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Quando vi sentite pieni di risentimento, bloccati, deboli o incapaci di essere voi stessi, chiedetevi cosa che volete dagli

i altri. Cercate di non esprimere le emozioni negative, perch temete che altrimenti non vi darebbero pi di cui avete bisogno, perdereste lapprovazione. Ma solo esprimendo e accettando un emozione negativa potete liberare spazio per le emozioni positive. Se lasciate liberi gli altri dalle vostre pretese liberate anche voi stessi. Spezzate quella dipendenza, quella catena che vi imprigiona nel circolo vizioso del consenso. Volete ottenere dagli altri qualcosa che potete ottenere solo da voi stessi. Questo vi porta per forza di cose allinsuccesso e genera disperazione e sensi di colpa o risentimento e odio verso gli altri, che accusate e giudicate colpevoli. Solo se accettate il diritto degli altri di essere se stessi, che vi convenga o meno, potrete affermare lo stesso diritto anche per voi stessi. Bisogna rinunciare alle proprie difese, ai propri malintesi, alle false convinzioni. Questo non facile perch essi generano emozioni, attitudini e comportamenti distruttivi. E le false attitudini hanno la caratteristica di perpetuarsi, sia che siano positive sia che siano negative. Generiamo automaticamente dei comportamenti che tendono a provare la certezza della nostra falsa convinzione, in modo da rafforzarla e questa si fa sempre pi forte e ci fa entrare in un circolo vizioso. Lo stesso vale per le emozioni. Una emozione negativa non sarebbe dannosa se accettata e affrontata per quello che , ma le nostre false convinzioni su di essa ci impediscono questo e la reprimiamo. Spesso dietro un emozione se ne nasconde un'altra, la paura ad esempio pu nascondere la rabbia. Se mi dico di aver paura di fare una cosa, la evito ma in realt la sto evitando perch questa potrebbe provocarmi rabbia e mi stato insegnato che provare rabbia cattivo, quindi meglio aver paura e scappare. La paura poi a sua volta genera altra paura, paura di aver paura e cosi via. Tutto sta nell non accettare parti, emozioni di noi stessi, censurandole per qualche falsa convinzione che in passato ci servita per non perdere laffetto e il consenso. E perci ci blocchiamo, ci paralizziamo sentendoci in colpa o attacchiamo gli altri. Fuggiamo da qualsiasi cosa possa risvegliare queste nostre emozioni negative. Il problema che se scappi da qualcosa, questa ti correr sempre dietro, ma solo se gli andrai in contro abbracciandola, magicamente non ti far pi paura. A furia di negare e fuggire si entrer in crisi. Le crisi, di qualsiasi forma esse siano: una sofferenza, un incertezza, un insicurezza, uno sconvolgimento ecc..non sono altro che un tentativo della natura di provocare un cambiamento, di riportarci al nostro vero s. E pi ci opponiamo a questo cambiamento, pi vogliamo fuggire dalla crisi senza scoprirne il motivo originario, pi questa diventa forte, e maggiore la disperazione e la sofferenza che ci provoca. come se fosse un tentativo di smantellare delle nostre vecchie false convinzioni che sono talmente ristagnate che han bisogno di uno scossone cosi forte per esser messe in movimento. Ogni crisi a cui ci opponiamo, a cui non viene dato senso, ritorna con forza superiore. Non possibile scappare. E pi ignoriamo questi segnali che vorrebbero riportarci al nostro s, pi perdiamo di vista il motivo originario della crisi. Lemozione originaria che lha procurata diventa sempre pi nascosta, e noi accumuliamo false razionalizzazioni per giustificare il tutto e perdiamo di vista la causa primaria del nostro malessere.

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