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3. INDUZIONE ELETTROMAGNETICA

Dobbiamo ora considerare linduttore dal punto di vista dellenergia, ma prima conviene esaminare alcuni fenomeni molto importanti a cui d luogo linduttanza, cio i fenomeni di induzione elettromagnetica, che furono scoperti dallinglese Michele Faraday.

3 .1 FORZE ELETTROMOTRICI INDOTTE Possiamo comprendere in che cosa consiste il fenomeno dellinduzione elettromagnetica riferendoci alla fig. 1, in cui sono disegnati un induttore percorso da corrente, con le linee di induzione da esso prodotte, e una spira che si pu spostare rispetto allinduttore stesso. Spostando la spira in modo da portarla, ad esempio, dalla posizione della fig. 1a alla posizione della fig. 1b, si constata che, finch la spira stessa si muove, tra le sue estremit si manifesta una differenza di potenziale, cio una tensione, come tra i poli di una pila: in ci consiste il fenomeno dellinduzione elettromagnetica. Poich la spira costituisce un circuito aperto, in essa non pu circolare corrente, cos come una pila non pu fornire corrente quando il suo circuito aperto. Ricordando che la tensione data da una pila quando non eroga corrente stata chiamata forza elettromotrice (che si indica in modo abbreviato f.e.m.), possiamo chiamare con lo stesso nome la tensione presente tra le estremit della spira, dal momento che anche in questo caso vi una tensione ma non si ha circolazione di corrente. Pi precisamente, diciamo che nella spira si produce una f.e.m. indotta, cos chiamata perch ottenuta per induzione elettromagnetica.

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Fig. 1 - F.e.m. indotta ottenuta con lo spostamento della spira

Osserviamo ora che la f.e.m. indotta nella spira dovuta non tanto allo spostamento della spira stessa, quanto al fatto che, in conseguenza di questo spostamento, varia il flusso dinduzione concatenato con la spira. Infatti, quando la spira si trova nella posizione indicata nella fig. 1a, alcune linee dinduzione (costituenti una parte del flusso prodotto dallinduttore) risultano concatenate, oltre che con linduttore stesso, anche con la spira. Quando, invece, la spira viene portata nella posizione indicata nella fig. 1b, praticamente nessuna linea dinduzione risulta pi concatenata con essa: in conseguenza dello spostamento della spira si dunque ridotto a zero il flusso concatenato con la spira stessa. Il fatto che la f.e.m. indotta sia dovuta alla variazione del flusso concatenato con la spira e non allo spostamento di questa viene confermato dallesperimento indicato nella fig. 2.

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Fig. 2 - F.e.m. indotta nulla

Ponendo la spira nella posizione della fig. 2a e portandola poi nella posizione della fig. 2b, non si ottiene alcuna f.e.m. indotta nella spira, perch, pur essendovi lo spostamento, non vi variazione del flusso concatenato. Si comprende, infatti, osservando la fig. 2, che qualunque posizione assuma la spira durante il suo spostamento, risulta sempre concatenato con la spira stessa lintero flusso dinduzione prodotto dallinduttore. Possiamo perci concludere che, per indurre una f.e.m. in una spira, occorre far variare il flusso dinduzione concatenato con la spira. Nellesempio considerato nella fig. 1 la variazione del flusso consiste in una diminuzione, ma si otterrebbe una f.e.m. indotta anche se questa variazione consistesse in un aumento, come avverrebbe se la spira venisse portata dalla posizione della fig. 1b a quella della fig. 1a. Stabilito che, qualunque sia la variazione del flusso concatenato con la spira, si ottiene in questa una f.e.m. indotta, si comprende che qualsiasi altro modo di far variare il flusso, oltre a quello consistente nello spostamento della spira, pu dar luogo ad una f.e.m. indotta. A questo riguardo ricordiamo che il flusso dinduzione prodotto da un induttore dipende dalla corrente che circola nelle sue spire: pertanto, se si fa variare tale corrente, varia di conseguenza anche il flusso dinduzione e, se questo risulta concatenato tutto, o in parte, con una spira, alla sua variazione si avr una f.e.m. indotta nella spira stessa.

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Fig. 3 - F.e.m. indotta ottenuta con rinterruzione della corrente

Questo caso illustrato nella fig. 3a, in cui il flusso prodotto da un induttore percorso da corrente si concatena con due spire indicate con A e B. Interrompendo la corrente che percorre linduttore, si annulla il flusso dinduzione prodotto dallinduttore stesso e concatenato con le due spire, come si vede nella fig. 3b: il flusso concatenato con le spire dunque variato nello stesso modo visto nella fig. 1 in conseguenza dello spostamento della spira, e pertanto anche in questo caso si ottiene una f.e.m. indotta in entrambe le spire. Lo stesso fenomeno avviene non solo quando si interrompe la corrente e il flusso diminuisce passando da un valore determinato al valore zero, ma anche quando si invia la corrente nelle spire dellinduttore, perch il flusso varia evidentemente anche in questo caso, passando dal valore zero ad un valore determinato. In conclusione, vediamo che vi sono due modi per far variare il flusso concatenato con una spira: lo spostamento della spira stessa, oppure la variazione della corrente che produce il flusso. Per il nostro studio interessa essenzialmente la variazione del flusso dovuta alla variazione della corrente, perch questo caso si verifica in molti circuiti; dora in poi ci limiteremo perci a considerare le f.e.m. indotte che si ottengono per effetto della variazione della corrente.

3.2 LE LEGGI DELLINDUZIONE ELETTROMAGNETICA Per utilizzare i fenomeni di induzione necessario sapere da quali grandezze dipende la f.e.m. indotta ed in particolare il suo valore.

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Impianti Elettrici 4 Dipendenza della f.e.m. indotta dalla variazione del flusso

A questo scopo consideriamo ancora la fig. 3a ed osserviamo che il flusso prodotto dallinduttore si concatena interamente con la spira A e solo in parte con la spira B. Pertanto, quando questo flusso viene annullato interrompendo la corrente, il flusso concatenato con la spira A, che si riduce a zero, lintero flusso prodotto dallinduttore, mentre il flusso concatenato con la spira B, che si riduce a zero, solo una parte di tale flusso: da ci si comprende che la variazione del flusso concatenato risulta maggiore per la spira A che per la spira B. Dal momento che la f.e.m. indotta dovuta proprio alla variazione del flusso concatenato, intuitivo che il suo valore deve essere tanto maggiore quanto maggiore tale variazione: nella spira A si induce perci una f.e.m. superiore a quella indotta nella spira B. Ricordiamo dunque che il valore della f.e.m. indotta in una spira dipende dalla variazione del flusso dinduzione, concatenato con la spira stessa, e risulta tanto maggiore quanto maggiore tale variazione. Osserviamo ora che, siccome la f.e.m. indotta dovuta alla variazione del flusso concatenato, in una spira deve esservi una f.e.m. indotta per tutto il tempo durante il quale avviene questa variazione. Finora abbiamo supposto di annullare il flusso prodotto dallinduttore interrompendo la corrente: ci si pu ottenere staccando il collegamento tra linduttore e la pila che fa circolare in esso la corrente. In questo modo il flusso varia molto rapidamente e, quindi, si ha una f.e.m. indotta solo per un tempo molto breve. Il flusso si pu far variare per pi lentamente, mettendo in serie alla pila

Dipendenza della f.e.m. indotta dalla velocit di variazione del flusso

un resistore variabile, cio un resistore che, come si vede nella fig. 4, munito di un contatto scorrevole chiamato cursore, mediante il quale si pu inserire nel circuito una parte pi o meno grande della sua resistenza e variare di conseguenza la corrente che la pila fa circolare nellinduttore.

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Fig. 4 - Variazione lenta della corrente e del flusso dinduzione

Quando il cursore a contatto con il punto A, come si vede nella fig. 4a, la corrente non attraversa il resistore e quindi la sua intensit massima; linduttore produce perci il massimo flusso dinduzione che si concatena con la spira posta di fronte. Quando, invece, il cursore viene spostato e posto tra i punti A e B, come nella fig. 4b, la corrente deve attraversare il tratto di resistore compreso tra il punto A ed il cursore stesso e di conseguenza la sua intensit risulta ridotta, in accordo con la legge di Ohm; anche il flusso prodotto dallinduttore e concatenato con

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la spira risulta minore, il che stato indicato nella fig. 4b disegnando un minor numero di linee dinduzione. Portando il cursore a contatto con il punto B, come nella fig. 4c, lintero resistore risulta inserito nel circuito. In questa figura non sono pi state disegnate le linee dinduzione perch consideriamo annullato il flusso dinduzione, supponendo che il resistore abbia una resistenza cos alta da annullare praticamente del tutto la circolazione della corrente quando completamente inserito. Vediamo, dunque, che la corrente ed il flusso dinduzione si possono far variare dal valore massimo fino a zero, spostando da A a B il cursore del resistore variabile. Supponiamo dapprima di spostare il cursore tra i due punti suddetti, impiegando il tempo di 1 s e che, durante tutto il tempo in cui il flusso si annulla gradualmente, la f.e.m. indotta nella spira abbia il valore di 2 V. Supponiamo poi di riportare il cursore in A e di spostarlo nuovamente in B, impiegando per questa volta 10 s. In tal modo, mentre nel primo caso in 1 s abbiamo determinato la variazione dellintero flusso, che si annullato completamente, ora nello stesso tempo di 1 s, determiniamo soltanto la variazione di un decimo del flusso, dal momento che per annullare lintero flusso occorrono 10 s. Poich la variazione del flusso durante 1 s risulta ora un decimo di quella precedente, anche la f.e.m. indotta nella spira avr un valore dieci volte inferiore, ossia di 0,2 V anzich di 2 V. Occorre per notare che la f.e.m. di 0,2 V viene indotta nella spira per un tempo di 10 s, mentre la f.e.m. di 2 V viene indotta soltanto per un tempo di 1 s. Da questo esempio si deduce che, per una stessa variazione del flusso, la f.e.m. indotta tanto maggiore quanto minore il tempo che il flusso impiega a variare; vediamo dunque che la f.e.m. indotta dipende non soltanto dalla variazione del flusso, ma anche dal tempo entro il quale avviene tale variazione.
Legge di Neumann

Dopo queste considerazioni facile comprendere la legge enunciata dal tedesco Ernesto Neumann (1798-1895), secondo la quale la f.e.m. indotta in una spira si ottiene dividendo la variazione del flusso per il tempo durante il quale avviene questa variazione. Se invece di una sola spira vi fosse un avvolgimento costituito da pi spire, concatenate tutte con lo stesso flusso, al variare di questo flusso verrebbe indotta la stessa f.e.m. in ogni spira. Poich le spire dellavvolgimento sono in serie tra loro, le f.e.m. indotte in ciascuna di esse si sommerebbero, cos come si somma-

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no le f.e.m. di pi pile collegate in serie: ai capi dellavvolgimento si otterrebbe perci una f.e.m. data dal prodotto della f.e.m. indotta in una spira per il numero delle spire. Finora abbiamo sempre supposto che la f.e.m. venga indotta in una spira aperta, nella quale perci non pu circolare alcuna corrente. Consideriamo a questo punto che cosa accade quando la spira viene collegata, ad esempio, ad un resistore, in modo da ottenere un circuito chiuso: evidentemente la f.e.m. indotta nella spira far circolare in questo circuito una corrente, che si chiama corrente indotta.
Legge di Lenz

Proponiamoci ora di trovare il verso di circolazione della corrente indotta. A questo scopo possiamo servirci della legge di Lenz, cos chiamata perch fu enunciata dal fisico russo Emilio Lenz (1804-1865). Secondo questa legge, la corrente indotta ha un verso di circolazione tale da opporsi alla causa che lha generata. Dunque, per trovare il verso di circolazione della corrente indotta dobbiamo vedere anzitutto qual la causa che ha generato la corrente stessa e poi considerare come questa corrente pu opporsi a tale causa. Per fissare le idee, riferiamoci allesempio indicato nella fig. 5, in cui il flusso dinduzione viene prodotto da ununica spira alimentata con una pila, avente in serie un resistore variabile, in modo da poter variare la corrente, come si gi visto nella fig. 4. Poich questo circuito ha lo scopo di produrre il flusso dinduzione, chiamato circuito induttore. Una seconda spira collegata ad un resistore costituisce invece il circuito indotto, perch in esso viene indotta la f.e.m. e circola la corrente indotta. Consideriamo dapprima il caso della fig. 5a, in cui la corrente che percorre il circuito induttore, e che indichiamo con I1, viene fatta diminuire spostando da A verso B il cursore del resistore variabile, in modo da aumentare la resistenza del circuito. Sappiamo che, in conseguenza della diminuzione della corrente I1, diminuisce il flusso, e poich tale flusso anche concatenato con il circuito indotto, la sua diminuzione induce in questo una f.e.m. che fa circolare la corrente indotta indicata con I2.

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Fig. 5 - Senso delle correnti indotte

Per quanto riguarda il circuito indotto, la causa che ha generato la corrente indotta I2 , dunque, la diminuzione del flusso concatenato con la sua spira; pertanto, per opporsi a questa causa, come vuole la legge di Lenz, la corrente indotta I2 deve circolare nella spira in senso tale da contrastare la diminuzione del flusso concatenato con la spira stessa. Per comprendere come ci possa avvenire, ricordiamo che ogni spira percorsa da corrente produce un flusso dinduzione e che quindi anche la spira percorsa dalla corrente indotta I2 produrr un proprio flusso. Vediamo dunque che, non appena comincia a diminuire il flusso concatenato con la spira del circuito indotto, questo stesso circuito produce un nuovo flusso, per compensare tale diminuzione. Affinch ci sia possibile, il nuovo flusso deve avere le sue linee di induzione dirette nello stesso senso di quelle del flusso induttore, in modo da rinforzarlo e contrastarne cos la diminuzione. Nella fig. 5a sono indicati i due flussi suddetti: quello prodotto dalla corrente I1 circolante nel circuito induttore, rappresentato mediante linee dinduzione continue, e quello prodotto dalla corrente I2 circolante nel circuito indotto, rappresentato invece mediante linee di induzione tratteggiate per distinguerle dalle precedenti. Come si pu vedere, per le linee dinduzione di entrambi questi flussi indicato lo stesso senso, da sinistra verso destra. Ricordiamo ora quanto si detto in precedenza, e cio che il senso delle linee dinduzione dipende dal verso di circolazione della corrente nelle spire. 51

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