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Roberto Rossellini.
Che poi proprio intorno ad una rivista firmata da un Mussolini si ritrovassero i giovani cineasti pi aperti al nuovo e tutti con la tessera comunista nascosta tra i libri, pu sorprendere solo uno straniero. Cos come resta un segreto nostro, tutto italiano e soltanto a noi comprensibile, che sia toccato ad un uomo che si era fatto le ossa lavorando a film di propaganda fascista, girare il film che avrebbe dato inizio alla straordinaria storia del neorealismo italiano: a Roberto Rossellini . Con queste parole lo sceneggiatore Ugo Pirro rivela tutta la sua ammirazione e meraviglia nellidentificare Rossellini come lartefice della rinascita del cinema italiano, sottolineando anche i suoi trascorsi fascisti, almeno per quanto riguarda il cinema. Anche queste esperienze di cinema di propaganda per(come sottolineato allinizio di questo capitolo) iniziano a sperimentare timidamente un metodo che trov la sua consacrazione con Roma citt aperta, Pais e Germania anno zero. Rossellini esce dai teatri di posa per andare in strada e raccontare avvenimenti appena accaduti avvalendosi di attori come Anna Magnani e Aldo Fabrizi mescolati con i protagonisti della realt appena vissuta. La repressione nazista e la liberazione alleata sono lo sfondo in cui si svolgono i sei episodi di Pais, film nitido e sincero privo di spettacolarit che approfondisce il lavoro di documentazione iniziato con Roma citt aperta e terminato con Germania anno zero. Rossellini dice Non c che un modo per collocare la macchina da presa, il pi semplice il pi a portata di mano . La trilogia qui citata rappresenta un contributo essenziale alla rivoluzione del linguaggio cinematografico a cui Rossellini contribu in maniera determinante. Rossellini era assolutamente antispettacolare la sua regia era diretta e immediata ed evitava in maniera chirurgica scene che si potessero porre come chiave risolutiva della storia. Egli stesso dichiar Se per errore mi capita di girare una inquadratura bella, la taglio. Il suo stile diretto corrispondeva nella sua fede decisa in valori elementari e facilmente riscontrabili attraverso le sue opere neorealiste, ma anche in quelle del periodo successivo. La sua passione per la narrazione episodica, per le ellissi e i finali aperti spesso permette ai film di evocare pi di quanto non ci si aspetterebbe dai loro temi dichiarati. A paragone con leleganza di altri registi suoi coetanei (in particolare Luchino Visconti) lo stile di Rossellini sembra sgraziato, ma anche la sue soluzioni pi semplici producono in merito, risultati complessi. La sua biografia ricca di episodi che mescolano la realt con la leggenda, lasciando molte perplessit per chi vuol tracciare un profilo ben definito della sua personalit. Rossellini non ha mai preteso di assumere il ruolo di guida carismatica del cinema italiano ma di fatto il suo lavoro ha prodotto uno sciame di proseliti che va ben al di l dei confini nazionali. Il suo stile probabilmente nato a causa della forza degli eventi ma egli ha saputo far carpire le sue sperimentazioni in maniera totale ai fruitori dei suoi film. La sua vita privata si svolge allinsegna delle pi variegate esperienze che lo hanno posto anche al centro delle cronache rosa di tutto il mondo. Evidentemente il suo carisma riusciva ad evadere qualsiasi tipo di confine tanto che Fellini aveva riconosciuto in lui una specie di progenitore da cui tutte le generazioni successive del cinema italiano discendevano . Rossellini stato il regista italiano pi capace di proiettarsi in avanti, il profeta visionaro di nuove ere dellimmagine, oltre che guida inattesa della rinascita del cinema italiano. Probabilmente non fu facile per molti intellettuali di allora accogliere come nuova guida spirituale un regista epurato, se pur brevemente, dai suoi trascorsi fascisti. Indubbiamente i suoi primi successi internazionali, il suo nuovo modo di raccontare le storie della gente, suscit grande scalpore anche sulla critica pi refrattaria che prese atto dei nuovi metodi di narrazione e rappresentazione cinematografica da lui sperimentati. Nel 1945 esce Roma citt aperta, che racconta la lotta per la liberazione allinterno delle case, nelle strade e nelle piazze. Questa fu anche il pi cult dei cult movie, dunque il racconto dei protagonisti veri o presunti, a finito per sovrapporre alla realt dei fatti uno strato di aneddoti e di leggende . Dopo la liberazione il cinema italiano visse una breve stagione eroica, durante la quale alcuni film si prestarono anche alla proliferazione storie al limite del credibile . Si racconta che la vicenda di Roma citt aperta sia tratta da un assassinio veramente accaduto ai danni di un prete che si batteva contro i nazisti. Amidei sceneggiatore del lungometraggio e comunista militante non accettava di
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Luchino Visconti
Al cinema mi ha portato soprattutto limpegno di raccontare storie di uomini vivi.. Il cinema che mi interessa un cinema antropomorfico .Cos Visconti, nel 1943, allinizio della sua carriera di regista apostrofava la sua volont di sperimentare strade culturali ed estetiche che si discostavano dal passato. Ma vediamo, per quanto concerne questo studio, il lavoro del maestro che ha maggiormente a che fare con il periodo preso in esame, tralasciando lindagine su come veramente certe volont si siano sviluppate nel tempo. Dei tre registi a cui ho prestato maggiormente attenzione fino ad ora Visconti colui che non si presentato all`appelo con la macchina da presa alla fine della guerra. Con lui si ha un regista maturato da una non breve cultura e raffinato da una rara indipendenza , ha iniziato ad interessarsi di cinema fin dagli anni trenta ma non stata mai la sua unica passione e questo a volte volontariamente a volte no lo ha portato lontano dalla macchina da presa. Con Ossessione (come gi affermato precedentemente) il regista anticipa alcuni aspetti del neorealismo che esploderanno definitivamente con lavvento di Roma citt aperta. Quando nel 1942, il nostro cinema ancora si costringeva sui canoni della propaganda , in quello stesso anno Visconti stava creando il suo film decisamente anticonformista. Non eroi esemplari, non ambienti lindi, non igenico benessere e altre rime obbligate; ma un brutale fatto di cronaca, (mischiato a letteratura) di foia e di delitto . Tra le varie anticipazioni che Visconti apre con la sua prima opera si pu sottolineare in questa sede la sua innovativit nel cercare nuovi modelli di riferimento come la narrativa americana, che era fino a quel momento del tutto inedita nel panorama cinematografico italiano, ma che era gi entrata nelle menti e nei cuori di molti intellettuali italiani. Gi con ladattamento, nel suo primo film, del romanzo di James Cain (Il postino suona sempre due volte) si pu notare quanto fosse forte la necessit di entrare in contatto con nuovi modelli di interpretazione. Questo bisogno intellettuale e morale si pu ritrovare anche in altri contesti come testimonia in una nota del 1946 Cesare Pavese: Noi scoprimmo lItalia cercando gli uomini e le parole in America, Russia, in Francia e nella Spagna. ( Pavese, 1968, 223) . La formazione di Visconti tra laltro fu molto variegata e non si basava soltanto sulla letteratura, tra cui oltre a quella americana c da ricordare la sua passione per il naturalismo francese, ma anche sullo stesso cinema transalpino e in particolare sulle opere di Jean Renoir, di cui fu assistente nel 1936 sul set del film (Una gita in campagna) . Questo tipo di apertura mentale ed intellettuale lo aiut ad affrontare il suo lavoro con accuratezza e innovativit. Tra la sua prima cinematografica e la seconda passano sei anni in cui Visconti accumola molte esperienze teatrali che avranno la loro influenza nel futuro del prestigioso regista. In questo periodo Visconti si proietta fino al limite delle avanguardie, mettendo in atto tecniche da direttore di orchestra. Lavora nei pi prestigiosi teatri italiani tra cui lEliseo di Roma e la Pergola di Firenze allestendo memorabili regie come Zoo di vetro (di Tennesse Williams nel 1946) o l Eurodice (di Anoilh nel 1948), dimostrando ancora di pi il suo genio poliedrico . Nel 1948 esce La terra trema tratto da i Malavoglia di Verga, il quale era gi stato progettato fin dal 1941, e che voleva essere linizio di una trilogia sul mondo del sud. Realizzato figurativamente sotto il segno della pittura di Renato Guttuso, il film un grande viaggio di catabasi, di ritorno alle madri, di discesa alle radici della cultura nazional popolare. Questa opera porta con se un linguaggio faticosamente decifrabile, in quanto gli attori sono veri contadini e pescatori siciliani che parlano per tutta la durata della pellicola un dialetto molto stretto. Per crearla, Visconti, si aggir a lungo in un paesino siciliano nei pressi di Catania, Acitrezza scrutando le ore e i giorni di quei pescatori e contadini. La storia descrive la vita di Ntoni, che stufo di essere sfruttato da rigattieri e grossisti di pesce decide di fare da se. Egli vuole diventare padrone, pagare i suoi uomini, salare il suo pesce, e venderlo a chi vuole lui. Ntoni ipoteca la casa di famiglia per acquistare una barca. Ai buoni inizi si contrappone una tempesta che distrugge il peschereccio del protagonista. Dopo varie umiliazioni infertegli dai suoi ex padroni a lui e alla sua famiglia, torner a lavorare sottoposto avendo perso anche la casa. Delle sue sorelle una non si sposer per la vergogna, unaltra intraprender una perfida via. Lo svolgimento non concede nulla alla tensione drammatica. Gli avvenimenti vi sorgono al momento giusto, gli uni dopo gli altri ma ognuno di essi vi pesa lo stesso. Se certuni sono pi carichi di senso solo a posteriori, liberi noi di sostituire il dunque allallora. Questa opera soprattutto per questo, maledetta, praticamente non sfruttabile nel circuito commerciale, se non dopo mutilazioni che la rendono irriconoscibile. In La terra trema, Luchino Visconti esalta la tensione realistica a discapito del mel, portando sullo schermo un decoupage strettamente collegato alla realt. Tutto ha una base naturalistica combinata con suggestivi elementi visivi, di fatto siamo di fronte a elementi figurativi e sonori estremamente complessi. La Terra trema, girato negli anni in cui pareva che i cadaveri fossero stati sotterrati (vedere paragrafo precedente) una lettura critica dei Malavoglia. Visconti lavorando con pescatori, braccianti, muratori ecc. narra di uomini che sfruttano altri uomini al modo di Verga, ma muta il nesso dallo scrittore davanti alle azioni, pensieri, amarezze dei suoi personaggi. Abbandonata la rassegnazione dei vinti(punto fondamentale della poetica del Verga) essi vanno alla ricerca di una possibilit di riscatto, per adesso ancora loro negata. Le disgrazie della famiglia Valestro (protagonista del film) non sono lette, in chiave di destino ben si riportate a un ben definito contesto storico sociale. La terra trema oltre per valori narrativi e figurativi, si impone come studio rigoroso delle condizioni del proletariato meridionale del dopoguerra. Il verismo della seconda met dellottocento si mischia a un marxismo tutto novecentesco. Si pu qui facilmente dimostrare come nuove fonti di ispirazione come letterature stranire (Cain) o letterature conterranee (Verga)
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Conclusioni finali
A conclusione di questo capitolo che vuole tracciare un profilo del neorealismo italiano, si pu evidenziare come certe convinzioni o certe leggende su quel periodo storico hanno una parte di verit mescolata ad una parte di fantasia. Ce da ricordare anche che il cinema del dopoguerra non era affatto soltanto neorealista anzi la produzione filmica di quegli anni si avvalse anche di pellicole cosiddette di genere e di consumo, con il quale il neorealismo del resto, ebbe continui rapporti di scambio. Il cinema girato per la strade, gli attori presi dalla strada, la realt fissata senza manipolazioni e senza partiti presi: queste alcune delle formule in cui si cercato di racchiudere lesperienza del neorealismo italiano . Prendendo spunto dai paragrafi precedenti si pu notare come queste formule spesso siano superficiali nellanalisi del fenomeno in questione. Abbiano detto, che si trattava di un movimento in controtendenza con il passato ma anche figlio di questultimo, basti pensare al dibattito intellettuale che gi con Leo Longanesi agli inizi degli anni trenta andava prendendo corpo, fino ad arrivare alle numerose riflessioni ed invocazioni sulle riviste Bianco e nero e Cinema, la quale questultima era diretta dal figlio del Duce. La difesa di un cinema nazionale, reale e popolare negli ultimissimi anni del regime addirittura volta a sostenere certi film di propaganda come La nave bianca o Luomo della croce di Rossellini. anche vero che un intellettuale come Visconti con Ossessione fece balzare dalla sedia lo stesso Vittorio Mussolini apportando una ventata di freschezza nella cinematografia italiana, e aprendo la strada al forte scambio culturale con la letteratura nord americana. Sicuramente uno dei punti di forza del neorealismo fu quello di adattare alla realt italiana modelli letterari e cinematografici tra i pi variegati, i quali spesso furono studiati e dibattuti allinterno di istituzioni fasciste come le riviste precedentemente citate o come Il centro Sperimentale di Cinematografia. I critici di allora avevano promosso un vasto lavoro di aggiornamento che sicuramente contribu alla formazione di molti cineasti del dopoguerra neorealista. Se quindi possiamo trovare una sorta di continuit tra il 1945 e gli anni precedenti possiamo anche evidenziare, sempre rifacendoci ai precedenti paragrafi come la presa diretta della realt a volte comportasse un vero lavoro di pre produzione che non aveva niente da invidiare con i film classici, come ci dimostra la lunga e minuziosa scelta degli interpreti in un film come Ladri di biciclette, che rappresenta un capo saldo del movimento. I vari propositi e le varie provocazioni di Zavattini spesso rimasero tali e non trovarono una effettiva realizzazione nei testi filmici anche se promossero fortemente una nuova mentalit, che fosse pi sensibile alluomo comune e alla sua ordinaria e monotona (per alcuni ma non per Zavattini) vita. Gli stessi attori presi dalla strada, si mescolarono in alcuni casi, tra cui il pi famoso in Roma citt aperta, con professionisti del mestiere portando Bazin a formulare la teoria dellamalgama, che di fatto evidenzia limportanza dellazzeramento del canone del vero attore, ma non per questo ritiene sempre indispensabile luso della gente di strada. Soprattutto il critico francese esprime le sue perplessit sulla possibilit che lamalgama sia sempre applicabile nel tempo. Certe regole fisse del neorealismo, non sono affatto tali, di fatto nellanalisi di alcuni tra i pi importanti registi e film dellepoca si pu notare come Roma citt aperta si avvalesse di veri attori (Anna Magnani e Aldo Fabrizi), o come La terra Trema avesse una fotografia e una illuminazione minuziosa in contrapposizione con quella di altre pellicole del movimento come Sciusci che invece si avvale di una fotografia sgranata, sovrapposta e in controluce. Lo stretto legame con la cronaca e il costume e unaltro tratto che pu accomunare le diverse personalit che diedero vita al movimento. Ma il dato cronistico o documentaristico, che spesso rappresenta un puro e semplice punto di partenza, acquista significati diversi nei singoli registi. Nella trilogia della guerra di Rossellini, sono il dato comportamentale e la reazione morale che assumono rilevanza allinterno delle tematiche affrontate, questa caratteristica particolarmente riscontrabile in Germania anno zero. Nel caso della coppia Zavattini De Sica poi i dati piu comuni dellesistenza quotidiana colti con toni apparentemente dismessi e crepuscolari, subiscono una trasfigurazione surreale, da favola intrisa di umori ora patetici ora grotteschi. Con Visconti invece i legami cronistici o giornalistici scendono in secondo piano (pur esistendo), rispetto alla sua straordinaria capacit di assimilare in un elegante manierismo, modelli tratti dalla tradizione letteraria, pittorica e musicale a cavallo con il diciannovesimo e il ventesimo secolo . Anche prendendo in considerazione solo questi registi si pu constatare che si tratta di tre divergenze parallele, o meglio si potrebbe parlare: quanti furono i neorealisti, tanti furono i neorealismi. Si sta parlando di un a aggregazione di fenomeni, non di uno solo . In ogni elemento citato possiamo riscontrare delle differenze ma alcune caratteristiche sono evidenti e comuni per tutti. La capacit di cogliere lo scenario umano e sociale dellItalia del dopoguerra o ancor prima della resistenza da un forte contributo storico e stilistico. Storico in quanto si possono ricostruire vicende realmente accadute anche grazie a questi lavori, stilistico perch anche se leredit del melodramma ancora presente, lazione viene raccontata in modo innovativo avvalendosi di casualit, ellissi, finali aperti ma soprattutto dando rilevanza ai fatti della vita reale, assumendo cosi un ruolo di denuncia sociale ancor prima che di presa di posizione politica. Nella mia analisi non mi sono soffermato su tutti i possibili aspetti che possibile riscontrare nello studio di questo delicato periodo, ma ho cercato di mettere in luce la volont di diverse mentalit nel trovare e raccontare storie veramente italiane (come sottolineo da Lizzani alla prima di Roma citt aperta), che rispecchiassero la societ dellepoca, non per rincorrere facili consensi ma bens per dare un calcio alla chiusura della cultura ufficiale fascista in un clima di frenetico aggiornamento culturale e morale. Nellaffrontare il nuovo capitolo intendo mantenere gli
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Il duemila
A seguito di quanto detto proviamo adesso a tracciare i tratti pi ricorrenti che differenziano e accomunano la tv verit, il reality show, il real movie e la docu soap. 1. Un uso particolare delle strategie enunciative, tese a creare, a seconda dei casi, effetti di realt, di autenticit, di vissuto, di identificazione grazie a tecniche di ripresa atte ad evidenziare le suddette caratteristiche. 2. Il ruolo del pubblico e la sua trasformazione o in attore protagonista dello show o in testimone oculare, oppure di una fiction che mima la realt.
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Un giorno in pretura
Un giorno in pretura stato identificato come la trasmissione pilota che allinterno della Tv verit si caratterizzava come la finestra sul mondo, e che probabilmente si avvicinava di pi alle dichiarazioni di Guglielmi (vedi paragrafo Un caso particolare). Finestra sul mondo perch pi di altre riusciva a partire dalla realt come mezzo per fare della televisione. Anche la durata della trasmissione spesso era congrua alla durata dellevento. Un giorno in pretura essenzialmente voleva raccontare quello che appunto accadrebbe in una normale giornata di lavoro in una pretura
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Uomini e donne
Uomini e donne un programma che caratterizz negli anni Novanta il modo di fare reality show, e che tuttora va in onda con un seguito di pubblico importante. Questo format nasceva come un classico talk show dove persone comuni accettavano di esporre i loro problemi attraverso la televisione e davanti a un pubblico che esprimeva pareri e faceva il tifo accalorandosi alle vicende presentate dalla conduttrice Maria de Filippi . Levoluzione del programma va invece in senso opposto, poich non c pi scontro tra problemi di gente comune, bens lincontro nello studio televisivo di persone che si corteggiano in modo spettacolare, senza mai essersi visti prima. In questo senso la trasmissione ha una sua continuit con le prime edizioni soltanto perch il tema parlare comunque di uomini e donne comuni, mettendo in scena un po del loro quotidiano. Il meccanismo televisivo si raffina sempre di pi in quanto luogo di rispecchiamento e di costituzione di valori . La conduzione in contrasto con la classica presentazione di un programma, di fatto Maria de Filippi rimane al margine della vicenda dando spazio agli interventi del pubblico e alle prove di seduzione da parte dei cacciatori nei confronti della preda. La presentatrice lascia lo spazio ai protagonisti, salvo poi intervenire per ricordare la forma e il modo in cui ci si deve comportare allinterno del gioco, che comunque finir con la composizione di una nuova coppia che si formata e conosciuta nello studio televisivo davanti a milioni di telespettatori . Il tutto si svolge in uno studio pressoch uguale a quello degli inizi dove tra le due platee di pubblico la conduttrice dirige e controlla levolversi della situazione, con laiuto di una esperta di problemi di cuore che prende il nome di Tina. Questo nuovo personaggio interagisce con la conduttrice dandole modo di spiegare le varie fasi del gioco, e con i contendenti che spesso cercano di farsela amica per catturare il pubblico di sala e televisivo. Tina seduta su una vistosa poltrona, posta al lato opposto di Maria de Filippi, e ha il ruolo di intermediazione con il pubblico, i concorrenti e la presentatrice, raccogliendo e centralizzando spesso lattenzione delle telecamere . Quello che si pu facilmente notare come la televisione attuale importa il pubblico dentro il proprio spazio, proseguendo nella retorica della prova, subordinata per a un regime di pura visibilit . Come affermato nel paragrafo sugli anni Novanta, in questo reality show possiamo riscontrare quanti generi televisivi si siano sovrapposti per arrivare al format attuale, tanto che Uomini e Donne da puro talk show con una spiccata attenzione nella melodrammaticit degli eventi si evoluto fino ad arrivare nel duemila a presentarsi come una continua ricerca per mettere il pubblico nella possibilit di accedere al mondo dello spettacolo anche grazie a corteggiamenti in diretta o quanto altro . Lo studio del programma
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Grande Fratello
Grande Fratello sicuramente il programma culto degli anni duemila. E riuscito ad accendere polemiche allinfinito conquistando un seguito di pubblico estremamente vasto, che ha portato gli autori del format a far seguire la prima edizione da molte altre che annualmente vengono riproposte sugli schermi di Mediaset. Cerchiamo adesso di indagare gli aspetti fondamentali del programma, prendendo in considerazione la sua prima edizione che, salvo qualche novit, rappresenta la base su cui si appoggiano i suoi successori. Dieci concorrenti, divisi equamente tra ragazzi e ragazze, entrano in una casa dove lunico contatto con il mondo esterno sar, per tutta la durata del gioco, con il Grande Fratello, che rappresentato da una voce fuori campo che consiglia e riprende i concorrenti. Oltre a questo, tutte le stanze della casa sono dotate di telecamere che riprendono in diretta la vita dei ragazzi ventiquattro ore su ventiquattro. Ogni settimana gli autori danno dei compiti specifici ai concorrenti che devono superare queste sfide poste loro per aumentare il loro budget quotidiano. Tutto questo fa da sfondo ad una vera e propria gara ad eliminazione dove chi rimarr per ultimo vincer un premio in denaro . Il programma si divide in varie sezioni, una rappresentata dalla possibilit di guardare linterno della casa in ogni momento che il telespettatore vuole, una rappresentata dal riassunto quotidiano degli avvenimenti salienti della giornata e una dallappuntamento settimanale con la conduttrice che per due ore ricrea in studio un vero e proprio reality show con il pubblico e i familiari dei concorrenti. Lo spazio televisivo assume una forza dirompente che si attiene alla regola del se non si vede non accade. Allinterno della casa si ricrea una microsociet, che con norme diverse da quelle della vita al di fuori della portata delle telecamere, si sottopone al giudizio del pubblico. La casa, i luoghi di provenienza dei concorrenti e lo studio adibito a reality show per le prime serate, rappresentano lo spazio del gioco, oltre questo esiste il fuori astratto e invisibile, che viene continuamente tematizzato come luogo altro. Per questo particolare format alla luce delle sue regole e della loro realizzazione pi corretto parlare non pi di verit della enunciazione, ma pi giusto parlare di effetti di realt puramente interni allenunciato . I concorrenti affermano di avere gi vinto proprio perch sono l sotto gli occhi delle telecamere, e anche se la vittoria finale e lequivalente premio in denaro sono appetibili, il grande successo che queste persone sentono dentro di loro laver conquistato lo spazio televisivo. Quando il meccanismo del programma impone di fare delle nomination che porteranno sotto il giudizio del pubblico i pi sgraditi della microsociet formatasi allinterno della casa, si pu riscontrare molta tensione e paura. I ragazzi che partecipano alla gara sono profondamente presi dalla loro visibilit e altrettanto la televisione riesce a farsi guardare dal pubblico senza proporre niente di particolare se non persone comuni senza nessuna capacit artistica particolare. Si torna al grado zero della televisione, rappresentato dal vedere per vedere, senza altro aggiungere . In questo senso la prima edizione ha fatto scuola proprio perch non cera quella consapevolezza che i concorrenti delle edizioni successive avevano gi. Il fatto che i concorrenti non avessero capacit particolari, oltretutto li ha avvicinati ulteriormente allo spettatore comune che si identificava con caratteri e mentalit vicine al suo vissuto. Il titolo del programma come noto prende spunto dal racconto di Orwell (1984), dove locchio nascosto ma onnipresente rappresentava il controllo e la sorveglianza sociale, atti a verificare la regolarit dei comportamenti dei singoli cittadini. Nel gioco televisivo, lidea di Grande Fratello, invece di esercitare un controllo sociale, rappresenta la possibilit di osservare la vita di individui che scelgono di essere giudicati per essere guardati . Di fatto la sopravvivenza allinterno della casa quasi del tutto rimandata al giudizio del pubblico che in base alla simpatia trasmessa dai concorrenti giudica e elimina, pian piano, fino ad arrivare al vincitore che oltre ad un assegno in euro colui che si sottoposto pi tempo alle telecamere. La struttura narrativa del format incentrata sugli aspetti interni dei concorrenti che fanno della loro visibilit il punto di forza della trasmissione. La soap opera ha una struttura narrativa simile; come scrive (Ferraro 2000. p.52) a proposito di Beatiful, il centro della narrazione non ci che accade bens ci che si cela nellinteriorit dei personaggi , e che deve essere dunque in mille modi esposto, discusso, spiegato. Ciascun personaggio si qualifica come osservatore di se stesso, analizza con ostinazione il proprio sentire, si auto descrive a se e agli altri . Anche in Grande Fratello la tensione focalizzata su questi aspetti che vengono stimolati dalle continue nomination che settimanalmente mettono il pubblico in grado di giudicare i concorrenti, che a loro volta espongono sotto stress la loro interiorit. La narrativa dello show dunque legata alla percezione da parte dei telespettatori di sentimenti che vengono a galla grazie a particolari regole del gioco. Come possiamo facilmente dedurre, alla fine di questa panoramica che ci ha guidato nel vasto mondo della reality tv, che ci troviamo di fronte a dei format che variano tra loro, ma che nel corso del tempo si sono concentrati sempre pi a creare una impressione di autenticit di sentimenti, per il facile consenso televisivo. Addirittura con i reality del nuovo millennio ci si presentano delle forme ibride, di varie format, che sembrerebbero creare la realt in provetta. Riprendendo lesempio del Grande Fratello possiamo
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Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit., pp.38 39 Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit., pp. 44 45 Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit. p.52 Mi riferisco alluso dei motti Pasoliniani, per spiegare il tentativo di portare in tv una sorta di neorealismo del piccolo schermo. Gerard Genette,Soglie, Torino, Einaudi, 1989. Sandra Cavicchioli, Isabella Pezzini, op. cit. pp.77 78 Sandra Cavicchioli, Isabella Pezzini, op. cit., pp.80 81 Ibidem, p.82 La verit nel caso di un Giorno in pretura pu sempre essere rivista e capovolta da un ricorso in appello. La realt a volte non ci mostra la verit delle cose. Vedere ad esempio, www.reality-channell.Tv Maria Pia Pozzato, Lo spettatore senza qualit. Competenze e modelli di pubblico rappresentati in tv, Roma, Eri, 1995, p. 131 Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit., pp. 141 142 Tina lesempio di questa nuova televisione che produce personaggi appetibili al pubblico attraverso i suoi meccanismi che tendono a riciclare in nuove trasmissioni gente comune diventata nota attraverso i reality show. Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit., p.141 Nellultima edizione Uomini e Donne, si avvalso anche di contributi video girati in esterna. Un netto richiamo ai Format esplosi negli anni duemila. Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit., pp.80 81 Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit.,p.83 Ibidem, p.87 Cristina Demaria,Luisa Grosso,Lucio Spaziante,op.cit., p.89 Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit., p.90
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Personaggi e divi
Ho accennato alla funzione dei nuovi divi mediatici nel paragrafo precedente, adesso analizzer la questione in modo pi analitico. Se in passato il mass media proponeva super uomini e lady irraggiungibili, oggi la televisione non propone pi il super man ma levery man. Questa affermazione di U. Eco risale agli anni sessanta e tratta nello specifico il personaggio Mike Bongiorno. Questo concetto ancora, se non di pi, assolutamente contemporaneo, poich la reality tv dei giorni nostri con programmi come Il Grande Fratello o Survivor ecc. ecc. propone personaggi comuni, senza particolari talenti che attraverso il meccanismo televisivo e la visibilit pressoch illimitata, riescono a diventare idoli e divi idolatrati dal grande pubblico. Stiamo attraversando lepoca dellevery man. La domanda che sorge spontanea , che differenza c tra i personaggi comuni del neorealismo e quelli contemporanei della reality tv? Come spiegato nel paragrafo i divi del neorealismo, limportante per i registi di allora era smontare il principio della star per proporre una recitazione estremamente naturalistica e che rifiutasse i canoni classici del divismo. Bazin, tra laltro ci ricorda che non importante se lattore professionista o non, limportante che lo spettatore identifichi totalmente il personaggio con linterprete . Lintento neorealista non era quello di sottolineare attraverso la regia o la sceneggiatura questo o quel personaggio, ma bens riuscire a presentare una fotografia della realt il pi oggettiva possibile. La reality tv dei nostri giorni, anche qui (come nel paragrafo precedente) si pone agli antipodi del cinema neorealista poich mira a sottolineare i sentimenti e la mentalit dei singoli personaggi, anzi spesso volontariamente addossa degli stereotipi su ognuno di loro per agevolare una facile identificazione da parte del pubblico (vedi paragrafo sul Grande Fratello). E altres evidente come nella tv verit non siano usciti divi o idoli, in quanto lattenzione era puntata sulle vicende esterne del mass media e non su chi ne prendeva parte. Anche se abbiamo visto che non sempre cos, il cinema neorealista assume come protagonista i fatti e non le persone a differenza della reality tv degli anni duemila che invece si concentra sui personaggi per agevolare un processo di identificazione dove il pubblico si pu rivedere. Non esistono pi i grandi divi, paragonati a semi dei ma persone comuni che raggiungono il successo mediatico grazie soltanto alla loro mediocrit riscontrabile nella quotidianit. Il neorealismo negava il principio di star per dare spazio ai fatti che si raccontavano, a differenza di oggi dove si da spazio a chiunque. Da finestra sul mondo siamo passati a finestra su noi stessi .
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Epilogo
Il movimento neorealista ha sicuramente influenzato il cinema, ma anche la televisione, degli ultimi cinquanta anni. Le testimonianze riportate allinterno del primo capitolo (tra cui Woody Allen e Robert Altman) confermano limportanza culturale di autori come Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti e Cesare Zavattini. La situazione storica in cui si affermarono questi cineasti, indubbiamente influenz il loro metodo di lavoro, ma altres vero che la loro preparazione culturale ed anche linfluenza della letteratura nord americana della prima met del novecento e quella verista della seconda met dellottocento, diedero un forte contributo a molti registi dellepoca. Alla fine degli anni Ottanta anche in televisione i pensieri e le opere neorealiste furono uno spunto indispensabile per lavvento della prima reality tv italiana, che prese il nome di tv verit. Anche se la societ era cambiata e il linguaggio televisivo si poteva permettere una interazione diretta con il pubblico (per esempio, le telefonate da case che in molte trasmissioni rendevano partecipe i fruitori di questi format) lidea che aleggiava nella mente di questi autori televisivi era di proporre sul piccolo schermo una finestra sul mondo che evidenziasse gli aspetti della societ che la maggior parte dei programmi televisivi dellepoca trascuravano. Negli anni Novanta e nel duemila, questo fenomeno di reality tv si trasformato in uno spettacolo che invece si pone agli antipodi del neorealismo italiano, in quanto sviluppa un processo di identificazione nello spettatore, costruendo allinterno dello studio televisivo una realt costernata di lusso e spregiudicatezza, proiettando cosi il pubblico in mondi appetibili, che quasi mai si possono riscontrare nella vita della societ odierna. Il neorealismo si proponeva di parlare di argomenti e situazioni che spesso il cinema degli anni antecedenti aveva trascurato, salvo qualche eccezione, raccontando la vita italiana in maniera diretta e a volte documentaristica. Sicuramente ogni regista, anche nei primi anni del dopoguerra, ha impresso almeno nelle opere pi importanti del movimento il proprio stile, e a volte mostrato le proprie tendenze narrative, spesso sviluppate dagli anni cinquanta in poi. L esperimento televisivo, che aveva anche negli anni Novanta portato ad un tipo di format di pura ispirazione neorealista (il real-movie), sembra oggi aver lasciato spazio in maniera pressoch totale al reality show, che ormai la componente pi nota, discussa e seguita della reality tv. Il meccanismo commerciale spinge nella direzione dellascolto, senza dare troppo valore a componenti culturali che potrebbero avere anche una forte rilevanza sociale e di denuncia. Del resto anche il cinema neorealista, in diverse delle sue opere pi importanti non ha raggiunto incassi soddisfacenti e spesso stato sovrastato da pellicole che avevano molto pi seguito dalla societ del secondo dopoguerra. Anche se dagli anni quaranta, il mondo cambiato, lo spettatore dei prodotti audiovisivi sembra ancora muoversi con le stessa logica di sessanta anni fa. Ho motivato la mia riflessione grazie allo studio effettuato precedentemente, e credo di poter affermare che ciclicamente il quotidiano torner a far parlare di se in maniera chiara e diretta, magari dal cinema, dalla televisione o da qualsiasi media che abbia la fortuna di incontrare talenti assoluti come i padri fondatori del neorealismo. A cura di Lino Miccich, Il neorealismo cinematografico italiano, cit. Antonio Costa, op. cit., pp.101 102 Si veda ad esempio i paragrafi su Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, capitolo primo. Si veda paragrafo Gli anni Ottanta, capitolo secondo Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit. p.230 Jean Bodrillard, Il delitto perfetto, Milano, Raffaello Cortina editore, 1996. Ibidem. Lino Miccich, Il neorealismo cinematografico italiano, cit. Gian Piero Brunetta, op. cit. , vol.1 p.248 Umberto Eco, Diario Minimo, Milano, Bompiani, 1992, saggio La fenomenologia di Mike Buongiorno Andr Bazin, op. cit., pp.282 283 284 Cristina Demaria, Luisa Grosso, Lucio Spaziante, op. cit., p.26
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BIBLIOGRAFIA
Associazione amici di Vittorio De Sica, Vittorio De Sica, Roma, edizioni phantheon, 1998. Andr Bazin, Che cosa il cinema?, Bologna, Carocci editore, 1998. Jean Baudrillard, Il delitto perfetto, Milano, Raffaello Cortina editore, 1996.
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