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Anche in politica l'altro un bene

Julin Carrn la Repubblica

10/04/2013
Caro Direttore, cercando di vivere la Pasqua nel contesto degli ultimi eventi accaduti nella Chiesa dalla rinuncia di Benedetto XVI allirruzione di papa Francesco , non ho potuto evitare di pensare alla drammatica situazione in cui versa lItalia per la difficolt di uscire dalla paralisi che si venuta a creare. Si scritto molto su questo da parte di persone ben pi autorevoli di me per le loro competenze in politica. Non ho alcuna soluzione strategica da suggerire. Mi permetto solo di offrire qualche pensiero, nel tentativo di collaborare al bene di una nazione alla quale mi sento ormai legato per tanti motivi. Mi pare che la situazione di stallo sia il risultato di una percezione dellavversario politico come un nemico, la cui influenza deve essere neutralizzata o perlomeno ridotta al minimo. Abbiamo nella storia europea del secolo scorso documentazione sufficiente di analoghi tentativi da parte delle differenti ideologie di eliminarsi a vicenda, che hanno portato alle immani sofferenze di intere popolazioni. Ma lesito di questi sforzi ha portato a una costatazione palese: impossibile ridurre a zero laltro. stata questa evidenza, insieme al desiderio di pace che nessuno pu cancellare dal cuore di ogni uomo, che ha suggerito i primi passi di quel miracolo che si chiama Europa unita. Che cosa permise ai padri dellEuropa di trovare la disponibilit a parlarsi, a costruire qualcosa insieme, perfino dopo la seconda guerra mondiale? La consapevolezza della impossibilit di eliminare lavversario li rese meno presuntuosi, meno impermeabili al dialogo, coscienti del proprio bisogno; si cominci a dare spazio alla possibilit di percepire laltro, nella sua diversit, come una risorsa, un bene. Ora, dico pensando al presente, se non trova posto in noi lesperienza elementare che laltro un bene, non un ostacolo, per la pienezza del nostro io, nella politica come nei rapporti umani e sociali, sar difficile uscire dalla situazione in cui ci troviamo. Riconoscere laltro la vera vittoria per ciascuno e per tutti. I primi ad essere chiamati a percorrere questa strada, come accaduto nel passato, sono proprio i politici cattolici, qualunque sia il partito in cui militano. Ma anche essi, purtroppo, tante volte appaiono pi definiti dagli schieramenti partitici che dallautocoscienza della loro esperienza ecclesiale e dal desiderio del bene comune. Eppure, proprio la loro esperienza di essere membri gli uni degli altri (san Paolo) consentirebbe uno sguardo sullaltro come parte della definizione di s e quindi come un bene. In tanti questi giorni hanno guardato la Chiesa e si sono sorpresi di come si sia resa disponibile a cambiare per rispondere meglio alle sfide del presente. In primo luogo, abbiamo visto un Papa che, al culmine del suo potere, ha compiuto un gesto assolutamente inedito di libert che ha stupito tutti affinch un altro con pi energie potesse guidare la Chiesa. Poi siamo stati testimoni dellarrivo di Papa Francesco, che dal primo istante ci ha sorpreso con gesti di una semplicit disarmante, capaci di raggiungere il cuore di chiunque. Negli ultimi anni la Chiesa stata colpita da non poche vicende, a cominciare dallo scandalo della pedofilia; sembrava allo sbando, eppure anche nellaffrontare queste difficolt apparsa la sua diversit affascinante. In che modo la vita della Chiesa pu contribuire a misurarsi con lattuale situazione italiana? Non credo intervenendo nellagone politico come una delle tante parti e delle tante opinioni in competizione. Il contributo della Chiesa molto pi radicale. Se la consistenza di coloro che servono questa grande opera che la politica riposta solo nella politica, non c molto da

sperare. In mancanza di un altro punto dappoggio, si afferreranno per forza alla politica e al potere personale e, nel caso specifico, punteranno sullo scontro come unica possibilit di sopravvivenza. Ma la politica non basta a se stessa. Mai come in questo momento risulta cos evidente. Nella sua povert di realt piena di limiti, la Chiesa continua a offrire agli uomini, proprio in questi giorni, lunico vero contributo, quello per cui essa esiste e Papa Francesco lo ricorda di continuo : lannuncio e lesperienza di Cristo risorto. Lui lunico in grado di rispondere esaurientemente alle attese del cuore delluomo, fino al punto di rendere un Papa libero di rinunciare per il bene del suo popolo. Senza una reale esperienza di positivit, in grado di abbracciare tutto e tutti, non possibile ripartire. Questa la testimonianza che tutti i cristiani, a cominciare da chi pi impegnato in politica, sono chiamati a dare, insieme a ogni uomo di buona volont, come contributo per sbloccare la situazione: affermare il valore dellaltro e il bene comune al di sopra di qualsiasi interesse partitico.

Seul, si alza l'allerta Giappone campo di battaglia


Resta altissima la tensione tra le due Coree e Seul, Washington e Tokyo si preparano a ogni evenienza, innalzando il livello di allerta dopo le minacce rivolte negli ultimi giorni agli Stati Uniti e la Corea del Sud, insieme al missile a lungo raggio pronto a un possibile lancio. La Corea del Nord ha minacciato di trasformare in un "campo di battaglia" il Giappone, con attacchi alle sue principali citt - Tokyo, Osaka o Kyoto - in caso i giapponesi facciano azioni che provochino l'inizio dello scontro armato. In un editoriale pubblicato dal quotidiano del partito unico nordcoreano, Rodong Sinmun, il regime minaccia anche di "distruggere" il Giappone se agisce politicamente contro Pyongyang. Il comando congiunto delle forze sudcoreane e statunitensi nella penisola coreana ha elevato di un livello il suo sistema di allerta, di fronte ai crescenti indizi che Pyongyang potrebbe realizzare a breve un lancio di missili balistici. Il ministro sudcoreano degli Esteri, Yun Byung-se, ha dichiarato di aver chiesto la mediazione di Russia e Cina per tentare di convincere la Corea del Nord a mettere fine alle sue provocazioni militari. La Corea del Nord ha chiuso da oggi ai gruppi turistici l'accesso al valico di confine di Dandong, il pi importante tra quelli che la collegano alla Cina: lo hanno reso noto fonti doganali cinesi, che hanno chiesto l'anonimato. "Le agenzie di viaggio non sono autorizzate a condurre i gruppi di turisti al valico, dal momento che il governo nord-coreano ha chiesto agli stranieri di andarsene", hanno spiegato. La restrizione non sembra applicarsi tuttavia a coloro che si recano al Nord per motivi professionali. "Per quanto se ne sa, gli uomini d'affari possono entrare e uscire dalla Corea del Nord liberamente". La decisione sarebbe stata presa da Pyongyang in maniera unilaterale.

Iran, nuova scossa di terremoto all'alba nella regione della centrale nucleare
Il sisma registrato nella provincia di Bushehr gi colpita marted. La Repubblica islamica: Nessuna fuga radioattiva
Una nuova scossa di magnitudo 5,4, all'indomani di quella registrata marted di 6,3 gradi, ha colpito la provincia di Bushehr, nell'Iran meridionale. Lo riferisce l'agenzia d'informazione ufficiale Irna (Islamic Republic News Agency), citando un rapporto dell'Istituto di geofisica dell'Universit di Teheran. Secondo l'Irna, la scossa ha provocato gravi danni a diversi edifici nel villaggio di Chahgah, vicino alla citt di Dashti. Il sisma avvenuto quando in Iran erano le 6.28 del mattino

(circa le 4 in Italia). Il responsabile dell'unit di crisi del governo iraniano, Hassan Qadami, ha spiegato che ancora non stato possibile accertare se ci siano state vittime. invece di almeno 40 morti e 850 feriti il bilancio del sisma che ha colpito marted la stessa provincia con epicentro nella citt di Kaki. Oltre 800 le case distrutte. Resta concreta la possibilit che il bilancio delle vittime possa essere pi pesante considerando che l'area, abitata da circa 12mila persone, disseminata da una miriade di villaggi di mattoni di fango. NESSUN DANNO ALLA CENTRALE NUCLEARE - La scossa di marted, il cui epicentro stato localizzato a circa 90 km dalla centrale nucleare di Bushehr, stata avvertita anche in Bahrain, Emirati e Qatar, dove per non si sono registrati danni sostanziali. Nelle ore successive, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha annunciato di essere stata informata dall'Iran che il sisma non ha provocato danni all'impianto n fughe radioattive. I timori riguardano per l'attendibilit delle notizie non verificabili in forma indipendente. L'IMPIANTO DI BUSHEHR - Nella centrale nucleare, che ancora in fase di prova prima di essere collegata alla rete elettrica del Paese, la situazione normale anche secondo l'agenzia locale Fars. Rassicurazioni arrivano poi dall'azienda russa che ha costruito l'impianto nucleare: il reattore non ha subito danni. Il personale continua a lavorare a regime normale e i livelli di radiazione sono pienamente entro la norma, ha detto all'agenzia russa Ria una fonte dell'Atomstroyexport. GLI ALTRI TERREMOTI - L'Iran un Paese fortemente sismico: ad agosto dell'anno scorso c' stato un terremoto con 306 morti e circa 4.500 feriti a Tabriz, nel nordovest. Il sisma che nel dicembre 2003 colp l'antica citt di Bam, con le sue case di fango, caus invece 31 mila morti e ancor pi tragico fu il terremoto del giugno 1990, ancora una volta nel nordovest, che fece circa 37 mila vittime e pi di 100 mila feriti nelle province di Gilan e Zanjan. Anche Teheran, con i suoi circa 15 milioni di abitanti, a forte rischio sismico.

Papa: Dio un pap per noi


Il Papa, stamattina all'udienza generale in Piazza San Pietro, ha svolto la sua catechesi sul significato salvifico della Risurrezione di Ges e sul perch senza di essa la nostra fede vana.La nostra fede ha detto - si fonda sulla Morte e Risurrezione di Cristo, proprio come una casa poggia sulle fondamenta: se cedono queste, crolla tutta la casa. Sulla croce, Ges ha offerto se stesso prendendo su di s i nostri peccati e scendendo nellabisso della morte, e nella Risurrezione li vince, li toglie e ci apre la strada per rinascere a una vita nuova. San Pietro lo esprime sinteticamente allinizio della sua Prima Lettera, come abbiamo ascoltato: Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Ges Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Ges Cristo dai morti, per una speranza viva, per uneredit che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Il Papa ha quindi sottolineato che lApostolo ci dice che con la Risurrezione di Ges qualcosa di assolutamente nuovo avviene: siamo liberati dalla schiavit del peccato e diventiamo figli di Dio, siamo generati cio ad una vita nuova. Quando si realizza questo per noi? Nel Sacramento del Battesimo. In antico, esso si riceveva normalmente per immersione. Colui che doveva essere battezzato scendeva nella grande vasca del Battistero, lasciando i suoi vestiti, e il Vescovo o il Presbitero gli versava per tre volte lacqua sul capo, battezzandolo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Poi il battezzato usciva dalla vasca e indossava la nuova veste, quella bianca: era nato cio ad una vita nuova, immergendosi nella Morte e Risurrezione di Cristo. Era diventato figlio di Dio. San Paolo nella Lettera ai Romani scrive: voi avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abb! Padre!. E proprio lo Spirito che abbiamo ricevuto nel battesimo che ci insegna, ci spinge, a dire a Dio Padre, e meglio Abb pap, cos il nostro Dio, un pap per noi. Prima di impartire la benedizione conclusiva, il Papa ha lanciato lappello per lIran. Ho appreso la notizia del forte terremoto che ha colpito il sud dellIran e che ha causato morti, numerosi feriti e gravi danni. Prego per le vittime ed esprimo la mia vicinanza alle popolazioni colpite da questa calamit. Preghiamo per tutti questi fratelli e sorelle dellIran. Al termine delludienza generale, dopo i saluti espressi in italiano a tutti i pellegrini accorsi in Piazza San Pietro, fatta eccezione per quelli in lingua spagnola, pronunciati per la prima volta da papa Bergoglio, due nuovi tweet del Papa sono stati lanciati nel mondo digitale. Il primo, Essere cristiani - si legge nel primo - non si riduce a seguire dei comandi, ma lasciare che Cristo prenda possesso della nostra vita e la trasformi. Nel secondo tweet, il Pontefice scrive che Se noi ci comportiamo come figli di Dio, sentendoci amati da Lui, la nostra vita sar nuova, piena di serenit e di gioia. Laccount Twitter del Papa in 9 lingue conta circa 5 milioni e 300mila follower.

Il Signore ci salva con il suo amore


Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perch chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna: su questa affermazione di Ges contenuta nel Vangelo proposto dalla liturgia del giorno, il Papa ha svolto la sua breve omelia durante la Messa presieduta nella Cappellina della Casa Santa Marta. Con lui hanno concelebrato il cardinale Angelo Sodano e il cardinale Angelo Comastri, alla presenza di alcuni dipendenti della Fabbrica di San Pietro e del ministro italiano dellInterno Anna Maria Cancellieri accompagnata dai familiari. A volte vogliamo salvarci da soli "e crediamo di farcela", basando per esempio le nostre sicurezze sui soldi e pensiamo: "sono sicuro ho dei soldi, tutto si pu fare, non c' problema". Papa Francesco ha fotografato cos la situazione di quanti cadono nella tentazione di confidare sulla ricchezza. Altre volte - ha proseguito nell'omelia della messa celebrata questa mattina alla Domus Santa Marta - "pensiamo di salvarci con la vanit, con l'orgoglio di crederci potenti. Anche quello non va". "Mascheriamo - ha osservato - la nostra povert, i nostri peccati con la vanit, l'orgoglio, ma anche quello finisce". Per Papa Francesco, "la vera salvezza" sta nella dignit che Dio ci ridona, nella speranza che Cristo ci ha dato nella Pasqua. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perch chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna". "Il Signore - ha detto il Pontefice nel testo diffuso dalla Radio Vaticana - ci salva con il Suo amore: non ci salva con una lettera, con un decreto, ma ci ha salvato con il suo amore". Un amore cos grande che lo spinge ad inviare suo Figlio che "si fatto uno di noi, ha camminato con noi ? e questo ci salva". Ma - si chiede il Papa - "cosa significa, questa salvezza? Che significa essere salvati?". Significa - spiega - riavere dal Signore "la dignit che abbiamo perduto", la dignit di essere figli di Dio. Significa riavere la speranza. Questa dignit cresce "fino all'incontro definitivo con Lui. Questa la strada della salvezza, e questo bello: lo fa l'amore soltanto. Siamo degni, siamo donne e uomini di speranza. Questo significa essere salvati dall'amore". Ma il problema - ha sottolineato - che a volte vogliamo salvarci da soli "e crediamo di farcela", basando per esempio le nostre sicurezze sui soldi. Pensiamo a quella parabola del Vangelo, di quell'uomo che aveva il granaio tutto pieno e disse: 'Ne far un altro per avere di pi e poi dormir tranquill. E il Signore gli dice: 'Sciocco! Questa sera morira. Quella salvezza non va, una salvezza provvisoria, anche una salvezza apparente!". "Facciamo oggi un atto di fede - stato l'invito del nuovo Papa - 'Signore, io credo. Credo nel Tuo amore. Credo che il Tuo amore mi ha salvato. Credo che il Tuo amore mi ha dato quella dignit che non avevo. Credo che il Tuo amore mi d la speranza". E "soltanto l'amore di Dio" pu dare la vera dignit e la vera speranza. " bello credere nell'amore - ha concluso Francesco - questa la verit. la verit della nostra vita. Facciamo questa preghiera: 'Signore, credo nel Tuo amore. E apriamo il cuore perch questo amore venga, ci riempia e ci spinga ad amare gli altr".

Vescovi coreani: il Nord minaccia il mondo per salvare la sua economia


La Corea del Nord "vuole ottenere assistenza finanziaria dall'estero senza cedere sull'orgoglio o sulla stima di s. I vescovi cattolici sono molto tristi per questa tensione e per le minacce di Pyongyang, che rendono il mondo pi ansioso e infelice". Lo dice all'agenzia AsiaNews mons. Pietro Kang U-il, vescovo di Cheju e presidente della Conferenza episcopale coreana. Mentre nella penisola monta la tensione e si moltiplicano i segnali di guerra, i vescovi "cercano in ogni modo una strada verso la pace. Anche se i sudcoreani sembrano calmi e tranquilli, la situazione attuale sta scuotendo la popolazione dall'interno. Noi possiamo anche essere abituati a queste minacce, ma non si pu negare la possibilit di un improvviso scontro militare". La Corea del Nord aggiunge - "potrebbe trovarsi in questa situazione in cui minaccia tutti perch non pi in grado di rivitalizzare la sua economia e salvarsi dal baratro. Ha bisogno di investimenti esteri ma ha bisogno anche di mantenere il rispetto di s e la faccia, un concetto da noi molto sentito. Nei 60 anni dalla fine della guerra sono prevalse le culture di superiorit e autarchia dei dittatori del Nord. Ma questa ricetta ha demolito la loro economia". per questo, conclude, che "mi appello di persona a tutta la popolazione coreana: pregate per la pace nella penisola. Ho composto una preghiera per chiedere a Dio compassione per un gruppo di stolti che con le proprie azioni sta causando fame, sofferenza, violenza e morte alla propria gente". (R.P.)

Siria. Il vescovo caldeo Audo: Aleppo sta morendo di fame

Si va avanti alla giornata. Ho l'impressione che le persone sono sempre pi spossate. Sono tutti divenuti poveri e ognuno alla continua ricerca di qualcosa da mangiare per s e per la propria famiglia. Per le strade di Aleppo si vedono le persone che girano senza posa con le buste in mano, cercando un po' di pane. Cos riferisce all'agenzia Fides il vescovo caldeo di Aleppo Antoine Audo, presidente di Caritas Siria, delineando un'immagine eloquente della condizione quotidiana vissuta da una citt che era tra le pi fiorenti e dinamiche di tutto il Medio Oriente, e che ora appare irrimediabilmente sfigurata dalla guerra civile. L'ultima emergenza che coinvolge da vicino le Chiese in Aleppo quella di centinaia di famiglie cristiane costrette a fuggire dal quartiere di Cheikh Maksoud, conquistato negli ultimi giorni dalle milizie anti-Assad. Gioved pomeriggio riferisce mons. Audo ci sar una messa per i cristiani sfollati da Cheikh Maksoud, con i preti e i vescovi che riusciranno a venire. Dopo ci sar una distribuzione di aiuti per i rifugiati organizzata da Caritas Siria. Il vescovo caldeo descrive una situazione esplosiva, con gran parte delle strade divenute off limits: Ieri racconta a Fides mons. Audo sono andato all'ospedale a trovare una persona, e per tornare a casa ho impiegato diverse ore, perch molte strade erano chiuse al transito. Ho saputo che anche molti medici sono stati minacciati e costretti a fuggire. E rimane ignota la sorte dei due sacerdoti Michel Kayyal armeno cattolico - e Maher Mahfouz - greco ortodosso - rapiti due mesi fa da un gruppo di persone armate sulla strada che da Aleppo conduce a Damasco. L'anarchia della guerra confida a Fides il vescovo caldeo fa percepire per contrasto in maniera ancora pi forte la grandezza della dignit umana, proprio nel momento in cui essa appare cos umiliata. In tutto questo molti cercano Dio e chiedono a Lui la pace del cuore, nella preghiera. LA VIDEOINCHIESTA DI CORRIERE.IT

L'inferno dei cristiani in Nigeria Raccontato da loro


Riccardo Bicicchi ha raccontato, in un servizio esclusivo per il Corriere.it , la vita e la paura dei cristiani in Nigeria. Testimonianze dirette raccolte nei villaggi e nelle diocesi. Il video, visibile all'indirizzo www.corriere.it/inchieste/, documenta il viaggio intorno a Maiduguri, nella regione pi colpita dagli estremisti islamici Boko Haram. di MAURO COVACICH Boko Haram in lingua hausa significa Tutto ci che occidentale malvagio. Lo dice il vescovo di Maiduguri e, a giudicare dalle macerie della chiesa che ha sullo sfondo, c' da credergli. Maiduguri una citt nel nordest della Nigeria, dove le comunit cristiane vengono straziate con scandalosa regolarit dalla violenza del fanatismo islamico di Boko Haram. La setta dei puri. Giovani uomini che entrano nei villaggi e sgozzano e fucilano in nome di Dio. Il loro Dio si chiama Allah, grande come il nostro e come lo Yahweh degli israeliti, lo stesso ente perfettissimo, creatore del cielo e della terra e di quelle quattro pietre su cui si trascina il loro bestiame smagrito. Ma loro non sono d'accordo, la loro purezza si nutre di quest'unica certezza: tutto ci che occidentale malvagio. La verit di Allah brandita contro la cultura di cui i poveri sacerdoti locali sono involontari portatori. Cristianesimo e Occidente. Cristianesimo e capitalismo. Cristianesimo e corruzione dello spirito. Le guerre non sono mai di religione, neanche le crociate erano cos. Le religioni convivrebbero benissimo. Sono i modelli culturali a essere intolleranti ed esclusivi. Come mostra il bel documentario di Riccardo Bicicchi : se il vescovo Oliver Dashe Doeme e i suoi fedeli sono i rappresentanti del progresso, ebbene Boko Haram esalter l'arretratezza e l'ignoranza come segni di devozione. Se i cristiani vanno a scuola, Boko Haram innegger a una societ primordiale fondata sull'analfabetismo e la preghiera. I terroristi uccidono innanzitutto gli studenti . Arrivano di notte, chiedono come ti chiami: se hai un nome che non suona tradizionale ti sgozzano davanti a tua madre. Gli studenti studiano. Studiare aiuta a pensare, produce domande, interrogativi nuovi, ti porta a staccare lo sguardo dai

piedi, a sollevare la testa: sar pure il morbo della borghesia decadente e pervertita dell'Occidente, ma ti consegna strumenti razionali, conoscenze che, anche quando non ti permettono di comprendere l'altro, ti pongono comunque in ascolto delle sue ragioni. Studiare non elimina i dubbi, ma anzi li moltiplica. Pi dubbi hai e pi aumenta la tua coscienza critica. Lo sapeva Hitler, lo sapeva Pinochet, lo sapeva Pol Pot. I roghi di libri servivano a questo: festeggiare una palingenesi fondata sull'oscurantismo e la forza bruta. Anche per i fanatici di Boko Haram non ci sono vie di mezzo : i musulmani che rifiutano l'integralismo della setta rischiano di finire come i devoti di Cristo, che in queste capanne di fango hanno vissuto in pacifica convivenza con le popolazioni di fede islamica da generazioni e generazioni. Ora sembra a tutti normale di doversene andare prima di finire sgozzati. Sembra a tutti normale che il vescovo accetti di dotarsi di blindato e guardie del corpo per continuare ad amministrare la diocesi. Lui si rifiuta, ma dovr rassegnarsi, normale. L'odio nella natura delle cose. Cos si dice. Ma secondo me un errore. L'odio non un frutto spontaneo, per fabbricarlo e diffonderlo servono anni di laboriosa dedizione alla causa.

COREA DEL NORD

Andare a Pyongyang? Per me un pellegrinaggio


di Luca Fiore 10/04/2013 - Padre Gerald Hammond l'unico sacerdote cattolico ad avere accesso al Paese di Kim Jong Un. Dal 1998 visita i malati di tubercolosi due o tre volte l'anno. La mia la "pastorale della presenza". Sto con loro, perch Cristo l con loro Si chiama padre Gerald Hammond, ha 80 anni, ed lunico sacerdote cattolico ad avere accesso con regolarit alla Corea del Nord. Nato negli Stati Uniti arrivato come missionario nella penisola coreana appena dopo la fine della guerra fratricida che divise il Paese tra Nord e Sud. Vive a Seul da ormai 53 anni e del suo ordine, lIstituto dei missionari di Maryknoll, diventato il superiore regionale. Dal 1998 riesce ad entrare in Corea del Nord al seguito di alcune organizzazioni umanitarie che visitano soprattutto i centri che curano la tubercolosi. Padre Hammond, quando stato lultima volta in Corea del Nord? Lo scorso novembre, per una settimana. Abbiamo visitato sette centri che curano la tubercolosi nella zona Sud di Pyongyang. Con me cera un medico, un infermiere e alcuni esperti di tbc. Quante volte ci stato dal 1998? Pi di cinquanta. Vado due o tre volte lanno. Come si svolgono queste visite? Dal momento del nostro arrivo a Pyongyang siamo incessantemente accompagnati da personale del Governo. Ci assistono in tutto e per tutto il tempo. Sono molto gentili e disponibili. Nel Paese non possiamo introdurre telefoni cellulari n computer. Andiamo soltanto nei luoghi dove ci accompagnano. La maggior parte del tempo lo passiamo in una struttura di accoglienza gestita dal Ministero degli Esteri. Collaboriamo con i funzionari del Dipartimento della salute della Corea del Nord, perch la nostra missione legata essenzialmente al problema della tubercolosi. una malattia che si trasmette per via aerea e si contrae in luoghi di lavoro malsani o per malnutrizione. Il Paese, come si sa, molto povero: spesso manca lacqua corrente e lenergia elettrica scarsa. Qual la reazione alle vostre missioni? I medici e i pazienti sono molto grati per laiuto che portiamo. Sono sempre stato accolto in modo molto cordiale. Sanno che noi andiamo da loro solamente per portare aiuto umanitario. Anche se... Anche se? Io sono un sacerdote e ho anche altro da dare alla gente. Posso dare la speranza. E poi, a margine della

nostra attivit umanitaria, c la possibilit di avere un rapporto con i funzionari, con i medici, col personale ospedaliero. Facciamo capire che la nostra speranza che non ci sia guerra nella penisola coreana. Io parlo di questo e parlo anche di riconciliazione tra il popolo del Nord e quello del Sud. Le autorit sanno che un sacerdote? S, lo sanno. Vado vestito in clergyman. Non ho mai nascosto il mio essere sacerdote. Pu raccontare di qualche dialogo avuto con i pazienti? Parlo il coreano molto bene e non ho problemi ad entrare in rapporto con la gente. Loro vedono che sono un prete e quando mi chiedono di dire una preghiera io la dico con loro. Gli incontri si svolgono nei reparti. Di solito sono presenti due o tre persone alla volta. Sono autorizzato a dire quello che voglio. Non mi permesso, per, parlare di politica o di religione in quanto tale. In che senso? Se mi chiedono di questioni religiose io posso rispondere, ma non posso porle io come argomento. Ma questo non importante. Penso che lesempio sia molto pi importante delle parole. Come sta dicendo il Santo Padre, occorre essere semplici e umili. Pensare ai poveri esattamente la mia missione. Perch? Stare con la gente che soffre stare con Cristo, perch Lui l con loro, davvero. Stare con loro: questo che la Chiesa vuole che facciamo. Non dobbiamo dire qualcosa di particolare, ma dobbiamo mostrare la nostra vita. Loro sanno che laiuto arriva dalla Chiesa cattolica. Ma della Chiesa non sanno niente perch da cinquant'anni che non ci sono sacerdoti nel Paese. La situazione completamente diversa da quella cinese. Non ho mai visto un cristiano che si sia presentato come tale. Se lavesse fatto con me, ne avrebbe pagato le conseguenze in qualche modo. Ci sono molti cristiani in Corea del Nord? Il Governo parla di circa 3mila cattolici su 23 milioni di abitanti. Ma non c in alcun modo una presenza visibile della Chiesa. Allinizio della Guerra di Corea, iniziata nel giugno del 1950, tutti i vescovi, i sacerdoti, le suore e i catechisti sono stati arrestati o uccisi. Tutto stato bombardato: ci sono state pi bombe sganciate sulla Corea del Nord che in tutta Europa durante la Seconda guerra mondiale. Entrambi i popoli del Sud e del Nord hanno sofferto moltissimo e quando sono arrivato in Corea del Sud, nel 1960, cerano centinaia di rifugiati malati, anche loro, di tubercolosi. Come riuscito ad ottenere lautorizzazione per queste visite? Attraverso la Eugene Bell Foundation, una ong protestante americana. Loro facevano gi questo servizio. Sono entrato in rapporto con loro attraverso la Catholic Relief Service, una ong cattolica. Ora vado per conto anche della Caritas internazionale. Quali sono i suoi sentimenti quando va a Pyongyang? Mi piace pensare che sto andando in un luogo di pellegrinaggio. Perch, se guardiamo con gli occhi della Chiesa, quello un Paese imbevuto del sangue dei martiri e della gente che soffre. Per me un pellegrinaggio. E quando ritorna? Cosa pensa? A volte mi sento molto scoraggiato, perch attorno a me non trovo molto interesse per quello che capita in Corea del Nord. Io sono entusiasta di raccontare quello che capita a Pyongyang, ma vedo che la gente ha molte altre cose per la testa. La mancanza di interesse e preoccupazione mi rattrista. Oggi si parla della Corea del Nord per altre ragioni... S, io vivo a Seul da trentanni. Abito in una zona di campagna e vedo che la gente continua la vita di tutti i giorni. Non c la corsa nei negozi per fare scorte di cibo. La gente tesa, ma calma. Quel che succede oggi successo anche in passato. Io credo che le minacce della Corea del Nord siano motivate principalmente da

ragioni di politica interna: ho limpressione che Kim Jong Un stia cercando di ottenere il controllo della struttura di potere del Paese. Qual la cosa che lha pi impressionata nelle sue visite a Pyongyang? Vedere le facce dei pazienti appena dopo aver preso il farmaco contro la tbc. Dopo un attimo stanno gi meglio. E si accorgono che qualcuno si interessato a loro. Le cure funzionano? Nonostante il farmaco contro la tbc che portiamo sia molto forte, solo il 60 per cento dei malati sopravvive. Si ammalano anche molti giovani. E noi non possiamo arrivare a tutti perch non abbiamo abbastanza personale... E pensare che qualcuno preferirebbe che in Corea del Nord non ci andassi nemmeno. Perch? Dicono che non dovrei aiutare un Paese terrorista, che un regime comunista e tutto il resto. Ma a me la politica non interessa. Io credo che questo sia quello che Cristo ci chiede di fare. Ci chiede di prenderci cura delle persone pi trascurate. Io la chiamo pastorale della presenza: essere l. C la dimensione religiosa, certo. Ma c il fatto che aiuti la gente e la gente sa chi sei tu. Tu gli dai vita, permetti loro di sopravvivere. Ma gli dai anche la speranza. Ha parlato del nuovo Papa... S, davvero una boccata daria fresca! umile e ci continua a dire di avere grande attenzione ai poveri. Poveri non solo materialmente, ma anche spiritualmente. Penso che avr un grande effetto. Su noi sacerdoti, e sui laici.

Occupazione della Camera, il nervosismo di Casalino e la pazienza dei commessi


In Aula Costituzione, provviste e sbadigli. Poi lo stop: non sprechiamo energia
ROMA - Poi vedremo come hanno occupato l'emiciclo di Montecitorio. Intanto, per, la scena che dovete provare a immaginarvi fuori, in Transatlantico. Sono le 20.30 e arriva Rocco Casalino (ex indimenticabile concorrente del Grande Fratello e ora uno dei responsabili della comunicazione del M5S). nervosissimo. qui che si guarda intorno, sbuffa, gambe larghe e mani sui fianchi. C' il solito commesso paziente. Ha bisogno di qualcosa?. E lui: No, scusi, mi faccia capire: ma davvero tutte queste luci restano accese per colpa nostra? No no... accidenti... mi faccia capire bene.... Il commesso, con una gentilezza da lettera d'encomio, spiega che s, certo, gli enormi lampadari con cinquanta lampadine e i meravigliosi candelabri, le plafoniere in stile liberty e le luci al neon della sala stampa e poi tutta la sparata gialla che riverbera nella notte romana fin sotto l'orologio della facciata esterna, s, proprio cos, signor Casalino: tutto rester acceso per voi, per illuminare la vostra protesta. Lui si volta con le labbra sottili che gli tremano. Tira su con il naso, scuote la testa. E lei? Cos'ha da guardare con quella faccia?. Pagheremo noi. Ma che significa?. Significa che uno spreco. E lo pagheranno i cittadini. E la nostra protesta, allora? Non conta niente?. Siete arrivati qui per battervi contro gli sprechi. Ma sprecate anche voi.

Sa perch stiamo protestando? Perch senza commissioni permanenti, i deputati non possono iniziare a lavorare e, ogni giorno, cinquecentomila euro se ne vanno in fumo!. A questo punto, con un piccolo balzo, Casalino va a piantarsi quasi al centro del Transatlantico e urla alla cronista di un'agenzia di stampa: Lei non pu registrarmi! Se no poi io registro lei! Capitooo?. Dentro, nell'emiciclo, pochi passi dopo le colonne, la capogruppo del M5S, Roberta Lombardi, serissima, ha cominciato a leggere la Costituzione. Il deputato Roberto Fico sbadiglia. Marco Brugnerotto fa segno di no, non bello sbadigliare (anche perch l'occupazione sta andando in diretta streaming sul sito www.beppegrillo.it). Manlio Di Stefano scrive su Twitter: Qui con noi c' pure Civati del Pd. Tatiana Basilio, su Facebook: Nemmeno al bagno possiamo andare (il regolamento della Camera, del resto, chiaro: in aula si pu stare solo durante le sedute; di consequenza, chi esce, stasera, non verr fatto rientrare). I commessi sono gentili ma assai poco propensi all'indulgenza: l'idea di fare gli straordinari non li esalta. E ricordano con un sospiro di nostalgia che l'ultima occupazione ci fu nel gennaio del 2008, quando la Santanch e Teodoro er pecora Buontempo si fecero chiudere nell'emiciclo per protestare con Prodi dopo le dimissioni di Mastella da ministro della Giustizia. Preistoria. All'epoca, l'onorevole Alessandro Di Battista faceva ancora il cooperatore sulle Ande. Due ore fa, alla buvette, mentre la Marta Grande faceva scorte alimentari con una crostatina e una spremuta d'arancia, Di Battista giurava di aver saputo che anche la presidente Boldrini vorrebbe che le commissioni fossero costituite per poter cominciare subito a lavorare. Nelle fabbriche occupate, nelle scuole occupate, alla fine, dopo un po', c' sempre qualcuno che inizia a cantare. E qualcuno che si bacia. Ma questa un'occupazione seria!, ha detto la Lombardi ai cronisti, mettendo su il solito sguardo severo, consueto miscuglio di rimprovero e disgusto. Fico, dentro, continua a sbadigliare. Certi giocano a poker con l'iPad. Molti telefonano ai parenti. La Lombardi telefona a Vito Crimi, che il capo degli occupanti al Senato. E Crimi le spiega che va tutto bene: a parte Scilipoti che, dai banchi del Pdl, solitario, continua a fissarli, e le luci accese. Anzi, noi stiamo proprio per uscire. Temo una bolletta pazzesca. Qui si finisce a mezzanotte e un minuto. Quanto manca?

Dio Padre, non si dimentica di noi


Cari fratelli e sorelle, buon giorno!

Nella scorsa Catechesi ci siamo soffermati sullevento della Risurrezione di Ges, in cui le donne hanno avuto un ruolo particolare. Oggi vorrei riflettere sulla sua portata salvifica. Che cosa significa per la nostra vita la Risurrezione? E perch senza di essa vana la nostra fede? La nostra fede si fonda sulla Morte e Risurrezione di Cristo, proprio come una casa poggia sulle fondamenta: se cedono queste, crolla tutta la casa. Sulla croce, Ges ha offerto se stesso prendendo su di s i nostri peccati e scendendo nellabisso della morte, e nella Risurrezione li vince, li toglie e ci apre la strada per rinascere a una vita nuova. San Pietro lo esprime sinteticamente allinizio della sua Prima Lettera, come abbiamo ascoltato: Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Ges Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Ges Cristo dai morti, per una speranza viva, per uneredit che non si corrompe, non si macchia e non marcisce (1,3-4). LApostolo ci dice che con la Risurrezione di Ges qualcosa di assolutamente nuovo avviene: siamo liberati dalla schiavit del peccato e diventiamo figli di Dio, siamo generati cio a una vita nuova. Quando si realizza questo per noi? Nel Sacramento del Battesimo. In antico, esso si riceveva normalmente per immersione. Colui che doveva essere battezzato scendeva nella grande vasca del Battistero, lasciando i suoi vestiti, e il Vescovo o il Presbitero gli versava per

tre volte lacqua sul capo, battezzandolo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Poi il battezzato usciva dalla vasca e indossava la nuova veste, quella bianca: era nato cio ad una vita nuova, immergendosi nella Morte e Risurrezione di Cristo. Era diventato figlio di Dio. San Paolo nella Lettera ai Romani scrive: voi avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: "Abb! Padre!" (Rm 8,15). proprio lo Spirito che abbiamo ricevuto nel battesimo che ci insegna, ci spinge, a dire a Dio: "Padre", o meglio, "Abb!" che significa "pap". Cos il nostro Dio: un pap per noi. Lo Spirito Santo realizza in noi questa nuova condizione di figli di Dio. E questo il pi grande dono che riceviamo dal Mistero pasquale di Ges. E Dio ci tratta da figli, ci comprende, ci perdona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo. Gi nellAntico Testamento, il profeta Isaia affermava che se anche una madre si dimenticasse del figlio, Dio non si dimentica mai di noi, in nessun momento (cfr 49,15). E questo bello! Tuttavia, questa relazione filiale con Dio non come un tesoro che conserviamo in un angolo della nostra vita, ma deve crescere, devessere alimentata ogni giorno con lascolto della Parola di Dio, la preghiera, la partecipazione ai Sacramenti, specialmente della Penitenza e dellEucaristia, e la carit. Noi possiamo vivere da figli! E questa la nostra dignit - noi abbiamo la dignit di figli -. Comportarci come veri figli! Questo vuol dire che ogni giorno dobbiamo lasciare che Cristo ci trasformi e ci renda come Lui; vuol dire cercare di vivere da cristiani, cercare di seguirlo, anche se vediamo i nostri limiti e le nostre debolezze. La tentazione di lasciare Dio da parte per mettere al centro noi stessi sempre alle porte e lesperienza del peccato ferisce la nostra vita cristiana, il nostro essere figli di Dio. Per questo dobbiamo avere il coraggio della fede e non lasciarci condurre dalla mentalit che ci dice: "Dio non serve, non importante per te", e cos via. E proprio il contrario: solo comportandoci da figli di Dio, senza scoraggiarci per le nostre cadute, per i nostri peccati, sentendoci amati da Lui, la nostra vita sar nuova, animata dalla serenit e dalla gioia. Dio la nostra forza! Dio la nostra speranza! Cari fratelli e sorelle, dobbiamo avere noi per primi ben ferma questa speranza e dobbiamo esserne un segno visibile, chiaro, luminoso per tutti. Il Signore Risorto la speranza che non viene mai meno, che non delude (cfr Rm 5,5). La speranza non delude. Quella del Signore! Quante volte nella nostra vita le speranze svaniscono, quante volte le attese che portiamo nel cuore non si realizzano! La speranza di noi cristiani forte, sicura, solida in questa terra, dove Dio ci ha chiamati a camminare, ed aperta alleternit, perch fondata su Dio, che sempre fedele. Non dobbiamo dimenticare: Dio sempre fedele; Dio sempre fedele con noi. Essere risorti con Cristo mediante il Battesimo, con il dono della fede, per uneredit che non si corrompe, ci porti a cercare maggiormente le cose di Dio, a pensare di pi a Lui, a pregarlo di pi. Essere cristiani non si riduce a seguire dei comandi, ma vuol dire essere in Cristo, pensare come Lui, agire come Lui, amare come Lui; lasciare che Lui prenda possesso della nostra vita e la cambi, la trasformi, la liberi dalle tenebre del male e del peccato. Cari fratelli e sorelle, a chi ci chiede ragione della speranza che in noi (cfr 1Pt 3,15), indichiamo il Cristo Risorto. Indichiamolo con lannuncio della Parola, ma soprattutto con la nostra vita di risorti. Mostriamo la gioia di essere figli di Dio, la libert che ci dona il vivere in Cristo, che la vera libert, quella che ci salva dalla schiavit del male, del peccato, della morte! Guardiamo alla Patria celeste, avremo una nuova luce e forza anche nel nostro impegno e nelle nostre fatiche quotidiane. E un servizio prezioso che dobbiamo dare a questo nostro mondo, che spesso non riesce pi a sollevare lo sguardo verso lalto, non riesce pi a sollevare lo sguardo verso Dio.

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