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loro date: un fatto incontrovertibile che il regime serbo abbia costantemente generato odio, guerre e violenza, ma anche vero che durante tutto quel periodo, un forte movimento di resistenza alla guerra stato presente in Serbia. Anche oggi un dato di fatto che esista un movimento di resistenza alla negazione dei crimini del passato in Serbia.
Staa Zajovi
Nonostante ci, molte di noi femministe non si sono sentite sollevate dal sentimento di colpa dovuto a tutti i crimini commessi dal regime serbo. Le donne che furono le prime a ribellarsi contro la guerra, che hanno incominciato azioni contro la guerra, il nazionalismo e il militarismo, che hanno scoperto e svelato i crimini e costruito una linea politica di solidariet al di sopra di ogni confine e divisione, le donne che sono state ad oggi le pi attive nellopporsi al processo di pianificata negazione dei crimini del passato, quelle donne in particolare portano il peso pi pesante di questa responsabilit. Una volta ancora, ripetiamo davanti a voi, Perdonateci! per la perdita dei vostri cari, per le umiliazioni senza fine, per lindescrivibile dolore le sofferenze incommensurabili inflitte dal regime del paese da cui proveniamo. Faccio ci non solo per compassione, solidariet e rispetto per la dignit e lintegrit delle vittime e delle loro famiglie, ma perch credo che sia mia e nostra responsabilit civile, che sia parte di un processo di costruzione di fiducia tra noi, e che sia una strada lungo la quale possiamo incominciare a costruire insieme una pace giusta. E anche una strada che ci porta alletica femminista della responsabilit, allabolizione della colpa del patriarcato, alla cura verso laltro e alla presa in considerazione soprattutto delle nostre storie individuali e non collettive, alla solidariet come comprensione rciproca e allazione congiunta contro ogni forma del patriarcato.
(Discorso tenuto durante la conferenza Donne, Pace, Sicurezza, 1-3 Settembre 2006 in Struga, Macedonia, organizzata dall Alleanza Femminile per la Pace (la rete delle donne del Kosovo) e e dalle Doone in Nero, Serbia).
Presto saranno passati quindici anni dalla nostra prima manifestazione in strada. La nostra veglia nelle strade continua sino ad oggi. Siamo ancora guidate dallimperativo morale: non nel nostro nome!. Abbiamo costantemente espresso la nostra opposizione: nei primi dieci anni, contro uccisioni, persecuzioni e distruzione. Nei primi dieci anni, abbiamo vissuto in un paese in cui il crimine era organizzato dallo stato: in un paese che ha negato la sua realt criminale, una Serbia che non era in guerra. In seguito al collasso del regime dittatoriale nellOttobre del 2000, abbiamo attraversato un periodo di speranze e aspettative disattese. E, dalla fine del 2003, abbiamo vissuto un periodo istituzionalmente organizzato di negazione del passato criminale. I seguenti fatti hanno avuto un impatto decisivo sui sentimenti, principi etici e sullapproccio politico delle Donne in Nero: Abbiamo vissuto in uno stato aggressore: il regime serbo il principale responsabile della disintegrazione dellex-Jugoslavia, della guerra e della distruzione. Il regime serbo ha condotto un gran numero di aggressioni e commesso innumerevoli crimini, il pi atroce dei quali stato il genocidio di Srebrenica. Oggi viviamo in uno stato in cui n lelite al potere n la maggioranza della popolazione ha rinunciato alleredit del precedente regime criminale. Siamo sempre state disobbedienti: a partire dal 1991 al regime criminale e dopo il 2000 alle autorit che non hanno prodotto una netta rottura con la politica belligerante e i crimini di guerra.
Abbiamo sempre rappresentato una piccola minoranza in Serbia: spinta ai margini, stigmatizzata, etichettata e criminalizzata, siamo sempre state una vergogna per la Serbia e per il popolo serbo, esclusivamente per i nostri instancabili appelli per una presa di responsabilit della guerra e dei crimini di guerra che sono stati commessi in nostro nome.
Durante nostra resistenza alle politiche aggressive del regime serbo e alla negazione dei crimini del passato, ci siamo impegnate nello smantellamento del patriarcato in quanto sistema di prevaricazione e dominazione. Nella nostra linea politica pacifista, abbiamo deciso di essere:
il dolore e le sofferenze inflitte; non un atto simbolico una tantum ma un processo indirizzato alle vittime, che deve andare avanti sino a quando presente nelle vittime un comprensibile sentimento di paura (Linda Radzik). E la paura che i crimini possano essere ripetuti. E per questo che ci presentiamo con umilt di fronte alle vittime dei crimini che sono stati compiuti in nostro nome. E nostra responsabilit morale ed un modo per costruire un rapporto di fiducia con le vittime, che costituisce il presupposto per il raggiungimento di una pace giusta e stabile. Creare nuove forme di giustizia transizionale: i modelli di giustizia transizionale messi in atto sino ad oggi non danno risposte alle problematiche complesse del passato, n sono strumenti sufficienti per produrre una rottura con il passato criminale. Per queste ragioni il nostro approccio femminista alla giustizia transizionale una sfida importante alla teoria e pratica femminista. Monitoriamo i processi per i crimini che sono stati commessi in nostro nome, offriamo il nostro supporto alle famiiglie delle vittime, organizziamo discussioni, proiezioni di film sui crimini, biblioteche sulla giustizia transizionale, ecc. Costanti attivit educative: attraverso lorganizzazione di seminari, workshops e conferenze, testimonianze delle vittime di guerra e loro trascrizioni come Storia alternativa. La guerra stata preparata per lungo tempo e in molti hanno partecipato alla creazione del sistema di valori e del sistema morale che ha preparato la via alla guerra, e ci significa che smantellare questo sistema, per esempio rimuovendo le cause della guerra, richieder molto tempo. Senza una continua riflessione morale tra i membri del gruppo nel cui nome sono stati commessi i crimini, non ci pu essere un futuro diverso. Quindi una considerevole parte delle attivit educative delle Donne in Nero sono dedicate proprio a questo argomento.
timenti di vergogna, umiliazione e colpa per la persecuzione, il dolore e le sofferenze inflitte alle vittime dei crimini commessi in nostro nome, in azioni di solidariet e compassione. Costruendo unidea politica di pace che ha la sua origine nei principi delletica femminista e della responsabilit, organizziamo delle azioni contro il regime criminale del passato, cos come delle azioni contro la negazione odierna del passato criminale. Alcune di queste azioni sono: Azioni di strada: proteste, performances, promozione di campagne per la raccolta di firme in supporto delle iniziative contro la guerra e la mobilizzazione obbligatoria, contro lassitenza agli imputati allAja e alle loro famiglie, etc. Le Donne in Nero hanno sino ad oggi organizzato oltre mille azioni di strada, molte delle quali sono state proteste contro la guerra e richieste perch le responsabilit della guerra siano definite. Richieste insistenti perch sia svelata la verit sui crimini e siano puniti i criminali di guerra: richieste per ogni tipo di presa di responsabilit- individuale, criminale, politica, collettiva e morale, sotto forma di diverse iniziative legali, annunci e appelli. Visitare focolai di crisi o aree difficili, che sono state indicate come nostre antagoniste: abbiamo visitato la Croazia, la Bosnia Herzegovina e il Kosovo, andando contro lopinione pubblica nazionale, opponendo ogni forma di omogeneizzazione e costruendo solidariet e fiducia con le donne e le vittime dei crimini commessi in nostro nome. Visitare le citt dove sono stati commessi i crimini in nostro nome: lo abbiamo fatto costantemente, sia durante la guerra che dopo la sua fine. Innumerevoli crimini sono stati commessi in nostro nome e anche se non abbiamo visitato tutti questi luoghi, ci siamo sempre rivolte in primo luogo alle vittime, con grande rispetto della loro dignit, riconoscendo i crimini che sono stati commessi in nostro nome e chiedendo perdono per
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perch il femminismo comprende non solo il rispetto dellaltro e del diverso, ma anche il diritto di definire i nostri interessi e bisogni. Lideologia e la pratica nazionalista riducono lidentit delle donne al ruolo di mogli e madri, imponendo alle donne lobbligo di dare a luce a dei bambini per i bisogni della nazione e dello stato. Il femminismo, inteso come lotta per lautonomia delle donne e per il diritto di scelta, comprende la slealt verso la Nazione, i padri della patria e gli interessi nazionali. Questi principi non riguardano solamente i paesi in guerra, ma sono universali.
Non nel nostro nome: uninstancabile, pubblico, evidente, esplicito distanziamento da coloro che parlano in nostro nome, che conducono guerre o ricorrono alla violenza; se non lo facessimo, loro potrebbero pensare che hanno la nostra approvazione o persino la nostra complicit nelle atrocit commesse. Non facciamoci ingannare, in primo luogo dai nostri, e poi dagli altri: qeste sono azioni di disobbedienza verso i militaristi e i nazionalisti nel paese in cui viviamo, e poi in tutti gli altri. E imperativa la rinuncia ai nostri stessi eroi in primo luogo, tenendo a mente che nellarea dellex-Jugoslavia (e oltre) non tutti sono nella stessa posizione. Questo per dire che veniamo dallo stato che ha causato le guerre; quindi, la nostra responsabilit maggiore, nonostante la responsabilit degli altri. Iniziamo a pulire il nostro cortile, o: prima di tutto, cerco che venga determinata la responsabilit dei crimini che sono stati commessi in mio nome: un principio di autonomia morale, integrit morale e dignit; solo dopo aver pulito il nostro cortile, avremo il diritto di chiedere agli altri di fare lo stesso. Sono responsabile non solo delle mie azioni, ma per ci che stato fatto nel mio nome: appartengo ad una nazione per caso, mentre loro hanno commesso dei crimini premeditati, in mio nome e intenzionalmente, sistematicamente e in maniera organizzata. Independentemente dalla mia scelta di dichiarare la mia provenienza etnica o no, la natura accidentale della mia esistenza nazionale non incide pi a questo punto, perch il crimine che stato commesso in mio nome un fatto compiuto: il contesto ideologico, il carattere e le dimensioni del crimine sono tali che permeano la mia identit individuale (Nenad Dimitrijevic). Una ribellione creativa al posto della disperazione: trasformiamo i sentimenti di rabbia e ira contro il regime che ha fatto le guerre e non accetta di renderne conto in azioni di disobbedienza civile; trasformiamo i sen-