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10/04/2013
Caro Direttore, cercando di vivere la Pasqua nel contesto degli ultimi eventi accaduti nella Chiesa dalla rinuncia di Benedetto XVI allirruzione di papa Francesco , non ho potuto evitare di pensare alla drammatica situazione in cui versa lItalia per la difficolt di uscire dalla paralisi che si venuta a creare. Si scritto molto su questo da parte di persone ben pi autorevoli di me per le loro competenze in politica. Non ho alcuna soluzione strategica da suggerire. Mi permetto solo di offrire qualche pensiero, nel tentativo di collaborare al bene di una nazione alla quale mi sento ormai legato per tanti motivi. Mi pare che la situazione di stallo sia il risultato di una percezione dellavversario politico come un nemico, la cui influenza deve essere neutralizzata o perlomeno ridotta al minimo. Abbiamo nella storia europea del secolo scorso documentazione sufficiente di analoghi tentativi da parte delle differenti ideologie di eliminarsi a vicenda, che hanno portato alle immani sofferenze di intere popolazioni. Ma lesito di questi sforzi ha portato a una costatazione palese: impossibile ridurre a zero laltro. stata questa evidenza, insieme al desiderio di pace che nessuno pu cancellare dal cuore di ogni uomo, che ha suggerito i primi passi di quel miracolo che si chiama Europa unita. Che cosa permise ai padri dellEuropa di trovare la disponibilit a parlarsi, a costruire qualcosa insieme, perfino dopo la seconda guerra mondiale? La consapevolezza della impossibilit di eliminare lavversario li rese meno presuntuosi, meno impermeabili al dialogo, coscienti del proprio bisogno; si cominci a dare spazio alla possibilit di percepire laltro, nella sua diversit, come una risorsa, un bene. Ora, dico pensando al presente, se non trova posto in noi lesperienza elementare che laltro un bene, non un ostacolo, per la pienezza del nostro io, nella politica come nei rapporti umani e sociali, sar difficile uscire dalla situazione in cui ci troviamo. Riconoscere laltro la vera vittoria per ciascuno e per tutti. I primi ad essere chiamati a percorrere questa strada, come accaduto nel passato, sono proprio i politici cattolici, qualunque sia il partito in cui militano. Ma anche essi, purtroppo, tante volte appaiono pi definiti dagli schieramenti partitici che dallautocoscienza della loro esperienza ecclesiale e dal desiderio del bene comune. Eppure, proprio la loro esperienza di essere membri gli uni degli altri (san Paolo) consentirebbe uno sguardo sullaltro come parte della definizione di s e quindi come un bene. In tanti questi giorni hanno guardato la Chiesa e si sono sorpresi di come si sia resa disponibile a cambiare per rispondere meglio alle sfide del presente. In primo luogo, abbiamo visto un Papa che, al culmine del suo potere, ha compiuto un gesto assolutamente inedito di libert che ha stupito tutti affinch un altro con pi energie potesse guidare la Chiesa. Poi siamo stati testimoni dellarrivo di Papa Francesco, che dal primo istante ci ha sorpreso con gesti di una semplicit disarmante, capaci di raggiungere il cuore di chiunque. Negli ultimi anni la Chiesa stata colpita da non poche vicende, a cominciare dallo scandalo della pedofilia; sembrava allo sbando, eppure anche nellaffrontare queste difficolt apparsa la sua diversit affascinante. In che modo la vita della Chiesa pu contribuire a misurarsi con lattuale situazione italiana? Non credo intervenendo nellagone politico come una delle tante parti e delle tante opinioni in competizione. Il contributo della Chiesa molto pi radicale. Se la consistenza di coloro che servono questa grande opera che la politica riposta solo nella politica, non c molto da
sperare. In mancanza di un altro punto dappoggio, si afferreranno per forza alla politica e al potere personale e, nel caso specifico, punteranno sullo scontro come unica possibilit di sopravvivenza. Ma la politica non basta a se stessa. Mai come in questo momento risulta cos evidente. Nella sua povert di realt piena di limiti, la Chiesa continua a offrire agli uomini, proprio in questi giorni, lunico vero contributo, quello per cui essa esiste e Papa Francesco lo ricorda di continuo : lannuncio e lesperienza di Cristo risorto. Lui lunico in grado di rispondere esaurientemente alle attese del cuore delluomo, fino al punto di rendere un Papa libero di rinunciare per il bene del suo popolo. Senza una reale esperienza di positivit, in grado di abbracciare tutto e tutti, non possibile ripartire. Questa la testimonianza che tutti i cristiani, a cominciare da chi pi impegnato in politica, sono chiamati a dare, insieme a ogni uomo di buona volont, come contributo per sbloccare la situazione: affermare il valore dellaltro e il bene comune al di sopra di qualsiasi interesse partitico.
Iran, nuova scossa di terremoto all'alba nella regione della centrale nucleare
Il sisma registrato nella provincia di Bushehr gi colpita marted. La Repubblica islamica: Nessuna fuga radioattiva
Una nuova scossa di magnitudo 5,4, all'indomani di quella registrata marted di 6,3 gradi, ha colpito la provincia di Bushehr, nell'Iran meridionale. Lo riferisce l'agenzia d'informazione ufficiale Irna (Islamic Republic News Agency), citando un rapporto dell'Istituto di geofisica dell'Universit di Teheran. Secondo l'Irna, la scossa ha provocato gravi danni a diversi edifici nel villaggio di Chahgah, vicino alla citt di Dashti. Il sisma avvenuto quando in Iran erano le 6.28 del mattino
(circa le 4 in Italia). Il responsabile dell'unit di crisi del governo iraniano, Hassan Qadami, ha spiegato che ancora non stato possibile accertare se ci siano state vittime. invece di almeno 40 morti e 850 feriti il bilancio del sisma che ha colpito marted la stessa provincia con epicentro nella citt di Kaki. Oltre 800 le case distrutte. Resta concreta la possibilit che il bilancio delle vittime possa essere pi pesante considerando che l'area, abitata da circa 12mila persone, disseminata da una miriade di villaggi di mattoni di fango. NESSUN DANNO ALLA CENTRALE NUCLEARE - La scossa di marted, il cui epicentro stato localizzato a circa 90 km dalla centrale nucleare di Bushehr, stata avvertita anche in Bahrain, Emirati e Qatar, dove per non si sono registrati danni sostanziali. Nelle ore successive, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha annunciato di essere stata informata dall'Iran che il sisma non ha provocato danni all'impianto n fughe radioattive. I timori riguardano per l'attendibilit delle notizie non verificabili in forma indipendente. L'IMPIANTO DI BUSHEHR - Nella centrale nucleare, che ancora in fase di prova prima di essere collegata alla rete elettrica del Paese, la situazione normale anche secondo l'agenzia locale Fars. Rassicurazioni arrivano poi dall'azienda russa che ha costruito l'impianto nucleare: il reattore non ha subito danni. Il personale continua a lavorare a regime normale e i livelli di radiazione sono pienamente entro la norma, ha detto all'agenzia russa Ria una fonte dell'Atomstroyexport. GLI ALTRI TERREMOTI - L'Iran un Paese fortemente sismico: ad agosto dell'anno scorso c' stato un terremoto con 306 morti e circa 4.500 feriti a Tabriz, nel nordovest. Il sisma che nel dicembre 2003 colp l'antica citt di Bam, con le sue case di fango, caus invece 31 mila morti e ancor pi tragico fu il terremoto del giugno 1990, ancora una volta nel nordovest, che fece circa 37 mila vittime e pi di 100 mila feriti nelle province di Gilan e Zanjan. Anche Teheran, con i suoi circa 15 milioni di abitanti, a forte rischio sismico.
Si va avanti alla giornata. Ho l'impressione che le persone sono sempre pi spossate. Sono tutti divenuti poveri e ognuno alla continua ricerca di qualcosa da mangiare per s e per la propria famiglia. Per le strade di Aleppo si vedono le persone che girano senza posa con le buste in mano, cercando un po' di pane. Cos riferisce all'agenzia Fides il vescovo caldeo di Aleppo Antoine Audo, presidente di Caritas Siria, delineando un'immagine eloquente della condizione quotidiana vissuta da una citt che era tra le pi fiorenti e dinamiche di tutto il Medio Oriente, e che ora appare irrimediabilmente sfigurata dalla guerra civile. L'ultima emergenza che coinvolge da vicino le Chiese in Aleppo quella di centinaia di famiglie cristiane costrette a fuggire dal quartiere di Cheikh Maksoud, conquistato negli ultimi giorni dalle milizie anti-Assad. Gioved pomeriggio riferisce mons. Audo ci sar una messa per i cristiani sfollati da Cheikh Maksoud, con i preti e i vescovi che riusciranno a venire. Dopo ci sar una distribuzione di aiuti per i rifugiati organizzata da Caritas Siria. Il vescovo caldeo descrive una situazione esplosiva, con gran parte delle strade divenute off limits: Ieri racconta a Fides mons. Audo sono andato all'ospedale a trovare una persona, e per tornare a casa ho impiegato diverse ore, perch molte strade erano chiuse al transito. Ho saputo che anche molti medici sono stati minacciati e costretti a fuggire. E rimane ignota la sorte dei due sacerdoti Michel Kayyal armeno cattolico - e Maher Mahfouz - greco ortodosso - rapiti due mesi fa da un gruppo di persone armate sulla strada che da Aleppo conduce a Damasco. L'anarchia della guerra confida a Fides il vescovo caldeo fa percepire per contrasto in maniera ancora pi forte la grandezza della dignit umana, proprio nel momento in cui essa appare cos umiliata. In tutto questo molti cercano Dio e chiedono a Lui la pace del cuore, nella preghiera. LA VIDEOINCHIESTA DI CORRIERE.IT
piedi, a sollevare la testa: sar pure il morbo della borghesia decadente e pervertita dell'Occidente, ma ti consegna strumenti razionali, conoscenze che, anche quando non ti permettono di comprendere l'altro, ti pongono comunque in ascolto delle sue ragioni. Studiare non elimina i dubbi, ma anzi li moltiplica. Pi dubbi hai e pi aumenta la tua coscienza critica. Lo sapeva Hitler, lo sapeva Pinochet, lo sapeva Pol Pot. I roghi di libri servivano a questo: festeggiare una palingenesi fondata sull'oscurantismo e la forza bruta. Anche per i fanatici di Boko Haram non ci sono vie di mezzo : i musulmani che rifiutano l'integralismo della setta rischiano di finire come i devoti di Cristo, che in queste capanne di fango hanno vissuto in pacifica convivenza con le popolazioni di fede islamica da generazioni e generazioni. Ora sembra a tutti normale di doversene andare prima di finire sgozzati. Sembra a tutti normale che il vescovo accetti di dotarsi di blindato e guardie del corpo per continuare ad amministrare la diocesi. Lui si rifiuta, ma dovr rassegnarsi, normale. L'odio nella natura delle cose. Cos si dice. Ma secondo me un errore. L'odio non un frutto spontaneo, per fabbricarlo e diffonderlo servono anni di laboriosa dedizione alla causa.
nostra attivit umanitaria, c la possibilit di avere un rapporto con i funzionari, con i medici, col personale ospedaliero. Facciamo capire che la nostra speranza che non ci sia guerra nella penisola coreana. Io parlo di questo e parlo anche di riconciliazione tra il popolo del Nord e quello del Sud. Le autorit sanno che un sacerdote? S, lo sanno. Vado vestito in clergyman. Non ho mai nascosto il mio essere sacerdote. Pu raccontare di qualche dialogo avuto con i pazienti? Parlo il coreano molto bene e non ho problemi ad entrare in rapporto con la gente. Loro vedono che sono un prete e quando mi chiedono di dire una preghiera io la dico con loro. Gli incontri si svolgono nei reparti. Di solito sono presenti due o tre persone alla volta. Sono autorizzato a dire quello che voglio. Non mi permesso, per, parlare di politica o di religione in quanto tale. In che senso? Se mi chiedono di questioni religiose io posso rispondere, ma non posso porle io come argomento. Ma questo non importante. Penso che lesempio sia molto pi importante delle parole. Come sta dicendo il Santo Padre, occorre essere semplici e umili. Pensare ai poveri esattamente la mia missione. Perch? Stare con la gente che soffre stare con Cristo, perch Lui l con loro, davvero. Stare con loro: questo che la Chiesa vuole che facciamo. Non dobbiamo dire qualcosa di particolare, ma dobbiamo mostrare la nostra vita. Loro sanno che laiuto arriva dalla Chiesa cattolica. Ma della Chiesa non sanno niente perch da cinquant'anni che non ci sono sacerdoti nel Paese. La situazione completamente diversa da quella cinese. Non ho mai visto un cristiano che si sia presentato come tale. Se lavesse fatto con me, ne avrebbe pagato le conseguenze in qualche modo. Ci sono molti cristiani in Corea del Nord? Il Governo parla di circa 3mila cattolici su 23 milioni di abitanti. Ma non c in alcun modo una presenza visibile della Chiesa. Allinizio della Guerra di Corea, iniziata nel giugno del 1950, tutti i vescovi, i sacerdoti, le suore e i catechisti sono stati arrestati o uccisi. Tutto stato bombardato: ci sono state pi bombe sganciate sulla Corea del Nord che in tutta Europa durante la Seconda guerra mondiale. Entrambi i popoli del Sud e del Nord hanno sofferto moltissimo e quando sono arrivato in Corea del Sud, nel 1960, cerano centinaia di rifugiati malati, anche loro, di tubercolosi. Come riuscito ad ottenere lautorizzazione per queste visite? Attraverso la Eugene Bell Foundation, una ong protestante americana. Loro facevano gi questo servizio. Sono entrato in rapporto con loro attraverso la Catholic Relief Service, una ong cattolica. Ora vado per conto anche della Caritas internazionale. Quali sono i suoi sentimenti quando va a Pyongyang? Mi piace pensare che sto andando in un luogo di pellegrinaggio. Perch, se guardiamo con gli occhi della Chiesa, quello un Paese imbevuto del sangue dei martiri e della gente che soffre. Per me un pellegrinaggio. E quando ritorna? Cosa pensa? A volte mi sento molto scoraggiato, perch attorno a me non trovo molto interesse per quello che capita in Corea del Nord. Io sono entusiasta di raccontare quello che capita a Pyongyang, ma vedo che la gente ha molte altre cose per la testa. La mancanza di interesse e preoccupazione mi rattrista. Oggi si parla della Corea del Nord per altre ragioni... S, io vivo a Seul da trentanni. Abito in una zona di campagna e vedo che la gente continua la vita di tutti i giorni. Non c la corsa nei negozi per fare scorte di cibo. La gente tesa, ma calma. Quel che succede oggi successo anche in passato. Io credo che le minacce della Corea del Nord siano motivate principalmente da
ragioni di politica interna: ho limpressione che Kim Jong Un stia cercando di ottenere il controllo della struttura di potere del Paese. Qual la cosa che lha pi impressionata nelle sue visite a Pyongyang? Vedere le facce dei pazienti appena dopo aver preso il farmaco contro la tbc. Dopo un attimo stanno gi meglio. E si accorgono che qualcuno si interessato a loro. Le cure funzionano? Nonostante il farmaco contro la tbc che portiamo sia molto forte, solo il 60 per cento dei malati sopravvive. Si ammalano anche molti giovani. E noi non possiamo arrivare a tutti perch non abbiamo abbastanza personale... E pensare che qualcuno preferirebbe che in Corea del Nord non ci andassi nemmeno. Perch? Dicono che non dovrei aiutare un Paese terrorista, che un regime comunista e tutto il resto. Ma a me la politica non interessa. Io credo che questo sia quello che Cristo ci chiede di fare. Ci chiede di prenderci cura delle persone pi trascurate. Io la chiamo pastorale della presenza: essere l. C la dimensione religiosa, certo. Ma c il fatto che aiuti la gente e la gente sa chi sei tu. Tu gli dai vita, permetti loro di sopravvivere. Ma gli dai anche la speranza. Ha parlato del nuovo Papa... S, davvero una boccata daria fresca! umile e ci continua a dire di avere grande attenzione ai poveri. Poveri non solo materialmente, ma anche spiritualmente. Penso che avr un grande effetto. Su noi sacerdoti, e sui laici.
Sa perch stiamo protestando? Perch senza commissioni permanenti, i deputati non possono iniziare a lavorare e, ogni giorno, cinquecentomila euro se ne vanno in fumo!. A questo punto, con un piccolo balzo, Casalino va a piantarsi quasi al centro del Transatlantico e urla alla cronista di un'agenzia di stampa: Lei non pu registrarmi! Se no poi io registro lei! Capitooo?. Dentro, nell'emiciclo, pochi passi dopo le colonne, la capogruppo del M5S, Roberta Lombardi, serissima, ha cominciato a leggere la Costituzione. Il deputato Roberto Fico sbadiglia. Marco Brugnerotto fa segno di no, non bello sbadigliare (anche perch l'occupazione sta andando in diretta streaming sul sito www.beppegrillo.it). Manlio Di Stefano scrive su Twitter: Qui con noi c' pure Civati del Pd. Tatiana Basilio, su Facebook: Nemmeno al bagno possiamo andare (il regolamento della Camera, del resto, chiaro: in aula si pu stare solo durante le sedute; di consequenza, chi esce, stasera, non verr fatto rientrare). I commessi sono gentili ma assai poco propensi all'indulgenza: l'idea di fare gli straordinari non li esalta. E ricordano con un sospiro di nostalgia che l'ultima occupazione ci fu nel gennaio del 2008, quando la Santanch e Teodoro er pecora Buontempo si fecero chiudere nell'emiciclo per protestare con Prodi dopo le dimissioni di Mastella da ministro della Giustizia. Preistoria. All'epoca, l'onorevole Alessandro Di Battista faceva ancora il cooperatore sulle Ande. Due ore fa, alla buvette, mentre la Marta Grande faceva scorte alimentari con una crostatina e una spremuta d'arancia, Di Battista giurava di aver saputo che anche la presidente Boldrini vorrebbe che le commissioni fossero costituite per poter cominciare subito a lavorare. Nelle fabbriche occupate, nelle scuole occupate, alla fine, dopo un po', c' sempre qualcuno che inizia a cantare. E qualcuno che si bacia. Ma questa un'occupazione seria!, ha detto la Lombardi ai cronisti, mettendo su il solito sguardo severo, consueto miscuglio di rimprovero e disgusto. Fico, dentro, continua a sbadigliare. Certi giocano a poker con l'iPad. Molti telefonano ai parenti. La Lombardi telefona a Vito Crimi, che il capo degli occupanti al Senato. E Crimi le spiega che va tutto bene: a parte Scilipoti che, dai banchi del Pdl, solitario, continua a fissarli, e le luci accese. Anzi, noi stiamo proprio per uscire. Temo una bolletta pazzesca. Qui si finisce a mezzanotte e un minuto. Quanto manca?
Nella scorsa Catechesi ci siamo soffermati sullevento della Risurrezione di Ges, in cui le donne hanno avuto un ruolo particolare. Oggi vorrei riflettere sulla sua portata salvifica. Che cosa significa per la nostra vita la Risurrezione? E perch senza di essa vana la nostra fede? La nostra fede si fonda sulla Morte e Risurrezione di Cristo, proprio come una casa poggia sulle fondamenta: se cedono queste, crolla tutta la casa. Sulla croce, Ges ha offerto se stesso prendendo su di s i nostri peccati e scendendo nellabisso della morte, e nella Risurrezione li vince, li toglie e ci apre la strada per rinascere a una vita nuova. San Pietro lo esprime sinteticamente allinizio della sua Prima Lettera, come abbiamo ascoltato: Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Ges Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Ges Cristo dai morti, per una speranza viva, per uneredit che non si corrompe, non si macchia e non marcisce (1,3-4). LApostolo ci dice che con la Risurrezione di Ges qualcosa di assolutamente nuovo avviene: siamo liberati dalla schiavit del peccato e diventiamo figli di Dio, siamo generati cio a una vita nuova. Quando si realizza questo per noi? Nel Sacramento del Battesimo. In antico, esso si riceveva normalmente per immersione. Colui che doveva essere battezzato scendeva nella grande vasca del Battistero, lasciando i suoi vestiti, e il Vescovo o il Presbitero gli versava per
tre volte lacqua sul capo, battezzandolo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Poi il battezzato usciva dalla vasca e indossava la nuova veste, quella bianca: era nato cio ad una vita nuova, immergendosi nella Morte e Risurrezione di Cristo. Era diventato figlio di Dio. San Paolo nella Lettera ai Romani scrive: voi avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: "Abb! Padre!" (Rm 8,15). proprio lo Spirito che abbiamo ricevuto nel battesimo che ci insegna, ci spinge, a dire a Dio: "Padre", o meglio, "Abb!" che significa "pap". Cos il nostro Dio: un pap per noi. Lo Spirito Santo realizza in noi questa nuova condizione di figli di Dio. E questo il pi grande dono che riceviamo dal Mistero pasquale di Ges. E Dio ci tratta da figli, ci comprende, ci perdona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo. Gi nellAntico Testamento, il profeta Isaia affermava che se anche una madre si dimenticasse del figlio, Dio non si dimentica mai di noi, in nessun momento (cfr 49,15). E questo bello! Tuttavia, questa relazione filiale con Dio non come un tesoro che conserviamo in un angolo della nostra vita, ma deve crescere, devessere alimentata ogni giorno con lascolto della Parola di Dio, la preghiera, la partecipazione ai Sacramenti, specialmente della Penitenza e dellEucaristia, e la carit. Noi possiamo vivere da figli! E questa la nostra dignit - noi abbiamo la dignit di figli -. Comportarci come veri figli! Questo vuol dire che ogni giorno dobbiamo lasciare che Cristo ci trasformi e ci renda come Lui; vuol dire cercare di vivere da cristiani, cercare di seguirlo, anche se vediamo i nostri limiti e le nostre debolezze. La tentazione di lasciare Dio da parte per mettere al centro noi stessi sempre alle porte e lesperienza del peccato ferisce la nostra vita cristiana, il nostro essere figli di Dio. Per questo dobbiamo avere il coraggio della fede e non lasciarci condurre dalla mentalit che ci dice: "Dio non serve, non importante per te", e cos via. E proprio il contrario: solo comportandoci da figli di Dio, senza scoraggiarci per le nostre cadute, per i nostri peccati, sentendoci amati da Lui, la nostra vita sar nuova, animata dalla serenit e dalla gioia. Dio la nostra forza! Dio la nostra speranza! Cari fratelli e sorelle, dobbiamo avere noi per primi ben ferma questa speranza e dobbiamo esserne un segno visibile, chiaro, luminoso per tutti. Il Signore Risorto la speranza che non viene mai meno, che non delude (cfr Rm 5,5). La speranza non delude. Quella del Signore! Quante volte nella nostra vita le speranze svaniscono, quante volte le attese che portiamo nel cuore non si realizzano! La speranza di noi cristiani forte, sicura, solida in questa terra, dove Dio ci ha chiamati a camminare, ed aperta alleternit, perch fondata su Dio, che sempre fedele. Non dobbiamo dimenticare: Dio sempre fedele; Dio sempre fedele con noi. Essere risorti con Cristo mediante il Battesimo, con il dono della fede, per uneredit che non si corrompe, ci porti a cercare maggiormente le cose di Dio, a pensare di pi a Lui, a pregarlo di pi. Essere cristiani non si riduce a seguire dei comandi, ma vuol dire essere in Cristo, pensare come Lui, agire come Lui, amare come Lui; lasciare che Lui prenda possesso della nostra vita e la cambi, la trasformi, la liberi dalle tenebre del male e del peccato. Cari fratelli e sorelle, a chi ci chiede ragione della speranza che in noi (cfr 1Pt 3,15), indichiamo il Cristo Risorto. Indichiamolo con lannuncio della Parola, ma soprattutto con la nostra vita di risorti. Mostriamo la gioia di essere figli di Dio, la libert che ci dona il vivere in Cristo, che la vera libert, quella che ci salva dalla schiavit del male, del peccato, della morte! Guardiamo alla Patria celeste, avremo una nuova luce e forza anche nel nostro impegno e nelle nostre fatiche quotidiane. E un servizio prezioso che dobbiamo dare a questo nostro mondo, che spesso non riesce pi a sollevare lo sguardo verso lalto, non riesce pi a sollevare lo sguardo verso Dio.