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LA VITA COME MISTERO UNA BREVE RIFLESSIONE

Buongiorno a tutti e grazie infinite per essere venuti a Roma, perch diversamente non avrei avuto la possibilit di incontrarvi. Ringrazio in particolar modo Enzo, senza il quale questo evento non sarebbe mai stato possibile. Entrando nel merito del tema in oggetto, mi scuso in anticipo per la brevit e soprattutto per lo scarso approfondimento di questo mio breve intervento. Purtroppo i pressanti impegni lavorativi sopraggiunti nelle ultime settimane mi hanno impedito approfondimento su quanto proposto da Enzo nella sua mirabile nota, che da settimane risuona nella mia e credo anche nelle vostre coscienze. Vi leggo, pertanto, queste note sparse con le quali ho cercato di captarne il debole riverbero. Dunque passerei decisamente al Mistero. Ed anche alla Vita, questultima indissolubilmente legata al Mistero in quanto non eterna, poich appunto si muore. Un concetto solo a prima vista banale, dal momento che a partire dallopposizione Vita/Morte, Essere/Divenire, quanto mai misteriosa, si passa ad intuire, direi quasi noein, quella seconda navigazione di cui parla Socrate prima del suo ultimo viaggio. Intuizione, quindi, folgorazione noetica del mondo del Mistero, di ci da cui proveniamo e dove alla fine giungeremo. E nel frattempo? Sicuramente sono importanti anche il qui e lora, nonch partecipanti del Mistero a pieno titolo. Che fare, dunque? A questo proposito, un libraio romano, scomparso da qualche tempo, ci ha lasciato unimmagine a mio avviso molto bella: la scalata della montagna. Secondo questa metafora, durante la vita terrena, la nostra ascesa spirituale paragonabile alla scalata di una vetta alpina. Ciascuno pu raggiungere la cima, o una quota comunque elevata, seguendo differenti percorsi e utilizzando diverse tecniche di arrampicata; eppure, la vetta da raggiungere per tutti la stessa. Pertanto, secondo questa immagine, tutte le religioni e tutti i sistemi metafisici puntano allo stesso obiettivo: raggiungere uno stato di consapevolezza che ci liberi da quellansia di cui il Mistero, seppure affascinante, inevitabilmente causa. Relativismo? Pensiero debole? New Age? Io penso di no. Torniamo per un momento a Socrate, pensatore pi che mai classico, che non smette mai di dirci qualcosa. So di non sapere: ci avremo riflettuto innumerevoli volte, talvolta forse con scetticismo, se non addirittura con supponente fastidio. Riflettiamoci per lennesima volta, ma con onest: su questo tema, con quanto credito si pu confidare nelle convinzioni personali o, per chi la possiede, in una fede religiosa, per quanto salda? Il filosofo/satiro fa capolino in fondo alla coscienza, la sua ironia punge con una punta di malizia stimolando a pensare, a ragionare, a partorire unidea. Ebbene, s: noi non sappiamo quale sia la via maestra che conduca diritti alla meta, senza incidenti di percorso, la strada spianata verso le stelle. E per lesperienza insegna che esistono pi sentieri, da tempo battuti, che hanno condotto molti spiriti, alcuni anche grandi, ad altezze considerevoli. Io credo che non sia nemmeno cos importante quale cammino intraprendere, ma piuttosto il modo in cui questo viene perseguito. Daltra parte lo stesso Socrate, il satiro irridente, si recava presso il santuario di Delfi ad interrogare loracolo, ricevendone unindicazione che ancor oggi vale per tutti gli uomini e tutte le donne in procinto di salire verso le stelle.

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