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Il mondo vegetale vita neurobiologica

@ Ing. Silvano DOnofrio

(la buganvillea del mio balcone)

Cos la neurobiologia? Una disciplina scientifica che si occupa della struttura, funzione, sviluppo, genetica, biochimica, fisiologia, farmacologia e patologia dei sistemi (cellule, tessuti, organi) che regolano la risposta della pianta a stimoli interni ed esterni. Lo studio del comportamento e dellapprendimento sono anche una divisione della neurobiologia vegetale. Chiarito questo concetto, quello che ora sto per scrivere non piacer a molti di voi. Non me ne vogliate. E per puro desiderio di rendere giustizia ai vegetali e per aprire gli occhi ad altri. Di chi parlo? Dei vegetariani/vegani. I motivi li conoscete. C chi aderisce a questa pratica per dieta, c chi lo fa unicamente perch contro chi uccide gli animali, ed infine i pi intransigenti che lo fanno per entrambi i motivi. Spesso e volentieri lo fanno con una ferocia tale da sfociare in fanatismo. In una campagna di demonizzazione della carne e aggressiva contro chi la mangia. Anyway (in altre parole, o comunque la mettiamo) ce lhanno contro chi mangia carne per rispetto della dignit degli animali, la loro sofferenza nellucciderli, per rispetto di tutti gli esseri viventi, per il diritto alla vita. Contro chi si riempie la pancia di cadaveri animali. Dei nostri fratelli. Ma i vegetali invece si possono mangiare perch . sono vegetali, esseri inferiori, perch sono insensibili, perch non soffrono e per questo li possiamo estirpare, bruciare, mangiare. Insomma sono esseri inanimati. E non sono nostri fratelli. Nemmeno lontani parenti. Ma proprio cos? Allora leggete queste interessanti parole pronunciate proprio da un vegetariano dichiarato, tanto decantato dai vegetariani: Umberto Veronesi. Prendetemi pure per pazzo ma io parlo alle piante. Dialogo con loro, manifesto loro tutto il mio affetto parlandoci, accarezzandone le foglie e abbracciando il loro tronco. Quindi perdonatemi se mi lascer trasportare dallargomento.

Ecco! La questione tutta qui. La domanda viene spontanea. Come pu un vegetariano puro sangue mangiare un vegetale che un essere vivente al quale manifesta tutto il suo affetto? A cui parla. Lo accarezza, lo abbraccia. E come parlare con affetto ad un pollo, accarezzarlo, abbracciarlo per poi mangiarlo. Nel mangiare un vegetale non stai uccidendo forse un essere vivente? Non ti stai riempiendo la pancia di cadaveri vegetali? O ci sono esseri viventi che si possono uccidere ed altri no? Per quale motivo? Secondo quale etica? E forse cosa diversa parlare con affetto ad una rosa e rispettare la sua vita dal parlare con affetto ad un cavolfiore o ad una pianta di soia per poi mangiarla sotto forma di hamburger? Quale differenza? Solo perch la rosa non commestibile? Veronesi ce lo dovrebbe spiegare. Siccome non trovo traccia di risposta a questa imbarazzante domanda, allora provo a spiegarla io. Per fare questo mi sono avvalso di un indirizzo fornitomi da un link sul sito tuttidentro su alcuni aspetti di neurobiologia vegetale del prof. Stefano Mancuso (professore presso lUniversit degli studi di Firenze. Responsabile del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, LINV). Per favore leggete. Ingiustamente, nellarco della storia umana il mondo vegetale stato quasi sempre considerato appena al di sopra del regno inanimato. Anche lespressione medica stato vegetativo indica uno stato quasi irrecuperabile della condizione di vita di un paziente, equiparandolo appunto a un vegetale; appena un gradino sopra allinanimato. Questo perch i processi vitali nel mondo vegetale sono estremamente lenti, pressoch impercettibili alla nostra scala temporale. Vediamo un albero spogliarsi e cambiare periodicamente le foglie col mutare delle stagioni, lo sbocciare dei fiori e laprirsi e chiudersi di questi durante larco della giornata, ma poco altro. La scala temporale del mondo vegetale ci talmente aliena che a stento le piante sono state considerate vive nellarco dei secoli. Le piante sono vive. La pianta vita.

Per molto tempo la botanica si limitata alla semplice opera di catalogazione delle diverse specie vegetali e poco pi. Solo adesso iniziamo a capire che il mondo vegetale complesso quanto il regno animale. Le prerogative che credevamo esclusive degli animali finalmente le stiamo scoprendo anche nel mondo vegetale, con meccanismi fino a poco tempo fa ignoti o ampiamente sottovalutati. Ferormoni per la comunicazione, strategie sessuali uniche e curiose, impulsi microelettrici, si propagano lungo tutta la pianta analoghi agli impulsi nervosi animali. Perfino un complesso sistema che svolge funzioni analoghe al sistema nervoso centrale animale stato individuato dal Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale dellUniversit di Firenze. Il sistema neurale vegetale mostra strategie evolutive interessanti per certi versi simili gli animali: un reale sistema di reti complesse in grado di discernere i diversi stimoli esterni. Solo alla fine del diciannovesimo secolo lidea che piante ed animali fossero organismi simili, attravers un periodo di grande successo. Le piante hanno in comune con gli animali anche numerose attivit che vanno dalla riproduzione sessuale, basata sulla fusione delle cellule spermatiche e degli oociti, alluso delle medesime molecole e vie metaboliche per la regolazione dei ritmi circadiani. In quegli anni, Fabre dava alle stampe un celebre testo di divulgazione sulla vita delle piante, che iniziava con queste parole. La pianta sorella dellanimale: come questo, essa vive, si nutre, si riproduce. Numerose scoperte successive confermarono questa vicinanza fra piante ed animali. Soprattutto gli studi riguardanti alcuni processi di base, come respirazione e crescita cellulare, poterono svilupparsi grazie alluso delle piante come materiale sperimentale. Oggi ben noto che le pi importanti vie metaboliche in piante ed animali sono simili. Le piante non solo sono capaci di ricevere segnali dallambiente circostante ma che posseggano anche meccanismi atti alla rapida trasmissione di questi, e siano, inoltre, in grado di rielaborare le informazioni ottenute dallambiente: in questo manifestando una capacit di apprendimento che implica la ricerca di uno scopo, la capacit di stimare gli errori e la presenza di meccanismi mnemonici.

Ci sono diverse sorprese se applichiamo una prospettiva neurobiologica allo studio dei tessuti vegetali ed alla stessa organizzazione della pianta. Lauxina si comporta come un vero e proprio neurotrasmettitore specifico delle piante. Gli apici radicali esibiscono unattivit neuralsimile. Ed ancora, gli elementi vascolari permettendo il rapido scorrimento dei segnali idraulici e dei potenziali dazione, rappresentano la principale via per la segnalazione a lunga distanza.

Il fatto che le piante siano in grado di rilevare le condizioni ambientali e di prendere decisioni circa le loro future attivit rende ovvio che posseggano dei sistemi darchiviazione ed elaborazione delle informazioni. Esistono molte buone ragioni perch nel corso dellevoluzione le piante abbiano sviluppato i loro tessuti simili-neurali negli apici radicali, sepolti nella profondit della terra. Innanzi tutto il suolo rappresenta un ambiente pi stabile in confronto a quello atmosferico sia in termini di temperatura che dumidit; protetto dalla predazione animale, dallozono atmosferico cos come dalla radiazione UV solare. Considerando le radici come la sede di attivit simil-neurale, si ha una visione della pianta parecchio differente da quella normalmente considerata. Le radici diventano lorgano pi importante della pianta, i loro apici formano un fronte in continuo avanzamento con innumerevoli centri di comando. Lintero apparato radicale guida la pianta con una sorta di cervello collettivo o, meglio, di intelligenza distribuita su una larga superficie che, mentre cresce e si sviluppa, acquisisce anche informazioni importanti per la nutrizione e per la sopravvivenza della pianta. Labilit nel sentire i differenti parametri ambientali e nel rispondere ad essi uno dei fattori comuni a tutti gli esseri viventi. Piante ed animali non sono oggetti passivi di fronte agli stimoli che provengono dallambiente. Al contrario, essi reagiscono in accordo con le informazioni che ricevono dallesterno e la loro risposta ai segnali ci che noi chiamiamo comportamento. In sintesi, gli animali si

muovono in risposta ai segnali mentre le piante modificano il loro metabolismo. In realt si muovono anchesse ma con tempi molto pi lenti e, solitamente, attraverso una crescita cellulare. Questa capacit particolarmente sviluppata nelle piante a causa della loro necessit di gestire efficacemente tutti gli stimoli provenienti dallambiente esterno, senza possibilit di scappare. Le piante rispondono a numerosissimi stimoli ambientali, quali risorse energetiche (luce, elementi minerali ed acqua), stimoli meccanici, struttura del suolo, umidit, temperatura, composizione in gas dellatmosfera. Anche i segnali biotici quali la presenza/assenza di piante vicine, lidentit di queste piante, la competizione, la predazione e le malattie sono altrettanti stimoli, spesso di natura estremamente complessa, che la pianta registra continuamente e a cui risponde in maniera appropriata. Le piante, oltre a possedere una efficiente catena segnalatoria attraverso la quale regolano le attivit del corpo vegetale, inviano numerosi segnali agli organismi circostanti. Si tratta perlopi di segnali chimici quali una miriade di derivati degli acidi grassi, benzenoidi, terpenoidi, ed altre sostanze profumate emesse dai fiori principalmente per attrarre gli impollinatori, ma anche altri composti volatili, come lisoprene o metaboliti secondari di diversa natura, emessi dalle foglie. Una lunga serie di studi negli anni passati ha dimostrato come le piante attaccate da insetti erbivori o patogeni, emettano sostanze volatili in grado di segnalare il pericolo alle piante vicine. Le sostanze volatili prodotte dalle piante attaccate possono indurre risposte di varia natura nelle piante vicine ancora intatte, rendendole repulsive per gli erbivori e/o attraenti per i nemici naturali degli erbivori. Insomma, un insospettato mondo di relazioni fra le piante e gli altri organismi viventi va svelandosi agli occhi degli studiosi. Uno dei pi affascinanti risultati degli ultimi anni, la scoperta che i cambiamenti di colore e le combinazioni di colori delle piante siano potenti strumenti di comunicazione fra piante ed animali. La funzione dei colori ed il loro ruolo in chiave evoluzionistica, sono un importante settore di studio della zoologia.

Negli ultimi cinque anni una serie di brillanti studi sugli alberi hanno scoperto che queste colorazioni sono un segnale dellabilit a difendersi dagli attacchi degli afidi. Si tratta di un sistema di segnalazione, chiamato del segnale onesto, ben noto alla biologia evolutiva animale. Sono moltissimi gli esempi di questo tipo di segnalazione fra gli animali ed anche fra gli uomini. Dalle gazzelle che saltano sul posto per segnalare il loro buon stato di forma ad un eventuale predatore, allostentazione da parte degli uomini di status symbol come segnale di forza e potere.

(coltivazione intensiva di soia)

Conclusioni La nostra idea delle piante sta mutando con rapidit straordinaria, allontanandosi dalla vecchia descrizione delle piante come entit passive completamente soggette alle forze dellambiente circostante buone soltanto ad accumulare i prodotti della fotosint esi. Al contrario la nuova idea quella di organismi dinamici ed altamente percettivi, in competizione attiva, sopra e sotto il suolo, per le limitate risorse disponibili, che calcolano attentamente le loro azioni, valutano i rischi e intraprendono azioni atte a mitigare o controllare i possibili insulti dellambiente. Non hanno occhi, orecchie, la pelle, ma sanno distinguere le stagioni, il giorno dalla notte, hanno il tatto per muoversi in aria e sotto terra. Temono e si proteggono dal caldo e dal freddo. Soffrono. Si difendono con messaggi chimici. Respirano, mangiano, si riproducono. Non hanno la parola ma comunicano tra loro, parlano col linguaggio dei colori, degli odori. Non hanno un vero apparato nervoso ma sanno prendere decisioni.

Estirparli significa lasciarli morire lentamente e crudelmente di fame e di sete. Ma tutto ci ai vegetariani/vegani tanto sensibili verso gli animali conta poco. Perch? Perch, poverini, i vegetali non danno apparenti segni di sofferenza, non emettono grida e sangue che li possano impietosire. Se i vegetariani/vegani non capiscono questo speriamo che sia la natura, a loro posto, a porci rimedio nel corso dei prossimi millenni. Questa nuova visione descrive le piante come organismi in grado di decodificare e processare informazioni provenienti dagli organismi viventi con i quali entrano in contatto. In poche parole, le piante presentano comportamenti altrettanto sofisticati di quelli animali ma il loro potenziale sempre stato mascherato da scale temporali molto pi lunghe di quelle tipiche del mondo animale.

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