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Un altro mese di custodia cautelare da scontare dietro le sbarre per Kezarovski, ma la decisione del Tribunale viene criticata dallOsce e dalle principali Ong internazionali Dopo aver trascorso 60 giorni dietro le sbarre, il cronista macedone Tomislav Kezarovski sperava che la pressione internazionale spingesse i giudici del Tribunale penale di Skopje a rivedere la decisione di fine giugno e archiviare il caso che sta indignando le principali organizzazioni di tutto il mondo a difesa della libert dinformazione. Ma secondo il sito internet Balkan Insight, i magistrati non hanno mosso di un millimetro le proprie posizioni continuando a tenere in piedi limpianto accusatorio e ravvisando, anzi, il pericolo di fuga da parte dellimputato: marted, dunque, il Tribunale ha stabilito che Kezarovski debba scontare un altro mese di custodia cautelare nellistituto penitenziario di Shutka, a Skopje. Il giornalista, attualmente corrispondente del quotidiano Nova Makedonija, stato arrestato a maggio per aver rivelato lidentit di un testimone prezzolato - poi rivelatosi falso infatti - di un omicidio commesso a Veles nel 2008. Il sedicente testimone aveva inchiodato i due fratelli Ordan e Ljupco Gjorgievski, accusati di essere gli esecutori materiali, ma Kezarovski in un articolo scritto per il settimanale Reporter 98, sostenne, senza mettere in pericolo nessuno e con uneccellente dovizia di particolari, che la testimonianza era stata totalmente manipolata dagli agenti di polizia. A conferma del buon lavoro svolto dallo sfortunato cronista, a febbraio scorso un testimone ha cambiato totalmente le carte in tavola accusando la polizia di aver costretto lui ed altri a dire il falso: vi sono, quindi, molti particolari discutibili nellinchiesta che ha privato Kezarovski di ogni libert, ma le autorit macedoni sono ben lontani dallintervenire. Il giornalista, intanto, appena appreso il verdetto del Tribunale ha cominciato uno sciopero della fame per attirare lattenzione internazionale: Kezarovski ha ribadito di non poter influenzare alcun testimone proprio perch il quadro principale dellindagine ormai gi delineato e inoltre i suoi familiari hanno presentato ai giudici precise garanzie immobiliari a riprova del fatto che non tenter la fuga dal Paese se rilasciato. Siamo tutti scioccati. - ha ammesso Zaneta Trjkovska, una dei membri di punta
del Comitato per la liberazione di Zezarovski - Chiunque deve vergognarsi: la magistratura, il governo, i politici e anche noi stessi. Del resto il Comitato sta denunciando da giorni il duro trattamento riservato al cronista, il quale in prigione verrebbe privato delle ore daria e della rassegna stampa - peraltro gi pagata - e anche minacciato e umiliato dai secondini e dalle guardie carcerarie. A difesa di Kezarovski si sono mobilitate le principali organizzazioni interne e mondiali che si occupano di tutelare la libert di stampa: lAssociazione dei giornalisti macedoni (Znm), il Sindacato dei media macedoni (Ssnm), lOrganizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa (Osce) e la Rete per linformazione in Europa orientale (Nost).
direttore vendite di Nis Alexander Malanin: la compagnia serba, dunque, intende investire per la fine dellanno oltre 45 milioni di euro in Bosnia.