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di Gualtiero A.N.

Valeri ViceSegretario Generale del Movimento Referendari Indipendenti


Intervento alla riunione dell'Associazione Pugliese Referendari Indipendenti Trani, 4 giugno 1994

SCIENZA, TECNICA E CULTURA IN ITALIA

Il problema della scissione della cultura in due ambiti reciprocamente isolati, ovvero quello della cultura umanistica e quello della cultura scientifica, e questa in posizione di secondo piano rispetto alla prima e strettamente correlata ed asservita al progresso tecnologico, non certo esclusivamente italiano. Tale problema fu probabilmente per la prima volta denunciato, dal filosofo e scrittore Charles P. Snow nel suo saggio del 1959 Le due culture e la rivoluzione scientifica. Nel nostro Paese, tuttavia, tale scissione, e l'emarginazione della cultura scientifica, addirittura codificato a livello legislativo, tanto nell'istruzione, quanto in materia di beni culturali. Non dimentichiamo che nel nostro Paese, sino a non molti anni fa, pubblica istruzione, beni culturali, universit e ricerca scientifica dipendevano da un'unica amministrazione: il Ministero della Pubblica Istruzione. Settant'anni fa occupava tale ministero Giovanni Gentile, la cui filosofia idealistica portava a tale netta scissione tra scienze naturali ed umane, emarginando le prime. Mezzo secolo dopo l'avvento della repubblica nel nostro Paese, i governi che via via si sono succeduti hanno lasciato immutata tale impostazione: i programmi della scuola media superiore, e la legislazione in materia di tutela dei beni culturali, sono ancora oggi quelli che produsse il regime fascista. Nella scuola superiore le materie del ramo umanistico vengono a tutt'oggi insegnate creando un rapporto esclusivo tra storia - storia della letteratura - storia della filosofia, tagliando completamente fuori la storia della scienza e del pensiero scientifico. Nell'insegnamento delle materie del ramo scientifico prevale su tutte le altre il binomio matematica - fisica, e una posizione notevolmente subordinata hanno chimica e scienze naturali; la riforma Brocca non solo non ha minimamente modificato tale situazione, ma anzi l'ha accentuata. Da questo traspare con notevole evidenza la perdita da parte della scienza moderna della memoria delle proprie origini, con il suo considerarsi un prodotto esclusivo del metodo analiticosperimentale piuttosto che un approccio dell'Uomo alla comprensione del Cosmo attraverso la Natura. Cos l'insegnamento delle tecnologie - perlopi ristretto alle scuole tecniche e professionali - esclusivamente funzionalistico e viene scorrelato completamente dagli aspetti storici, fondamentali per comprendere il reale peso di queste nella vita dell'uomo. Generalmente il rapporto tra l'uomo e la tecnologia viene fatto principiare all'epoca della rivoluzione industriale: ma pressoch in ogni tempo le tecniche agricole, minerarie, idrauliche hanno determinato vita ed organizzazione sociale di intere popolazioni, ed introdotto di conseguenza modifiche all'ambiente. Sono questi aspetti di primaria importanza quando si consideri l'istruzione non solo preparazione a svolgere un'attivit lavorativa, ma strumento per lo sviluppo psicologico, morale ed intellettuale dell'individuo e di formazione sociale del cittadino. Come si detto, tali carenze si riscontrano anche nel settore dei beni culturali. La leggebase che regola questo settore la n1089 del 1939, con una lunga ed inestricabile serie di leggine, decreti e circolari posteriori. In tutto ci non esiste alcun riferimento esplicito ai beni culturali di 1/3

interesse scientifico. Di ci si ha un evidente riscontro quando si prende amministrativa dei beni culturali. in considerazione la struttura

Tale amministrazione agisce sul territorio attraverso le soprintendenze. Esse si articolano in quattro settori: Beni Artistici e Storici, Beni Ambientali ed Architettonici, Beni Archeologici, Archivi. Escludiamo naturalmente gli archivi per i quali non esistono particolari problemi sotto tale aspetto. I problemi invece sussistono, ed in misura notevole, per i beni culturali di interesse scientifico diversi dagli archivi. Questi sono, principalmente, collezioni scientifiche e reperti di archeologia industriale. Per l'archeologia industriale le esigenze vengono sufficientemente coperte dalla Soprintendenze per i Beni Architettonici ed Ambientali. Per le collezioni scientifiche la situazione molto critica; di esse potrebbe eventualmente occuparsi la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici, senza avere tuttavia al suo interno le competenze specifiche. Da ci consegue - anche per la ridotta quota di bilancio che lo stato italiano destina ai beni culturali in genere, ovvero lo 0,19% - che tali soprintendenze, oberate gi del lavoro che gli pi proprio, ovvero la salvaguardia del patrimonio artistico, trascurino, di fatto, completamente le collezioni scientifiche. Fanno eccezione le collezioni paleontologiche che il legislatore pone sotto la competenza delle Soprintendenze Archeologiche, assimilando, sorpendentemente, trilobiti fossili ed anfore romane. Esiste inoltre il limite che il vincolo di tutela viene apposto su beni che datino almeno a 50 anni prima. Ci perfettamente incongruente, ad esempio, nel caso di collezioni naturalistiche, ma non meno problematico in altri casi, come quello di apparecchi scientifici di interesse storico. Un elaboratore elettronico degli anni '50 un pezzo di interesse storico (vedi il caso dell'IBM 704 conservato al Museo Nazionale di Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci di Milano) ma, per la legislazione attuale, non pu essere sottoposto a vincolo di tutela; altres organismi internazionali quali l'ICOM considerano - e catalogano - tali materiali come degni di interesse storico. Un'altro problema quello dei musei: tali strutture, la cui funzione non certamente limitata a quella ostensiva a cui ordinariamente li si associa, svolgono un ruolo fondamentale nella conservazione, studio e documentazione sul patrimonio dei beni culturali. Allo stato attuale non esiste alcuno strumento legislativo che inquadri in qualche modo l'attivit dei musei scientifici, ivi compresi i musei scientifici universitari. Le conseguenze di ci sono molto rilevanti, e toccano ambiti diversi. La tutela sul piano naturalistico dell'ambiente, ad esempio: il museo naturalistico un'importante centro di studio e documentazione sull'ambiente naturale. Senza una tale struttura che deve essere, come ogni museo effettivamente funzionante, dotata di uno staff scientifico permanente - difficile creare e gestire efficacemente un parco naturale; ma anche difficile seguire e documentare con continuit le mutazioni ambientali in un dato territorio. I musei etnografici sono un importante fattore per la conservazione delle culture locali, ed anche questi rientrano nell'ambito dei musei scientifici. Altra funzione dei musei scientifici, che si ricollega a quanto precedentemente detto sulla pubblica istruzione, quella didattica: s per le scuole (per gli studenti e per la cosidetta 2/3

formazione continua dei docenti), ma anche nel senso pi ampio del termine, ovvero stimolo e supporto per attivit culturali cocernenti la storia della scienza, del pensiero scientifico e delle tecnologie. Non , inoltre, possibile fare efficacemente storia della scienza senza la presenza di tali strutture: non un caso che in Italia - dove sono pochissimi i musei scientifici attivi - sia scarsissima l'attivit scientifica in tale settore, mentre in paesi, come Germania, Stati Uniti ed anche Gran Bretagna, ove i musei scientfici sono numerosissimi, esista un'attivit ed un'attenzione alla stria della scienza ben maggiore che da noi. Due sono dunque le linee da seguire sul piano politico-legislativo affinch scienza e tecnologia rientrino in maniera effettiva quale parte del nostro patrimonio culturale: una riforma complessiva dei programmi di insegnamento nella scuola superiore e nell'universit ed una revisione della legislazione in materia di beni culturali che includa anche i beni culturali di interesse scientifico. Nella scuola superiore e nell'universit, nell'insegnamento delle materie scientifiche, si dovr tenere maggiormente conto della storia della scienza - a livello di metodo, come, d'altra parte, si faceva gi sino a 60-70 anni fa - collegandola, ove possibile, alla storia ed alla filosofia, dando inoltre maggior peso all'insegnamento delle scienze naturali, oggi in secondo piano rispetto alle scienze esatte. Nelle scuole e nei corsi dove prevalgano materie tecniche e scientifiche rispetto a quelle di derivazione umanistica, queste dovranno assumere un peso maggiore, ad esempio introducendo, quali materie facoltative, la filosofia e le lingue antiche. Viceversa dovr avvenire nelle scuole di impostazione prevalente umanistica. Ci senza, naturalmente, dimenticare o snaturare i fini di quella particolare scuola o corso: il perito e l'ingegnere meccanico che avranno cognizione dell'opera del Vitruvio o dell'origine del concetto di forza, non per questo conosceranno meno la scienza delle costruzioni, ma anzi ci gliene permetter pi e meglio la comprensione che molte dimostrazioni matematiche presto dimenticate. Nel campo dei beni culturali, a parte una maggiore attenzione generale a tale settore, ed una revisione complessiva del sistema museale con la creazione, accanto ai musei civici e nazionali, dei musei centrali e regionali che fungano da supporto permantente sul piano del catalogo ed organizzativo alle altre strutture museali, si dovr dare pari dignit ai beni culturali di interesse scientifico, con anche la creazione di specifiche soprintendenze operanti sul territorio e, ovviamente, rivedendo il limite dei 50 anni per il vincolo di tutela, rendendo possibili limiti inferiori ove particolari situazioni giustifichino ci. Concludendo, non si dimentichi che la cultura scientifica, forma particolare e caratteristica del pensiero, nata ed evolutasi nel bacino del Mediterraneo in un periodo tempo compreso tra la Grecia antica ed il medioevo, la forma di cultura che senz'altro, pi di ogni altra, comune - e dunque elemento unificante - a tutti i popoli dell'Occidente e del Medioriente, e dunque anche per questo motivo essa deve essere maggiormente coltivata specie nel nostro Paese, storicamente e geograficamente pi di ogni altro in una posizione baricentrica rispetto a questi due mondi.

Gualtiero A.N. Valeri

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