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Linconscio

1. Inconscio cognitivo e inconscio emotivo


Sono inconsci i processi mentali che avvengono senza consapevolezza. Questi processi si suddividono tra quelli di natura cognitiva e quelli di natura emotiva.

Linconscio cognitivo
I processi cognitivi inconsci si possono distinguere in memoria procedurale e memoria dichiarativa. Esistono molteplici tipi di memoria, correlati a specifiche regioni del sistema nervoso centrale. Per comprendere la memoria procedurale occorrono due premesse: 1. Distinzione tra memoria a breve termine (MBT) e lungo termine (MLT). Quella breve conserva di norma linformazione per meno di un minuto. Quella a lungo termine dura potenzialmente tutta la vita. La memoria procedurale a lungo termine. 2. La memoria procedurale si differenzia concettualmente dalla memoria dichiarativa, a sua volta a lungo termine. La memoria dichiarativa si chiama cos per due ragioni: 1. Il soggetto volontariamente e coscientemente pu rievocarne i contenuti (numero di telefono, codice bancomat, nome membri della famiglia, ecc). 2. I contenuti possono essere espressi verbalmente (knowing that Conosco il nome di mia moglie, il mio indirizzo, il mio lavoro, ecc.) Al contrario, non sappiamo dire come abbiamo ottenuto queste conoscenze: non abbiamo fatto uno sforzo o un addestramento, per conoscere queste cose: tutto avvenuto come da s, mediante un processo inconscio. La memoria procedurale consiste di abilit motorie e senso-motorie come scrivere a tastiera senza guardare le lettere, andare in bicicletta, guidare, giocare a ping-pong; ma anche camminare, darsi un bacio senza spaccarsi i denti, abbracciare senza soffocare, ecc. il rovescio della memoria dichiarativa: senza guardare la tastiera non sapremmo elencare la disposizione di tutti i tasti (niente knowing that); e lacquisizione di queste abilit ha richiesto volont, sforzo, fatica, addestramento. Le attivit mentali inconsce cognitive dipendono dallazione del cervello e dellintero sistema nervoso, che si occupano di renderle possibili. C anche un modo pi profondo, per, in cui il sistema nervoso responsabile di unesperienza mentale inconscia. Lesempio pi eloquente la propriocezione. La propriocezione la consapevolezza di dove si trovino le nostre varie parti del corpo senza bisogno di guardarle/toccarle. noto il caso di una paziente con danni cerebrali nellarea preposta alla propriocezione, che alla richiesta di muovere le gambe risponde con un Certo dottore, appena le trovo. Limportantissimo, fondamentale lavoro della propriocezione, che ci d un senso di unitariet e armonia del corpo, avviene in modo interamente inconscio. lecito passare dallaggettivo inconsce delle attivit mentali al sostantivo inconscio, ipotizzando una sede nella mente e nel sistema nervoso alla quale fanno capo tali attivit? Per attivit come la funzione propriocettiva no, questa ha gi unesauriente spiegazione neurologica. Pi complesso il caso delle abilit procedurali, ma con le attuali conoscenze il dilemma rimane in sospeso. Due conclusioni generali sullinconscio cognitivo: 1. Fino a prova contraria esistono attivit cognitive inconsce, ma non esiste un agente mentale responsabile di tali attivit. Non sembra lecito parlare di un inconscio cognitivo. 2. Le attivit cognitive inconsce, fondamentali nella costituzione, nellordine e nella compiutezza della nostra esperienza del mondo e di noi stessi, non assumono la natura di motivazioni. Non hanno un ruolo decisionale e non toccano la sfera dellemotivit. Motivazioni ed emotivit ci introducono allinconscio emotivo o psicoanalitico.

Linconscio emotivo
Un primo carattere peculiare che ha una sede: un luogo della mente dove albergano e agiscono i contenuti mentali inconsci. un soggetto psichico separato dalla soggettivit cosciente (La coscienza non padrona in casa sua.). La principale differenza dallinconscio cognitivo che i processi di questo inconscio costituiscono potenti motivazioni in rapporto al pensiero e al comportamento dellindividuo (La mente simile a un iceberg,

le parti che affiorano sono di gran lunga quantitativamente inferiori e qualitativamente meno importanti delle parti sommerse).
LIo cosciente si illude di padroneggiare in piena libert pensieri, desideri, condotta; ma le reali motivazioni si trovano nelle profondit del suo inconscio emotivo. Si approfondir il tema facendo riferimento alle due teorie delle pulsioni elaborate da Sigmund Freud nel corso della sua carriera. ( bene tener conto che la psicoanalisi non si identifica con Freud, e che attualmente una parte considerevole della comunit psicoanalitica rinuncia al concetto stesso di pulsione; ma si tratter tutto ci a tempo debito). Le potenti motivazioni che influenzano la coscienza possono essere ricondotte alle pulsioni.

Il concetto freudiano di pulsione


La pulsione produce uno stimolo sullorganismo, generando il bisogno di neutralizzare lo stimolo stesso. Dal momento che non viene dallesterno ma dallinterno, non c fuga che possa servire contro di essa. Bisogna affrontarla soddisfacendola. un concetto limite tra il somatico e lo psichico: come il rappresentante psichico degli stimoli che traggono origine dal corpo e pervengono alla psiche. La pulsione di per s non un contenuto psichico; un ponte, uninterfaccia tra corpo e mente. Freud fu per tutta la vita ontologicamente materialista e monista, ma pragmaticamente vir verso un dualismo epistemologico: per capire e conoscere la sfera psichica occorre un sistema concettuale totalmente diverso che per il corpo. La pulsione consta di quattro elementi: spinta, meta, oggetto, fonte. Spinta (Drang). il fattore essenziale della pulsione. Dallo stimolo somatico promana una forza motoria che deve neutralizzare la dolorosa tensione psichica che si innescata. La mente riceve, attraverso la pulsione, uningente forza vitale: per questo si pu dire che la pulsione il motore della crescita dellindividuo e della specie umana. come un trasformatore, che converte lenergia somatica in una possente forza mentale, una spinta allazione. Fonte. Questo il processo somatico che attiva la pulsione, come una alterazione gastrica dovuta a giorni e giorni di digiuno. Questa alterazione diviene la fonte di attivazione della pulsione di autoconservazione, che mette in moto un vigoroso processo psichico con lo scopo di trovare nutrimento. Meta. Il compito vitale a cui la pulsione deve assolvere il soddisfacimento del bisogno pulsionale, sopprimendo lo stimolo alla fonte della pulsione. La meta della pulsione di autoconservazione quando si affamati la soppressione della fame, nutrendosi; idem con la sete. Il discorso diviene interessante con la pulsione sessuale: la meta non il piacere n la volont di procreare, ma semplicemente lo spegnimento dello stimolo sessuale. Oggetto. Loggetto ci in relazione a cui, o mediante cui, la pulsione pu raggiungere la sua meta. lelemento pi variabile della pulsione e non originariamente collegato ad essa: le assegnato in forza della sua propriet di rendere possibile il soddisfacimento. Cosa significa che non originariamente collegato alla pulsione? Per capirlo occorre distinguere tra pulsione (Trieb) e istinto (Instinkt). Listinto riguarda una serie di prestazioni funzionalmente connesse con uno scopo: accoppiamento, attacco di un predatore, fuga di una preda, crescita dei cuccioli, allevamento ecc. Hanno una bassa variabilit, sono schemi dazione molto rigidi. La variabilit invece altissima nelle pulsioni, sia quantitativamente che qualitativamente. Ci pu essere variabilit riguardo alloggetto: uno dei destini della pul sione la sublimazione (la pulsione sessuale raggiunge la propria meta attraverso un oggetto non sessuale, un oggetto dellambito delle attivit

umane nobili e sublimi, come la creativit artistica e scientifica). Caso Leonardo da Vinci: 1. Potente pulsione sessuale, 2. Omosessuale, 3. Straordinario talento creativo. Aspetti della sublimazione: A) Le eccezionali attivit creative di Leonardo soddisfano, in forma sublimata, la pulsione sessuale. B) C una forte somiglianza tra la direzione della pulsione sessuale infantile lesplorazione delle cose sessuali e la natura delle attivit sublimate, come la creativit nella scienza e la tecnica. C) Affinch la sublimazione vada a buon fine occorrono non solo la 1 ma anche la 3; si tratta quindi di un dono per pochi eletti. Per dimostrare che le pulsioni, come motivazioni fondamentali della vita delluomo, costituiscono il propellente principale per lo sviluppo di individuo e specie, occorre introdurre i principi di piacere e di realt. Il primo domina egemonicamente durante linfanzia, fino ai cinque anni di vita circa. Lo scopo dellattivit psichica procurarsi il piacere ed evitare il dolore. Quando il principio di piacere domina la mente, ci avviene ciecamente, senza valutare la realt, le conseguenze e la congruenza delle proprie azioni. Non sono tollerate revoche o attese, linfante pretende un immediato e pieno soddisfacimento. Chiaramente non si pu vivere per sempre in questo incanto idilliaco: il bambino sperimenta delusioni, dolori e frustrazioni che man mano rendono necessario un cambio di rotta. Si affaccia quindi il principio di realt: lobiettivo il medesimo, la ricerca del piacere e levitare il dolore. Ma non avviene pi ciecamente: si commisurano le proprie azioni ai dati di realt, si mettono in atto una serie di operazioni di natura cognitiva. Si sviluppano lattenzione, la memoria, il giudizio, ecc. Fondamentalmente si rinuncia a credere che la realt sia magicamente controllabile (piango a qualunque ora e ricevo il latte), e si prende atto della sua straordinaria importanza. Resta per il fatto che, seppur in modo intellettualmente superiore, il principio di realt persegue i medesimi scopi del principio di piacere: soddisfare i bisogni pulsionali. Per questo le pulsioni si attestano come le motivazioni fondamentali della vita umana.

Osservazioni conclusive
Dualismo pulsionale. In Al di l del principio di piacere (1920) Freud rivoluziona la sua precedente teoria delle pulsioni. Prima contrapponeva, anche come possibile antagonismo fonte di nevrosi, la pulsione sessuale e la pulsione di autoconservazione. Con il tempo dovette ricredersi: ad esempio, quando la pulsione sessuale prende la forma di pulsione narcisistica, assume il proprio corpo come oggetto sessuale. Non ci pu quindi essere antagonismo tra pulsione sessuale e di autoconservazione. Freud per non rinuncia ad una visione dualistica e antagonistica, contrapponendo la pulsione di vita, Eros, a quella di morte, Thanatos. La prima ha lo scopo di produrre e generare, sia in senso individuale che sociale. La seconda ha come scopo leliminare tutti gli stimoli, interni o esterni, che suscitano tensione nellorganismo e dolore nella mente. Ma eliminare ogni tensione significa far regredire lorganismo ad uno stato di non vita. Ci sono due incongruenze riguardo la pulsione di morte: a. Quale pu essere la fonte somatica della pulsione di morte? b. Appare incompatibile con qualsiasi forma di evoluzionismo. Daltro canto offriva agli psicoanalisti la possibilit di spiegare laggressivit, la dis truttivit, il travagliato sviluppo della civilt, ecc. Melanie Klein stata colei che pi ha mantenuto ed enfatizzato il dualismo tra amore e odio; per il resto, un concetto che trova scarso seguito. Le pulsioni come le concepiva Freud sono incompatibili con le odierne conoscenze neurobiologiche, ma allora come rendiamo ragione del male in noi? Rapporto tra psicoanalisi e mitologia. Freud scrive in Introduzione alla psicoanalisi: La dottrina delle pulsioni , per cos dire, la nostra mitologia. Le pulsioni sono entit mitiche, grandiose nella loro indeterminatezza. Non possiamo prescinderne, nel nostro lavoro, un solo istante, e nel contempo non siamo mai sicuri di coglierle chiaramente. Al confine tra somatico e psichico, e anche al confine tra scienza e mito. Questa citazione getta luce sullinfrangibile onest intellettuale di Freud e soprattutto sullinestricabile complessit e polivalenza della sua opera. Dopo Freud la psicoanalisi eliminer progressivamente ogni elemento mitico e ogni funzione sacerdotale. presente nellopera di Freud linconscio cognitivo? S, e corrisponde al preconscio, presente nella prima topica (Conscio, preconscio, inconscio). il preconscio a condizionare la direzione e la qualit delle attivit

volontarie. Agendo in base al principio di realt, il preconscio si occupa di inibire rappresentazioni pulsionali che avrebbero conseguenze disturbanti per la coscienza; permettere la comunicazione tra le varie parti della coscienza cos da influenzarsi reciprocamente; ordinare cronologicamente le rappresentazioni; introdurre censure, lesame di realt e il principio di realt; anche la memoria cosciente dipende interamente dal preconscio. Sembra quindi legittimo caratterizzare il preconscio come un flusso di processi psichici, sottostante al dipanarsi delle esperienze coscienti, che ha il compito generale di completar e rendere coerente momento dopo momento il lavoro della coscienza. In questo senso il preconscio freudiano svolge il ruolo dellinconscio cognitivo della psicologia.

2. Linconscio prima di Freud


Allorigine dellidea di inconscio
Freud non stato il primo a scoprire linconscio, anche se la sua concezione presenta dei caratteri assolutamente originali, che hanno aperto la strada allo studio empirico e clinico dello stesso, che verranno trattati nel prossimo capitolo. I precursori dellinconscio si collocano essenzialmente o nella medicina (neurologia) o nella filosofia. Per quanto riguarda la medicina si fa riferimento agli studi e le applicazioni dellipnosi, e quindi a Martin Charcot (1989) e Hippolyte Bernheim (1916). Charcot riusciva a indurre e neutralizzare crisi isteriche, mentre Bernheim faceva compiere azioni ai soggetti ipnotizzati, che al risveglio non ricordavano nulla. Freud si rec da entrambi durante i suoi studi, e si dedic allipnosi con mediocri successi il che lo spinse a formulare, in modo dapprima rozzo e poi sempre pi elaborato ed epurato da caratteri taumaturgici, la tecnica delle associazioni libere (inizialmente premeva la mano sulla fronte del paziente dicendo Sotto la pressione della mia mano lei vedr qualcosa davanti a s, qualcosa passarle per la testa: e lo deve afferrare, perch esattamente ci che stiamo cercando - Studi sullisteria). Relativamente alla filosofia, invece, saranno presi in considerazione due precursori dellinconscio cognitivo (Leibniz e Hume) e due dellinconscio emotivo (Schopenhauer e Nietzsche). La parola inconscio non compare mai nei loro scritti, ma il concetto al di l di ogni dubbio presente. Il primo utilizzo sistematico del termine si deve a Eduard von Hartmann nella Filosofia dellinconscio (1869), che prende le mosse dal pensiero di Schopenhauer. Prima di affrontarli bene notare che allinizio del IX libro della Repubblica di Platone (571, c,d), troviamo un brano riguardo il risvegliarsi nel sonno degli appetiti pi sfrenati, tenuti a bada durante la giornata, i quali contemplano lunione sessuale con qualunque creatura umana, divina o bestiale e, sorprendentemente, la propria madre. Vale la pena di prendere in considerazione tre aspetti: 1. Durante il sogno la parte razionale allenta la vigilanza, e lelemento appetitivo dellanima pu dare libero sfogo ai desideri pi primitivi. Questo corrisponde alla funzione del sogno secondo Freud, ossia la realizzazione dei desideri inconsci che la coscienza non potrebbe mai tollerare. 2. Quando la ragione assopita, gli appetiti che cercano soddisfazione sono di natura sessuale: anche questo , come tutti sanno, a sua volta sostenuto da Freud. 3. Lunione sessuale con la madre anticipa il celeberrimo complesso di Edipo, e sarebbe sorprendente che Platone lavesse scoperto millenni prima di Freud; in realt sappiamo che Platone conosceva le tragedie di Sofocle.

Leibniz, Hume e linconscio cognitivo


Linconscio cognitivo ha il compito di rendere coerente e ben organizzata la nostra esperienza del mondo e di noi stessi. Sia Leibniz che Hume, in modi differenti, hanno delineato teorie sul lavoro cognitivo di una mente che si avvale di attivit non coscienti.

Leibniz, le piccole percezioni. Nei Nuovi saggi sullintelletto umano (1765) scrive che ci sono in noi in ogni momento uninfinit di percezioni senza appercezione (percepire di stare percependo); o perch sono troppo piccole, o troppo numerose, o troppo unite confusamente. E hanno una grande importanza, per tre ragioni: 1. Le piccole percezioni formano quei gusti ed immagini chiare nellinsieme ma confuse nelle parti; quelle impressioni che i corpi circostanti producono su di noi, il legame che ciascuno ha col resto delluniver so. Rendono specifiche e uniche in ogni individuo la percezione e lesperienza del mondo. 2. A causa delle piccole percezioni, il presente pregno dellavvenire e carico del passato. Un chiaro esempio pu essere lascolto di una melodia: per percepirla nel suo armonioso fluire necessario che le note appena udite restino nel campo allargato della coscienza, svolgendo al tempo stesso una funzione anticipatoria sulle note che stanno per accedere al campo della coscienza. Le piccole percezioni correlano quindi il presente istantaneo al passato immediato e al futuro imminente. Lidentit dellindividuo, il suo percepirsi nello scorrere del tempo come la medesima persona, garantito da questo fatto. 3. Le piccole percezioni offrono anche il mezzo, mediante sviluppi periodici che possono sempre verificarsi, per ritrovare il ricordo, quando ve ne sia bisogno. Hume, la dolce forza. Si prender in considerazione il primo libro del Trattato sulla natura umana (1739). Lobiettivo dellopera spiegare come si costituisca gradualmente, a partire dal caos primigenio della percezione dei sensi, la nostra abituale e naturale esperienza del mondo esterno e di noi stessi. I contenuti atomici della mente sono le impressioni dei sensi, le passioni e le idee. Le impressioni sensoriali si impongono alla mente con forza e vivacit, mentre le idee si offrono come copie illanguidite delle impressioni. Le idee possono essere poi della memoria o dellimmaginazione. Il neonato ha unesperienza sensoriale del mondo caotica e priva di organizzazione. Ogni esperienza provvede a mettere un tassello in vista di una percezione armoniosa e organizzata. Un ulteriore tratto la distinzione tra idee semplici e complesse. Ci che fa s che le idee semplici si congiungano in idee complesse, dando ordine, non il caso, ma una dolce forza (gentle force) che si impone universalmente sulla psiche umana, in base ai principi di: rassomiglianza, contiguit nel tempo e nello spazio, causa ed effetto. interessante notare che la dolce forza svolge una funzione fondamentale nellordinare la nostra esperienza; agisce in maniera inconscia; e assolve a un compito cognitivo. Linconscio non propriamente un ente quanto una forza, una legge di natura. Come sappiamo poi Hume giunge a negare la validit della causalit, riconducibile alla contiguit spaziotemporale. bene sottolineare infine che la somiglianza che porta le idee ad associarsi in Hume nulla ha a che vedere con lassociazione di idee della psicoanalisi. La forza associativa in Hume opera in modo meccanicistico per cui le idee simili si congiungono. In psicoanalisi la somiglianza invece relativa al significato profondo e simbolico delle idee.

Schopenhauer, Nietzsche e linconscio psicoanalitico


Esaminando lindice dei nomi dellopera completa di Freud troviamo una sola occorrenza ciascuno per Leibniz e Hume, in contesti non significativi psicoanaliticamente; mentre Schopenhauer e Nietzsche rivendono unimportanza ben maggiore. Linconscio nel pensiero di Schopenhauer. In uno scritto autobiografico di Freud del 1924 leggiamo che Freud riconosce esplicitamente delle somiglianza tra la dottrina psicoanalitica e alcune teorie di Schopenhauer e intuizioni di Nietzsche, sostenendo per di non averli letti se non in tarda et, ad elaborazioni teoriche gi avvenute. Le anticipazioni di Schopenhauer sul suo pensiero riguardano il primato dellaffettivit, limportanza preminente della sessualit, il meccanismo della rimozione e unimplicita teoria sullinconscio che attraversa tutta la sua opera. 1. Rimozione. Nel terzo libro del Mondo come volont e rappresentazione (1819), Schopenhauer rinviene nellorigine della follia violente sofferenze morali (angoscia violenta che mai si placa) o avvenimenti spaventosi e imprevisti (traumi): quando tutto ci farebbe soccombere lindividuo, la natura ricorre alla

follia come unico mezzo per salvare la vita. Lo spirito torturato rompe il filo della memoria, colma le lacune con finzioni, e trova un asilo di salvezza. 2. Sessualit. Bisognerebbe esplicitare tutta la teoria metafisica di Schopenhauer in poche righe, cosa impossibile. Il mondo in tutte le sue forme un mero fenomeno, apparenza guidata e organizzata dalla cosa in s, la volont, il cui scopo il voler vivere a ogni costo e a dispetto delle sofferenze intense e ininterrotte che genera in ogni essere senziente. La sessualit , nella specie umana in particolare, la formidabile astuzia impiegata per perpetuare la vita. Limpulso sessuale un cieco servitore della volont di vivere. Ci sono chiaramente differenze eclatanti rispetto al pensiero freudiano, ma saranno chiarite in seguito. 3. Inconscio. La volont una forza inconscia, cieca e irresistibile; e lessere umano lunico pienamente consapevole della volont che lo anima e delloggetto cui rivolta (ragion per cui i l pi infelice degli esseri). Luomo conscio di volere, ma non padrone in casa propria, cos come per la teoria psicoanalitica. Due importanti precisazioni: Schopenhauer era un filosofo e metafisico, mentre Freud uno scienziato e clinico. La volont in Schopenhauer il cuore del suo irrimediabile pessimismo. Le pulsioni sono per Freud invece la spinta motoria dellindividuo e della specie umana. C una fondamentale differenza concettuale tra linconscio freudiano e la volont di Schopenhauer, che verr illustrata compiutamente nel prossimo capitolo: linconscio freudiano inconoscibile direttamente non perch sia la cosa in s, ma per via del meccanismo della censura.

Nietzsche, il luogo dorigine dei valori morali. Freud scrive pi volte che le faticose conquiste teoriche della psicoanalisi possono trovare conferme nelle nozioni intuitivamente acquisite dai filosofi, specie in Nietzsche (come in Per la storia del movimento psicoanalitico, 1914). Ci si occuper in questa trattazione della Genealogia della morale (1887). Nella prefazione, Nietzsche scrive: Restiamo appunto necessariamente estranei a noi stessi, non ci comprendiamo, non possiamo fare a meno di confonderci con altri, per noi vale in eterno la frase Ognuno a se stesso il pi lontano. In questopera Nietzsche si propone di dimostrare che i valori morali, che riteniamo essere universalmente veri, sono sorti storicamente da dinamiche non morali o amorali, sublimando in valori rapporti di forza e violenza. Qui ci si occuper del senso di colpa, e delle somiglianze e differenze riguardo la morale tra Freud e Nietzsche.

Senso di colpa. Lorigine del concetto morale di colpa si rinviene nel concetto quanto mai materiale di debito.
Il debitore che non pu onorare il pagamento in colpa. Tale colpa reclama una compensazione adeguata, indipendentemente dalle ragioni per cui il debitore non ha assolto alla sua promessa. Ogni danno ha come equivalente una sofferenza (perch il far soffrire una vera e propria festa). Tutto questo in unipotetica societ primordiale priva di Stato e regole. Con il progresso (regresso) della civilt, le cose devono cambiare. I cambiamenti sono per Nietzsche che 1. 2. 3. 4. Luomo divenuto pi sensibile al dolore fisico. Si sviluppa un senso di vergogna per lequivalenza tra danno e sofferenza. Nasce lo stato, il diritto, lamore per la pace e lodio per laggressivit. Vengono inventate le divinit. Dio il pi potente dei creditori: chi pu mai onorare il debito verso di lui? Finch nel cristianesimo Dio si sacrifica per la colpa delluomo, il creditore si sacrifica per amore verso il debitore.

Il sacrificio di Dio porta alle estreme conseguenze la repressione degli istinti delluomo; gli uomini si sentivano inabili alle funzioni pi semplici, privi delle loro antiche guide, gli istinti regolativi, inconsciamente infallibili erano ridotti a pensare, dedurre, calcolare, combinare cause ed effetti, al loro pi miserevole organo: la coscienza. E gli istinti che non si scaricano allesterno si rivolgono allinterno, originando i l senso di colpa. Luomo si scinde: gli istinti repressi si incrudeliscono contro di lui, torturandolo senza requie.

Somiglianze e differenze. Una notevole somiglianza la sorte che Nietzsche assegna agli istinti, corrispondenti
alle pulsioni freudiane. Sono forze che agiscono inconsciamente, di natura primordiale, che non risentono del trascorrere del tempo, che formano il propellente dellanima e che fanno crescere lessere umano. E lo sviluppo della civilt, della religione e la perdita della condizione originaria dellumanit fanno s che questi istinti si rivoltino contro luomo, che ora ha dentro di s un nemico crudele. Unaltra similitudine riguarda lorigine dei valori morali e della coscienza morale: scaturiscono da dinamiche non morali. Ma qui interviene una grande differenza: per Nietzsche il prodotto storico di un infiacchimento di una societ che di valori non aveva bisogno. Per Freud la moralit rappresentata dal Super-io, che viene interiorizzato a partire da genitori, educatori, societ. I valori morali, pur non essendo universali ma storicamente condizionati, sono attendibili e garantiscono, a meno di patologie, un funzionamento sano della persona.

3. La concezione freudiana dellinconscio


Loriginalit della posizione freudiana sullinconscio
Pur non essendone lo scopritore, Freud sviluppa una concezione dellinconscio emotivo con tratti originali rispetto a tutte le precedenti. Caratteristica fondamentale della teoria freudiana di essere al contempo empirica e concettuale, muovendosi tra psicologia e filosofia. I contenuti che abitano linconscio non sono accessibili ad una conoscenza diretta, non perch trascendano come la cosa in s kantiana, ma perch esiste una potente attivit psichica, la censura, che ne interdice il trasferimento alla coscienza (perch sono intollerabili, inaccettabili e produrrebbero angoscia allIo). Nonostante sia inconoscibile direttamente, conoscibile per via indiretta: come regione viva e ribollente della mente umana, linconscio dispiega una grande quantit di energia e fa sentire la sua voce, pur se deformata, alla coscienza. Ci sono quindi derivati coscienti dellinconscio, che con studio analitico e sistematico ci consentono di conoscere indirettamente linconscio. Questi sono il sogno, il sintomo nevrotico o psicotico, latto mancato, il motto di spirito. La parte filosofica consiste nel postulare lesistenza dellinconscio, con argomenti a sostegno della scelta che si vedranno nel prossimo paragrafo; la parte empirica e realmente innovativa consiste nelle metodologie per accedere ai suoi contenuti.

Perch dobbiamo credere nellinconscio


Per Freud lipotesi dellesistenza dellinconscio necessaria e legittima, e supportata da numerose prove. necessaria perch i dati della coscienza sono lacunosi: sia nei sani che nei malati si verificano atti psichici spiegabili solo presupponendo altri atti, non testimoniati dalla coscienza. Lapsus, sogni, manifestazioni ossessive, idee improvvise di cui non conosciamo lorigine, risultati intellettuali di cui lelabo razione intellettuale oscura, ecc. Tutti questi atti coscienti rimangono slegati e incomprensibili, senza senso se diciamo che sono attribuibili a futili e casuali attivit collaterali del cervello, mentre possibile inserirli in una trama di senso, finalit, rapporti di causa ed effetto ammettendo lesistenza di processi psichici inconsci. Questo argomento bench convincente , rigorosamente parlando, indimostrabile: se cerchiamo il senso ad ogni atto conscio, potremo trovarlo sia che questo lo abbia, sia che non lo abbia, non c modo di stabilire con certezza se siamo noi a ritenere vi sia, ad inserirvelo, o se labbiamo realmente trovato. Freud ha per un ulteriore argomento decisivo: passando dalla teoria alla pratica, se si riescono ad influenzare i processi psichici consci in base agli assunti della psicoanalisi aiutando il paziente nella guarigione, significa che linconscio esiste realmente. Il passaggio da teoria a pratica stato qui presentato in modo brusco, come se ci fosse una netta separazione: ma per Freud le cose non stanno cos, e linconscio non una tesi postulata in via speculativa. Per comprenderlo occorre considerare la pratica terapeutica della psicoanalisi. Lo scopo di ogni psicoterapia consiste nel condurre il paziente alla guarigione liberandolo dai sintomi che lo tormentano. La particolarit della psicoanalisi consiste nel fatto che lanalista guarisce con unazione modificativa sullinconscio del paziente: la terapia consiste nel rendere conscio ci che prima era inconscio, nel rendere il

paziente pi padrone e consapevole di s stesso. Nel non essere pi agito passivamente da oscure pressioni inconsce, ma di essere lui a decidere di agire e progettare il proprio futuro. un conosci te stesso, una lotta per non avere paura di conoscersi, di rendere consci i propri limiti, i lati oscuri, i difetti, le debolezze. Ci sono per ostacoli insormontabili relativamente allobiettivo: Di natura empirica: errori del terapeuta, indisponibilit del paziente ad allearsi con lanalista, sterilit del trattamento terapeutico nonostante lintelligenza e genialit interpretativa dellanalista. Pi sostanziali: si pu concludere la terapia o perch non funziona/quel che si poteva fare si fatto e il paziente si liberato dei sintomi gravi (fine concreta e pragmatica) oppure perch dallanalisi non ci si pu aspettare nessun ulteriore cambiamento il paziente ha raggiunto un livello di assoluta normalit psichica e questa ha la facolt di mantenersi stabile (fine utopistica). Freud ritiene utopistica questa fine, perch una volta superate tutte le stratificazioni con lanalisi si giunge alla roccia sottostante, oltre la quale non si pu scavare, oltre i quali la resistenza inattaccabile, anche perch radicata nella biologia. Ogni individuo manca di qualcosa ed impossibile accettarsi completamente e vivere serenamente con la mancanza.

Che cosa significa conoscere linconscio


Comprendere i derivati inconsci significa, per Freud e in generale la psicoanalisi, attribuire un senso al fenomeno. Un fenomeno ha senso in quanto proviene da un da dove e va incontro a un verso dove. motivato e persegue uno scopo; ad essere conscio solo il fenomeno, mentre motivo e scopo sono inconsci. Il sogno il pi importante di questi fenomeni, la via regia verso linconscio. Questo perch ha un materiale pi ampio e articolato degli altri derivati, ed enigmatico come se chiedesse da s di essere interpretato. Freud rifiuta due concezioni diffuse relative ai sogni: una quella per cui si tratta di fenomeni fatui, privi di significato. Laltra quella per cui i sogni racchiudono una predizione, che sarebbe il significato del sogno. Freud obietta alla prima, con convinzione umanistica, che tutte le cose del mondo umano hanno un senso. E obietta alla seconda che si rivolge al sogno cos per come si presenta, al sogno manifesto, ma questo deformato e il significato pi in profondit. Al di sotto del sogno manifesto c il sogno latente, formato da una massa ingente di pensieri onirici latenti, per lo pi preconsci. Il sogno come un film con due registi, il desiderio inconscio che vuole un appagamento allucinatorio, e la censura psichica, che negozia con il primo per concedergli lappagamento del desiderio nel sogno manifesto, ma con una deformazione tale per cui lIo non debba essere sconvolto e angosciato. Negli incubi la censura non riuscita a deformare il desiderio e ha gettato il dormiente in unangoscia intollerabile. I due registi usano come materiale vari pensieri onirici preconsci e il residuo diurno (quello che successo il giorno prima). Il tutto viene assemblato con un lavoro onirico, che utilizza varie modalit (ad es. la condensazione). Linterpretazione consiste in un lavoro a ritroso, per risalire dal sogno manifesto a quello latente, fino, se possibile, al desiderio inconscio. Bisogna spezzettare il sogno in scene, personaggi, emozioni con i quali, tramite le associazioni libere del paziente, scendere verso le profondit latenti o inconsce del sogno. Gli psicoanalisti odierni condividono la convinzione freudiana che il sogno sia la via principale verso linconscio, ma le idee attuali sono molto diverse da quelle da lui teorizzate pi di un secolo fa.

I contenuti dellinconscio freudiano


Fino allinizio degli anni venti, per Freud linconscio era abitato da rappresentazioni pulsionali sessuali rimosse, e fantasie originarie o primarie. Queste sono fantasie che emergono sistematicamente nellanalisi dei nevrotici; quelle principali sono tre e si evidenziano gi nella remota infanzia: a. Osservazione del coito dei genitori b. Seduzione da parte di un adulto c. Castrazione

Che siano ricordi reali o meno di scarsa importanza: queste fantasie originarie hanno una realt psichica con la stessa dignit della realt materiale; si tratterebbe inoltre di una sorta di patrimonio filogenetico, di una realt esistente fin dai primordi della famiglia umana. Ai tempi, Freud descrisse linconscio con la prima topica: le tre regioni sono la coscienza, il preconscio e linconscio. I primi due formano un sistema unitario, a cui si contrappone linconscio. Ne LIo e lEs (1922) viene elaborata la seconda topica: stavolta a sproposito, perch non c pi unanalogia spaziale con tre regioni. Si distinguono invece tre istanze psichiche, sorgenti di attivit psichica: Io, Es, Super-io. LIo un Arlecchino sottoposto a un triplice servaggio, come scriver lo stesso Freud: a. Deve servire lEs con le sue imperiose richieste pulsionali b. Deve ammansire la severit morale del Super-io c. Deve cimentarsi con la realt esterna e tutte le pressanti richieste che da essa provengono LIo una povera cosa, a cui spettano tutte le pi laboriose incombenze della vita; la sede psichica della sofferenza, ignota allEs e al Super-io, ed lIo a dover dispiegare energia e fatica per far fronte a tutt e le pressioni; lIo che pu ammalarsi psichicamente e che vive il dolore e langoscia delle malattie organiche. Inoltre dallIo che origina la rimozione nellinconscio di contenuti inaccettabili, ma questo non avviene coscientemente. Questo nuovo concetto di inconscio che provvede a rimuovere i contenuti inaccettabili un nuovo tipo non pulsionale bens difensivo, tramite cui lIo si difende proprio dallinconscio pulsionale. Quindi: a. LIo in parte conscio e in parte inconscio (difensivo) b. LEs completamente inconscio (pulsionale), corrisponde allinconscio della prima topica, ma il nuovo dualismo non pi tra pulsione sessuale e di auto-conservazione, bens pulsione di vita e di morte. c. Il Super-io in parte conscio e in parte inconscio, la guida morale che da un lato guida lIo imponendo ideali, dallaltro un severo e attento osservatore della vita interiore ed esteriore dellIo. La parte conscia si esemplifica nel senso di colpa e vergogna per azioni immorali. La parte inconscia del Superio a contatto con lEs, lerede del complesso edipico, ha piena conoscenza di cose di cui lIo ormai alloscuro. In quanto erede del complesso paterno (edipico), ha la capacit di contrapporsi allIo e dominarlo: nella nevrosi ossessiva ad esempio, il paziente ha un persistente senso di colpa senza conoscere la colpa di cui si macchiato (quella edipica di cui il Super-io a conoscenza, e ora questi domina sadicamente lIo). Nella malinconia (depressione), il Super-io non ha pi alcuna benevolenza per lIo, e vi infierisce umiliandolo senza piet, desiderandone anche la morte. La parte inconscia del Super-io non affiora soltanto nella malattia mentale; daltronde Freud era convinto che il confine tra sanit e malattia mentale di grado e non di qualit; tutti siamo nevrotici, chi pi chi meno, e i sani sono solo mediamente sani. In conclusione, abbiamo individuato tre concetti di inconscio: a. Inconscio motivazionale e pulsionale: ha sede nellEs, e in condizioni normali funge da motore dello sviluppo dellindividuo e della specie. Anche la parte inconscia del Super-io trae alimento dal serbatoio pulsionale dellEs. La parte inconscia del Super-io per sempre distruttiva, quella conscia costruttiva. b. Inconscio cognitivo: quello che in Freud si chiama preconscio. c. Inconscio difensivo: nei processi inconsci dellIo, ha la missione di proteggere lIo dallEs e dalla parte inconscia del Super-io.

4. Linconscio psicoanalitico dopo Freud


Freud muore esule in Inghilterra il 23 settembre 1939. Negli anni trascorsi fino ad oggi, gli psicoanalisti hanno continuato ad arricchire tutti gli aspetti della psicoanalisi: metapsicologia, teoria della tecnica, teorie cliniche. Dagli anni Cinquanta, convivono sempre pi orientamenti differenti. Questo capitolo altamente selettivo e

sacrifica numerose e assai rilevanti concezioni dellinconscio, come quelle di Alfred Adler, Carl G. Jung, Wilhelm Reich, Jacques Lacan. Tutti questi si sono significativamente allontanati dalla psicoanalisi freudiana. Dei postfreudiani saranno qui ignorati, tra i maggiori, Heinz Kohut, Heinz Hartmann, Ignacio Matte Blanco e Daniel Stern. Le figure di cui ci si occuper sono invece Melanie Klein (1882 1960), Donald W. Winnicott (1896 1971), Wilfred R. Bion (1897 1979). Per esigenze di spazio non si potr procedere in modo sistematico, ma ci si focalizzer su pochi aspetti significativi di ciascun autore. I principali cambiamenti generali della psicoanalisi postfreudiana sono: a. Freud si rivolgeva ad un pubblico mediamente colto ma non specialistico, mentre dopo di lui la psicoanalisi si specializzata e il linguaggio diventato pi tecnico e complesso. b. La sessualit, assolutamente cruciale e onnipresente nella concezione freudiana dellinconscio, perde progressivamente la sua posizione privilegiata. Rimane importantissima ma insieme a tanti altri fattori, non troneggia pi. c. Ci dovuto probabilmente al cambiamento dellatteggiamento culturale verso il sesso rispetto allet freudiana, a cui la psicoanalisi freudiana stessa ha contribuito.

Melanie Klein: linconscio si popola


Melanie Klein ha introdotto in psicoanalisi il concetto di oggetto interno. In psicoanalisi il termine oggetto denota un soggetto, una persona. Ognuno di noi ha, in rapporto alle persone significative della sua vita, unimmagine mentale consapevole, una rappresentazione. Si pu avere ad esempio della propria madre unimmagine positiva, di una persona che si prende cura di noi e ci aiuta quando siamo in difficolt. Questo non un oggetto interno. Loggetto interno appartiene allinconscio ed molto pi potente della rappresentazione conscia, essendo in grado tramite una proiezione inconscia di deformare la madre reale. C dunque una madre inconscia e una reale, e soprattutto allinizio della vita questa si trasformer in conformit al ritratto della prima. Nel pensiero kleiniano la rappresentazione consapevole non svolge alcuna specifica funzione. La madre e prima di lei i suoi seni sono i primi oggetti interni del bambino. Con il passare dei mesi e degli anni linconscio inizia a popolarsi: il padre, i fratelli, familiari significativi c quindi una famiglia interna che abita linconscio della persona dallinfanzia alladolescenza fino alla vita adulta. In rapporto alla famiglia interna, introduciamo due fondamenti del pensiero kleiniano, sulle condizioni che discriminano la salute psichica dalla patologia, e che si presuppongono lun laltro: 1. La famiglia interna in pace, una famiglia armoniosa e attendibile. 2. La rappresentazione inconscia della famiglia interna corrisponde il pi possibile alla famiglia reale. Lobiettivo della psicoanalisi kleiniana proprio di armonizzare la realt psichica inconscia con quella esterna. Due osservazioni prima di procedere: 1. E se la famiglia esterna non in pace ma in guerra? Se i genitori reali non sono dei buoni genitori? Per Melanie Klein dei buoni genitori sono fattori che contribuiscono a un sano sviluppo psichico. Ciononostante, la Klein ha due convinzioni piuttosto opinabili: che la salute mentale dipenda innanzitutto dallavere una famiglia interna buona; e che i genitori, soprattutto la madre, siano in linea di principio dei genitori buoni (Winnicott metter in dubbio questa fede aprioristica). 2. Anche se stata Klein a valorizzare limportanza e a sviluppare a fondo il concetto di og getto interno, un parto di Freud: il Super-io nella sua parte inconscia un oggetto interno che pu allearsi o entrare in conflitto con lIo. In Lutto e melanconia inoltre si parla dellidentificazione e interiorizzazione delloggetto perduto, che diventa un oggetto interno nellinconscio del paziente melanconico. Le posizioni kleiniane. Melanie Klein accetta e porta alle estreme conseguenze il dualismo freudiano tra pulsione di vita e pulsione di morte, senza un grande interesse nel conferire scientificit alle sue elaborazioni. Inoltre secondo Melanie Klein, a differenza di Freud, lIo unentit originaria, che esiste fin dalla nascita, e che deve cimentarsi fin da subito con le pulsioni queste inoltre non sono come per Freud entit a met tra il somatico e lo psichico, ma potentissime forze psichiche che perseguono i propri obiettivi.

Illustriamo quindi la teoria delle posizioni. Linfante sperimenta nel primo anno di vita la posizione schizoparanoide (primi quattro mesi), e quella depressiva (restante parte dellanno). Klein parla di posizioni e non di fasi (come faceva invece Freud), per tre ragioni: 1. Una posizione indica una particolare organizzazione e uno specifico funzionamento della mente. Per quanto esordiscano nel primo anno, sono posizioni che si possono ripresentare in tutto il ciclo della vita. 2. Le due posizioni possono sovrapporsi, delineando una posizione mista. 3. Il cambiamento consiste nel fatto che il bambino comincia a esperire la relazione oggettuale da una posizione diversa, da unottica diversa. Gli elementi che caratterizzano una posizione sono: 1. Langoscia prevalente. Funge da organizzatore della posizione; nella posizione schizoparanoide quella persecutoria, nella depressiva quella depressiva. 2. Meccanismi di difesa. Servono a proteggersi dalla virulenza dellangoscia persecutoria; nella posizione schizoparanoide la scissione, nella depressiva sono la maniacalit, il diniego e lonnipotenza, linibizione dellaggressione e la riparazione. Posizione schizoparanoide. Per far fronte allangoscia di annientamento o di morte, generata dalla pulsione di morte, il neonato dirotta allesterno tramite la pulsione di vita parte di questa angoscia che si trasforma in aggressivit verso il seno. Subentra quindi langoscia persecutoria, il timore che loggetto attaccato dalla propria aggressivit si vendichi, colpendo crudelmente lIo del neonato. Altre forme di angoscia sono il trauma della nascita e i malesseri fisici e i bisogni impellenti. Per la Klein langoscia il propellente che mette in moto lattivit e la crescita psichica. Sotto queste angosce il neonato reagisce, scindendo il seno buono e quello cattivo. La posizione schizoparanoide una prima forma elementare di ordine che si contrappone alle esperienze caotiche del neonato. Il seno buono quello che si offre al lattante quando ne ha bisogno, quello cattivo non lo fa. Il bimbo non ha una visione integrata della figura della madre. Il seno cattivo un pericolo mortale dal quale difendersi a ogni costo. Seno buono e cattivo sono i primi oggetti interni: ora ha nel suo inconscio una parte buona da proteggere e una cattiva da cui difendersi. Posizione depressiva. In uno sviluppo regolare, attorno al quarto mese il bambino inizia ad acquisire la costanza degli oggetti e una visione integrata, in primis della madre. Prima lodio e lamore sono nettamente separati, ora entra in gioco la modalit dellambivalenza: il bimbo vede nella madre aspetti buoni e cattivi (lambivalenza anche il modo normale di relazionarsi agli altri degli adulti non psicotici). A questo punto il bimbo non ha pi angosce persecutorie, perch non ci sono pi gli oggetti totalmente cattivi. Ora la madre buona ma anche cattiva. Il bimbo rivolge quindi alla madre sia amore che odio, e questo fa nascere langosci a depressiva: il bambino sente che attraverso lodio ha danneggiato, reso morente o forse gi morta la madre. Leuforia maniacale insieme allonnipotenza sono una negazione del dolore depressivo, indispensabile nei momenti di crisi, ma che non contribuiscono a elaborare e superare realmente la posizione depressiva. Se il bambino adopera questi meccanismi in modo ponderato non alterano lorganizzazione dellIo; viceversa, questa posizione subirebbe unalterazione patologica. Ci sono per altre due forme di difesa: linibizione dellaggressivit e la riparazione. Con la prima, il bambino reprime o allenta i moti di ostilit verso la madre. Con la seconda, lanalogo adulto , ad esempio, quando si fa un regalo alla persona amata a cui si ha fatto un torto per riparare al danno. Il punto che: 1. Si pu fare il regalo perch la paura della perdita della persona amata comporti una grave e irreparabile lesione del S, una ferita narcisistica. Qui in gioco lamore di s. 2. Si pu fare il regalo perch si ha la convinzione che il torto recato abbia addolorato e danneggiato il partner fino a farlo morire; con il regalo, si cerca di restituire vita e vitalit allamato. Qui in gioco lamore verso laltro.

Ma linfante come pu riparare al danno? Non abbiamo alcun riscontro empirico di ci. Prima di abbandonare Melanie Klein, tre considerazioni: 1. Il bambino supera la posizione depressiva se in lui lamore pi forte dellodio. Se la pulsione di morte dovesse prevalere su quella di vita, anche per ragioni biologiche (oggi diremmo genetiche), lindividuo condannato con ogni probabilit alla malattia mentale. 2. Klein colloca un complesso di Edipo primitivo nella seconda met del primo anno di vita. Se ben superato, fa entrare nellinconscio anche loggetto interno del padre; la Klein inoltre tra le prime psicoanaliste a non vedere la sessualit femminile come il negativo di quella maschile: ne riconosce invece la specificit sessuale e relazionale. 3. Come fa la Klein a elaborare queste complesse teorie sulle dinamiche del primo anno di vita dei bambini? Non parla di un bambino reale ma di un bambino clinico, ricostruito mediante inferenze opinabili tratte dallesperienza clinica con bambini pi grandi o adulti. La Klein pi interessata a proporre ipotesi plausibili che siano clinicamente efficaci che al rigore scientifico.

Winnicott: oggetto e spazio transizionale


Ha avuto rapporti molto stretti con Klein. Nel secondo dopoguerra ha fatto parte del cosiddetto gruppo di mezzo, formato da analisti che nellaspra ed epocale disputa tra Melanie Klein ed Anna Freud (figlia di Sigmund) assunsero una posizione indipendente seguendo nuove vie. Di Winnicott si introdurr il concetto di oggetto transizionale, dopo alcune necessarie premesse. La prima premessa che per Winnicott nelle prime settimane di vita si realizza una fusione tra madre e figlio. Il bambino non ha unesistenza indipendente, esiste in quanto esiste la madre (o un sostituto materno che si prenda cura di lui). Nelle settimane che precedono e seguono il parto, la madre sufficientemente buona vive nei confronti del figlio unesperienza di devozione assoluta, una follia fisiologica che si estinguer col crescere del bimbo. Il primo effetto della devozione consiste nel trasformare limpotenza del neonato in onnipotenza. Il bambino chiede, la madre d. Gli d lillusione di poter controllare magicamente e ottenere ci che vuole, e il compito della madre disilludere gradualmente il bambino, a patto che labbia illuso sufficientemente allinizio. La madre deve intuire qual la soglia di tolleranza della separazione per il bambino, che varia da bimbo a bimbo. Quindi col tempo la madre deve far comprendere al bambino che non lui a creare la realt, che questo un mondo indipendente da ogni desiderio soggettivo di onnipotenza, che deve pensare e agire con fatica, una fatica spesso infruttuosa. Loggetto transizionale ha la funzione di agevolare al bambino il viaggio dalliniziale onnipotenza al riconoscimento e laccettazione del mondo reale su cui non pu esercitare un controll o. Loggetto transizionale deve essere morbido e soffice, come un piumino, una coperta, un cuscino. Pur essendo un oggetto materiale, riceve dalla mente del bambino una serie di propriet: 1. 2. 3. 4. 5. Il bambino assume diritti sulloggetto. Loggetto trattato con affetto, al tempo stesso amato con eccitamento e mutilato. Non deve mai cambiare, a meno che non venga cambiato dal bambino. Deve sopravvivere allamore istintuale (pulsionale) e anche allodio, e eventualmente allaggressivit. Al bambino deve sembrare che loggetto dia calore, o si muova, o che abbia una propria vitalit o realt. 6. Secondo il bambino non un oggetto che proviene dallesterno, ma neanche dallinterno. Il punto 5 quello fondamentale, per sostituire la madre quando assente per un tempo proporzionato alla capacit del bambino di tollerare la frustrazione del rimanere solo. Loggetto serve affinch il bambino impari da s a elaborare langoscia della separazione dalla madre e a tollerare sempre pi le emozioni negative. Loggetto transizionale pu essere usato con profitto solo se loggetto interno della madre sufficientemente buono. E questo dipende dal comportamento buono o non buono della madre reale. Se la madre reale inadeguata, e per lungo tempo, loggetto interno cessa di avere un significato per il bambino, e allora anche loggetto transizionale diviene privo di significato. Se la madre non attendibile, ha problemi mentali,

depressa, o incapace ecc, il bambino far un uso improprio delloggetto transizionale, che a lungo andar e potr predisporlo a patologie mentali come il feticismo, le condotte antisociali, la psicosi. Prima stata omessa la propriet 7 delloggetto transizionale, ossia che viene gradualmente disinvestito di cariche, nel corso degli anni relegato in un limbo; non viene dimenticato n rimpianto: perde valore perch i fenomeni transizionali si sono diffusi, sparsi sullintero territorio intermedio tra la realt psichica interna e il mondo esterno. LIo ormai pi robusto e ha altri interessi, ma in situazioni di difficolt pu recuperare loggetto. Lo spazio intermedio un posto di riposo in cui non ci si affaccenda con le richieste del mondo esterno, n ci si preoccupa del mondo interno. La creativit si esprime liberamente, e si pu vivere proficuamente la propria solitudine, se si ha acquisito nellinfanzia la capacit di stare soli.

Bion: reverie e identificazione proiettiva


Anche Bion ha avuto stretti rapporti con Melanie Klein. Nella sua produzione scientifica si dedicato principalmente a: 1. 2. 3. 4. La relazione madre-bambino e lo sviluppo della capacit di pensare. La psicoanalisi dello psicotico, e in particolare del paziente con sviluppi del pensiero. La psicoanalisi dei gruppi. Il tentativo di modificare lassetto epistemologico e lo stesso apparato concettuale della psicoanalisi.

Qui ci si occuper solo dei primi due punti, relativamente al suo capolavoro Apprendere dallesperienza (1962) e anzi nello specifico al concetto di barriera di contatto. Si tratta di un dispositivo mentale che ha sia il compito di mantenere separati la coscienza dallinconscio che la veglia dal sonno. Se questo dispositivo non si costituisce nellinfanzia, linconscio pu perturbare la coscienza e viceversa; e inoltre non ci sar separazione netta tra veglia e sonno, col risultato che la persona d limpressione di non essere sveglia n addormentata ( la condizione in cui si trovano gli psicotici). Per comprendere quanto si detto sulla barriera di contatto occorre introdurre gli elementi beta, alfa e la funzione alfa. Fin da piccoli fondamentale apprendere dallesperienza. Unesperienza pu essere ad esempio la fame, e il lattante deve imparare in questo stato doloroso che pu chiamare la mamma per ottenere il latte. Per apprendere dallesperienza occorre la funzione alfa, che ela bora e d forma alle impressioni sensoriali di unesperienza emotiva. Il risultato la produzione di un elemento alfa, immagazzinato per essere usato alloccorrenza. Prima che la funzione alfa abbia prodotto lelemento alfa (che ha forma, significato, rel azione con altri stati, pu essere utilizzato per soddisfare un bisogno), c un elemento beta: uno stato psichico informe, privo di contenuti con significato, senza relazioni, non utilizzabile. Se la funzione alfa alterata e inefficiente, le impressioni sensoriali coscienti e le emozioni provate restano immodificate, rimangono elementi beta. Gli elementi alfa sono kantianamente dei fenomeni: accessibili alla conoscenza, formano la nostra ordinata esperienza del mondo. Se ho fame so di avere fame e so di doverla soddisfare cos o cos. Gli elementi beta sono delle cose in s, vissuti psichici ignoti e altamente penosi. Il non sapere come reagire in modo realistico e appropriato in presenza di unesperienza emotiva il tratto distintivo dellelemento beta. Gli elementi beta sono come alimenti indigeriti nello stomaco della mente: si pu reagire evacuandoli. Rimanendo nella teoria freudiana del sogno, per Bion gli elementi alfa possono comparirvi, poich dotati di un significato e interpretabili, mentre gli elementi beta no. Per questa ragione lo psicotico, con gravi disturbi del pensiero, non in grado di sognare (e quindi neanche di dormire, perch freudianamente parlando il sogno custode del sonno niente custode, niente sonno). Chi stato a contatto con persone psicotiche capir cosa si intende per quello stato confusionale che non n veglia n sonno. Gli elementi alfa sono utilizzati anche durante il pensiero inconscio della veglia. Il bambino che impara a camminare in grado, tramite la funzione alfa, di immagazzinare questa esperienza, e questi processi diventeranno inconsci. Il pensiero inconscio della veglia lequivalente della memoria procedurale del primo capitolo, ma Bion ne interessato per ragioni diverse: si chiede cosa succede a chi non elabora le esperienze

adeguatamente. Pu accadere che una persona sia convinta, quando cammina, che tutti osservino il suo modo di camminare; o che tutti lo deridano per i movimenti goffi; o che tutti si attendano trepidanti che la persona tra un passo croller per terra in malo modo. Il camminare costantemente disturbato dallirrompere di pensieri ed emozioni come quelli descritti, non spontaneo, non ha devoluto allinconscio lonere di preoccuparsene con gli elementi alfa. E cosa succede se non si abbia proprio la funzione alfa? La domanda ci conduce al ruolo della madre il cui amore, secondo Bion, non coinvolge solo il nutrimento e laccudimento, ma anche larea del pensiero. La madre ama anche (ma non solo) tramite la reverie, che un fattore della funzione alfa. Il lattante non ha unadeguata funzione alfa. Le sue esperienze sono elementi beta, per lui. In determinate condizioni per il bambino pu affidarsi alla madre con unidentificazione proiettiva. Serve a questo punto una parentesi sul concetto di identificazione proiettiva. Fu introdotto da Klein come meccanismo di difesa della posizione schizoparanoide. Non comporta una reale interazione tra i due soggetti: la fantasia inconscia di proiettare nella madre (o nellanalista) delle parti di s che il soggetto sente come cattive e pericolose. Questo intensifica lodio per le altre persone. Per la Klein un processo intrapsichico che si risolve nella fantasia inconscia di aggredire o controllare la madre. Per Bion anche se origina da una fantasia, non intrapsichico. Lidentificazione proiettiva si esplica nel comportamento, con dei modi inconsci per far provare alloggetto determinate idee e affetti. Le fasi dellidentificazione, per spiegare pi chiaramente, sono: 1. Desiderio inconscio di liberarsi di una parte del S (oggetti interni inclusi), o perch quella parte minaccia di distruggere il S, o perch rischia di essere attaccata da altre parti del S e deve essere salvata e custodita da una persona capace di proteggerla. 2. Colui che proietta esercita una pressione sul ricevente affinch si senta e si comporti in modo corrispondente alla fantasia proiettiva inconscia. una pressione esercitata mediante una moltitudine di interazioni: non esiste identificazione proiettiva senza interazione tra chi proietta e chi riceve. 3. Il ricevente sperimenta parzialmente se stesso nel modo in cui ritratto nella fantasia proiettiva. Riceve quindi un complesso di sentimenti provati dal proiettante; ma dato che sono persone diverse, il ricevente li pu gestire, elaborare in maniera differente dal proiettante. Con la reverie, quindi, la madre intuisce i bisogni del bambino prima che egli stesso ne sia consapevole, e mette amorevolmente a disposizione di esso la propria mente: compiendo un lavoro psichico per lui, ne elabora i contenuti e permette al bimbo di convertire i suoi elementi beta in alfa, pur in assenza della funzione alfa. Laspetto importante della reverie non semplicemente che la madre nutre il bambino quando ha fame: ma nel fargli capire qual il suo reale bisogno, che non quello di liberarsi di un seno interno cattivo, ma di procacciarsi un seno reale che sia disposto a rifornirlo di nutrimento materiale e psichico. La reverie funziona perch il bambino, tramite identificazione proiettiva, pianger, urler, avr certe espressioni ecc che consentono alla madre di provare sulla propria pelle i bisogni del bambino.

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