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Frammenti di luce
peranza mia, Padre mio, mio Creatore, mio vero Signore e Fratello, quando penso quello che Tu dici, che Tua delizia abitare con i figli degli uomini, la mia anima piena di gioia. Tu hai detto di Tuo Figlio che ti compiaci in Lui. Gli siamo forse uguali, Signore? Oh, immensa misericordia! Contempla, anima mia, con che gioia il Padre conosce Suo figlio e il Figlio dice: Padre; lo Spirito li unisce nellardore. Eterno amore. Presenza infinita. Eterno godimento. Padre, che bisogno hai del mio amore? Che ci guadagni? Rallegrati, anima mia: c chi ama il tuo Dio come Egli merita; c chi conosce la Sua bont e potenza. Ringrazialo perch ha inviato sulla terra Suo Figlio: unita a Lui puoi accostarti al Padre e pregarlo. Ed Egli trova in te le Sue delizie. Sii per sempre benedetto, mio Dio. Tutte le creature ti lodino. La mia anima ti loda e ti esalta. S. Teresa di Ges (Esclamazioni)
Leditoriale
I clandestini, il Papa, il re nudo e il bambino iciamocelo pure. D Se non fosse stato per il gesto concreto di
Papa Francesco, di recarsi come suo primo viaggio a Lampedusa, oggi avremmo commenti diversi sulla recente tragedia di Lampedusa, che segue di poco lorribile sbarco di Sciclidi Orazio Mezzio
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La Scuola ospita con gioia lArcivescovo Carcere di Brucoli: unesperienza per rinascere
di Carolina Bottaro
segue a pag. 2
10 ottobre 2013
di Annamaria Corpaci*
Primo Piano
abbastanza fantasia per rappresentarseli, mentre un bambino di quattro o cinque anni incomincia gi a avere paura dei fantasmi, delluomo nero e cos via. Ladulto ha paure diverse: paure esistenziali, paure legate alla propria insicurezza, ai disagi personali, alla propria disistima, al vuoto che spesso si crea dentro di s, paura di non essere compreso neanche da Dio. E cos che la paura si trasforma in angoscia. La n goscia qualcosa di molto annamariacorpaci diffuso @virgilio.it che dipende dalle paure di natura esistenziale. Se, la paura nella mia psiche, allora incontrollabile e, per questo, nessuna strategia sar in grado di eluderla. Dobbiamo, quindi, proiettarci in un sistema pi vasto, perch noi abbiamo una marcia in pi, abbiamo chi ci accompagna in ogni momento e situazione fornendoci la speranza e la serenit. Lunica via duscita allora quella dellaffidamento, quella di lasciarsi illuminare dalla Luce che trasfigura. *Psicologa di Orazio Mezzio iciamocelo pure. Se non fosse stato per il gesto concreto di Papa Francesco, di recarsi come suo primo viaggio a Lampedusa, oggi avremmo commenti diversi sulla recente tragedia di Lampedusa, che segue di poco lorribile sbarco di Scicli-Sampieri. In un certo senso stato tolto lembargo al dolore e sdoganato lindignazione per quanto si manifesta da troppo tempo nel mediterraneo. Non pi un tab, adesso ci si pu pubblicamente vergognare per quanto lopulento occidente lascia accadere. Tanti morti a pochi metri dal sogno di una vita migliore. Nella spiaggia di Sampieri gli scafisti avrebbero buttato a mare a colpi di cinghia - in prossimit della battigia - decine di persone: subito annegate per le cattive condizioni del mare. In prossimit delle coste di Lampedusa la morte per centinaia di persone pare sia arrivata con lausilio di una coperta accesa erroneamente per segnalare il loro arrivo. I primi soccorritori raccontano di aver osservato e ascoltato una nuvola di gabbiani. Poi, incuriositi, hanno constatato il peggio: alla loro vista si spiegavano centinaia di braccia alzate come ali duccello e grida disperate daiuto. In effetti i pescatori hanno visto proprio un stormo danime svolazzanti sopra la punta di un iceberg: la cui consistente disperazione ancora oggi sommersa agli occhi di troppi. Lazione profetica di Papa Francesco ha messo a nudo il Re, proprio come nella nota favola in cui solo agli occhi di un bambino fu chiaro linganno che lelegante vestito del Re era ricamato di niente. Adesso tutti possiamo cogliere come gli sbarchi degli extracomunitari non possono banalmente liquidarsi come azioni di clandestini da multare appena mettono piede in Italia. Per definizione il clandestino chi si nasconde. Qua, tranne lEuropa, nessuno gioca a nascondino, pi visibile di un barcone colmo di essere umani? Semmai la domanda da porsi perch ci si interessa del problema degli scafi a tragedia compiuta? Encomiabile limpegno dei soccorritori, degno di premio Nobel. Ma di pari grado si leva il grido di vergona verso la nostra stessa politica. Nel recente passato lazione diplomatica del governo capitanato dalla Lega Nord ha spostato il problema pi in l, stringendo accordi con il governo libico per bloccare le partenze: posto che i disperati in attesa dellimbarco provenienti da altre regioni africane, fossero poi obliati nelle carceri libiche; cos facendo acquietammo le nostre coscienze. I fatti di oggi dimostrano che non si trattava della soluzione al cancro che genera tutto ci. Certo, per aprire le frontiere necessario imparare a spalancare i cuori e dimenticare i portamonete. ovvio che, responsabilmente, non si pu disconoscere lo stato di crisi in cui versa lo stesso modello socio-economico occidentale; ma, altrettanto evidente che la paura dellaltro e legoismo dellinesistente Europa non ha fatto discernere fra limmediato imperativo di prestare soccorso sempre e comunque ai viaggiatori della speranza e la necessit di agire programmaticamente e senza doppia morale sugli Stati in cui allignano tensioni politiche ed umanitarie. Fuor di metafora: non possiamo vendere armi al governo siriano e poi negare lassistenza ai loro profughi! Non possiamo contenderci con i cinesi le miniere africane e poi respingere i malcapitati figli di tali regioni (la cui vera disgrazia originata dalla ricchezza depredata dal ricco nord che paga i diversi fronti dei guerriglieri). Lesperienza ci insegna che si emigra per molte ragioni: per fame, per persecuzione politica, per ricongiungersi con i propri affetti, la propria famiglia, in cerca della terra promessa! Dalla storia dunque un forte monito. Attenzione a respingere il prossimo: nel 1906 furono i nostri parenti emigranti imbarcati sulla Sirio - da Genova verso il Brasile - a morire in cinquecento per laffondamento della nave; nellodierno 2013 un figlio di questi ritornato nella terra dei propri antenati con vesti bianchi e voce squillante.
a paura una delle emozioni fondamentali che proviamo al momento della nascita e che, come ogni emozione, ci serve per strutturare il nostro mondo e la nostra vita. Ognuno di noi convive con la paura, o meglio con le paure. Paure legate a qualcosa che sta succedendo qui ed ora e paure legate al futuro, a quello che potrebbe succedere a noi o a chi ci caro. Comunemente si considera questa esperienza emotiva, tanto pervasiva, come una prova da evitare. Si ritiene che quanto pi si liberi da paure, pi si forti e in grado di affrontare gli ostacoli della vita. Si tratta di una affermazione semplicistica, che non rende ragione della complessit di questa straordinaria emozione. In molte situazioni, infatti, solo grazie alla paura che possibile affrontare in modo adeguato il pericolo. Lorganismo biopsichico mette in atto delle difese per affrontare un determinato contesto. Se non provassimo paura, rischieremmo di buttarci nelle situazioni in modo non adeguato e di soccombere. Chi dice di non aver paura , dunque, semplicemente un incosciente, perch corre moltissimi rischi. Nonostante ci non bisogna lasciare che la paura superi certi limiti e che diventi invasiva, perch
SETTIMANALE DIOCESANO DI SIRACUSA
controllo su certe situazioni, la paura diminuisce lasciando spazio alla razionalit che interviene per trovare i modi di soluzione. Invece in certe situazioni la paura finisce per
essere terrore, soprattutto quando pensiamo di non avere vie duscita. importante dunque che si impari a valutare i modi per fronteggiarla, che sono tanti e diversi. Ogni et ha le sue paure. Il neonato alla nascita ha paura dei rumori forti, del dolore, ma non del buio, perch viene da un luogo buio. Avr paura del b u i o i nto rno ai due, tre anni, perch si sar abituato alla differenza luce/buio, dunque capir che al buio ha un minore controllo della realt. Quindi ha la paura non del buio, ma nel buio. Un bambino di due o tre anni non ha ancora paura dei mostri, perch non ha
Oggi abbiamo avuto loccasione di avere a pranzo due commensali in pi. Due adolescenti provenienti dallEgitto e approdati sulle coste siracusane, uno a met agosto, laltro da pochi giorni, ospiti presso la casa di accoglienza di San Francesco a Priolo. Entrambi non parlano n litaliano n linglese. Abbiamo comunicato con lo sguardo e verbalmente tramite qualche rigurgito del mio inglese scolastico. Da parte loro altrettanto. Sono due ragazzi che il destino ha fatto approdare sulle nostre spiagge in maniera avventurosa, affrontando pericoli di ogni gene-
nellanimo umano funge da maieutica? Se avessimo la forza di specchiarci nel Vangelo ne troveremmo la risposta! Abbiamo gioito nel vedere i giovani della nostra famiglia (che molte volte appaiono indifferenti e disinteressati al mondo che li circonda) rinnovarsi nella loro coscienza e mettere in discussione la vita da loro vissuta. Non possiamo che affidare a Dio lesistenza di queste giovani creature e ringraziarlo per averci dato questa occasione che funger da termine di riferimento nella nostra visione esistenziale. Marisa e Tommaso Giallongo
Hotel moderno e confortevole. Sorge di fronte al Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa. Vicinissimo al Museo Paolo Orsi, Teatro Greco e al Parco archeologico. facile raggiungere lisola di Ortigia e la zona balneare. Per informazioni: Hotel del Santuario - via del Santuario, 1 - 96100 Siracusa. Tel. 0931.465656 fax 0931.465565 www.hoteldelsantuario.it info@hoteldelsantuaio.it - promo@casadel-
ropongo ai lettori di Cammino lesperienza vissuta a Modena, la scorsa domenica 6 ottobre, per la beatificazione del servo di Dio Rolando Rivi, adolescente seminarista martire. ucciso nel 1945 per odio alla fede. Rolando Rivi mor perch rifiut di consegnare la propria tonaca ai suoi sequestratori-assassini. Fu una testimonianza di coraggiosa ed eroica identit, vissuta nella coerenza assoluta e pagata con il carissimo prezzo della vita. A distanza di 68 anni, mutati i contesti sociali italiani, ci si chiede che fine abbia fatto la coerenza; non quella eroica, ma quella ordinaria. Senza tanti discorsi complicati, questa una domanda che si pu porre chi ancora cerca di credere nel valore della saggia identit, di fronte al naufragio dei facili cedimenti? Gianni Failla