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PENSIERI

STORIE

RIFLESSIONI 1

di Brunello Natale De Cusatis

il pensiero Desidero iniziare la mia collaborazione con il giornalino della nostra parrocchia una collaborazione che molto mi onora e gratifica con uno dei pi toccanti e, direi, anche in considerazione della recente commemorazione di Tutti i Defunti, pi attuali pensieri di SantAgostino (da lui messo in bocca alla mamma che era ormai entrata pienamente nella dimensione eterna), parafrasato e versificato dal grande scrittore e poeta francese Charles Pguy (1873-1914) con il titolo LAmore non svanisce mai: La morte non nulla, io sono solo andato nella stanza accanto. Io sono io. Voi siete voi. Quel chero per voi lo sono sempre. Parlatemi come mavete sempre parlato. Non usate un tono diverso. Non abbiate l'aria solenne o triste. Continuate a ridere di quel che ci faceva ridere insieme. Sorridete, pensate a me, pregate per me. Che il mio nome sia pronunciato in casa come lo sempre stato. Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza. La vita ha il significato di sempre. Il filo non s spezzato. Perch dovrei essere fuori dai vostri pensieri? Semplicemente perch sono fuori dalla vostra vita? Io non sono lontano, sono solo dall'altro lato del cammino. la riflessione La riflessione immediata che scaturisce da questo pensiero che dopo la Morte v la Vita o che la Vita continua dopo la Morte. Riflessione qualcuno potrebbe dire e giustamente lapalissiana, almeno da parte di chi toccato dalla Fede.

Eppure le cose non sempre sono semplici come a prima vista sembrerebbe. Il problema, per cos dire, risiede non solo nel fatto dellesserci dei credenti poco convinti che, a volte, finiscono per mettere in dubbio per brevi periodi si spera la reale dimensione eterna della Vita e la Sua qualit. Quello su cui credo occorre soffermarci e meditare riguarda il comportamento e la qualit della Vita terrena di tutti noi esseri umani che abbiamo sofferto, soffriamo o soffriremo la perdita di uno o pi di uno dei nostri cari. Le reazioni alla tragica perdita di un figlio, di un genitore, di un fratello o una sorella, del coniuge, di un parente pi o meno stretto o di un caro amico non sono, non possono essere identiche in tutti. Sia perch ciascun essere umano possiede una sua propria personalit, sia perch, e soprattutto, anche di fronte allo stesso tipo di perdita, si tratta di dimensioni e, quindi, di intensit di dolore diverse e generate il che altrettanto significativo in contingenze differenti. La croce o le croci che ognuno di noi, nel corso delle sua breve o lunga vita terrena, si carica sono immateriali, simboliche e, di conseguenza, di peso certamente grave ma non per questo sempre confrontabili o rapportabili. Colui che resta nella convinzione di trasportare una croce di peso superiore a qualsiasi altra, agli occhi di Dio il cui Figlio ha dovuto caricarsi per la salvezza dellUmanit intera una Croce dalle dimensioni e dal peso incommensurabili una persona profondamente e inconcepibilmente egoista. Io per primo, che ho sofferto e soffro la perdita di una figlia di 26 anni occorsa da soli dieci mesi a causa di una malattia incurabile sono a volte caduto in questo tipo di egoismo. Come se mimportasse soltanto della mia di tragedia e non pensando che nel resto del mondo vi sono migliaia, milioni di altri padri che hanno perso i propri figli, spesso unici (io per lo meno ne ho unaltra di figlia) e/o in contingenze pi gravi, ad esempio, perch suicidatisi o per overdose. Allora, pur nel dolore indelebile, non di rado ai limiti della disperazione, causato dallassenza corporale di un nostro caro parlo di sola assenza corporale a giusta ragione, poich egli rimarr sempre presente accanto a noi in spirito occorre essere caritatevoli e altruisti, donarsi agli altri e cercare conforto nella Fede. Ne usciremo di certo rinvigoriti. Anche perch la lezione impartitaci da SantAgostino un forte riaffermare di come gli affetti donatici da Nostro Signore siano realmente eterni. Del resto, non si pu vivere con Verit un affetto senza desiderare che non finisca.

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