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Prestazioni energetiche degli edifici residenziali

Esempi di calcolo s e c o n d o la norma UNI TS 11 3 0 0 Una guida completa per la valutazione degli indici di prestazione energetica di edifici residenziali. In quattro esempi le particolarit di alcuni passi del calcolo, utilizzando le differenti metodologie proposte dalla normativa (calcolo semplificatoldettagliato) a seconda della situazione. 1 1 calcolo viene effettuato per la valutazione del fabbisogno di energia primaria per riscaldamento degli ambienti e per la produzione di acqua calda sanitaria, sulla base delle indicazioni fornite dalla norma UNI TS 11300. Gli autori hanno utilizzato proficuamente l'esperienza maturata nella docenza in corsi per la certificazione energetica di Lombardia e Liguria, per fornire indicazioni su quei parameti che richiedono maggiore attenzione da parte del professionista che intende svolgere analisi energetiche di edifici. In questo modo chi vuole comprendere al meglio le procedure utilizzate dai sofhvare commerciali, che si basano sulle stesse norme, puo utilmente trarre indicazioni dagli esempi svolti ed anche effettuare verifiche sui conti che si accinge a svolgere attraverso software di calcolo complessi. Un testo fondamentale anche alla luce delle recenti norme europee, nazionali e regionali per la valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici. Provvedimenti che hanno portato alla necessit di riesaminare a fondo le procedure di calcolo degli indici energetici di riferimento, con l'obiettivo di esaminare a fondo le prestazioni energetiche degli edifici, limitare i consumi e ridurre l'impatto sull'ambiente. Anna Magrini lngegnere meccanico, PHD in Fisica Tecnica, Professore Ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso la Facolt di Ingegneria dell'uniwrsit di Pavia, si occupa di ricerca nel campo delle prestazioni energetiche degli edifici, degli impianti di riscaldamento e condizionamento e dell'acustica ambientale e architettonica. Lucia Cattani - Ingegnere civile, PHD in Tecnologie per l'energia e per I'ambiente; Lorenza Magnani - Ingegnere elettrico, PHD in Ingegneria Elettronica e Informatica; Paola Zampiero - lngegnere EdileIArchitettura, PHD in Ingegneria EdileIArchitettura. Collaboratori alle attivit del gruppo di ricerca su prestazioni energetiche degli edifici e degli impianti e su acustica ambientale e architettonica, presso l'universit di Pavia, nonch docenti nei corsi sulla Certificazione Energetica in Lombardia e in Liguria.

Testi della stessa collana


Tecnologie solari attive e passive di A. Magrini, D. Ena * L e g g e 1 0 e certificazione energetica degli edifici di F. Cappello, C. Di Perna *La certificazione energetica degli edifici D.Lgs. 19212005 e 3 111 2 0 0 6 di F.P.R. Marino, M. Grieco
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EPC LIBRI

QUADERNI PER LA PROGETTAZIONE

PRESTAZI ON1 ENERGETICHE DEGLI RESIDENZIALI


Esempi di calcolo secondo la nonna UN1 TS 11 300

ANNA MAGRINI, LUCIA CATTANI, LORENZA MAGNANI, PAOLA ZAMPIERO

EPC LIBRI

PRESTAZIONI ENERGETICHE DEGLI EDIFICI RESIDENZIALI

Copyright O 2009 EPC S.r.l. Via dellfAcquaTraversa, 187/189 - 00135 Roma Servizio clienti: Tel. 06 33245277/208 Redazione: Tei. 06 33245264/205 - Fax: 06 331321 2 La EPC invito a consultare periodicamente il sito www.epc.it. Selezionando il tasto Aggiornamenti libri e s o b a r e sar possibile scaricare gli eventuali aggiornamenti dei volumi e dei sofb a r e successivamente alla loro pubblicazione.

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INDICE GENERALE

Presentazione .....................................................................................

9 11

Introduzione .....................................................................................

PICCOLO APPARTAMENTO .............................................................19


1.l
Descrizione generale del caso

di studio ...................................... 19
22 22

1 .2

Involucro .................................................................................

1.2. 1 1.2.2

Chiusure verticali opache .................................................. 22 Serramenti ........................................................................

1 .2.3

Porta d'ingresso ................................................................ 23

1.3

Impianto di riscaldamento

.......................................... .............. 23

1.4 Calcolo del fabbisogno netto dell'involucro ................................. 23 Determinazione delle superfici e dei volumi .......................... 24 1.4. 1
1.4.2
1.4.3 1.4.4 1.4.5 1.4.6 1.4.7 1.4.8 1.4.9 Calcolo del calore disperso per trasmissione......................... 26 Pontitermici ..................................................................... Calcolo di HD e H,, .................... .................... ..... ... ......

26 28 31 32

Extraflusso verso la volta celeste.......................................... 29 Calcolo del calore disperso per ventilazione......................... Calcolo degli apporti termici interni ..................................... Calcolo degli apporti solari

................................................ 32

Calcolo del fattore d'utilizzazione ....................................... 36

1.5

Calcolo del fabbisogno di energia primaria ................................. 37 Fabbisogno di acqua calda sanitaria ...................................37 Calcolo delle perdite .......................................................... 38 Perdite di emissione ........................................................... 38 Perdite per regolazione ...................................................... 39 Perdite di distribuzione ....................................................... 39 Perdite per generazione...................................................... 39 Fabbisogno elettrico dell'impianto ........................................40 Calcolo dell'energia primaria necessaria per il riscaldamento ........................................................... 41

1.5. 1 1.5.2 1.5.3


1 .5.4

1.5.5 1.5.6 1.5.7 1.5.8

CAPITOLO 2 VILLETTA SINGOLA .......................................................................... 43


2.1 2.2 Descrizione generale del caso di studio ....................................... 43 Involucro .................................................................................. 45

2.2. 1 2.2.2 2.2.3 2.2.4 2.2.5 2.2.6 2.3

Chiusure verticali e tramezze interne .................................... 45 Chiusura orizzontale superiore ............................................ 46 Chiusura inferiore orizzontale .............................................. 47 Componenti vetrati ............................................................. 47 Porta d'ingresso ................................................................. 48 Ponti termici ...................................................................... 48

Impianto di riscaldamento .......................................................... 48 Emissione.......................................................................... 48 Regolazione...................................................................... 48 Distribuzione ..................................................................... 49 Accumulo .......................................................................... 49 Generatore ....................................................................... 49

2.3. 1 2.3.2 2.3.3 2.3.4 2.3.5 2.4

Calcolo del Fabbisogno netto dell'involucro .................................. 49 Calcolo del calore disperso per trasmissione ......................... 53 Calcolo del calore disperso per ventilazione ......................... 60 Calcolo degli apporti termici totali ....................................... 61

2.4. 1 2.4.2 2.4.3

3.4.4 3.4.5 3.4.6 3.4.7

Calcolo del calore disperso per ventilazione ......................... 85 Calcolo degli apporti termici interni .....................................87 Calcolo degli apporti solari ............................................... 87 Calcolo del fattore d'utilizzazione ........................................ 88

3.5

Calcolo del fabbisogno

3.5. 1 3.5.2 3.5.3 3.5.4 3.5.5 3.5.6

di energia primaria per riscaldamento.......89 Perdite di emissione ........................................................... 90


Perdite per regolazione

......................................................90

Perdite di distribuzione .......................................................

9 1 Perdite di generazione ....................................................... 9 1 Fabbisogno eleftrico dell'impianto ........................................ 92


Calcolo dell'energia primaria necessaria per ilriscaldamento ...........................................................

92 92

3.6 3.7

Calcolo del fabbisogno di acqua calda sanitaria .......................... Calcolo del fabbisogno

3.7. 1 3.7.2 3.7.3 3.7.4 3.7.5

di energia primaria per I'ACS .................. 93 Perdite di erogazione ......................................................... 93


Perdite di distribuzione .......................................................

93 Perdite per generazione...................................................... 94


Fabbisogno elettrico dell'impianto ........................................

94 94

Calcolo dell'energia primaria necessaria per ilriscaldamento ...........................................................

CAPITOLO 4

4.1

Descrizione generale del caso di studio ....................................... Caratteristiche dimensionali dell'edificio

96

4. 1 . 1 4 . 1.2

............................... 99

Caratteristiche dell'involucro .............................................. 102

102 4 . 1.2.2 Chiusure orizzontali ......................................................... 1 0 3 4 . 1.2.3 Componenti vetrati........................................................... 104 4.1.3 Caratteristiche dell'impianto di riscaldamento e dell'ACS ...................................................................... 104
PRESTAZIONI E N E R G K I I C I I E DEGLI T!DIFICI RT<SlDEN%IAL.I

4 . 1.2. 1 Chiusure verticali .............................................................

4. 1.3. 1 Emissione ................................................................ ....... 1 04 4. 1.3.2 Regolazione ............................................... .................... 104 4. 1.3.3 Distribuzione .................................. ............ ......... .
. .. 1 04

4. 1.3.4 Accumulo ............... ............ ........................... ............. .. 1 05 4. 1.3.5 Generatore.. ........... ............ ............................................ 1 05 4.2
l

Parte 1 - Fabbisogno netto dell'involucro .................................. 105 Calcolo del calore disperso per trasmissione Q

4.2. 1

, , .............. 106

4.2.1.1 Calcolo del coefficiente globale di scambio termico per trasmissione.................................................1 07 4.2. 1.2 Calcolo dell'extraflusso verso la volta celeste............... ....... 1 1 1

i l
t

4.2.2 4.2.3 4.2.4 4.2.5 4.3

Calcolo del calore disperso per ventilazione QH,ve ............. 1 14 Calcolo degli apporti termici interni Q,,, ..................... ....... 1 1 5 Calcolo degli apporti solari

Q,,,. ................................ ....... 1 1 6 qH,,, ............................1 1 9

4.2.4. 1 Calcolo degli apporti termici totali Q,, ...................... ....... 1 1 8


Calcolo del fattore d'utilizzazione

Parte 2 - Fabbisogno d'energia primaria per riscaldamento e ACS ........................................................ 124 Calcolo del fabbisogno di energia termica per la produzione di ACS ............................................... 1 25

4.3.1

4.3. 1. 1 Perdite del sottosistema di erogazione dell'ACS ........... ..... .. 1 27 4.3. 1.2 Perdite del sottosistema di distribuzione dell'ACS ......... ....... 1 28 4.3. 1.3 Perdite del sottosistema di generazione dell'ACS ..... .... ....... 1 28 4.3.1.4 Perdite del sottosistema di emissione del riscaldamento........ 1 29 4.3.1.5 Perdite del sottosistema di regolazione del riscaldamento..... 129 4.3.1.6 Perdite del sottosistema di distribuzione del riscaldamento ... 130 4.3.1.7 Perdite del sottosistema di generazione del riscaldamento e dell'ACS ......................................... 1 30 4.3.2
Calcolo del fabbisogno elettrico dell'impianto .... ................ 132

APPEN D1CE
Norme CEN di supporto alla Direttiva EPBD ....................... 137 Norme a supporto della Direttiva ..................................... 138

D,@. 2 aprile 2009 n. 59


Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma l, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/9 ]/CE sul rendimento energetico in edilizio.. .... ...... ............. ....... ... .

.. 1 55

D.M. 26 giugno 2009


Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici ....... 1 68

Presentazione
Il testo si
propone di fornire utili informazioni a chi si occupa della valutazione

delle prestazioni energetiche degli edifici e a chi vuole comprendere i meccanismi di calcolo della procedura di calcolo indicata a livello nazionale per determinare gli indicatori di prestazione che caratterizzano i consumi energetici degli edifici.

di esempi semplici come quelli proposti ma descritti in modo dettagliato rappresentata dalla possibilit di seguire il procedimento di calcolo dall'inizio alla fine e di comprendere il significato dei diversi parametri che devono essere utilizzati
L'utilit nella La base di calcolo degli esempi proposti la norma UNI TS 1 1300, parte 1 e 2. In varie parti del testo si fa riferimento esplicito a questa norma, che sarebbe opportuno avere a disposizione per comprendere pi a fondo quali siano gli elementi da considerare per le valutazioni energetiche indicate. Una maggiore chiarezza sui dati da considerare risulta utile anche per l'utilizzo dei software di calcolo proposti in commercio e per quelli di riferimento nelle diverse regioni che hanno attivato una procedura di calcolo per la certificazione energetica degli edifici. La possibilit di verifica di alcuni dati, sulla base della procedura di calcolo descritta nella UNI TS 1 1300, pu essere molto utile al fine di evitare eventuali errori di valutazione dovuti spesso a inesattezze nella fase di inserimento dati, anche se poi ci si affida a software commerciali per le valutazioni globali. Gli esempi di calcolo proposti potrebbero essere anche utilizzati come casi test, per verificare la corrispondenza tra quanto ottenuto attraverso l'uso sto tipo

di un software e

i calcoli dettagliati che si possono fare direttamente con calcolatrice. Facendo que-

di confronto,

si pu comprendere meglio l'importanza dei dati e dell'accu-

ratezza con la quale sono stati assunti, per ottenere risultati affidabili. Nell'introduzione del testo si propone un breve inquadramento generale della problematico e dei riferimenti alla procedura di calcolo da seguire, mentre i quattro capitoli che seguono si riferiscono a quattro esempi di calcolo di edifici residenziali, cia-

scuno con caratteristiche differenti, sviluppato a seconda dei casi con modalit di calcolo diverse (metodo dettagliato/semplificato). Nella seguente tabella riportata un'indicazione degli elementi che sono considerati in ciascun caso descritto. Caratteristiche dei casi studio descritti nei corrispondenti capitoli

Caso l Appartamento in palazzina del 2005, muratura con isolamento, solaio disperdente su garage Indicazione esplicita su individuazione delle dimensioni nette e lorde e le corrispondenti superfici nette e lorde Impianto di riscaldamento autonomo, combinato, post legge 10191, con radiatori su parete interna e regolazione a zona Calcolo dei ponti termici In manlera puntuale Aaeenza di aggettl. echermatum e chlur u m oscuranti. Cdcolo espllclto dl fat. toro dl utllluezlone e dl carlco. Calcolo wmplHcato del fabbisogno di ACS e riscaldamento. Presenza di cassonetti. Calcolo del fabbisogno di energia primaria degli ausiliari.

Caso 2 Villetta unifamiliare edificata nel 2000 (tutte pareti disperdenti verso I'esterno) Pareti isolate termicamente. Presenza di aggetti. Impianto di riscaldamento autonomo combinato per produzione ACS. Emissione: caloriferi su parete esterna. Regolazione: singolo ambiente con funzionamento a banda proporzionale pari a 1"C. Calcolo analitico delle traemlttanze di ogni componente opaco, trasmitianza finestre da certificato. Calcolo analitico del fatiore di correzione b,, per il calcolo delle dispersioni tra soffitto e sottotetto. Calcolo analitico delI'extraflussoe del guadagno solare considerando ia presenza d'aggetti. Calcolo analitico della caoacit termica superficiale e del fattore di utilizzazione. Calcolo del fabbisogno di ACS Calcolo semplificato delle dispersioni dell'impianto combinato e dell'energia elettrica necessaria per gli ausiliari.

Caso 3 Appartamento in condominio anni '70, nessun solaio disperdente, parete disperdente su vano scala. Pareti a cassa vuota e in calcestruzzo non isolate. Calcolo forfettario dei ponti termici. Aggetti e schermature assenti. Chiusure oscuranti presenti e calcolo della trasmittanza corretta dei serramenti. Calcolo delle trasmittanze mediante abachi. Presenza di cassonetti. Impianto di riscaldamento centralizzato a colonne montanti, radiatori su parete esterna non isolata e regolazione climatica centralizzata. Produzione di ACS separata con generatore autonomo a gas con pilota permanente. Dati: rendimento del generatore, fattore di

caso 4

Palazzinadi 5 piani anni '80 con riscaldamento centralizzato. Nessuna ombreggiatura, n da edifici adiacenti, n da loggelbalconi, n da elementi mobili. Assenza di cassonetti. Chiusure orizzontali non confinanti direttamente con l'esterno, ma con sottotetto e garage: applicazione dei coefficienti di riduzione della dispersione termica. Parete di tamponamento in muratura con isolamento a cappotto senza aggetti e ponti termici corretti: calcolo dei ponti termici in modo forfetario. Trasmittanza degli elementi vetrati con UNI EN ISO 10077-1:2002 metodo semplificato. Trasmittanza degli elementi opachi con UNI N ISO 6946:2008. Calcolo deile dispersioni verso ambienti non riscaldati: utilizzo di coefiiciente bt, da tabella per dispersioni verso garage, verso vano scala, calcolato per dispersioni sottotetto Impianto di riscaldamento centralizzato con distribuzione verticale con montanti in traccia, radiatori su parete esterna isolata e regolazione ambiente ON-OFF. Produzione di acqua calda sanitaria combinata. Quantificazione del fabbisogno di utilizzazione e fabbi- calore per I'ACS sia con metodo sogno degli ausiliari. di calcolo dettagliato e semplifiCalcolo separato del cato. fabbisogno per riscal- Calcolo esplicito del fattore di utidamento e per ACS. lizzazione. Calcolo del fabbisogno di energia primaria degli ausiliari. Calcolo separato del fabbisogno per riscaldamento e per ACS.

Introduzione
La normativa sulla determinazione delle prestazioni energetiche degli edifici ha subito negli ultimi tempi un forte ampliamento e approfondimento. L e due recenti Direttive Europee nell'ambito del risparmio energetico in edilizia, la prima 2002/91/CE (prestazioni energetiche degli edifici) e la seconda 2006/32/CE (efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici) hanno dimostrato l'affermazione dell'interesse crescelite per criteri pi rigorosi con cui affrontare le problematiche ampie e complesse legate al risparmio energetico ed alla salvaguardia dell'ambiente.

Il programma di riduzione delle emissioni di gas-serra (Protocollo di Kyoto) era


gi pronto dal 1997 e in atteso

di essere ratificato da almeno 55 paesi, responsabili, in totale, di almeno il 55% delle emissioni al 1990. La sua ratifica da parte della Russia nel settembre 2004 ha permesso di procedere con questa impostazione per il

controllo delle emissioni ed ha quindi costituito un passo fondamentale, determinando un'accelerazione dell'attenzione internazionale ai temi dell'ambiente. In tempi pi recenti anche gli Stati Uniti d'America hanno manifestato la necessit di una maggiore attenzione ai consumi energetici e alla salvaguardia dell'ambiente.

Gli aspetti fondamentali trattati nella Direttiva 2002/91 /CE (Energy Performance
of Buildings Directive, indicata spesso con l'acronimo EPBD) riguardano un ampio spettro di problematiche e di soluzioni percorribili per ottenere obiettivi ambiziosi nel campo del risparmio energetico negli edifici e nel controllo delle relative prestazioni. Nella Direttiva 2006/32/CE e nel protocollo di Kyoto la panoramica ancora pi ampia, in quanto riguarda non solo sporti e dell'industria.

il settore edilizio residenziale e terziario, re-

sponsabile del 40% dei consumi di energia, ma anche gli altri settori coinvolti, dei tra-

Gli aspetti salienti che interessano l'edilizia riguardano gli interventi per il risparmio energetico, su involucro edilizio e impianti, oltre che la promozione dello sfruttamento delle energie rinnovabili. Una migliore gestione dei consumi energetici comporta owiamente la riduzione delle emissioni di gas climalteranti e pertanto i risultati positivi degli interventi sugli edifici potranno produrre benefici anche sul clima.

il loro recepimento a livello nazionale e da parte di alcune regioni, nonch una serie di normative di legge nazionali sul tema delle prestazioni energetiche degli edifici hanno dato il via anche a livello nazionale a numerosi provL e direttive europee,

vedimenti volti ad un maggiore controllo delle condizioni ambientali. Per l'applicazione della Direttiva 2002/91 /CE, la Commissione Europea ha dato mandato al CEN per preparare in tempi molto ristretti fici e dei suoi sistemi.

il pacchetto delle norme ne-

cessarie per definire le procedure di calcolo delle prestazioni energetiche degli edi-

Il numero di norme si presenta piuttosto ampio e articolato per

offrire un chiaro e consistente pacchetto normativo che sta alla base delle procedure nazionali di valutazione.

Il pacchetto di norme CEN a supporto della direttiva EPBD rappresentato da 43


titoli o parti che possono essere raggruppate nel modo seguente:

1. Fisica dell'edificio (calcolo della trasmissione del calore e della ventilazione, carichi e temperature estive, carico solare, calcolo dell'energia necessaria al riscaldamento e raffrescamento dell'edificio);

2. Descrizione e propriet (classificazione) dei sistemi di ventilazione con raffrescamento e di condizionamento dell'aria;

3.

Descrizione del riscaldamento degli ambienti e dell'impianto per l'acqua sanitaria (efficienza di generazione,

di emissione, di produzione dell'acqua sanitaria,

sistemi integrati di riscaldamento e raffrescamento a bassa temperatura);

4.

Norme di supporto per sistemi di illuminazione per gli edifici (compreso il contributo della luce diurna), per controlli e automazione dei servizi degli edifici, per la classificazione dell'ambiente interno, per la valutazione economico-finanziaria delle soluzioni energeticamente sostenibili;

5. Norme di supporto sulle ispezioni di caldaie e impianti di riscaldamento, di impianti di raffrescamento, ventilazione e condizionamento d'aria;

6.

Due norme chiave sulla determinazione della prestazione e la certificazione energetica degli edifici, sull'uso complessivo delllenergia, energia primaria e sulle emissioni di CO;!

, sulla valutazione dell'uso di energia e la definizione dei livelli di prestazione energetica.

In Appendice riportato l'elenco delle norme a cui si fa riferimento.

Alcune norme di riferimento


Tra le norme elencate in Appendice, si possono evidenziare tre di queste, che rappresentano punti cardine della complessa struttura normativa a supporto della Direttiva

2002/91 /CE.

UNI E N 152 17:2007 "Prestazione energtica degli edifici - Metodi per esprimere la prestazione energetica e per la certificazione energetica degli edifici
La norma evidenzia le differenti impostazioni per la certificazione e definisce indicatori globali per esprimere la prestazione energetica dell'intero edificio, considerando

il

riscaldamento, la ventilazione,

il condizionamento

dell'aria,

il

riscalda-

mento dell'acqua calda sanitaria e i sistemi di illuminazione artificiale. La norma indica

i possibili indicatori ed il metodo per normalizzarli, oltre a precisare il modo con cui
esprimere i requisiti in termini di energia per i nuovi edifici o per la ristrutturazione

di quelli esistenti e le procedure per definire valori di riferimento.


Vengono riportati i contenuti ritenuti sostanziali del certificato che per pu essere definito nei dettagli da ciascuno stato in modo indipendente. Il documento permette di esprimere la prestazione energetica degli edifici in modo da poter definire

leggi e regolamenti basati sulla prestazione energetica degli edifici, definire uno strumento per valutare la prestazione energetica degli edifici ed anche per indurre progettisti, costruttori, operatori del settore edilizio ed utenti a migliorare la prestazione energetica degli edifici. Essa pu essere utilizzata quindi per sviluppare metodi di valutazione della certificazione energetica, ma anche, da parte di organismi pubblici, per definire requisiti minimi di prestazione energetica. Gli operatori del settore edilizio, progettisti, costruttori ed utilizzatori possono basarsi sulle indicazioni fornite per valutare la prestazione di progetto di un edificio o quella di un edificio esistente, e conoscere le possibili azioni di miglioramento e di esprimere questa nuova prestazione.

UNI E N 15603:2008 "Prestazione energetica degli edifici - Consumo energetico globale e definizione dei metodi di valutazione energetica"
La norma indica un metodo generale per la valutazione del consumo energetico globale dell'edificio e stabilisce i principi generali per il calcolo dei fattori di conversione in energia primaria e i coefficienti di emissione di anidride carbonica. Vengono tenuti in conto i risultati di altre norme che indicano il calcolo del consumo energetic0 di un edificio. Viene considerata l'energia prodotta nell'edificio, parte della quale

pu essere esportata per essere utilizzata altrove. L e indicazioni sono utili per valutazioni energetiche basate sull'energia primaria, sull'emissione di anidride carbonica o su altri parametri definiti da politiche energetiche nazionali. Si considera un metodo per un calcolo standard, indipendente dal comportamento degli occupanti, dalle condizioni meteorologiche o altre circostanze, un metodo per un calcolo basato sulla misura dell'energia prodotta ed esportata e una metodologia per aumentare I'affidabilit dei modelli di calcolo con

il confronto con i consumi effettivi.

1 I

UNI E N ISO 13790:2008 "Prestazione energetica degli edifici Calcolo del fabbisogno
di energia per il riscaldamento e il rafhescamento"
Nella norma vengono indicati metodi di calcolo per la valutazione del fabbisogno di energia per

il riscaldamento e il roffrescamento degli edifici.

Negli anni '90 era stata messa a punto una norma specifica per la determinazione del fabbisogno di calore e di energia per il riscaldamento di edifici residenziali, tra-

N 832:2001 "Prestazione termica degli edifici - Calmite metodo semplificato: UNI E


colo del fabbisogno di energia per il riscoldamento - Edifici residenziali". Successivamenteerano stati considerati anche gli edifici non residenziali, nella UNI

E N ISO 13790:2005 "Prestazione termica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di


energia per

il riscaldamento",

nella quale veniva considerato un metodo di calcolo

semplificato per la determinazione del fabbisogno energetico annuo per mento di edifici.

il riscalda-

N ISO 13790 del 2008 aggiorna quella del 2005, consideLa versione della E
rando la valutazione del fabbisogno di energia per il raffrescamento; essa inoltre so-

N 832:2001. stituisce la UNI E


Gli elementi principali presi in considerazione riguardano i criteri di suddivisione dell'edificio in differenti zone,

il calcolo dello scambio termico per trasmissione e ven-

tilazione in regime estivo e invernale,

il contributo delle sorgenti interne e degli apporti

solari allo scambio termico, incluso il recupero di calore degli impianti. Inoltreviene considerato l'effetto dell'inerzia termica e dell'intermittenza di funzionamento degli impianti.

il fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento, nonch l'energia primaria richiesta per il funzionamento degli impianti e quella necessaria per la ventilazione. La base di calcolo pu essere mensile o oraria.
I risultati del calcolo forniscono

Le norme UNI TS 1 1300


L e specifiche tecniche contenute nelle UNI T S 11300 sono state elaborate dal Comitato Termotecnico Italiano (CTI)e affronatano il problema della determinazione delle prestazioni energetiche degli edifici. Sono in linea con le norme elaborate dal CEN

scambi termici per trasmissione attraverso l'involucro, e per ventilazione, sia gli apporti interni e quelli solari. Nella UNI TS parte 2 vengono considerati gli impianti per il riscaldamento e per l'acqua calda sanitaria. In particolarevengono definiti i parametri do considerare per la valutazione dell'energia necessaria per far fronte alle esigenze messe in evidenza nella parte l,tenendo conto delle perdite di energia che si hanno negli impianti. Il calcolo quindi prevede, per gli impianti di riscaldamento degli ambienti, la quantifica-, zione delle perdite di energia termica di emissione (ai terminali),

di regolazione, di

distribuzione (lungo la rete di distribuzione dei fluidi), di produzione (dovute al funzionamento del sistema di generazione), distinguendo la parte di energia recuperabile. Per quanto riguarda la produzione di acqua calda sanitaria viene considerata la perdita di erogazione ed anche di accumulo (se presente un sistema di accumulo

di acqua caldo sanitaria).


Le UNI TS 1 1300 considerano tutte le possibili applicazioni previste dalla UNI EN

ISO 13790:2008, owero: . il calcolo di progetto (design rating], che considero i dati di progetto; per le modalit di occupazione e di utilizzo dell'edificio e delliimpianto si assumono valori convenzionali di riferimento (valutazioneeseguita in regime di funzionamento continuo);

. il calcolo in condizioni standard (asset rating) che viene effettuato sulla base dei
dati relativi all'edificio e all'impianto reale, come costruito; per le modalit di occupazione e di utilizzo dell'edificio e dell'impianto si assumono valori convenzionali di riferimento (valutazione eseguita in regime di funzionamento continuo);

. il calcolo in particolari condizioni climatiche e d'esercizio (ioilored rating), che


viene effettuato sulla base dei dati relativi all'edificio e allfimpianto reale, come costruito; per le modalit di occupazione e di utilizzo dell'edificio e delllimpianto si assumono valori effettivi di funzionamento (valutazioneeseguita nelle condizioni effettive di intermittenza dell'impianto). Questo tipo di valutazione pu essere particolarmente adatto per i calcoli relativi a diagnosi energetiche.

DOCUMENTAZIONE D I RIFERIMENTO
LEGISLAZIONE EUROPEA

- Decreto Comunitario EPBD (Energy Performance of Buildings Directive)


2002/91 /CE LEGISLAZIONE NAZIONALE:

- Legge n o l o del 10/01/1991 - D.Lgs 192 del 19/08/2005

mente lontano da quelli limitrofi da poter considerare nullo I'ombreggiamento dovuto alle ostruzioni esterne. L a pianta e il prospetto dell'appartamento sono riportate in Figura 1 .l, mentre i dati climatici (conformi alla UNI 10349) sono riassunti nelle Tabelle 1.le 1.2.1 calcoli effettuati seguendo le norme UNI TS 1 1300-1 e 1 1300-2 saranno suddivisi in due parti: dapprima si determina il fabbisogno di energia netta dell'involucro e quello di acqua calda sanitaria, per poi quantificare il corrispondente fabbisogno di energia primaria attraverso l'analisi delllimpianto termico. I vari passi che costituiscono la procedura sono schematiuati in Figura 1.2. Il calcolo viene effettuato per il solo mese di gennaio. Per ottenere il fabbisogno di energia primaria per l'intero periodo di riscaldamento la procedura deve essere ripetuta considerando mese per mese i dati climatici e sommando tutti i valori ottenuti mensilmente.

SEZIONE A-A' scala 1:lM)

--

-- -

IABORATORIO ARrnNALE

--

--

A8iTMOME

PIANTA PIANO TERRA . c . l a 1:lOO

PIAMA PIANO PRIMO scala 1:lOO

/$ a;

' i ,

i 8g I 'i\ ! i3, : i

"'

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0, 3 N

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-C

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0 3

q g.

3 n'

0-0 (P. u

g . :

3. 5

portati nel Prospetto A.2 della UNI TS 1 1 300-1 che indicano una trasmittanza di 1 W/(m2 K). Non sono presenti chiusure oscuranti, n schermature solari.

ib

1.2.3 Porta d'ingresso


La porta in legno duro per cui si assume trasmittanza termica pari a 2,l W/(m2 K) (Prospetto C.2 UNI T S 1 1300-1).

1.3

Impianto di riscaldamento

L'impianto termico di riscaldamento autonomo, del 2005,e serve solo l'appartamento considerato. L'emissioneawiene tramite radiatori posizionati sulle pareti interne, mentre la regolazione affidata a termostati di zona con banda di regolazione 1 "C.Il sistema di distribuzione autonomo installato nel 2005 e non sono presenti sistemi d'accumulo. La caldaia, installata all'interno, a camera stagna di tipo C classificata

3 stelle e produce calore sia per il riscaldamento sia per l'acqua calda sanitaria. La potenza termica nominale del generatore pari a 23 kW. La temperatura media dell'acqua in caldaia (di progetto) maggiore di 65C.Gli ausiliari (pompa e bruciatore) hanno una potenza di 100 W.

1.4

Calcolo del fabbisogno netto dell'involucro

Per il calcolo del fabbisogno invernale dell'involucro necessario far riferimento all'equazione 1 della UNI T S 1 1300-1 per cui l'energia termica netta la somma delle perdite dovute a trasmissione QH,tre ventilazione QH,ve a cui vanno sottratti gli apporti solari QH,sol e interni moltiplicati per

il fattore di utilizzazione q~,~,,:

I .A. I

Determinazione delle supedci e dei volumi

Sulla base del Par. 8 dellrUNi'TS 11300-1, trattandosi di destinazione d'uso E.1 e di calcolo standard, si assume una temperatura interna costante pari a 20C: l'unit immobiliare costituisce un'unica zona termica. Sempre sulla base del Par. 8 della UNI TS 11300-1, l'appartamento confinante al piano superiore, essendo residenziale e abitato in maniera continuativa, si considera riscaldato a 20C' cos come il laboratorio artigianale soitostante, per cui i solai divisori tra l'appartamento considerato e le unit immobiliari confinanti non si considerano disperdenti. Sulla base del Par. 7 della UNI TS 1 1300- 1, nel computo delle dimensioni lorde in pianta a partire dalle dimensioni nette, si comprende l'intero spessore della muratura se l'ambiente confinante esterno o non riscaldato, mentre si considera il semispessore nel caso di ambiente limitrofo riscaldato. In questo caso bisogna porre particolare aitenzione al solaio inferiore: una parte di esso confina con ambiente riscaldato (illaboratorio) e la rimanente parte con i garage (non riscaldati) ed questa l'unica superficie orizzontale disperdente. Per calcolare in maniera correita tale area, opportuno porre attenzione sulla superficie del solaio superiore del laboratorio che ha un'area pari a:

in cui sia per la larghezza sia per la lunghezza si sono compresi gli interi spessori delle pareti, in quanto confinanti con ambiente esterno o non riscaldato (garage). Ne consegue che il solaio su garage ha superficie pari a:

Con analoghe considerazioni si nota che nel calcolo dell'alteua lorda va nuovamente faita distinzione tra due zone. La parte di appartamento confinante con il laboratorio ha un'altezza lorda pari a:

in cui si considera il semispessore del solaio superiore e inferiore in quanto confinanti con ambienti riscaldati (appartamento e laboratorio rispeitivamente). L'altezza lorda della zona su garage invece:

hiorda

SU

garage

= (2,7 + 0,312 + 0 3 ) m = 3,15 m

In cui si considera da un lato il semispessore del solaio superiore (confinante con appartamento), dall'altro l'intero spessore di quello inferiore in quanto confinante con ambiente non riscaldato (garage). Il volume lordo risulta perci:
Vlordo

r,

x
. i

, C> -

C
l\
4-

= Asolaio su garage . hlorda su garage

+ Asoiaio su lab

'

hlorda su lab

<

T ,

J t

= (37,2 m2) . (3,15 m) + (37,8 m2) . (3 m) = 230,58 m3


Le superfici disperdenti sono: pareti esterne al neiio di serramenti, porta e cassonetti; serramenti; porta; cassoneiii.

g a

c '

-c2
i

O
p -

Si osservi che per calcolare la superficie disperdente della parete nord e tud, tali componenti devono essere suddivisi in due parti, avendo altezze lorde differenti:
Aparete N = (5,04 . 3) m2+ (4,96 . 3,15) m2= 30,7 mZ
Aparetes

= (5,04 . 3) m2+ (4,96 . 3,15) m2= 30,7 m2

Tabella 1 .A - Calcolo dei dati generali

Dato
Superficie lorda Superficie netta Altezza lorda Altezza netta Volume lordo Volume netto

Valore
75,Om ' 64.86m2 3-3,15m 2,7m 230,58m3
21 1 ,l2 m3

Tabella 1.5 - Superfici disperdenti

1
m

L e pareti ovest ed est hanno, invece, altezza costante, seppur differente per le due esposizioni: il calcolo della superficie si effettua, dunque, nella seguente maniera:

Aparete E = (7,5 . 3,15) m2 = 23,6 m2

Tutte le superfici ed i volumi necessari per il calcolo sono riepilogati in Tabella l.4 e l.S.

7.4.2 Colmlo del colore disperso per trasmissione


Il calcolo del calore disperso per trasmissione va effettuato considerando
cinque contributi: il calore disperso dai componenti opachi e vetrati che separano I'ambiente riscaldato dall'ambiente esterno (caratterizzatodal coefficiente

di scambio termico diretto Ho); il calore disperso dal pavimento verso il terreno (caratterizzatodal coefficiente di scambio termico stazionario Hg): in questo caso nullo in quanto il solaio inferiore non a contatto con il terreno; il calore disperso attraverso elementi di separazione con ambienti non riscaldati (caratterizzato dal coefficiente di scambio termico H"): in questo caso attraverso la parte di solaio su garage; il calore disperso verso ambienti riscaldati da altri impianti (caratterizzato dal coefficiente di scambio termico HA): in questo caso nullo essendo gliambienti riscaldati confinanti comunque a 20 "C;
I'extraflusso disperso per irraggiamento verso la volta celeste.

7.4.3 Ponti termici


Prima di procedere al calcolo del coefficiente di scambio Ho necessario valutare l'effetto dovuto all'inevitabile presenza dei ponti termici, che, nel caso di edifici esistenti, in mancanza di dati di progetto attendibili, pu essere determinato forfetariamente secondo quanto indicato nel prospetto 4 della UNI TS 1 1300-1. Qualora, come in questo caso, si voglia invece procedere a una determinazione precisa dello scambio termico attraverso i ponti

N ISO 14683:2008 considerando: termici, si deve fare riferimento alla UNI E


1. ponti termici di spigolo tra le pareti;
2. ponti termici di spigolo tra le pareti e solaio; 3. ponti termici di giunto tra parete e serramento.

Il coefficiente di scambio termico HDdiviene allora:

dove Ai e Ui sono rispettivamente l'area lorda e la trasmittanza termica dell' i-esimo componente, lke q k la lunghezza e la trasmittanza lineica del ponte termico lineare k-esimo, mentre ~i la trasmittanza termica del i-esimo ponte termico puntuale, che generalmente trascurabile. La UNI E N 14683 propone differenti valori di $i, a seconda della tipologia di giunzione tra elementi strutturali, ma anche a seconda che si usino le dimensioni interne o esterne dell'involucro edilizio. Nel seguito, per coerenza con il resto della trattazione e con la scelta delle superfici di scambio termico Ai, si far riferimento alle dimensioni lorde. Dalle tabelle di tale norma si ricavano: 1. ponti termici di spigolo tra le pareti: 9, = -0,lO (Tab. A.2 C2); 2. ponti termici di spigolo tra le pareti e solaio: q,= 0,95 (Tab. A.2 IF2); 3.ponti termici di giunto tra parete e serramento q3= O (Tab. A.2 W1 I].

Si esegue il calcolo esplicito per la Parete Nord:


HD,nord

= AnordUnord =

+Ilql + ' 2 q 2

+'393

(273 m* ) .[0,77 W/(m2K)] + (3,15 m). [(-0,10 W/(m K)] +

+ (10 m). [(0,95 W/(m K)] + (8,8 m). [(O W/(m K)] = (21.175 - 0,3 15 + 9,5 + O) W/K
= 30.36

WIK

dove li e 12 sono rispeitivamente l'altezza e la lunghezza lorde della parete nord e 13 il perimetro dei due serramenti presenti. Si osservi che dividendo per l'area, la trasmiitanza equivalente, maggiorata dai ponti termici, risulta 1 , l 04 W/(m2 K) contro l'iniziale valore di 0,77 W/(m2 K), con un aumento del 43% a causa della presenza proprio dei ponti termici. Per tutte le altre pareti i dati e i risultati del calcolo sono riportati in Tab. 1.6. Si trascurato il ponte termico dovuto al solaio superiore confinante con ambiente riscaldato.

Tabella 1.6 - Calcolo del coefficiente di scambio Ho

Il coefficiente globale di scambio termico dato da Hh;odi = HD+ HU+ HA

+ Hg in cui gli unici addendi non nulli sono HDe H".


Il coefficiente di scambio HD la somma dei coefficienti parziali HDtidelle
pareti (gi calcolati), dei serramenti e dei cassonetti (su esterno). Questi ultimi sono dati dal prodotto della trasmittanza termica per l'area lorda di ciascun componente. Si esegue a titolo esemplificativo il calcolo per l'orientamento Sud:
HD,w,uKI = Aw,&Uw= (2,4 m2).[3,18W/(rn2K)] = 7,63 WIK HD,,ss,, H ,-,
=A & .,

U , U ,

= (0,8 m2).[1 W/(m2K)] = 0,8 WIK = (2,5rn2).[2,1W/(rn2K)] = 5,25

=Aw,,

W/K

I risultati del calcolo per gli altri orientamenti sono riportati in Tabella 1.7. Sommando tutti i termini si ha Htr,adi= HD+ HU + HA + Hg = 155,68 + 33,70 + O + O = 189,38 W/K.
Tabella 1.7 - Calcolo dei coefficienti di scambio termico
Nord Sud Area serramenti A

Est

Ovest

, , 3 .l8 3 . l 8
3.18 3.18

Trasmittanza serramenti U Ho.w=Aw.Uw

753 7,63 7.63

Trasmittanza porta .U , Ho.pma=Amma'Uma Area cassonetti A

0.0 5,25

0,O

0,O

, , ,
0.8 0.8 0.8 0 . 8

Trasmittanza cassonetti H D.C~SS = U cnss

.A

Sommando tutti i termini HDi si ottiene infatti il coefficiente di scambio termico diretto HD = 155,68 W/K.

Il coefficiente di scambio termico Hu si ottiene moltiplicando il coefficiente


globale di scambio termico tra l'ambiente climatiuato e non climatiuato (in = 0,6 questo caso tra l'ufficio e il garage) per il fattore di correzione b+r,x
C

r...

C"'
,
v

2 '
: p
L.2
, , -

.-

.-:t

I1

(Prospetto 5, UNI TS 1 1300-1) per ambiente con serramenti esterni e con almeno due pareti esterne (per esempio autorimesse):

'-.

:.,

Hiu = (37,2 m ' ) . [ l ,51 wl(rn2 K)] = 56,172 WIK H , = (56,172 W/K) . O , 6 = 33,70 W/K

r; "" "". .
$-i

..~# a--

. . ,

.,::

::L,',

Sommando i termini si ha quindi:

Hk,,,di = HD+ H"

+ HA+ Hg = (155,68

+33,70

+ O + O) w/K

= 189,38

W/K.

7.4.5 Exiraflusso veno h vvltcr celeste


Per ottenere il valore dell'extraflusso verso la volta celeste necessario analizzare tutti gli elementi che si affacciano verso I'ambiente esterno e moltiplicare tra loro la resistenza liminare esterna, la trasmittanza Ui e l'area proiettata A ; , dell'elemento considerato, il coefficiente h, di scambio termico esterno per irraggiarnento e la differenza di temperatura AO,, tra ambiente esterno e volta celeste (UNI EN ISO 13790:2008):

Il valore del flusso dicielo va moltiplicato per il fattore di forma F, (0,5 per superfici verticali). Larea di captazione A;,, si ricava proiettando l'area in direzione verticale. Il coefficiente h, di scambio termico esterno per irraggiamento per i componenti opachi e e = 0,89 per i vetri (dati del problema), mentre la differenza di temperatura tra la superficie esterna e la volta celeste posta pari a 11 K secondo quanto prescrive la UNI TS 11300-1.

h, = E . 5 [W/m2K] con E = 0,9

A titolo esemplificativo s i esegue il calcolo per le superfici nord:

@c,sb,pa re,a

[0,04 (mZK ) w .[0,77 wl(m2 K)] .(27,50.0,5 mZ).(5.0,9).(11K) = 20,96 W

Serramenti:

@, , . , , , , . . = ,[ 0 , 0 4 ( m z K ) ~ ~ [ 3 , 1 8 W l ( m Z K ) ] ~ ( 2 . 4 ~ 0 . 5 m 2 ) ~ ( 5 ~ 0 ,=87,47 9)~W (11K)

In Tabella 1.8 sono riportati i risultati del calcolo per tutte le pareti, i cassonetti, i serramenti e la porta. 11 solaio non d luogo ad extraflusso verso la volta celeste non essendo affacciato verso l'ambiente esterno.
Tabella 1.8 - Colcolo dell'extrafluuo verso la volta celeste

."7

.o
.

o- 8 a,&'O,$?c, .L a

'

1 . 4 . 7 Calcolo degli apporti termici interni


Si possono trascurare i carichi interni prodotti negli ambienti non riscaldati adiacenti all'unit immobiliare considerata (garage).

Gli apporti interni derivanti dalla presenza di sorgenti dipendono dalla


destinazione d'uso dei locali. In base alla relazione riportata nel Par. 1 3.1 .I (UNI TS 1 1300-1) relativamente a destinazione d'uso residenziale si ha
Q,,, (5,924.A,,,,,
- 0,01557 . ) A ,,:

15,924, 64,86-0,01557.(64,86)2](24.31 h) = 206,73 kWh

i .4.8 Calcolo degli apporti sobri


Gli apporti solari comprendono in questo caso due contributi: 1 . radiazione solare incidente sulle superfici opache, 2. radiazione solare incidente sulle superfici trasparenti.
L'apporto solare il risultato del prodotto tra la superficie effettiva di captazione Asol,ke l'irradianza media mensile lsOl,k sulla superficie considerata moltiplicata per il fattore di riduzione dovuto alllombreggiatura Fsh,ob,k(in questo caso pari a 1 per tutti gli orientamenti in quanto non vi sono n ostruzioni esterne n oggetti orizzontali o verticali):

L'area effettiva di captazione delle chiusure opache data da:

prodotto tra l'assorbimento a,!,,, la resistenza superficiale esterna R,, la trasmittanza U , e la superficie A, del componente considerato. L e pareti esterne e i cassonetti hanno gradazione media per cui il coefficiente d'assorbimento

pari a 0'6.
L'area effettiva di captazione delle chiusure trasparenti, invece il prodotto tra il fattore di riduzione dovuto a schermature mobili Fsh,gl(in questo caso pari a 1 in quanto non vi sono schermature mobili), la trasmittanza dell'energia solare ggl (data da gin x 0,9), la frazione di area del serramento re-

segue -

Tabdla 19

[~rrronettt
Area dei cassonetti , ,A , Coefficiente di assorbimento a , ~ , Trasmittanza U , Resistenza superficiale esterna R ,

1 Nord /sud
0,8 0,6 6 0,8 0,6 6

~ s !t O
0,8 0,6 6

0,8 0,6 6

ABOl=%~u~,~~uc~%
Irradianza lso1 ~ ~ l m * Conversione in kwh/m2(lSo1/3,6) Fattore di ombreggiatura Fsh
.@*,I
t

0,04 0,04 1,5 0,42 1,OO 5,6

0,04 2,8

0,121 0,121 0,12 1,56 0,78 1,OO 1,OO

0,04

0,12
2,8 0,78 1,OO

Ami . f w t l 3.6

Fsh,ob

0.05 O,i8 0.09

0,OQ

Sommando tutti i termini trovati (e riassunti nelle caselle a sfondo grigio)

si ottiene @ I,,

= 6/17 kW al giorno di apporto solare che moltiplicato per 31

giorni del mese considerato d Q i,,

= 191(41 kWh. Si osservi che il fattore di ombreggiatura F,h il prodotto di tre termini:

dove Fhor

il fattore di ombreggiatura dovuto alla presenza di ostruzioni esterne (edifici),, , F il fattore di ombreggiatura dovuto agli eventuali aggetti orizzontali e Ffi, il fattore di ombreggiatura dovuto agli aggetti verticali.
I valori dei fattori di ombreggiatura dipendono dalla latitudine, dall'orientamento e dal mese considerato e dalle caratteristiche geometriche degli elementi ombreggianti e si determinano utilizzando l'Appendice D della

UNI TS 1 1300-1. Se non vi sono elementi ombreggianti, il corrispondente fattore di ombreggiamento viene posto pari a 1. Si procede nel seguito, a titolo esemplificativo, alla determinazione del fattore di ombreggiamento Fhor dovuto alla presenza di ostruzioni esterne per

i serramenti posti sulla parete sud qualora fosse presente un edificio prospiciente alto 9 m e distante 15 m (Figura 1.4).

innanzitutto necessario determinare l'angolo a come


a = arctg-

BC AB

= arctg

9-(3+1,8) 15

16"

1.4.9 Calcolo del fatrorrt &utilinazione


Il fattore di utilizzazione degli apporti dato da (relazione 26 dell1UNI TS 1 1300-1):

dove
Q,, T,=-= Q,,,

apporti dispersioni

a , =a,,

+-

'~.o

con aH,0 = l, Z H , ~= 15 h. La costante di tempo viene calcolata con l'espressione seguente (UNI E N ISO 13790:2008):

La capacit termica C , interna dell'edificio considerato pu essere ricavata dal Prospetto 16 della UNI TS 1 1300-1 in corrispondenza di: intonaco in gesso, isolamento interno, pavimento in piastrelle e un piano, ottenendo 95 kJ/(m2 K) e moltiplicando tale valore per la superficie netta delle pareti e di pavimento e soffitto. Sostituendo i valori numerici nelle relazioni precedenti si ottiene:

t=

195 kJ/(mZK)].[2.(6,9.2,7) + 2.(9,4.2,7) m2+ (64,86.2)m2]13,6 = 27,29 h (189,38 + 21,ll) WIK

ora possibile calcolare il fabbisogno netto di energia dell'edificio come:


QH".~ = Qt, + Q,.

-q

(Q,,, + Q,,) = (2824.43 + 306,29) kWh 0,99 (206.73 + 191,41) kWh = 2736,55 kWh

8.0'
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7 q

dove

la potenza termica nominale della caldaia mentre @gn pari a:

i 1

Essendo F1 > 4 si ha una correzione del rendimento pari a -5; F2: correzione per installazione all'esterno; in questo caso non si applica essendo il generatore installato all'interno; F4: correzione per temperatura media in condizioni di progetto: -1. Il rendimento di generazione risulta pertanto pari a (93 -5 -1

!
I i

1
l

di caldaia maggiore di 65 "C

1%

= 0'87

' Ign

Tabella 1.13

Cakolo delle perdite di generazione

Rendimento di generazione Perdite di generazione Q,,, Fabbisognt, generazione QH.nd + Q1.e + Ql,rn
+ Ql.an

0.87 474,64

3651,O5

Il consumo di energia primaria degli ausiliari (bruciatoree pompa) si calcola come prodotto tra

il fattore di carico del generatore FCg,,,

il tempo con-

venzionale di accensione del generatore tgn, la potenza elettrica assorbita W e il fattore di conversione da energia elettrica in primaria fp,el:

dove il fattore di carico calcolato come il rapporto tra la potenza media stagionale @gn,avg e la potenza termica utile nominale del generatore installato @pn: FC,,,
',n, =-

l
1

QPn

4,27 kWh 23kWh

856

.al!suaw asoq ns !+nua++o !JOIDA ! !++n+ opu~wwos o+undo+sanbo aua!++o !s alonuuo D!JD~!U -os op(o3 onbm !p auo!znpo~d o 1 ad o ! ~ o u ! ~ o!6~aua d !p ou6os!qqq 11

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4 M Y Z0' 189E = ( ~ M~ Y 6 ' 6 2+ ) ( ~ MSO' Y 1S9) = HdT)

CAPITOLO 2

VlLLETT'A SINGOLA
Il caso di studio che qui si analizza rappresentato da una villetta singola dificata nel 2000. Di questo fabbricato sono note le caratteristiche principali relative alla composizione dell'involucro e all1impianto, desumibili dalla relazione della Legge 10/91. Si vogliono calcolare il fabbisogno netto d'energia per il riscaldamento ed il fabbisogno d'energia primaria, relativi al mese di Gennaio. Il calcolo verr effettuato sulla base della procedura di valutazione standard descritta nelle norme UNI TS 1 1300.

2l
l

Descrizione generale del caso di studio

D
t

Il fabbricato stato costruito nel 2000 ed ubicato nella citt di Alassio (latitudine44"Nord) in provincia di Savona in una zona periferica della citt. la costruzione oggetto d'esame sufficientemente lontana dagli edifici limitrofi per cui possibile considerare nullo I'ombreggiamento da essi causato. La temperatura media nel mese di Gennaio nella citt d'Alassio pari a 8,6"C. La villetta, composta da un solo piano abitabile, presenta una pianta rettangolare, come si pu notare da Figura 2. l,ed un tetto a falde termicamente Iaolato. La chiusura orizzontale superiore divide il volume riscaldato da un mitotetto non riscaldato. L e finestre sono ombreggiate, dal cornicione del tetto, nolo sui lati Nord e Sud. In Figura 2.3 riportata la sezione A-A del fabbricato. L e pareti sono dipinte di bianco ed il tetto rivestito da tegole rosse, I'emissivit di tutte le superfici opache pari a 0,9. Il calcolo effettuato tramite le norme UNI TS 1 1300-1 e 1 1300-2 verr ~uddiviso in due parti: la prima, volta a determinare l'energia necessaria all'involucro edilizio per mantenere 20C all'interno degli ambienti nel mese in esame (fabbisogno netto mensile), la seconda atta a quantificare l'energia primaria necessaria agli impianti per assolvere i compiti di riscaldamento dell'ambiente e delllacqua calda sanitaria.

Osservazioni Il calcolo del volume netto e lordo verr fatto utilizzando i dati desumibili da pianta e prospetto e non applicando coefficienti correttivi.

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Tabella

2.2 - Caratteristiche e trasrnittanza delle trarnezze interne


I I

Tramezze interne

spessore conduttivit conduttanza,resistenza, densit descrizione strato [m] , [w/mK1 [w/(m2~)1 , [ ( m 2 K ) ~ ~ [kslm31 coefiiciente Iiminare interno 7,7 0,130 intonaco calce e gesso 0,01 , 0,7 0.014 Mattone forato in laterizio 0,08 5 0,200 intonaco calce e gesso 0,Ol 0,7 0,014 coefficiente liminare interno 7,7 0,130 Resistenza equivalente 0,488 Trasmittanza 2,049

calore specifico ikJl(kg K)1


1,o1 0.84 1.01

2.2.2 Chiusura oriaonbL superiore


Il volume riscaldato delimitato superiormente da un solaio orizzontale che comunica con un sottotetto chiuso al passaggio dell'aria. Il solaio composto come indicato in Tabella 2.3.
Tabella

2.3 - Caratteristiche e trasrnittanza del soffitto

Soffitto

, spessore conduttivit conduttanza resistenza massa areica


,
[~l(m~~ [ ()m ] Z ~ ) m l [kglm2] 10 0,100 0.057 24 2.857 0.350 298 0,021 36 10 0,100 0.628 1,592

descrizione strato [m] [WlmK] coefficiente Iiminare interno Intonaco gesso 0,02 , 0.35 blocco solaio laterizio 0,26 calcestruzzo 0,02 0,94 coefiiciente Iiminare interno Resistenza equivalente Trasmittanza

calore specifico [kJl(kg K)]


1,O9 1 0.88

La chiusura superiore, a falde, descritta in Tabella 2.4.


Tabella 2.4 - Caratteristiche e trasrnittanza del tetto
F a l d e del t e t t o
I

i spessore conduttivit conduttanza,resistenz~ massa areica I


Iml [WlmK]

0,06 calcestruzzo 0,025 0,94 fogli di materiale sintetico 0,004 1 0,23 cartone catramato 0,004 i 0,5 ,coefficiente Iiminare esterno1 Resistenza equivalente I I Trasmittanza

descrizione strato 1 icoefficiente Iiminare interno j i~avellone '

'
I

[ ~ l ( m ~ K ), ] [(m2K)/~ 10 O , 1O 0 1 7,143 , 0,140 t 0,027 0,017, 0,008 25 0,040

[kglm2]

37 45 4,4 64

0,332 3,012

2 . 2 . 3

Chiusum inkriore orizzonbb

Il pavimento appoggiato contro terra (considerare il fattore di correzione


opportuno) ed composto come descritto in Tabella 2.5.

Tabella 2.5 - Caratteristiche e trasmittanza del soffitto

1
,

l calore spessore condutt~vitconduttanzajresistenza massa areica specifico descrizione strato [m] , pVlmK] pVl(m2~)] [(m2~)/W]: [kglm2] ,[kJl(kg K)] ooefflciente Iiminare Interno 5,89 , 0,170 I Plrctrelle 0,Ol l 0,010 i 23 0.8 Colcestruzzo t 0,05 0,94 0,053 90 0.88 , blocco con polistirene 0.24 I 1.724 0,580 270 1 efficiente Iiminare E~terno J 0,040 I Resistenza equivalente 0,853 I Trasmittanza I 1,172 25

~ t ~ n t 0

'

'

2.2.4 Componenti vetrcrti


L e finestre sono di due tipologie che, per chiarezza, verranno chiamate

"a" e " b . Nella Tabella 2.6 sono riportate le caratteristiche geometriche dei
componenti vetrati.
Tabella 2.6 - Caratteristiche delle due tipologie d i finestre.
Finestre

1
t

nome a b dimesioni 'Altezza Larghezza ~ l t e z z a : ~ a r ~ h e z z a l [m] 1.4 1,2 l , 0,6 I t Area totale [mq 1.68 0,84 I Sup vetro [m2] 1.3 0,65 Sup telaio [m2] 038 0,19 Perimetro interno [m] 4,89 35 Rapporto 0,77 0,77 Perimetro esterno [m] 520 4,OO

'

Le finestre sono tutte costituite da doppio vetro non trattato di spessore pari a

4 mm ed intercapedine di 6 mm. Il telaio in legno. La trasmittanza, con certificato di prova di laboratorio conforme alle vigenti norme, dell'intero serramento

b pari a 2,9 W/(m2K).


Per quanto riguarda le altre caratteristiche si fa presenteche I'emissivit pari a 0.89 ed il fattore solare normale gin pari a 0,75.

2.2.5 P o m d'ingresso
Sul lato ovest del fabbricato posta la porta d'ingresso blindata in legno e acciaio. le cui caratteristiche vengono riportate in Tabella 2.7.
Tabella 2.7 - Caratteristiche delle due tipologie di finestre.
'~ortoncino blindato
calore spessore conduttivit conduttanza resistenza massa areica specifico

l
!

descrizione strato [m] [WIiIiK] coefficiente Iiminare Interno Quercia 0,025 0,216 Acciaio 0,OI 17 Quercia 0.025 0,216 coefflciente Iiminare Esterno Resistenza equivalente I Trasmittanza

[ w / ( ~ ~ K ) ][(m2~)/w]

[kg/m2]

[kJl(kg K)]
1,26
1,99

7,7

0,130 0.116 0,001 0.116


, 0,040 0.403 2,481

21,25 80 21.25

1,26

25

2.2.6 Ponti termici


I ponti termici verranno calcolati mediante una maggiorazione della trasmittanza. Tale maggiorazione, s i desume dal Prospetto 4 della UNI TS 1 1 300 - 1 . Nel caso in esame, la tipologia di struttura a cui fare riferimento identificabile con la definizione di "parete a cassa vuota con isolamento nelI'intercapedine, senza correzione del ponte termico", cui corrisponde una maggiorazione del 20%.

2.3

Impianto di riscaldamento

rimpianto assolve al compito di scaldare l'acqua sanitaria e l'energia necessaria per il riscaldamento invernale.

di fornire

2.3.1 Emissione
L'emissione awiene tramite termosifoni posizionati sulle pareti esterne. L'erogazione d'acqua calda awiene tramite rubinetteria standard.

1i

La regolazione awiene tramite v a k l e termostatiche montate su ogni

.!+!n+o~6 od od do q6 !#o~#os ouuo~ qonb allo 'auo!zol!+ua~ DIID pa auo!ss!wsoJ+ DJIDa+nAopa+!p

ad allap DwwOS DllDp D+DpDJDS D#aU Ds!WJa+o!6~aua~l alo~od aJ+lDUl


' L-OOE L L S I INfi ollaP L auo!zonba,llo o+uaw!Jaj!JaJq aJJosso !pu!nb a !~olosoddo do q6 a !uJa+u!y ~ o d -do q6 D ! S auo!zol!+uaA ad a aUO!SS!uiSDJ+ ad !uo!s~ads!p al D!S aJDJap!SUOs

o!Jossasau a oJsnloAu!,llap alouJaAu! ouau ou6os!qqoj lap oloslos l! Jad


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.o)nwnsso,p !wa+s!s!+uasa~d ouos !A u o ~

.ozzaq6unl !p a U O+UauiDIOS!lp aqs!+S!Ja#DJi33a( au a+ououos uou assa !p ow 'o+uaw!~od lau a+o6auuoouos !uo!zoqn+e1

auoFn9!4s!a

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'3, L D ! J Da ~ l~uo!zrd -o~d opuoq o o+uawouo!zunjuos (a+ua!qwolpauo!zqo6a~) a+uoplo3so d ~ o ~

Questi ultimi sono dati dalla somma tra l'apporto solare e gli apporti interni, moltiplicata per un coefficiente d'utilizzazione che d conto dell'effettiva parte di questa energia, che pu esser considerata utilmente recuperata. Nel caso considerato viene calcolato il fabbisogno di energia netta e quello d'energia primaria relativi al solo mese di Gennaio. Si fa notare che se si desidera ottenere il valore finale in Joule o MegaJoule occorrer riferirsi al periodo di tempo valutato in secondi. Di seguito si riporta il calcolo per il mese di Gennaio (31 giorni): 3600 secondi/ora 24 ore/giorno 31 giorni/Gennaio = 2678400 secondi pari a 2,6784 Mega secondi

Determinazione delle superfici e dei volumi

Tabella 2.8 - Dimensioni esterne dell'involucro

Tabella 2.9 - Dati generali calcolati

La superficie utile stata determinata a partire dalle dimensioni, in pianta, interne, senza considerare lo spazio occupato dai tramezzi. Per determinare le dispersioni d'energia imputabili all'involucro anche necessario calcolare le superfici disperdenti dei diversi componenti. A tal fine bisogna individuare gli elementi a contatto con l'esterno o con ambienti di-

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mentre la distanza dal centro della finestra all'aggetto calcolabile a partire dalle dimensioni della finestra e dalla distanza della stessa dalla soletta inferiore. Nella Figura 2.4 viene riportato un particolare di una sezione ove sono messe in evidenza le dimensioni caratteristiche dell'aggetto.

b
Figura 2.4
Particolare drll'oggetto

L a Tabella 2.12 riassume le caratteristichedegli aggetti e mette in evidenza le finestre da essi interessate.
Tobello 2.12 - Corotteristiche e posizione degli oggetti in relazione alle finestre

Superfici opache
Per le superfici opache, facendo riferimento alle dimensioni esterne di Tabella 2.8 ed avendo cura di scorporare dalla superficie lorda la parte occupata dalle finestre e dalla porta, si pu ricavare Tabella 2.13.

Od

'-

Tiibello 2.13 - Determinazione delle superfici opache verticali ed orizzontali

!
Anche le pareti verticali opache volte a Nord ed a Sud sono interessate da aggetti. Riconsiderando la Figura 2.4 si ottiene la seguente tabella.

Tabella 2. I4 - Caratteristichee posizione degli aggeiti in relazione alle superfci opache.

i
I

su-perfici o ache con Nord Ovest

mf&f$

2.4.I Ccrlcolo del calore disperso per hasmissione


Il calcolo del calore disperso per trasmissione va effettuato considerando cinque contributi: calore disperso da componenti opachi e vetrati che separano ambiente riscaldato da ambiente esterno (caratterizzatodal coefficiente di scambio termico diretto Ho); calore disperso dal pavimento (caratterizzato dal coefficiente di scambio termico stazionario HG);

1 i 1

Tabdla 2.15 - Calcolo del coefficiente di scambio termico diretto per ogni parte d'involucro di separazione tra ambiente riscaldato ed ambiente esterno.
Trasmissione diretta Esposizione Superfici [mz] Ui p/(m2K)] Correzione per PT HD, [W/Kl Trasmissione diretta Esposizione Superfici [m2] U ,t,,,, [W/(~~K)I HD~ W/Kl Trasmissione diretta Esposizione Superfici [m2] U W/(mZK)l

Parete Nord 46,14 0,48 20%


26,58

42,78 0,48 20% 24,64

icale esterna Ovest 27,75 0.48 0,48 20% 20%


15,98 16,59

Nord 3,36 2,9 9,74

6,72 2,9 19,49

etrate Ovest 3,36 2.9 9,74

r#

4,2 23 12,18

Porta Nord Ovest 1,89

, , , ,

HD, WIKI

Sommando tutti i termini HDisi ottiene

H, s i ottiene moltiplicando il coefficiente globale di scambio termico H;,


tra l'ambiente climatiuato e non climatizzato (in questo caso tra I'ambiente della villa ed ,, che di H in quanto
btrx

il sottotetto sigillato) per il fattore di correzione btrx


ma an-

Per poter calcolare btrx necessario sia conoscere il valore di H ; ,


= Hue/(Hiu+HueI

Nel caso in esame Hi, = prodotto tra superficie lorda del soffitto per la trasmittanza dello stesso. H ,,
= prodotto tra la superficie delle falde del tetto (lorda) per la corri-

spondente trasmittanza. H;, = 150 m2 1,592 W/(m2K) = 238,8 W/K H ,, = 173,O m2 . 3/012 W/(m2K) = 521,08/K

btrX = 521 ,O8 W/K / (238,8 W/K + 521,08W/K) = 0,686 Una volta noto il valore di btrx, il calcolo delle dispersioni tra ambiente
climatizzato e non climatizzato immediato, infatti:

I risultati ed i dati per il calcolo sono riassunti nella tabella seguente


Superficie del solaio superiore [m2] Trasmittanza del solaio [W/ 150

H," [WIKI Angolo [rad]

HG si ottiene moltiplicando la superficie di contatto tra il pavimento ed il


terreno per un coefficiente correttivo e per la trasmittanza della parte di pavimento compresa tra l'ambiente interno e lo spazio sottopavimento. In questo caso si prende la trasmittanza delliintera soletta, in quanto essa risulta tutta fuori terra (vedere prospetto est). Il coefficiente correttivo btrg si determina direttamente dal prospetto 6 della norma UNI T S 1 1300-1. nel caso in esame, per pavimento contro terra, vale O,45.

H6,di si ottiene, come detto, sommando i termini HDH" HAe HG


Nel caso in esame si hanno i valori riportati in Tabella 2.1 6.
Tabella 2.16 - Riassunto dei coefficienti di trasmissione

Scambio con I' ambiente esterno Scambio col terreno Scambio con altro ambiente non climatiu Scambio con to

HD HG

139,6 79,l

Extraflusso verso la volta celeste


L'ultimo termine da considerare per poter poi eseguire il calcolo del calore disperso per trasmissione I'extraflusso verso la volta celeste. Il termine in questione deve essere calcolato per tutte le superfici rivolte verso l'esterno e quindi, in questo caso, per: muri; finestre; porta; falde del tetto.

Eseguendo unlinterpolazione lineare tra 1 e 0,8 si ottiene come fattore d'ombreggiatura 0,93. Procedendo con i calcoli si ottengono i dati riportati in Tabella 2.1 7.
Tabella 2.17 - Calcolo dei fattori dlombreggiamento

Sia per la parete a Sud che per le finestre poste a Sud, come gi detto, andr considerato solo F,h (Nord), cio 0,84 per le finestre e 0,88 per la parete. A questo punto possibile determinare il coefficiente di forma per ogni superficie. Sempre nel caso della parete posta a Nord si avr:

!
1

F, = 0,88

- (l +cos 90)/2 = 0'44


(l +cos 90)/2 = 0,42

Nel caso delle finestre poste a Nord si avr:

F, = 0,84

Nel caso delle Falde del tetto (inclinate di 30' sull'orizzontale) tale fattore : F, = 1 (l +cos 30)/2 = 0'93

l . area proiettata di ciascun componente: nel caso in esame l'unica superficie che andr proiettata quella delle falde del tetto. Considerando l'area lorda effettivamente appoggiata alla struttura della casetta si avr:

A falde proieitata = 15010 m2 2. resistenza liminare esterna: si determina direttamente dalla norma ISO
6946. Nel caso in esame si avr: per componenti verticali: 0,04 (rn2K)/W per componenti orizzontali: 0,04 (m2K)/W

3. trasmittanza dell'elemento considerato Ug per ogni elemento affacciato


verso la volta celeste occorre considerare la sua trasmittanza calcolata nel paragrafo 2.2. Per la parete Nord, ad esempio, si ricorda che la trasrnittanza

pari a 0'48 W/(m2K)

4. coefficiente h, di scambio termico esterno per irraaaiamento: si calcola semplicemente come:

h, = E
ove
E

5 W/(m2K)

= emissivit, posta pari a 0,9 per i componenti opachi e a 0,89 per

vetri (dati del problema). Per la parete Nord

h,

= 5 W/(m2K) 0,9 = 4,5 W/(m2K)

5. differenza di temperatura tra la superficie esterna e la volta celeste:


posta pari a 11 K secondo quanto indicato nella UNI TS 1 1300 - 1
I

Considerando, quindi, per tutte le superfici una differenza di temperatura gono riportati i risultati del calcolo per ogni superficie interessata.
Tabella 2.18 - Calcolo dell'extraflusso verso la volta celeste

ii di 1 1 K si pu calcolare l'entit dell'extraflusso totale. Nella Tabella 2.1 8 ven,

extra flusso [W]

4,64

831,94

946.1 4

Sommando, quindi, tutti i termini relativi agli extraflussi di ogni superficie affacciata all'esterno si ottiene I'extraflusso totale che, nel caso in esame,

B pari a 946,14 W.

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2.

NOTA:
nel calcolo del guadagno solare, pari a 1 per le superfici opache proviene da una nota contenuta nella norma UNI TS 1 1300-1. Tale nota, probabilmente, verr tolta nella prossima revisione della norma. Quando ci avverr baster eseguire il calcolo considerando i valori cormiti dei coefficienti per le pareti opache riportati nella Tabella 2.1 7. Di seguito si riporta volte a Nord:

Il fatto di porre i fattori d'ombreggiatura,

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CL

"...

."S

Di seguito, per maggior chiarezza si riporta anche il calcolo del guadagno per le finestre poste a Sud:
Qsoi finestre sud

[ N ] = 4ff.fin.sud [m2] ' irr~dianza


= 3,493 m2

giorno)] 0,91

'

Fsh, sud

31 [giorni]
Q s o i finestre

10,3 MJ/(m2 giorno)

. 31

giorni =

1o14,94MJ
In Tabella 2.20 si riportano i risultati in termini di MJ/giorno per tutti gli elementi interessati dal guadagno solare.
Tabella 2.20 - Calcolo degli apporti solari giornalieri

Considerando i 31 giorni del mese di Gennaio si ottiene un apporto so,i lare totale Q

pari a 2375,87

[ M I

NOTA: Per

il calcolo degli apporti solari dovuti all'ambiente non riscaldato

(sottotetto) bisogna considerare il fattore di riduzione l-btr, ove btr era stato calcolato nel paragrafo 2.4.1 e risulta pari a 0,686.

Non tutti gli apporti, interni e solari, possono effettivamente essere considerati come "guadagnati".

necessario calcolare un fattore d'utilizzazione di tali apporti, che si determina in base alle caratteristiche di capacit termica dell'ambiente riscaldato. Al fine di determinare il valore numerico del fattore d'utilizzazione innanzi H dato dal rapporto tra gli apporti tutto necessario calcolare un coefficiente y termici totali (somma tra solari ed interni) e lo scambio termico totale (dato dalla somma tra il calore disperso per trasmissione e quello disperso per ventilazione). y~ = (2375,87 MJ + 1 1 50,94 MJ) / (1 421 3/30 MJ + 1 102,27 MJ) = 0,230 poich il valore di y H compreso tra O e 1 termina nel seguente modo:
T H =~ (1 -~ YHO /(l ~ ) -YHO~+')

il fattore d'utilizzazione si de-

ove il fattore aH si calcola come somma tra a ~ (per 0 il calcolo mensile va posto pari a 1 ) ed

il rapporto tra la costane di tempo termica T, ed il tempo


15 ore.

di riferimento TO di

Il calcolo della costante di tempo va effettuato nel seguente modo: T = CiCi(pi ci di Ai) / (3,6 HT)
ove

i = indice degli elementi, opachi, affacciati all'ambiente riscaldato i = indice degli strati, componenti i singoli elementi.
p = densit dello strato i-esimo [kg/m3]
C

= calore specifico dello strato i-esimo [kJ/(kg K)]

d = somma degli spessori dello strato i-esimo [m] A = area netta dello strato i-esimo di elemento opaco [m2] 3,6 = fattore per ottenere il risultato in ore [chilo - secondi/h] HT= Htr,adi + H~e,adi

Nel caso in esame si ha:

HT= 382,s + 36,l = 41 8,6 W/K

NOTA: Gli strati da considerare per il calcolo sono solo quelli che, a partire dal lato interno dell'elemento o concorrono a formare i primi 1 O centimetri di spessore dell'elemento oppure precedono l'eventuale strato di materiale isolante presente. Tra i due limiti va scelto quello che d lo spessore minore.

Si ricorda, inoltre, che il prodotto tra densit p e spessore d d luogo alla


massa areica. Per il caso in esame, gli elementi da considerare per stante di tempo termica sono: chiusure verticali; portoncino blindato; chiusura orizzontale inferiore; chiusura orizzontale superiore; tramezze interne.
1

il calcolo della co-

I
,
j

Di tali elementi viene considerata la superficie rivolta verso l'ambiente riscaldato al netto di eventuali componenti vetrati. Di seguito si riporta un esempio di calcolo di z eseguito nelllipotesi che sull'ambiente riscaldato siano affacciate le sole chiusure verticali. Considerando le caratteristiche delle pareti esterne (Tabella 2.1 ), si trova che il primo strato di materiale isolante si trova dopo lo strato di 1 cm d'intonaco e dopo lo strato di 12 cm di mattoni, per cui il limite da considerare dei corrispondente a 1O cm. Definito questo, la costante t si determina nel modo seguente:

e quindi: z = 4,9

Nelle prossime tabelle viene riassunto il calcolo per tutte le superfici affacciate sull'ambiente riscaldato. In dette tabelle compare un termine indicato . , Tale termine rappresenta il prodotto tra: densit, spessore e calore come C specifico per i soli strati che vanno considerati ai fini del calcolo della costante di tempo.

Tabella 2.21 - Elementi per

il calcolo della costante oraria

Descrizione strato Intonaco gesso IBlocco solaio laterizio calcestruzzo Calcestruzzo cm totale [ k J / ( r n 2 ~ ) ] ,Prodotto tra cm e A [kJ/K] Superficie [m2]

0,26 0,02

[kg/m3] 1800 1146 1200

,
'

[kJ/(kg K)] 1,O9 1 0,88

[kJ/(rn2~)] 39.24 91.68


O

130,9 17527,51 133,9

ecifico Descrizione strato quercia Quercia 'acciaio Acciaio ,quercia Quercia cm totale I ~ J / ( ~ ~ K ) ] Prodotto tra cm e A [kJ/K] Superficie [m2] Irn] 0,025 0,Ol 0,025 [kg/rn31 850 8000 850 [kJ/(kg K)] 1,26 1,99 1,26

Cm

[kJ/(rn2~)] 26,78 159,2 26,78 212,75 402,lO 1,89

Considerando l'equazione per determinare la costante di tempo termica si trova: z = 35,674 h Il fattore a~ pari a: a" = 1 + 35,674 h/ 15 h = 3,378 Per cui il fattore di utilizzazione pari a: qHgn = 0,995 Una volta noto il fattore di utilizzazione si pu calcolare la parte d'energia effettivamente guadagnata come: q ~= ~(2375,87 , M J + 1 150,94 MJ) 0,995 = 3509,18 MJ (Q;,, + Q , I ) Nella Tabella 2.22 sono riassunti i calcoli effettuati.
Tabella 2.22 - Riassunto dei principali risultati per il cakolo delllenergia netto necessaria per il riscaldamento

'ventilazione QHWLMJI

1
Coeficiente di ventilazione Hve,adj[WIKl

1102.27
I I

36,l

apporti termici Qont[MJ1 flussi interni ambiente riscaldato Jy ambiente non riscaldato [W] apporti solari Q801 [MJl Guadagno solare ambiente riscaldato [MJlgiorno] ambiente non riscaldato [MJlgiorno] Fattore
I

I 1 50,941
429,71 O

2.4.7 Determinazione del fbbbisogno n *


per riscaldamento
Il fabbisogno netto di energia dell'edificio per nel nel seguente modo:

dell'edificio

il riscaldamento si calcola

QHnd = 14213/30 + 1 102,27 MJ - (2375,87 MJ + 1 150,94 MJ) . 0,995=

1 1806,39 M J QHnd = 1 1806,39/3,6 = 3279,6 kWh

2.5

Calcolo del fabbisogno di energia primaria per riscaldamento

Una volta determinato il fabbisogno netto d'energia dell'involucro necessario considerare il comportamento delltimpianto che ha il compito di fornire il riscaldamento. Gli elementi da considerare, in generale, sono: 1. sistema d'emissione; 2. sistema di regolazione; 3. sistema di distribuzione; 4. sistema d'accumulo; 5. sistema di generazione. Per il caso in esame, l'unico sistema assente quello d'accumulo, non essendo prevista l'installazione di serbatoi per lo stoccaggio dell'acqua calda. L'impianto serve per il riscaldamento dell'abitazione e per fornire l'acqua calda sanitaria. Il calcolo del fabbisogno d'energia primaria verr eseguito con il metodo semplificato della norma UNI TS 1 1300-2. Per tener conto del fatto che il sistema combinato (riscaldamento + ACS) e considerando che nel mese di Gennaio vi sia riscaldamento sia produzione di acqua calda sanitaria, al fabbisogno netto dell'edificio Q H d , andr sommato il termine QpWcio il calore necessario per la produzione delltacqua calda sanitaria (applicazione del metodo semplificato, caso in cui si distinguono due periodi, periodo di riscaldamento in cui si considera la somma dei fabbisogni, e periodo estivo, in cui va considerato solo il fabbisogno per ACS). Sommando al termine Q H d + QpW tutte le perdite dei sistemi componenti l'impianto ed i consumi di energia elettrica, degli eventuali ausiliari, questi ultimi moltiplicati per il fattore di conversione fep, si ottiene il fabbisqno di energia primaria per il riscaldamento. Nel caso in esame, ci si awale, per desumere il rendimento dei diversi sistemi, delle tabelle e dei prospetti contenuti nella UNI TS 11300-2.

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quella d'acquedotto viene posta pari a 25 K. Considerando una densit pari a 1000 kg/m3, cio di 1 kg/l ed il calore specifico pari a 4,186 k)/(kg K) si avr che l'energia necessaria per il riscaldamento dell'acqua sanitaria, nel mese di Gennaio, sar pari a:

Q h w = (190,14 I/giorno . 3 lgiorni 1 = 61 6,8 M J


cio:

kg/l

4,186 kJ/(kg K) . 25 K)/1000

= 171'3 kWh

Nella Tabella 2.24 vengono riassunti i valori dei parametri utilizzati per il calcolo ed il valore del calore necessario per la produzione d'ACS
Tabella 2.24 - Cakolo del fobbisogno di calore per ACS

2.5.2

Calcolo del fabbisogno di calore tofale

si possono calcolare le perdite dei vari sistemi componenti l'impianto, dato dalla somma tra QH ,d e QhW per
semplicit tale somma verr indicata come Qhtot. Nel caso in esame tale energia ammonta a:

Il dato d'ingresso, a partire dal

La villeita ha, come sistema d'emissione, caloriferi sistemati sulle pareti esterne.

Il carico termico, in questo casa calcolato su base mensile, pari a: 9,4 W/m3
Tale carico termico stato calcolato come rapporto tra Qhtot (espressa in

Wh) ed il prodotto tra le ore di riscaldamentocomponenti il mese in questione


ed

il volume lordo dell'edificio.

I muri risultano isolati, pertanto il rendimento del sistema, desumibile dal proS 1 1300-2 pari a 0,94 (locali con altezza < 4 m, caspetto 17 della UNI T rico termico compreso tra 4 e 10 W/m3, metodo di calcolo A2, semplificato) Il calcolo delle perdite del sistema allora (Tabella 2.25):

Tabella 2.25 - Cakolo delle perdite di emissione

i
i

2.5.4 Perdite per regolazione


La regolazione delllimpianto awiene tramite valvole termostatiche che controllano la temperatura per ogni singolo ambiente con banda proporzionale ad 1"C. Considerando il prospetto 20 della UNI T S 11300-2, il rendimento del sistema pari a 0,97, per cui (Tabella 2.26):

Tabella 2.26 - Calcolo delle perdite

di regolazione

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invernale d'energia termica dell'edificio; utilizzare la somma precedente come dato di input seguendo le operazioni indicate nei paragrafi 2.5.2 e seguenti, ottenendo cos il fab-

bisogno d'energia primaria per il periodo di riscaldamento.


Per ottenere I'energia primaria necessaria per il periodo dell'anno di sola produzione di ACS occorre: calcolare il fabbisogno termico per la produzione di ACS per ogni mese dell'anno in cui il riscaldamento non acceso, procedendo sempre come nel paragrafo 2.5. I . Sommando tutti i kibbisogni mensili s'ottiene il termine Qh,w; determinare le perdite di erogazione Qi,w,,r, considerando un rendimento fisso di tale sistema, q ,,, pari a 0,95 secondo l'equazione:

determinare le perdite per distribuzione, Qirw,d, secondo l'equazione

ove

si ricava dal prospetto 30 della UNI TS 1 1 300-2 e nel caso in esame vale 0,08 (sistema, senza ricircolo, installato dopo l'entrata in vigore della legge 373/76); le perdite del generatore ed il fabbisogno elettrico delllimpianto vanno calcolate procedendo come nel paragrafo 2.5.6 e 2.5.7, utilizzando, per, come dato di input la somma delle perdite del sistema (erogazione e distribuzione) e del [abbisogno termico per la produzione di ACS,
Qh,w; sommando: 1. il fabbisogno termico per la produzione di ACS QhSw 2. tutte le perdite del sistema di produzione (regolazione, distribuzione e generazione) Ql,w,er/ QI,w,~ 3. l'energia primaria necessaria per il funzionamento degli ausiliari.

flwd

si ottiene il fabbisogno d'energia primaria del sistema per il periodo non invernale.

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Tabella 3.3 Camtfsrirtiche e trormihnza dei muri esterni


dall'interno verno I'enterno

I 1 Mattone forato

Resistenza superficiale interna Intonaco di calce e aesso Intercapedine d'aria Mattone forato Intonaco di calce e cemento

/ p [kglm3] I I
1 1
1400 800

L [m]

I h[Wl(m K)] I
1 /
0.7 0.3

R [(m

K)IW]

1 1

-800 1800

0.02 0.12 0,06 0,15 0,02

1 1

-0,3 0.9
I

I Resistenza su~erficiale esterna

0,13 0.029 0.400 0,180 0,500 0.022 0.04

1 1

Resistenza fatasile

Trasmlttsnre

1,30 (mZK)/W O,77 Wl(rn2K)

4
Figura 3.2

'
L
L

Sp. 370 mn

Stratigrafia dei muri esterni

La parete verso vano scale in calcestruzzo e ha uno spessore di 34 cm con la stratigrafia riportata in Tabella 3.4.
Tabella 3.4 - Caratteristiche e trasmittanza della parete verso il vano scale
Materiale dall'interno verso l'esterno Resistenza superficiale interna Intonaco di calce e gesso Calcestruzzo Intonaco di calce e cemento 1 I Resistenza superficiale interna /

, i

DensftB . . . .Spessore . .. Conduttlvith

Resisenza R [(m2 K)IW]

/
1

p [kplm3]

L [m]

1[Wl(m K)]

1400 2400 1800

1 I

0,Ol O3 0.01

1 I

0,7 1.66 0.9

0,13 0,014 O 181 0.011

I valori della conduttivit termica degli intonaci e del mattone forato, in assenza di dati pi precisi, sono stati ricavati daIl1Appendice B (Struttura 12) della UNI TS 1 1300-1, mentre quelli del calcestruzzo sono stati desunti dalla UNI 10351. 1 valori

di resistenza superficiale interna ed esterna e della re-

sistenza dell'intercapedine d'aria sono desunti dalla UNI 6946. La gradazione della finitura esterna delle pareti e dei cassonetti media.

-Ja+aloJ+uaDu! o+on+!s a 'ouo+aw o o+o+uaw!lo 'o!oplo3 DI :auo!zo~aua6 .s !o~nuin33o,p!wa+s!s!+uasa~d ouos uou :olnwn33o .p

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lau o!u!uiopuo~lap auo!znJ+soDo 1 a+uoJnpo+ollo+su! '!+uo+uowauuol

ozuapuods!~~o3 u! !+on+!s !JO+D!~DJ a+!woJ+ aua!Mo auo!ss!wa,l :auo!ss!wa . L :!+uan6asal ouos

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Tabella 3.6 - Superfici disperdenti

Ne risulta che la superficie disperdente pari a


zAmapsraii-A,,+A,d+A,, + A ,

-(27.09+15,59+36,54+26.62)m2 -105,84mZ

per cui il fattore di forma S/V, rapporto tra la superficie disperdente verso esterno o ambienti non climatizzati e il volume lordo riscaldato vale (105/84 m2 / 264'6 m3)= O,40 m-'.

3.4.2 CQICO~O del calore disperso per tmsmissione


Il calcolo del calore disperso per trasmissione va effettuato considerando, come nei precedenti capitoli, cinque contributi:

il calore disperso dai componenti opachi e vetrati che separano I'ambiente riscaldato dall'ambiente esterno (caratterizzatodal coefficiente

di scambio termico diretto HD); il calore disperso dal pavimento verso il terreno (caratterizzato dal coefficiente di scambio termico stazionario Hg): in questo caso nullo in quanto il solaio inferiore confina con un altro appartamento; il calore disperso attraverso elementi di separazione con ambienti non riscaldati (caratterizzato dal coefficiente di scambio termico H"): in questo caso attraverso la parete verso il vano scale; il calore disperso verso ambienti scaldati da altri impianti (caratterizzato dal coefficiente di scambio termico HA): in questo caso nullo essendo gli ambienti confinanti comunque a 20 "C;
I'extraflusso disperso per irraggiamento verso la volta celeste. La somma dei coefficienti di scambio fornisce il valore del coefficiente globale di scambio termico per trasmissione corretto HtLadi.

Il coefficiente di scambio HD la somma dei prodotti tra le aree lorde dei

lj
1

componenti verso l'esterno (caratterizzatedalla stessa trasmiitanza) e la corrispondente trasmittanza corretta per tener conto dei ponti termici (Fi,PT).

H ,

1Ai U,
I

,,,i '

A titolo esemplificativo si esegue il calcolo per la parete nord (maggiorarione per ponte termico 10%): H ,,
nord =

(23,69 m2). [0,77 W/(m2 K)]

1 .l= 20,06 W/K

In Tabella 3.7 riportato il riassunto dei risultati dei calcoli eseguiti sia per i componenti opachi sia per quelli vetrati.
Tabella 3.7 - Calcolo dei coeficienti di scambio termico

1 I Area A, al netto di s

(
e

cassonitti

Nord r

Sud a

23,69

11,63

Est ? 28,92

Ovest y l

2413)

Area serramenti A , Trasrnittanza serramenti U ,

2,805

3,36 3,8 12,77

6,12 3,8

, ,

38 10,86

3,8 0.00 1,89 1,8 3,40 0


6

Ho.serr = U w , w .A",

23,26

( Area porta A,
Trasmittanza porta U,
&.p

0 1,8 0,OO

01 18-

1,8 0.00 0,61

= u p .4

0 . 0 0
1,51

(Area cassonetti ,,A ,

I Trasmittanza cassonetti U , , , ,

1 1

0,61

1 /

Sommando tutti i termini riportati nelle caselle a sfondo grigio, si ottiene il coefficiente di scambio termico diretto, pari a: HD = 1 17/29 W/K. Il coefficiente di scambio termico Hu si ricava invece moltiplicando il coefficiente globale di scambio termico H;, tra ambiente climatizzato e non climatizzato (in questo caso tra l'appartamento e il vano scale) per il fattore di correzione della temperatura b+,, = 0,4 (Prospetto 5: ambiente con una parete esterna):

I'KI~5lA/lONI l.NI K(il,l l('llL: DEOLI EDIFICI KI:SIIU~N/iAIl

Hi, (2473 m2). [2,15 W/(m2 K)] - 1,3 + 1/89m2. [ l ,8 W/(m2 K)] = 72/52 W/K H , = 72/52 W/K 0,4 = 29/01 W/K
P

Sommando tutti i termini si ha Htr,adi = HD + H" 29/01 + O O = 146/30 W/K.

+ HA + Hg = 1 17,29 +

3.4.3 Exfraflusso veno la volta celeste


Per ottenere il valore dell'extraflusso verso la volta celeste necessario analizzare tutti gli elementi rivolti verso l'ambiente esterno e moltiplicare la resistenza liminare esterna, la trasmittanza Ui e l'area proiettata A i , dell'elemento considerato, il coefficiente h, di scambio termico esterno per irraggiamento e la differenza di temperatura A O , tra ambiente esterno e volta N ISO 13790:2008): celeste (UNI E

Il valore del flusso ~ ~ ~ va ,i, moltiplicato per il fattore di forma F, [0,5 per superfici verticali). L'rea di captazione A i , si ricava proiettando l'area in direzione verticale. Il coefficiente h, di scambio termico esterno per irraggiamento e h, = E . 5 [W/m2K] con E = 0,9 per i componenti opachi e 0,89 per i vetri (dati del problema), mentre la differenza di temperatura tra la superficie esterna e la volta celeste posta pari a 1 1 K secondo quanto indicato nella UNI T S 1 1300-1. In Tabella 3.8 sono riportati i risultati del calcolo. Sommando, quindi, tutti i termini (caselle in grigio) si ottiene I'extraflusso totale pari a 1 10,71 W. Il calore disperso per trasmissione si determina moltiplicando il coefficiente globale di scambio termico per la differenza di temperatura tra l'ambiente interno ed esterno (temperatura giornaliera media mensile esterna), sommato alllextraflusso dovuto all'irraggiamento verso la volta celeste, per il tempo in ore che compone il periodo in esame:

3 . 4 . 4

Ccrlcolo del J o r e disperso per ventilazione

Il calcolo del calore disperso per ventilazione si ottiene moltiplicando tra loro la portata, la capacit termica volumica dell'aria di rinnovo, la differenza

5 o

.=
a

' = O 2 ' o o4

7 :

.C

E :+ .$
Y

o . = c-0

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Q c h . 0
al

9 4 jz.>

.E

C g

Si esegue esplicitamente il calcolo per la parete e i serramenti nord:


Asol,nord = 0'6. [0,04 (m2K)/W] . [0,77 wl(m2 K)] .(23,69 .0,5 m*) = 0,44
=1

m2

.(0,44 m2) .(1,3 kW/m

) 13,6 = 0,16 kW

A,ol,,no,

1.(0,89.0,9).(1- 0,2).(23,69.0,5 m2)= 1,72 m2

@sol,w,nord= 1.(1,72m2).(1,3 kW/m2)13,6= 0,62 kW

I risultati del calcolo per tutti gli orientamenti sono riportati nella Tabella
3.9. Sommando tutti i termini trovati (e riassunti nelle caselle a sfondo grigio)

si ottiene

= 9 kW al giorno di apporto solare che moltiplicato per il tempo


= 235'37

, corrispondente ai 31 giorni del mese considerato d: Q


dell'involucro edilizio riportato in Tabella 3.10.

k~h.
i

Il riepilogo dei parametri di scambio che concorrono al bilancio termico

3.4.7

Ca/mlodel h r e 'uti/izzazione

il fattore di utilizzazione (0,95 dato nel testo) ora possibile calcolare il fabbisogno netto di energia dell'edificio come:
Essendo noto

Tabella 3.9 - Cakolo degli apporti solari


Area serramenti A,

2805

336

1 1 .Fatiore di ombreggiarnento schermature Fsh.., 085 085 gai" 0,765 0,765 ggi= 0,9 . &in

6-12 1 O85

Irradianza I,,,

~~1i-n~

Conversione in kwh/m2 (1,,1/3 8 ) Fattore di ombreggiamento FS,


. i &I,

O36

150

O72

hl 3.e .f*,*

1~01 1001 1DO O,@ l # t 3 1 2,T

Compon$nte epaeo
Area A , , , l , Coeiiiciente di assorbimento u Trasmittanza U , Resistenza su

Nord
08 O77

Sud E s t
2892 08 O 77

2389 1183

O8
O77

Fattore di ombreggiamento Fsh

+wP&.&#ai81f~&,

'

1 ad+1Lo,321

1,001 1D0I

1DO

@,N
Segue

lJl<l \IA/IONI IqNI U(il- l l('1Il l ) l ~ ( ll l l)li-l(.l i?V\II)hN/IAI l

Si ricorda che quando si utilizza il metodo di calcolo standard, ossia quando si utilizzano i valori dei rendimenti riportati nelle tabelle della UNI

TS 1 1300-2, i recuperi di calore (termici ed elettrici) sono considerati nulli.

3.5.1 perdite di missione


Il sistema di emissione costituito da radiatori su parete esterna,

il cui ren-

dimento pu essere desunto dal Prospetto 17 della UNI TS 1 1 300-2.11 carico termico (calcolato su base mensile, in questo caso solo in riferimento al mese

di dicembre), il rapporto tra l'energia netta necessaria per il riscaldamento (espressa in Wh) e il prodotto tra le ore convenzionali di riscaldamento del mese considerato e il volume lordo:
Carico termico mensile = Q , V,,, -1000 - (1749,63.1000) Wh = (264,6 m3). (24.31h) ,, .,t
W , m 3

La temperatura di mandata delllacqua di 85 "C e non presente alcun foglio riflettente. Inoltre, essendo le pareti esterne non isolate (U C 0,8 W/(m2 tra

K)) il rendimento (Prospetto 17 della UNI TS-2 per carico termico compreso 4 e 10 W/m3) deve essere ridotto di 0,04 divenendo 0,90. Il calcolo delle perdite del sottosistema allora:
Q,, = Q ,
''le

= (1749.63

1-0 9 kWh) = 194.40 kWh 03

Tabella 3.1 I - Calcolo delle perdite

di emissione
194,40

Rendimento emissione Perdite di emissione Ql

3.5.2 Perdite per rego/azione


La regolazione

di tipo climatica centralizzata. Il rendimento (Prospetto

20, UNI TS 1 1300-2) pari a:

dove considerando gli apporti, rappresentatidalla somma degli apporti interni Q ; , + = 225,35

kWh e degli apporti solari Q I , = 235,37 kWh, e le perdite date = 265,45 kWh e delle perdite per trasmissione QH,tr = 1921,86 kWh, il loro rapporto y sar pari a:
dalla somma delle perdite per ventilazione

In definitiva si ha:
Q,
=

(Q,,

+ Q,,.)q ,

(1749.63 + 194.04 kWh)

1-0858 0,858

= 26525 kWh

Tabella 3.12 - Cakolo delle perdite di regolazione

3.5.3

Perdite di distribuzione

Il sistema di distribuzione centralizzato, a colonne montanti, installato nel 1965 (isolamento medio) e serve oltre 5 piani, per cui il rendimento del 6ottosistema di distribuzione (Prospetto 21e, UNI TS 11300-2) pari a 0,925. L e perdite sono pertanto:
a l , , =

(Q,,,

Q,,

+ ) ,l'

'

-rld T

(1749,63 + 194,40 + 26525 kWh) .

0,925
0,925

179,13kWh

Rendimento di distribuzione Perdite di distribuzione Ql,d

179,13

Fabbisogno disQibuzione&,M

+ QQ + Q,,

Q,a 2388-42

Tabella 3.13 - Cakolo delle perdite di distribuzione

3.5.4 Perdite per generazione


Essendo noto il rendimento del sistema di generazione (pari a 0,9), le relative perdite si calcolano in maniera analoga agli altri sottosistemi dell'impianto:

Rendimento di generazione Perdite di generazione

0,90 265,38
+

Fabbisogno generazione Q H ,+ ~Q!.* ~

+Q!.*+ Qt.an 2653,80

Tabella 3.14 - Cokolo delle perdite di generazione

3.5.5 Fabbisogno elethico dell'impianto Il fabbisogno di energia elettrica degli ausiliari noto e vale 4,2 kWh per il mese di dicembre, da cui s i ricava il fabbisogno di energia primaria semplicemente moltiplicando per il fattore di conversione da energia elettrica in
primaria che corrisponde a 2/17, ottenendo 9,133

kWh.

3.5.5 Calcolo dell'energia primaria necessaria per il riscaldamento


Il fabbisogno d'energia primaria si ottiene sommando al fabbisogno post generazione il fabbisogno di energia primaria degli ausiliari:

3 . 6

Calcolo del fabbisogno di acqua calda sanitaria

Per determinare il fabbisogno di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria necessario determinare il fabbisogno richiesto dall'appartamento considerato. Una volta calcolato il fabbisogno si passer, analogamente a quanto fatto per il riscaldamento, al calcolo delle perdite e dei consumi di energia elettrica dei sottosistemi coinvolti.

Il fabbisogno di acqua calda sanitaria (relazione (4,UNI TS 11300-2) il prodotto tra densit dell'acqua (1000 kg/m3), il calore specifico dell'acqua (1,I 62 Wh/(kg K)), il volume di acqua richiesto Vw, la differenza tra temperatura di erogazione e di ingresso dell'acqua (25 K) e il numero di giorni
del mese considerato:

x (25 K) . (24 g) Qw = (1000 kg/m3) . [ ( l ,l 62 Wh/(kg K)] . (0,1197 = 107,77 kWh dove Vw (Prospetto 12, UNI TS 1 1300-2) viene calcolato, per appartamenti

di superficie compresa tra 51 e 200 m2nel modo seguente, in funzione della


superficie utile:

E
a"

...

E E E E eo s o o > T 0 a, 2 'E 'g '8 O O X t t t t 3 8 ' ~2 22 9


V> V> V> V>

a a

g -E &,.j+

Tabella 3.16 - Cakolo delle perdite di distribuzione


Perdite di distribuzione Qiw,d Fabbisognodiitdbuzione Qw + Q ~ . W ,+ ~

3.7.3 Perdite per genemzione


Dal rendimento del sistema di generazione (Prospetto 31 per generatore a gas istantaneo di tipo B con pilota permanente), si calcolano le relative perdite in maniera analoga agli altri sottosistemi delltimpianto:

Tabella 3.17 - Cakolo delle perdite di generazione


Rendimento di generazione Perdite di generazione Qi,w.4n

0.45 149,74

Fabbisogno generazione & + + Q I . ~ QI.w.6 + Q I . ~272,25 .~

Il fabbisogno di energia elettrica degli ausiliari nullo in quanto non sono presenti n pompe di circolazione n altri ausiliari elettrici asserviti all'impianto di produzione dell1acqua calda sanitaria. 3.7.5 Calcolo dell'energia primaria necessaria per il riscaldamento
Il fabbisogno d'energia primaria si ottiene sommando al fabbisogno della generazione il fabbisogno di energia primaria degli ausiliari:

Tale fabbisogno stato calcolato su base mensile relativamente al solo mese di dicembre. Per ottenere il fabbisogno di energia primaria relativo all'intera stagione di riscaldamento, il procedimento va ripetuto per ciascun mese (da ottobre ad aprile) aggiornando i dati climatici relativi alla temperatura giornaliera esterna mensile e all'irradianza giornaliera e sommando i valori di Qpottenuti mensilmente.

L'involucro esterno, verticale ed orizzontale, individuato in Figura 4.3

d in Figura 4.4 con il profilo continuo.


La linea tratteggiata evidenzia le pareti confinanti col vano scale, da coniiderarsi:

1.

come involucro opaco, s e come muro interno s e

il vano scala non riscaldato;

2,

il vano scale riscaldato.

Nel caso in esame il vano scale non riscaldato e viene considerato come area interna di circolazione (senza muri esterni e con tasso di ricambio d'aria minore di 0,5

h-').

La chiusura orizzontale superiore divide il volume riscaldato da un sotto-

tetto non riscaldato.


La chiusura orizzontale inferiore divide non riscaldati. L e finestre non risultano ombreggiate. L e pareti esterne sono dipinte di un colore pastello giallo chiaro ed il tetto

il volume riscaldato dai garage

4 rivestito da tegole rosse (a cui corrispondono dei coefficienti di assorbimento


ipecifici). L'emissivit di tutte le superfici opache pari a 0,9. La soluzione effettuata tramite le norme UNI 1 1300-1 e 1 1300-2 verr iuddivisa in due parti: la prima, volta a determinare l'energia NETTA del mese in esame necessaria all'edificio per mantenere una temperatura di 20C all'interno (fabbisogno di energia netta mensile), la seconda, atta a quantificare l'energia PRIMARIA necessaria agli impianti per assolvere i compiti

di

riscaldamento dell'ambiente e del-

l'acqua calda sanitaria, data dal fabbisogno

di

energia termica

moltiplicato per i fattori di conversione dei vettori energetici.

N B1
Per permettere una pi rapida verifica dei calcoli relativi alle superfici dell'edificio analizzato nell'esercizio stata effettuata una semplificazione nel calcolo dell'area climatizzata, che verr calcolata come superficie interna al lordo dei tramezzi (cio non scorporando l'ingombro dei tramezzi). Tale area verr chiamata superficie o area utile (simbolo Af). Si rende invece necessario, in particolare in caso

di verifica puntuale o

di certificazione energetica, considerare l'area climatizzata come superficie al netto dei tramezzi secondo la definizione al punto 3.2, pag. 4 della norma UNI/TS 1 1 300- 1 :2008.

N B2

Il calcolo del volume netto e lordo verr fatto utilizzando i dati desumibili
da pianta e prospetto e non applicando coefficienti correttivi.

N B3

Il numero di ricambi orari dell'abitazione,

in quanto esistente e progettata

secondo prescrizioni antecendenti all'entrata in vigore della norma UNI/TSl 1300-1:2008, viene posto pari a 0,5 volumi all'ora.

N B4 Per i guadagni solari s i considera un'irradianza giornaliera media pari a 5,6 MJ/m2 sulle superfici verticali rivolte a Nord-Ovest e Nord-Est, 1 1,4
Ml/m2 per quelle rivolte a Sud-Est e Sud-Ovest ed infine 12,5 MJ/m2per superfici orizzontali (UNI 10349: 1994). Le falde non sono rappresentate da superfici orizzontali, n verticali, quindi l'irradiazione dovrebbe essere calcolata in base alla UNI 8477/1. Per semplificazione in questo esempio viene posta, in base agli orientamenti, pari a 11,4 MJ/m2per orientazione SO-SE e 5,6 MJ/m2per orientazione NO-NE.

b
Figura 4.2
Planimetria

4
Figura 4.3 Sezione

4
Figuro 4.4 Pianta piano tipo

4.1. I

Caratteristiche dimensionali de1YediF;cio

i
1

Il primo passo per effettuare il bilancio energetico dell'edificio consiste nel calcolo delle caratteristiche geometriche principali dell'edificio in esame. In Tubella 4.1 vengono riportati alcuni dati generali dell'edificio in esame.

Tabella 4.1

- Dati generali dell'edificio


Unit di misura Valore

Rapporto di forma S/V no piani riscaldati Volume lordo totale Volume netto totale Altezza lorda interpiano Altezza lorda totale Altezza netta interpiano Altezza netta totale Superficie utile totale Superficie disperdente

I I

l/m m3 m3 m m m m m2 m2

1 1

0,43 5 8275,7 6708,3 3,O 15,3 2,7 13,5 2484,6 35757

L a superficie utile totale stata determinata a partire dalle dimensioni, in pianta, interne senza considerare lo spazio occupato dai tramezzi interni e scorporando la superficie occupata dal vano scale al netto dei muri (profilo chiaro) per i 5 piani. La superficie lorda totale stata determinata a partire dalle dimensioni, in pianta, esterne e scorporando la superficie occupata dal vano scale al lordo dei muri (profilo scuro) per i 5 piani. Per determinare le dispersioni d'energia imputabili all'involucro anche necessario calcolare le superfici disperdenti dei diversi componenti. A tal fine bisogna individuare gli elementi a contatto con I'esterno o con ambienti confinanti a temperatura diversa da quello oggetto di calcolo caratterizzati da trasmittanza omogenea e procedere a calcolarne la superficie lorda (cio esterna ai profilo dell'involucro). Nel caso in esame gli elementi da considerare sono: Pareti esterne (a contatto con l'esterno); Finestre (a contatto con I'esterno); Solaio di chiusura inferiore (a contatto con i garage); Solaio di chiusura superiore (a contatto con Pareti interne confinanti con vano scala.

il sottotetto non isolato);

Per quanto riguarda pareti e finestre conveniente suddividere subito le diverse superfici per esposizione.

+ o 8 .o .C Ti 2 a++
C
Y
+

g-0

$
C

.0 -4.i 0 FS-.! 0 .C 2 o . E . , al o al#oo n


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W

0 al

T = an O .2 T= . a l ; . .i 9 T .- b e-. .- t E 'o.

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- 0 .Ej +-5 o Z z
a
C

81, 4 2

m.-

Di seguito vengono definiti e specificati gli elementi di chiusura del volume riscaldato rispetto agli ambienti confinanti. Di ogni componente opaco disperdente stata calcolata la trasmittanza termica secondo il metodo ripor-

N ISO 6946:2008. Per calcolare lo scambio termico di ognuno tato in UNI E


degli elementi di chiusura con il relativo ambiente confinante si dovr considerare il fattore di correzione btropportuno in base alle specifiche fornite.

4.2.2.1 Chiusure verticali


I muri esterni della palazzina sono composti dalla stratigrafia riportata in
Tabella 4.5. Si tratta di una parete di tamponamento esterna con isolamento "a cappotto" senza aggetti o balconi.
Tabella 4.5 - Caratteristiche e trasmitanza dei muri esterni
Chiusura verticale verso spessore conduttiv~t conduttanza resistenza densit esterno descrizione strato i(mK)] [W l ( m ' ~ ) ] [ m ' ~ lWj [kg im3] [m] adduttanza interna 7.7 0.130 Intonaco di malta 0,02 0.9 0,022 1800 cementizia Mattone forato in laterizio 0.20 0,43 0,465 1200 Malta di cemento di 0,02 0,9 0,022 1800 rinzaffo Lana di vetro pannelli 0,05 0,04 1,250 30 Intonaco calce e gesso 0,Ol 0,35 0,029 750 adduttanza esterna 25 0,040 Resistenza equivalente 1,96 Trasrnittanza [W I(rn2K)] 0,51 s~ecifico [ k j i(kg K)]

1 I

1 ,O1
0-8 0,67 0.8 0.91

I muri interni confinanti con il vano scala non riscaldato sono composti
come indicato dalla stratigrafia riportata in Tabella 4.6. Per ipotesi si considera il vano scale come area interna di circolazione (senza muri esterni e con tasso di ricambio d'aria minore di 0'5 h-').

Tabella 4.6 - Carateristiche e trasmittanza degli elementi d'involucro confinanti con il vano scala
Chiusura verticale verso vano scala spessore conduttivit conduttanza resistenza descrizione strato [m] [W 1 (mK)l densit [kgim3) calore specifico

W i(m2K)I

[m2KhV]

[k~i(kgK)]

Per il calcolo dei ponti termici si utilizzeranno i coefficienti di maggiorazione previsti. l a porta d'ingresso, essendo al piano terra in cui sono presenti i garage, non rientra negli elementi dell'involucro di chiusura verticale.

.-- .., . . ,

4.1.2.2 Chiusure orizzontali Il volume scaldato delimitato superiormente da un solaio orizzontale che comunica con un sottotetto non riscaldato chiuso al passaggio dell'aria. Il solaio composto come indicato in Tabella 4.7.
Tabella 4.7 - Caratteristiche e trasrnittanza del solaio di chiusura superiore
Chiusura oriuontale superiore spessore wndunivit descrizione strato [m] [W (mK)I addunanza interna intonaco calce e gesso 0.01 0.7 calcestruuo 0.19 0.93 Sottofondo 0.1 0.93 adduttanza esterna Resistenza equivalente Trasmittanza I(rn2K)] conduttanza resistenza W 1 (m2K)1 5,89 densit calore specifico

r"

rx 3
C,,,
, , i . . . ,

.-..,
'0

H' .. . .
-.)

-.,,

--'
-,,

3 :
I '

L-.

C " .
7 .
L22

..

h " -

25

Le falde sono invece strutturate, come indicato in Tabella 4.8.


Tabella 4.8 - Caratteristiche e trasrnittanza delle falde del tetto di copertura
Falde d e l tetto spessore conduttivit conduttanza resistenza massa areica [ W / (mK)] [W /(m2K)1 [ m 2 w [kg/m21 descrizione strato [m] adduttanza interna 10 0,100 cartone catramatp 0,004 0,5 0,008 6.4 fogli di materiale sintetico 0.004 0.23 0,017 4,4 calcestruzzo 0,025 0.94 0,027 45 Tavellone 0,06 7,143 0.140 37 adduttanza esterna 25 0,040 Resistenza equivalente 0,33 Trasmittanza [W I ( m ' ~ ) ] 3,Ol

Il solaio di chiusura inferiore confina con i garage non riscaldati descritto


in Tabella 4.9.
Tabella 4.9 - Caratteristiche e trasrnittanza del solaio di chiusura inferiore
chiusura orizzontale Inferiore spessore conduttivit conduttanza resistenza descrizione strato adduttanza interna piastrelle sottofondo laterocemento malta di adduttanza esterna Resistenza equivalente Traamlttano[W 1(m'~]] densit specifico

X -E. 0 3 ,
(D

X o. 3 0 0 3Q 3. 0 o
5'
(D.

< -;n

$ o g O 1 1 -F S C. o' 5. E
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o. o; 0
(D,

(n5:*=.0

- .d 8 g$
o -4' q -. . 5.

a,'g= L 2

'0

+. 2.

le dispersioni per trasmissione; le dispersioni per ventilazione;

gli apporti interni; gli apporti solari; il fattore di utilizzazione degli apporti.
Si applica la seguente espressione, procedendo con il calcolo riportato nei
successivi passaggi.
QH,"d = QH,ht

Qgn = (QM.1,

+ QH.m

1-

(Qln,

+ Qsol

dove
Q ,
= scambio termico totale per riscaldamento, costituito dai due termini:

Q ,, Q , Q ,

= scambio termico per trasmissione [passo l ] = scambio termico per ventilazione [passo 2 1

= apporti termici totali, costituito dai due termini:

Q,,

= apporti termici interni [passo 3 1 = apporti termici solari [passo 41

Q ,

= fattore di utilizzazione degli apporti termici [passo 5 1

L'energia termica netta da fornire all'edificio sar data dalla somma delle perdite dovute alla trasmissione e alla ventilazione alle quali vanno sottratti gli apporti gratuiti (positivi). Questi ultimi sono dati dalla somma tra l'apporto solare e gli apporti interni, moltiplicata per un coefficiente d'utilizzazione che tiene in considerazione l'effettiva parte di questa energia che pu essere recuperata. Nel caso considerato viene calcolato

il fabbisogno di

energia netta e

quello d'energia primaria relativi al solo mese di marzo.

4.2.7 Calcolo del calore disperso per tmsmissione QHtk


L'espressione del calore disperso per trasmissione la seguente:

dove:
,,,,H ,,

=H, +H, +H, +H, = coefficiente di scambio termico per trasmissione;


temperatura interna di regolazione per il riscaldamento della zona considerata,

~ n , , s e t , H=

@e

=valore fissato a 20C per edifici residenziali (classe E . l ) temperatura media mensile dell'ambiente esterno.

= valore pari a 11,6 ' C (dato di riferimento per il mese di Marzo a Genova)

durata del mese conelderato = 2,8784 Ms

NOTA Se si desidera ottenere il valore finale in Joule o MegaJoule occorrer considerare il tempo espresso in secondi corrispondente al mese considerato.
Per esempio il calcolo per il mese scelto per il calcolo (marzo, 31 giorni) porta al seguente risultato: 31 giorni 24 orelgiorno 3600 secondilora = 2678400 secondi = 2.6784 Ms

F,, = fattore di forma tra il componente edilizio k-esimo e la volta celeste;

Q,,,,,

extraflusso termico dovuto alla radiazione infrarossa verso la volta celeste dal componente edilizio k-esimo, mediato sul tempo.

Il calcolo del calore disperso per trasmissione si effettua moltiplicando il coefficiente globale di scambio termico diretto per la differenza di temperatura tra I'ambiente interno ed esterno (in riferimento alla temperatura media mensile esterna) per tempo in secondi corrispondente al periodo in esame e sommando al prodotto cos ottenuto I'extraflusso dovuto all'irraggiamento verso la volta celeste.

4.2.7.7 Caloolo dei coefficiente globale di scambio termico


per hasmissione

Il primo passaggio per il calcolo del calore disperso per trasmissione la determinazione dei contributi utili tra i cinque seguenti. La determinazione dei primi quattro fornisce il valore del coefficiente globale di scambio termico per trasmissione corretto Hfr,,,di: 1. calore disperso da componenti opachi e vetrati che separano ambiente riscaldato da ambiente esterno (caratterizzatodal coefficiente di scambio termico diretto HD); 2. calore disperso dal solaio di chiusura inferiore confinante con terreno (caratterizzato dal coefficiente di scambio termico stazionario HG); 3. calore disperso aiiraveno elementi di sepamzione iw I'arnbiiie xaldato e ambienti non xaklati (camtterizzato dal coefficiente di xambii termico H"); 4. calore disperso attraverso elementi di separazione tra I'ambiente scaldato e ambienti scaldati da altri impianti (caratterizzatodal coefficiente di scambio termico HA); 5. extraflusso disperso per irraggiamento verso la volta celeste.
Nel caso in esame sono assenti i contributi relativi a: punto 2: scambio termico stazionario con terreno (HG); punto 5: scambio termico tra due ambienti scaldati da due diversi impianti (temperatura interna diversa) (HA).

NOTA Si ricorda che la temperatura delle abitazioni riscaldate fissata a 20C,


pertanto gli scambi attraverso gli elementi di confine tra gliappartamenti, seppur riscaldati da impianti autonomi diversi, sono nulli (norma UNI/TS 1 13001 :2008 - Paragrafo 8.1 .l ). I diversi coefficienti che contribuiscono alla determinazione di Htr,a~i si COIcolano nel seguente modo: HD= Somma dei prodotti tra aree esterne degli i-esimi componenti affacciati sull'ambiente esterno caratterizzate dalla stessa trasmittanza e la propria trasmittanza (corretta per tener conto dei ponti termici);

Ai = area esterna del componente i-esimo Ui = trasmittanza corretta del componente i-esimo
Nel caso in esame si considera, per le pareti opache, un aumento percentuale del 5% per tener conto del ponte termico che viene associato al tipo di muro esterno (Prospetto 4 delllUNI/TS 1 13001 :2008), rappresentato da "parete con isolamento dall'esterno (a cappotto) senza aggetti/baIconi e ponti termici corretti".

A titolo esemplificativo si esegue il calcolo per la parete Nord-Est si ottiene:


HDnord = 208,85 m2 1 (05 [correz;one p~ 5x1 - 0,51 W/(m2K) = 1 12,OO W/K
In Tabella 4.1 1 riportato il riassunto dei risultati dei calcoli eseguiti sia per i componenti opachi che vetrati.
Tabella 4.1 I - Calcoli dei coefficienti di scambio termico diretto HD per ogni parte d'invo1~~ro di separazione tra ambiente scaldato ed ambiente esterno
Superficie opaca verticale esterna Nord-Est Sud-Est Sud-Ovest 208,85 510,80 208,85
0,51 1,O5 112,OO 0,51 1,O5 273,92 0,51 1.O5 112,OO

Superficie

Al

Nord-Ovest 494,30
0,51 1,O5 265,07

Trasmittanza U, Maggiorazione per ponti termici (5%)


HD

Superficie

Al

Superficie vetrata Nord-Est Sud-Est 141,75


3,9 1 552.825

Sud-Ovest

Nord-Ovest 158,25
3,9 1 617,175

Trasmittanza Ul Maggiorazione per ponti termici (O %) Hn

Sommando tutti i termini HDi si ottiene:

Hoi1932,98 W/K

H , = Si ottiene moltiplicando il coefficiente globale di scambio termico Hiutra l'ambiente climatizzato e non climatiuato (in questo caso tra l'ambiente della palazzina ed il sottotetto sigillato) per il fattore di correzione btr,x Hu=H;u.b,x o d n o Calcolo ces . , + .di ,+ b la UNIITS 1 1300-1 :2008 = METODO COMPLESSO E necessario conoscere il valore di H;, ma anche di H ,, in quanto:

btrx = Hue/(Hiu+Hue) Nel caso in esame: H;, = prodotto tra superficie lorda del soffitto per la relativa trasmitianza. H;, = 540,89 m2 . 1,87 W/(m2K) = 1009,33 W/K H ,, = prodotto tra la superficie delle falde tetto (sempre lorda) per la corrispondente trasmittanza. H ,, = 690,93 m2 . 3/01 W/(m2K) = 2081 (21 W/K

Pertanto si pu calcolare: btrx= 2081,21

/ (1 009,33 + 2081,21

) = 0,67

Una volta noto il valore si blr, il calcolo delle dispersioni attraverso il sottotetto immediato infatti: = 540,89 m2 . 1/87W/(m2K) 0,67 = 679,7 W/K H, Calcolo di b + , . I secondo la UNIITS 1 1300- 1:2008 = METODO SEMPLIFICATO bt,, per ambienti confinanti tipo sottotetto con altro tetto non isolato pu essere ricavato dalla tabella al prospetto 5 della UNITS 1 1300-1:2008. Risulta pertanto bt,, = 0,9.

Si consideri di utilizzare il coefficiente di correzione calcolato con il metodo complesso. Nel caso in esame anche il solaio di chiusura inferiore confinante con un ambiente non climatiuato, ma al contrario rispetto alla chiusura superiore non siamo a conoscenza della stratigrafia del solaio controterra. , (garage)viene effettuato utilizzando un fatDi conseguenza il calcolo di H tore di correzione btr, individuato secondo il metodo semplificato e cio in base

alle tabelle fornite nel prospetto 5 della UNITS 1 1300-1:2008 in cui vengono forniti dei coefficienti di riduzione predefiniti in base a casi schematizzati.

Si sceglie il coefficiente corrispondente alla definizione:


"piano interrato o seminterrato con finestre o serramenti esterni" pari a

h, = 0,8

Sempre in base al prospetto 5 della UNITS 1 1300-1 :2008 si valuta efficiente di correzione dello scambio per trasmissione verso

il coil vano scala.

Secondo le ipotesi fatte per cui il vano scale viene considerato come area interna di circolazione (senza muri esterni e con tasso di ricambio d'aria minore di 0,5

h '), il fattore di correzione b , in questo caso pari a 0, per cui

non si considerano le dispersioni verso questi ambienti non climatiuati, ma mantenuti ad una temperatura prossima a quella interna, perch non confinanti con l'esterno e poco ventilati.

I dati e i risultati del calcolo sono riassunti in Tabella 4.12.


Tabella 4.12 - Calcoli dei coefficienti di scambio termico diretto Hu per ogni parte d'involucro di separazione tra ambiente riscaldato ed ambiente non clirnatiuaio

Superficie degli elementi confinanti con l'esterno [mZ] Trasmittanra U


I( m 2 ~ ) ]

690,93 3.01

337,80 0,51

l"".

H...IW 1 K1

Correzione b,, Hu[WI K l

2081.21 L Metodo 1 Metodo Complesso Semplificato 0,87 0.8 679,7 766,7

~ e t o d o l Sempliiicato
O

0,O

Il coeff. di scambio termico per trasmissione Htrtadi = si ottiene,


mente:

nel caso

in esame, sommando i termini HDe Hu e pertanto si ha complessiva-

coefficiente di scambio termico per hasmissione:

Hkdi = 1932,98

+ 1446,36 = 3379,34 W/K

i vetri (dati del problema).


Per la parete Sud-Est

h, opaco = 5 . 0,9 W/(m2K) = 4,5 W/(m2K) h, vetrato = 5 0,89 W/(m2K) = 4,45 W/(m2K) la differenza di temperatura tra la superficie esterna e la volta celeste
posta pari a 11 K secondo quanto indicato nella UNI/TS 1 13001 :2008; il fattore di forma si calcola secondo la seguente espressione: ) /2 Fr = Fsh ob dif (1 + COS 1
dove 1 l'angolo d'inclinazione del componente sull'oriuontale
Fshob d;f= fattore di riduzione per ombreggiatura della radiazione diffusa.
l

Quest'ultimo termine dipende dalla schermatura offerta dagli aggetti presenti (orizzontali e/o verticali) e dalla vicinanza di altri edifici.

Nel caso d'assenza di ombreggiatura, come nel caso in esame, Fsh ob d;f viene posto pari a 1.

il fattore

dunque determinare il coefficiente di forma per ogni superficie. Nel caso delle pareti si avr: F, = 1 (l+cos 90") / 2 = 0,5

Nel caso delle falde del tetto (inclinate di circa 30" sull'orizzontale) tale fattore pari a: F, = 1 . (l+cos 30") / 2 = 0,94 Eseguendo il calcolo dell'extraflusso per la parete Sud-Est si ottiene quindi: Superficie opaca a , . Fr=0,04.510,8 m2.0,51 .4,5W/(m2K) 11 K.O150=258,27W Superficie vetrata ~,,,.F,=0,04 76,55m2. 3,9

4,5W/(m2K)

11 K - 0,50=292,26 W

Nella Tabella 4.13 vengono riportati i risultati del calcolo per tutte le superfici.

Tabella 4 . 1 3 - Calcoli dell'extrat7usso verso la volta celeste

Sommando, quindi, tutti i termini relativi agli extraflussi di ogni superficie affacciata all'esterno, nel caso in esame, si ottiene.

Calore disperso per trasmissione da extraflusso: Q>,,, . F, = 3952,36 W


Per ottenere il valore del calore scambiato per trasmissione QHtr, infine,

necessario moltiplicare il fattore

per la differenza di temperatura tra

interno ed esterno del mese considerato e quindi moltiplicare per il tempo in secondi corrispondente al periodo in esame.

A questo termine bisogna, poi, sommare il calore disperso per trasmissione da extraflusso.
Tabella 4 . 1 4 - Riassunto dei contributi per sione

il calcolo del calore disperso per trasrnis-

C A L O R E DISPERSO PER TRASMISSIONE = [3379,34 W/K . (20- 1 1,6)K .2,6784 Ms]+ (3952,36 W .2,6784 Ms)= 86616'31 MJ

4.2.2 Calaolo del calore dispem per y~ntilc~zione QH,ve


L'espressione del calore disperso per ventilazione la seguente
QH,ve = Hve,adj (%:nt,set,H

-@ e ) t

dove

H,.,,

=P ,

C.

{T

bve,.

qve,k,mn

poca

b k, ,

= capacit volumica dell'aria = 1200 J / m3K = fattore di correzione della temperatura per il flusso d'aria

k -esimo

(b k,,

1 se la temperatura di mandata diversa dalla tempe-

qve,k,

ratura dell'ambiente esterno, come nel caso di pre-riscaldamento, pre-raffrescamento o di recupero termico dell'aria di ventilazione). = portata mediata nel tempo del flusso d'aria k -esimo

Il calcolo del calore disperso per ventilazione viene effettuato moltiplicando la portata d'aria di rinnovo immessa nell'ambiente per la densit ed il calore specifico della stessa per la differenza di temperatura tra interno ed esterno ed, infine, per il tempo in secondi corrispondenteal periodo considerato (mese di Marzo). Il numero di ricambi orari dell'abitazione viene posto pari a 0'5 volumi all'ora ed il prodotto tra densit e calore specifico dell'aria (secondo UNI/TS11300-1:2008), considerato pari a 1200 J/m3K. La portata d'aria di rinnovo s'ottiene moltiplicando il numero di ricambi al secondo per il volume nei-io: q , i ,
= 0'5

h-'

6708'3 m3/ 3600 s/h = 0,932 m3/s

Una volta noto il valore della portata possibile calcolare

il coefficiente

di scambio per ventilazione:


HVe,,di = 0,932 m3/s

1 200 J/m3K = 1 1 18/05 W/K

Infine si calcola il calore disperse per ventilazione:

8 1 = '"!Q M 9V16966= O& . [ z(Z8'~8) LCC LO O - ~ 8 ' ~96z'C


:D ! J D ~ D+(nS!J O U O ~ O os!WJa+ J~ OSSnlj (1

W , . OL1 > al!qo+sadlosap+na!sy~adns oq !pnb !ap ounu6o (!uo!d ad 'ouo!d ad 9) !66011o O& ou u! os!h!ppns W ,' C ' V ~ V ZaIo+o+ u! a o+uaw!~od lap ap+na!s!j~adns o 1 awosa u! o!s!j!pa/I Jad

-103

:auo!ssa~dsa a+uan6aso 1 uos olos S ! lu!@ !P aJO(DA l! , W ()L L !P aJOU!U o+uaw!hod!P a(!+n a!s!j~adns Jad

-D3

'M OCV o ! J Da ~tu!@!p aJOlDA I! W , O L 1 !p a~o!66owo+uaw!~od !p al!+na!s!j~adns Jad .!66011o q6ap o+uaw!~od !p a!s!j~adns 0 1 1 ~ o+uaw!Jaj!J u! o+onUajjaaua!A auJa+u!!+ua6~os allop o#opo~d os!wJa+ossnlj (ap oloslos I! '( 1.3 assols) a(o!zuap!saJo!z!l!pa !p osos u! 'p~opuo+s !uo!zo+nloha( Jad .o+ozz!+ow!ls uou a+uaso!poa+ua!qwo,llau auJa+u!aJol !P !+ua6~os !p O+nq!J+UOs I! OllnU O+DJap!SUO3aUa!A a+uasa~d Oso2 laN

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'aJDlOS au!6!~o !p ow!sa- I o3!w~a+ ossnlj I! a~nddo rxu!sa- I ouJa+u!a J o p !p a+ua6 -JOS DI a+uaADO+DZZ!ID~!~~ uou a+ua!qwDII Jad auo!znp!J !p aJo++Dj = !"+q !odwa+ (ns o+D!paw'n a+uampDo + D z z ! + Duou ~!~ a+ua!qwD,llau ~ aJDI -0s au!6!~o !p a+ua6~os Dw!sa- I ollop o++opo~d o3!wJa+ossnlj = i'n'Uw'iOS 'al~+uozz!~o ouqd lns auo!zou!l>u!lp o l o 6 u ~ a o+uawD+ua!Jo O + D u03 ~ '~w!sa)I a!3!j~adns ollns 'al!suaw o!paw amlos DZUD!~DJJ! = l'iOsl ! O ~ D ~a+uauoduio3 O lap D + D + + ~DaJD !oJ~ = !o3~do a+uauodwoslap m!wJa+DZUD++!WSDJ+ = 'n

19~69 OSI N3 INn DI OPU03aS O+Du!wJa+ -ap '03~do a+uauodw03lap DuJa+saalo!3!j~adns Ds!wJa+Dzua+s!saJ= asd !03Dd0 a+uauodwo~ lap aJD(0S O+Uaui!qJOSSD !p aJ0uDj = "ioSXI

Tab$/a4.16 - C a M degli apporti solari giornalieri e mensili per la cmponenie vetraio


( Nord-Est
Su~erfici effettive

I
1

Sud-Est 76.55

I
1

Sud-Ovest

I Nord-Ovest
1
85.46

Apporto giornaliero [MJ lgiorno] Apporto mensile [MJ 1 mese]

872,613 27051,O0

478,548 14834,99

1
l

Tabella 4.17 - Calcoli degli apporti solari giornalieri e mensili contributi di origine solare in ambienti non climatizzato adiacenti

i
i

i il

Tabella 4. 18 - Riassunto dei contributi per il calcolo degli apporti solari


. .-

APPORTI SOLARI

%I

MJ

Considerando i 31 giorni del mese di Marzo si ottiene l'apporto solare totale, pari a:
QsOl= 56373,64

M I

4.2.4. i Caloolo degli apporti termici iotali Qgn


Gli apporti termici totali vengono distinti in due termini: quelli dovuti al- 2
l'utenza e quelli derivanti dai guadagni solari. Il calcolo viene distinto in tre fasi: la prima dedicata a quantificare gli apporti termici interni, la seconda a determinare quelli solari, la terza atta a definire il fattore d'utilizzazione. I primi due termini vanno sommati tra loro. La somma andr poi moltiplicata per il fattore d'utilizzazioneI per trovare l'ammontare dei guadagni che andranno sottratti alle perdite d'energia dell'involucro.
Qgn = apporti termici totali = apporti termici interni + apporti termici solari = Qint+ Q ( ,
l

Q , ,

= (26648'64 MJ + 56373'64

MJ) = 83022'27 MJ

Il calcolo della costante di tempo viene effettuato nel seguente modo:


si considera:
C . =

Z
1

X,A, [W/K] = capacit termica interna dell'edificio

Ai = area netta dello strato i-esimo [m2] Xi = capacit termica per unit d'area del componente opaco di chiusura
[J/m2 Kl

i = indice degli strati, componenti i singoli elementi.


3600 = fattore di conversione Der ottenere il risultato in ore
=H ,

+ HG+Hu+ HA = 3379,34 W/K

opportuno calcolare quindi la capacit termica interna dell'edificio

N.B. Gli strati da considerare per il calcolo effettuato sono solo quelli che, a partire dal lato interno dell'elemento, o concorrono a formare i primi 1O centimetri di spessore dell'elemento oppure precedono l'eventuale strato di materiale isolante presente. Tra i due limiti va scelto quello che corrisponde allo spessore minore. Nel caso in esame gli elementi da considerare per il calcolo della costante

di tempo termica sono:


le chiusure verticali; la chiusura orizzontale inferiore; la chiusura orizzontale superiore; le pareti sul vano scala. Di seguito si riporta il calcolo di C, eseguito per le chiusure verticali verso l'esterno a partire dai dati contenuti nella Tabella 4.5 e ricordando che opportuno calcolare la capacita termica solo per i primi 1O cm dal profilo esterno se lo strato isolante si trova ad una distanza dal profilo esterno > 1O cm.

Nelle tabelle seguenti viene riassunto

il calcolo per tutte le superfici af-

facciate all'ambiente riscaldato. Tale termine rapIn tali tabelle compare un termine indicato con presenta il prodotto tra densit, spessore e calore specifico per i soli strati (ed il solo spessore relativo) che vanno considerati a i fini del calcolo precedentemente illustrato della costante di tempo. , per la struttura "Chiusura verticale verso i'esterno" Esempio di calcolo C CmJi stru,,,,m = [(O,Ol m 750 kg/m3 . 1 ,O1 kJ/kg K + (O,I - 0,Ol) m 1 200

kg/m3

0,8 kJ/kg K)] = 93/98 kJ/(m2K).

Tobela 4. I 9 - Elementi per

il calcob della costante oraria I

'E. o
t D

F2
3 .<

o
L".
3

<D
3

p
5 3
a=I
Q =C o o

o -.

3
Il 03

B s

3 3

O
h) h) ' h )

%o
n 5 O = :
3 # <Do
N.

s
O
03

2 <D
L".

0
n

2 o,
L".

Il 0. 0.
0. 0.
Cn O

% 0
o

s-

3 o

Tabella 4.20 - Riassunto dei principali risultati per necessaria per

il calcolo dell'energia netta

il riscaldamento

I ~ i s ~ e r s i oper n i trasmissione

Coefficienti scambio termico HTR HD['JJIKI Hr. WIKl

3379,34 1932,98

Extraflusso Q,,.

F, [W]

3952,36

Dispersioni per ventilazione


Qnvs

[MJI

25154,59

Coefficienti scambio termico H,, [WIK] Apporti interni

1118,05

ai, [MJl flussi interni ambiente scaldato [W] ambiente non scaldato [W]

126648,64
19949,46 10,OO

4.3

Parte 2 Fabbisogno d'energia primaria per riscaldamento e ACS

Una volta determinato il fabbisogno netto d'energia dell'involucro necessario considerare il comportamento dell'impianto che ha il compito di garantire

il mantenimento della temperatura interna impostata.

Gli elementi da considerare, in termini generali, sono: 1. sistema d'emissione;


2. 3. 4. 5.
sistema di regolazione; sistema di distribuzione; sistema d'accumulo; sistema di generazione. Per

il caso in esame l'unico

sistema assente quello d'accumulo, non essia per fornire

sendo prevista l'installazione di serbatoi per lo stoccaggio dell1acqua calda. L'impianto serve sia per

il riscaldamento dell'abitazione

l'Acqua Calda Sanitaria (ACS). Per il calcolo del fabbisogno di energia primaria totale si deve effettuare

il calcolo del fabbisogno di energia primaria per ACS.


Le parti da considerare, in generale, sono:

1. 2. 3. 4.

sistema d1erogazione; sistema di distribuzione; sistema d'accumulo; sistema di generazione. Per tener conto del fatto che il sistema combinato (riscaldamento + ACS)

opportuno considerare che la generazione awenga contestualmente. I redimenti di generazione sono da applicarsi all'energia distribuita sommando

il contributo per riscaldamento e quello per ACS.


Ogni sistema, che compone l'impianto, caratterizzato da perdite e da consumi di energia elettrica di eventuali ausiliari ad esso asserviti. Nel caso in esame ci si pu awalere, per desumere il rendimento dei diversi sistemi, delle tabelle e dei prospetti contenuti nella UNI/TS 11300-2:2008. Sommando all'energia netta, Q ~,d, per riscaldamento tutte le perdite ed i consumi di energia elettrica, questi ultimi moltiplicati per il fattore di conversione

Fepl

si ottiene il fabbisqno di energia primaria per


L'espressione generale la seguente.

il riscaldamento.

ria viene effettuato considerando la fornitura di ACS giornaliera, desumibile dalla Tabella 4.21 (dalla UNI/TS 1 1300-2:2008). Come nel calcolo degli apporti interni, la superficie utile di ogni alloggio considerata come superficie utile media determinata dividendo la superficie utile totale per i 30 alloggi. Per cui risulta che gli appartamenti abbiano superficie utile totale di 2484,6 m2e superficie utile media pari a 82/82 m2. Si possono utilizzare due procedure per il calcolo del fabbisogno di energia per la produzione di ACS. A. METODO SEMPLIFICATO Si utilizzano i fabbisogni indicati nella Tabella 4.21 succitata riferiti ad una superficie utile di 80 m2come riportato di seguito:
Tabella 4.21 - Valori,dia per le abitazioni (I/Grn2]
Fabbisogni Calcolo in base al valore di S u per unita immobiliare [m2]
S50 51 - 200 4,514 Su

medio riferito a Su = 80 m2
1,6
46,7 17,OS

a Fabbisogno equivalente di energia ' ] termica utile WhlG m Fabbisognoequivalente di energia termica utile [kWh/mz anno]

1,8 52,3 19,09

51- 200 1,3 37,7 13,8

131 22 Su 02356

47,9 Su 02356

Tabella4.22 - Calcolo fabbisogno di energia termicaper ACS - MFTODOSEMPLIFICATO


Superficie utile totale [m2] Superficie utile media [m2] Fabb. energia termica utile [ w h l ~ m ~ ] Fabb. energia termica utile [kwhlm2anno] Fabb. energia termica utile [kwh/m2marzo] CihW= Fabb. energia termica utile marzo [kWh]

2484,56 80 46,7 17,05 1,45

3598

di

Il fabbisogno di energia termica utile per la produzione di ACS nel mese marzo, valutato con il metodo semplificato pari a: QhW = 3598 kWh

B. METODO COMPLESSO Si calcola il volume d'acqua necessario (in litri al giorno) come: V , = (4,514 . 82,82"2356) 82,82 i132,06 I/giomo . 30 = 3961,87 I/giomo

$ .o u 2 .-

.L

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-5 E!
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L

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O)

Q>

.E %

1
51

Tobello 4.24 - Colcolo perdite del sottosisterno di erogazione dell'ACS Rendimento Perdite [kWh] Fabbisogno post sottosistema di erogazione [kWh]

0,95 189,4 3787,2

4.3.1.2 Perdite del sottosistema di diskiuzione dell'ACS


L'impianto centralizzato, stato installato dopo il 1976 e non ha ricircolo. + fi,wtd = coefficiente di perdita in questo caso pari a 0,08 + Il calcolo delle perdite del sottosistema di distribuzione dell'ACS allora:

3598 Q,,,, = 0,95

0,08

Tobello 4.25 - Calcolo perdite del sottosisterno di distribuzione dell'ACS

ottos sistema di distribuzione dell'ACS

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11

4.3.1.3 Perdite del sottosistema di generazione dell'ACS


La produzione di acqua calda sanitaria nell'edificio in esame realizzata con:
impianto misto per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria; produzione combinata di energia termica per riscaldamento e di acqua calda per usi igienico - sanitari con un unico generatore che alimenta uno scambiatore con o senza accumulo per la produzione di acqua calda sanitaria;

Si calcola il rendimento di generazione suddividendo l'anno in due periodi: periodo di riscaldamento e periodo di sola produzione di ACS. Il mese di marzo di cui stiamo calcolando il fabbisogno di energia primaria si trova nel periodo di riscaldamento nel quale, quindit il fabbisoano di energia -per acqua calda sanitaria si somma al fabbiswno di energia per il riscaldamento deali ambienti.

Le perdite di generazione verranno calcolate insieme, a partire dalla somma dei fabbisogni n ingresso ai due sottosistemi di distribuzione, rispettivamente per riscaldamento e per produzione di ACS.

4.3.1.4 Perdite del softosistema di emissione del riscrrldamento


L'edificio ha, come sistema d'emissione, dei caloriferi fissati sulle pareti esterne. I muri risultano isolati, quindi, da quanto desumibile dal prospetto 17 della norma UNI/TS 1 1300-2:2008 (locali con altezza < 4 m, metodo di calcolo A2, semplificato).

il rendimento del sottosistema di emissione pari a 0,95. Il calcolo delle perdite del sistema allora:

Q,,,

= 12584,54

1- 0,95 0,95

Tabella 4.26 - Calcolo delle perdite del sottosistema di emissione del riscaldamento

1 Sottosistemadi .missione

del riscaldamento

I
0,95

Rendimento Perdite [kWh] Recupero termico [kWh] Fabbisogno post sottosistema di emissione [kWh]

662,3
13246,9

4.3.1.5 Perdite del softosistema di regolazione del risculldamento


La regolazione dell'edificio ricade sotto la definizione "solo ambiente con regolazione ON-OFF" come indicato nel prospetto 20 della norma UNI/TS 1 1300-2:2008 ed in base al quale

il rendimento del sistema di 0,94. Il calcolo delle perdite del sistema allora:
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presentata dalla somma delle due potenze in ingresso nel sistema buzione per riscaldamento e ACS.

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h [ore giorno] = 744 h [ore attivazione marzo]

La potenza media mensile si calcola nel modo seguente:

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kWh (Riscaldamento) + 4090'2 kWh ( ~ c s) )/ 744 h = 25'6 kW

Il fattore di carico utile cos sar pari a: F C , = 25,6/151 = 0,169 Il periodo di funzionamento dato dal prodotto tra le ore totali d'attivazione (nel caso in esame esso pari a 24 ore 31 giorni di Marzo) ed il fattore stesso. Il fabbisogno d'energia elettrica degli ausiliari si otterr quindi moltiplicando la potenza totale degli ausiliari per il periodo di funzionamento, cio

il prodotto tra il fattore di carico ed il tempo d'attivazione.


Nel caso in esame si ha:

Qau,~=900,2W.0,169-744h/1000=113,47kWh
Tabella 4.30 - Energia elettrica assorbita dagli ausiliari del

riscaldamento

Il fabbisogno d'energia primaria si ottiene sommando al fabbisogno all'ingresso della generazione moltiplicato per

il valore di Q

il fattore di conversione fpi = 1 moltiplicato per il fattore di conversione fpel = 2'6).

In conclusione si ottiene il fabbisogno di energia primaria per riscaldamento e produzione di ACS per il mese di marzo.

Norme CEN di supporto alla Direttiva EPBD


Introduzione La Direttiva 2002/91 /CE ha reso necessario un forte aggiornamento delle norme relative alla valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici. Lo schema seguito nella definizione degli aspetti considerati in questo campo corrisponde alle indicazioni riportate nella norma UNI CEN/TR 15615:2008 ("Umbrella Document"). Si fa cenno ai seguenti raggruppamenti di norme per una maggiore chiarezza del panorama degli aspetti trattati. Si riportano a seguire le principali norme e parti di norme che risultano determinanti nella definizione globale del problema.

1 Norme riguardanti il calcolo della prestazione energetica degli edifici Dato che generalmente in un edificio possono essere utilizzati pi vettori energetici (ad esempio gas e elettricit), le differenti risorse vengono suddivise per vettore energetico. La valutazione complessiva quindi basata su una media pesata tra i vari vettori energetici. I pesi possono basarsi per esempio sull'energia primaria o sull'emissione di C02, al fine di svolgere il calcolo della prestazione energetica complessiva.
Un primo pacchetto di norme fornisce il legame tra l'energia fornita e gli indicatori di prestazione energetica degli edifici. N 15603 definisce gli usi di energia di cui tenere conto e forniL a norma E sce metodi per valutare la prestazione energetica di edifici nuovi ed esistenti. La norma E N 15217 propone i metodi per esprimere la prestazione energetica e per la certificazione energetica degli edifici. L a norma E N 15459 fornisce un metodo di calcolo degli aspetti economici dei sistemi di riscaldamento e di altri sistemi che determinano la domanda e

il consumo di energia dell'edificio.


2 - Norme riguardanti il calcolo dell'energia fornita
Un altro insieme di norme fornisce il legame tra il fabbisogno di energia e l'energia fornita per il riscaldamento e il raffrescamento, per la ventilazione, per la produzione di acqua calda per scopi igienico-sanitari e per I'illuminazione. Le modalit di utilizzo dell'energia sono calcolate in dettaglio per: a) Riscaldamento degli ambienti - E N 15316-1, E N 15316-2-1, E N 153162-3, parte di E N 15316-4 (a seconda della ti~ologia del sistema di ri-

scaldamento), incluse le perdite e gli aspetti legati al controllo e E N 15377 per i sistemi integrati. L'input dei calcoli il risultato della norma E N ISO 13790 (utilizzandosia

il metodo semplificato sia simulazioni dinamiche).

b)

Raffrescamento degli ambienti - E N 15243, incluse le perdite e gli aspetti legati al controllo e l'energia necessaria alla deumidificazione se applicabile. L'input del calcolo (utilizzando sia

il risultato della norma E N ISO 13790

il metodo semplificato sia simulazioni dinamiche).


di edifici e il calcolo dell'energia

C)

Produzionedi acqua calda sanitaria -parte della norma E N 15316-3 che include le specifiche per il fabbisogno di acqua calda sanitaria per differenti tipologie necessaria per soddisfare tale fabbisogno.

d)

Ventilazione - E N 15241, fabbisogno di energia per l'estrazione dell'aria, utilizzando ventilatori di estrazione e sistemi di regolazione inclusa l'energia necessaria per I'umidificazione se pertinente.

N 15193, basata sulla potenza luminosa installata e su e) Illuminazione - E e dei un uso annuale, tenendo conto del tipo di edificio, dell'oc~u~azione
sistemi di controllo.

f)

Sistemi di controllo automatici e integrati - E N 15232, tiene conto dell'energia necessaria per assolvere all'ottimizzazione delle funzioni del controllo e alle applicazioni per la ventilazione,

il raffrescamento, la pro-

duzione di acqua calda sanitaria e l'illuminazione.

3 - Norme riguardanti il calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento


Una parte del pacchetto delle norme a supporto della Direttiva fornisce metodologie per il calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento. La norma E N ISO 13790 definisce a tale scopo due metodologie: a) Il metodo semplificato basato su dati mensili o orari e su una descrizione semplificata dell'edificio (in termini di trasmittanza U degli elementi ecc.).

b)

Calcoli numerici dettagliati.

E N 15265 definisce una serie di criteri che devono essere seguiti per la prova e la validazione dei software per la simulazione (sebbene i test
La norma riguardino solo casi semplici e non includano le prestazioni dei sistemi). La scelta del metodo di calcolo da adottare stabilita a livello nazionale e pu basarsi sulla base di criteri di riproducibilit (per rendere possibili confronti e in caso di necessit di tipo legale), accuratezza (nel valutare gli approwigionamenti degli edifici e degli impianti e/o in condizioni particolari) e costo

(di reperimento dei dati).

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cambi d'aria. La norma E N 13779 riguarda la ventilazione meccanica degli edifici (incluso il condizionamento dell'aria).

4C - Surriscaldamento e schermature solari


Inisieme di norme per stimare le temperature interne in assenza di condizionamento dell'aria e per calcolare gli effetti delle schermature solari: i calcoli possono essere utilizzati per determinare se sia necessario o meno il condizionamento dell'aria.

4D Condizioni per l'ambiente interno e clima esterno


Per la determinazione delle condizioni degli ambienti interni si utilizza la E N 15251 e per le procedure per calcolare e presentare i valori dei parametri

N ISO 15927. La norma E N ISO 15927 in realt non contiene climatici la E


i dati climatici, ma bens specifiche in modo che tali dati siano determinati in
conformit con gli standard in un formato consistente e uniforme.

4E Definizioni e terminologia Le norme E N ISO 7345, E N ISO 9288, E N ISO 9251 and E N 12792 contengono le definizioni dei termini e delle grandezze che vengono utilizzate dalle altre norme.

- Norme riguardanti la prova e la verifica della prestazione energetica

Tali norme propongono metodi per la determinazione delle perdite d'aria e per le valutazioni termqrafiche che possono essere utilizzate nella verifica delle prestazioni termiche degli edifici. Esse includono anche le norme riguardanti le metodologie di ispezione degli impianti di riscaldamento e condizionamento.

Alcuni dettagli delle norme a supporto della direttiva


Si riporta qui di seguito l'elenco delle norme a supporto della Direttiva 2002/91 /CE. Le informazioni sono iraite dal sito www.uni.com. Con i riferimenti citati possibile accedere ai documenti completi (scaricabili dal sito a pagamento).
UNI CENITR 15615:2008
(EPBD)

- Spiegazione della relazione generale tra le va-

rie norme europee e la direttiva sulla prestazione energetica degli edifici

- Documento riassuntivo (Umbrella Document).

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Il rapporto tecnico fornisce una descrizione della procedura di calcolo per valutare la prestazione energetica degli edifici: esso include un elenco delle norme europee che nell'insieme costituiscono la metodologia di calcolo.

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UNI EN 15316-2-3:2008 - Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo lcalcolo dei requisiti energetici e dei rendimentidell'impianto - Parte 2per i 3: Sistemi di distribuzione del calore negli ambienti.
La norma indica una metodologia per calcolare/stimare le perdite termiche delle reti di distribuzione degli impianti di riscaldamento ad acqua e il relativo [abbisogno di energia elettrica ausiliaria.

UNI EN 15316-3-1:2008 Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo lcalcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell'impianto - Parte 3per i 1 : Impianti per la produzione di acqua calda sanitaria, caratterizzazione dei
fabbisogni (fabbisogni di erogazione). La norma definisce i metodi di calcolo per determinare il fabbisogno energetico per la produzione di acqua calda sanitaria.

UNI EN 15316-3-2:2008 Impianti di riscaldamento degli edifici - Mefodo lcalcolo dei requisiti energeticie dei rendimenti dell'impianto - Parte 3per i 2:Impianti per la produzione di acqua calda sanitaria, distribuzione.
L a norma indica i metodi di calcolo per le perdite termiche dell'impianto di distribuzione di acqua calda sanitaria, le perdite termiche dell'impianto di distribuzione di acqua calda sanitaria recuperabili per il riscaldamento degli ambienti, l'energia ausiliaria dell'impianto di distribuzione di acqua calda sanitaria.

UNI EN 15316-3-3:2008 Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per ilcalcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell'impianto - Parte 33: Impianti per la produzione di acqua calda sanitaria, generazione.
La norma descrive i metodi di calcolo per calcolare le perdite termiche dell'impianto di generazione di acqua calda sanitaria, dell'impianto di generazione di acqua calda sanitaria recuperabili per il riscaldamento degli ambienti e l'energia ausiliaria degli impianti di generazione di acqua calda sanitaria.

UNI EN 15316-4-1:2008 - Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per i lcalcolo dei requisiti energetici e dei rendimentidell'impianto - Parte 4- 1 :Sistemi

digenerazione per i lrisculdamentodegli ambienti, sistemia combustione(caldaie).


La norma definisce i dati di input richiesti, il metodo di calcolo e i dati di output per i sistemi di generazione del calore a combustione (caldaie) inclusi i relativi sistemi di controllo. La norma si applica anche ai casi di generazione combinata di riscaldamento e acqua calda sanitaria. Per la sola produzione di acqua calda sanitaria si rimanda alla UNI EN 15316-3-3.

UNI EN 15316-4-2:2008 - Impiantidi riscaldamento degli edifici - Metodo per ilcalcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell'impianto - Parte 4-2: Si-

lriscaldamento degli ambienti, pompe di calore. stemi di generazione per i


L a norma si applica alle pompe di calore per riscaldamento, scaldacqua con pompa di calore e pompe di calore per la produzione combinata di riscaldamento e acqua calda sanitaria. Il metodo di calcolo si applica alle pompe di calore ad azionamento elettrico, a quelle con motore a combustione interna e a quelle ad assorbimento, inclusi i sistemi di controllo.

UNI EN 153 16-4-3:2008 Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo lcalcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell'impianto - Parte 4per i 3: Sistemi di generazione del calore, sistemi solari termici.
La norma ha lo scopo di fornire i dati in input ed output necessari per il metodo di calcolo, per i sistemi solari termici (incluso il controllo), per il riscaldamento, la produzione di acqua calda sanitaria negli edifici e la combinazione di entrambi.

UNI EN 15243:2008 - Ventilazione degli edifici - Calcolo delle temperature


dei locali, del carico termico e dell'energia per edifici dotati di impianto di climatizzazione degli ambienti. Lo scopo della norma quello di definire le modalit con cui i metodi di calcolo delle temperature, dei carichi sensibili e del fabbisogno energetico degli ambienti, devono essere utilizzati ai fini della progettazione, Essa descrive i metodi

di calcolo che permettono di determinare i carichi latenti di raffrescamento e di riscaldamento degli ambienti, i carichi di riscaldamento, raffrescamento umidificazione e deumidificazione dell'edificio e i corrispondenti carichi degli ima norma inoltre permette di definire l'approccio generale di calcolo della pianti. L prestazione energetica globale degli edifici dotati di impianto di climatizzazione degli ambienti e di descrivere uno o pi metodi di calcolo semplificati per il fabbisogno energetico degli specifici impianti e definire il loro campo di applicazione. La norma definisce un quadro generale che prevede l'utilizzo di metodi s u base oraria per tutti i casi in cui non possibile l'utilizzo di metodi semplificati e definisce gli elementi che devono essere presi in considerazione.

UNI EN 15377-1 :2008 - Impianti di riscaldamento negli edifici - Progettazione degli impianti radianti di riscaldamento e raffrescamento, alimentati a d acqua integrati in pavimenti, pareti e soffitti - Parte I: Determinazione della

lriscaldamento e i lraffrescamento. potenza termica di progetto per i

La norma si applica agli impianti radianti alimentati ad acqua, per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici industriali, commerciali e residenziali.1 metodi s i applicano ai sistemi integrati nelle pareti, nei pavimenti o nei soffitti e privi di intercapedini ventilate. La norma fornisce metodi di calcolo stazionari per determinare la potenza termica di riscaldamento e raffrescamento.

UNI E N 15377-2:2008 - Impianti di riscaldamento negli edifici - Progettazione degli impianti radianti di riscaldamento e raffrescamento, alimentati a d
acqua integrati in pavimenti, pareti e soffitti - Parte mensionamento e installazione. La norma si applica agli impianti radianti di riscaldamento e raffrescamento, N 15377-1.La norma specifica alimentati ad acqua, come definiti nella UNI E limiti minimi e massimi della temperatura di impiego in funzione di limitazioni fisiologiche. La progettazione si basa sulle curve caratteristiche di prestazione

2: Progettazione, di-

N 15377-1 e UNI E N 1264. e sulle curve limite calcolate secondo la UNI E


UNI E N 15377-3:2008 - Impianti di riscaldamento negli edifici - Progettazione degli impianti radianti di riscaldamento e raffrescamento, alimentati a d acqua integrati in pavimenti, pareti e soffitti - Parte 3: Ottimiuazione per l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile. L a norma si applica agli impianti alimentati ad acqua, per

il riscaldamento

e raffrescamento degli edifici industriali, commerciali e residenziali. Il metodo

si applica agli impianti integrati in pareti, pavimenti o soffitti privi di intercapedini ventilate.

Il metodo non si applica ai pannelli a soffitto riscaldati o

raffrescati. La norma fornisce una guida per la progettazione al fine di promuovere l'utilizzo delle fonti di energia rinnovabile.

UNI E N 15241:2008 - Ventilazione degli edifici - Metodi di cakolo delle perdite di energia dovute alla ventilazione e alle infiltrazioni in edifici commerciali. La norma descrive il metodo per calcolare l'impatto energetico degli impianti di ventilazione (compreso il ricircolo dell'aria) negli edifici (consumi energetici, carico termico di riscaldamento e raffrescamento). La norma definisce come calcolare le caratteristiche (temperatura, umidit) dell'aria in entrata negli edifici e il corrispondente fabbisogno energetico per il trattamento di tale aria, nonch l'energia necessaria agli ausiliari elettrici. La norma pu anche essere utilizzata per gli impianti di riscaldamento e raffrescamento ad aria, quando assicurano la ventilazione.

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valutare il carico massimo di raffrescamento per la scelta dell'attrezzatura e per la progettazione deIl1impiantodi raffrercamento, il profilo della temperatura quando la capacit di raffrescamento dell'impianto ridotta, per fornire i dati per la valutazione delle possibilit ottimali di riduzione del carico e per consentire l'analisi dei carichi parziali come richiesto dalla progetiazione, funzionamento e controllo dellfimpianto. UNI E N 15265:2008 - Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per ilriscaldamento e i lraffrescamentodegli ambienti mediante metodi dinamici - Criteri e procedimenti di validazione. La norma definisce una serie di assunti, requisiti e prove di validazione per le procedure utilizzate per il calcolo del fabbisogno annuale di energia per il riscaldamento e il raffrescamento di un ambiente in un edificio, dove i calcoli sono eseguiti su base oraria o con un intervallo temporale inferiore. La norma non impone alcuna tecnica numerica specifica per il calcolo del fabbisogno di riscaldamento o di raffrescamento e delle temperature interne di un ambiente ma permette di validare i metodi di calcolo utiliuati per definire la prestazione energetica di ogni ambiente di un edificio e fornire dati sulllenergia che siano utiliuati come interfaccia con l'analisi della prestazione del sistema (riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, illuminazione, acqua calda domestica ecc.).

4A - Norme di supporto alle precedenti - Prestazione termica dei componenti edilizi

N ISO 13789:2008 - Prestazione termica degli edifici - Coefficienti di UNI E trasferimento del calore per trasmissione e ventilazione - Metodo di calcolo.
La norma specifica un metodo e fornisce le convenzioni per il calcolo del coefficiente di perdita di calore per trasmissione e ventilazione in regime stazionario di un intero edificio e di parti di edificio. La norma si applica sia alle prdite di calore (temperatura interna pi alta della temperatura esterna) sia ai guadagni di calore (temperatura interna pi bassa della temperatura esterna). UNI E N ISO 13786:2008 - Prestazione termica dei componenti per edilizia - Caratteristiche termiche dinamiche - Metodi di calcolo. La norma definisce metodi per il calcolo del comportamento termico in regime dinamico di componenti edilizi completi. Inoltre essa specifica quali siano le informazioni sul componente edilizio necessarie per il calcolo. Nelle appen-

dici sono forniti metodi semplificati per la stima delle capacit termiche, informazioni per informatiuare il metodo di calcolo, un esempio di calcolo per un componente edilizio.
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UNI E N ISO 6946:2008 - Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza


termica e trasmittanza termica - Metodo di calcolo. La norma fornisce il metodo per il calcolo della resistenza termica e della trasmiitanza termica dei componenti e degli elementi per edilizia, escluse le porte, le finestre e altre parti vetrate, le facciate continue, i componenti che implicano uno scambio termico con il terreno ed i componenti percorsi dall'aria di ventilazione.

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UNI E N ISO 13370:2008 - Prestazione termica degli edifici - Trasferimento

di calore attraverso i lterreno - Metodi di calcolo.


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L a norma fornisce i metodi di calcolo dei coefficienti di trasferimento del calore e dei flussi termici degli elementi di edifici in contatto con il terreno, compresi le solette appoggiate al terreno, le solette su vespaio e i piani interrati. La norma comprende il calcolo della parte di scambio termico in regime stazionario (flusso termico medio annuale) e della parte dovuta alle variazioni periodiche annuali della temperatura (variazione stagionale del flusso di calore rispetto alla media annuale). Queste variazioni stagionali sono ottenute su base mensile.

UNI E N 13947:2007 - Prestazione termica delle facciate continue - Calcolo


della trasmittanza termica. La norma descrive un metodo per il calcolo della trasmiitanza termica delle facciate continue costituite da vetrate o pannelli opachi inseriti o collegati a telai. Essa si applica a diversi tipi di vetrate (vetri o plastiche, vetrate singole o multiple, con o senza rivestimenti bassa emissivit, con intercapedini riempite di aria o altri gas) diversi tipi di telai (qualsiasi combinazione di materiale) con o senza taglio termico, diversi tipi di pannelli opachi rivestiti con metallo, vetro, ceramiche o qualsiasi altra combinazione di materiale.

UNI E N ISO 10077-1:2007 - Prestazione termica di finestre, porte e chiu: Generalit. sure oscuranti - Calcolo della trasmittanza termica - Parte I
La norma specifica i metodi di calcolo della trasmiitanza termica di finestre e porte costituite da vetrate o pannelli opachi inseriti in telai con o senza chiusure oscuranti.Essa si applica a:- diversi tipi di vetrate (vetri o plastiche, ve-

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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 2 aprile 2009 , n. 59


Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia. (09G0068)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visto l'articolo 87 della Costituzione; Visto l'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni; Vista la direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico nell'edilizia; Visto il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia; Visto il Titolo I, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e in particolare: l'articolo 4, comma 1, lettera a), che prevede l'emanazione di uno o piu' decreti del Presidente della Repubblica al fine di definire i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al contenimento dei consumi di energia e al raggiungimento degli obiettivi di cui all'articolo 1, tenendo conto di quanto riportato nell'allegato B e della destinazione d'uso degli edifici, in materia di progettazione, installazione, esercizio, manutenzione ed ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari e, limitatamente al settore terziario, per l'illuminazione degli edifici; l'articolo 4, comma 1, lettera b), che prevede l'emanazione di uno o piu' decreti del Presidente della Repubblica al fine di definire i criteri generali di prestazione energetica per l'edilizia sovvenzionata e convenzionata, nonche' per l'edilizia pubblica e privata, anche riguardo la ristrutturazione di edifici esistenti e sono indicate le metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di cui all'articolo 1, tenendo conto di quanto riportato all'allegato B e alla destinazione d'uso degli edifici; l'articolo 9, comma 1, che, fermo restando il rispetto dell'articolo 17, assegna alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano l'attuazione delle disposizioni per l'efficienza energetica contenute nel medesimo decreto legislativo; Visto l'articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, che stabilisce che fino alla data di entrata in vigore dei decreti di cui all'articolo 4, comma 1, il calcolo della prestazione energetica degli edifici nella climatizzazione invernale e' disciplinato dalla legge 9 gennaio 1991, n. 10, come modificata dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e dalle disposizioni dell'allegato I del medesimo decreto legislativo; Visto l'articolo 12, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, che stabilisce che fino alla data di entrata in vigore dei decreti di cui all'articolo 4, comma 1, il contenimento dei consumi di energia nell'esercizio e manutenzione degli impianti termici esistenti per il riscaldamento invernale, le ispezioni periodiche, e i requisiti degli organismi esterni incaricati delle ispezioni stesse sono disciplinati dagli articoli 7 e 9, del decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n. 412, e successive

modificazioni, e dalle disposizioni di cui all'allegato L del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192; Vista la direttiva 2006/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE del Consiglio; Visto il decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115, di attuazione della predetta direttiva 2006/32/CE ed in particolare il comma 6 dell'articolo 18; Acquisito il parere del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e dell'Ente per le nuove tecnologie l'energia e l'ambiente (ENEA); Acquisito il parere del Consiglio nazionale consumatori ed utenti (CNCU), reso nella seduta del 12 dicembre 2007; Considerato che l'emanazione del presente decreto e' funzionale alla piena attuazione della direttiva 2002/91/CE, e in particolare dell'articolo 7, e che, in proposito, la Commissione europea gia' il 18 ottobre 2006 ha avviato la procedura di messa in mora nei confronti della Repubblica italiana, ai sensi dell'articolo 226 del Trattato CE, procedura di infrazione n. 2006/2378; Considerato che, il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, fissa in centoventi giorni, decorrenti dal 9 ottobre 2005, il termine per l'emanazione del presente provvedimento; Acquisita l'intesa espressa dalla Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, nella seduta del 20 marzo 2008; Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli atti normativi nell'Adunanza del 12 maggio 2008; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 6 marzo 2009; Sulla proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; E m a n a il seguente regolamento: Art. 1. Ambito di intervento e finalita'

1. Per le finalita' di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, per una applicazione omogenea, coordinata ed immediatamente operativa delle norme per l'efficienza energetica degli edifici su tutto il territorio nazionale, il presente decreto definisce i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici per la climatizzazione invernale e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, di cui all'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192. 2. I criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli impianti termici per la climatizzazione estiva e, limitatamente al terziario, per l'illuminazione artificiale degli edifici, di cui all'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, sono integrati con successivi provvedimenti. 3. I criteri generali di cui ai commi 1 e 2 si applicano alla prestazione energetica per l'edilizia pubblica e privata anche riguardo alle ristrutturazioni di edifici esistenti.

Avvertenza:

Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto dall'amministrazione competente per materia ai sensi dell'art. 10, comma 3 del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti. Per le direttive CEE vengono forniti gli estremi di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. (GUUE) Note alle premesse: - L'art. 87 della Costituzione conferisce, tra l'altro, al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge ed i regolamenti. - Si riporta il testo dell'art. 17, comma 1, lettera a) della legge 23 agosto 1988, n. 400 recante disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri: 1. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono essere emanati regolamenti per disciplinare: l'esecuzione delle leggi e dei decreti legislativi; . - La direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico nell'edilizia e' pubblicata nella GUCE del 4 gennaio 2003 L-1-65. - Il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 222 del 23 settembre 2005 Supplemento ordinario n. 158. - Si riporta il testo dell'art. 4, comma 1, lettere a) e b) e dell'art. 9, comma 1, del titolo I del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192: Art. 4 (Adozione di criteri generali, di una metodologia di calcolo e requisiti della prestazione energetica). - 1. Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con uno o piu' decreti del Presidente della Repubblica, sono definiti: a) i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al contenimento dei consumi di energia e al raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 1, tenendo conto di quanto riportato nell'allegato B e della destinazione d'uso degli edifici. Questi decreti disciplinano la progettazione, l'installazione, l'esercizio, la manutenzione e l'ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari e, limitatamente al settore terziario, per l'illuminazione artificiale degli edifici; b) i criteri generali di prestazione energetica per l'edilizia sovvenzionata e convenzionata, nonche' per l'edilizia pubblica e privata, anche riguardo alla ristrutturazione degli edifici esistenti e sono indicate le metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al

raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 1, tenendo conto di quanto riportato nell'allegato B e della destinazione d'uso degli edifici; . Art. 9 (Funzioni delle regioni e degli enti locali). 1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono all'attuazione del presente decreto.. - Si riporta il testo dell'art. 11, comma 1, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192: 1. Fino alla data di entrata in vigore dei decreti di cui all'art. 4, comma 1, il calcolo della prestazione energetica degli edifici nella climatizzazione invernale ed, in particolare, il fabbisogno annuo di energia primaria e' disciplinato dalla legge 9 gennaio 1991, n. 10, come modificata dal presente decreto, dalle norme attuative e dalle disposizioni di cui all'allegato I.. Si riporta il testo dell'art. 12 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192: Art. 12 (Esercizio, manutenzione e ispezione degli impianti termici). - 1. Fino alla data di entrata in vigore dei decreti di cui all'art. 4, comma 1, il contenimento dei consumi di energia nell'esercizio e manutenzione degli impianti termici esistenti per il riscaldamento invernale, le ispezioni periodiche, e i requisiti minimi degli organismi esterni incaricati delle ispezioni stesse sono disciplinati dagli articoli 7 e 9, dal decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n. 412, e successive modificazioni, e dalle disposizioni di cui all'allegato L.. - La direttiva 2006/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE del Consiglio, e' pubblicata nella GUCE L 114-64. del 27 aprile 2006. - Si riporta il testo del comma 6 dell'art. 18 del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115, di attuazione della predetta direttiva 2006/32/CE: 6. Ai fini di dare piena attuazione a quanto previsto dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, in materia di diagnosi energetiche e certificazione energetica degli edifici, nelle more dell'emanazione dei decreti di cui all'art. 4, comma 1, lettere a), b) e c), del medesimo decreto legislativo e fino alla data di entrata in vigore degli stessi decreti, si applica l'allegato III al presente decreto legislativo. Ai sensi dell'art. 17 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, le disposizioni di cui all'allegato III si applicano per le regioni e province autonome che non abbiano ancora provveduto ad adottare propri provvedimenti in applicazione della direttiva 2002/91/CE e comunque sino alla data di entrata in vigore dei predetti provvedimenti nazionali o regionali. Le regioni e le province autonome che abbiano gia' provveduto al recepimento della direttiva 2002/91/CE adottano misure atte a favorire la coerenza e il graduale ravvicinamento dei propri provvedimenti con i contenuti dell'allegato III.. Nota all'art. 1: Si riporta il testo dell'art. 1 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192: Art. 1 (Finalita') - 1. Il presente decreto stabilisce i criteri, le condizioni e le modalita' per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici al fine di favorire

lo sviluppo, la valorizzazione e l'integrazione delle fonti rinnovabili e la diversificazione energetica, contribuire a conseguire gli obiettivi nazionali di limitazione delle emissioni di gas a effetto serra posti dal protocollo di Kyoto, promuovere la competitivita' dei comparti piu' avanzati attraverso lo sviluppo tecnologico. 2. Il presente decreto disciplina in particolare: a) la metodologia per il calcolo delle prestazioni energetiche integrate degli edifici; b) l'applicazione di requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici; c) i criteri generali per la certificazione energetica degli edifici; d) le ispezioni periodiche degli impianti di climatizzazione; e) i criteri per garantire la qualificazione e l'indipendenza degli esperti incaricati della certificazione energetica e delle ispezioni degli impianti; f) la raccolta delle informazioni e delle esperienze, delle elaborazioni e degli studi necessari all'orientamento della politica energetica del settore; g) la promozione dell'uso razionale dell'energia anche attraverso l'informazione e la sensibilizzazione degli utenti finali, la formazione e l'aggiornamento degli operatori del settore. 3. Ai fini di cui al comma 1, lo Stato, le regioni e le province autonome, avvalendosi di meccanismi di raccordo e cooperazione, predispongono programmi, interventi e strumenti volti, nel rispetto dei principi di semplificazione e di coerenza normativa, alla: a) attuazione omogenea e coordinata delle presenti norme; b) sorveglianza dell'attuazione delle norme, anche attraverso la raccolta e l'elaborazione di informazioni e di dati; c) realizzazione di studi che consentano adeguamenti legislativi nel rispetto delle esigenze dei cittadini e dello sviluppo del mercato; d) promozione dell'uso razionale dell'energia e delle fonti rinnovabili, anche attraverso la sensibilizzazione e l'informazione degli utenti finali.. - Per l'art. 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, si veda nelle note alle premesse.

Art. 2. Definizioni

1. Ai fini del presente decreto con decreto legislativo si intende il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni. 2. Ai fini del presente decreto, si applicano le definizioni di cui all'articolo 2, commi 1 e 2, del decreto legislativo e successive modificazioni, e le ulteriori definizioni di cui ai commi 3, 4 e 5 del presente decreto. 3. Sistemi filtranti, pellicole polimeriche autoadesive applicabili su vetri, su lato interno o esterno, in grado di modificare uno o piu' delle seguenti caratteristiche della superficie vetrata: trasmissione dell'energia solare, trasmissione ultravioletti,

trasmissione infrarossi, trasmissione luce visibile. 4. Trasmittanza termica periodica YIE (W/m2K), e' il parametro che valuta la capacita' di una parete opaca di sfasare ed attenuare il flusso termico che la attraversa nell'arco delle 24 ore, definita e determinata secondo la norma UNI EN ISO 13786:2008 e successivi aggiornamenti. 5. Coperture a verde, si intendono le coperture continue dotate di un sistema che utilizza specie vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali caratteristiche della copertura di un edificio. Tali coperture sono realizzate tramite un sistema strutturale che prevede in particolare uno strato colturale opportuno sul quale radificano associazioni di specie vegetali, con minimi interventi di manutenzione, coperture a verde estensivo, o con interventi di manutenzione media e alta, coperture a verde intensivo.

Nota all'art. 2: - Per decreto legislativo si intende il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 di cui al punto 4 delle note alle premesse. - Si riportano i commi 1 e 2 dell'art. 2 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192: 1. Ai fini del presente decreto si definisce: a) edificio e' un sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna che delimita un edificio puo' confinare con tutti o alcuni di questi elementi: l'ambiente esterno, il terreno, altri edifici; il termine puo' riferirsi a un intero edificio ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unita' immobiliari a se' stanti; b) edificio di nuova costruzione e' un edificio per il quale la richiesta di permesso di costruire o denuncia di inizio attivita', comunque denominato, sia stata presentata successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto; c) prestazione energetica, efficienza energetica ovvero rendimento di un edificio e' la quantita' annua di energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi ad un uso standard dell'edificio, compresi la climatizzazione invernale e estiva, la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, la ventilazione e l'illuminazione. Tale quantita' viene espressa da uno o piu' descrittori che tengono conto della coibentazione, delle caratteristiche tecniche e di installazione, della progettazione e della posizione in relazione agli aspetti climatici, dell'esposizione al sole e dell'influenza delle strutture adiacenti, dell'esistenza di sistemi di trasformazione propria di energia e degli altri fattori, compreso il clima degli ambienti interni, che influenzano il fabbisogno energetico; d) attestato di certificazione energetica o di rendimento energetico dell'edificio e' il documento redatto nel rispetto delle norme contenute nel presente decreto, attestante la prestazione energetica ed eventualmente alcuni parametri energetici caratteristici dell'edificio; e) cogenerazione e' la produzione e l'utilizzo simultanei di energia meccanica o elettrica e di energia

termica a partire dai combustibili primari, nel rispetto di determinati criteri qualitativi di efficienza energetica; f) sistema di condizionamento d'aria e' il complesso di tutti i componenti necessari per un sistema di trattamento dell'aria, attraverso il quale la temperatura e' controllata o puo' essere abbassata, eventualmente in combinazione con il controllo della ventilazione, dell'umidita' e della purezza dell'aria; g) generatore di calore o caldaia e' il complesso bruciatore-caldaia che permette di trasferire al fluido termovettore il calore prodotto dalla combustione; h) potenza termica utile di un generatore di calore e' la quantita' di calore trasferita nell'unita' di tempo al fluido termovettore; l'unita' di misura utilizzata e' il kW; i) pompa di calore e' un dispositivo o un impianto che sottrae calore dall'ambiente esterno o da una sorgente di calore a bassa temperatura e lo trasferisce all'ambiente a temperatura controllata; l) valori nominali delle potenze e dei rendimenti sono i valori di potenza massima e di rendimento di un apparecchio specificati e garantiti dal costruttore per il regime di funzionamento continuo. 2. Ai fini del presente decreto si applicano, inoltre, le definizioni dell'allegato A..

Art. 3. Metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici e degli impianti

1. Ai fini dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo, per le metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici si adottano le norme tecniche nazionali, definite nel contesto delle norme EN a supporto della direttiva 2002/91/CE, della serie UNI/TS 11300 e loro successive modificazioni. Di seguito si riportano le norme a oggi disponibili: a) UNI/TS 11300 - 1 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale; b) UNI/TS 11300 - 2 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria. 2. Ai fini della certificazione degli edifici, le metodologie per il calcolo della prestazione energetica, sono riportate nelle Linee guida nazionali di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico, adottato ai sensi dell'articolo 6, comma 9, del decreto legislativo.

Nota all'art. 3: - Per l'art. 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo, si veda nelle note alle premesse. - La direttiva 2002/91/CE e' pubblicata nella GUCE L 1-65 del 4 gennaio 2003. - Si riporta il testo del comma 9 dell'art. 6 del decreto legislativo: 9. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Ministro delle attivita'

produttive, di concerto con i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio, delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con la Conferenza unificata, avvalendosi delle metodologie di calcolo definite con i decreti di cui all'art. 4, comma 1, e tenuto conto di quanto previsto nei commi precedenti, predispone Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, sentito il CNCU, prevedendo anche metodi semplificati che minimizzino gli oneri..

Art. 4. Criteri generali e requisiti delle prestazioni energetiche degli edifici e degli impianti

1. In attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo, i criteri generali e i requisiti della prestazione energetica per la progettazione degli edifici e per la progettazione ed installazione degli impianti, sono fissati dalla legge 9 gennaio 1991, n. 10, dal decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, come modificati dal decreto legislativo, dall'allegato C al decreto legislativo e dalle ulteriori disposizioni di cui al presente articolo. 2. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di edifici di nuova costruzione e nei casi di ristrutturazione di edifici esistenti, previsti dall'articolo 3, comma 2, lettere a) e b), del decreto legislativo si procede, in sede progettuale alla determinazione dell'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (EPi), e alla verifica che lo stesso risulti inferiore ai valori limite che sono riportati nella pertinente tabella di cui al punto 1 dell'allegato C al decreto legislativo. 3. Nel caso di edifici di nuova costruzione e nei casi di ristrutturazione di edifici esistenti, previsti dall'articolo 3, comma 2, lettere a) e b), del decreto legislativo, si procede in sede progettuale alla determinazione della prestazione energetica per il raffrescamento estivo dell'involucro edilizio (Epe, invol), pari al rapporto tra il fabbisogno annuo di energia termica per il raffrescamento dell'edificio, calcolata tenendo conto della temperatura di progetto estiva secondo la norma UNI/TS 11300 - 1, e la superficie utile, per gli edifici residenziali, o il volume per gli edifici con altre destinazioni d'uso, e alla verifica che la stessa sia non superiore a: a) per gli edifici residenziali di cui alla classe E1, cosi' come classificati, in base alla destinazione d'uso, all'articolo 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme, ai seguenti valori: 1) 40 kWh/m2 anno nelle zone climatiche A e B; 2) 30 kWh/m2 anno nelle zone climatiche C, D, E, e F; b) per tutti gli altri edifici ai seguenti valori: 1) 14 kWh/m3 anno nelle zone climatiche A e B; 2) 10 kWh/m3 anno nelle zone climatiche C, D, E, e F. 4. Nei casi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria, previsti all'articolo 3, comma 2, lettera c), numero 1), del decreto legislativo, consistenti in opere che prevedono, a titolo esemplificativo e non esaustivo, rifacimento di pareti esterne, di intonaci esterni, del tetto o dell'impermeabilizzazione delle

coperture, si applica quanto previsto alle lettere seguenti: a) per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, il valore della trasmittanza termica (U) per le strutture opache verticali, a ponte termico corretto, delimitanti il volume riscaldato verso l'esterno, ovvero verso ambienti non dotati di impianto di riscaldamento, deve essere inferiore o uguale a quello riportato nella tabella 2.1 al punto 2 dell'allegato C al decreto legislativo, in funzione della fascia climatica di riferimento. Qualora il ponte termico non dovesse risultare corretto o qualora la progettazione dell'involucro edilizio non preveda la correzione dei ponti termici, i valori limite della trasmittanza termica riportati nella tabella 2.1 al punto 2 dell'allegato C al decreto legislativo, devono essere rispettati dalla trasmittanza termica media, parete corrente piu' ponte termico; nel caso di pareti opache verticali esterne in cui fossero previste aree limitate oggetto di riduzione di spessore, sottofinestre e altri componenti, devono essere rispettati i limiti previsti nella tabella 2.1 al punto 2 dell'allegato C al decreto legislativo, con riferimento alla superficie totale di calcolo; b) per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione della categoria E.8, il valore della trasmittanza termica (U) per le strutture opache orizzontali o inclinate, a ponte termico corretto, delimitanti il volume riscaldato verso l'esterno, ovvero verso ambienti non dotati di impianto di riscaldamento, deve essere inferiore o uguale a quello riportato nelle tabelle 3.1 e 3.2 del punto 3 dell'allegato C al decreto legislativo, in funzione della fascia climatica di riferimento. Qualora il ponte termico non dovesse risultare corretto o qualora la progettazione dell'involucro edilizio non preveda la correzione dei ponti termici, i valori limite della trasmittanza termica riportati nelle tabelle 3.1 e 3.2 del punto 3 dell'allegato C al decreto legislativo, devono essere rispettati dalla trasmittanza termica media, parete corrente piu' ponte termico. Nel caso di strutture orizzontali sul suolo i valori di trasmittanza termica da confrontare con quelli di cui alle tabelle 3.1 e 3.2 del punto 3 dell'allegato C al decreto legislativo, sono calcolati con riferimento al sistema struttura-terreno; c) per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione della categoria E.8, il valore massimo della trasmittanza (U) delle chiusure apribili ed assimilabili, quali porte, finestre e vetrine anche se non apribili, comprensive degli infissi, considerando le parti trasparenti e/o opache che le compongono, deve rispettare i limiti riportati nelle tabelle 4.a e 4.b al punto 4 dell'allegato C al decreto legislativo. Restano esclusi dal rispetto di detti requisiti gli ingressi pedonali automatizzati, da considerare solo ai fini dei ricambi di aria in relazione alle dimensioni, tempi e frequenze di apertura, conformazione e differenze di pressione tra l'ambiente interno ed esterno. 5. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di nuova installazione e ristrutturazione di impianti termici o sostituzione di generatori di calore, previsti all'articolo 3, comma 2, lettera c), numeri 2) e 3), del decreto legislativo, si procede al calcolo del rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico e alla verifica che lo stesso risulti superiore al valore limite riportato al punto 5 dell'allegato C al decreto legislativo. Nel caso di installazioni di potenze nominali del focolare maggiori o uguali a 100 kW, e' fatto obbligo di allegare alla relazione tecnica di cui

all'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo, una diagnosi energetica dell'edificio e dell'impianto nella quale si individuano gli interventi di riduzione della spesa energetica, i relativi tempi di ritorno degli investimenti, e i possibili miglioramenti di classe dell'edificio nel sistema di certificazione energetica in vigore, e sulla base della quale sono state determinate le scelte impiantistiche che si vanno a realizzare. 6. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di mera sostituzione di generatori di calore, prevista all'articolo 3, comma 2, lettera c), numero 3), del decreto legislativo, si intendono rispettate tutte le disposizioni vigenti in tema di uso razionale dell'energia, incluse quelle di cui al comma 5, qualora coesistano le seguenti condizioni: a) i nuovi generatori di calore a combustione abbiano rendimento termico utile, in corrispondenza di un carico pari al 100 per cento della potenza termica utile nominale, maggiore o uguale al valore limite calcolato con la formula 90 + 2 log Pn, dove log Pn e' il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore, espressa in kW. Per valori di Pn maggiori di 400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW; b) le nuove pompe di calore elettriche o a gas abbiano un rendimento utile in condizioni nominali, u, riferito all'energia primaria, maggiore o uguale al valore limite calcolato con la formula a 90 + 3 log Pn; dove log Pn e' il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore, espressa in kW; la verifica e' fatta utilizzando come fattore di conversione tra energia elettrica ed energia primaria il valore di riferimento per la conversione tra kWh elettrici e MJ definito con provvedimento dell'Autorita' per l'energia elettrica e il gas, al fine di tener conto dell'efficienza media di produzione del parco termoelettrico, e suoi successivi aggiornamenti; c) siano presenti, salvo che ne sia dimostrata inequivocabilmente la non fattibilita' tecnica nel caso specifico, almeno una centralina di termoregolazione programmabile per ogni generatore di calore e dispositivi modulanti per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali o nelle singole zone che, per le loro caratteristiche di uso ed esposizione possano godere, a differenza degli altri ambienti riscaldati, di apporti di calore solari o comunque gratuiti. Detta centralina di termoregolazione si differenzia in relazione alla tipologia impiantistica e deve possedere almeno i requisiti gia' previsti all'articolo 7, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nei casi di nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici. In ogni caso detta centralina deve: 1) essere pilotata da sonde di rilevamento della temperatura interna, supportate eventualmente da una analoga centralina per la temperatura esterna, con programmatore che consenta la regolazione della temperatura ambiente su due livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore, nel caso di impianti termici centralizzati; 2) consentire la programmazione e la regolazione della temperatura ambiente su due livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore, nel caso di impianti termici per singole unita' immobiliari; d) nel caso di installazioni di generatori con potenza nominale del focolare maggiore del valore preesistente, l'aumento di potenza sia motivato con la verifica dimensionale dell'impianto di riscaldamento; e) nel caso di installazione di generatori di calore a servizio di piu' unita' immobiliari, sia verificata la corretta equilibratura del sistema di distribuzione, al fine di consentire contemporaneamente, in ogni unita' immobiliare, il rispetto dei limiti minimi di comfort e dei limiti massimi di temperatura interna; eventuali squilibri

devono essere corretti in occasione della sostituzione del generatore, eventualmente installando un sistema di contabilizzazione del calore che permetta la ripartizione dei consumi per singola unita' immobiliare; f) nel caso di sostituzione dei generatori di calore di potenza nominale del focolare inferiore a 35 kW, con altri della stessa potenza, e' rimessa alle autorita' locali competenti ogni valutazione sull'obbligo di presentazione della relazione tecnica di cui al comma 25 e se la medesima puo' essere omessa a fronte dell'obbligo di presentazione della dichiarazione di conformita' ai sensi della legge 5 marzo 1990, n. 46, e successive modificazioni. 7. Qualora, nella mera sostituzione del generatore, per garantire la sicurezza, non fosse possibile rispettare le condizioni del comma 6, lettera a), in particolare nel caso in cui il sistema fumario per l'evacuazione dei prodotti della combustione e' al servizio di piu' utenze ed e' di tipo collettivo ramificato, e qualora sussistano motivi tecnici o regolamenti locali che impediscano di avvalersi della deroga prevista all'articolo 2, comma 2, del decreto Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 551, la semplificazione di cui al comma 6 puo' applicarsi ugualmente, fermo restando il rispetto delle altre condizioni previste, a condizione di: a) installare generatori di calore che abbiano rendimento termico utile a carico parziale pari al 30 per cento della potenza termica utile nominale maggiore o uguale a 85 + 3 log Pn; dove log Pn e' il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore o dei generatori di calore al servizio del singolo impianto termico, espressa in kW. Per valori di Pn maggiori di 400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW; b) predisporre una dettagliata relazione che attesti i motivi della deroga dalle disposizioni del comma 6, da allegare alla relazione tecnica di cui al comma 25, ove prevista, o alla dichiarazione di conformita', ai sensi della legge 5 marzo 1990, n. 46, e successive modificazioni, correlata all'intervento, qualora le autorita' locali competenti si avvalgano dell'opzione di cui alle lettera f) del comma 6. 8. Nei casi previsti al comma 2, per tutte le categorie degli edifici cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e quando il rapporto tra la superficie trasparente complessiva dell'edificio e la sua superficie utile e' inferiore a 0,18, il calcolo del fabbisogno annuo di energia primaria puo' essere omesso, se gli edifici e le opere sono progettati e realizzati nel rispetto dei limiti fissati al comma 5, lettere a), b) e c), e sono rispettate le seguenti prescrizioni impiantistiche: a) siano installati generatori di calore con rendimento termico utile a carico pari al 100 per cento della potenza termica utile nominale, maggiore o uguale a X + 2 log Pn; dove log Pn e' il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del singolo generatore, espressa in kW, ed X vale 90 nelle zone climatiche A, B e C, e vale 93 nelle zone climatiche D, E ed F. Per valori di Pn maggiori di 400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW; b) la temperatura media del fluido termovettore in corrispondenza delle condizioni di progetto sia non superiore a 60 C; c) siano installati almeno una centralina di termoregolazione programmabile in ogni unita' immobiliare e dispositivi modulanti per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali o nelle singole zone aventi caratteristiche di uso ed esposizioni uniformi al fine di non determinare sovrariscaldamento per effetto degli apporti solari e degli apporti gratuiti interni; d) nel caso di installazione di pompe di calore elettriche o a gas queste abbiano un rendimento utile in condizioni nominali, u, riferito all'energia primaria, maggiore o uguale al valore limite

calcolato con la formula a 90 + 3 log Pn; dove log Pn e' il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore, espressa in kW; la verifica e' fatta utilizzando come fattore di conversione tra energia elettrica ed energia primaria il valore di riferimento per la conversione tra kWh elettrici e MJ definito con provvedimento dell'Autorita' per l'energia elettrica e il gas, al fine di tener conto dell'efficienza media di produzione del parco termoelettrico, e suoi successivi aggiornamenti. In tale caso, all'edificio o porzione interessata, si attribuisce il valore del fabbisogno annuo di energia primaria limite massimo applicabile al caso specifico ai sensi del comma 2. 9. In tutti gli edifici esistenti con un numero di unita' abitative superiore a 4, e in ogni caso per potenze nominali del generatore di calore dell'impianto centralizzato maggiore o uguale a 100 kW, appartenenti alle categorie E1 ed E2, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e' preferibile il mantenimento di impianti termici centralizzati laddove esistenti; le cause tecniche o di forza maggiore per ricorrere ad eventuali interventi finalizzati alla trasformazione degli impianti termici centralizzati ad impianti con generazione di calore separata per singola unita' abitativa devono essere dichiarate nella relazione di cui al comma 25. 10. In tutti gli edifici esistenti con un numero di unita' abitative superiore a 4, appartenenti alle categorie E1 ed E2, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, in caso di ristrutturazione dell'impianto termico o di installazione dell'impianto termico devono essere realizzati gli interventi necessari per permettere, ove tecnicamente possibile, la contabilizzazione e la termoregolazione del calore per singola unita' abitativa. Gli eventuali impedimenti di natura tecnica alla realizzazione dei predetti interventi, ovvero l'adozione di altre soluzioni impiantistiche equivalenti, devono essere evidenziati nella relazione tecnica di cui al comma 25. 11. Le apparecchiature installate ai sensi del comma 10 devono assicurare un errore di misura, nelle condizioni di utilizzo, inferiore a piu' o meno il 5 per cento, con riferimento alle norme UNI in vigore. Anche per le modalita' di contabilizzazione si fa riferimento alle vigenti norme e linee guida UNI. 12. Ai fini del presente decreto, e in particolare per la determinazione del fabbisogno di energia primaria dell'edificio, sono considerati ricadenti fra gli impianti alimentati da fonte rinnovabile gli impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati a biomasse combustibili che rispettano i seguenti requisiti: a) rendimento utile nominale minimo conforme alla classe 3 di cui alla norma Europea UNI EN 303-5; b) limiti di emissione conformi all'allegato IX alla parte quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, ovvero i piu' restrittivi limiti fissati da norme regionali, ove presenti; c) utilizzano biomasse combustibili ricadenti fra quelle ammissibili ai sensi dell'allegato X alla parte quinta del medesimo decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. 13. Per tutte le tipologie di edifici, in cui e' prevista l'installazione di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, in sede progettuale, nel caso di nuova costruzione e ristrutturazione di edifici esistenti, previsti dal decreto legislativo all'articolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), numero 1), limitatamente alle ristrutturazioni totali, si procede alla verifica che la trasmittanza

termica delle diverse strutture edilizie, opache e trasparenti, che delimitano l'edificio verso l'esterno o verso vani non riscaldati, non sia maggiore dei valori definiti nella pertinente tabella di cui ai punti 2, 3 e 4 dell'allegato C al decreto legislativo. 14. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di edifici di nuova costruzione e ristrutturazione di edifici esistenti, previsti dal decreto legislativo all'articolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), numero 1), limitatamente alle ristrutturazioni totali, e nel caso di nuova installazione e ristrutturazione di impianti termici o sostituzione di generatori di calore, di cui alla lettera c), numeri 2) e 3), fermo restando quanto prescritto per gli impianti di potenza complessiva maggiore o uguale a 350 kW all'articolo 5, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e' prescritto: a) in assenza di produzione di acqua calda sanitaria ed in presenza di acqua di alimentazione dell'impianto con durezza temporanea maggiore o uguale a 25 gradi francesi: 1) un trattamento chimico di condizionamento per impianti di potenza nominale del focolare complessiva minore o uguale a 100 kW; 2) un trattamento di addolcimento per impianti di potenza nominale del focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW; b) nel caso di produzione di acqua calda sanitaria le disposizioni di cui alla lettera a), numeri 1) e 2), valgono in presenza di acqua di alimentazione dell'impianto con durezza temporanea maggiore di 15 gradi francesi. Per quanto riguarda i predetti trattamenti si fa riferimento alla norma tecnica UNI 8065. 15. In tutti i casi di nuova costruzione o ristrutturazione di edifici pubblici o a uso pubblico, cosi' come definiti ai commi 8 e 9 dell'allegato A al decreto legislativo, devono essere rispettate le seguenti ulteriori disposizioni: a) i valori limite gia' previsti ai punti 1, 2, 3 e 4 dell'allegato C al decreto legislativo sono ridotti del 10 per cento; b) il valore limite del rendimento globale medio stagionale, gia' previsto al punto 5, dell'allegato C, del decreto legislativo, e' calcolato con la seguente formula: g= (75 + 4 log Pn)%; c) i predetti edifici devono essere dotati di impianti centralizzati per la climatizzazione invernale ed estiva, qualora quest'ultima fosse prevista. 16. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione della categoria E.8, nel caso di nuova costruzione e ristrutturazione di edifici esistenti, previsti dal decreto legislativo all'articolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), numero 1), questo ultimo limitatamente alle ristrutturazioni totali, da realizzarsi in zona climatica C, D, E ed F, il valore della trasmittanza (U) delle strutture edilizie di separazione tra edifici o unita' immobiliari confinanti fatto salvo il rispetto del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 5 dicembre 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 297 del 22 dicembre 1997, recante determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici, deve essere inferiore o uguale a 0,8 W/m2K, nel caso di pareti divisorie verticali e orizzontali. Il medesimo limite deve essere rispettato per tutte le strutture opache, verticali, orizzontali e inclinate, che delimitano verso l'ambiente esterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento. 17. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione della categoria E.8, nel caso di nuova costruzione e ristrutturazione di edifici esistenti, previsti dal decreto legislativo all'articolo

3, comma 2, lettere a), b) e c), numero 1), si procede alla verifica dell'assenza di condensazioni superficiali e che le condensazioni interstiziali delle pareti opache siano limitate alla quantita' rievaporabile, conformemente alla normativa tecnica vigente. Qualora non esista un sistema di controllo della umidita' relativa interna, per i calcoli necessari, questa verra' assunta pari al 65 per cento alla temperatura interna di 20 C. 18. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione, esclusivamente per le disposizioni di cui alla lettera b), delle categorie E.5, E.6, E.7 ed E.8, il progettista, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti, nel caso di edifici di nuova costruzione e nel caso di ristrutturazioni di edifici esistenti di cui all'articolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), numero 1), del decreto legislativo, questo ultimo limitatamente alle ristrutturazioni totali: a) valuta puntualmente e documenta l'efficacia dei sistemi schermanti delle superfici vetrate, esterni o interni, tali da ridurre l'apporto di calore per irraggiamento solare; b) esegue, in tutte le zone climatiche ad esclusione della F, per le localita' nelle quali il valore medio mensile dell'irradianza sul piano orizzontale, nel mese di massima insolazione estiva, Im, s, sia maggiore o uguale a 290 W/m: 1) relativamente a tutte le pareti verticali opache con l'eccezione di quelle comprese nel quadrante nord-ovest / nord / nord-est, almeno una delle seguenti verifiche: 1.1 che il valore della massa superficiale Ms, di cui al comma 22 dell'allegato A, sia superiore a 230 kg/m; 1.2 che il valore del modulo della trasmittanza termica periodica (YIE), di cui al comma 4, dell'articolo 2, sia inferiore a 0,12 W/m K; 2) relativamente a tutte le pareti opache orizzontali ed inclinate che il valore del modulo della trasmittanza termica periodica YIE, di cui al comma 4, dell'articolo 2, sia inferiore a 0,20 W/m2 K; c) utilizza al meglio le condizioni ambientali esterne e le caratteristiche distributive degli spazi per favorire la ventilazione naturale dell'edificio; nel caso che il ricorso a tale ventilazione non sia efficace, puo' prevedere l'impiego di sistemi di ventilazione meccanica nel rispetto del comma 13 dell'articolo 5 decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412. Gli effetti positivi che si ottengono con il rispetto dei valori di massa superficiale o trasmittanza termica periodica delle pareti opache previsti alla lettera b), possono essere raggiunti, in alternativa, con l'utilizzo di tecniche e materiali, anche innovativi, ovvero coperture a verde, che permettano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell'andamento dell'irraggiamento solare. In tale caso deve essere prodotta una adeguata documentazione e certificazione delle tecnologie e dei materiali che ne attesti l'equivalenza con le predette disposizioni. 19. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione delle categorie E.6 ed E.8, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti, nel caso di edifici di nuova costruzione e nel caso di ristrutturazioni di edifici esistenti di cui all'articolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), numero 1), questo ultimo limitatamente alle ristrutturazioni totali, del decreto legislativo, e' resa obbligatoria la presenza di sistemi schermanti esterni. Qualora se ne dimostri la non convenienza in termini

tecnico-economici, detti sistemi possono essere omessi in presenza di superfici vetrate con fattore solare (UNI EN 410) minore o uguale a 0,5. Tale valutazione deve essere evidenziata nella relazione tecnica di cui al comma 25. 20. Nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti di cui all'articolo 3, comma 2, lettera c), numeri 1) e 2), del decreto legislativo, per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione delle categoria E.6 ed E.8, il progettista, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti, valuta puntualmente e documenta l'efficacia dei sistemi filtranti o schermanti delle superfici vetrate, tali da ridurre l'apporto di calore per irraggiamento solare. Gli eventuali impedimenti di natura tecnica ed economica all'utilizzo dei predetti sistemi devono essere evidenziati nella relazione tecnica di cui al comma 25. La predetta valutazione puo' essere omessa in presenza di superfici vetrate con fattore solare (UNI EN 410) minore o uguale a 0,5. 21. Per tutti gli edifici e gli impianti termici nuovi o ristrutturati, e' prescritta l'installazione di dispositivi per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali o nelle singole zone aventi caratteristiche di uso ed esposizioni uniformi al fine di non determinare sovrariscaldamento per effetto degli apporti solari e degli apporti gratuiti interni. L'installazione di detti dispositivi e' aggiuntiva rispetto ai sistemi di regolazione di cui all'articolo 7, commi 2, 4, 5 e 6, del decreto Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e successive modificazioni, e deve comunque essere tecnicamente compatibile con l'eventuale sistema di contabilizzazione. 22. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di edifici pubblici e privati, e' obbligatorio l'utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia termica ed elettrica. In particolare, nel caso di edifici di nuova costruzione o in occasione di nuova installazione di impianti termici o di ristrutturazione degli impianti termici esistenti, l'impianto di produzione di energia termica deve essere progettato e realizzato in modo da coprire almeno il 50 per cento del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria con l'utilizzo delle predette fonti di energia. Tale limite e' ridotto al 20 per cento per gli edifici situati nei centri storici. 23. Le modalita' applicative degli obblighi di cui al comma 22, le prescrizioni minime, le caratteristiche tecniche e costruttive degli impianti di produzione di energia termica ed elettrica con l'utilizzo di fonti rinnovabili, sono precisate, in relazione alle dimensioni e alle destinazioni d'uso degli edifici, con successivo provvedimento ai sensi dell'articolo 4, del decreto legislativo. Le valutazioni concernenti il dimensionamento ottimale, o l'eventuale impossibilita' tecnica di rispettare le presenti disposizioni, devono essere dettagliatamente illustrate nella relazione tecnica di cui al comma 25. In mancanza di tali elementi conoscitivi, la relazione e' dichiarata irricevibile. Nel caso di edifici di nuova costruzione, pubblici e privati, o di ristrutturazione degli stessi conformemente all'articolo 3, comma 2, lettera a), del decreto legislativo, e' obbligatoria l'installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. 24. Per tutte le categorie di edifici, cosi' come classificati in base alla destinazione d'uso all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, nel caso di nuova costruzione di edifici pubblici e privati e di ristrutturazione degli stessi conformemente all'articolo 3, comma 2, lettera a), del decreto

legislativo, e' obbligatoria la predisposizione delle opere, riguardanti l'involucro dell'edificio e gli impianti, necessarie a favorire il collegamento a reti di teleriscaldamento, nel caso di presenza di tratte di rete ad una distanza inferiore a metri 1.000 ovvero in presenza di progetti approvati nell'ambito di opportuni strumenti pianificatori. 25. Il progettista dovra' inserire i calcoli e le verifiche previste dal presente articolo nella relazione attestante la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e relativi impianti termici, che, ai sensi dell'articolo 28, comma 1, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, il proprietario dell'edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare presso le amministrazioni competenti secondo le disposizioni vigenti, in doppia copia, insieme alla denuncia dell'inizio dei lavori relativi alle opere di cui agli articoli 25 e 26 della stessa legge. Schemi e modalita' di riferimento per la compilazione delle relazioni tecniche sono riportati nell'allegato E al decreto legislativo. Ai fini della piu' estesa applicazione dell'articolo 26, comma 7, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, negli enti soggetti all'obbligo di cui all'articolo 19 della stessa legge, tale relazione progettuale dovra' essere obbligatoriamente integrata attraverso attestazione di verifica sulla applicazione della norma predetta a tale fine redatta dal Responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia nominato. 26. I calcoli e le verifiche necessari al rispetto del presente decreto sono eseguiti utilizzando metodi che garantiscano risultati conformi alle migliori regole tecniche. Si considerano rispondenti a tale requisito le norme tecniche predisposte dagli organismi deputati a livello nazionale o comunitario, quali ad esempio l'UNI e il CEN, o altri metodi di calcolo recepiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico. 27. L'utilizzo di altri metodi, procedure e specifiche tecniche sviluppati da organismi istituzionali nazionali, quali l'ENEA, le universita' o gli istituti del CNR, e' possibile, motivandone l'uso nella relazione tecnica di progetto di cui al comma 25, purche' i risultati conseguiti risultino equivalenti o conservativi rispetto a quelli ottenibili con i metodi di calcolo precedentemente detti. Nel calcolo rigoroso della prestazione energetica dell'edificio occorre prendere in considerazione i seguenti elementi: a) lo scambio termico per trasmissione tra l'ambiente climatizzato e l'ambiente esterno; b) lo scambio termico per ventilazione (naturale e meccanica); c) lo scambio termico per trasmissione e ventilazione tra zone adiacenti a temperatura diversa; d) gli apporti termici interni; e) gli apporti termici solari; f) l'accumulo del calore nella massa dell'edificio; g) l'eventuale controllo dell'umidita' negli ambienti climatizzati; h) le modalita' di emissione del calore negli impianti termici e le corrispondenti perdite di energia; i) le modalita' di distribuzione del calore negli impianti termici e le corrispondenti perdite di energia; l) le modalita' di accumulo del calore negli impianti termici e le corrispondenti perdite di energia; m) le modalita' di generazione del calore e le corrispondenti perdite di energia; n) l'effetto di eventuali sistemi impiantistici per l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia; o) per gli edifici di nuova costruzione del settore terziario con volumetria maggiore di 10.000 mc, l'influenza dei fenomeni dinamici, attraverso l'uso di opportuni modelli di simulazione, salvo che si possa dimostrare la scarsa rilevanza di tali fenomeni nel caso

specifico.

Nota all'art. 4: - Per l'art. 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo, si veda nelle note alle premesse. - La legge 9 gennaio 1991, n. 10, e' pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 16 gennaio 1991, n. 13. - Il decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e' pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 14 ottobre 1993, n. 242. - Si riporta il testo dell'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 che reca Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10: Art. 3 (Classificazione generale degli edifici per categorie). - 1. Gli edifici sono classificati in base alla loro destinazione d'uso nelle seguenti categorie: E.1 Edifici adibiti a residenza e assimilabili: E.1 (1) abitazioni adibite a residenza con carattere continuativo, quali abitazioni civili e rurali, collegi, conventi, case di pena, caserme; E.1 (2) abitazioni adibite a residenza con occupazione saltuaria, quali case per vacanze, fine settimana e simili; E.1 (3) edifici adibiti ad albergo, pensione ed attivita' similari; E.2 Edifici adibiti a uffici e assimilabili: pubblici o privati, indipendenti o contigui a costruzioni adibite anche ad attivita' industriali o artigianali, purche' siano da tali costruzioni scorporabili agli effetti dell'isolamento termico; E.3 Edifici adibiti a ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili ivi compresi quelli adibiti a ricovero o cura di minori o anziani nonche' le strutture protette per l'assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali pubblici; E.4 Edifici adibiti ad attivita' ricreative, associative o di culto e assimilabili: E.4 (1) quali cinema e teatri, sale di riunione per congressi; E.4 (2) quali mostre, musei e biblioteche, luoghi di culto; E.4 (3) quali bar, ristoranti, sale da ballo; E.5 Edifici adibiti ad attivita' commerciali e assimilabili: quali negozi, magazzini di vendita all'ingrosso o al minuto, supermercati, esposizioni; E.6 Edifici adibiti ad attivita' sportive: E.6 (1) piscine, saune e assimilabili; E.6 (2) palestre e assimilabili; E.6 (3) servizi di supporto alle attivita' sportive; E.7 Edifici adibiti ad attivita' scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; E.8 Edifici adibiti ad attivita' industriali ed artigianali e assimilabili. 2. Qualora un edificio sia costituito da parti individuabili come appartenenti a categorie diverse, le stesse devono essere considerate separatamente e cioe' ciascuna nella categoria che le compete.. - Per il punto 1, dell'allegato C del decreto

legislativo, si veda al punto 4 delle note alle premesse. - Si riporta il testo dell'art. 3, comma 2, lettere a) e b), del decreto legislativo: 2. Nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti, e per quanto riguarda i requisiti minimi prestazionali di cui all'art. 4, e' prevista un'applicazione graduale in relazione al tipo di intervento. A tale fine, sono previsti diversi gradi di applicazione: a) una applicazione integrale a tutto l'edificio nel caso di: 1) ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l'involucro di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati; 2) demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati; b) una applicazione (integrale, ma) limitata al solo ampliamento dell'edificio nel caso che lo stesso ampliamento risulti volumetricamente superiore al 20 per cento dell'intero edificio esistente; . Per le tabelle dell'allegato C del decreto legislativo, vedi decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192 recante Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23 settembre 2005, n. 222, S.O. - Si riporta il testo dell'art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993. n. 412: Art. 7 (Termoregolazione e contabilizzazione). - 1. Fermo restando che gli edifici la cui concessione edilizia sia stata rilasciata antecedentemente all'entrata in vigore del presente decreto devono disporre dei sistemi di regolazione e controllo previsti dalle precedenti normative, le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano agli impianti termici di nuova installazione e nei casi di ristrutturazione degli impianti termici. 2. Negli impianti termici centralizzati adibiti al riscaldamento ambientale per una pluralita' di utenze, qualora la potenza nominale del generatore di calore o quella complessiva dei generatori di calore sia uguale o superiore a 35 kW, e' prescritta l'adozione di un gruppo termoregolatore dotato di programmatore che consenta la regolazione della temperatura ambiente almeno su due livelli a valori sigillabili nell'arco delle 24 ore. Il gruppo termoregolatore deve essere pilotato da una sonda termometrica di rilevamento della temperatura esterna. La temperatura esterna e le temperature di mandata e di ritorno del fluido termovettore devono essere misurate con una incertezza non superiore a + o - 2 (gradi) C. 3. Ai sensi del comma 6 dell'art. 26 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, gli impianti di riscaldamento al servizio di edifici di nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia stata rilasciata dopo il 18 luglio 1991, data di entrata in vigore di detto art. 26, devono essere progettati e realizzati in modo tale da consentire l'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore per ogni singola unita' immobiliare. Ai sensi del comma 3 dell'art. 26 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, gli impianti termici al servizio di edifici di nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia rilasciata dopo il 30 giugno 2000, devono essere dotati di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del

consumo energetico per ogni singola unita' immobiliare. 4. Il sistema di termoregolazione di cui al comma 2 del presente articolo puo' essere dotato di un programmatore che consenta la regolazione su un solo livello di temperatura ambiente qualora in ogni singola unita' immobiliare sia effettivamente installato e funzionante un sistema di contabilizzazione del calore e un sistema di termoregolazione pilotato da una o piu' sonde di misura della temperatura ambiente dell'unita' immobiliare e dotato di programmatore che consenta la regolazione di questa temperatura almeno su due livelli nell'arco delle 24 ore. 5. Gli edifici o le porzioni di edificio che in relazione alla loro destinazione d'uso sono normalmente soggetti ad una occupazione discontinua nel corso della settimana o del mese devono inoltre disporre di un programmatore settimanale o mensile che consenta lo spegnimento del generatore di calore o l'intercettazione o il funzionamento in regime di attenuazione del sistema di riscaldamento nei periodi di non occupazione. 6. Gli impianti termici per singole unita' immobiliari destinati, anche se non esclusivamente, alla climatizzazione invernale devono essere parimenti dotati di un sistema di termoregolazione pilotato da una o piu' sonde di misura della temperatura ambiente con programmatore che consenta la regolazione di questa temperatura su almeno due livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore. 7. (Comma abrogato dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192). 8. L'eventuale non adozione dei sistemi di cui al comma 7 deve essere giustificata in sede di relazione tecnica di cui al comma 1 dell'art. 28 della legge 9 gennaio 1991, n. 10; in particolare la valutazione degli apporti solari e degli apporti gratuiti interni deve essere effettuata utilizzando la metodologia indicata dalle norme tecniche UNI di cui al comma 3 dell'art. 8. 9. NeI caso di installazione in centrale termica di piu' generatori di calore, il loro funzionamento deve essere attivato in maniera automatica in base al carico termico dell'utenza.. - La legge 5 marzo 1990, n. 46 recante Norme per la sicurezza degli impianti e' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12 marzo 1990. - Si riporta il testo dell'art. 2, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 551, recante Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi di energia.. 2. Al secondo capoverso del comma 9 dell'art. 5 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, il periodo da: Fatte salve a: tetto dell'edificio, e' sostituito dal seguente: Fatte salve diverse disposizioni normative, ivi comprese quelle contenute nei regolamenti edilizi locali e loro successive modificazioni, le disposizioni del presente comma possono non essere applicate in caso di mera sostituzione di generatori di calore individuali e nei seguenti casi, qualora si adottino generatori di calore che, per i valori di emissioni nei prodotti della combustione, appartengano alla classe meno inquinante prevista dalla norma tecnica UNI EN 297:

singole ristrutturazioni di impianti termici individuali gia' esistenti, siti in stabili plurifamiliari, qualora nella versione iniziale non dispongano gia' di camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell'edificio, funzionali ed idonei o comunque adeguabili alla applicazione di apparecchi con combustione asservita da ventilatore; nuove installazioni di impianti termici individuali in edificio assoggettato dalla legislazione nazionale o regionale vigente a categorie di intervento di tipo conservativo, precedentemente mai dotato di alcun tipo di impianto termico, a condizione che non esista camino, canna fumaria o sistema di evacuazione fumi funzionale ed idoneo, o comunque adeguabile allo scopo... - La legge 5 marzo 1990, n. 46, recante Norme per la sicurezza degli impianti e' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12 marzo 1990. - Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia amhientale e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2006 - Supplemento Ordinario n. 96. - Si riporta il testo dell'art. 5, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n. 412: 6. Negli impianti termici di nuova installazione, nonche' in quelli sottoposti a ristrutturazione, la produzione centralizzata dell'energia termica necessaria alla climatizzazione invernale degli ambienti ed alla produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari per una pluralita' di utenze, deve essere effettuata con generatori di calore separati, fatte salve eventuali situazioni per le quali si possa dimostrare che l'adozione di un unico generatore di calore non determini maggiori consumi di energia o comporti impedimenti di natura tecnica o economica. Gli elementi tecnico-economici che giustificano la scelta di un unico generatore vanno riportati nella relazione tecnica di cui all'art. 28 della legge 9 gennaio 1991, n. 10. L'applicazione della norma tecnica UNI 8065, relativa ai sistemi di trattamento dell'acqua, e' prescritta, nei limiti e con le specifiche indicate nella norma stessa, per gli impianti termici di nuova installazione con potenza complessiva superiore o uguale a 350 kW.. - Per l'allegato A, commi 8 e 9 e l'allegato C del decreto legislativo, si veda il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, di Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23 settembre 2005, n. 222, S.O. - Si riporta il testo del comma 13 dell'art. 5 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n. 412: 13. Negli impianti termici di nuova installazione e nei casi di ristrutturazione dell'impianto termico, qualora per il rinnovo dell'aria nei locali siano adottati sistemi a ventilazione meccanica controllata, e' prescritta l'adozione di apparecchiature per il recupero del calore disperso per rinnovo dell'aria ogni qual volta la portata totale dell'aria di ricambio G ed il numero di ore annue di funzionamento M dei sistemi di ventilazione siano superiori ai valori limite riportati nell'allegato C del presente decreto.. - Si riporta il testo dell'art. 7, commi 2, 4, 5 e 6 del

decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 e successive modificazioni: 2. Negli impianti termici centralizzati adibiti al riscaldamento ambientale per una pluralita' di utenze, qualora la potenza nominale del generatore di calore o quella complessiva dei generatori di calore sia uguale o superiore a 35 kW, e' prescritta l'adozione di un gruppo termoregolatore dotato di programmatore che consenta la regolazione della temperatura ambiente almeno su due livelli a valori sigillabili nell'arco delle 24 ore. Il gruppo termoregolatore deve essere pilotato da una sonda termometrica di rilevamento della temperatura esterna. La temperatura esterna e le temperature di mandata e di ritorno del fluido termovettore devono essere misurate con una incertezza non superiore a + o - 2 (gradi) C. 3. Ai sensi del comma 6 dell'art. 26 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, gli impianti di riscaldamento al servizio di edifici di nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia stata rilasciata dopo il 18 luglio 1991, data di entrata in vigore di detto art. 26, devono essere progettati e realizzati in modo tale da consentire l'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore per ogni singola unita' immobiliare. Ai sensi del comma 3 dell'art. 26 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, gli impianti termici al servizio di edifici di nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia rilasciata dopo il 30 giugno 2000, devono essere dotati di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del consumo energetico per ogni singola unita' immobiliare. 4. Il sistema di termoregolazione di cui al comma 2 del presente articolo puo' essere dotato di un programmatore che consenta la regolazione su un solo livello di temperatura ambiente qualora in ogni singola unita' immobiliare sia effettivamente installato e funzionante un sistema di contabilizzazione del calore e un sistema di termoregolazione pilotato da una o piu' sonde di misura della temperatura ambiente dell'unita' immobiliare e dotato di programmatore che consenta la regolazione di questa temperatura almeno su due livelli nell'arco delle 24 ore. 5. Gli edifici o le porzioni di edificio che in relazione alla loro destinazione d'uso sono normalmente soggetti ad una occupazione discontinua nel corso della settimana o del mese devono inoltre disporre di un programmatore settimanale o mensile che consenta lo spegnimento del generatore di calore o l'intercettazione o il funzionamento in regime di attenuazione del sistema di riscaldamento nei periodi di non occupazione. 6. Gli impianti termici per singole unita' immobiliari destinati, anche se non esclusivamente, alla climatizzazione invernale devono essere parimenti dotati di un sistema di termoregolazione pilotato da una o piu' sonde di misura della temperatura ambiente con programmatore che consenta la regolazione di questa temperatura su almeno due livelli di temperatura nell'arco delle 24 ore.. Si riporta il testo dell'art. 4 del decreto legislativo: Art. 4 (Adozione di criteri generali, di una metodologia di calcolo e requisiti della prestazione energetica). - 1. Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con uno o piu' decreti del Presidente della Repubblica, sono definiti: a) i criteri generali, le metodologie di calcolo e i

requisiti minimi finalizzati al contenimento dei consumi di energia e al raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 1, tenendo conto di quanto riportato nell'allegato B e della destinazione d'uso degli edifici. Questi decreti disciplinano la progettazione, l'installazione, l'esercizio, la manutenzione e l'ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari e, limitatamente al settore terziario, per l'illuminazione artificiale degli edifici; b) i criteri generali di prestazione energetica per l'edilizia sovvenzionata e convenzionata, nonche' per l'edilizia pubblica e privata, anche riguardo alla ristrutturazione degli edifici esistenti e sono indicate le metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 1, tenendo conto di quanto riportato nell'allegato B e della destinazione d'uso degli edifici; c) i requisiti professionali e i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti o degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici e l'ispezione degli impianti di climatizzazione. I requisiti minimi sono rivisti ogni cinque anni e aggiornati in funzione dei progressi della tecnica. 2. I decreti di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro delle attivita' produttive, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, acquisita l'intesa con la Conferenza unificata, sentiti il Consiglio nazionale delle ricerche, di seguito denominato CNR, l'Ente per le nuove tecnologie l'energia e l'ambiente, di seguito denominato ENEA, il Consiglio nazionale consumatori e utenti, di seguito denominato CNCU.. - Si riporta il testo della legge 9 gennaio 1991, n. 10, articoli: 19, 25, 26 e 28, comma 1: Art. 19 (Responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia). - 1. Entro il 30 aprile di ogni anno i soggetti operanti nei settori industriale, civile, terziario e dei trasporti che nell'anno precedente hanno avuto un consumo di energia rispettivamente superiore a 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio per il settore industriale ovvero a 1.000 tonnellate equivalenti di petrolio per tutti gli altri settori, debbono comunicare al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato il nominativo del tecnico responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia. 2. La mancanza della comunicazione di cui al comma 1 esclude i soggetti dagli incentivi di cui alla presente legge. Su richiesta del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato i soggetti beneficiari dei contributi della presente legge sono tenuti a comunicare i dati energici relativi alle proprie strutture e imprese. 3. I responsabili per la conservazione e l'uso razionale dell'energia individuano le azioni, gli interventi, le procedure e quanto altro necessario per promuovere l'uso razionale dell'energia, assicurano la predisposizione di bilanci energetici in funzione anche dei parametri economici e degli usi energetici finali, predispongono i dati energetici di cui al comma 2. 4. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge l'ENEA provvede a definire apposite schede informative di diagnosi energetica e di uso delle

risorse, diversamente articolate in relazione ai tipi d'impresa e di soggetti e ai settori di appartenenza. 5. Nell'ambito delle proprie competenze l'ENEA provvede sulla base di apposite convenzioni con le regioni e con le province autonome di Trento e di Bolzano a realizzare idonee campagne promozionali sulle finalita' della presente legge, all'aggiornamento dei tecnici di cui al comma i e a realizzare direttamente ed indirettamente programmi di diagnosi energetica.. Art. 25 (Ambito di applicazione). - 1. Sono regolati dalle norme del presente titolo i consumi di energia negli edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la destinazione d'uso, nonche' mediante il disposto dell'art. 31, l'esercizio e la manutenzione degli impianti esistenti. 2. Nei casi di recupero del patrimonio edilizio esistente, l'applicazione del presente titolo e' graduata in relazione al tipo di intervento, secondo la tipologia individuata dall'art. 31 della legge 5 agosto 1978, n. 457. Art. 26 (Progettazione, messa in opera ed esercizio di edifici e di impianti). - 1. Ai nuovi impianti, lavori, opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e all'uso razionale dell'energia, si applicano le disposizioni di cui all'art. 9 della legge 28 gennaio 1977, n. 10, nel rispetto delle norme urbanistiche, di tutela artistico-storica e ambientale. Gli interventi di utilizzo delle fonti di energia di cui all'articolo 1 in edifici ed impianti industriali non sono soggetti ad autorizzazione specifica e sono assimilati a tutti gli effetti alla manutenzione straordinaria di cui agli articoli 31 e 48 della legge 5 agosto 1978, n. 457. L'installazione di impianti solari e di pompe di calore da parte di installatori qualificati, destinati unicamente alla produzione di acqua calda e di aria negli edifici esistenti e negli spazi liberi privati annessi, e' considerata estensione dell'impianto idrico-sanitario gia' in opera. 2. Per gli interventi in parti comuni di edifici, volti al contenimento del consumo energetico degli edifici stessi ed all'utilizzazione delle fonti di energia di cui all'art. 1 ivi compresi quelli di cui all'art. 8, sono valide le relative decisioni prese a maggioranza delle quote millesimali. 3. Gli edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la destinazione d'uso, e gli impianti non di processo ad essi associati devono essere progettati e messi in opera in modo tale da contenere al massimo, in relazione al progresso della tecnica, i consumi di energia termica ed elettrica. 4. Ai fini di cui al comma 3 e secondo quanto previsto dal comma 1 dell'art. 4, sono regolate, con riguardo ai momenti della progettazione, della messa in opera e dell'esercizio, le caratteristiche energetiche degli edifici e degli impianti non di processo ad essi associati, nonche' dei componenti degli edifici e degli impianti. 5. Per le innovazioni relative all'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore e per il conseguente riparto degli oneri di riscaldamento in base al consumo effettivamente registrato, l'assemblea di condominio decide a maggioranza in deroga agli articoli 1120 e 1136 del codice civile. 6. Gli impianti di riscaldamento al servizio di edifici di nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia rilasciata dopo la data di entrata in vigore della presente

legge, devono essere progettati e realizzati in modo tale da consentire l'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore per ogni singola unita' immobiliare. 7. Negli edifici di proprieta' pubblica o adibiti ad uso pubblico e' fatto obbligo di soddisfare il fabbisogno energetico degli stessi favorendo il ricorso a fonti rinnovabili di energia (()) salvo impedimenti di natura tecnica od economica. 8. La progettazione di nuovi edifici pubblici deve prevedere la realizzazione di ogni impianto, opera ed installazione utili alla conservazione, al risparmio e all'uso razionale dell'energia.. Omissis Art. 28 (Relazione tecnica sul rispetto delle prescrizioni). - 1. Il proprietario dell'edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare in comune, in doppia copia, insieme alla denuncia dell'inizio dei lavori relativi alle opere di cui agli articoli 25 e 26, il progetto delle opere stesse corredate da una relazione tecnica, sottoscritta dal progettista o dai proggettisti, che ne attesti la rispondenza alle prescrizioni della presente legge..

Art. 5. Criteri generali e requisiti per l'esercizio, la manutenzione e l'ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale 1. Ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera a), del decreto legislativo, sono confermati i criteri generali ed i requisiti per l'esercizio, la manutenzione e l'ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale, fissati dagli articoli 7 e 9 del decreto legislativo, dal decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, come modificato dal decreto legislativo e dalle disposizioni dell'allegato L del decreto legislativo.

Nota all'art. 5: - Per l'art. 4, comma 1, lettera a) del decreto legislativo, si veda al punto 5 delle note alle premesse. - Si riporta il testo degli articoli 7 e 9 del decreto legislativo: Art. 7 (Esercizio e manutenzione degli impianti termici per la climatizzazione invernale e estiva). - 1. Il proprietario, il conduttore, l'amministratore di condominio, o per essi un terzo, che se ne assume la responsabilita', mantiene in esercizio gli impianti e provvede affinche' siano eseguite le operazioni di controllo e di manutenzione secondo le prescrizioni della normativa vigente. 2. L'operatore incaricato del controllo e della manutenzione degli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva, esegue dette attivita' a regola d'arte, nel rispetto della normativa vigente. L'operatore, al termine delle medesime operazioni, ha l'obbligo di redigere e sottoscrivere un rapporto di controllo tecnico conformemente ai modelli previsti dalle norme del presente decreto e dalle norme di attuazione, in relazione alle tipologie e potenzialita' dell'impianto, da rilasciare al soggetto di cui al comma i che ne sottoscrive copia per ricevuta e presa visione..

Art. 9 (Funzioni delle regioni e degli enti locali). 1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono all'attuazione del presente decreto. 2. Le autorita' competenti realizzano, con cadenza periodica, privilegiando accordi tra gli enti locali o anche attraverso altri organismi pubblici o privati di cui sia garantita la qualificazione e l'indipendenza, gli accertamenti e le ispezioni necessarie all'osservanza delle norme relative al contenimento dei consumi di energia nell'esercizio e manutenzione degli impianti di climatizzazione e assicurano che la copertura dei costi avvenga con una equa ripartizione tra tutti gli utenti finali e l'integrazione di questa attivita' nel sistema delle ispezioni degli impianti all'interno degli edifici previsto all'art. 1, comma 44, della legge 23 agosto 2004, n. 239, cosi' da garantire il minor onere e il minor impatto possibile a carico dei cittadini; tali attivita', le cui metodologie e requisiti degli operatori sono previsti dai decreti di cui all'art. 4, comma 1, sono svolte secondo principi di imparzialita', trasparenza, pubblicita', omogeneita' territoriale e sono finalizzate a: a) ridurre il consumo di energia e i livelli di emissioni inquinanti; b) correggere le situazioni non conformi alle prescrizioni del presente decreto; c) rispettare quanto prescritto all'art. 7; d) monitorare l'efficacia delle politiche pubbliche. [3. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, allo scopo di facilitare e omogeneizzare territorialmente l'impegno degli enti o organismi preposti agli accertamenti e alle ispezioni sugli edifici e sugli impianti, nonche' per adempiere in modo piu' efficace agli obblighi previsti al comma 2, possono promuovere la realizzazione di programmi informatici per la costituzione dei catasti degli impianti di climatizzazione presso le autorita' competenti, senza nuovi o maggiori oneri per gli enti interessati. In questo caso, stabilendo contestualmente l'obbligo per i soggetti di cui all'art. 7, comma 1, di comunicare ai Comuni le principali caratteristiche del proprio impianto e le successive modifiche significative e per i soggetti di cui all'art. 17 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre i 999, n. 551, di comunicare le informazioni relative all'ubicazione e alla titolarita' degli impianti riforniti negli ultimi dodici mesi. 3-bis. Ai sensi dell'art. 1, comma 3, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano in accordo con gli enti locali, predispongono entro il 31 dicembre 2008 un programma di sensibilizzazione e riqualificazione energetica del parco immobiliare territoriale, sviluppando in particolare alcuni dei seguenti aspetti: a) la realizzazione di campagne di informazione e sensibilizzazione dei cittadini, anche in collaborazione con le imprese distributrici di energia elettrica e gas, in attuazione dei decreti del Ministro delle attivita' produttive 20 luglio 2004 concernenti l'efficienza energetica negli usi finali; b) l'attivazione di accordi con le parti sociali interessate alla materia; c) l'applicazione di un sistema di certificazione energetica coerente con i principi generali del presente decreto legislativo; d) la realizzazione di diagnosi energetiche a partire

dagli edifici presumibilmente a piu' bassa efficienza; e) la definizione di regole coerenti con i principi generali del presente decreto legislativo per eventuali sistemi di incentivazione locali; f) la facolta' di promuovere, con istituti di credito, di strumenti di finanziamento agevolato destinati alla realizzazione degli interventi di miglioramento individuati con le diagnosi energetiche nell'attestato di certificazione energetica, o in occasione delle attivita' ispettive di cui all'allegato L, comma 16. 3-ter. Ai fini della predisposizione del programma di cui al comma. 3-bis. i comuni possono richiedere ai proprietari e agli amministratori degli immobili nel territorio di competenza di fornire gli elementi essenziali, complementari a quelli previsti per il catasto degli impianti di climatizzazione di cui al comma 3, per la costituzione di un sistema informativo relativo agli usi energetici degli edifici. A titolo esemplificativo, tra detti elementi, si segnalano: il volume lordo climatizzato, la superficie utile corrispondente e i relativi consumi di combustibile e di energia elettrica. 3-quater. Su richiesta delle regioni e dei comuni, le aziende di distribuzione dell'energia rendono disponibili i dati che le predette amministrazioni ritengono utili per i riscontri e le elaborazioni necessarie alla migliore costituzione del sistema informativo di cui al comma 3-ter. 3-quinquies. I dati di cui ai commi 3, 3-ter e 3-quater possono essere utilizzati dalla pubblica amministrazione esclusivamente ai fini dell'applicazione del presente decreto legislativo]. 4. Per gli impianti che sono dotati di generatori di calore di eta' superiore a quindici anni, le autorita' competenti effettuano, con le stesse modalita' previste al comma 2, ispezioni dell'impianto termico nel suo complesso comprendendo una valutazione del rendimento medio stagionale del generatore e una consulenza su interventi migliorativi che possono essere correlati. 5. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano riferiscono periodicamente alla Conferenza unificata e ai Ministeri delle attivita' produttive, dell'ambiente e della tutela del territorio e delle infrastrutture e dei trasporti, sullo stato di attuazione del presente decreto. [5-bis. Le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali considerano, nelle normative e negli strumenti di pianificazione ed urbanistici di competenza, le norme contenute nel presente decreto, ponendo particolare attenzione alle soluzioni tipologiche e tecnologiche volte all'uso razionale dell'energia e all'uso di fonti energetiche rinnovabili, con indicazioni anche in ordine all'orientamento e alla conformazione degli edifici da realizzare per massimizzare lo sfruttamento della radiazione solare e con particolare cura nel non penalizzare, in termini di volume edificabile, le scelte conseguenti.]. - Per l'allegato L del decreto legislativo, si veda al punto 4 delle note alle premesse.

Art. 6.

Funzioni delle regioni e delle province autonome

1. Ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo, fermo restando quanto disposto dal comma 3, le disposizioni del presente decreto si applicano per le regioni e province autonome che non abbiano ancora provveduto ad adottare propri provvedimenti in applicazione della direttiva 2002/91/CE e comunque fino alla data di entrata in vigore dei predetti provvedimenti regionali. 2. Ai sensi dell'articolo 9, comma 1, del decreto legislativo, fermo restando il rispetto dell'articolo 17, per promuovere la tutela degli interessi degli utenti attraverso una applicazione omogenea della predetta norma sull'intero territorio nazionale, nel disciplinare la materia le regioni e le province autonome, nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario nonche' dei principi fondamentali della direttiva 2002/91/CE e desumibili dal decreto legislativo, possono: a) definire metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici, diverse da quelle di cui al comma 1 dell'articolo 3 ma che trovino in queste stesse metodologie indirizzo e riferimento; b) fissare requisiti minimi di efficienza energetica piu' rigorosi attraverso la definizione di valori prestazionali e prescrittivi minimi inferiori a quelli di cui all'articolo 4, tenendo conto delle valutazioni tecnico-economiche concernenti i costi di costruzione e di gestione dell'edificio, delle problematiche ambientali e dei costi posti a carico dei cittadini con le misure adottate, con particolare attenzione alle ristrutturazioni e al contesto socio-economico territoriale. 3. Ai fini del comma 2, le regioni e le province autonome che alla data di entrata in vigore del presente decreto abbiano gia' provveduto al recepimento della direttiva 2002/91/CE adottano misure atte a favorire un graduale ravvicinamento dei propri provvedimenti, anche nell'ambito delle azioni di coordinamento tra lo Stato, le regioni e le province autonome, di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico, adottato ai sensi dell' articolo 6, comma 9, del decreto legislativo. Le regioni e le province autonome provvedono affinche' sia assicurata la coerenza dei loro provvedimenti con i contenuti del presente decreto.

Nota all'art. 6: Si riporta il testo dell'art. 17 del decreto legislativo: Art. 17 (Clausola di cedevolezza). - 1. In relazione a quanto disposto dall'art. 117, quinto comma, della Costituzione, e fatto salvo quanto previsto dall'art. 16, comma 3, della legge 4 febbraio 2005, n. 11, per le norme afferenti a materie di competenza esclusiva delle regioni e province autonome, le norme del presente decreto e dei decreti ministeriali applicativi nelle materie di legislazione concorrente si applicano per le regioni e province autonome che non abbiano ancora provveduto al recepimento della direttiva 2002/91/CE fino alla data di entrata in vigore della normativa di attuazione adottata da ciascuna regione e provincia autonoma. Nel dettare la normativa di attuazione le regioni e le province autonome sono tenute al rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dei principi fondamentali desumibili dal presente decreto e dalla stessa direttiva 2002/91/CE. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a

chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.. - Per la direttiva 2002/91/CE, si veda al punto 3 delle note alle premesse. Si riporta il testo dell'art. 9, comma 1, del decreto legislativo. 1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono all'attuazione del presente decreto.. - Per l'art. 6, comma 9, del decreto legislativo, si veda alle note all'art. 3.

Art. 7. Disposizioni finali

1. Gli strumenti di calcolo applicativi delle metodologie di cui al comma 1 dell'articolo 3, software commerciali, garantiscono che i valori degli indici di prestazione energetica, calcolati attraverso il loro utilizzo, abbiano uno scostamento massimo di piu' o meno il 5 per cento rispetto ai corrispondenti parametri determinati con l'applicazione dello strumento nazionale di riferimento. La predetta garanzia e' fornita attraverso una verifica e dichiarazione resa dal Comitato termotecnico italiano (CTI) o dall'Ente nazionale italiano di unificazione (UNI). 2. In relazione alle norme tecniche di cui al comma 1 dell'articolo 3, il CTI predispone lo strumento nazionale di riferimento sulla cui base fornire la garanzia di cui al comma 1. 3. Nelle more del rilascio della dichiarazione di cui sopra, la medesima e' sostituita da autodichiarazione del produttore dello strumento di calcolo, in cui compare il riferimento della richiesta di verifica e dichiarazione avanzata dal predetto soggetto ad uno degli organismi citati al comma 1.

Art. 8. Copertura finanziaria

1. All'attuazione del presente decreto si provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addi' 2 aprile 2009 NAPOLITANO Berlusconi, Presidente del dei Ministri Ministro dello economico Consiglio

Scajola,

sviluppo

Prestigiacomo, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Matteoli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

Visto, il Guardasigilli: Alfano Registrato alla Corte dei conti il 3 giugno 2009 Ufficio di controllo atti Ministeri delle attivita' produttive, registro n. 2, foglio n. 279

Decreto Ministeriale 26/6/2009 Ministero dello Sviluppo Economico Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici
(G.U. 10/7/2009 n. 158 in vigore dal 25/7/2009)

Vista la direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico nell'edilizia; Visto il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modifiche ed integrazioni, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia; Visto il Titolo I, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e in particolare: - l'articolo 4, comma 1, che prevede che con uno o pi decreti sono definiti i criteri generali concernenti le metodologie di calcolo e i requisiti minimi, finalizzati al contenimento dei consumi energetici e al raggiungimento degli obiettivi dell'articolo 1, per la progettazione o la ristrutturazione di edifici ed impianti termici, per l'installazione, l'esercizio, manutenzione e ispezione dei medesimi impianti nonch i requisiti professionali ed i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti o degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici e l'ispezione degli impianti di climatizzazione; - l'articolo 6, comma 9, che dispone l'emanazione di Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, da parte del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e 1

della tutela del territorio e del mare e con il Ministro delle infrastrutture, d'intesa con la Conferenza Unificata e sentito il CNCU; - l'articolo 9, comma 1, che, fermo restando il rispetto dell'articolo 17, assegna alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano l'attuazione delle disposizioni per l'efficienza energetica contenute nel medesimo decreto legislativo; - l'articolo 5, comma 1, concernente iniziative di raccordo concertazione e cooperazione, tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali, per l'attuazione dei decreti di cui all'articolo 4, comma 1, anche con il supporto dell'ENEA e del CNR, finalizzate a favorire l'integrazione della questione energetica e ambientale nelle diverse politiche di settore, a sviluppare e qualificare servizi energetici di pubblica utilit, a sviluppare un sistema per una applicazione integrata ed omogenea della normativa su tutto il territorio nazionale, minimizzando l'impatto e i costi di queste attivit sugli utenti finali e a predisporre progetti mirati; Visto il comma 4, dell'articolo 16, decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modifiche ed integrazioni, concernente le modalit di modifica degli allegati al medesimo decreto legislativo; Visto il parere del Consiglio di Stato in merito al decreto attuativo di cui all'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), espresso nella sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 12 maggio 2008, che rileva la pertinenza di modifica degli allegati al decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192, attraverso un decreto ministeriale e suggerisce l'utilizzo del presente atto; Ritenuto di accogliere le indicazioni fornite dal Consiglio di Stato; Vista la direttiva 2006/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 aprile 2006 concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE del Consiglio; Visto il decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115 di attuazione della predetta direttiva 2006/32/CE ed in particolare il comma 6 dell'articolo 18; Visti i due decreti del Ministro delle attivit produttive di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio 20 luglio 2004 recanti, rispettivamente, "nuova individuazione degli obiettivi quantitativi per l'incremento dell'efficienza energetica negli usi finali ai sensi dell'articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79", e "nuova individuazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili di cui all'articolo 16, comma 4, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164", e successive modifiche ed integrazioni; Acquisito il parere del Consiglio nazionale consumatori ed utenti (CNCU), reso nella seduta del 12 dicembre 2007; Considerato che l'emanazione del presente decreto funzionale alla piena attuazione della direttiva 2002/91/CE, e in particolare dell'articolo 7, e che, in proposito, la Commissione Europea gi il 18 ottobre 2006 ha avviato la procedura di messa in mora nei confronti della Repubblica italiana, ai sensi dell'articolo 226 del Trattato CE (procedura di infrazione 2006/2378); Considerato che, il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modifiche ed integrazioni, fissa in 180 giorni, decorrenti dal 9 ottobre 2005, il termine per l'emanazione del presente provvedimento; Acquisita l'intesa espressa dalla Conferenza unificata nella seduta del 20 marzo 2008

DECRETA

Art. 1

(Finalit e ambito di intervento)


1. Ai sensi dell' articolo 6, comma 9, e dell'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e per le finalit di cui all'articolo 1 del medesimo decreto legislativo, per una applicazione omogenea, coordinata ed immediatamente operativa della certificazione energetica degli edifici su tutto il territorio nazionale, il presente decreto definisce: a) le Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici; b) gli strumenti di raccordo, concertazione e cooperazione tra lo Stato e le Regioni.

Art. 2

(Definizioni)
1. Ai fini del presente decreto con decreto legislativo si intende il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modifiche ed integrazioni. 2. Ai fini del presente decreto si applicano le definizioni di cui all'articolo 2, commi 1 e 2, del decreto legislativo e successive modifiche ed integrazioni e l'ulteriore definizione di cui al comma seguente. 3. Singole unit immobiliari, ai fini del presente decreto si intende l'insieme di uno o pi locali preordinato come autonomo appartamento e destinato ad alloggio nell'ambito di un edificio, di qualsiasi tipologia edilizia, comprendente almeno due unit immobiliari. E' assimilata alla singola unit immobiliare l'unit commerciale o artigianale o direzionale appartenente ad un edificio con le predette caratteristiche.

Art. 3

(Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici)


1. Al fine di garantire la promozione di adeguati livelli di qualit dei servizi di certificazione, assicurare la fruibilit, la diffusione e una crescente comparabilit delle certificazioni energetiche sull'intero territorio nazionale in conformit alla direttiva 2002/91/CE, promuovendo altres la tutela degli interessi degli utenti, sono riportate in allegato A le Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, di seguito Linee guida. 2. Formano parte integrante delle Linee guida gli allegati 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7. 3. Ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo, fermo restando quanto disposto dal comma 5, le disposizioni contenute nelle Linee guida si applicano per le regioni e province autonome che non abbiano ancora provveduto ad adottare propri strumenti di certificazione energetica degli edifici in applicazione della direttiva 2002/91/CE e comunque sino alla data di entrata in vigore dei predetti strumenti regionali di certificazione energetica degli edifici. 4. Nel disciplinare il sistema di certificazione energetica degli edifici le regioni e le province autonome, nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario nonch dei principi fondamentali desumibili dal decreto legislativo e dalla direttiva 2002/91/CE, tengono conto degli elementi essenziali di cui all'articolo 4. 5. Ai fini del comma 1, le regioni e le province autonome che alla data del presente decreto abbiano gi provveduto al recepimento della direttiva 2002/91/CE adottano misure atte a favorire un graduale ravvicinamento dei propri strumenti regionali di certificazione energetica degli edifici alle Linee guida. Le regioni e le province autonome provvedono affinch sia assicurata la coerenza dei loro provvedimenti con i contenuti dell'articolo 4. 3

Art. 4

(Elementi essenziali del sistema di certificazione energetica degli edifici)


1. Sono elementi essenziali del sistema di certificazione degli edifici, desumibili dalle Linee guida di cui all'allegato A: a) i dati informativi che debbono essere contenuti nell'attestato di certificazione energetica, compresi i dati relativi all'efficienza energetica dell'edificio, i valori vigenti a norma di legge, i valori di riferimento o classi prestazionali che consentano ai cittadini di valutare e raffrontare la prestazione energetica dell'edificio in forma sintetica e anche non tecnica, i suggerimenti e le raccomandazioni in merito agli interventi pi significativi ed economicamente convenienti per il miglioramento della predetta prestazione; b) le norme tecniche di riferimento, conformi a quelle sviluppate in ambito europeo e nazionale; c) le metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici, compresi i metodi semplificati finalizzati a minimizzare gli oneri a carico dei cittadini, tenuto conto delle norme di riferimento. 2. Sono elementi essenziali del sistema di certificazione degli edifici i requisiti professionali e i criteri per assicurare la qualificazione e l'indipendenza dei soggetti preposti alla certificazione energetica degli edifici desumibili dal decreto del Presidente della Repubblica di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) del decreto legislativo; 3. Sono elementi essenziali del sistema di certificazione degli edifici, desumibili dall'articolo 6: a) la validit temporale massima dell'attestato; b) le prescrizioni relative all'aggiornamento dell'attestato in relazione ad ogni intervento che migliori la prestazione energetica dell'edificio o ad ogni operazione di controllo che accerti il degrado della prestazione medesima, di entit significativa.

Art. 5

( Coordinamento tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano)


1. Ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo, in merito all'attivazione di tutti i meccanismi di raccordo, concertazione e cooperazione tra lo Stato, le Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano e gli Enti locali, istituito un Tavolo di confronto e coordinamento presso il Ministero degli affari regionali e delle autonomie locali, con la partecipazione di rappresentanti dei Ministeri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di Regioni, Province e Comuni, con il supporto del CNR, del CTI, dell'ENEA, del CNCU, dell'Istituto per l'innovazione e trasparenza degli appalti e la contabilit ambientale (ITACA) e del Comitato Ecolabel. 2. Con successivo decreto del Ministero dello sviluppo economico d'intesa con i Ministeri degli affari regionali e delle autonomie locali, delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, e la Conferenza unificata sono definite composizione e modalit operative del Tavolo di confronto e coordinamento di cui al comma 1. 3. Sono obiettivi e compiti del Tavolo di confronto e coordinamento di cui al comma 1: a) il monitoraggio dell'applicazione della normativa sulla certificazione energetica degli edifici finalizzato a garantire le pi efficaci modalit di trasferimento delle informazioni nei confronti degli acquirenti e dei conduttori degli immobili e alla massima diffusione e omogeneizzazione delle procedure sul territorio nazionale;

b) il confronto e lo scambio di esperienze a supporto della predisposizione dei programmi di cui al comma 3bis dell'articolo 9, del decreto legislativo; c) la formulazione di proposte per la realizzazione di un sistema informativo regionale e nazionale, che favorisca la raccolta di dati, in materia di certificazione energetica e di controllo per l'efficienza energetica degli edifici; d) la formulazione di proposte per l'adeguamento delle disposizioni normative vigenti; e) la formulazione di proposte per lo sviluppo di iniziative coordinate di informazione dei cittadini favorendo lo scambio di strumenti e l'ottimizzazione delle risorse disponibili; f) valutazione dei costi di mercato e delle condizioni di accesso al servizio di certificazione energetica degli edifici, sentiti i Consigli nazionali dei professionisti; g) la formulazione di proposte inerenti lo sviluppo di certificazioni e marchi volontari di qualit energetico-ambientale; h) le proposte volte ad assicurare la pi ampia pubblicit delle condizioni di svolgimento del servizio di certificazione; i) la promozione del ravvicinamento degli strumenti regionali di certificazione energetica degli edifici alle Linee guida, di cui all'articolo 3, comma 5.

Art. 6

(Disposizioni finali)
1. Gli attestati di certificazione hanno una validit temporale massima di dieci anni, ai sensi del comma 5, dell'articolo 6 del decreto legislativo. Tale validit non viene inficiata dall'emanazione di provvedimenti di aggiornamento del presente decreto e/o introduttivi della certificazione energetica di ulteriori servizi quali, a titolo esemplificativo, la climatizzazione estiva e l'illuminazione. 2. La validit massima dell'attestato di certificazione di un edificio, di cui al comma 1, confermata solo se sono rispettate le prescrizioni normative vigenti per le operazioni di controllo di efficienza energetica, compreso le eventuali conseguenze di adeguamento, degli impianti di climatizzazione asserviti agli edifici, ai sensi dell'articolo 7, comma 1, del decreto legislativo. Nel caso di mancato rispetto delle predette disposizioni l'attestato di certificazione decade il 31 dicembre dell'anno successivo a quello in cui prevista la prima scadenza non rispettata per le predette operazioni di controllo di efficienza energetica. 3. Ai fini del comma 2, i libretti di impianto o di centrale di cui all'articolo 11, comma 9, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, sono allegati, in originale o in copia, all'attestato di certificazione energetica. 4. Ai sensi dell'articolo 6, comma 5, del decreto legislativo l'attestato di certificazione energetica aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione, edilizio e impiantistico, che modifica la prestazione energetica dell'edificio nei termini seguenti: a) ad ogni intervento migliorativo della prestazione energetica a seguito di interventi di riqualificazione che riguardino almeno il 25% della superficie esterna dell'immobile; b) ad ogni intervento migliorativo della prestazione energetica a seguito di interventi di riqualificazione degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda sanitaria che prevedono l'istallazione di sistemi di produzione con rendimenti pi alti di almeno 5 punti percentuali rispetto ai sistemi preesistenti; c) ad ogni intervento di ristrutturazione impiantistica o di sostituzione di componenti o apparecchi che, fermo restando il rispetto delle norme vigenti, possa ridurre la prestazione energetica dell'edificio; d) facoltativo in tutti gli altri casi. 5

5. In relazione al premio per impianti fotovoltaici abbinati ad un uso efficiente dell'energia previsti in attuazione dell'articolo 7, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, l'indice di prestazione energetica, su cui determinare la riduzione per accedere al premio, si determina esclusivamente con il metodo di calcolo di progetto di cui al paragrafo 5.1, delle Linee guida di cui all'articolo 3. 6. Le disposizioni di cui al presente decreto e ai suoi allegati sono modificate e integrate con la medesima procedura.

Art. 7

(Modifica allegati al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modifiche ed integrazioni)
1. All' allegato A, del decreto legislativo, sono apportate le seguenti modifiche: a. nei commi 31 e 32, le parole: "l'equivalenza 9MJ = 1kWhe", sono sostituite con le parole: "il valore di riferimento per la conversione tra kWh elettrici e MJ definito con provvedimento dell'Autorit per l'energia elettrica e il gas, al fine di tener conto dell'efficienza media di produzione del parco termoelettrico, e suoi successivi aggiornamenti." b. nei commi 16 e 17 la parola. "consumo" sostituita da: "fabbisogno".

2. I contenuti dell'allegato M, al decreto legislativo, sono integralmente sostituiti da quelli dell'allegato B, al presente decreto. 3. Alla lettera d), del comma 1, dell'allegato H, del decreto legislativo, le parole da: "90+2logPn" a "espressa in kW", sono sostituite con le seguenti: "X + 2 log Pn; dove log Pn il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del singolo generatore, espressa in kW, ed X vale 90 per le caldaie a condensazione, e vale 88 per tutte le altre tipologie di caldaie."

Art. 8

(Copertura finanziaria)
1. All'attuazione del presente decreto si provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

ALLEGATI
ALLEGATO A ALLEGATO B ALLEGATO 1
Lineeguidanazionaliperlacertificazioneenergeticadegliedifici Normetecnichediriferimento Indicazioniperilcalcolodellaprestazioneenergeticadiedificinondotatidiimpiantodiclimatizzazione invernalee/odiproduzionediacquacaldasanitaria Schemadiprocedurasemplificataperladeterminazionedell'indicediprestazioneenergeticaperla climatizzazioneinvernaledell'edificio Tabellariepilogativasull'utilizzodellemetodologiedicalcolodelleprestazionienergeticheinrelazione agliedificiinteressatieaiservizienergeticidavalutareaifinidellacertificazioneenergetica. Sistemadiclassificazionenazionaleconcernentelaclimatizzazioneinvernaledegliedificiela produzionediacquacaldasanitaria Attestatodiqualificazioneenergetica(aisensidelcomma2,dell'articolo8,deldecretolegislativo 19agosto2005,n.192esuccessivemm.eii.) Edificiresidenziali Attestatodicertificazioneenergetica Edificiresidenziali

ALLEGATO 2

ALLEGATO 3

ALLEGATO 4

ALLEGATO 5

ALLEGATO 6 ALLEGATO 7

Attestatodicertificazioneenergetica Edificinonresidenziali

ALLEGATO A
(articolo 3, comma 1)

Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici

Indice del documento


1. Finalit 2. Campo di applicazione 3. Prestazione energetica degli edifici 4. Metodologie per la determinazione della prestazione energetica degli edifici 5. Metodi di calcolo di riferimento nazionale 5.1 Metodo calcolato di progetto 5.2 Metodi di calcolo da rilievo sulledificio 6. Valutazione qualitativa delle caratteristiche dellinvolucro edilizio volte a contenere il fabbisogno per la climatizzazione estiva. Riferimenti nazionali. 6.1 Metodo basato sulla determinazione dellindice di prestazione termica delledificio

per il raffrescamento 6.2 Metodo basato sulla determinazione di parametri qualitativi


7. Metodologia di classificazione degli edifici 7.1 Rappresentazione delle prestazioni, struttura della scala delle classi e soglia di riferimento legislativo 7.2 Classi energetiche e prestazione energetica globale 7.3 Climatizzazione invernale delledificio 7.4 Preparazione dellacqua calda per usi igienici e sanitari 7.5 Certificazione di edifici e di singoli appartamenti (climatizzazione invernale) 8. Procedura di certificazione energetica degli edifici 9. Autodichiarazione del proprietario

1. Finalit Le presenti Linee guida definiscono un sistema di certificazione energetica degli edifici in grado di: a. fornire informazioni sulla qualit energetica degli immobili e strumenti di chiara ed immediata comprensione: - per la valutazione della convenienza economica a realizzare interventi di riqualificazione energetica delle abitazioni. - per acquisti e locazioni di immobili che tengano adeguatamente conto della prestazione energetica degli edifici; b. contribuire ad una applicazione omogenea della certificazione energetica degli edifici coerente con la direttiva 2002/91/CE e con i principi desumibili dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, di seguito nominato decreto legislativo, attraverso la definizione di una procedura nazionale che comprenda: - lindicazione di un sistema di classificazione degli edifici; - lindividuazione di metodologie di calcolo della prestazione energetica utilizzabili in modo alternativo in relazione alle caratteristiche delledificio e al livello di approfondimento richiesto; - la disponibilit di metodi semplificati che minimizzino gli oneri a carico dei cittadini. Ai sensi dellarticolo 17 del decreto legislativo le disposizioni contenute nelle Linee guida si applicano per le regioni e province autonome che non abbiano ancora provveduto ad adottare propri strumenti di certificazione energetica degli edifici in applicazione della direttiva 2002/91/CE e comunque sino alla data di entrata in vigore dei predetti strumenti regionali di certificazione energetica degli edifici. Nel disciplinare il sistema di certificazione energetica degli edifici le regioni e le province autonome, nel rispetto dei vincoli derivanti dallordinamento comunitario nonch dei principi fondamentali desumibili dal decreto legislativo e dalla direttiva 2002/91/CE, tengono conto degli elementi essenziali nel seguito indicati: a) i dati informativi che debbono essere contenuti nellattestato di certificazione energetica, compresi i dati relativi allefficienza energetica delledificio, i valori vigenti a norma di legge, i valori di riferimento o classi prestazionali che consentano ai cittadini di valutare e raffrontare la prestazione energetica delledificio in forma sintetica e anche non tecnica, i suggerimenti e le raccomandazioni in merito agli interventi pi significativi ed economicamente convenienti per il miglioramento della predetta prestazione; b) le norme tecniche di riferimento, conformi a quelle sviluppate in ambito europeo e nazionale; c) le metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici, compresi i metodi semplificati finalizzati a minimizzare gli oneri a carico dei cittadini, tenuto conto delle norme di riferimento; d) i requisiti professionali e i criteri per assicurare la qualificazione e lindipendenza dei soggetti preposti alla certificazione energetica degli edifici; e) la validit temporale massima dellattestato; f) le prescrizioni relative allaggiornamento dellattestato in relazione ad ogni intervento che migliori la prestazione energetica delledificio o ad ogni operazione di controllo che accerti il degrado della prestazione medesima, di entit significativa.

Ai fini di una applicazione omogenea della certificazione energetica, come precedentemente detto, le regioni e le province autonome che alla data del presente decreto abbiano gi provveduto al recepimento della direttiva 2002/91/CE adottano misure atte a favorire un graduale ravvicinamento dei propri strumenti regionali di certificazione energetica degli edifici alle presenti Linee guida. Le regioni e le province autonome provvedono affinch sia assicurata la coerenza dei loro provvedimenti con gli elementi essenziali di cui alle lettere da a) a f). 2. Campo di applicazione Ai sensi del decreto legislativo la certificazione energetica si applica a tutti gli edifici delle categorie di cui allarticolo 3, del decreto Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, indipendentemente dalla presenza o meno di uno o pi impianti tecnici esplicitamente od evidentemente dedicati ad uno dei servizi energetici di cui previsto il calcolo delle prestazioni. Si sottolinea che tra le categorie predette non rientrano, box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture stagionali a protezione degli impianti sportivi, ecc. se non limitatamente alle porzioni eventualmente adibite ad uffici e assimilabili, purch scorporabili agli effetti dellisolamento termico. Specifiche indicazioni per i calcolo della prestazione energetica di edifici non dotati di impianto di climatizzazione invernale e/o di produzione di acqua calda sanitaria sono riportate nellallegato 1. Nel caso di edifici esistenti nei quali coesistono porzioni di immobile adibite ad usi diversi (residenziale ed altri usi) qualora non fosse tecnicamente possibile trattare separatamente le diverse zone termiche, ledificio valutato e classificato in base alla destinazione duso prevalente in termini di volume riscaldato. 3. Prestazione energetica degli edifici La prestazione energetica complessiva delledificio espressa attraverso lindice di prestazione energetica globale EPgl. EPgl= EPi + EPacs + EPe + EPill dove: EPi: lindice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale; EPacs: lindice di prestazione energetica per la produzione dellacqua calda sanitaria; Epe: lindice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva; EPill: lindice di prestazione energetica per lilluminazione artificiale. Nel caso di edifici residenziali tutti gli indici sono espressi in kWh/m2anno. Nel caso di altri edifici (residenze collettive, terziario, industria) tutti gli indici sono espressi in kWh/m3anno. Le modalit di calcolo dellenergia primaria e i contributi delle fonti rinnovabili sono valutati, nellambito delle metodologie di riferimento nazionali di cui al paragrafo 5, con le modalit disposte ai decreti ministeriali 24 luglio 2004 e successive modifiche ed integrazioni, in materia di efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili. Lindice di prestazione energetica globale EPgl tiene conto: - del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale ed estiva, per la produzione di acqua calda sanitaria e per lilluminazione artificiale; - dellenergia erogata e dellenergia ausiliaria dei sistemi impiantistici, incluso i sistemi per lautoproduzione o lutilizzo di energia. 3

Si ricorda che la determinazione dellindice di prestazione energetica per lilluminazione degli ambienti obbligatoria per gli edifici appartenenti alle categorie E. 1, limitatamente a collegi, conventi, case di pena e caserme, E. 2, E. 3, E. 4, E. 5, E. 6, e E. 7, di cui allarticolo 3, del decreto Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412. Tuttavia, nella fase di avvio, ai fini della certificazione degli edifici, si considerano nelle presenti Linee guida solamente gli indici di prestazione di energia primaria per la climatizzazione invernale e per la preparazione dellacqua calda per usi igienici e sanitari. Inoltre, per la climatizzazione estiva prevista una valutazione qualitativa delle caratteristiche dellinvolucro edilizio volte a contenere il fabbisogno energetico per lerogazione del predetto servizio come definito al paragrafo 6. Con uno o pi atti successivi, di integrazione al presente provvedimento, si procede ad estendere la certificazione a tutti i servizi energetici afferenti ledificio, ed eventualmente ad integrare, ai metodi di valutazione delle prestazioni energetiche gi indicati, i metodi a consuntivo o le valutazioni di esercizio. 4. Metodologie per la determinazione della prestazione energetica degli edifici Sulla base delle finalit, dellesperienza e delle opportunit offerte dalla certificazione energetica possono essere usate diverse metodologie di riferimento per la determinazione della prestazione energetica degli edifici, differenti per utilizzo e complessit. Sono pertanto considerati: 1. Metodo calcolato di progetto, che prevede la valutazione della prestazione energetica a partire dai dati di ingresso del progetto energetico delledificio come costruito e dei sistemi impiantistici a servizio delledificio come realizzati. Questo metodo di riferimento per gli edifici di nuova costruzione e per quelli completamente ristrutturati di cui allarticolo 3, comma 2, lettera a), del decreto legislativo, per la predisposizione dellattestato di qualificazione energetica e della relazione tecnica di rispondenza del progetto alle prescrizioni per il contenimento dei consumi energetici, previsti ai sensi del decreto legislativo, fermo restando le relative flessibilit (vedi i decreti di cui allarticolo 4, comma 1, lettere a) e b), e larticolo 8, commi 1 e 2, del decreto legislativo); 2. Metodo di calcolo da rilievo sulledificio o standard, che prevede la valutazione della prestazione energetica a partire dai dati di ingresso ricavati da indagini svolte direttamente sulledificio esistente. In questo caso le modalit di approccio possono essere: i. mediante procedure di rilievo, anche strumentali, sulledificio e/o sui dispositivi impiantistici effettuate secondo le normative tecniche di riferimento, previste dagli organismi normativi nazionali, europei e internazionali, o, in mancanza di tali norme dalla letteratura tecnico-scientifica; ii. per analogia costruttiva con altri edifici e sistemi impiantistici coevi, integrata da banche dati o abachi nazionali, regionali o locali; iii. sulla base dei principali dati climatici, tipologici, geometrici ed impiantistici. Queste metodologie trovano concreta applicazione nei metodi di calcolo illustrati al successivo paragrafo. 5. Metodi di calcolo di riferimento nazionale A partire dallentrata in vigore del presente provvedimento, i metodi di cui ai paragrafi 5.1 e 5.2, in relazione ai diversi criteri del precedente paragrafo, costituiscono i metodi di riferimento nazionali per la determinazione della prestazione energetica delledificio. I metodi di cui al paragrafo 5.1 e 5.2, punto 1, utilizzano pienamente le metodologie di cui allarticolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo. Gli altri metodi riportati al paragrafo 5.2, rispondono ai requisiti di semplificazione, finalizzati a minimizzare gli oneri a 4

carico dei richiedenti, conformemente alla disposizioni del comma 9, dellarticolo 6, del decreto legislativo. Gli strumenti di calcolo applicativi dei metodi di riferimento nazionali (software commerciali) devono garantire che i valori degli indici di prestazione energetica, calcolati attraverso il loro utilizzo, abbiano uno scostamento massimo di pi o meno il 5% rispetto ai corrispondenti parametri determinati con lapplicazione dei pertinenti riferimenti nazionali. La predetta garanzia fornita attraverso una verifica e dichiarazione resa da: - CTI ed UNI per gli strumenti che hanno come riferimento i metodi di cui al paragrafo 5.1 e 5.2, punto 1; - CNR, ENEA per gli strumenti che hanno come riferimento i metodi di cui al paragrafo 5.2, punti 2 e 3. Nelle more del rilascio della dichiarazione di cui sopra, la medesima sostituita da autodichiarazione del produttore dello strumento di calcolo, in cui compare il riferimento della richiesta di verifica e dichiarazione avanzata dal predetto soggetto ad uno degli organismi pubblici nazionali citati. 5.1 Metodo calcolato di progetto Per il calcolo degli indici di prestazione energetica delledificio per la climatizzazione invernale (EPi) e per la produzione dellacqua calda sanitaria (EPacs), attuativo del Metodo calcolato di progetto o di calcolo standardizzato di cui al punto 1 del paragrafo 4, si fa riferimento alle metodologie di calcolo definite ai sensi dellarticolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo, e precisamente alle norme della serie UNI/TS 11300 e loro successive modificazione e integrazioni. Di seguito si riportano le norme a oggi disponibili: a) UNI/TS 11300 1 Prestazioni energetiche degli edifici Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica delledificio per la climatizzazione estiva ed invernale; b) UNI/TS 11300 2 Prestazioni energetiche degli edifici Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria; In particolare: - la norma tecnica di cui alla lettera a) definisce il metodo di calcolo della prestazione energetica dellinvolucro edilizio per il riscaldamento ed il raffrescamento; - la norma tecnica di cui alla lettera b), a partire dalla prestazione dellinvolucro edilizio, permette di calcolare la prestazione del sistema edificio-impianti in relazione allo specifico impianto termico installato. A oggi queste norme permettono il calcolo per il riscaldamento invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria e non per il raffrescamento estivo. Il corrispondente foglio di calcolo, che costituisce il riferimento applicativo delle predette norme, e significativi esempi numerici, sono reperibili sul sito internet del CTI a partire dallentrata in vigore del presente provvedimento. Questa procedura applicabile a tutte le tipologie edilizie degli edifici nuovi ed esistenti indipendentemente dalla loro dimensione. 5.2 Metodi di calcolo da rilievo sulledificio Per il calcolo degli indici di prestazione energetica delledificio per la climatizzazione invernale (EPi) e per la produzione dellacqua calda sanitaria (EPacs), attuativo del Metodo di calcolo da rilievo sulledificio di cui al punto 2 del paragrafo 4, sono previsti i seguenti tre livelli di approfondimento. 1. In merito al metodo di cui al punto 2i, per il calcolo degli indici di prestazione energetica delledificio per la climatizzazione invernale (EPi) e per la produzione dellacqua calda sanitaria (EPacs), si fa riferimento alle norme tecniche di cui al paragrafo 5.1 e alle relative semplificazioni previste per gli edifici esistenti. Infatti le predette norme 5

prevedono, per gli edifici esistenti, modalit di determinazione dei dati descrittivi delledificio e degli impianti sotto forma di abachi e tabelle in relazione, ad esempio, alle tipologie e allanno di costruzione. Questa procedura applicabile a tutte le tipologie edilizie degli edifici esistenti indipendentemente dalla loro dimensione. 2. In merito alla metodologia di cui al punto 2ii del paragrafo 4, per il calcolo degli indici di prestazione energetica delledificio per la climatizzazione invernale (EPi) e per la produzione dellacqua calda sanitaria (EPacs), si fa riferimento al metodo di calcolo DOCET, predisposto da CNR ed ENEA, sulla base delle norme tecniche di cui al paragrafo 5.1, il cui software applicativo disponibile sui siti internet del CNR e dellENEA. Questa procedura applicabile agli edifici residenziali esistenti con superficie utile fino a 3000 m2. 3. In merito alla metodologia di cui al punto 2iii del paragrafo 4, per il calcolo dellindice di prestazione energetica delledificio per la climatizzazione invernale (EPi) si utilizza come riferimento il metodo semplificato di cui allallegato 2, mentre per il calcolo dellindice energetico per la produzione dellacqua calda sanitaria (EPacs) alle norme UNI/TS 11300 per la parte semplificata relativa agli edifici esistenti; Questa procedura applicabile agli edifici residenziali esistenti con superficie utile fino a 1000 m2. Ai fini delle presenti Linee guida sono edifici residenziali gli edifici classificati E1, in base alla destinazione duso, allarticolo 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, con lesclusione di collegi, conventi, case di pena e caserme. Nellallegato 3 si riporta una tabella riepilogativa sullutilizzo delle metodologie di calcolo delle prestazione energetica in relazione agli edifici interessati e ai servizi energetici da valutare. 6. Valutazione qualitativa delle caratteristiche dellinvolucro edilizio volte a contenere il fabbisogno per la climatizzazione estiva. Riferimenti nazionali. In considerazione della rilevanza crescente dei consumi per il raffrescamento degli edifici e per non fornire valutazioni fuorvianti circa la qualit energetica delledificio nei casi in cui, anche per le particolari condizioni climatiche, lesposizione al calore e lattitudine a trattenerlo possono determinare condizioni gravose per la prestazione energetica in estate, si ritiene utile tenere conto di questi aspetti pure nelle more della predisposizione di norme tecniche consolidate in materia di impianti per la climatizzazione estiva. A tal fine, a far data dal 1 luglio 2008, per la valutazione della qualit termica estiva dellinvolucro edilizio sono riferimenti nazionali le metodologie di cui ai paragrafi 6.1 e 6.2, in relazione alle procedure utilizzate per la determinazione degli indici di prestazione energetica di cui al paragrafo 4. Lindicazione della qualit termica estiva dellinvolucro edilizio deve essere riportata negli attestati di qualificazione e certificazione energetica. In assenza di un quadro di normativa tecnica sperimentato e consolidato, in materia di climatizzazione estiva degli edifici, che, al momento, rende difficile la definizione di specifici metodi semplificati e ritenuto che, ancorch qualitativi, i metodi di valutazione indicati ai successivi paragrafi 6.1 e 6.2 non presentano le condizioni di semplicit e di minimizzazione degli oneri disposti allarticolo 6, comma 9, del decreto legislativo, la valutazione di cui al presente paragrafo resa in ogni caso facoltativa nella certificazione di singole unit immobiliari ad uso residenziale di superficie utile inferiore o uguale a 200 m2, che per la determinazione dellindice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale utilizzino il metodo semplificato di cui al paragrafo 5.2, punto 3.

In assenza della predetta valutazione, allunit immobiliare viene attribuita una qualit prestazionale corrispondente al livello V delle tabelle di cui ai paragrafi 6.1 e 6.2 . 6.1 Metodo basato sulla determinazione dellindice di prestazione termica delledificio per il raffrescamento (EPe,invol) Congiuntamente allapplicazione delle metodologie di cui al paragrafo 5.1 e al paragrafo 5.2, punti 1 e 2, sia in applicazione di disposizioni legislative che per scelta di utilizzo, si procede alla determinazione dellindice di prestazione termica delledificio per il raffrescamento (EPe,invol), espresso in kWh/m2anno, pari al rapporto tra il fabbisogno di energia termica per il raffrescamento delledificio (energia richiesta dallinvolucro edilizio per mantenere negli ambienti interni le condizioni di comfort, non tiene conto dei rendimenti dellimpianto che fornisce il servizio e quindi non energia primaria) e la superficie calpestabile del volume climatizzato. Il riferimento nazionale per il calcolo del fabbisogno di energia termica per il raffrescamento, direttamente o attraverso il metodo DOCET del CNR/ENEA, sono le norme tecniche di cui al paragrafo 5.1, e, a oggi, per il caso specifico la seguente norma tecnica e sue successive modificazioni e integrazioni: UNI/TS 11300 1 Prestazioni energetiche degli edifici Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica delledificio per la climatizzazione estiva ed invernale; Sulla base dei valori assunti dal parametro EPe,invol, calcolati con la predetta metodologia, si definisce la seguente classificazione, valida per tutte le destinazioni duso: EPe,invol (kWh/m2anno) EPe,invol < 10 10< EPe,invol < 20 20< EPe,invol < 30 30< EPe,invol < 40 EPe,invol > 40 Prestazioni ottime buone medie sufficienti mediocri Qualit prestazionale I II III IV V

6.2 Metodo basato sulla determinazione di parametri qualitativi Congiuntamente allapplicazione delle metodologie di cui al paragrafo 5.2, punto 3, e con le limitazioni ivi previste, in alternativa alla metodologia di cui al paragrafo 6.1, si pu procedere alla determinazione di indicatori quali: lo sfasamento (S), espresso in ore, ed il fattore di attenuazione (fa), coefficiente adimensionale. Il riferimento nazionale per il calcolo dei predetti indicatori la norma tecnica UNI EN ISO 13786, dove i predetti parametri rispondono rispettivamente alle seguenti definizioni: a) fattore di attenuazione o fattore di decremento il rapporto tra il modulo della trasmittanza termica dinamica e la trasmittanza termica in condizioni stazionarie. b) sfasamento il ritardo temporale tra il massimo del flusso termico entrante nellambiente interno ed il massimo della temperatura dellambiente esterno. Sulla base dei valori assunti da tali parametri si definisce la seguente classificazione valida per tutte le destinazioni duso: Sfasamento (ore) S> 12 12 >S > 10 10 >S > 8 8 >S > 6 6>S Attenuazione Fa<0,15 0,15<fa<0,30 0,30<fa<0,40 0,40<fa<0,60 0,60<fa Prestazioni ottime buone medie sufficienti mediocri Qualit prestazionale I II III IV V 7

Nei casi in cui le coppie di parametri caratterizzanti ledificio non rientrano coerentemente negli intervalli fissati in tabella, per la classificazione prevale il valore dello sfasamento. 7. Metodologia di classificazione degli edifici Lattestato di certificazione energetica degli edifici, con lattribuzione di specifiche classi prestazionali, strumento di orientamento del mercato verso gli edifici a migliore rendimento energetico, permette ai cittadini di valutare la prestazione energetica delledificio di interesse e di confrontarla con i valori tecnicamente raggiungibili, in un bilancio costi/benefici. Le esperienze in atto a livello internazionale ed europeo, i provvedimenti adottati in argomento da parte di alcune Regioni e Province Autonome dimostrano che esistono diversi sistemi di classificazione energetica degli edifici, che possono coprire anche aspetti di sostenibilit ambientali. Nel seguito indicata la metodologia di classificazione che si ritiene pi efficace per il raggiungimento degli obiettivi posti dalla direttiva 2002/91/CE in relazione al patrimonio edilizio nazionale valutato nella sua globalit territoriale. 7.1 Rappresentazione delle prestazioni, struttura della scala delle classi e soglia di riferimento legislativo In merito alla rappresentazione delle prestazioni energetiche globali e parziali delledificio, si ritiene opportuno, per la massima efficacia comunicativa, affiancare ad una rappresentazione grafica diretta delle predette prestazioni, conforme al punto 3 degli allegati 6 e 7 (comprensiva quindi dellindicazione della prestazione raggiungibile con la realizzazione degli interventi di riqualificazione raccomandati) un sistema di valutazione basato su classi. La classe energetica globale delledificio letichetta di efficienza energetica attribuita alledificio sulla base di un intervallo convenzionale di riferimento allinterno del quale si colloca la sua prestazione energetica complessiva. La classe energetica contrassegnata da una lettera. Possono coesistere delle maggiori specificazioni allinterno della stessa classe (a titolo esemplificativo classe B, B+). Le classe energetica globale delledificio comprende sottoclassi rappresentative dei singoli servizi energetici certificati: riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria e illuminazione. Per la classificazione della prestazione relativa al servizio di climatizzazione invernale, tenendo conto dellevoluzione normativa (che prevede nuovi requisiti minimi concernenti gli edifici di nuova costruzione a partire dal 1 gennaio 2008 e dal 1 gennaio 2010), stato posto il requisito minimo fissato a partire dal 2010 quale limite di separazione tra le classi C e D (soglia di riferimento legislativo). In considerazione del livello medio di efficienza del parco immobiliare nazionale e soprattutto per stimolare interventi di riqualificazione diffusi, che possano concretizzarsi agevolmente in passaggi di classe, si ritiene opportuno, avere a disposizione un congruo numero di classi, soprattutto al di sopra della soglia di riferimento legislativo. A tali esigenze si pu rispondere con classi identificate dalle lettere dalla A alla G, nel senso di efficienza decrescente, con lintroduzione di una classe A+ (relativamente alla prestazione globale e a quelle concernenti la climatizzazione invernale ed estiva). 7.2 Classi energetiche e prestazione energetica globale La scelta del sistema di classificazione degli edifici in base alle loro prestazioni energetiche, pur nella sua inevitabile convenzionalit, rappresenta certamente un aspetto importante per lefficacia e la correttezza delle informazioni fornite ai cittadini.

A tal fine si ritiene opportuno che il certificato energetico esprima il confronto della prestazione energetica globale propria delledificio: EPgl= EPi + EPacs + EPe + EPill (1)

con n classi di riferimento, i cui limiti inferiori sono determinati attraverso la seguente espressione: EPgl (CLASSE) n= K1 nEPi L (2010)+ EPacs n + K2 nEPe L + EPill n (2) dove: K1n e K2n sono dei parametri adimensionali; EPi L (2010) il limite massimo ammissibile dellindice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale in vigore a partire dal 1 gennaio 2010. I significati degli altri simboli sono riportati al paragrafo 3. Come gi detto al paragrafo 3, si avvia la certificazione energetica limitando la valutazione dellindice di prestazione EP ai servizi di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria. In tal caso le precedenti espressioni (1) e (2) diventano rispettivamente: EPgl= EPi + EPacs (3) (4)

EPgl (CLASSE) n= K1 nEPi L (2010)+ EPacs n

Nellallegato 4 si riportano le scale delle classi energetiche per le prestazioni parziali e globale, questa ultima, indicata al punto 3 del predetto allegato, definita con lespressione (4), con cui confrontare la prestazione energetica globale propria delledificio, calcolata con lespressione (3). 7.3. Climatizzazione invernale delledificio Il sistema di classificazione nazionale, relativo alla climatizzazione invernale, definito sulla base dei limiti massimi ammissibili del corrispondente indice di prestazione energetica in vigore a partire dal 1 gennaio 2010 (EPiL(2010)), di cui alle tabelle 1.3 e 2.3 dellallegato C al decreto legislativo, e quindi parametrato al rapporto di forma delledificio e ai gradi giorno della localit dove lo stesso ubicato. Un sistema cos definito: - pienamente coerente con le finalit di cui al paragrafo 1; - garantisce la stessa classe a tutti gli edifici, anche di diversa tipologia, che rispettano i limiti del decreto legislativo (EPiL), in pari misura, ponendoli in maniera certa al di sopra della soglia di riferimento; - permette una politica energetica degli edifici basata su una corretta comunicazione ai cittadini, su incentivi e premialit, facilmente integrabili o cumulabili tra loro, a partire dal rispetto degli obblighi di legge e con lutilizzo delle classi; - assicura piena coerenza tra la metodologia di calcolo dellindice di prestazione energetica EPi e lattribuzione della classe energetica. Al punto 1 dellallegato 4 si riporta la scala nazionale di classi espressione della prestazione energetica per la climatizzazione invernale. Al fine di fornire allutente tutte le informazioni necessarie per individuare i provvedimenti atti migliorare le prestazioni energetiche, nellattestato di certificazione devono essere riportati, oltre allindice di prestazione energetica delledificio (energia primaria specifica), 9

quelli relativi alle prestazioni parziali, quali il fabbisogno energetico dellinvolucro e il rendimento medio stagionale dellimpianto. Si richiama lattenzione sul fatto che nel costruire la scala di confronto, per gli edifici residenziali gli indici di prestazione sono espressi in kWh/m2 anno, mentre per residenze collettive o edifici non residenziali, i medesimi indici sono espressi in kWh/m3 anno. Nellambito di quanto disposto allarticolo 4 del presente decreto, nel contesto delle specifiche realt regionali possono essere adottati altri sistemi di classificazione in conformit allarticolo 7 della direttiva 2002/91/CE e dei principi generali fissati dal decreto legislativo. Ai fini di tutela degli interessi degli utenti, di cui al comma 1, dellarticolo 3 del presente decreto, essenziale assicurare un livello di confrontabilit delle prestazioni degli edifici su tutto il territorio nazionale. La predetta confrontabilit garantita dalla rappresentazione grafica, eventualmente aggiuntiva, di cui ai punti 3 e 4, degli allegati 6 e 7. 7.4. Preparazione dellacqua calda per usi igienici e sanitari La prestazione energetica, rappresentata dal relativo indice per la preparazione dellacqua calda per usi igienici e sanitari (EPacs), in chilowattora per metro quadrato di superficie utile delledificio per anno (kWh/m2 anno), viene messa a confronto con una scala di valori costituenti le classi energetiche. Al punto 2 dellallegato 4 si riporta la scala nazionale delle classi, espressione della prestazione energetica per la preparazione dellacqua calda per usi igienici e sanitari, determinata sulla base di considerazioni tecnico-economiche. 7.5. Certificazione di edifici e di singoli appartamenti (climatizzazione invernale) Per gli edifici residenziali la certificazione energetica riguarda il singolo appartamento. Nel caso di una pluralit di unit immobiliari in edifici multipiano, o con una pluralit di unit immobiliari in linea, si potr prevedere, in generale, una certificazione originaria comune per unit immobiliari che presentano caratteristiche di ripetibilit logistica e di esposizione, (piani intermedi), sia nel caso di impianti centralizzati che individuali, in questo ultimo caso a parit di generatore di calore per tipologia e potenza. Per i predetti edifici, si pu quindi prevedere: a) in presenza impianti termici autonomi o centralizzati con contabilizzazione del calore, un certificato per ogni unit immobiliare determinato con lutilizzo del rapporto di forma proprio dellappartamento considerato (Lo stesso che si utilizza per la determinazione dellindice di prestazione energetica limite EPLi); b) in presenza di impianti centralizzati privi di sistemi di regolazione e contabilizzazione del calore, lindice di prestazione energetica per la certificazione dei singoli alloggi ricavabile ripartendo lindice di prestazione energetica (EPLi) delledificio nella sua interezza in base alle tabelle millesimali relative al servizio di riscaldamento; c) in presenza di appartamenti serviti da impianto centralizzato che si diversifichino dagli altri per linstallazione di sistemi di regolazione o per la realizzazione di interventi di risparmio energetico, si procede conformemente al punto a). In questo caso per la determinazione dellindice di prestazione energetica si utilizzano i parametri di rendimento dellimpianto comune, quali quelli relativi a produzione, distribuzione, emissione e regolazione, ove pertinenti. A tal fine fatto obbligo agli amministratori degli stabili di fornire ai condomini le informazioni e i dati necessari. 8. Procedura di certificazione energetica degli edifici La certificazione va richiesta, a proprie spese, dal titolare del titolo abilitativo a costruire, comunque denominato, o dal proprietario, o dal detentore dellimmobile, ai Soggetti 10

certificatori riconosciuti ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica di cui allarticolo 4, comma 1, lettera c), del decreto legislativo, con le disposizioni, ivi previste, per assicurare indipendenza ed imparzialit di giudizio dei medesimi soggetti nei differenti casi di edifici nuovi od esistenti. La procedura di certificazione energetica degli edifici comprende il complesso di operazioni svolte dai Soggetti certificatori ed in particolare: 1. lesecuzione di una diagnosi, o di una verifica di progetto, finalizzata alla determinazione della prestazione energetica dellimmobile e allindividuazione degli interventi di riqualificazione energetica che risultano economicamente convenienti: a) il reperimento dei dati di ingresso, relativamente alle caratteristiche climatiche della localit, alle caratteristiche dellutenza, alluso energetico delledificio e alle specifiche caratteristiche delledificio e degli impianti, avvalendosi, in primo luogo dellattestato di qualificazione energetica; b) la determinazione della prestazione energetica mediante applicazione di appropriata metodologia, secondo quanto indicato ai precedenti paragrafi 4 e 5, relativamente a tutti gli usi energetici, espressi in base agli indici di prestazione energetica EP totale e parziali; c) lindividuazione delle opportunit di intervento per il miglioramento della prestazione energetica in relazione alle soluzioni tecniche proponibili, ai rapporti costi-benefici e ai tempi di ritorno degli investimenti necessari a realizzarle; 2. la classificazione delledificio in funzione degli indici di prestazione energetica di cui alla lettera b), del punto 1, e il suo confronto con i limiti di legge e le potenzialit di miglioramento in relazione agli interventi di riqualificazione individuati; 3. il rilascio dellattestato di certificazione energetica. Le modalit esecutive della diagnosi di cui al punto 1 possono essere diverse e commisurate al livello di complessit della metodologia di calcolo utilizzata per la valutazione della prestazione energetica, come precisato al paragrafo 4. Il richiedente il servizio di certificazione energetica pu, ai sensi dellarticolo 6, comma 2bis, del decreto legislativo, rendere disponibili a proprie spese i dati relativi alla prestazione energetica delledificio o dellunit immobiliare. Lo stesso pu richiedere il rilascio dellattestato di certificazione energetica sulla base di: - un attestato di qualificazione energetica relativo alledificio o alla unit immobiliare oggetto di certificazione, anche non in corso di validit, evidenziando eventuali interventi su edifici ed impianti eseguiti successivamente; - le risultanze di una diagnosi energetica effettuata da tecnici abilitati con modalit coerenti con i metodi di valutazione della prestazione energetica attraverso cui si intende procedere. Il Soggetto certificatore tenuto ad utilizzare e valorizzare i documenti sopra indicati (ed i dati in essi contenuti), qualora esistenti e resi disponibili dal richiedente. Lattestato di qualificazione e la diagnosi predetti, in considerazione delle competenze e delle responsabilit assunte dai firmatari degli stessi, sono strumenti che favoriscono e semplificano lattivit del Soggetto certificatore e riducono lonere a carico del richiedente. In particolare lattestato di qualificazione, di cui al comma 2, dellarticolo 8, del decreto legislativo, obbligatorio per gli edifici di nuova costruzione e per gli interventi ricadenti nellambito di applicazione di cui allarticolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), del medesimo decreto legislativo, in questo ultimo caso limitatamente alle ristrutturazioni totali. Lattestato di qualificazione energetica deve essere predisposto da un tecnico abilitato non necessariamente estraneo alla propriet, alla progettazione o alla realizzazione delledificio. Lattestato di qualificazione energetica degli edifici si differenzia da quello di certificazione, essenzialmente per i soggetti che sono chiamati a redigerlo e per lassenza dellattribuzione

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di una classe di efficienza energetica alledificio in esame (solamente proposta dal tecnico che lo redige). Al di fuori di quanto previsto dallarticolo 8, comma 2, del decreto legislativo lattestato di qualificazione energetica facoltativo e pu essere predisposto dallinteressato al fine di semplificare il successivo rilascio della certificazione energetica. Uno schema di attestato di qualificazione energetica, con i suoi contenuti minimi riportato nellallegato 5. Entro i quindici giorni successivi alla consegna al richiedente dellattestato di certificazione energetica, il Soggetto certificatore trasmette copia del certificato alla Regione o Provincia autonoma competente per territorio. Nel caso di edifici di nuova costruzione o di interventi ricadenti nellambito di applicazione di cui allarticolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), del medesimo decreto legislativo, in questo ultimo caso limitatamente alle ristrutturazioni totali, la nomina del Soggetto certificatore avviene prima dellinizio dei lavori. Nei medesimi casi, qualora fossero presenti, a livello regionale o locale, incentivi legati alla qualit energetica delledificio (bonus volumetrici, ecc.), la richiesta dellattestato di certificazione energetica pu essere resa obbligatoria prima del deposito della richiesta di autorizzazione edilizia. In tali ambiti, al fine di consentire controlli in corso dopera, pu essere previsto che il direttore dei lavori segnali al Soggetto certificatore le varie fasi della costruzione delledificio e degli impianti, rilevanti ai fini delle prestazioni energetiche delledificio. Il Soggetto certificatore, nellambito della sua attivit di diagnosi, verifica o controllo, pu procedere alle ispezioni e al collaudo energetico delle opere, avvalendosi, ove necessario di tecniche strumentali. Le condizioni e le modalit attraverso cui stata effettuata la valutazione della prestazione energetica di un edificio o di una unit immobiliare viene indicata esplicitamente nel relativo attestato, anche ai fini della determinazione delle conseguenti responsabilit. Schemi di attestato di certificazione energetica, con i suoi contenuti minimi sono riportati negli allegati 6 ed 7, rispettivamente per edifici residenziali e non residenziali. 9. Autodichiarazione del proprietario Per gli edifici di superficie utile inferiore o uguale a 1000 m2 e ai soli fini di cui al comma 1bis, dellarticolo 6, del decreto legislativo, mantenendo la garanzia di una corretta informazione dellacquirente, il proprietario delledificio, consapevole della scadente qualit energetica dellimmobile, pu scegliere di ottemperare agli obblighi di legge attraverso una sua dichiarazione in cui afferma che: - ledificio di classe energetica G; - i costi per la gestione energetica delledificio sono molto alti; Entro quindici giorni dalla data del rilascio di detta dichiarazione, il proprietario ne trasmette copia alla Regione o Provincia autonoma competente per territorio.

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ALLEGATO 1
(Allegato A, paragrafo 2)

Indicazioni per il calcolo della prestazione energetica di edifici non dotati di impianto di climatizzazione invernale e/o di produzione di acqua calda sanitaria

1. In assenza di impianti termici, come definiti al comma 14, dellallegato A, al decreto legislativo, per la climatizzazione invernale e/o la produzione di acqua calda sanitaria e quindi nellimpossibilit di poter determinare le conseguenti prestazioni energetiche e lenergia primaria utilizzata dalledificio, per tutti gli edifici delle categorie di cui allarticolo 3, del decreto Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, si procede con le seguenti modalit.

a) Climatizzazione invernale i. In presenza di edifici che hanno un indice di prestazione dellinvolucro edilizio maggiore del valore limite riportato nelle seguenti tabelle 1 e 2, in funzione della fascia climatica, rispettivamente per edifici ad uso residenziale e non residenziale, con lesclusione degli edifici industriali (categoria E.8), in considerazione del concetto di certificazione della prestazione basato sullipotesi di utilizzo convenzionale e standard delledificio in esame, si presume che le condizioni di comfort invernale siano raggiunte grazie ad apparecchi alimentati dalla rete elettrica. Il valore di riferimento per la conversione tra kWh elettrici e MJ definito con apposito provvedimento dellAutorit per lenergia elettrica e il gas, al fine di tener conto dellefficienza media di produzione del parco termoelettrico, e suoi successivi aggiornamenti. ii. In presenza di edifici che hanno un indice di prestazione dellinvolucro edilizio non superiore al valore limite riportato nelle seguenti tabelle 1 e 2, in funzione della fascia climatica, rispettivamente per edifici ad uso residenziale e non residenziali, con lesclusione degli edifici industriali (categoria E.8), si presume un rendimento globale medio stagionale dellimpianto termico pari al valore calcolato con la formula riportata al comma 5, dellallegato C, del decreto legislativo. Per lapplicazione della predetta formula, in luogo della potenza utile nominale del generatore si utilizza la potenza richiesta dalledificio calcolata secondo la norma UNI EN 12831 (carico invernale). iii. In presenza di edifici industriali (categoria E.8) che non rispettino i pertinenti valori limite di trasmittanza delle pareti, opache e trasparenti, di cui ai decreti di cui allarticolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo, in considerazione del concetto di certificazione della prestazione basato sullipotesi di utilizzo convenzionale e standard delledificio in esame, si presume che le condizioni di comfort invernale siano raggiunte grazie ad apparecchi alimentati dalla rete elettrica. Il valore di riferimento per la conversione tra kWh elettrici e MJ definito con apposito provvedimento dellAutorit per lenergia elettrica e il gas, al fine di tener conto dellefficienza media di produzione del parco termoelettrico, e suoi successivi aggiornamenti. iv. In presenza di edifici industriali (categoria E.8) che rispettino i pertinenti valori limite di trasmittanza delle pareti, opache e trasparenti, di cui ai decreti di cui allarticolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo, si presume un rendimento globale medio stagionale dellimpianto termico pari al valore calcolato con la formula riportata al comma 5, dellallegato C, del decreto legislativo. Per lapplicazione della predetta formula, in luogo della potenza utile nominale del generatore si utilizza la potenza richiesta dalledificio calcolata secondo la norma UNI EN 12831 (carico invernale).

ALLEGATO 1
(Allegato A, paragrafo 2) b) Produzione di acqua calda sanitaria In assenza di impianto di produzione di acqua calda sanitaria ed in mancanza di specifiche indicazioni, sulla base delle considerazioni riportate alla lettera precedente si presume che lo specifico servizio sia fornito grazie ad apparecchi alimentati dalla rete elettrica. Il valore di riferimento per la conversione tra kWh elettrici e MJ definito con apposito provvedimento dellAutorit per lenergia elettrica e il gas, al fine di tener conto dellefficienza media di produzione del parco termoelettrico, e suoi successivi aggiornamenti
Tabella 1. Valori limite dellindice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale dellinvolucro edilizio degli edifici residenziali, espresso in kWh/m2 anno, al di sopra dei quali, in assenza di impianto termico, si applica quanto previsto al comma 1, lettera a).

A 5

B 5

Zona climatica C D 10 10

E 20

F 20

Tabella 2. Valori limite dellindice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale dellinvolucro edilizio degli edifici NON residenziali, espresso in kWh/m3 anno, al di sopra dei quali, in assenza di impianto termico, si applica quanto previsto al comma 1, lettera a).

A 1

B 1

Zona climatica C D 3 3

E 8

F 8

ALLEGATO 2
(Allegato A, paragrafo 5.2) Schema di procedura semplificata per la determinazione dell'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale dell'edificio. L'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale da attribuire all'edificio per la sua certificazione energetica (EPi) pu essere ricavato come:

(Q
EPi =

/ A pav )

[kWh/m2K]

Dove: Qh = fabbisogno di energia termica dell'edificio, espresso in kWh Apav = la superficie utile (pavimento) espressa in m2 g = rendimento globale medio stagionale Il fabbisogno di energia termica dell'edificio Qh dato da:
Q h = 0,024 GG ( H T + H V ) f x (Q s + Qi ) (kWh)

Dove: GG sono i gradi giorno della citt nella quale viene ubicato ledificio in esame, (Kgg); HT il coefficiente globale di scambio termico per trasmissione, corretto per tenere conto della differenza di temperatura interno-esterno di ciascuna superficie disperdente; (W/K); HV il coefficiente globale di scambio termico per ventilazione (W/K); fx il coefficiente di utilizzazione degli apporti gratuiti (adimensionale), assunto pari a 0,95 Qs sono gli apporti solari attraverso i componenti di involucro trasparente (MJ); Qi sono gli apporti gratuiti interni (MJ) Coefficiente globale di scambio termico per trasmissione
n

Ht =

S
1

U i btr ,i

[W/K]

Dove: Si = superfici esterne che racchiudono il volume lordo riscaldato. Non si considerano le superfici verso altri ambienti riscaldati alla stessa temperatura [m2] Ui = trasmittanza termica della struttura [W/m2K] Nellimpossibilit di reperire le stratigrafie delle pareti opache e delle caratteristiche degli infissi possono essere adottati i valori riportati nella norma UNI TS 11300-1, rispettivamente nell'appendice A e nell'appendice C.

btr,i = fattore di correzione dello scambio termico verso ambienti non climatizzati o verso il terreno (adimensionale) I valori del coefficiente btr,i si ricavano: - per superfici disperdenti verso ambienti non riscaldati: Prospetto 5 UNI/TS 11300-1 - per superfici disperdenti verso il terreno: Prospetto 6 UNI/TS 11300-1 Coefficiente globale di scambio termico per ventilazione Hv = 0,34 n Vnetto [W/K]

Dove n = numero di ricambi d'aria pari a 0,3 vol/h Vnetto = In assenza di informazioni sul volume netto dell'ambiente climatizzato, si assume pari al 70% del volume lordo. Apporti solari attraverso i componenti di involucro trasparente
Qs = 0,2

I
esposiz .

sol ,i

S serr ,i

[kWh]

Dove: 0,2 = coefficiente di riduzione che tiene conto del fattore solare degli elementi trasparenti e degli ombreggiamenti medi Isol,i = irradianza totale stagionale (nel periodo di riscaldamento) sul piano verticale, per ciascuna esposizione. NOTA Il valore si calcola come sommatoria dei valori di irradianza media mensile sul piano verticale riportati nella UNI 10349, estesa ai mesi della stagione di riscaldamento Per i mesi non completamente ricompresi nella stagione di riscaldamento (es. ottobre ed aprile per la zona E) si utilizza un valore di irradianza pari alla quota parte del mese.

Apporti gratuiti interni


Qi = ( int A pav h) / 1000 [kWh]

Dove: int = apporti interni gratuiti, valore convenzionale assunto pari a 4 W/m2 per edifici residenziali h = numero di ore della stagione di riscaldamento

Rendimento globale medio stagionale


Il rendimento globale medio stagionale g si determina come:

g = e x rg x d x gn

dove: e = rendimento di emissione, valori del prospetto 17 della UNI/TS 11300-2 rg = rendimento di regolazione, valori del prospetto 20 della UNI/TS 11300-2 d = rendimento di regolazione, valori dei prospetti 21 (a,b,c,d,e) della UNI/TS 11300-2 gc = rendimento di generazione, valori dei prospetti 23 (a,b,c,d,e,) della UNI/TS 11300-2

ALLEGATO 3
(Allegato A, paragrafo 5.2)

Tabella riepilogativa sullutilizzo delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche in relazione agli edifici interessati e ai servizi energetici da valutare ai fini della certificazione energetica.

Metodo di calcolo di progetto (paragrafo 5.1)

Metodo di calcolo da rilievo sulledificio (paragrafo 5.2 punto 1) Tutte le tipologie di edifici esistenti

Metodo di calcolo da rilievo sulledificio (paragrafo 5.2 punto 2) Edifici residenziali esistenti con superficie utile inferiore o uguale a 3000 m2 DOCET
(CNR-ENEA)

Metodo di calcolo da rilievo sulledificio (paragrafo 5.2 punto 3) Edifici residenziali esistenti con superficie utile inferiore o uguale a 1000 m2 Metodo semplificato (Allegato 2) Metodo semplificato (Allegato 2) Norme UNI/TS 11300 (esistenti) Norme UNI/TS 11300 o DOCET o metodologia paragrafo 6.2 (*)

Edifici interessati

Tutte le tipologie di edifici nuovi ed esistenti

Prestazione invernale involucro edilizio Energia primaria prestazione invernale Energia primaria prestazione acqua calda sanitaria Prestazione estiva involucro edilizio

Norme UNI/TS 11300 Norme UNI/TS 11300 Norme UNI/TS 11300

Norme UNI/TS 11300 Norme UNI/TS 11300 Norme UNI/TS 11300

DOCET
(CNR-ENEA)

DOCET
(CNR-ENEA)

Norme UNI/TS 11300

Norme UNI/TS 11300

DOCET
(CNR-ENEA)

(*) La determinazione della prestazione energetica estiva dellinvolucro edilizio facoltativa nella certificazione di singole unit immobiliari ad uso residenziale di superficie utile inferiore o uguale a 200 m2 per le quali il calcolo dellindice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale avvenga con il metodo semplificato di cui al paragrafo 5.2, punto 3. In assenza della predetta valutazione, alledificio viene attribuita una qualit prestazionale energetica estiva dellinvolucro edilizio corrispondente al livello V delle tabelle di cui ai paragrafi 6.1 e 6.2 .

ALLEGATO 4
(Allegato A, paragrafo 7.2)

Sistema di classificazione nazionale concernente la climatizzazione invernale degli edifici e la produzione di acqua calda sanitaria
Esempio per un edificio residenziale

1. Si riporta la scala di classi energetiche espressione della prestazione energetica per la climatizzazione invernale EPi.

Classe Ai

< 0,25 EPiL (2010) < 0,50 EPiL (2010)

0,25 EPiL (2010) Classe Ai 0,50 EPiL (2010) Classe Bi

< 0,75 EPiL (2010)


1,00 EPiL (2010) 1,25 EPiL (2010)

0,75 EPiL (2010) Classe Ci < 1,00 EPiL (2010) Classe Di <

1,25 EPiL (2010) Classe Ei < 1,75 EPiL (2010) 1,75 EPiL (2010) Classe Fi

< 2,50EPiL (2010)

Classe Gi > 2,50 EPiL (2010)

ALLEGATO 4
(Allegato A, paragrafo 7.2) 2. Si riporta la scala delle classi energetiche espressione della prestazione energetica per la preparazione dellacqua calda per usi igienici e sanitari EPacs. Classe Aacs < 9 kWh/m2 anno 9 kWh/m2 anno Classe Bacs < 12kWh/m2 anno 12 kWh/m2 anno Classe Cacs < 18 kWh/m2 anno 18 kWh/m2 anno Classe Dacs < 21 kWh/m2 anno 21 kWh/m2 anno Classe Eacs < 24 kWh/m2 anno 24 kWh/m2 anno Classe

Facs

< 30 kWh/m2 anno

Classe Gacs > 30 kWh/m2 anno

3. Si riporta la scala di classi energetiche definita con lespressione (4) a cui riferirsi per la valutazione della prestazione energetica globale delledificio EPgl. calcolata con lespressione (3).

Classe Agl 0,25 EPiL (2010) + 9 kWh/m2 anno Classe Agl 0,50 EPiL (2010) + 9 kWh/m2 anno Classe Bgl

+<

0.25 EPiL (2010) + 9 kWh/m2 anno

< 0,50 EPiL (2010) + 9 kWh/m2 anno < 0,75 EPiL (2010) + 12 kWh/m2 anno

0,75 EPiL (2010) + 12 kWh/m2 anno Classe Cgl < 1,00 EPiL (2010) + 18 kWh/m2 anno 1,00 EPiL (2010) + 18 kWh/m2 anno Classe Dgl 1,25 EPiL (2010) + 21 kWh/m2 anno Classe Egl

< 1,25 EPiL (2010) + 21 kWh/m2 anno < 1,75 EPiL (2010) + 24 kWh/m2 anno

1,75 EPiL (2010) + 24 kWh/m2 anno Classe Fgl < 2,50 EPiL (2010) + 30kWh/m2 anno Classe Ggl > 2,50 EPiL (2010) + 30 kWh/m2 anno

ALLEGATO 5 (Allegato A, paragrafo 8)


ATTESTATO DI QUALIFICAZIONE ENERGETICA
(ai sensi del comma 2, dellarticolo 8, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 e successive mm.e ii.)

Edifici residenziali

1. INFORMAZIONI GENERALI (1)


Nuova costruzione Riferimenti catastali Passaggio di propriet Riqualificazione energetica

1.1 EDIFICIO
Indirizzo Tipologia edilizia Tipologia costruttiva Anno di costruzione Volume lordo riscaldato V (m3) Superficie disperdente S(m2) Rapporto S/V Numero di appartamenti Superficie utile m2 Zona climatica/GG Destinazione duso / Foto delledificio (non obbligatoria)

1.2 IMPIANTI (2)


Anno di installazione Riscaldamento Potenza nominale (kW) Anno di installazione Potenza nominale (kW) Anno di installazione Raffrescamento Potenza nominale (kW) Anno di installazione Fonti rinnovabili Energia annuale prodotta (kWhe/kWht) Tipologia Combustibile Tipologia Combustibile Tipologia Combustibile

Acqua calda sanitaria

Tipologia

1.3 PROPRIETA
Propriet Indirizzo Telefono/e-mail

1.4 PROGETTAZIONE
Progettista/i architettonico Indirizzo Progettista/i impianti Indirizzo Telefono/e-mail Telefono/e-mail

1.5 COSTRUZIONE
Costruttore Indirizzo Direttore/i lavori Indirizzo Telefono/e-mail Telefono/e-mail

ALLEGATO 5 (Allegato A, paragrafo 8)


2. GRAFICO DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE GLOBALE E PARZIALI (3)

RACCOMANDAZIONI 3. DATI PRESTAZIONI ENERGETICHE PARZIALI


3.1 RAFFRESCAMENTO (*)
Indice energia primaria (EPe)
Indice energia primaria limite di legge

3.2 RISCALDAMENTO
Indice energia primaria (EPi)
Indice energia primaria limite di legge (d.lgs. 192/05)

3.3 ACQUA CALDA SANITARIA


Indice energia primaria (EPacs)

Indice involucro (EPe,invol) Rendimento impianto Fonti rinnovabili

Indice involucro (EPi,invol) Rendimento medio stagionale impianto (g) Fonti rinnovabili Fonti rinnovabili

4. RACCOMANDAZIONI (4)
Interventi 1) 2)
3) 4) 5) PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE (2) Prestazione Energetica/Classe a valle del singolo intervento Tempo di ritorno (anni)

.. kWh/m2 anno

(<10 anni)

. CLASS

ALLEGATO 5 (Allegato A, paragrafo 8)


IFICAZIONE 2. CLASSIFICAZIONE 5. CLASSIFICAZIONE PROPOSTA

CLASSE ENERGETICA PROPOSTA (5)


5.1 METODOLOGIA DI CALCOLO ADOTTATA

B
IV V

5.2. QUALITA INVOLUCRO PROPOSTA (RAFFRESCAMENTO) (6)

II

III

6. NOTE

7. TECNICO ABILITATO
Nome e cognome / Denominazione Indirizzo Titolo Ruolo rispetto alledificio Telefono/e-mail Ordine/Iscrizione

8. DATI DI INGRESSO
Progetto energetico Provenienza e responsabilit
Rilievo sulledificio

9. SOFTWARE
Denominazione
Produttore

Dichiarazione di rispondenza e garanzia di scostamento massimo dei risultati conseguiti inferiore al +/- 5% rispetto ai valori della metodologia di calcolo di riferimento nazionale (UNI TS ..)

Data asseverazione del Tecnico abilitato ..

Firma del Tecnico abilitato Firma del Direttore dei lavori

Data asseverazione del Direttore dei lavori .

NOTA: Per gli edifici non residenziali utilizzare questo schema con i termini, contenuti e unit di misura appropriati (vedi allegato 7)

ALLEGATO 5 (Allegato A, paragrafo 8)

ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE E LEGENDA

(1) Eventuali informazioni aggiuntive nelle note (2) I dati di potenza relativi agli impianti di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria sono riferiti alla potenza termica al focolare (3) PRESTAZIONE ENERGETICA GLOBALE: energia totale utilizzata dalledificio per m di superficie utile (Indice prestazione energetica globale) 2 PRESTAZIONE RISCALDAMENTO: energia utilizzata per riscaldare ledificio per m di superficie utile (Indice prestazione energetica per la climatizzazione invernale) 2 PRESTAZIONE RAFFRESCAMENTO: energia utilizzata per raffrescare ledificio per m di superficie utile (Indice prestazione energetica per la climatizzazione estiva) 2 PRESTAZIONE ACQUA CALDA: energia utilizzata per la produzione di acqua calda sanitaria per m di superficie utile (Indice prestazione energetica per la produzione dellacqua calda sanitaria) PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE: Miglioramento della prestazione energetica conseguente alla realizzazione degli interventi di riqualificazione riportati nel paragrafo Raccomandazioni che presentano un tempo di ritorno degli investimenti inferiore a 10 anni. LIMITE DI LEGGE: Requisito minimo previsto per un edificio identico, di nuova costruzione, ubicato nella stessa localit. EMISSIONI DI CO2: Emissioni clima alteranti derivanti dallattuale efficienza energetica delledificio. (4) Indicare eventuali allegati descrittivi dellintervento (5) La classe energetica complessiva delledificio determinata conformemente ai criteri del paragrafo 7 delle presenti Linee guida (6) La qualit prestazionale dellinvolucro ai fini di contenere il fabbisogno di energia per il raffrescamento determinata conformemente ai criteri del paragrafo 6 delle presenti Linee guida
2

(*) Al momento non operativo

ALLEGATO 6 (Allegato A, paragrafo 8)


ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE ENERGETICA
Edifici residenziali

1. INFORMAZIONI GENERALI (1)


Codice Certificato Riferimenti catastali Indirizzo edificio Nuova costruzione Propriet Indirizzo Validit

Passaggio di propriet

Riqualificazione energetica Telefono E-mail

2. CLASSE ENERGETICA GLOBALE DELLEDIFICIO


TI PRE STAZIONI EN ERGETI CHE PARZI ALI

Edificio di classe:

3. GRAFICO DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE GLOBALE E PARZIALI (2)

4.QUALITA INVOLUCRO (RAFFRESCAMENTO) (3)

II

III

IV

5.Metodologie di calcolo adottate (4)

ALLEGATO 6 (Allegato A, paragrafo 8)


6. RACCOMANDAZIONI (5)
Interventi
Prestazione Energetica/Classe a valle del singolo intervento Tempo di ritorno(anni)

1) 2)
3) 4) 5) PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE (2)

.. kWh/m2 anno

(<10 anni)

7. CLASSIFICAZIONE ENERGETICA GLOBALE DELLEDIFICIO (6)


SERVIZI ENERGETICI INCLUSI NELLA CLASSIFICAZIONE

Riscaldamento

Raffrescamento

Acqua calda sanitaria

A+ A B C

< . kWh/m2 anno < . kWh/m2 anno < .. kWh/m2 anno < .. kWh/m2 anno
Rif. legislativo = kWh/m2 anno D E

. kWh/m anno
2

< . kWh/m2 anno < kWh/m2 anno


F G

< kWh/m2 anno > . kWh/m2 anno

8. DATI PRESTAZIONI ENERGETICHE PARZIALI


8.1 RAFFRESCAMENTO(*)
Indice energia primaria (EPe)
Indice energia primaria limite di legge

8.2 RISCALDAMENTO
Indice energia primaria (EPi)
Indice en. primaria limite di legge (d.lgs. 192/05)

8.3 ACQUA CALDA SANITARIA Indice energia primaria (EPacs)

Indice involucro

(EPe,invol)

Indice involucro(EPi,invol) Rendimento medio stagionale impianto (g) Fonti rinnovabili

Rendimento impianto Fonti rinnovabili

Fonti rinnovabili

ALLEGATO 6 (Allegato A, paragrafo 8)


9. NOTE
(interventi di manutenzione edile ed impiantistica, energeticamente significativi, realizzati nella vita delledificio, sistemi gestionali in essere,)

10. EDIFICIO
Tipologia edilizia Tipologia costruttiva Anno di costruzione Volume lordo riscaldato V (m3) Superficie disperdente S(m2) Rapporto S/V Numero di appartamenti Superficie utile m
2

Foto delledificio
(non obbligatoria)

Zona climatica/GG Destinazione duso

11. IMPIANTI (7)


Anno di installazione Riscaldamento Potenza nominale (kW) Anno di installazione Potenza nominale (kW) Anno di installazione Raffrescamento Potenza nominale (kW) Anno di installazione Fonti rinnovabili Energia annuale prodotta (kWhe/kWht) Tipologia Combustibile Tipologia Combustibile Tipologia Combustibile

Acqua calda sanitaria

Tipologia

12. PROGETTAZIONE
Progettista/i architettonico Indirizzo Progettista/i impianti Indirizzo Telefono/e-mail Telefono/e-mail

13. COSTRUZIONE
Costruttore Indirizzo Direttore/i lavori Indirizzo Telefono/e-mail Telefono/e-mail

ALLEGATO 6 (Allegato A, paragrafo 8)


14. SOGGETTO CERTIFICATORE
Ente/Organismo pubblico
Nome e cognome / Denominazione Indirizzo Titolo Dichiarazione di indipendenza
(8)

Tecnico abilitato

Energy Manager

Organismo / Societ

Telefono/e-mail Ordine/Iscrizione

Informazioni aggiuntive

15. SOPRALLUOGHI
1) 2) 3)

16. DATI DI INGRESSO


Progetto energetico Provenienza e responsabilit

Rilievo sulledificio

17. SOFTWARE
Denominazione
Produttore

Dichiarazione di rispondenza e garanzia di scostamento massimo dei risultati conseguiti inferiore al +/- 5% rispetto ai valori della metodologia di calcolo di riferimento nazionale (UNI/TS 11300) fornito da ....

Data emissione ..

Firma del tecnico

ALLEGATO 6 (Allegato A, paragrafo 8)


ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE E LEGENDA (1) Eventuali informazioni aggiuntive nelle note 2 (2) PRESTAZIONE ENERGETICA GLOBALE: energia totale utilizzata dalledificio per m di volume climatizzato (Indice prestazione energetica globale) 2 PRESTAZIONE RISCALDAMENTO: energia utilizzata per riscaldare ledificio per m di volume climatizzato (Indice prestazione energetica per la climatizzazione invernale) 2 PRESTAZIONE RAFFRESCAMENTO: energia utilizzata per raffrescare ledificio per m di volume climatizzato (Indice prestazione energetica per la climatizzazione estiva) 2 PRESTAZIONE ACQUA CALDA: energia utilizzata per la produzione di acqua calda sanitaria per m di volume climatizzato (Indice prestazione energetica per la produzione dellacqua calda sanitaria) PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE: Miglioramento della prestazione energetica conseguente alla realizzazione degli interventi di riqualificazione riportati nel paragrafo Raccomandazioni che presentano un tempo di ritorno degli investimenti inferiore a 10 anni. LIMITE DI LEGGE: Requisito minimo previsto per un edificio identico, di nuova costruzione, ubicato nella stessa localit. EMISSIONI DI CO2: Emissioni clima alteranti derivanti dallattuale efficienza energetica delledificio. (3) La qualit prestazionale dellinvolucro ai fini di contenere il fabbisogno di energia per il raffrescamento determinata conformemente ai criteri del paragrafo 6 delle presenti Linee guida (4) Metodologie utilizzate per il calcolo delle prestazioni energetiche globali e parziali, di cui al punto 2, e per la determinazione della qualit dellinvolucro di cui al punto 3. (5) Indicare eventuali allegati descrittivi degli interventi (6) La classe energetica complessiva delledificio determinata conformemente ai criteri del paragrafo 7 delle presenti Linee guida (vedi esempio a pagina 5) (7) I dati di potenza relativi agli impianti di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria sono riferiti alla potenza termica al focolare (8) Dichiarazione di indipendenza e di imparzialit di giudizio del soggetto certificatore resa ai sensi degli articoli 359 e 481 del C.P..

(*) Al momento non operativo

ALLEGATO 6 (Allegato A, paragrafo 8)


Esempio di classificazione di un edificio nel sistema nazionale
Edificio residenziale esistente sito a XYZ GG: 2100 Rapporto di forma S/V= 0,60 Indice di prestazione energetica per il riscaldamento invernale delledificio:

EPi=46 kWh/m2 anno


Indice di prestazione energetica massimo ammissibile delledificio ai sensi della Tabella 1, dellallegato C, del decreto legislativo 192/05: EPLi (2010) = 65 kWh/m2 anno Classe Ai+ < 16,25 kWh/m2 anno Classe Ai < 32,50 kWh/m2 anno Classe Bi < 48,75 kWh/m2 anno Classe Ci < 65.00 kWh/m2 anno Classe Di < 81,25 kWh/m2 anno Classe Ei < 113,75 kWh/m2 anno Classe Fi < 162,50 kWh/m2 anno Classe Gi >162,5 kWh/m2 anno
SERVIZI INCLUSI NELLA CLASSIFICAZIONE

EPi = 46 kWh/m2 anno

Riscaldamento

Raffrescamento

Acqua calda sanitaria

A i+ Ai Bi Ci

< 16,25 kWh/m2 anno < 32,50 kWh/m2 anno < 48,75 kWh/m2 anno < 65,00 kWh/m2 anno
Di Ei Fi Gi

46 kWh/m anno
2

< 81,25 kWh/m2 anno < 113,75 kWh/m2 anno < 162,50 kWh/m2 anno > 162,50 kWh/m2 anno

Rif. legislativo = 65 kWh/m2

Edificio di classe: Bi
6

ALLEGATO 7 (Allegato A, paragrafo 8)


ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE ENERGETICA
Edifici non residenziali

1. INFORMAZIONI GENERALI (1)


Codice Certificato Riferimenti catastali Indirizzo edificio Nuova costruzione Propriet Indirizzo Validit

Passaggio di propriet

Riqualificazione energetica Telefono E-mail

2. CLASSE ENERGETICA GLOBALE DELLEDIFICIO


TI PRE STAZIONI EN ERGETI CHE PARZI ALI

Edificio di classe:

3. GRAFICO DELLE PRESTAZIONI ENERGETICHE GLOBALE E PARZIALI (2)

4.QUALITA INVOLUCRO (RAFFRESCAMENTO) (3)

II

III

IV

5.Metodologie di calcolo adottate (4)

ALLEGATO 7 (Allegato A, paragrafo 8)

6. RACCOMANDAZIONI (5)
Interventi
Prestazione Energetica/Classe a valle del singolo intervento Tempo di ritorno(anni)

1) 2)
3) 4) 5) PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE (2)

.. kWh/m3 anno

(<10 anni)

7. CLASSIFICAZIONE ENERGETICA GLOBALE DELLEDIFICIO (6)


SERVIZI ENERGETICI INCLUSI NELLA CLASSIFICAZIONE

Riscaldamento

Raffrescamento

Acqua calda sanitaria

Illuminazione

A+ A B C

< . kWh/m3 anno < . kWh/m3 anno < .. kWh/m3 anno < .. kWh/m3 anno
Rif. legislativo = kWh/m3 anno D E

. kWh/m anno
3

< . kWh/m anno < kWh/m3 anno


F G

< kWh/m3 anno > . kWh/m3 anno

8. DATI PRESTAZIONI ENERGETICHE PARZIALI


8.1 RAFFRESCAMENTO(*)
Indice energia primaria (EPe)
Indice energia primaria limite di legge

8.2 RISCALDAMENTO
Indice energia primaria (EPi)
Indice en. primaria limite di legge (d.lgs. 192/05)

8.3 ACQUA CALDA SANITARIA

8.4 ILLUMINAZIONE

Indice energia primaria (EPacs)

Indice energia primaria (EPill)


Indice en. primaria limite di legge

Indice involucro

(EPe,invol)

Indice involucro
(EPi,invol)

Rendimento impianto Fonti rinnovabili

Rendimento medio

Fonti rinnovabili Fonti rinnovabili

stagionale impianto (g) Fonti rinnovabili

ALLEGATO 7 (Allegato A, paragrafo 8)


9. NOTE
(interventi di manutenzione edile ed impiantistica, energeticamente significativi, realizzati nella vita delledificio, sistemi gestionali in essere,)

10. EDIFICIO
Tipologia edilizia Tipologia costruttiva Anno di costruzione Volume lordo riscaldato V (m3) Superficie disperdente S(m2) Rapporto S/V Numero di appartamenti Superficie utile m
2

Foto delledificio
(non obbligatoria)

Zona climatica/GG Destinazione duso

11. IMPIANTI (7)


Anno di installazione Riscaldamento Potenza nominale (kW) Anno di installazione Potenza nominale (kW) Anno di installazione Raffrescamento Potenza nominale (kW) Anno di installazione Illuminazione Potenza nominale (kW) Anno di installazione Fonti rinnovabili Energia annuale prodotta (kWhe/kWht) Tipologia Tipologia Combustibile Tipologia Combustibile Tipologia Combustibile Tipologia

Acqua calda sanitaria

12. PROGETTAZIONE
Progettista/i architettonico Indirizzo Progettista/i impianti Indirizzo Telefono/e-mail Telefono/e-mail

ALLEGATO 7 (Allegato A, paragrafo 8)


13. COSTRUZIONE
Costruttore Indirizzo Direttore/i lavori Indirizzo Telefono/e-mail Telefono/e-mail

14. SOGGETTO CERTIFICATORE


Ente/Organismo pubblico
Nome e cognome / Denominazione Indirizzo Titolo Dichiarazione di indipendenza
(8)

Tecnico abilitato

Energy Manager

Organismo / Societ

Telefono/e-mail Ordine/Iscrizione

Informazioni aggiuntive

15. SOPRALLUOGHI
1) 2) 3)

16. DATI DI INGRESSO


Progetto energetico Provenienza e responsabilit

Rilievo sulledificio

17. SOFTWARE
Denominazione
Produttore

Dichiarazione di rispondenza e garanzia di scostamento massimo dei risultati conseguiti inferiore al +/- 5% rispetto ai valori della metodologia di calcolo di riferimento nazionale (UNI/TS 11300) fornito da ..

Data emissione ..

Firma del tecnico

ALLEGATO 7 (Allegato A, paragrafo 8)

ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE E LEGENDA (1) Eventuali informazioni aggiuntive nelle note 3 (2) PRESTAZIONE ENERGETICA GLOBALE: energia totale utilizzata dalledificio per m di volume climatizzato (Indice prestazione energetica globale) 3 PRESTAZIONE RISCALDAMENTO: energia utilizzata per riscaldare ledificio per m di volume climatizzato (Indice prestazione energetica per la climatizzazione invernale) 3 PRESTAZIONE RAFFRESCAMENTO: energia utilizzata per raffrescare ledificio per m di volume climatizzato (Indice prestazione energetica per la climatizzazione estiva) 3 PRESTAZIONE ACQUA CALDA: energia utilizzata per la produzione di acqua calda sanitaria per m di volume climatizzato (Indice prestazione energetica per la produzione dellacqua calda sanitaria) PRESTAZIONE ENERGETICA RAGGIUNGIBILE: Miglioramento della prestazione energetica conseguente alla realizzazione degli interventi di riqualificazione riportati nel paragrafo Raccomandazioni che presentano un tempo di ritorno degli investimenti inferiore a 10 anni. LIMITE DI LEGGE: Requisito minimo previsto per un edificio identico, di nuova costruzione, ubicato nella stessa localit. EMISSIONI DI CO2: Emissioni clima alteranti derivanti dallattuale efficienza energetica delledificio. (3) La qualit prestazionale dellinvolucro ai fini di contenere il fabbisogno di energia per il raffrescamento determinata conformemente ai criteri del paragrafo 6 delle presenti Linee guida (4) Metodologie utilizzate per il calcolo delle prestazioni energetiche globali e parziali, di cui al punto 2, e per la determinazione della qualit dellinvolucro di cui al punto 3. (5) Indicare eventuali allegati descrittivi degli interventi (6) La classe energetica complessiva delledificio determinata conformemente ai criteri del paragrafo 7 delle presenti Linee guida (7) I dati di potenza relativi agli impianti di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria sono riferiti alla potenza termica al focolare (8) Dichiarazione di indipendenza e di imparzialit di giudizio del soggetto certificatore resa ai sensi degli articoli 359 e 481 del C.P..

(*) Al momento non operativo

ALLEGATO B
(articolo 7, comma 2)

NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO


La metodologia di calcolo adottata dovr garantire risultati conformi alle migliori regole tecniche, a tale requisito rispondono le normative UNI e CEN vigenti in tale settore. Gli aggiornamenti delle norme tecniche riportate nel presente allegato o le eventuali norme sostitutive subentrano direttamente alle corrispondenti norme dellelenco che segue. NORME QUADRO DI RIFERIMENTO NAZIONALE UNI/TS 11300 1 Prestazioni energetiche degli edifici Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica delledificio per la climatizzazione estiva ed invernale; UNI/TS 11300 2 Prestazioni energetiche degli edifici Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria; e successive integrazioni 1

NORME PER LA DETERMINAZIONE DELLA PRESTAZIONE ENERGETICA DEL SISTEMA EDIFICIO-IMPIANTO UNI EN ISO 13790 Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento

NORME PER LA CARATTERIZZAZIONE DELL'INVOLUCRO UNI EN ISO 6946 Componenti ed elementi per edilizia Resistenza termica e trasmittanza termica Metodo di calcolo UNI EN ISO 10077-1 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti Calcolo della trasmittanza termica Parte 1: Generalit UNI EN ISO 10077-2 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure Calcolo della trasmittanza termica Metodo numerico per i telai UNI EN ISO 13786 Prestazione termica dei componenti per edilizia Caratteristiche termiche dinamiche Metodi di calcolo UNI EN ISO 13789 Prestazione termica degli edifici Coefficienti di trasferimento del calore per trasmissione e ventilazione Metodo di calcolo UNI EN ISO 13370 Prestazione termica degli edifici Trasferimento di calore attraverso il terreno Metodi di calcolo UNI EN ISO 10211 Ponti termici in edilizia Flussi termici e temperature superficiali Calcoli dettagliati
1

Sono in corso di elaborazione le seguenti parti: parte 3: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva parte 4: Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per riscaldamento di ambienti e preparazione acqua calda sanitaria

ALLEGATO B
(articolo 7, comma 2) UNI EN ISO 14683 Ponti termici in edilizia Coefficiente di trasmissione termica lineica Metodi semplificati e valori di riferimento UNI EN ISO 13788 Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia Temperatura superficiale interna per evitare lumidit superficiale critica e condensazione interstiziale Metodo di calcolo UNI EN 13363-1 Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate - Calcolo della trasmittanza solare e luminosa - Parte 1: Metodo semplificato UNI EN 13363-2 Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate - Calcolo della trasmittanza solare e luminosa - Parte 2: Metodo di calcolo dettagliato UNI 11235 Istruzioni per la progettazione, lesecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde.

NORME PER LA VENTILAZIONE UNI 10339 Impianti aeraulici a fini di benessere Generalit, classificazione e requisiti - Regole per la richiesta dofferta, lofferta, lordine e la fornitura UNI EN 13779 Ventilazione degli edifici non residenziali Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione UNI EN 15242 Ventilazione degli edifici - Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d'aria negli edifici, comprese le infiltrazioni

BANCHE DATI E NORME DI SUPPORTO UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici Dati climatici UNI 10351 Materiali da costruzione Conduttivit termica e permeabilit al vapore UNI 10355 Murature e solai Valori di resistenza termica e metodo di calcolo UNI EN 410 Vetro per edilizia Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate UNI EN 673 Vetro per edilizia Determinazione della trasmittanza termica (valore U) Metodo di calcolo UNI EN ISO 7345 Isolamento termico Grandezze fisiche e definizioni UNI 8065 Trattamento dellacqua negli impianti termici ad uso civile UNI EN 303-5 Caldaie per riscaldamento - Caldaie per combustibili solidi, con alimentazione manuale e automatica, con una potenza termica nominale fino a 300 kW - Parte 5: Terminologia, requisiti, prove e marcatura

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