e #ormale, un semplice "deittico$ riempibile a piacere, se non vi #ossero coinvolti degli "io$ reali, e##ettivamente presenti in un "qui$ reale. 6d ci, che avviene % ad avviso di )arion % quando si #a avanti un amante vero e proprio. Auesti in#atti non si con#onde con un "ego$ trascendentale ma vi si oppone #rontalmente& nel suo "6ccomiG$, in#atti, lamante mette in gioco s- stesso come "radicalmente individualizzato e insostituibile$. Lindividualizzazione dellamante 4E 227 avviene da vari punti di vista. 17 /nzitutto in virt0 del suo "desiderio$. Bn desiderio che un altri individuo ha suscitato in me, connotandomi, dora in avanti, per quella precisa "mancanza$ che mani#esta il
5 Questo tentativo, gi chiaramente presente nel saggio sopra esaminato Lintentionnalit de lamour del 1983, era stato poi formalizzato da Marion nel saggio Dautrui lindividu, pubblicato in Emmanuel Levinas, Positivit et transcendance. Suivi de Levinas et la phnomnologie, sous la direction de J.-L. 15

Marion/amore 2 centro pi0 segreto del mio cuore. 2Il mio desiderio mi dice a me stesso mostrandomi ci, che mi vivi#ica 4mexcite73 456 1F27. 27 In secondo luogo, in virt0 dellintenzione di eternit che connota la dichiarazione damore. L$6ccomiG$ dellamore non pu, in#atti non implicare, per de#inizione, lirreversibilit . 'ire "ti amo per questo istante, provvisoriamente$ comporta chiaramente una contraddizione per#ormativa. La promessa di eternit , che connota il giuramento damore, individualizza quindi lamante una volta per tutte. /nche se in seguito non sapesse mantenere tale promessa, essa lo connoterebbe e rassicurerebbe ugualmente come colui che stato un vero amante. 37 In terzo luogo, lindividualizzazione dellamante si ha in virt0 della " passi*it$ nei con#ronti di chi ha suscitato il suo amore. 6gli in#atti non si individualizza per auto% a##ermazione o auto%ri#lessione, ma in quanto riceve se stesso da altri. 1ia perch- il suo #arsi avanti con un giuramento damore acquista senso solo in quanto accolto da altri. 1ia perch- il mio stesso #armi avanti per primo gi dipendeva dallintuizione, sia pur vaga, dellalterit altrui. 1ia perch-, in#ine, slanciandomi per primo nellamore accetto il rischio di non dipendere pi0, come amante, dallattivit del mio proprio io, ma da un altri, di cui per, non ho alcuna garanzia che mi ricambier lamore. 6 anche se lamore corrisposto, cio se due giuramenti si incrociano, si rimarr sempre in una situazione squilibrata, perch- entrambi dovranno ogni volta nuovamente slanciarsi avanti per primi nellamore, senza condizionare il proprio amore ad un per#etto contraccambio. La "passivit $ che individualizza lamante per, di natura del tutto particolare. 6ssa non ha nulla a che #are con la passivit di un corpo #isico e neppure con quella di un corpo animato che reagisce puramente e semplicemente a stimoli #isiologici. 1i tratta in#atti di una passivit che minveste totalmente, caratterizzando il #enomeno della mia "carne$& quella carne che non solo ho, ma che io sono. /llindividuazione passiva degli amante nella loro "carne$ o in quanto carne, dedicato il E 23, "La mia carne e la sua$, che abbiamo allegato in traduzione italiana perch- particolarmente caratteristico dellanalisi #enomenologica dellamore che )arion sviluppa. .imandiamo quindi alla sua lettura, limitandoci a schizzarne le linee di #ondo. Lindividuazione passiva dellamante in virt0 della sua carne avviene in base a due prerogative della carne, apparentemente contrastanti9 letero%a##ezione e lauto% a##ezione. In quanto dotata di "etero%a##ezione$, la carne mi #a prender corpo nel mondo, ove mi trovo passivo tra i corpi& ma di una passivit singolare. I corpi agiscono sulla mia carne solo perch- questa ha il privilegio eccezionale di sentirli mentre essi non sentono nulla. 1olo la mia carne sente, so##re, gioisce. )a questo privilegio strettamente legato ad un altro& l"auto%a##ezione$. 1olo perch- originariamente sento me stesso, sento di sentire e quindi e##ettivamente sento. Qacendo propria la #enomenologia della carne sviluppata da )ichel ;enrC F, )arion dir quindi9 2solo lauto%a##ezione rende possibile letero%a##ezione. 1ento le cose del mondo solo perch-, inizialmente, #accio esperienza di me stesso in me stesso 4 mprou*e moi' m2me en moi'm2me73 456 1+17. 6 grazie a questa attivit pi0 segreta ed originaria che si compie la mia individuazione nel mondo, cio tramite la memoria delle auto% a##ezioni. )a questa passivit della carne, sia pur cos: ripensata, non ancora su##iciente a de#inire la mia individualit di amante. Auesti in#atti nasce come tale grazie ad altri ed in virt0 di altri, cio di unaltra carne che non solo sentita, come lo sono i corpi #isici, ma che sente se stessa. 'onde la necessit di descrivere "come possa la mia carne sentire la carne di altri e soprattutto come io stesso in essa mi senta3 456 1+27. Laccesso alla carne altrui % osserva a questo punto )arion % non pu, aversi rimanendo nellorizzonte della percezione, come se si trattasse di un corpo #isico del mondo. La carne, in#atti, non si d alla percezione, ma si espone direttamente in sstessa, nella sua nudit , ed cos: che in%amora 4rotise7 la mia carne+. (on si tratta per, in alcun modo della semplice nudit che risulterebbe dal denudarsi o##rendosi come un oggetto alla percezione. 5erch- questa riduzione dellaltro % o di me stesso % ad oggetto
7 Cfr., in particolare, M. Henry, Incarnation. Une philosophie de la chair, Seuil, Paris 2000; tr. it. di G. Sansonetti, Incarnazione. Una filosofia della carne, Sei, Torino 2001.

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2 distrugge la stessa possibilit dellamore. La carne altrui, come ogni Marion/amore carne, in#atti come tale invisibile, non potendo in alcun modo apparire come un corpo #isico. 'onde il raddoppiarsi dellaporia dellaccesso ad altri9 come altri e come carne invisibile. 8ome si #enomenalizzer , quindi, la carne altrui, dato che essa certamente si #enomenalizza< In un modo del tutto unico, a##erma )arion. (on lasciandosi vedere, ma lasciandosi 2sentire e risentire3 4sentir et ressentir7 456 1+>7*. 5i0 precisamente9 2lasciandosi sentire in modo tale che io sento di sentirla 4in #orza della de#inizione della mia carne7, ma anche che io sento che essa mi sente 4in #orza della de#inizione di altri come carne73 456 1+>7. In un groviglio o con#usione del sentire e del sentirsi lun laltro che caratterizza il #enomeno dellintreccio amoroso delle carni. !ale #enomeno pu, essere ulteriormente chiarito esaminando la distinzione tra il sentire una cosa del mondo e il sentire una carne. 1ento un corpo #isico come tale perch- mi resiste, mi impedisce di invadere il suo spazio& e di #ronte a lui #accio esperienza di me come carne perch- non posso vincere tale resistenza e debbo ritirarmi. /l contrario, la carne altrui la sento come tale in quanto non mi resiste, si a##ievolisce e mi lascia spazio lasciandosi penetrare, accogliendomi& e cos: so che si tratta di una carne, o meglio, di una carne altrui. )entre nel mondo mi ritrovo in luoghi chiusi, come in propriet private sbarrate, che mi costringono nella mia #initezza, entrando in rapporto con unaltra carne io sono liberato da tale costrizione, trovo chi mi accoglie e divengo per la prima volta veramente me stesso come carne.
Io sento, dun sol colpo, sia la mia carne che laltra carne, sentendo che essa non pu, resistermi, che vuole non resistermi, che mi prende al suo posto senza inglobarmi in essa, che mi mette al suo posto R mi pone al suo posto R lasciando che io la invada senza di#endersi. 6ntrando nella carne di altri, esco dal mondo e divento carne nella sua carne, carne della sua carne 456 1++710.

/ltri, quindi, mi d a me stesso per la prima volta perch- prende liniziativa di donarmi la mia propria carne per la prima volta& mi sveglia a me stesso perch- mi "in% amora$, mi vivi#ica come carne amandomi. In ci, consiste anche, propriamente, il mio "piacere$. )entre, per "dolore$, deve intendersi il resistere della carne altrui alla mia, impedendomi cos: di diventare io stesso carne, di sentirmi come tale. 2La mia carne svanisce quando scompare la sua unica condizione di possibilit , la carne di altri. 6 la sua si cancella quando si smorza la mia3 456 1+*7. Lincontro con la carne altrui, il sentirla e risentirla, non quindi un semplice toccarla, sia pur con la pi0 delicata e s#iorante "carezza$, e tanto meno un vederla, ma un vero e proprio "incarnarsi$ in essa e tramite essa. 6 cos: lamante, incontrando la carne altrui, si completa in vero e proprio "adonato$ 4 adonn7, cio in 2colui che si riceve lui stesso da ci, che riceve e che dona ci, che non ha3 456 1*07. Lanalisi #enomenologica del modo specialissimo con cui altri si d nella sua individualit tramite lintreccio amoroso delle carni, in cui ognuno % come si visto % si #a #enomeno dellaltro 2diventando carne tramite laltro3, in%amorandosi vicendevolmente, viene appro#ondito da )arion nel E 2=, intitolato " L3in'amoramento 4-rotisation7 !ino al *olto$. In esso il #enomeno dellin%amoramento viene spinto #ino ad includere non solo la carne propriamente detta ma la totalit altrui, compresa quella sua assoluta trascendenza che Levinas aveva espresso con il termine di "volto$. /nche questo paragra#o viene dato in traduzione integrale nellantologia, perch- anchesso un chiaro indice delloriginalit della trattazione di )arion sul nostro tema. 8i limitiamo qui a segnalare i punti che, a nostro avviso, vanno particolarmente notati. /7 /nzitutto il modo singolare con cui il #enomeno di "altri$ si o##re apparendo secondo la #enomenalit propria della carne. 2(on direttamente 4come una cosa o un oggetto7, ma indirettamente e tuttavia tanto pi0 immediatamente, come colui che #enomenalizza me stesso in quanto carne3 456 1*1%1*27. Il che signi#ica che altri, come carne, appare nella misura in cui mi dona la mia carne& quindi, in un certo senso, nello
9 In italiano non facile tradurre, in questo contesto, il ressentir francese. Esso non ha infatti nulla in comune con il nostro risentimento, quanto come un sentire se stessi come condizione di possibilit di sentire un altro da s. Per questo nella traduzione antologica si scelto il termine provare o simili, senza per che si sia riusciti a rendere appieno il significato del

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Marion/amore 2 "schermo$ della mia carne, nella quale in qualche modo si proietta la sua11. 6, reciprocamente, la mia carne gli si mani#esta in quanto io gli dono, vivi#ico la sua. 'onde la speci#ica "reciprocit $ che ci caratterizza come amanti9 2 'iventiamo ognuno il #enomeno dellaltro diventando ognuno carne tramite laltro3 456 1*27. Il #enomeno amoroso ovvero la #enomenalit degli amanti come tali, si presenta quindi non come un "#atto$ ma come un vero e proprio "processo$ verso il compimento del vivi#icarsi delle "carni$. 5rocesso di "erotizzazione$ dotato di tre caratteristiche9 17 in esso viene superata ogni opposizione tra attivit e passivit 9 2mi metto in atto nella misura stessa in cui mi riconosco toccato" mi lascio toccare...3 456 1*37. 27 esso 2non ammette n- interruzione n- limite, poich- tende a #ar s: che tutto si #accia carne in me come in altri...3, senza alcun privilegio di alcuni organi rispetto ad altri 4Ivi7. 37 in esso non c posto n- senso per lauto%in%amoramento o per lSauto%eccitazione erotica. Il mio in%amoramento 4la mia presa di carne7 mi viene da altri che pu,, lui solo, darmi questa stessa carne. /7 Il secondo punto che vorremmo sottolineare % e che spiega il titolo del paragra#o % introdotto dallinterrogativo9 se altri si mostra, come si detto, nello schermo della mia carne "in%amorata$, pu, ancora mantenere la sua caratteristica di "volto$ e di "volto$ dotato di trascendenza assoluta nei con#ronti di ogni mia intenzionalit < La risposta di )arion si scandisce in due momenti. (el primo si osserva che altri, una volta in%amorato nella sua carne, si mostra ancor pi0 come "volto$, perch- riceve da me come una "gloria$ % la gloria dellin%amoramento. Auesta, illuminando tutta la sua carne, giunge #ino al volto, glori#icando anche questo, come nello speci#ico sorriso che illumina il volto dellin%amorato. (el secondo momento si osserva che, mostrandosi nel #enomeno amoroso, il privilegio della trascendenza del volto non dipende pi0 da una distanza o da unaltezza etica. 1ia perch- altri qui non mi rivolge pi0 lingiunzione 2!u non uccideraiG3& ma, se mai, si esprime, con sospiri o con parole, in termini di9 26ccomi, vieniG3 4c#r. sotto E 2+7. 1ia, soprattutto, perch- qui non c posto per luniversale ma solo per lindividualit di entrambi, che proprio nel #enomeno amoroso viene particolarmente alla luce e si attua. )a 2se s#uma luniversale etico, la trascendenza daltri, lungi dallo svanire, si rivela come non mai3 456 1**7. (ellin% amoramento, in#atti, il volto non svanisce nella sua carne, ma, piuttosto, tutta la carne altrui diventa "volto$, "corpo glorioso$ che bench- individualizzato per mio tramite, mi rimane inaccessi(ile nella sua assoluta trascendenza9 2noi #acciamo comunione, ma nella distanza delle nostre due carni3 456 2007. 8ome amanti, quindi, incrociamo le nostre carni "senza con#usione nmescolanza$, perch- esse restano irriducibili& ma anche "senza separazione ndivisione$ perch- nel #enomeno incrociato dellamore ciascuna sente e risente se stessa nel sentire dellaltra12. (ellin%amoramento, quindi, io non "uso$ in alcun modo dellaltro 4quasi che #osse una cosa7, ma posso "gioire$ dellaltro in me stesso 13. 1i superano cos: % a detta di )arion % tutta una serie di questioni mal poste o di antinomie arti#iciali, che pur si erano incontrate nella precedente esposizione, quando la questione dellamore non si era ancora impostata secondo le esigenze di una riduzione erotica radicalizzata9 2l"unione$ abolisce l"incomunicabilit delle coscienze$< lamore di scontraddice lamore di altri< il godimento rende "egoisti$ o disinteressati< ecc.3 456 201%2027. (el godimento amoroso, in#atti, io non gioisco del mio piacere, ma del suo, e, se per avventura gioisco anchio 4cosa che non segue di per s-7, questo piacere
11 Abbiamo qui, come gi in Dato che, un esempio del tipico modo con cui Marion reinterpreta e trasforma la figura fenomenologica della trascendenza nellimmanenza, di cui aveva parlato Husserl gi nel 57 delle Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica, vol. I, del 1913 (cfr. tr. it. di V. Costa. Einaudi, Torino 2002, pp. 143ss.) e che ritorna in posizione strategica anche nelle Meditazioni cartesiane, del 1931 (cfr. tr. it. di F. Costa, Bompiani, Milano 1997, pp. 125-127). Mentre in Husserl trascendenza nellimmanenza significava che laltro ( lalter ego) si fenomenalizza nellego trascendentale in quanto viene costituito da esso ed in esso (in qualche modo lego costituisce lalter ego proiettando s nellaltro), per Marion laltro si fenomenalizza nella mia carne in quanto questa si esperimenta vivificata (erotizzata) dalla carne altrui, che cos mi dona a me stesso come carne (in qualche modo laltro che si proietta nella mia carne facendosi manifesto in essa come alterit trascendente irriducibile).. 12 Qui Marion utilizza, a bella posta, i famosi termini che il Concilio di Calcedonia (451 d. C.) 18

Marion/amore 2 scaturisce dal suo, come una "risacca$, di ritorno1=. Il vero piacere amoroso implica in#atti sempre lincrocio delle carni, ove ognuno riceve se stesso dallaltro . Il E 2>, intitolato "godere$ 44ouir7, riprende e appro#ondisce la descrizione in positivo del "mondo$ cui apre la riduzione amorosa radicalizzata, ove io trovo, ricevendomi come carne dalla carne altrui, quella "rassicurazione$ che cercavo con la domanda 2sono io amato % daltrove<3. Lo "spazio$ di questo mondo non pi0 lo spazio omogeneo e oggettivo del mondo #isico o intellettuale, ma lambiente o il luogo dellamore, in cui sono accolto come carne in%amorata, ricevendomi dalla carne altrui. Le sue coordinate non sono pi0 le tre classiche dimensioni 4lunghezza, larghezza, pro#ondit 7, ma il ri#erimento alla carne altrui, a partire dalla quale mi situo io stesso come carne, nel mio unico ambiente amoroso 4c#r. 56 20=7. Auanto al "tempo$ che caratterizza lamante, esso non pi0 il tempo del mondo ma quello della riduzione erotica. In esso il "#uturo$ dato dallattesa di un altrove come carne che mi dia la mia& in un movimento di mutuo in%amoramento che come tale si accresce senza #ine perch- propriamente non intende un #ine. 2(el #uturo erotico "6ccomiG$ si esprime con "vieniG$3 456 20F7. Il "presente$ della riduzione erotica, da parte sua, il tempo in cui altri "passa$, o##rendomi il "presente$ 4nel senso di "dono$7 del suo passaggio, cio quel processo dellin%amoramento della carne che presente #ino a che "non si compie$, giungendo a quellacme in cui #inisce, che pu, chiamarsi "orgasmo$. Bna #igura che )arion ritiene contraddittoria perch- segna la ineluttabile conclusione di ci, che consiste nel non avere mai una conclusione9 il colloquio 4entretien7 amoroso. 8on lorgasmo, in#atti, il processo amoroso non "riesce$, ma "si arresta$ 456 20+7, cessando di essere presente. )entre #inch- laltro perdura nella sua carne in%amorata donandomi, tramite essa, la mia, accogliendomi nella sua anche pi0 a lungo che io non riesca ad accoglierlo nella mia, esso mi #a il dono del presente dellamore. 2(el presente erotico, "6ccomiG$ si esprime con "vengoG$3 456 20*7. Il "passato$ sar invece il tempo in cui altri ha sorpassato il momento del suo presente, poich- si giunti al "completamento$ del processo amoroso, alla contraddizione dell"orgasmo$. 1i tratta di un semplice "arresto$ 4 chouage, che signi#ica anche "approdo$7 o di uno "scacco$ 4 chec7< La risposta di )arion che si tratti di un evento ambivalente. 5er un verso, in#atti, segna quella inevitabile "interruzione$ del processo di in%amoramento, dovuta alla nostra #initezza e testimone di essa, per cui esso si snoda in "staccato$, esigendo di essere sempre nuovamente ripreso, ripetuto, per mantenersi nella linea del suo "senza #ine$. In questo senso 2il passato amoroso si de#inisce come latenza di una possibilit e come necessit di ripetere lincrocio delle carni3 456 2107. 5er altro verso, per,, tale interruzione pu, rivelarsi uno "scacco$, cio limpossibilit della ripetizione, la #ine dellamore& anzi, labbandono dellamore, che si ha con la cessazione del "desiderio di desiderare$ di riceversi dalla carne individuale di quel concreto altri. 5er )arion, il vero passato dellamore non si ha in questo secondo caso, cio quando esso de#initivamente "trascorso$ perchlinterruzione si rivelata uno "scacco$, ma nel primo caso, quando linterruzione in vista della ripetizione. 2(el passato erotico, "6ccomiG$ si esprime con "/ncoraG$3 456 2117. 1ul tema della "sospensione$ dellerotizzazione )arion si interroga ulteriormente nel E 2@. !ale "sospensione$ comporta, a suo avviso, sia lo svanire del #enomeno daltri, in quanto la sua carne ridiventa semplice "corpo #isico$, sia lo svanire di noi stessi come carne amante?amata, in quanto ci ritroviamo come semplici "enti nel mondo$, con un corpo che ricopriamo per la vergogna di esporlo nudo. )a il modo di sparire della mia carne diverso dal modo di sparire della carne altrui. 8on la sospensione dellerotizzazione io non perdo la mia carne come capacit di sentire gli altri corpi #isici e di sentirmi sentire, anche se perdo laccesso, in essa, ad unaltra carne e quindi non so pi0 donde ricevo la mia stessa carne. (on divengo quindi un semplice corpo #isico, nrimango carne in%amorata, ma mi ritrovo come semplice carne, senza sapere donde la ricevo. 5er quanto riguarda la carne altrui, invece, con il cessare dellerotizzazione essa, 19

Marion/amore 2 distinguerla come tale, ossia per coglierla come carne nel "#accia a #accia$ dellincrocio delle carni. 1enza lerotizzazione, altri come carne % cio come vero e proprio altri % accessibile solo con argomenti meramente probabili& ad esempio, con la trasposizione analogica, analizzata con cura da ;usserl nella Auinta delle sue #editazioni cartesiane& essendo solo probabili, tali argomenti possono essere ri#iutati& cos: avviene, ad esempio, nel razzismo, che non riconosce nei corpi altrui dei miei simili. Le*ento puro di altri % questa la tesi di #ondo che )arion sostiene % si mani!esta solo nellerotizzazione mutua delle carni. )a perch-, si chiede ora )arion, lerotizzazione cessa, lincrocio delle carni si sospende, la riduzione amorosa si arresta< 8ome concepire la loro ineluttabile "#initezza$< 456 21@7. La questione a##rontata nel E 2F, intitolato "automatismo e #initezza$. In esso egli sinterroga su come lerotizzazione, che si presenta come provvisoria e #acoltativa, provochi e attesti la nostra #initezza. La risposta viene cercata rilevando, anzitutto, la presenza di un certo automatismo nel processo di in% amoramento. La non resistenza della carne altrui % di cui si detto % condizione necessaria, ma non su##iciente per lavvento dellin%amoramento& ci vuole anche, in#atti, la mia libera decisione di non resistervi. )a anche questa decisione, sia pur necessaria, non basta a mettere in moto lin%amoramento. 'onde lipotesi % #ormulata da )arion % 2che la mia carne si animi 4sexcite7, sin%amori 4srotise7 da se stessa3 456 31*7. Le condizioni di cui sopra 4la non resistenza della carne altrui e il mio consenso7, sono quindi necessarie ma non su##icienti& lin%amoramento si innesca spontaneamente, in #orma automatica. 28i, che si chiama "amore$ si riduce, il pi0 delle volte, a cedere al desiderio automatico della mia carne, o di quella altrui. 6 allora, di colpo, " andataG$3 456 21*7. )a lautomatismo non riguarda solo linnesco del processo di in%amoramento ma anche il suo termine. (oi vogliamo, bens:, che il nostro in%amoramento cresca #ino allesplosione #inale, ma vorremmo anche che esso non cessasse mai. 6ppure esso #inisce in modo automatico quando la carne autonomamente lo decide. 'onde la contraddizione dellorgasmo di cui si detto. Auesto doppio automatismo porta alla luce la speci#ica !initezza dellamante. Auesta si gioca su due piani. /nzitutto sul piano di una "#initezza relativa$ 4ad altri7, nel senso che la mia carne sin%amora in me senza di me, provocandomi al consenso. (on si tratta solo della "passivit teoretica$, propria dellintuizione sensibile. 1i tratta di "passivit erotica$, caratterizzata dal #atto che altri agisce su di me in%amorando la mia stessa carne. 2Bn incosciente mi abita e, indiscutibilmente, mi occupa % la mia carne che si anima3 456 2227. 2Drmai non posso neppur pi0 dire "amo per primoG$ perch- so che non sono pi0 il primo, che non sono neppur pi0 me stesso, ma che originariamente sono altro da me % godo come altro da me3 456 2237. La #initezza dellamante si gioca per, anche sul piano di una "#initezza intrinseca$, nel senso che lin%amoramento cessa o si sospende di per s-, senza poter durare allin#inito. Auesta #initezza, che si presenta come un #atto indiscutibile, per un verso impedisce allin%amoramento di strapparmi de#initivamente dal mondo, dal suo tempo e dal suo spazio& in#atti mi riporta costantemente ad esso. 5er altro verso mimpegna a ripetere senza #ine la riduzione erotica riprendendo il mio statuto di amante.
La #initezza dellin%amoramento minsegna quindi, paradossalmente, a rinascere senza tregua come amante, quindi a vivere come uomo % secondo il #arsi avanti, il giuramento, la carne donata e donante. La #initezza dellerotizzazione mi assicura la ripetizione allin#inito della riduzione erotica stessa 456 22=7.

Il #enomeno dellin%amoramento, nella sua alternanza di godimento e di sospensione, si presenta come un #enomeno del tutto particolare. In esso, come si visto, lintuizione e la signi#icazione debordano il concetto 4Tlintenzione7& nella terminologia di )arion 4c#r. &ato che7, esso dovrebbe quindi essere inteso come un "#enomeno saturo$. )a poich-, in virt0 della sospensione, esso si ritira e sparisce immediatamente, di lui non resta nulla sul piano della mani#estazione& lo si dovrebbe quindi intendere, piuttosto, come un "#enomeno cancellato 4ratur7$ 456 22>7. 'i esso 20 non si pu, dire nulla, nulla che possa descriverlo& le parole vengono a mancare. 'ellin%

Marion/amore 2 (ellamore % sostiene )arion % le parole sono indispensabili. (ellin%amoramento si gode, in#atti, solo tramite altri e vicendevolmente& non si pu, quindi non parlare ad altri, rivolgendosi a lui, anche se in silenzio 1>. 5oich- lin%amoramento ci strappa dal mondo, le parole degli amanti non potranno essere parole che dicano qualcosa del mondo. .ispetto al mondo esse non dicono in verit proprio nulla. Jli amanti non possono quindi dirsi nulla, ma debbono dirsi questo stesso non poter dire. 'onde le regole del linguaggio amoroso che )arion cos: sintetizza. Jli enunciati del linguaggio amoroso non sono enunciati descrittivi ma enunciati per#ormativi. 1ono un dire senza alcun detto, ma vengono ben compresi da colui cui sono indirizzati, perch- non solo si ri#eriscono a quella "cosa$ che interrompe il corso delle "cose$ del mondo, ma hanno la #unzione di innescarla, di suscitare lin%amoramento della carne altrui.
Auando io godo, di #atto parlo. (on dico niente di niente, ma mindirizzo disperatamente ad altri. (on dico che "6ccomiG$, ma mindirizzo ad altri in tutti i suoi stati e dunque in tutti i miei& al #uturo gli dico "6ccomiG$ domandandogli "UieniG$& al presente gli dico "6ccomiG$ annunciandogli "UengoG$& al passato gli dico "6ccomiG$ supplicandolo "/ncoraG$. K...L Auesti enunciati non hanno alcun ruolo enunciativo, categorico o descrittivo, ma una #unzione per#ormativa9 non dicono ci, che descrivono, #anno ci, che dicono. K...L Lamante #a lamore, dicendolo, ex opere operato, senza riguardo per le sue capacit e neppure per le sue intenzioni. Le mie dichiarazioni % si tratta in#atti di dichiarare ci, che non c ancora, non di enunciare uno stato di #atto gi presente % per#ormano ci, che enunciano 456 22F%22*7.

'ire lamore equivale quindi a provocarlo, a mettere in scena il giuramento, ad innescare lin%amoramento. Il lessico del linguaggio amoroso sar quindi il meno descrittivo possibile di enti del mondo& piuttosto sar un linguaggio trasgressivo rispetto al linguaggio mondano, le convenzioni sociali, la #inalit di comunicazione del sapere& un linguaggio marginale, eccentrico, insensato che ha il solo #ine di animare la carne parlando. 5i0 in particolare potr presentarsi come un "linguaggio osceno$, in ri#erimento agli organi sessuali& un "linguaggio puerile$, che riprende quello di chi non sa ancora ben parlare& un "linguaggio eccessivo$, che prende in prestito le parole addirittura al linguaggio della teologia mistica, linguaggio dellunione spirituale delluomo con 'io. 6 i tre lessici ricordati non sono incompatibili tra di loro, come sarebbe se si situassero sul piano mondano. Il linguaggio amoroso ha in#atti proprio la #unzione di strappare dal piano mondano mettendo in atto lin%amoramento delle carni. 8os:, anche tramite il linguaggio amoroso, lamante ha preso carne ricevendola da altri, che gliela dona pur senza averla. 2Il #enomeno daltri % conclude )arion % appare nella luce bianca dellin%amoramento. )a, nella sua #initezza, esso sparisce subito. Hisogna ricominciare tutto3 456 23=7. In che senso ricominciare tutto< (el senso di scandagliare meglio la natura e le conseguenze del paradosso dellin%amoramento9 gli amanti vogliono lin#inito, ossia che lin%amoramento non cessi mai, e si ritrovano radicalmente #initi, perch- coinvolti in un processo che si avvia in loro senza di loro e si sospende automaticamente. La quinta meditazione simpegner in tale opera di appro#ondimento. 2. @. 1uinta meditazione: menzogna e *eracit La ri#lessione si avvia ricordando che la sospensione automatica dellin% amoramento #a sparire % come si visto % la carne in%amorata altrui ed anche la mia, senza lasciarne traccia. 'onde la possibilit del "sospetto$ che lin%amoramento non sia mai avvenuto, che la carne altrui non mi sia stata e##ettivamente data, che io non abbia incontrato che il corpo #isico altrui. )a c di pi0. Lesperienza della carne in%amorata, sia pur spinta #ino allorgasmo, denuncia uno scarto insuperabile tra la carne in%amorata e la persona altrui. Il godimento amoroso rischia cos: di rimanere nellimpersonale, nellanonimato. 8ompiendosi automaticamente, mio malgrado, lin%amoramento non basta, da solo, a raggiungere la persona altrui& e la ripetizione dellin%amoramento non esclude che una persona venga sostituita con unaltra, in un processo di moltiplicazione inde#inito di persone. In breve, lin%amoramento sembra s#ociare inevitabilmente nel neutralizzare la persona, nel "naturalizzarla$, imbalsamandola in un oggetto #isico 4c#r. E 2*9 la persona naturalizzata71@.
15 Diversamente da quanto avviene nel dolore, che pu riguardare solo me e quindi non

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Marion/amore 2 / ben vedere, lo scarto tra la carne in%amorata automaticamente e la persona riguarda anche me stesso. La carne che sin%amora automaticamente contraddice in#atti la persona in me. 'onde il sospetto che io stesso non sia veramente coinvolto nellamore, che non ami secondo "veracit $. In e##etti % osserva )arion % in regime di riduzione amorosa la "menzogna$ preceda la "veracit $. In prima battuta, si tratta di una "menzogna in senso eItramorale$, dato che non dipende da me abolire lo scarto tra la mia carne in%amorata e la mia persona. (onostante tutte le mie proteste di sincerit , il mio dire "ti amoG$ resta quindi sempre problematico. 1ullo s#ondo di tale menzogna in senso eItramorale, si pu, poi, in seconda battuta, dare la "menzogna morale$, cio il comportamento di chi sceglie di usare della possibilit di mentire. )arion ne delinea 4nel E 307 i seguenti casi tipici. 17 Auello della**entura galante, in cui si pretende, dando soltanto la propria carne, di dare anche la propria persona. 27 Auello della seduzione in mala #ede, ove si d ad intendere di impegnarsi con giuramento ma di #atto si vuole solo lin%amoramento senza giuramento. 37 Lin!edelt quale menzogna pura, anche se non espressa in parole. 1i pretende di amare luna donna in pubblico e laltra in privato. 'i #atto, si mente ad entrambe& anzi, non solo si dissimula ma si uccide in se stessi la propria persona. 21otto la maschera della menzogna, io non sono pi0 nessuno3 456 2>07. La menzogna, pur praticata sovente e #acilmente, per, di #atto insopportabile. (essun amante pu, tollerare che altri gli menta. 8on la menzogna, in#atti, non solo perde laltro ma anche se stesso, cio quella carne in%amorata che lha donato a se stesso. 'onde i vari ed inani tentativi di evitare la menzogna. )arion ne analizza tre nel E 31. 17 /nzitutto quella che chiama "la pretesa delirante$ di restaurare la veracit dellamore pretendendo che con lincrocio delle carni si mani#estino di per s- in verit anche le persone& cosa impossibile che non pu, che creare #alse illusioni. 27 Inoltre lassurdit erotica del "ratto$, con cui si pretende, prendendo la carne altrui, di avere anche la persona& mentre invece la si riduce a corpo "morto$. 37 In#ine le varie #orme di "perversione$, con cui si cerca di costringere la carne altrui a rimanere carne in%amorata con ogni arti#icio, spingendo i corpi oltre i loro limiti9 dal piacere al dolore, oltre le #rontiere dei sessi, oltre le stesse #rontiere della specie. In ogni caso, tutti questi tentativi sono votati allo scacco, perch- cercano la persona nel regno dellimpersonale. !utte le aporie sopra esaminate derivano % secondo )arion % da una con#usione di base9 considerare lerotizzazione della carne come laccesso ad altri in persona. 5er s#uggire a tali aporie ed avere un vero accesso alla persona altrui bisogner quindi % si chiede )arion % cercare un accesso alla persona altrui quale "volto$ prescindendo dallincrocio delle carni e dai loro possibili inganni< .itornare cio alla #unzione del "volto$ come al #enomeno privilegiato per accedere ad altri< 1econdo )arion, questa "ritirata strategica$ non #a che creare pi0 di##icolt di quante non ne risolva. Bna volta entrati in regime di riduzione erotica, prescindere dalle nostre carni impossibile, perch- solo tramite esse il giuramento amoroso non resta #ormale e permette di accedere allindividualit degli attori dellincontro amoroso. La via da tentare quindi, secondo )arion, unaltra. Auella di ritrovare la verit del "volto$ non prescindendo dallin% amoramento delle carni ma allinterno di tale innamoramento, cio in regime di riduzione erotica. 8ome sappiamo, il volto si mani#esta non come una cosa visibile, una "#accia$, ma come uno sguardo che proviene da una pro#ondit invisibile, in contro%intenzionalit rispetto ai miei sguardi& pi0 propriamente si mani#esta come un appello e un comando a me indirizzati. Dra in regime di riduzione erotica, tale appello non si riduce al comandamento etico generale di "non uccidere$, ma si tras#orma nella richiesta
manifesta solo nellerotizzazione mutua delle carni ? Ed anche che lin-amoramento della carne presuppone sempre il libero consenso che, evidentemente, solo la persona pu dare? In verit Marion ci offre, in

questo paragrafo (cfr. PE 240), una breve fenomenologia di ci che egli intende con persona in clima di riduzione erotica: 1) in negativo, quel cuore daltri la cui sparizione mi interdirebbe radicalmente di amarlo; 2) in positivo, la sua ultima individuazione possibile (la sua haecceitas); 3) ci che rende altri insostituibile, impedendo che nellin-amoramento egli ricopra solo un ruolo, quasi una maschera di teatro (secondo il significato latino di persona, che qui viene del tutto escluso). Ma in effetti questa fenomenologia della persona molto scarna, pi lasciata intravedere che non illustrata. E ben poco ci pare venga espressamente detto circa i 22

Marion/amore 2 individualizzata9 "amamiG$. )entre la prima richiesta vale per ogni volto, questa seconda implica la personalizzazione individuale, vale solo per quel tale volto unico cui rivolta. /nche perch-, data la #initezza della mia carne, non posso amare che un solo altro individualmente ed in un tempo limitato 1F. In regime di riduzione erotica, il volto deve quindi individualizzarsi per potersi mani#estare come tale. )a giunti a questo punto il problema si ripresenta. 1e si deve concedere che il "volto$ etico non mente mai, il "volto$ erotico pu, indubbiamente mentire in senso morale. 5aradossalmente, la carne non mente, solo il volto pu, mentire in senso morale. 6 la sua prima menzogna consiste proprio nel pretendere di non mentire& poi nel rivendicare innocenza e bont . 21oprattutto in amore i volti si lasciano prendere nella menzogna, come il cigno nel ghiaccio3 456 2@17. D perch- laltro simula lamore o perch- sono io a simularlo. (el primo caso sono sedotto, nel secondo sono io a sedurre. In entrambi i casi 4che si concretizzano nel masochismo e nel sadismo7 allaltro viene negata la dignit di volto, #inendo per, per negarla anche a se stessi. La storia del secolo appena trascorso, con i suoi orrori, ne una prova lampante. Il volto, quindi, non #a eccezione alle aporie della sincerit dellamore. (- la carne erotizzata, n- il volto sono su##icienti a discernere tra menzogna e veracit nellamore. )a allora, la persona non potr mai apparire in regime di riduzione erotica< 5rima di rispondere a questa domanda, )arion esplora la portata di due #enomeni che sembrano contestare tale impossibilit 9 la gelosia 4E 337 e lodio 4E 3=7. La gelosia conosce e contesta laporia della non mani#estazione della persona in regime di riduzione erotica. )a la contesta in modo contraddittorio in tutte le sue #igure. 1ia nel caso del geloso che ama 4o pretende di amare7 chi non lo ama e reclama un amore che per de#inizione non gli pu, essere dovuto& e cos: si contraddice. 1ia nel caso del geloso che ama chi dice di amarlo ma in e##etti, o nella supposizione del geloso, lo tradisce& e quindi lui a contraddirsi& ma anchio mi contraddico se continuo ad amarlo. La gelosia di #atto insostenibile e si squali#ica per la sua cieca ignoranza di ci, che la riduzione erotica implica. 6ppure anche la gelosia ha in s- qualcosa di "nobile$, tanto che non insensato attribuirla anche a 'io, parlando della "gelosia di 'io$. 8osa vuole in#atti la gelosia nella sua essenza erotica< (on tanto #arsi amare da altri suo malgrado, n- imporre ad altri un dovere inesistente di reciprocit , e neppure esigere da altri una #edelt nei miei riguardi. Hens: domandare che altri resti #edele a s- stesso come amante, resti #edele allamore. 6ssa si prende quindi in carico lonore dellamore e lo di#ende contro le menzogne dellamante. In breve, essa esprime una esigenza propriamente #enomenologica9 che laltro, nellamore, appaia come persona, ossia in verit . 5erch- essa resta nondimeno patetica e ridicola ad un tempo< 25erch- essa non sa come ottenere ci, che esige e #a di tutto per non ottenerlo mai3 456 2F07. La gelosia s#ocia cos: normalmente nellodio che ne condivide le contraddizioni. )a lodio % sostiene )arion % sembra addirittura essere in grado di #enomenalizzare altri pi0 ancora che non lamore. Lodio, in#atti, accede ad altri prescindendo addirittura dallin%amoramento della carne. 6sso annulla bens: ogni #orma di vivi#icazione della carne, sia mia che altrui, pietri#icandole in corpi senza vita. )a proprio questi corpi senza vita permettono allodio di avere un accesso ad altri nella loro individualit pi0 diretto che non lamore. Lodio attinge in#atti altri, al di l dellincrocio delle carni, segnalandone la mancanza& non la mancanza generica di altri, ma di tale altri a titolo di persona individua. (ellodio, come gi nella gelosia, altri mi "intriga$ come persona anche quando non ci #osse nessuno 4personne7 a giocarne il ruolo. Le aporie della gelosia e dellodio attestano dunque che la persona resta sempre allorizzonte dellerotizzazione, anche se solo negativamente, come mancanza. )arion vede in ci, un chiaro indice che lalternativa9 o carne erotizzata o persona, unalternativa astratta. In e##etti, prescindendo dalla carne erotizzata ogni accesso al #enomeno daltri, alla sua persona, sarebbe sbarrato. 2Hisogna dunque trovare allinterno stesso del campo aperto dallerotizzazione della carne, un nuovo modo di usarne che, questa volta, non o##uschi pi0 i volti n- le persone che vi pre%sento. 8ome se lerotizzazione potesse dare pi0 di ci, che non pareva3 456 2FF7. )a come evitare la "sospensione$ dellerotizzazione che, come si visto, impedisce di raggiungere la persona, se tale sospensione legata alla nostra #initezza< Hisogner #orse superare la #initezza< Auesto non certamente possibile, osserva 23

2 )arion. )a ci si pu, interrogare su quale #initezza sia veramente Marion/amore implicata nella sospensione dellerotizzazione. 6 la risposta di )arion che la #initezza che impedisce nellerotizzazione laccesso alla persona non riguarda lerotizzazione come tale, che vogliamo senza #ine, bens: lautomatismo dellerotizzazione delle carni. 'onde la domanda #ondamentale che )arion qui si pone9 possibile una erotizzazione "libera$, cio sottratta allautomatismo delle carni< 4c#r. E 3>, lerotizzazione li(era7. La risposta di )arion decisamente positiva. (on tanto perch- io posso volontariamente astenermi dal consentire allin%amoramento e quindi bloccarne il corso. Il darsi e##ettivo dellin%amoramento richiede in#atti sempre anche lintervento della carne altrui dalla quale io ricevo la mia. )a perch- io posso "toccare$ la carne altrui e lasciar "toccare$ la mia anche "senza contatto$ 456 2F*7. La cosa non deve apparire assurda perch-, non appartenendo le nostre carni al mondo % come si visto %, esse non sincrociano come due corpi #isici, entrando in contatto reciproco. Hens: dandosi e ricevendosi anche senza contatto, con il semplice parlarsi.
Qaccio lamore anzitutto parlando& non posso #arlo senza parlare e posso #arlo solo parlando % luso antico del #rancese intendeva daltronde cosi il "#are lamore$ 456 2+07.

1i tratta di una parola particolare 4c#r. E 2+7 che non parla di nulla, eppure parla allaltro come persona insostituibile, tramite un linguaggio per#ormativo con cui e##ettivamente lo tocco in%amorando la sua carne, in particolare parlandogli di noi due, di ci, che assieme viviamo e proviamo. )a se cos: stanno le cose, cio posso #are lamore anche solo parlando, io posso e##ettivamente #are lamore liberamente, in persona& in#atti dipende solo da me parlare o cessare di parlare, senza che vi sia pi0 alcuna dipendenza da automatismi in cui la persona potrebbe non essere come tale presente.
La mia parola, che gli parla del "tra di noi$, in grado, di per s- sola, di toccargli il cuore e donargli la sua carne a #ondo % senza ancora alcun contatto spaziale, il quale non diverr eventualmente lecito che in seguito e tramite questa stessa parola. La parola dona per prima ad altri la sua carne, nella distanza. )a se io tocco altri e gli d, carne col solo parlargli, allora io #accio con lui lamore in persona. 'ipende da me parlare o cessare di parlare, ascoltare o distogliermi& in ci, rimango libero 456 2+17.

'a questa possibilit dellamore, di #arsi con le sole parole, liberamente, e quindi esponendosi e##ettivamente in prima persona, )arion trae unulteriore conseguenza. 2La parola che dico per #are lamore non pu, mai mentire, essa attesta una verit indubbia3 456 2+27. (on si tratta di un paradosso. La parola dellamore, in#atti, per un verso non enuncia nulla di veri#icabile nel mondo. 6 quindi non pu, essere in contrasto con i #atti del mondo. 6 per altro verso, poich- trova tutto il suo senso nel vivi#icare per#ormativamente la carne altrui, altri pu, #acilmente sperimentare in se stesso se essa dice il vero, cio se essa e##ettivamente vivi#ica la sua carne. )a non si potrebbe #are lamore con lintenzione di mentire< 8ertamenteG )a se la mia parola dona e##ettivamente allaltro la propria carne, essa veritiera parola damore nonostante tutto& ed io mi ritrovo amante anche mio malgrado. 1i apre cos:, ad avviso di )arion, il vasto campo dellin%amoramento libero, che va molto oltre lesercizio sessuale dellincrocio delle carni e permette di dare e ricevere una carne erotizzata anche dove la sessualit non implicata9 da genitori a #igli, tra amici, tra luomo e 'io. 2In tale campo ha il suo posto anche la castit" quale virt0 eroica per eccellenza3 456 2+37. !ermina cos: la quinta meditazione ove )arion ha in qualche modo ripreso in modo originale il tema dellambiguit delleros 4quale amore sessuale7 che abbiamo trovato a suo tempo in Levinas. In Levinas tale tema era declinato soprattutto in chiave di ambiguit tra responsabilit disinteressata per il volto altrui e riconduzione dellaltro a possesso interessato, o allincrocio di due interessi& nelleros vi il pericolo che si #inisca quasi inevitabilmente in un "egoismo a due$, ove il volto dellaltro va di #atto perso. In )arion, invece, lambiguit dellamore 4anchesso, ci pare, soprattutto in senso di amore sessuale7 viene declinata in termini di alternativa tra menzogna e veracit , dato 24 il #enomeno dellautomatismo dellin%amoramento delle carni& un automatismo come

2 5er Levinas, lambiguit delleros si superava solo giungendo ad Marion/amore un amore che pienamente tale perch- riesce ad essere "senza eros$, cio sa giungere ad una dedizione allaltro del tutto disinteressata, asimmetrica, senza alcuna pretesa di reciprocit . /nche per )arion la rinuncia alla pretesa di reciprocit essenziale allamore autentico. )a la pienezza dellamore implica quella reciprocit che si ha nellincrocio delle carni, quando ad un tempo si d e si riceve lin%amoramento della carne. Il vero amore si avr non escludendo leros come incrocio delle carni, bens: svincolandolo dallautomatismo dellin%amoramento 4legato come tale allamore sessuale7, ed incominciando ad amare liberamente, con le parole. 1u questa base comune di ogni #orma di amore % perch- per )arion il concetto dellamore univoco % si potranno di##erenziare le diverse #orme di amore, tra cui si avr anche quella dellincrocio sessuale delle carni, con i rischi di menzogna che essa sempre comporta. 8i, per, signi#ica che, alla #in #ine, anche in )arion lamore sessuale rimane nel costante rischio dellambiguit & come sosteneva gi Levinas, anche se con diversi motivi. )a sul come rassicurarsi del proprio amore 4disambiguandolo<7, nonostante il rischio della menzogna che sempre incombe, ed anche sulla tesi della univocit del concetto di amore, )arion ritorna con interessanti precisazioni nella sesta e ultima meditazione del libro. 2. F. .esta meditazione: larri*o del terzo. /##inch- ci sia amore verace, necessario, come si visto, che la persona sia implicata nellin%amoramento. Dra )arion aggiunge che essa deve implicarsi #acendosi avanti per prima e in #orma durevole, cio capace di #edelt 4E 3@7. 1olo la #edelt della persona dellamante permette in#atti al #enomeno amoroso di avere piena consistenza. 2Le##ettivit del #enomeno amoroso dipende dalla sua temporalit , che si de#inisce essa stessa tramite la #edelt 3 456 2+@7. La #edelt assicura, anzitutto, il !uturo dellamore, cio la sua prospettiva di eternit . /mare provvisoriamente in#atti contraddittorio, insensato, un mentire a se stessi. /nche lin#edelt , di #atto resa possibile dalla sospensione dellautomatismo erotico % di cui si sopra detto % attesta peraltro che lesigenza di #edelt inscritta nel #enomeno amoroso. (el passaggio da un amore allaltro si ha in#atti nientaltro che la parata, comica e sinistra, della moltiplicazione di successive #edelt , senza di cui non si avrebbe alcun diritto di parlare di amore. La #edelt assicura, inoltre, il passato dellamore, in quanto aver amato veramente mi segna per sempre. Le tracce di chi ho amato e di quanti mi hanno amato mi segnano in modo indelebile. Io debbo in#atti il mio statuto di amante anche a chi ho abbandonato o mi ha abbandonato. La #edelt , in#ine, assicura il presente dellamore. Io non posso avere accesso diretto allintuizione damore altrui, alla sua sincerit personale. )a posso decidere io stesso della sua sincerit e quindi della sua #edelt . (on sembri un paradosso. Io in#atti, come amante, posso sapere dellamore altrui pi0 che non lui stesso& ad esempio vedendo che e##ettivamente si comporta come io mi comporterei se lo amassi. 6 cos: io posso divenire testimone e giudice del suo e##ettivo amore, della sua #edelt di amante& non certo con una constatazione ma con la mia decisione di essergli #edele. 1olo lo scambio delle #edelt , delle decisioni di #edelt , con#igura il presente del #enomeno amoroso.
Lo scambio delle #edelt de#inisce quindi il solo presente condiviso del #enomeno amoroso % quando lamante non dice allaltro amante "ti amoG$, ma gli o##re un dono in#initamente pi0 raro e potente& "tu mi ami veramente, io lo so e te ne d, la rassicurazione$. Jli amanti si donano questo presente tanto quanto dura il loro presente 456 2*=7.

Il presente degli amanti richiede quindi una reciproca decisione9 la decisione di #arsi avanti per primi nellamore con un incondizionato giuramento di #edelt . Auesta decisione si con#igura come una vera e propria "decisione anticipatrice$& anzi come la decisione anticipatrice ultima e pi0 radicale 4E 3F, la decisione anticipatrice ultima7. 'iversamente dalla "decisione anticipatrice$ di cui parla ;eidegger in 5ssere e tempo, essa non riguarda direttamente il mio essere e non anticipazione della morte25 %

Marion/amore 2 stesso decidendomi per altri, #acendomi avanti per primo e donando ad altri la sua stessa carne. 8i, che anticipo addirittura leternit , leternit dellamore che va oltre la morte e##ettiva dellaltro o di me stesso perch- non appartiene allorizzonte dellessere. 6ssa apre quindi una "possibilit senza misura$ che )arion de#inisce " impossi(ilit dellimpossi(ilit$, intendendo sottolinearne la di##erenza dalla de#inizione heideggeriana della morte come "possibilit dellimpossibilit $ 4c#r. 56 2**7. 8on tale decisione anticipatrice, inoltre, io raggiungo la mia ipseit pi0 propria, che n- la riduzione trascendentale n- la riduzione ontologica riuscivano a #ar emergere con nettezza. 1olo lamore che ho per altri e lamore che altri ha per me mi individualizzano veramente. (oi riceviamo quindi la nostra individualit solo da altri, nellamore. 8on una #elice sintesi del percorso #inora #atto quanto al nostro riceverci solo tramite altri )arion conclude9
Io mi riceverei quindi, in ultima analisi, da altri. 'a altri riceverei la mia ipseit , come gi ho ricevuto il mio signi#icato dal suo giuramento, la mia carne dallin%amoramento della sua, la mia stessa #edelt dalla sua dichiarazione "tu mi ami veramenteG$ 456 3027.

Auesto riceversi da altri nella propria ipseit di amante non si compie per, mai una volta per tutte. 5er essere e##ettivo deve continuamente ricominciare, ripetersi con sempre nuovi giuramenti, quasi come in una "ri%creazione continua$. (on sar possibile % si chiede per, )arion % che gli amanti a##idino il loro reciproco giuramento ad un "terzo$ che sarebbe in grado di assicurarne la durata pi0 che non essi stessi< Bna prima risposta positiva )arion la cerca nella #igura del "#iglio$ 4E 3+%3*7. Il #iglio si presenta come un #enomeno che deriva dal nostro amore e lo testimonia in modo visibilmente stabile. 6sso quindi un"esigenza #enomenologica$, di visibilit del nostro amore, prima ancora che unesigenza biologica di riproduzione della specie o unesigenza sociologica di equilibrio demogra#ico. Il #iglio in#atti il "primo specchio$ degli amanti, colui che attesta a loro stessi, prima ancora che agli altri, la veracit e stabilit del loro amore. (el #iglio il giuramento degli amanti 2si #a carne, una volta per tutte e irrevocabilmente, anche se gli amanti divorziassero in seguito dal loro giuramento. K...L Il #iglio di#ende il giuramento degli amanti anche contro di loro& si o##re come garanzia contro la loro separazione& si interpone come guardiano delle loro promesse3 456 30@7. 5er quanto sta negli amanti, lesigenza del #iglio per, solo una "possibilit $. 6sso in#atti per natura sua imprevedibile e indeterminabile. 1i d in#atti solo come "evento$, anzi, come l"evento di un evento$ 456 30F7, del tutto sottratto al determinismo delle concatenazioni causali. Bn #iglio non si pu, "#are$, n- decidere o prevedere. 8ome tale esso si pu, solo attendere, anche dopo la sua concezione. 6gli sbarca dallesterno e dal nulla, senza che si sappia come e perch-. Bn intruso che sintru#ola tra gli amanti e al tempo stesso colui che li #a apparire come tali. 2Il pi0 straniero e il pi0 intimo % cos: il terzo adviene agli amanti3 456 30*7. (ella sua indubbia e non comune "#atticit $ il #iglio assicura cos:, quale terzo, la visibilit degli amanti. 2Il giuramento rende possibile il #iglio, ma solo il #iglio rende e##ettivo il giuramento& i genitori generano il #iglio nel tempo, ma il #iglio #issa gli amanti #uori del loro tempo3 456 3117. Il #iglio, in#atti, pronuncia come un "giudizio ultimo$ sul loro amore, che dovrebbe mettere #ine in modo de#initivo a quelle numerose questioni circa le##ettivit ed autenticit dellin%amoramento, che richiedevano di riprenderlo e ripeterlo sempre da capo. )a a ben vedere, il #iglio solo un "terzo provvisorio$, che rinvia alla #in #ine gli amanti a loro stessi, a riprendere il loro giuramento. 6gli in#atti si separer dai genitori per dar corso alla sua vita #uori di loro. 6gli quindi un "terzo$ solo di passaggio, che #issa solo per un istante la visibilit del loro amore. Jli amanti non riescono, in#atti, nel #iglio, n- a divenire una sola carne, n- a realizzare tra loro una piena reciprocit . (on divengono una solo carne perch- quella unit che trovano nella carne del #iglio lunit di una carne che non pi0 la loro, ma quella di un terzo. (on realizzano in esso una piena reciprocit perch- il #iglio, "terzo$ che se ne va, esempli#ica alla lettera limpossibilit di rendere dono per dono1+, consacrando cos: il costante disequilibrio che si ha nella reciprocit dellamore. Inoltre, una volta distaccatosi dai genitori, il #iglio 26

2 #inisce per rientrare nel mondo come "corpo #isico$, attestando anche inMarion/amore se stesso quella #initezza della carne in%amorata che caratterizzava la carne degli amanti 4#inita perch- si sospende automaticamente, come si visto7. Il #iglio non pu, essere quindi listanza ultima del giuramento e##ettivo degli amanti, che si ritrovano rinviati a se stessi, al loro dover sempre nuovamente "#arsi avanti$. Lillusione rassicuratrice di una certezza che possa venire loro dallesterno svanisce. Jli amanti saranno quindi condannati ad una "ripetizione senza #ine$, perchil terzo sempre solo una testimonianza intermittente< (on sar possibile s#uggire all"in#erno$ di questo mondo, allossessione di un "medesimo$ che ritorna sempre su di s-< La risposta che )arion propone si riassume nella #igura del "terzo escatologico$. 4E =0, Lad'dio o il terzo escatologico7. Jli amanti possono s#uggire allin#erno della ripetizione senza #ine decidendo di "amare altrimenti$, ossia di non sottostare allimpero degli istanti sempre successivi. In che modo< 'ecidendo che listante prossimo sia sempre lultimo, cio come 2il compimento stesso del mio destino di amante3 456 3207, secondo le esigenze dellimperativo escatologico dellamore che si possono cos: riassumere9
/ma come se il prossimo istante della tua riduzione amorosa costituisse listante ultimo del tuo giuramento. D ancora9 ama ora come se il tuo prossimo atto damore portasse a compimento la tua ultima possibilit di amare. D in#ine9 ama in questo istante come se tu non avessi mai pi0 alcun altro istante per amare 456 3217.

1i tratta, cio di tras#ormare un istante tra altri in unistanza ultima, di renderlo escatologico tras#ormandolo in quel "terzo$ che testimonier per sempre del mio amore. 1i tratta di anticipare non solo la possibilit , ma le##ettivit stessa di un amore eterno, vivendo nellistante presente la promessa deternit che lamore comporta. 2Jli amanti % osserva a proposito )arion % non si promettono leternit , essi la provocano e se la donano #in dora3 456 3227. Auesta anticipazione escatologica non unassurdit & essa corrisponde per#ettamente alla pi0 stretta razionalit dellamore. 1olo leternit pu,, in#atti, rispondere alle tre domande degli amanti dalle quali dipende il giudizio ultimo sul loro amore. 17 8irca il presente9 28hi amo in#ine veramente<3. 27 8irca il #uturo9 2/vr, la #orza, lintelligenza e il tempo per amarti #ino alla #ine, senza riserve nrincrescimenti<3. 37 8irca il passato9 28ome abbiamo potuto perderci e separarci, se ci amavamo a tal punto<3. La decisione anticipatrice, di cui sopra si parlato, s#ocia quindi in unanticipazione escatologica. /mare per la prima volta coincide con lamare lultima volta& in articulo mortis, cio ora come per lunica volta concessa, come "mai pi0$ 4 4amais7& 2nunc est amandum, bisogna amare ora, in questo istante o mai, in questo istante o mai pi03 456 32@7. 1olo in questo modo il tempo degli amanti abolisce la ripetizione e sistalla di colpo nella #ine. Auesto slanciarsi iniziale degli amanti verso il de#initivo, secondo )arion si chiama "addio$, ad un tempo parola di compimento #inale e di rimando a 'io.
Jli amanti portano a compimento il loro giuramento nelladdio % nel passaggio a 'io, che essi convocano come il loro ultimo testimone, il loro primo testimone, colui che non parte n- mente mai. /llora, per la prima volta essi si dicono "addio$9 lanno prossimo a Jerusalemme % la prossima volta a 'io. 5ensare a 'io si pu, #are, amorosamente, in questo "addio$ 456 32@71*.

19 Oltre alla citazione implicita del tipico saluto ebraico: arrivederci lanno prossimo a Gerusalemme, abbiamo qui una ripresa e reinterpretazione, da parte di Marion, della tematica levinassiana dellad-dio, quale compare negli ultimi suoi scritti, ove si parla di ad-Dio della teologia; unespressione enigmatica che significa per un verso lestremo distacco del soggetto etico dal campo dellessere e quindi dalla teologia pensata come onto-teologia, e per altro verso un vero e proprio rimando a Dio, o meglio unattestazione/testimonianza di Dio, che parla profeticamente nellEccomi! della dedizione incondizionata al prossimo. Cfr., a proposito, E. Levinas, Diachronie et rpresentation, testo di una relazione tenuta nel 1983 allUniversit d Ottawa e ripetuta allUniversit di Macerata nel 1984, ora 27 in

Marion/amore 2 Il terzo escatologico, ovvero la decisione di rendere eterno ogni istante dellamore vivendolo come se #osse il primo e lultimo, implica quindi un rimando a 'io, cio a quelleternit che sola pu, rassicurare la veracit e la stabilit de#initiva del nostro amore. 8onchiudono il volume due paragra#i dedicati rispettivamente alla possibilit di amare in verit anche se stessi 4E =1, #e stesso7 e alla tesi dellunivocit dellamore, che )arion ha inteso preparare e documentare nel volume come una delle sue tesi di #ondo 4E =2, l senso unico7. 5er questo il E =2 stato dato anche in traduzione italiana tra i brani antologici allegati. Auanto al primo punto, esso introdotto dallosservazione che #acendo lamore con me, nel senso della riduzione erotica radicalizzata che si spinge #ino al "per sempre$ delleternit , altri mi consacra e rassicura nella mia dignit di "amante$ 4 amant7, sia perch- meritevole di amore, sia perch- provocato allamore, in%amorato. Io potr, quindi amare legittimamente me stesso senza cadere in quella contraddizione radicale che si esaminata nella seconda meditazione, ove la pretesa di assicurarsi autonomamente di essere amati, cio amando se stessi, #iniva inevitabilmente per portare allodio di s- e allodio di tutti contro tutti. Aui, in#atti, non si tratta pi0 dellamore autistico di s- che #inisce nellodio, ma di un amore di s- che mediato dallamore di altri per me. 5oichaltri, amandomi, mi ha reso amabile ai suoi occhi, se io ha creduto al suo amore posso divenire amabile anche ai miei occhi e cos: cessare di odiarmi tramite la mediazione di altri. Lamore di s- non si raggiunge per una semplice legge etica universale, che comanderebbe di amare tutti, tra cui ci sono anchio& ma solo per il #atto che altri mi ama pi0 di quanto io mi odio e cos: mi rende amato ed amante al tempo stesso. Il centro di gravit della riduzione erotica cos: passato de#initivamente da me allaltro. )i scopro amante perch- altri mi ha amato per primo. )arion ritiene quindi di poter passare ad una terza !ormulazione della riduzione erotica. 'opo la prima, che si esprimeva con la domanda9 21ono amato % daltrove<3, e la seconda, che si esprimeva con la domanda9 25osso amare, io, per primo<3, la terza viene #ormulata non pi0 con una domanda ma con una dichiarazione9 2 Tu mi hai amato per primoG3 4Toi" tu mas aim le premier7. /ndando alle radici della "riduzione amorosa$, trovo, cio, che potevo entrare nella riduzione erotica #ino a rischiare di #armi avanti come amante per primo, solo perch- gi ero gi sorretto dallamore altrui. 25erch- potessi entrare nella riduzione amorosa, era necessario che un altro amante mi avesse preceduto e, di l , mi vi chiamasse in silenzio3 456 3317. In verit , osserva )arion, su##iciente che io accetti la possibilit dellamore perch- lamore divenga e##ettivo20. (essuno in#atti pu, sostenere, a meno di mentire o di contraddirsi, che nessuno lami o labbia amato. /nzitutto perch-, se vivo, sono stato amato. 6 se dico che nessuno mi ama, e protesto per questo, lo dico e lo protesto rivolgendomi ad un possibile uditore& ritengo, cio, che almeno in #uturo altri possa intervenire ad amarmi. /nche lindi##erenza empirica che dovessi sperimentare come presente, rimanda quindi inevitabilmente ad una possibilit trascendentale inalienabile9 io sono solo in quanto amante. / questo punto non si tratta pi0 di chiedermi se qualcuno mi ama, mi ha amato o mamer , ma di sapere che altri mi ha gi amato, mi ama, o mi amer , e che le tre cose stanno assieme. 5er me, che mi so in debito di amore, si tratter ora soltanto di sapere se
20 Questo passaggio dalla possibilit alla effettivit, che qui ci limitiamo a sfiorare, un punto nodale nella riflessione fenomenologica di Marion. Per Marion, infatti, la fenomenologia, secondo i limiti metodologici che simpone, sarebbe solo in grado di affrontare il problema della possibilit dei fenomeni di cui si interessa; soprattutto perch essa si occupa, propriamente, solo della fenomenalit dei fenomeni, cio del loro modo di darsi. In Dato che il suo discorso si limitava quindi - per chiara scelta epistemologica - esclusivamente al tema della possibilit dei fenomeni; individuata - come si sopra accennato - nella donazione sempre presente, sia pure in modo invisibile, nella piega del dato. Lo studio del fenomeno dellamore lo porta, per, sembrerebbe, a travalicare il campo della possibilit, perch aprire il campo della possibilit qui equivale ad entrare in quello della effettivit, cio dello scoprirsi amato effettivamente da altri ed impegnato ad amare altri. In luoghi precedenti il passaggio dalla possibilit alla effettivit era esigito dalla individualit unica degli amanti o dallanticipazione delleffettivit di un amore eterno. Sul tema del rapporto tra possibilit ed effettivit nella concezione 28

2 amo, chi amo, e come amo. 6 poich-, per saperlo, basta che decida di Marion/amore amare, nulla mi manca per #armi "amante$. (on si pensi che queste argomentazioni s#ocino in altrettanti paradossi. 1e non nel senso che ci si trova di #ronte a #enomeni che sono re#rattari ad ogni riduzione ad "oggetti$ #rutto di una costituzione da parte di un io trascendentale. Lamante, in#atti, non costituisce il #enomeno erotico come un oggetto tra altri oggetti ma si lascia prendere lui stesso nella "visibilit $ di un #enomeno radicalmente nuovo, lamore, riservato a chi ha il privilegio di amare e di #arsi amare. 'a questo nuovo punto di vista, la paradossalit svanisce e il #enomeno amoroso si mani#esta secondo la sua propria logica, quella inaugurata dalla riduzione erotica. 2Lamore non manca n- di ragione ndi logica& semplicemente, esso non ammette che le sue e non diviene leggibile che a partire da esse. Lamore non si dice n- si #a che in unico senso, il suo3 456 33=7. )arion passa cos: dalla tesi che lamore abbia la sua propria logica o le sue proprie ragioni, alla tesi della uni*ocit dellamore, in cui culmina e termina la sua #enomenologia dellamore. Largomento principe per sostenere la tesi sta nel dispiegarsi stesso del #enomeno dellamore secondo il procedimento seguito per metterlo in luce. Il #enomeno amoroso % ogni #enomeno amoroso % si dispiega e si de#inisce in#atti, come si sostenuto nel corso dellanalisi, solo a partire dalla riduzione erotica. Bna riduzione erotica che lungi dal consacrare il primato dell ego dellamante, lo decentra esponendolo ad altri& a partire dalla domanda "sono amato % daltrove<$ #ino alle #igure pi0 radicali della riduzione che, come abbiamo visto, da essa scaturiscono. La tesi dellunivocit dellamore viene a questo punto chiari#icata e di#esa in ri#erimento alle pi0 importanti obiezioni che contro di essa si possono rivolgere per sostenere la tesi della "equivocit $ del #enomeno dellamore. La prima obiezione dice9 come si pu, mettere sotto un unico concetto lamore di oggetti cos: di##erenti come il denaro, il sesso, la droga, il potere, da un lato, e "altri$ 4uomo, donna, 'io, ecc.7 dallaltro< La risposta di )arion consiste nel dire che qui non ci si trova di #ronte a due diversi tipi di amore ma alla netta opposizione tra lamore e ci, che non per nulla amore ma semplice desiderio di oggetti mondani da possedere. Lamore in#atti, cui la riduzione amorosa introduce #in dalla domanda "sono amato % daltrove<$, si riconosce alla prova dellirriducibile alterit altrui. La seconda obiezione dice9 ma non bisogna distinguere almeno tra amore erotico e amore di amicizia< )arion risponde che alla luce della riduzione erotica si possono presentare due nozioni di amicizia. 1e per amicizia sintende il comune e reciproco godimento di un terzo mondano 4idea, utilit , interesse ecc.7, essa non ha nulla a che #are con lamore che implica, come si visto, la rinuncia alla reciprocit tramite il #arsi avanti per primo dellamante. 1e, invece, per amicizia sintende la richiesta di un altro irreversibile, il #arsi avanti dellamico senza reciprocit , il giuramento come signi#icazione comune, allora si tratta di amore nel suo concetto originale unico, anche se non nella totalit delle sue possibili #igure. La terza obiezione, la pi0 #orte, insiste9 lamicizia sottoscrive certamente sia la prima che la seconda domanda della riduzione erotica9 "sono amato % daltrove<$ e "posso, io, amare per primo<$, ma ri#iuta lincrocio delle carni in%amorate e quindi anche la riduzione erotica radicalizzata. 6 lo #a per una ben precisa ragione9 per proteggere il suo privilegio distintivo, quello di non essere limitata ad un solo altri, cio esclusiva, ma aperta ad una pluralit di amici. La risposta di )arion consiste nel sostenere che lesclusione, nel #enomeno dellamicizia, dellincrocio delle carni in% amorate non basta ad escludere lamicizia dallunico senso dellamore. 6 ci, per vari motivi. /nzitutto perch- lamicizia, nelle tappe dellamore, si arresta l ove, con lincrocio delle carni, iniziano alcuni elementi negativi inevitabili9 la contraddittoriet dellorgasmo, lautomatismo dell%in%amoramento, la sospensione e i rischi di menzogna, ecc. 6ssa quindi certamente una #igura "pi0 corta$ dellamore, ma non ne sar #orse una sua #igura pi0 chiara e pi0 compiuta< In secondo luogo, allamicizia non manca, a ben vedere, lerotizzazione delle carni, che si pu, avere in modo libero da ogni contatto sessuale, con la sola parola. !ale erotizzazione, per,, non va #ino al "godimento$ e alla sua "sospensione$ automatici, e 29

Marion/amore 2 In terzo luogo, lamicizia, decidendosi per lin%amoramento libero, si distoglie dai problemi delle ripetizioni temporali, della richiesta di un "terzo$ quale testimone, della necessit escatologica di amare un singolo in particolare una volta per tutte e per leternit . Lamicizia eviterebbe, cos:, un passaggio di##icile dellamore raggiungendo pi0 direttamente la meta. )a essa non uscirebbe dal senso unico dellamore. La quarta ed ultima obiezione che si a##ronta questa9 non rimane almeno lequivocit tra eros e agape< !ra eros come "amore passione$, che gode di s- e possiede altri, e agape come "amore virtuoso$, che si dona ad altri e oblia se stesso< 1e ricordiamo quanto radicata storicamente sia stata lalternativa tra eros e agape, tra amore pagano e amore cristiano 4si pensi, oltre che a 1cheler, alle puntuali analisi di (Cgren che abbiamo visto allinizio del corso7, possiamo #acilmente comprendere limportanza della tesi che )arion intende sostenere. / suo avviso, sulla base delle precedenti analisi #enomenologiche si pu, mostrare che i caratteri sopra ricordati delleros e dellagape sono mutuamente intercambiabili. In#atti lamante che rinuncia al possesso e alla reciprocit non manca di gioire per lin%amoramento della sua carne ottenuta in virt0 della sola parola. 6 lamante che gode e possiede, non pu, giungere a tanto se non dimenticandosi ed abbandonandosi per primo, cio cercando quellin% amoramento della carne altrui da cui soltanto pu, ricevere lin%amoramento della sua. 2Il suo eros si rivela quindi altrettanto oblativo e gratuito quanto l agape, da cui, peraltro, non si distingue pi0. K...L L agape possiede e consuma quanto leros o##re e abbandona. (on si tratta di due amori, ma di due nomi richiesti tra unin#init daltri per dire e pensare lunico amore3 456 3=0721. 8ome conclusione di questo esame delle varie obiezioni contro la sua tesi dellunivocit dellamore, )arion a##erma quindi che il problema che esse pongono non tanto quello di #are eccezioni alla riduzione amorosa introducendo delle equivocit nellunico concetto di amore, quanto di misurare quanto esso si possa estendere. / suo avviso, esso si estende certamente oltre la sua accezione sessuale& esso solo la rende intelligibile ma questa non ne costituisce lunica #igura. 2La pi0 acuminata, ma non la pi0 #orte3 4Ivi7. 1i potr estendere anche a 'io, che dal cristianesimo viene detto "amore$< 8ertamente. 'io in#atti non solo si rivela come amore ma anche secondo i momenti, le #igure, i mezzi, gli stadi dellunico senso dellamore. 2La pratica della riduzione amorosa 'io la pratica come noi3 456 3=17. 'io, quindi, ama nello stesso senso con cui noi amiamo. )a secondo una di##erenza quasi in#inita, perch- ama in#initamente meglio di noi, alla per#ezione, senza errori o di#etti dallinizio alla #ine& ama come nessun altro, come il primo ed ultimo amante.
/lla #ine di questo percorso, non scopro soltanto che un altro mi amava prima che io lamassi, e che quindi questo /ltro era amant prima di me 4E =17, ma scopro soprattutto che questo primo amant si chiamava, da sempre, 'io. La pi0 alta trascendenza di 'io, lunica che non lo disonori, non spetta alla potenza, n- alla saggezza e nemmeno allin#init . La pi0 alta trascendenza di 'io quella dellamore. Lamore basta da s- solo, in#atti, a mettere in opera ogni in#init , ogni sapienza e ogni potenza. 'io ci precede e ci trascende, ma lo #a anzitutto e soprattutto perch- ci ama in#initamente meglio di quanto noi amiamo e lo amiamo. 'io ci supera a titolo di miglior amante 456 3=1%3=27.

8on questo passo, che estende il concetto univoco dellamore #ino ai con#ini estremi dellamore di 'io, termina e culmina la #enomenologia dellamore che )arion ci ha o##erto. 6 culmina proprio nel mettere in luce la trascendenza estrema a cui
21 Condividiamo questanalisi fenomenologica dellintercambiabilit delle caratteristiche dell eros e dellagape nel fenomeno dellamore quale si d nella concretezza dellesperienza umana. Ma osserviamo che altro lanalisi fenomenologica - per lo pi fatta da noi oggi - del fenomeno dellamore in s stesso, altra la storia di come esso stato concepito - e forse anche praticato. Da questo punto di vista storico non ci pare vi siano dubbi che l eros platonico (anche nella sua forma di eros celeste) abbia trovato nellagape cristiana un profondo ribaltamento (come giustamente sostenuto da Scheler); ed che tra la concezione greca delleros e la concezione cristiana dellagape vi sia stato non solo unalternativa ma anche un reciproco mutuo influsso, attraverso una lunga vicenda storico-culturale (come documentato egregiamente da Nygren). Forse noi oggi non potremmo fare una fenomenologia dellamore come quella che qui Marion ci presenta, fino a dichiarare - con Marion - che la tendenza al possesso e al puro e semplice godimento dellaltro non rientra nel concetto di amore, se non fossimo figli di tale storia. Non vogliamo con ci proporre una concezione storico-relativistica del fenomeno dellamore (e tanto meno30 di

Marion/amore 2 lamore apre& dopo la trascendenza irriducibile di altri nella sua individualit , che solo nellamore si rivela, la trascendenza stessa di 'io, quale garante ultimo della e##ettivit del mio amore per altri& o meglio, di quel #enomeno incrociato dellamore in cui io e altri e##ettivamente ci incontriamo donandoci a vicenda 4si ricordi il tema dell "interdonazione$ con cui terminava &ato che7. Bn trascendenza che non ha nulla della trascendenza onto%teologica o meta#isica, perch- scoperta a partire dalla riduzione erotica, e quindi al di l di ogni ontologia. Bna trascendenza che emerge nellimmanenza stessa dellego amans, che si scopre come originariamente e passivamente decentrato non solo perch- teso verso un altri da amare, ma perch- gi da sempre amato da altri& in ultima analisi da quell/ltro che la condizione di possibilit ultima delle##ettivit del nostro stesso amore22. )a giunge anche a compimento un corso di pensiero in cui )arion si era impegnato #in dalle sue prima opere, sia Lidolo e la distanza sia &io senza essere. In esse % come abbiamo visto nellIntroduzione % egli si era proposto di pensare la trascendenza di 'io non pi0 sullo s#ondo dellessere ma con la categoria cristiana dellagape. Bna categoria che allora veniva desunta puramente e semplicemente dalla teologia e che ora ha avuto una compiuta chiari#icazione #iloso#ico%#enomenologica. !ra le tappe di questa chiari#icazione non va dimenticata, in particolare, la tappa costituita da &ato che, ove la categoria #enomenologica della "donazione$ si era spinta #ino al tema dell"interdonazione$, preludio di quello dellincrocio delle carni che sta al centro della presente opera. Indubbiamente con essa )arion ci a##erto una #enomenologia dellamore per pi0 versi pro#onda e arricchente& argomentata in modo serrato, per lo pi0 convincente, sempre stimolante a pensare. (on mancano in essa punti e snodi che appaiono problematici, perch- suscitano interrogativi o risultano di##icilmente accettabili. /lcuni li abbiamo accennati nel corso dellanalisi, soprattutto in nota. Aui ci limitiamo a problematizzare ulteriormente la tesi conclusiva dellunivocit dellamore. )arion certamente riuscito a dimostrare che il dinamismo dellamore ha una base comune per ogni #orma di amore9 in particolare lemergere in un orizzonte, quello della riduzione erotica, che va oltre la semplice questione dellessere e della sua certezza& e poi la logica oblativa e disinteressata del #arsi avanti per primo senza intendere una reciprocit di scambio& #orse anche % almeno cos: riteniamo % un avere il suo impulso primo non tanto a partire dall ego quanto dalla contro%intenzionalit daltri, che resta momento imprescindibile del #enomeno amoroso sia per la sua alterit e trascendenza irriducibili, sia anche % come egli ha giustamente sottolineato % per la sua singolare unicit . Auesta base comune certamente su##iciente per escludere una pura "equivocit $ nel #enomeno amoroso % come giustamente )arion sostiene % ma non ci pare che ci, porti inevitabilmente alla pura e semplice $univocit $ del suo concetto. Auelle che )arion chiama semplici #igure dellunico amore sono in#atti come dei rami ben distinti dellamore che pur nascendo da un unico tronco divergono in punti essenziali. / nostro avviso non solo per la presenza o meno di quellincrocio delle carni che implica i dinamismi automatici del godimento e della sospensione, come sostiene )arion& ma anche per la presenza o meno dello stesso in%amoramento reciproco delle carni. Qorse che un amore non corrisposto non vero amore, come pur )arion aveva esplicitamente sostenuto< Qorse che non possibile un amore puramente "spirituale$, dove lelemento "corporeo%vitale$ o non pu, esserci 4come nellamore di 'io per noi7 o non viene inteso e innescato 4come in certe #orme di amicizia o di amore oblativo per i diseredati7< )arion ha ragione a superare la contrapposizione pura e semplice di eros e agape, perch- un vero amore implica sempre un qualche ritorno di gioia nellamante, cio linstaurarsi di una relazione arricchente tra amante e amato. )a si pu, #orse negare che questa reciproca relazione ha delle #orme molto di##erenti se laltro lunico, come nellamore sponsale, o laltro possono essere i molti altri, come nellamore di amicizia o nellamore dei genitori per i diversi #igli< (on vorremmo, per,, esasperare il contrasto, dato che una volta accettata la tesi di )arion secondo cui vi un nucleo di base comune nel concetto di amore, tanto che esso pu, addirittura essere attribuito alluomo e a 'io senza pura e semplice equivocit , la divergenza sembra ridursi al quantum di di##erenza che si riconosce alle varie #orme di 31

Marion/amore 2 amore pi0 che non alla divergenza tra univocit ed equivocit nel concetto di amore. )arion ha giustamente ed e##icacemente rivendicato tale nucleo comune, ed in questo sta indubbiamente il suo merito principale. Qorse in ci, si spinto oltre quanto noi siamo disposti a seguirlo. )a ci, non toglie che si sia potuta #are #ruttuosamente con lui molta strada.

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