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Al momento il Paese lunico in Europa, insieme allIslanda, dove tutti i fast-food della catena hanno chiuso le saracinesche. Molti abitanti di Skopje gioved scorso sono rimasti spiazzati e colpiti da uninsolita sensazione di disagio: dal portone del grosso palazzone che nel centro della capitale macedone ospita il pi frequentato fast-food della catena statunitense McDonalds non spuntava il solito serpentone di clienti in attesa di essere serviti. Una lettura al quotidiano Dnevnik il giorno successivo ha chiarito le idee: tutte le filiali della catena in Macedonia dal 16 maggio hanno chiuso i battenti e sul futuro di McDonalds in Macedonia aleggia una fitta coltre di mistero. Da quel poco che emerso, alla base della decisione di chiudere le saracinesche dei 16 fast-food presenti nel Paese ci sarebbe una disputa legale in corso tra il titolare del franchising in Macedonia, Sveto Janevski, e lufficio europeo: un contenzioso che avrebbe surriscaldato il clima e portato la societ a stracciare definitivamente il contratto in essere. Del resto, sempre in base ad alcune indiscrezioni citate da Dnevnik, i vertici europei della catena starebbero cercando unaltra societ che voglia acquisire la guida del franchising nel Paese. A differenza di quanto si pensava nei primi giorni, i locali non hanno chiuso per unispezione statale e, quindi, per motivi igienici e sanitari, cos come avvenuto in Islanda: lunico altro Paese europeo dove i fast-food McDonalds hanno le serrande ben chiuse. Skopje nasconde i crimini razziali La Commissione di Helsinki per i diritti umani netta: le autorit macedoni ignorano e celano laumento dei reati a sfondo etnico e religioso. Le autorit macedoni stanno ignorando e persino nascondendo l'aumento dei crimini di odio a sfondo etnico e religioso. E quanto afferma una nuova indagine condotta dallufficio di Skopje della Commissione di Helsinki per i diritti umani, che punta il dito non
solo sui crimini commessi da macedoni e albanesi, ma anche sugli attacchi contro persone Lgtb (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender). "Percepiamo la tendenza a camuffare questi atti come semplice 'violenza'. Inoltre, il mancato riconoscimento di tali atti (come crimini d'odio) dipinge un quadro sbagliato della situazione", ha detto il capo della Commissione di Helsinki macedone, Uranija Pirovska, secondo quanto riferisce il sito internet Balkan Insight. L'indagine cita l'esempio di un 13enne albanese che ha ricevuto una coltellata per essersi rifiutato di baciare un crocifisso: tale atto, secondo la Commissione, non viene riconosciuto dalle autorit macedone come crimine dodio. Negli ultimi tre anni sono solo 14 i casi registrati come crimini d'odio presso i tribunali del paese. La pena massima inflitta stata di cinque mesi di carcere, mentre la maggior parte degli autori sono stati rilasciati in libert vigilata. "Questa cifra non corrisponde alla realt", ha detto Voislav Stojanovski, consulente legale della Commissione di Helsinki. "Anche quando sono scoperti colpevoli, questi vengono accusati di 'violenza' e non di aver commesso un crimine di odio, che una forma pi grave di reato", ha aggiunto Stojanovski. Solo negli ultimi due mesi ci sono stati almeno 35 casi di crimini d'odio, secondo la Commissione. La maggior parte ha avuto luogo sui bus pubblici, spesso teatro di scontri tra studenti macedoni e albanesi. Ai primi di marzo, inoltre, estremisti macedoni a volto coperto si sono scontrati con la polizia antisommossa a Skopje mentre protestavano contro la nomina di Talat Xhaferi, ex comandante dei ribelli di etnia albanese, a nuovo ministro della Difesa. Il giorno successivo, gli albanesi sono a loro volta scesi in piazza in una contro-protesta. Un anno prima, nel marzo 2012, aveva avuto luogo unaltra ondata di scontri etnici il cui bilancio stato di diversi adulti, ma anche giovani, picchiato o accoltellati.
Il ministero degli Esteri macedone ha annunciato che il numero di richiedenti asilo nellUnione europea, provenienti dai Paesi balcanici, in calo. Secondo quanto affermato da alcune fonti del ministero al sito internet Balkan Insight, siamo in contatto costante con i paesi colpiti da questo problema. Gli sforzi comuni per ridurre il numero di richiedenti asilo hanno iniziato a dare i loro frutti. Il ministero macedone ha rilasciato questo commento in seguito alla notizia di una nuova iniziativa per rivalutare la libert di circolazione ai cittadini di molti Paesi balcanici proposta da Germania, Austria, Paesi Bassi e Regno Unito. In una lettera congiunta inviata lo scorso 25 aprile alla presidenza irlandese dell'Unione europea, infatti, i governi di Berlino, Vienna, Amsterdam e Londra hanno chiesto di riproporre la questione dellassenza dei visti durante la prossima riunione del Comitato dellUe sulla giustizia e gli affari interni previsto a met giugno. Secondo le fonti del ministero degli Esteri di Skopje citate da Balkan Insight, mettere in discussione il regime di esenzione del visto per i cittadini dei Balcani significa mettere in discussione "il principio di apertura dell'Europa e della possibilit che i paesi balcanici uno giorno aderiscano all'Ue". Nel 2012 i Paesi balcanici membri dellUe hanno ricevuto in totale 13.775 richieste dasilo, un aumento di circa 10 per cento rispetto al 2011. La maggior parte delle domande stata presentata in Grecia, ma la Bulgaria il paese che, in proporzione alle istanze, ne ha accettate di pi. E quanto emerge da una relazione dellEurostat, il centro statistico della Commissione europea. Delle 640 domande presentate in Bulgaria, il 26,5 per cento ha avuto esito positivo. Dato inverso in Grecia dove, a fronte delle oltre 11.195 richieste ricevute, solo lo 0,8 per cento ha avuto esito positivo. Anche la Slovenia e la Romania hanno respinto la maggior parte delle domande ricevute. Hanno infatti accettato rispettivamente il 15,9 per cento e il 14,1 per cento delle istanze. In totale in Romania sono state presentate 1.625 domande e in Slovenia 220. In Bulgaria i maggiori richiedenti dasilo vengono dalla Siria, in Grecia dal Pakistan, in Romania dallAlgeria e in Slovenia dallAfghanistan.