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liniziativa
Giorgio Squinzi
dallinizio della grande crisi, per aiutare le piccole e medie imprese italiane a tirarsi fuori dal pantano e a ripartire. Lo hanno sottoscritto ieri a Milano Intesa Sanpaolo e Piccola industria Confindustria, rinnovando una collaborazione che dura dal 2009.
secondo la "Worlds Most Admired Companies 2013", la classifica del periodico finanziario Usa Fortune, che valuta la reputazione internazionale delle imprese. Nelledizione di questanno, Poste Italiane ha ottenuto il miglior risultato assoluto tra le sette aziende tricolori sottoposte allannuale giudizio dagli osservatori ed esperti di Fortune. Poste Italiane guadagna anche la quarta posizione nella graduatoria globale Delivery, il settore di riferimento logistico-postale.
SETTORE IN CRISI
ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro, con un aumento del 12,6% rispetto al 2011
empre pi ombre che luci sul comparto calzaturiero. Alla vigilia della prossima fiera primaverile del Micam (da domani a mercoled alla Fiera di Milano Rho), il settore tira le somme del 2012, con molte conferme e alcune novit. Quello da poco trascorso stato un anno difficile, con la produzione calata in volume del 4,1% e in valore dell1,4% a 7,1 miliardi di euro. Sempre nellultimo anno sono calati gli addetti (-2,1%), con 250 imprese nostrane che hanno chiuso i battenti. E anche per il 2013 lo scenario di fondo sembra negativo, secondo i dati preconsuntivi raccolti dallufficio studi di Anci (lassociazione nazionale calzaturifici italiani). A livello interno, la fase recessiva nazionale ha avuto un forte impatto sul reddito disponibile e sul clima di fiducia delle famiglie, da cui il calo degli acquisti del 4,5%; un trend simile a quello dei settori della pelletteria e dellabbigliamento, che ha riguardato tutti i settori merceologici. Numeri che non lasciano dubbi, secondo il
Sagripanti (Anci): i consumi interni sono crollati del 4,5%, 250 le imprese che hanno chiuso. Servono pi aiuti
presidente dellassociazione Cleto Sagripanti, il quale punta il dito contro lingovernabilit che pesa non solo sui mercati finanziari ma anche sulle imprese, in particolare quelle calzaturiere, che da anni attendono risposte efficaci. Il momento difficile, ma nonostante tutto il settore continua a dare un contributo importante alla nostra economia: il saldo commerciale ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro, con un aumento del 12,6% rispetto al 2011. Ci dovuto non solo alla tenuta delle esportazioni, trainate soprattutto dalle vendite al di fuori dellEuropa, ma anche da una forte frenata delle importazioni, scese a 302 milioni di paia per circa 3,8 miliardi di euro con un calo rispettivamente del 15,6% e del 5,3%.
Tornando alle esportazioni, la novit riguarda lUnione europea che diventa lunica area geografica di destinazione in calo rispetto al 2011 (-4,9%): crollano le vendite verso la Germania (-8,5%), mentre vanno bene i mercati di Francia (+2,5%) e Regno Unito (+4,2%). Ma sono soprattutto la Russia (+12%) e lEstremo Oriente (+12,6%) a rafforzare la tendenza positiva delle esportazioni, in questo caso con nuovi, significativi incrementi in Giappone (+17%) Cina e Hong Kong (+27,6% nellinsieme). Non si tratta di dati casuali, ha concluso Sagripanti: in questi mercati le nostre imprese hanno investito di pi in creativit e proposte innovative. Per questo, ha ricordato la necessit di aiuti maggiori, come la defiscalizzazione delle spese di campionario: Non dimentichiamoci che per ogni modello pensato necessario fare un numero di campionari che almeno pari al numero di mercati in cui esportiamo. Quanto pi cresciamo allestero, tanto pi questa voce pesa sul bilancio delle imprese.
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I PROBLEMI
DA RITARDI E INSOLVENZE, ALLE SCARPE PER I PI PICCOLI
Due nuovi problemi stanno mettendo in difficolt il comparto. Il primo riguarda i ritardi nei pagamenti e gli insoluti. Vi sono imprese che ormai si rifiutano di lavorare con lItalia per via di questi comportamenti - ha detto Sagripanti -. Senza contare che la giustizia civile, cos lenta e inefficiente, finisce per allontanare non solo gli investitori stranieri, ma le stesse imprese italiane che trovano allestero un rischio insoluto inferiore. Laltro problema il crollo di vendite di scarpe per bambini (le spese in Italia sono calate del 7% nel 2012). Colpa della concorrenza dei modelli stranieri, con disegnati i personaggi famosi dei cartoni animati. Per il direttore Anci Fabio Aromatici, si tratta di una moda degli ultimi due anni, frutto di un accordo tra le major americane e aziende orientali, soprattutto cinesi, che fabbricano queste scarpe. (A. DA.)
I MARCHI
(immatricolazioni e var. su feb 2012)
30.874
Rispetto a febbraio 2012 Fiat
-16,84%
Alfa Romeo Quota di mercato a febbraio
23.424
(-7,16%)
4.375
(-38,4%)
ebbraio si chiuso con un nuovo tonfo per il mercato auto in Italia: 108.419 le nuove immatricolazioni, con una flessione del 17,4% rispetto alle 131.271 dello stesso mese del 2012, secondo il ministero dei Trasporti. Una percentuale di poco migliore rispetto al crollo registrato a gennaio, quando il calo di vendite era stato del 17,58%. Continua a crescere, invece, il A febbraio nuovo mercato dellusato: a febbraio sono calo del 17,4% stati registrati oltre 343.400 Promotor: +3% trasferimenti di di trasferimenti propriet di auto, con un incremento di propriet dell1,07% rispetto a febbraio 2012.
Gi a gennaio i trasferimenti erano saliti del 5,99%, di conseguenza, precisa il ministero - a febbraio il volume globale delle vendite (451.822 autovetture) ha interessato per il 24% auto nuove e per il 76% auto usate. Anche il gruppo Fiat ha registrato il mese scorso un calo del 16,8% di immatricolazioni, mentre la quota di mercato si attestata al 28,5% dal 30,06% di gennaio, quando nel complesso avevano registrato una diminuzione del 17,6%. Ma allestero che sta raggiungendo i risultati migliori: le vendite della 500 (che sta andando bene anche in Italia) sono salite del 2% sul mercato americano a febbraio. Lo ha reso noto Chrysler, sottolineando che si tratta del 15esimo mese consecutivo in cui Fiat 500 ha messo a segno un
record di vendite. Tornando in Italia, emerge come il mercato dellusato resiste alla crisi. Per Gian Primo Quagliano del Centro studi Promotor, nel primo bimestre i trasferimenti di propriet sono aumentati del 3,57%. Ovviamente si tratta di un chiaro indicatore di difficolt. A livello di immatricolazioni, invece, il livello cos depresso che riporta il mercato italiano agli anni 70. Per lAssociazione delle case automobilistiche estere in Italia (Unrae) quello di febbraio stato il 19esimo calo a doppia cifra da gennaio 2011, il 15esimo consecutivo a due cifre e il peggiore febbraio dal 1979. I problemi sono sempre gli stessi, sostiene il presidente Jacques Bousquet: eccessiva pressione fiscale su famiglie ed imprese, e
sullauto in particolare, con il rallentamento di tutti i consumi e lattesa che il prossimo governo possa mettere lauto tra le proprie priorit. Di pressione fiscale eccessiva parla anche Adolfo De Stefani Cosentino, responsabile della commissione sulla fiscalit di Federauto: La filiera paga un prezzo salatissimo: parliamo di circa 8,6 miliardi di euro, effetto cumulato delle varie manovre succedutesi nel 2011 e nel 2012 con aumenti di accise sui carburanti, superbollo sulle auto prestazionali, aliquota Iva, Ipt, Assicurazione Rc e bollo, oltre alla stretta fiscale sulle auto aziendali (questultima antitetica rispetto ai mercati europei). Una pressione intollerabile che schiaccia la propriet e luso degli autoveicoli.
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LA PREVISIONE
ACI: NIENTE CAMBIO PER 1 SU 2 FINO AL 2016 Il 53% degli italiani non comprer alcun veicolo fino al 2016 se non si abbatteranno i costi di esercizio e soprattutto le tasse sullauto. quanto emerge dal rapporto AciCensis sullautomobile. Non ci sono risorse per nuovi incentivi spiega il presidente dellAci, Angelo Sticchi Damiani ma sicuramente ci sono ampi margini di manovra per ridurre la pressione fiscale sugli automobilisti.
ercato dellauto in caduta libera, e per la Micro-Vett di Imola, azienda impegnata nella produzione di veicoli elettrici, si aperto il baratro del fallimento. Una crisi fulminea, e senza soluzione di ritorno. Solo nel 2011 i giornali di mezzo mondo pubblicarono le immagini di unauto spinta dai ribelli libici fuori dal bunker di Gheddafi. Si trattava di una Fiat 500 a cui aveva lavorato lazienda romagnola, che negli anni aveva saputo intrecciare relazioni commerciali di livello internazionale, in un settore che sembrava sui blocchi di partenza di una rapida espansione. Lo scorso anno la Mi-
cro-Vett lavorava per diventare il punto di riferimento di una cordata di imprese in grado di rilevare lex Cnh di Imola, facendo dello stabilimento da 35mila metri quadrati un polo della mobilit a impatto zero. Lipotesi suggestiva si allargava a immaginare un impiego, come area in cui testare le vetture e organizzare eventi promozionali, del prestigioso Autodromo Enzo e Dino Ferrari. Il progetto fall perch, ricorda Graziano Prantoni, assessore alle Attivit produttive della Provincia, poteva essere realizzato solo con un intervento di 7-8 milioni di euro, sui 15 complessivi, da parte del Governo. Ma la disponibilit non c stata. Una volta affondato il piano di rinascita della Cnh, iniziato il declino della stessa Micro-Vett, costretta la scorsa estate a chiedere la cassa integrazione e, una decina di giorni fa, ad avviare la procedura di fallimento. Il fatto che unazienda lea-
der in Italia nella mobilit sostenibile, tra laltro in una Regione orientata in questo settore, non abbia ricevuto offerte da parte di investitori deve far riflettere commenta Giorgio DallOsso, commercialista che assiste Micro-Vett . Lazienda non ha retto i problemi strutturali che si sono fatti sentire soprattutto nel 2012, a partire dal calo delle ordinazioni. Pesano soprattutto i prezzi ancora troppo alti. Un furgoncino elettrico, spiega, pu costare dal 60% all80% in pi di uno a benzina: Se non la politica a intervenire, orientando le scelte prosegue DallOsso difficile pensare che il settore possa risollevarsi. Parlano i dati del Centro studi Unrae: nel 2012, in Italia sono state immatricolati 524 veicoli elettrici. Un settore in crescita, ma ancora troppo di nicchia. Mentre il mercato dellauto in picchiata: -20% nel 2012.
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il caso
Lazienda, che doveva rilevare la Cnh di Imola, ha avviato ora la procedura di fallimento