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2 - LE ISTITUZIONI DELL'UNIONE
DELL'
EUROPEA
IL SISTEMA ISTITUZIONALE
1. IL QUADRO ISTITUZIONALE
Il quadro istituzionale dell'Union
Unione europea, pur rimanendo invariato nel corso delle varie
modifiche, si arricchito di nuove istituzioni e di molteplici organi. Sono presenti le stesse
istituzioni che operano nell'ambito dell'Unione
dell'
europea con il compito di promuoverne valori
e perseguire gli obiettivi, nel rispetto degli interessi degli Stati
Stati membri, degli interessi propri
dell'Unione,, degli interessi dei popoli degli Stati membri e nell'osservanza della legalit, in un
rapporto di reciproca cooperazione.
cooperazione Consiglio e Commissione sono chiamati altres ad
assicurare la coerenza tra le varie
vari azioni
oni necessarie per il perseguimento degli obiettivi
dell'Unione.
Al quadro istituzionale originario si aggiunta, con il Trattato di Amsterdam, la Corte dei
conti, mentre il Trattato di Lisbona ha qualificato come istituzione anche la Banca centrale
europea
ea ed ha inquadrato a pieno titolo tra le istituzioni anche il Consiglio europeo rimasto
una figura esterna al quadro comunitario e che continua a svolgere un ruolo preminente di
indirizzo per l'Unione.
Il rispetto dell'equilibrio istituzionale nell'esercizio
nell'esercizio della propria competenza da parte di ogni
istituzione costituisce un principio fondamentale del sistema giuridico dell'Unione
dell'
accanto a
quello di reale cooperazione tra le istituzioni che comporta un dovere di agevolare e non
ostacolare l'esercizio delle
le competenze a ciascuna attribuite.
Ancora oggi risulta determinante o preminente il ruolo del Consiglio e la volont degli stati
membri nel processo decisionale, ruolo certamente assai attenuato in quanto viene di norma
svolto con la partecipazione del Parlamento
P
europeo e in quanto il principio maggioritario ha
di regola sostituito il consenso unanime degli Stati nelle votazioni in seno al Consiglio
A completamento della struttura istituzionale si aggiungono altri organi con competenze
soltanto consultive,
e, oltre ai nuovi organi creati per la realizzazione dell'Unione
dell'
economica
monetaria, nonch la Banca europea per gli investimenti. Altri organismi e organi ausiliari
sono stati creati nel corso del processo di integrazione mediante norme derivate, alcuni poi
consacrati nei Trattati: Comitati,
Comitati con una funzione consultiva in materie specifiche,
specifiche Agenzie
europee con compiti di sostegno al coordinamento dell'azione delle autorit statali in vari
campi.
2. LE COMPETENZE
Le istituzioni esercitano le loro competenze in base al principio di attribuzione, ossia
esclusivamente nei limiti di quelle espressamente conferite dai Trattati per realizzare gli
obiettivi stabiliti e nel rispetto dei principi di sussidiariet e di proporzionalit,
proporzionalit, con l'ulteriore
precisazione di qualsiasi
lsiasi competenza non attribuita all'Unione che resta agli Stati membri.
La Corte di giustizia chiamata a vigilare che gli atti delle istituzioni si mantengano entro il
corrente esercizio delle competenze attribuite.
at
Ma una volta accertato
o che una determinata
competenza attribuite all'Unione
Unione, resta da chiarire quali siano la natura e lampiezza, se cio
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spetti unicamente alle istituzioni europee esercitarla o se coesista con le competenze degli
Stati membri.
Prima del Trattato di Lisbona, le competenze non erano indicate espressamente, non erano
attribuite in ragione delle materie, ma in ragione degli obiettivi da raggiungere, delle azioni da
adottare, delle funzioni da svolgere. Ci rendeva particolarmente problematica la
determinazione della ripartizione di competenze tra Comunit e Stati membri. Il Trattato di
non ha conferito maggiore chiarezza alla materia: esso ripartisce le competenze in tre
categorie e provvede anche ad una loro elencazione:
elencazione settori dii competenza esclusiva, quelli di
competenza concorrente e di competenza per azioni di sostegno.
a. Le materie rientranti nella competenza esclusiva dell'Unione
dell'
sono indicati in modo
tassativo:
Unione doganale
definizione delle regole di concorrenza necessarie
necess
al funzionamento del mercato
interno
politica monetaria per gli Stati membri che abbiano adottato l'euro
conservazione delle risorse biologiche del mare nel quadro della politica comune della
pesca
politica commerciale comune.
Quando la competenza esclusiva,
sclusiva, solo l'Unione
l'
pu legiferare mentre gli altri stati membri
possono
ossono farlo solo se autorizzati dall'Unione o per recepire atti dell'Unione
Unione.
b. In via residuale le competenze attribuite dai Trattati hanno sempre carattere concorrente
con quella degli Stati membri, in particolare nei seguenti settori:
mercato interno
politica sociale
coesione
one economica, sociale territoriale
agricoltura e pesca, tranne la conservazione delle risorse biologiche del mare
ambiente
protezione dei consumatori
trasporti
reti transeuropee
energia
spazio di libert, sicurezza e giustizia
problemi comuni di sicurezza in materia di sanit pubblica.
Quando la competenza concorrente, sia l'Unione che gli stati membri possono legiferare
legi
ma
questi ultimi solo nella misura in cui l'Unione
l'
non abbia esercitato effettivamente la propria
competenza escludendo cos progressivamente quelle nazionali, o non abbia deciso di cessare
di esercitarla. Una regola particolare vale per le competenze
competenze parallele, come in materia di aiuti
umanitari, per le quali l'Unione
Unione conduce una politica autonoma senza con questo impedire agli
stati membri di esercitare le loro competenze. Anche nel caso in cui permangono le
competenze nazionali, il loro esercizio non totalmente discrezionale dovendo gli Stati
membri conformarsi agli obblighi loro derivanti dall'appartenenza all'Unione
all'Unione, in particolare
all'obbligo di cooperazione. Pertanto gli stati membri dovranno astenersi dall'adottare misure
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ripartizione dell'esercizio
io delle competenze fra Unione e Stati membri nei settori di
competenza concorrente escludendo che la prima possa intervenire in tali materie.
L'esercizio della competenza concorrente da parte dell'Unione
dell'
per effetto del principio di
sussidiariet non comporta
porta che essa divenga automaticamente esclusiva nella materia in
questione e probabilmente neanche definitiva. Tale esercizio consentito soltanto nei limiti
indicati dal principio stesso con riguardo all'obiettivo
all'obi
perseguito dietro il perdurare delle
condizioni
ndizioni che ne hanno motivato l'esercizio: deve riguardare solo alcuni aspetti della materia
e deve limitarsi solo quelli per cui l'azione dell'Unione
dell'
si dimostri necessaria. Gli altri
permangono a pieno titolo nella sovranit degli Stati membri a meno che
ch e finch non si
verifichino le condizioni richieste dal principio di sussidiariet per un trasferimento anche di
essi a livello superiore.
La sussidiariet,, se correttamente intesa, opera come criterio di smistamento e di
distribuzione dell'esercizio di determinate competenze dei vari livelli in relazione alle
esigenze concrete che si pongono, con riferimento alla specificazione o al singolo aspetto da
disciplinare. Si tratta di un criterio dinamico che da un lato pu favorire uno sviluppo
dell'azione dell'Unione europea dall'altro
all'altro pu portare a un suo ridimensionamento.
Non pu parlarsi di violazione dei principi di sussidiariet quando l'Unione
l'Unione intervenga in
materie oggetto di competenza concorrente mediante atti che nella sostanza non risultano
lesivi o invasivi delle competenze statali: ad esempio attraverso raccomandazione agli stati
membri, comunicazioni o direttive contenenti principi generali. Il rispetto del principio
riguarda essenzialmente le azioni, gli interventi normativi capaci di vincolare la
l condotta degli
stati membri, dunque l'assunzione della titolarit ad esercitare concretamente determinati
poteri. L'azione + sar dettagliata, + dovr rispettare risultare conforme al principio di
sussidiariet.
Il problema centrale rappresentato dall'individuazione
dall'individuazione dei meccanismi di controllo che
garantiscono una corretta applicazione del principio di sussidiariet. Fino al Trattato di
Lisbona l'unica garanzia azionabile era il ricorso alla Corte di giustizia da parte dello Stato
membro, di un'istituzione o eventualmente anche di un privato,
privato, abilitati ad impugnare l'atto
normativo per eccesso di potere, sostenendo il mancato rispetto dei limiti posti dal diritto
dell'Unione all'esercizio del potere normativo tra i quali rientra il principio di sussidiariet; o
per violazione del diritto dell'Unione
Unione dal momento che la sussidiariet deve considerarsi un
principio fondamentale sancito nei Trattati.
La Corte,, investita del compito di decidere se l'azione dell'Unione
dell'Unione sia effettivamente
necessaria e idonea per una migliore realizzazione dell'obiettivo previsto, viene chiamata ad
esprimere una valutazione di merito e di opportunit, di natura politica. Si tratta di un
giudizio che non richiede solo un'indagine complessa e articolata ma presuppone anche di
trovarsi
ovarsi nella condizione di padroneggiare un insieme di dati ed elementi collegati alle diverse
situazioni presenti nei vari ordinamenti giuridici degli Stati membri.
Il vizio derivante da una violazione dei principi di sussidiariet potr essere sollevato davanti
alla Corte e certamente questa potr verificare se sussistono gli estremi per ricorrere ad esso
e se siano sufficientemente dimostrati, se la misura si collochi nell'ambito delle competenze
esclusive o concorrenti, se non sia viziata da errore manifesto,
manifesto, se la scelta di intervenire a
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livello di Unione sia motivata e se si giustifica alla luce del fine perseguito e del principio di
proporzionalit.
La Corte di giustizia ha avuto modo di occuparsi della questione del rispetto del principio di
sussidiariet
riet manifestando una particolare prudenza nel verificare la sussistenza dei requisiti
richiesti. Il Protocollo 30 allegato al Trattato di Amsterdam sull'applicazione dei principi di
sussidiariet e di proporzionalit conferma l'impegno politico degli Stati
Stati membri affinch sia
garantita la stretta osservanza di tali principi da parte delle istituzioni nel rispetto dellacquis
comunitario, dell'equilibrio istituzionale e dei principi elaborati dalla Corte di giustizia
relativamente al rapporto tra diritto nazionale
n
e diritto dell'Unione;; sottolinea il carattere
dinamico del concetto di sussidiariet che consente che l'azione dell'Unione
dell'
sia ampliata
laddove le circostanze
nze lo richiedono, e sospesa laddove
laddove essa non sia giustificata.
Il Trattato di Lisbona dispone
one che i Parlamenti nazionali degli stati membri sono chiamati a
vigilare sul rispetto del principio di sussidiariet da parte delle istituzioni secondo la
procedura prevista nell'apposito protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiariet e di
proporzionalit.
oporzionalit. Si tratta di una procedura molto complessa che vede il coinvolgimento dei
Parlamenti
menti nazionali. In primo luogo si prevede che ogni progetto di atto legislativo debba
essere trasmesso anche ai parlamenti
parlamenti nazionali degli Stati membri; inoltre, non appena
adottate, le risoluzioni
soluzioni legislative del Parlamento
P
europeo e le posizioni del Consiglio devono
essere ugualmente inviate ai Parlamenti
Parlament nazionali.
La proposta della Commissione deve essere motivata con riguardo al principio di sussidiariet
oltre
re che a quella di proporzionalit e accompagnata da una scheda contenente elementi
circostanziati che consentano di valutare il rispetto di tali principi. Tale scheda dovrebbe
inoltre fornire elementi che consentano di valutare l'impatto finanziario e le conseguenze,
quando si tratta di una direttiva, sulla regolamentazione che sar adottata per la sua
attuazione degli Stati membri, ivi compresa la legislazione regionale.
In secondo luogo ill Parlamento nazionale pu, entro il termine di otto settimane dalla
dall data di
trasmissione del progetto
o di atto legislativo, inviare al
al presidente del Parlamento europeo, del
Consiglio e della Commissione un parere motivato contenente le ragioni per le quali ritiene
che quel progetto non sia conforme
conform al principio di sussidiariet; di tali pareri motivati le
istituzioni dell'Unione tengono conto. Ciascun Parlamento nazionale dispone di due voti.
Qualora i pareri motivati sul mancato rispetto del principio di sussidiariet rappresentino
almeno un terzo dell'insieme
l'insieme dei voti attribuiti
a
ai Parlamentii nazionali il progetto deve essere
riesaminato. Al termine di tale riesame, l'istituzione o il
il gruppo di Stati da cui emana la
proposta pu decidere
cidere di mantenere modificare o ritirare il progetto motivando tale
decisione. Inoltre, nell'ambito della procedura legislativa ordinaria, se
s i pareri motivati
espressi dai Parlamentii nazionali circa il mancato rispetto del principio da parte della
proposta di atto legislativo rappresentino
rappresentino almeno la maggioranza semplice dei voti loro
attribuiti, la Commissione dovr riesaminare la proposta: se sceglie di mantenerlo
ugualmente, deve spiegarne le ragioni in un parere motivato chee viene trasmesso al
legislatore dell'Unione assieme ai pareri dei Parlamenti
menti nazionali. Allora Parlamento europeo
e Consiglio,, prima della conclusione della prima lettura, valutano la compatibilit della
proposta legislativa con il principio di sussidiariet tenendo conto dei rilievi formulati dai
Parlamenti nazionali
ali e del parere motivato della Commissione.. La proposta non former
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oggetto di ulteriore esame se a maggioranza del 55% dei membri del Consiglio o a
maggioranza di voti espressi dal Parlamento si consideri che essa non compatibile con i
principi di sussidiariet.
In terzo luogo si introdotto un sistema di azione ex post: uno Stato membro, eventualmente
a nome del proprio Parlamento nazionale, pu presentare ricorso alla Corte di giustizia per
violazione da parte di un atto legislativo del principio di sussidiariet. Tale ricorso pu essere
presentato anche dal Comitato delle regioni per la salvaguardia delle proprie prerogative
quando il Trattato richiede la sua consultazione per l'adozione di atti legislativi. Non si precisa
se lo Stato membro possa o debba presentare un ricorso in annullamento degli atti legislativi
l
quando questa la volont del proprio Parlamento nazionale.
Questo sistema introduce due nuove figure per i soggetti legittimati ad impugnare gli atti
dell'Unione ossia il Comitato delle regioni e anche i Parlamenti nazionali.
Proporzionalit
Il principio
rincipio di proporzionalit codificato nell'articolo 5 TUE: "il contenuto e la forma
dell'azione dell'Unione si limitano a quanto necessario per il conseguimento degli obiettivi dei
Trattati". Esso opera quale principio generale dell'ordinamento dell'Unione
dell'Unione in tutti i settori di
sua competenza anche esclusiva: concerne tutte le azioni dell'Unione
dell' nione, regola il grado di
intensit, la natura dell'azione e la scelta delle misure d'intervento che non devono eccedere
quanto congruo e necessario per il raggiungimento del fine prefissato. Anche questo principio
si pone dunque come un limite all'esercizio dei poteri dell'Unione.
dell'
Il principio di proporzionalit ha un campo di applicazione pi vasto
vast del principio di
sussidiariet: esso viene in considerazione a proposito
proposito di un atto gi emanato,
emanato anche quando
relativo a materia di competenza esclusiva, e allo scopo di valutare la sua adeguatezza e
consentire il controllo di conformit con gli obiettivi del Trattato; il principio di sussidiariet
invece incide nell'ambito delle sue competenze concorrenti in un momento antecedente ossia
sulla decisione se promuovere o meno unazione a livello dell'Unione,, sulla individuazione del
livello competente a provvedere, come parametro di legittimit dell'azione avviata
dall'Unione in ragione della sua necessit ed efficacia in luogo di quella degli Stati membri.
Anche la scelta del tipo di atto da adottare deve rispondere al principio di proporzionalit.
La Corte di giustizia
izia ha esteso l'applicazione del principio anche agli Stati membri quando
provvedono allattuazione del diritto dell'Unione.
dell'
Prossimit
In base a tale principio le decisioni devono essere prese il + vicino possibile ai cittadini. Esso
risponde anche all'esigenza
sigenza di avvicinare maggiormente i cittadini europei all'Unione.
all'
Mentre
il principio di sussidiariet comporta che una decisione deve essere presa al livello pi
opportuno e pertinente dal punto di vista dell'efficacia per consentire certi obiettivi
dell'Unione,, il principio di prossimit concerne il concreto esercizio delle competenze
dell'Unione, sia esclusive chee condivise. Esso rivolto a realizzare il decentramento nella
gestione dell'azione dell'Unione
Unione, a tutelare le specificit nazionali, a rispettare l'identit e la
diversit proprie di ciascuno Stato membro.
Tende a completare il principio di sussidiariet nel senso che il criterio dell'efficacia
d
dell'azione deve conciliarsi con il criterio della vicinanza ai cittadini.
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LE ISTITUZIONI
4. IL CONSIGLIO EUROPEO
Il Consiglio europeo ha svolto un ruolo preminente e spesso decisivo
decisiv nell'integrazione
europea. L'origine si deve all'iniziativa
l'iniziativa politica di alcuni governi che decisero di riunirsi per
affrontare
are i nodi principali dell'integrazione comunitaria e dare l'impulso necessario al suo
sviluppo, sbloccare certi negoziati difficili, prendere nuove iniziative.
iniziative. Questa prassi, iniziata
con il vertice di Parigi del 1961, proseguita poi regolarmente anche in modo saltuario: essa
ha dato luogo a una serie di comunicati e dichiarazioni di notevole portata, interessanti vari
settori dell'azione comunitaria, e in special modo le relazioni esterne, con l'enunciazione di
una serie di principi e impegni di carattere
caratte politico.
Il sistema del Vertice ebbe termine con il vertice di Parigi del 9 dicembre 1974 quando fu
deciso di dare una cadenza periodica regolare per le riunioni, tre volte l'anno e ogni volta che
ne fosse necessario, come Consiglio della Comunit a titolo
tolo di cooperazione politica: veniva
cos formalizzata la nascita del Consiglio europeo che ha il compito di far progredire
l'integrazione comunitaria, di fornire gli indirizzi politici su tutte le materie riguardanti la
cooperazione tra gli Stati membri e le materie di interesse comune, rientranti almeno nella
competenza comunitaria, e di realizzare una cooperazione politica europea.
Il Trattato sull'Unione europea riconosceva al
a Consiglio il compito di dare limpulso
necessario allo sviluppo dell'Unione
Unione e di definirne gli orientamenti politici generali. Prevede
Pr
inoltre che esso presentii al Parlamento una relazione dopo ciascuna delle sue sedute nonch
una relazione scritta sui progressi compiuti dall'Unione.
dall'
Il funzionamento del Consiglio europeo nel sistema comunitario ha comportato un impatto
notevole e conseguenze sugli originari equilibri istituzionali: il ruolo della Commissione come
organo di iniziativa e di garanzia degli interessi comunitari si trovato
vato quindi fortemente
ridotto e condizionato dalle direttive e dalle prese di posizione del Consiglio europeo, nella
sua autorit e peso politico. Il Parlamento si trovato disarmato nell'esercizio del suo
controllo politico nei confronti di un organo che agiva al di fuori delle competenze
compet
degli
schemi comunitari e nei cui confronti non poteva utilizzare poteri di controllo che svolgeva
nei confronti del Consiglio.
Una svolta decisiva circa la configurazione del ruolo e la determinazione della natura del
Consiglio europeo si ha con il Trattato di Lisbona per effetto del quale il Consiglio figura tra le
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poteva dipendere unicamente da una diminuzione dei seggi degli Stati meno popolati e non
lavrebbero mai accettata dal momento che tale decisione doveva essere
essere presa all'unanimit.
Il Trattato di Amsterdam ha stabilito che il numero dei membri del Parlamento non potesse
essere comunque superiore a 700,
700 ma nessuna regola era indicata per definire i criteri per la
ripartizione dei seggi tra gli Stati membri. Si introduceva solo il principio che in caso di
modifiche nella vigente composizione, il numero dei rappresentanti eletti in ciascuno Stato
membro dovesse assicurare un'appropriata rappresentanza dei popoli degli Stati riuniti nella
comunit.
Il Trattato di Lisbona stabilisce che il numero
numero dei parlamentari europei garantito in modo
proporzionale
ale con una soglia minima di 6 seggi per Stato, mentre nessuno in Stato possono
essere assegnati pi di 96 seggi. Il numero massimo dei membri dell'intero Parlamento non
pu essere superiore a 750, pi il presidente.
La composizione del Parlamento stabilita con una decisione adottata all'unanimit dal
Consiglio europeo su iniziativa e con l'approvazione del Parlamento stesso. La sua
composizione suscettibile di subire ulteriori variazioni.
Il Parlamento europeo ha modificato il proprio regolamento interno per prevedere la
categoria dei membri osservatori
osservatori che partecipa ai lavori dell'assemblea ma senza
se
diritto di
voto, applicabile a suddetti parlamentari aggiunti. Inoltre, deliberando mediante regolamenti
secondo una procedura legislativa speciale, stabilisce lo statuto e le condizioni generali per
l'esercizio delle funzioni dei suoi membri previo parere della
de
Commissione e previa
approvazione del Consiglio a maggioranza qualificata.
5.2 ORGANIZZAZIONE
L'organizzazione e il funzionamento del Parlamento sono regolati dai Trattati costitutivi del
regolamento interno adottato dal Parlamento stesso a maggioranzaa dei membri che lo
compongono:: regolamento che riveste un'importanza particolare in quanto attraverso le sue
disposizioni i parlamentari hanno tentato di attribuire al Parlamento dei poteri non previsti
dai Trattati.
Il presidente eletto per due anni e mezzo dall'assemblea a maggioranza assoluta dei voti
espressi nei primi tre scrutini, al quarto scrutinio eletto il candidato che ottiene pi voti.
Esso esercita importanti funzioni amministrative e disciplinari e riveste un ruolo politico di
primo piano nel sistema dell'Unione.
dell'
. Dirige i lavori dell'assemblea e presiede le sedute
plenarie. invitato ad esprimersi all'inizio del lavori del Consiglio europeo. Svolge un ruolo
importante anche nel dialogo interistituzionale. Insieme ai 14 vicepresidenti e ai cinque
questori forma l'ufficio di presidenza: esso si occupa di questioni finanziarie, amministrative
organizzative, con
on il segretario generale che dirige i servizi del Parlamento.
La Conferenza dei presidenti composta dal
dal presidente del Parlamento e dai
d presidenti dei
gruppi politici: delibera sull'organizzazione dei lavori, competente per le relazioni con le
altre istituzioni e organi dell'Unione,
dell'
con i parlamenti
amenti nazionali, con i paesi terzi,
responsabile per la composizione e per le competenze delle
elle commissioni e delle delegazioni
parlamentari; inoltre stabilisce il progetto di ordine del giorno dei periodi di sessione.
La Conferenza dei presidenti di Commissione composta dai presidenti di tutte le
commissioni parlamentari: pu fare raccomandazioni
raccomandaz
alla Conferenza dei presidenti per
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quanto riguarda le attivit delle commissioni e la fissazione dell'ordine del giorno dei periodi
di sessione.
Il Parlamento ha costituito al suo interno delle commissioni permanenti il cui funzionamento,
attribuzioni e competenze sono stabilite dal regolamento; sono in numero di venti e i loro
membri sono eletti per due anni e mezzo durante il primo periodo di sessione del Parlamento
nuovamente eletto. Esaminano le questioni loro sottoposte dal Parlamento, predispongono
predispongo
pareri, proposte e relazioni che
he poi possono essere sottoposte al voto dell'assemblea plenaria
nel quadro delle procedure previste dai Trattati. La Conferenza dei presidenti pu delegare il
potere deliberante alla Commissione competente per materia. Tuttavia
tavia un terzo dei suoi
membri pu chiedere che il potere deliberante sia attribuito in seduta plenaria.
Inoltre il Parlamento pu costituire in ogni momento delle commissioni temporanee la cui
durata non pu superare 12 mesi. Tra queste assumono particolare
particolare rilievo le commissioni
temporanee di inchiesta chee possono essere costituite dal Parlamento su richiesta di un
quarto dei suoi membri per esaminare le denunce di infrazione del diritto dell'Unione
dell'
o di
cattiva amministrazione nella sua applicazione, sempre
sempre che i fatti allegati non siano pendenti
davanti a un organo giudiziario, dell'Unione
dell'
o nazionale e finch la procedura giudiziaria non
sia terminata. Le modalit di esercizio del potere di inchiesta sono determinate di comune
accordo dal Parlamento col Consiglio e con la Commissione.
Ugualmente possono essere costituite delle commissioni parlamentari miste con i parlamenti
par
di Stati associati all'Unione o di Stati con i quali siano iniziate Trattative
ve in vista della loro
adesione.
Infine il regolamento interno prevede anche la creazione di
di delegazioni interparlamentari
permanenti composte da membri designati e dai gruppi politici le cui competenze sono fissate
dal Parlamento.
I parlamentari sono organizzati in gruppi politici per affinit politica e non per nazionalit. Il
regolamento interno prevede che un gruppo politico deve essere composto da deputati eletti
in almeno un quarto degli stati membri, per costituire un gruppo occorre un minimo di 25
deputati; un deputato non pu appartenere a pi di un gruppo
gruppo politico. I deputati che non
aderiscono a nessun gruppo figurano nel gruppo dei non iscritti. Si contano attualmente otto
gruppi politici: i socialisti europei e popolari europei sono i pi numerosi.
Il Trattato prevede che lo statuto dei partiti politici
politici a livello europeo e le norme relative al loro
finanziamento determinato dal Parlamento e dal
da Consiglio che deliberano mediante
regolamenti secondo la procedura legislativa ordinaria. Nella dichiarazione allegata al
Trattato di Nizza si precisa che ci
ci non comporta alcun trasferimento di competenze degli
Stati membri all'Unione e lascia impregiudicata
impregiudicata l'applicazione delle norme costituzionali
nazionali.
5.3 FUNZIONAMENTO
Laa legislatura dura cinque anni. Il Parlamento tiene una sessione ordinaria annuale. Si riunisce
di diritto il secondo marted del
d mese di marzo. La sessione di un anno ed suddiviso in
periodi di sessione chee si tengono durante una settimana ogni mese, ma il Parlamento decide
in piena autonomia della durata delle sue interruzioni.
interruzioni. Pu riunirsi anche in seduta
straordinaria su richiesta della maggioranza dei membri, del Consiglio e della Commissione.
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Prima di ogni periodo di sessione, un progetto d'ordine del giorno fissato dalla Conferenza
dei presidenti tenuto conto del programma
programma legislativo annuale. Il progetto dell'ordine del
giorno distribuito da deputati dell'assemblea la quale adotter l'ordine del giorno definitivo;
proposte di modifica possono essere presentate da un gruppo politico, da una Commissione o
da almeno 40 deputati. Una volta approvato,
provato, non pu essere pi modificato.
Il Trattato prevede che il Parlamento deliberi a maggioranza assoluta dei suffragi espressi. Il
numero legale raggiunto quando si trovino nell'assemblea un terzo dei deputati che lo
compongono.
o. Le deliberazioni sono valide se il presidente non costata che il numero legale
non ha raggiunto. Maggioranze aggravate
gravate sono previste specifiche materie, ad esempio la
procedura di constatazione di una violazione grave.
Il voto personale e non pu essere
essere delegato; si manifesta normalmente per alzata di mano
oppure per appello nominale o a scrutinio segreto. Le sedute plenarie si tengono a Strasburgo
mentre quelle supplementari, le riunioni delle commissioni permanenti e dei gruppi politici, a
Bruxelles.
5.4 POTERE DI INIZIATIVA
Il Trattato istitutivo attribuisce il diritto di proposta normativa solo alla Commissione.
Commissione
Il poteree di iniziativa del Parlamento ora consacrato nel Trattato che gli riconosce la facolt
di chiedere alla Commissione di presentare
presentare adeguate proposte legislative su ogni questione
per la quale ritenga necessaria l'adozione di un atto dell'Unione
dell'
ai fini dell'attuazione dei
Trattati.. La relativa risoluzione precisa la base giuridica pertinente corredata da
raccomandazioni particolareggiate
ggiate circa il contenuto della proposta che dovr rispettare i
diritti fondamentali e il principio di sussidiariet.
Il Parlamento pu anche essere un termine per la presentazione della proposta da parte della
Commissione.
Un potere di iniziativa legislativa
iva del Parlamento previsto quando si tratti di elaborare un
progetto volto a stabilire le disposizioni necessarie per permettere l'elezione dei suoi membri
a suffragio universale e con una procedura uniforme in tutti gli stati membri, o quando
stabiliscaa lo statuto e le condizioni per l'esercizio delle funzioni dei suoi membri,
membri deliberando
mediante regolamenti secondo una procedura legislativa speciale con l'approvazione del
Consiglio e previo parere della Commissione.
Su un piano pi generale, il Parlamento
Parlamento su richiesta di un gruppo politico di almeno 40
deputati pu aprire una discussione straordinaria, su un argomento
argomento di notevole rilevanza
connesso alla politica dell'Unione
Unione europea che si conclude senza l'approvazione di una
risoluzione, oppure sulla questione
uestione avente carattere di urgenza, accompagnando tale richiesta
da una proposta di risoluzione sulla quale si apre il dibattito che si conclude con una
votazione.
Inoltre ogni deputato pu presentare una proposta di risoluzione sull'argomento rientrante
nell'ambito delle attivit dell'Unione
Unione; la Commissione competente decide sulla procedura e
pu decidere di elaborare una risoluzione.
Tali risoluzioni possono costituire il mezzo non trascurabile per indirizzare l'azione
dell'Unione,, per influenzare la posizione
posizione delle altre istituzioni rispetto a determinate
questioni o per sollecitare la Commissione ad occuparsi di certi problemi e recepirne il
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Il mediatore presenta annualmente una relazione al Parlamento sui risultati delle sue
inchieste.
5.7 L'UTILIZZAZIONE DEL CONTENZIOSO DELL'UNIONE
DELL'
Ai sensi dei Trattati istitutivi, al Parlamento veniva riconosciuto un diritto di promuovere il
ricorso in carenza mentre gli era precluso promuovere il rimedio pi efficace per esercitare
un controllo sulla legalit comunitaria ossia il ricorso in annullamento. Nel corso degli anni il
Parlamento si visto riconoscere dalla Corte di giustizia un diritto d'intervento in alcuni
procedimenti per
er annullamento, ai sensi dell'articolo 40 dello statuto della Corte che
autorizza tutte le istituzioni, senza restrizioni e distinzioni a intervenire nelle controversie
pendenti davanti ad essa senza neanche dover dimostrare il proprio interesse ad agire. In tal
caso le conclusioni dell'istanza di intervento possono avere come oggetto soltanto l'adesione
alla conclusione di una delle parti.
Anche se originariamente lo statuto della Corte non ha menzionato il Parlamento tra le
istituzioni aventi diritto a depositare
epositare davanti ad esse memorie e osservazioni scritte nel corso
di procedimenti esperiti a titolo pregiudiziale, tuttavia sulla base dell'articolo 21 dello statuto
che autorizza la Corte a chiedere ogni informazione
ormazione che ritenga necessaria alle istituzioni non
presenti nel procedimento,
dimento, la Corte avuto l'occasione di porre al Parlamento una serie di
quesiti e delle sue risposte ha tenuto debito conto. Talora il rappresentante del Parlamento
stato anche invitato a partecipare alla fase orale del procedimento.
Il riconoscimento del diritto a presentare direttamente ricorso in carenza stato riconosciuto
dalla Corte alla luce dell'articolo 232 CE che
che attribuiva la legittimazione attiva alle
a istituzioni
ulteriori rispetto a quella accusata di inerzia. Una ricorso
ricorso in carenza fu presentato dal
Parlamento contro il Consiglio in materia di politica comune dei trasporti.
Per quanto riguarda il ricorso in annullamento, l'originario articolo 173 CEE ha attribuito il
diritto a proporlo soltanto alla Commissione e al Consiglio:: la nuova formulazione dell'articolo
263 TFUE sancisce finalmente la piena legittimazione del Parlamento a promuovere le azioni
di annullamento senza pi dover dimostrare l'esigenza di salvaguardare le proprie
prerogative, mentre tale limite rimane
rim
ancora oggi per i ricorsi promossi dalla Corte dei conti
e dalla
alla Banca centrale europea, ai quali il Trattato di Lisbona ha aggiunto anche quelle
promosse dal Comitato delle regioni. Resta invece esclusa la legittimazione del Parlamento a
promuovere ricorsi per inadempimento nei confronti degli Stati membri che
ch abbiano violato
gli obblighi loro
oro imposti dal diritto dell'Unione
dell'
trattandosi di competenza attribuita in via
esclusiva alla Commissione.
La volont del Parlamento di assumere un suo ruolo pi incisivo
i sivo nella procedura normativa e
contenziosa si sostanziata anche con la creazione di un'apposita Commissione interna per gli
affari giuridici competente a verificare la correttezza della base giuridica delle proposte
normative.
Parallelamente al riconoscimento
noscimento della legittimazione attiva del Parlamento, la Corte aveva
affermato anchee la sua legittimazione passiva tanto nel ricorso in carenza tanto nel ricorso in
annullamento: secondo la Corte anche gli atti del parlamento, al pari di quelli delle altre
altr
istituzioni, sono soggetti al giudizio di legittimit in considerazione dell'accrescimento dei
suoi poteri decisionali sia nella procedura di bilancio che nel procedimento normativo alle
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stesse condizioni previste dall'articolo 230 CE per gli atti della Commissione e del Consiglio
con il solo limite che si trattasse di atti produttivi di effetti giuridici nei confronti di terzi.
5.8 POTERI IN MATERIA DI BILANCIO
In
n materia di bilanci il Parlamento esercita ruolo determinante in quanto riesce a far pesare la
sua volont in un settore vitale per tutta l'attivit dell'Unione.
dell'
In questo modo messo in
grado di influire sulle stesse politiche dell'Unione
dell'
anche se il suo
uo potere in merito resta in
ultima analisi pi circoscritto: ci in quanto la sua competenza
competenza rimane solo consultiva per
quanto riguarda la determinazione del sistema delle risorse proprie dell'Unione
dell'
che sono
deliberate con decisione unanime del Consiglio secondo la procedura legislativa speciale.
La procedura di bilancio ha subito un'evoluzione profonda in relazione alla modifica del
regime finanziario conseguente al passaggio dal sistema dei contributi statali a quello delle
risorse proprie, e al riconoscimento
scimento di maggiori poteri al Parlamento in questa materia.
L'articolo 203 del Trattato CEE accordava all'assemblea soltanto un potere consultivo sul
progetto di bilancio preparato dalla Commissione,, poi adottato definitivamente dal Consiglio
il quale poteva
eva tener conto o meno delle proposte di modifica avanzate dall'assemblea. Alcuni
importanti innovazioni in materia sono state introdotte con il Trattato di Lussemburgo del 22
aprile 1970 e con il Trattato di Bruxelles i quali hanno accresciuto
accresciut i poteri del
de parlamento e gli
hanno attribuito la competenza per l'adozione finale del bilancio.
Con il Trattato di Lisbona il Parlamento assume un ruolo determinante in posizione paritaria
con il Consiglio per l'approvazione del bilancio dell'Unione
dell'
adottato secondo la procedura
legislativa speciale ed essendo stata eliminata la distinzione tra spese obbligatorie
obb
spese non
obbligatorie.
5.9 PARTECIPAZIONE AL PROCESSO DI FORMAZIONE DELLE NORME DELL'UNIONE
DELL'
I Trattati istitutivi includevano sin dall'origine il Parlamento
Parlamento nel procedimento normativo
comunitario sia pure limitatamente ai casi espressamente previsti. Riservavano tuttavia ad
esso un ruolo marginale, solo consultivo e non deliberativo, nelle due forme del parere
obbligatorio del parere facoltativo da rilasciare
rilasciare in relazione alle proposte normative della
Commissione e prima della decisione del Consiglio.
Un ruolo tuttavia che non poteva non apparire troppo riduttivo e non consono alla istituzione
assembleare. Per tale motivo sono state introdotte le procedure di cooperazione del parere
conforme nonch la procedura di codecisione stabilite dal Trattato di Maastricht: il
Parlamento ha visto cos attribuirsi poteri certamente pi incisivi nel procedimento
normativo
tivo comunitario ma non generali nel senso che poteva esercitarli solamente nelle
ipotesi espressamente previste.
Il Trattato di Lisbona provvede ora a sancire
ncire definitivamente il ruolo fondamentale del
Parlamento nel procedimento normativo stabilendo che esso esercita congiuntamente al
Consiglio la funzione legislativa e la funzione di bilancio: si tratta della procedura legislativa
ordinaria e della procedura
ura legislativa speciale nei
nei casi specifici previsti dai Trattati. Permane
comunque l'esclusione del Parlamento dalla fase di iniziativa legislativa salvo quando si tratti
di elaborare un progetto volto a stabilire le disposizioni necessarie per permettere l'elezione
dei suoi membri a suffragio universale o di stabilire lo statuto le condizioni per l'esercizio
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L'altra procedura prevista quella delle deleghe: a condizione che il principio di collegialit
sia rispettato, la Commissione pu autorizzare solamente a prendere misure di gestione e di
amministrazione chiaramente definite. La legittimit di tali deleghe stata riconosciuta dalla
Corte di giustizia. La Commissione pu anche creare degli organi sussidiari, conferire loro dei
poteri
eri di esecuzione delle sue decisioni, a condizione che questi siano precisamente delimitate
e non lascino margine di apprezzamento discrezionale.
6.3 COMPETENZE: POTERE DI INIZIATIVA
Le competenze della Commissione sono indicate dall'articolo 17 TUE, ma si ricavano anche da
varie altre disposizioni dei Trattati.
Trattati
L'aspetto pi significativo indubbiamente l'esercizio del potere di iniziativa per lo sviluppo
dell'integrazione europea. In primo luogo, essa adotta raccomandazioni, formula pareri nei
settori definiti dal Trattato quando ci sia esplicitamente previsto o ogni volta che lo ritenga
necessario; utilizzando tale potere generale, la Commissione svolge una funzione
fondamentale nella preparazione della restaurazione delle politiche dell'Unione,
dell'
determina le
priorit delle questioni da trattare. Inoltre rivolge raccomandazioni per i membri, ad esempio
in materia di liberalizzazione del servizio materia di trasporti.
Determinante il suo potere di iniziativa nella procedura di formazione degli atti legislativi
leg
dell'Unione durante la quale in grado di esercitare la sua costante influenza, e che le
consente di partecipare attivamente ai procedimenti decisionali di carattere interistituzionale.
L'articolo 293 TFUE attribuisce particolare valore alla proposta
prop
della Commissione stabilendo
che il Consiglio non pu emanare un atto che costituisca suo emendamento se non
all'unanimit mentre sufficiente la maggioranza prevista per approvare la proposta. Questa
disposizione ha lo scopo di rafforzare l'interesse
l'interess dell'Unione manifestato nella proposta
impedendo che la maggioranza di Stati possa far prevalere i propri interessi sulla posizione
della Commissione e possa prevaricare gli Stati in minoranza senza il consenso di questa. Solo
l'unanimit degli Stati pu far prevalere il loro comune interesse all'interesse generale. Finch
il Consiglio non abbia deliberato, la Commissione pu sempre modificare la sua proposta
iniziale in ogni fase delle procedure che portano all'adozione dell'atto, talora dopo
consultazioni
oni con il Parlamento europeo, consentendole cos di ricercare una soluzione
accettabile per gli Stati membri.
La proposta il modo normale attraverso cui si esprime l'iniziativa normativa ma questa pu
anche consistere in una raccomandazione. Nell'elaborazione
Nell'elaborazione delle sue proposte la
Commissione si fa coadiuvare da alcuni Comitati composti da esperti nazionali o indipendenti
si consulta con i diversi ambienti interessati, spesso attraverso l'intermediazione di organismi
che raggruppano le organizzazioni professionali
pro
degli stati membri.
La proposta deve contenere l'indicazione della base giuridica su cui si fonda: in particolare la
Commissione tenuta giustificare sempre la conformit della sua proposta a tale principio.
Il Parlamento europeo pu chiedere alla
a Commissione di presentare adeguate proposte su
questioni per le quali reputa necessaria l'elaborazione di un atto dell'Unione
dell'
e la stessa
iniziativa pu essere assunta dal Consiglio.. Tali le richieste contengono spesso anche le
indicazioni dei contenutii delle linee di fondo che finiscono certamente per influenzare la
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Commissione.. In ogni caso essa deve giustificare il motivo per il quale ritenga di non dare
seguito alla richiesta.
prevista inoltre la possibilit dei cittadini dell'Unione,
dell'
, in numero di almeno 1 milione
appartenenti a un numero significativo di stati membri, di prendere l'iniziativa di chiedere
alla Commissione di presentare una proposta su materie per le quali ritengono necessario un
atto giuridico dell'Unione ai fini dell'attuazione dei
de Trattati.. Le procedure e le condizioni
necessarie per la presentazione di tale iniziativa dei cittadini saranno stabilite mediante
regolamenti adottati dal Parlamento e dal Consiglio secondo la procedura legislativa
ordinaria.
sionamento del ruolo della Commissione nel processo decisionale
Pu riscontrarsi un ridimensionamento
alla luce di un diverso riassetto dell'equilibrio fra le istituzioni, di pari passo con il
rafforzamento dei poteri del Parlamento che condivide ormai il potere legislativo con il
Consiglio e non necessita di pi di trovare sostegno della Commissione.
Nell'ambito della PESC il ruolo nella Commissione si trova ancor pi attenuato: essa pu solo
appoggiare l'Alto rappresentante dell'Unione
dell'
per gli affari esteri nel sottoporre al Consiglio
questioni
ni relative alla politica estera.
Alla Commissione viene attribuita talora una funzione consultiva: cos nel caso della
cooperazione rafforzata nell'ambito della politica estera, la Commissione tenuta ad
esprimere un parere al Consiglio.
Consiglio
6.4 POTERE DECISIONALE
Un limitato potere autonomo di decisione riconosciuto alla Commissione in alcune ipotesi
specificate dal Trattato,, in particolare nell'ambito della politica della concorrenza: controllo
sulla disciplina delle imprese pubbliche, sorveglianza sulla
sulla compatibilit degli aiuti di Stato
nel mercato interno.
Essa dispone anche di un potere normativo primario nei casi e alle condizioni previste dai
Trattati:: ad esempio per emanare regolamenti riguardanti le condizioni alle quali i lavoratori
subordinati
ti possono rimanere in uno Stato membro dopo aver occupato l'impiego.
Inoltre il Trattato di Lisbona prevede che la Commissione possa adottare atti a portata
generale su delega di un atto legislativo al fine di integrare e modificare determinati elementi
non
on essenziali all'atto stesso. Questo intervento vincolato alle condizioni espressamente
fissate dall'atto legislativo, in particolare per quanto riguarda gli obiettivi, la portata di quel
contenuto, la durata della delega, che si svolge sotto la sorveglianza
sorveglianza del Parlamento e del
Consiglio i quali possono sempre decidere di revocare la delega oppure sollevare obiezioni.
6.5 POTERI DI ESECUZIONE
Prima dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, era previsto che il Consiglio potesse
delegare alla Commissione la competenza per l'esecuzione degli atti normativi da esso
adottati purch la delega fosse sufficientemente precisa. La Commissione quindi non era
titolare di un potere autonomo di esecuzione. Allo stesso modo si dava la facolt al Consiglio
di fissare
ssare le modalit cui subordinare l'esercizio del potere delegato. A tal motivo stato
introdotta la procedura dei Comitati composti da rappresentanti degli Stati membri chiamati
ad affiancare la Commissione nell'esercizio dei poteri attribuiti. La Corte di giustizia ha
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competenze attribuite avvalendosi del diritto di revoca con il diritto di obiezione; dall'altro le
competenze attribuite alla Commissione per adottare gli atti necessari per assicurare
l'esecuzione in forma degli atti normativi i quali dunque devono conferire alla Commissione le
competenze di esecuzione.
La competenza di esecuzione risulta condivisa da stati membri e Commissione in quanto ai
primi spetta la competenza ad adottare tutte le misure di diritto interno necessarie per
l'attuazione
ione di tali atti, alla seconda vengono conferite competenze di esecuzione allorch
siano necessarie condizioni uniformi per la loro applicazione. Il controllo sull'esercizio delle
competenze di esecuzione da parte della Commissione non accordato al legislatore
legi
ma pu
essere esercitato solo dagli stati membri.
La recente proposta di regolamento della Commissione del 9 marzo 2010 si propone di
ordinare e semplificare la procedura dei Comitati alla luce delle disposizioni del Trattato di
Lisbona. Viene mantenuta
enuta la struttura dei Comitati,, riorganizzati per affinit, i cui lavori sono
periodicamente comunicati al Parlamento e al Consiglio e devono essere accessibili al
pubblico: ad essi viene affiancato il controllo degli stati membri per l'adozione degli atti
att di
esecuzione da parte della Commissione.
Commissione
Sono inoltre previste solo due procedure: la procedura consultiva diviene la regola generale, e
la procedura d'esame si deve applicare solo all'adozione di misure di portata generale al fine
di attuare gli atti dii base e a misure con un impatto potenziale considerevole riguardanti la
politica agricola comune, l'ambiente, la sicurezza delle persone. Essa prevede un controllo da
parte degli stati membri tale da impedire l'adozione di misure non conformi al parere del
d
Comitato.. Questi formula il proprio parere a maggioranza qualificata. Se il progetto di misure
conforme al parere, la Commissione adotta le misure in questione altrimenti non pu
adottarle. Tuttavia pu adottarle ugualmente nel caso in cui la mancata adozione comporti
rilevanti turbative dei mercati o un rischio per la sicurezza delle persone o per gli interessi
finanziari dell'Unione.
Infine alla Commissione incombe l'esecuzione del bilancio sotto la propria responsabilit e in
modo conforme al principio
pio di buona gestione finanziaria, nei limiti dei crediti stanziati e alle
condizioni fissate dai regolamenti finanziari adottati dal Consiglio secondo la procedura
legislativa ordinaria e previa consultazione della Corte dei conti. Essa pu anche procedere
proceder a
trasferimenti di crediti sia da capitolo a capitolo sia da suddivisione a suddivisione.
6.6 POTERI DI GESTIONE
Alla Commissione spetta la gestione amministrativa dei programmi e strumenti finanziari
europei e degli stanziamenti destinati ad interventi pubblici dell'Unione
Unione nonche dei fondi a
finalit strutturale: il Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia in Agricoltura che gestisce
le spese della politica agricola comune; il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale che diretto a
correggere glii squilibri regionali dell'Unione;
dell'
; il Fondo Sociale Europeo per lo Sviluppo
dell'occupazione e della Formazione Professionale dei Lavoratori.
La gestione di questi strumenti finanziari si inquadra nella competenza di esecuzione del
bilancio spettante alla Commissione sotto la propria responsabilit e nei limiti dei crediti
stanziati. In tale ambito essa dispone di ampi poteri di controllo al fine di garantire il corretto
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utilizzo dei contributi concessi. Esercita varie competenze nella gestione amministrativa
amministrati delle
politiche settoriali, soprattutto quella della concorrenza, dell'agricoltura, dei trasporti.
6.7 POTERI DI CONTROLLO
La Commissione ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme dei Trattati e del
diritto derivato da parte sia degli stati
stati membri che delle istituzioni degli stessi privati. A tal
fine essa dispone di vari poteri di verifica e di controllo sia preventivi che successivi nonch di
poteri sanzionatori.
In primo luogo, essa orienta l'operato degli Stati membri e dei privati in modo
m
conforme alle
norme dell'Unione,, utilizzando a tale scopo il potere di raccogliere informazioni e procedere
alle verifiche necessarie per l'esecuzione dei suoi compiti: alcune disposizioni del Trattato
soprattutto varie norme derivate impongono agli Stati
Stati il dovere di comunicarle le misure che
si intendono adottare determinati campi, di notificarle i provvedimenti che hanno preso per
uniformarsi alle direttive, di segnalarle particolari situazioni interne che siano suscettibili di
porsi in contrasto con il sistema dell'Unione.
dell'
Essa inoltre pu esercitare il suo potere di accertamento e di verifica anche all'interno degli
ordinamenti statali e nei confronti di privati o imprese e pu procedere ad inchieste o
comminare sanzioni. Pu prendere l'iniziativa di segnalare agli Stati determinati
comportamenti o misure che a suo giudizio comportano il rischio di porsi in contrasto con il
diritto dell'Unione.. A tal fine rivolge agli Stati membri raccomandazioni e pareri, in varie
situazioni previste espressamente.
Il suo potere di vigilanza previsto da numerose specifiche norme del Trattato:
Trattato ad esempio la
Commissione sorveglia sulla compatibilit degli aiuti di Stato con il mercato comune nonch
sulla corretta applicazione delle clausole di salvaguardia.
In secondo luogo la Commissione ha il potere di perseguire nei confronti degli stati membri
ogni violazione degli obblighi derivanti dal diritto dell'Unione
dell'
al fine di assicurarne
l'osservanza: pu quindi promuovere la procedura per infrazione dinanzi la Corte di giustizia,
di propria iniziativa o su richiesta di uno Stato membro, dopo l'espletamento della procedura
precontenziosa che prevede l'emissione di un parere motivato al riguardo, dopo aver posto lo
stato in condizione di presentare le proprie osservazioni. Una deroga a tale procedura
prevista dall'articolo 108 TFUE secondo cui la Commissione pu adire direttamente la Corte
qualora uno stato non si conformi alla decisione della Commissione che constati
l'incompatibilit di un aiuto di Stato.
In determinati settori la Commissione dispone del potere di emanare sanzioni pecuniarie nei
confronti delle imprese o dei privati che abbiano violato gli obblighi loro imposti dalle norme
dell'Unione. Gli atti della Commissione che comportano l'obbligo pecuniario a carico
cari delle
persone costituiscono titolo esecutivo e possono dar luogo all'esecuzione forzata, regolata
dalle norme di procedura civile vigenti nello stato in cui viene effettuata: essa pu essere
sospesa solo in virt di una decisione della Corte di giustizia.
Le decisioni della Commissione possono essere impugnate davanti alla Corte di giustizia
dell'Unione europea.
27
28
29
maggioranza
za semplice, calcolata sul numero dei membri che compongono il Consiglio,
e non sui presenti
unanimit che si riferisce ai votanti; le astensioni dei membri presenti o rappresentati
non costituiscono ostacolo all'adozione delle deliberazioni. La votazione all'unanimit
ha trovato generale applicazione a partire dal famoso compromesso di Lussemburgo
del 29 gennaio 1966 quando i membri del Consiglio convennero che in tutte le ipotesi
in cui fossero coinvolti importanti interessi nazionali di uno o pi Stati membri,
m
sarebbe stato necessario ricercare una soluzione accettabile per tutti gli Stati, e che la
discussione avrebbe dovuto continuare fino a raggiungere un accordo unanime nel
rispetto dei reciproci interessi. Il Trattato di Lisbona mantiene la regola dell'unanimit
de
per ipotesi particolari: ad esempio modalit di esercizio del diritto di voto e di
eleggibilit alle elezioni comunali e alle elezioni del Parlamento europeo dei cittadini
dell'Unione dello Stato membro di residenza, disposizioni relative al sistema
s
delle
risorse proprie dell'Unione
Unione,, accordi formali su un sistema di tassi di cambio dell'euro.
L'unanimit costituisce poi la regola generale di votazione nell'ambito della politica
estera e di sicurezza comune e della politica di sicurezza e di difesa
difesa comune attenuata
dal meccanismo dell'astensione costruttiva
maggioranza qualificata, nei casi previsti dai Trattati,, secondo la ponderazione dei voti
attribuiti a ciascuno Stato membro, ossia il differente peso assegnato al loro voto in
ragione della loro
oro importanza che ovviamente ha subito nel tempo vari aggiornamenti
in conseguenza di successivi ampliamenti della comunit europea.
In una Unione a 15 stati, la ponderazione attribuita ai vari Stati membri assommava a un
totale di ottantasette voti. Una ponderazione che favoriva indubbiamente piccoli Stati i quali
risultavano sovra rappresentati in rapporto alla loro popolazione. Per tali motivi erano state
avanzate delle proposte volte a modificare tale sistema, quali l'introduzione di un meccanismo
di doppia maggioranza.
Quando le deliberazioni erano adottate su proposta della Commissione,, esse erano valide se
ottenevano almeno 63 voti, ossia il 70%: dunque per bloccare l'adozione della deliberazione
occorrevano 26 voti. Alcuni stati membri avrebbero voluto
voluto mantenere la minoranza di blocco
a 23 voti per potersi opporre facilmente alla presa di decisione. Il Consiglio ha trovato una via
compromissoria adottando una decisione nel 1995 (compromesso di Ionnina) con la quale si
stabiliva che se dei membri del Consiglio rappresentanti un totale da 23 a 25 indicavano la
loro intenzione di opporsi all'adozione di una decisione a maggioranza qualificata, il Consiglio
avrebbe fatto tutto il possibile per raggiungere in un termine ragionevole e senza pregiudizio
dei termini obbligatori previsti dal diritto comunitario a una soluzione soddisfacente che
potesse essere adottata con almeno 65 voti.
Collegata al problema della ponderazione dei voti era la questione essenziale dell'estensione
del voto a maggioranza qualificata
quali
del Consiglio,, al fine di ridurre le ipotesi di voto
all'unanimit. Il Parlamento europeo in proposito aveva proposto da tempo l'estensione
generalizzata del voto a maggioranza qualificata salvo per le questioni politiche pi delicate e
per le decisioni
ioni a carattere costituzionale. Gi il Trattato di Maastricht aveva esteso tale
procedura di voto ad una serie di materie, prima sottoposte alla regola dell'unanimit. Anche
il successivo Trattato di Amsterdam aveva ampliato il ricorso alla maggioranza qualificata
qu
ma
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l'unanimit rimaneva ancora molto diffusa nelle materie sensibili e nei nuovi settori di
intervento.
Il Trattato di Nizza ha provveduto a modificare la ponderazione dei voti in seno al Consiglio, a
decorre dal 1 gennaio del 2005. Ai grandi Stati
Stati erano attribuiti 29 voti, 27 alla Spagna, sino a
quattro del Lussemburgo. Inoltre si prevede un sistema di duplice maggioranza per
l'approvazione delle deliberazioni: una fondata sulla ponderazione dei voti e l'altra sul
numero degli Stati votanti.
Attualmente,
almente, fino al 1 novembre 2014 la ponderazione complessiva dei voti fissata in 345 e
la soglia della maggioranza qualificata per la validit delle deliberazioni del Consiglio fissata
in 255 voti che esprimano il voto favorevole della maggioranza degli
degli stati membri quando
prese su proposta della Commissione;
Commissione; negli altri casi prevista una maggioranza qualificata
aggravata: 355 voti devono esprimere il voto favorevole di almeno due terzi degli Stati
membri. Inoltre, lo Stato membro pu chiedere che gli stati membri che compongono la
maggioranza qualificata rappresentino almeno il 72% della popolazione totale dell'Unione
dell'
(clausola della verifica demografica). Qualora questa condizione non sia soddisfatta, la
decisione non adottata.
A decorrere dal 1 novembre
vembre 2014 per la maggioranza qualificata deve intendersi almeno 55%
dei membri del Consiglio rappresentanti gli Stati membri partecipanti che totalizzano almeno
il 75% della popolazione dell'Unione.
dell'
. La minoranza di blocco deve comprendere almeno
quattro membri del Consiglio,, altrimenti la maggioranza qualificata si considera ugualmente
raggiunta anche se il requisito del 75% della popolazione non fosse rispettato. Quando il
Consiglio non delibera su proposta della Commissione o su iniziativa dell'alto rappresentante
rap
dell'Unione per gli affari esteri, la soglia della maggioranza qualificata elevata al 78% dei
membri del Consiglio che totalizzano sempre almeno il 75% della popolazione complessiva
dell'Unione.
Nel periodo tra il 1 novembre 2014 e il 31 marzo
marzo 2017, su richiesta di uno Stato membro, le
deliberazione del Consiglio possono essere adottate secondo l'attuale maggioranza qualificata
fondata sul voto ponderato invece che secondo quella prevista dal Trattato di Lisbona.
A decorrere dal aprile 1017 laa regola della doppia maggioranza diviene obbligatoria, ma le
soglie della minoranza di blocco sono abbassate al 55% degli Stati membri e al 55% della
popolazione. Con tali accorgimenti si vuole consentire a una minoranza significativa di
sospendere la votazione
azione ed aprire una fase di negoziato nell'intento di giungere ad un'ampia
maggioranza.
Nel Consiglio europeo, il suo presidente e il presidente della Commissione non partecipano al
voto.
Le decisioni adottate dal Consiglio nel settore della PESC sono deliberata
iberata all'unanimit. In
caso di astensione di uno Stato membro, esso non obbligato ad applicare la decisione ma
accetta che essa impegni l'Unione
Unione e si astiene da azioni che possono contrastare l'azione
dell'Unione basata su tale azione. Qualora i membri
membr del Consiglio che si astengono dal voto
con una dichiarazione formale motivata rappresentino almeno un terzo degli stati membri che
totalizzano un terzo della popolazione dell'Unione,
dell'
, la decisione non adottata.
Il Consiglio pu deliberare a maggioranza qualificata quando si tratti di una decisione che
definisce un'azione o posizione dell'Unione
dell'
sulla base di una decisione europea del Consiglio
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diritto a pensione od o da altri vantaggi sostitutivi, quei membri che non siano in possesso dei
requisiti richiesti o non rispettino gli obblighi derivanti dalla loro carica.
L'attivit della Corte collegiale: il lavoro svolto individualmente dai membri responsabili dei
vari settori viene esaminato dal collegio che decide sul seguito che dovr loro essere dato e
stabilisce il testo definitivo
itivo dei pareri e delle relazioni.
La Corte dei conti ha competenza generale per il controllo esterno della gestione finanziaria
dell'Unione:: esamina i conti di tutte le entrate e uscite delle istituzioni e di ogni altro
organismo creato dall'Unione a meno
meno che ci non sia escluso dal relativo atto costitutivo. Il
controllo riguarda la legalit e la regolarit di tutte le operazioni. La Corte accerta inoltre la
sana gestione finanziaria.
I controlli possono essere effettuati sia presso le istituzioni sia negli
negli stati membri, compresi i
locali di persone fisiche e giuridiche che ricevono contributi a carico del bilancio dell'Unione.
dell'
La Corte conti pu chiedere inoltre alle autorit nazionali interessate la documentazione e le
informazioni che ritenga necessarie.
necessari Assiste il Parlamento e il Consiglio nella loro funzione di
controllo sull'esecuzione del bilancio, mentre sprovvista di poteri diretti di sanzione.
I risultati dei lavori della Corte formano normalmente oggetto di una relazione in cui essa
attesta l'affidabilit
affidabilit dei conti e la legittimit e regolarit delle relative operazioni. La Corte la
redige dopo la chiusura dell'esercizio finanziario per poi trasmetterla entro il 30 novembre
direttamente al Parlamento e al Consiglio. La relazione viene pubblicataa sulla gazzetta ufficiale
dell'Unione europea
La Corte svolge anche una rilevante funzione consultiva potendo presentare di sua iniziativa
in ogni momento proprie osservazioni su questioni specifiche e rilasciare pareri su richiesta
delle istituzioni. A ci
i si aggiungono ovviamente le forme di consultazione obbligatoria nei
casi contemplati dal Trattato.
10.
0. LE ISTITUZIONI GIUDIZIARIE. LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL'UNIONE
UNIONE EUROPEA
Essa ha il compito di assicurare il rispetto del diritto nell'interpretazione e nell'applicazione
dei Trattati.
Essa, in seguito al Trattato di Lisbona, comprende la Corte di giustizia, il tribunale e tribunali
specializzati. La distribuzione di competenze dei vari organismi fissata in parte dal TFUE, in
parte dallo statuto della Corte.
Gli stati membri devono provvedere a stabilire rimedi giurisdizionali necessari per assicurare
una tutela giurisdizionale effettiva nei settori disciplinati dal diritto dell'Unione
dell'Unione.
10.1 LA GIURISDIZIONE (RINVIO)
Il sistema di tutela giurisdizionale
giurisdiziona nell'ordinamento dell'Unione si articola su due livelli
principali: il primo consente un controllo diretto da parte della Corte di giustizia dell'Unione
dell'
europea sulla legittimit degli atti e comportamenti delle istituzioni dell'Unione:
dell'
vi rientrano
l'azione
zione di annullamento, per il controllo di legittimit sugli atti adottati congiuntamente dal
Parlamento e dal Consiglio,, gli atti del Consiglio, della Commissione,, della BCE nonch gli atti
del Parlamento europeo, del Consiglio europeo e degli organi ed organismi
rganismi dell'Unione
dell'
aventi
effetti giuridici nei confronti dei terzi, l'azione in carenza che tende ad accertare l'illegittimit
delle istituzioni; l'eccezione incidentale di invalidit nell'ambito di un procedimento gi
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ma soltanto nelle cause che richiedono il suo intervento ossia quelle pi significative. Le
conclusioni degli avvocati generali sono pubblicate con le relative sentenze.
Quando prendono servizio, i giudici
giudici e gli avvocati generali prestano giuramento in seduta
pubblica impegnandosi ad esercitare la loro funzione in piena imparzialit. Godono di
privilegi previsti per i funzionari dell'Unione
dell'
e di un regime di immunit che solo la Corte pu
negare. La loro azione incompatibile con qualsiasi altra attivit professionale o politica. Il
loro mandato si conclude con lo spirare del termine ovvero a seguito di dimissioni volontarie
o pronunciate dalla Corte in seduta plenaria quando essi non siano pi in possesso
posses dei
requisiti richiesti per lo svolgimento delle loro funzioni o abbiano mancato ai loro obblighi.
10.4 ORGANIZZAZIONE
Il presidente della Corte di giustizia viene eletto dei giudici per tre anni a scrutinio segreto e a
maggioranza assoluta dei voti espressi
espressi ed rinnovabile. Esso dirige i lavori della Corte,
designa le sezioni competenti e il giudice relatore per ogni causa, fissa le date delle udienze,
decide sulle richieste di provvedimenti cautelari d'urgenza, presiede le udienze plenarie.
Nella disciplina precedente la Corte si riuniva in formazione plenaria ma era anche prevista la
possibilit di creare al suo interno delle sezioni di tre, cinque o sette giudici.
Secondo la nuova disciplina, la Corte solo eccezionalmente si riunisce in seduta plenaria
plen
qualora sia previsto dallo statuto, cio nei seguenti casi: quando si tratti di pronunciare le
dimissioni del mediatore o di un membro della Commissione della Corte dei conti o quando
reputi che il giudizio pendente dinanzi ad essa riveste un carattere
carattere eccezionale.
Essa si riunisce in sezioni composte ciascuna da tre o cinque giudici che eleggono i loro
presidenti in base ad una rotazione annuale.
Le loro deliberazioni sono valide soltanto se prese da tre giudici.
Dinanzi le sezioni possono essere rinviati
rinviati anche ricorsi in via pregiudiziale sempre che
l'importanza delle questioni o l'esistenza di circostanze particolari non ritengano che la Corte
giudichi in seduta plenaria.
La Corte inoltre pu riunirsi in grande sezione quando lo richieda uno Stato membro o
un'istituzione che sia parte in causa: essa comprende 13 giudici pi i presidenti delle sezioni
di cinque giudici, presieduta dal presidente della Corte.. Le sue deliberazioni sono valide solo
se presenti nove giudici.
Il giudice e gli avvocati generali
enerali nominano per sei anni il cancelliere che provvede anche alla
gestione amministrativa della Corte.
Corte
10.5 PROCEDURA
L'attivit della Corte di giustizia regolata dalle disposizioni del Trattato,
Trattato dallo statuto della
Corte,, del regolamento di procedura,
procedura, dal regolamento addizionale che regola le rogatorie e il
gratuito patrocinio, dalle istruzioni al cancelliere.
Le parti devono farsi rappresentare. Le istituzioni e gli stati nominano un agente per ciascuna
causa, le altre parti devono essere rappresentate
rappresentate dall'avvocato abilitato al patrocinio dinanzi
ad un organo giurisdizionale dello Stato membro.
37
La procedura comporta una frase scritta e una fase orale: la prima si apre con le istanze
trasmesse al cancelliere, prosegue con uno scambio di memorie e contro
contro memorie e pu
essere completata da provvedimenti istruttori.
Il presidente nomina il giudice relatore mentre il primo avvocato generale designa l'avvocato
generale incaricato della causa. Al termine della procedura scritta, il giudice relatore presenta
present
alla Corte una relazione d'udienza che riassume termini della causa e le posizioni delle parti e
contiene l'eventuale richiesta di misure istruttori.
La fase orale il cui inizio fissato dal presidente della Corte della sezione, consacrata
all'audizione
one delle parti cui stata comunicata la relazione del giudice relatore, e alle quali
concesso un tempo limitato per la discussione: possono essere interrogate dai giudici e
dall'avvocato generale. Quest'ultimo presenta le sue conclusioni e alle parti non
n consentito
replicare ma solo chiedere alla Corte di riaprire eccezionalmente la procedura orale.
Le decisione assunta dalla Corte in camera di Consiglio e successivamente pronunciata in
seduta pubblica.
Nei ricorsi diretti la lingua di procedura quella
quella prescelta dal ricorrente salvo quando l'attore
sia un'istituzione e il convenuto Stato membro. Nella procedura pregiudiziale la lingua
quella del giudice di rinvio. La sentenza viene pubblicata sul sito Internet della Corte il giorno
stesso della pronuncia
ronuncia e successivamente sulla Raccolta della giurisprudenza della Corte in
tutte le lingue ufficiali.
La sentenza ha carattere definitivo; tuttavia la stessa pu essere oggetto di mezzi di
impugnazione straordinari: l'opposizione di terzo pu essere presentata
presentata contro le sentenze
che pregiudicano i loro diritti quando rese senza essere stati chiamati in causa. La revocazione
delle sentenze pu essere chiesta in caso di scoperta di un fatto nuovo avente valore decisivo
per la soluzione della controversia. Inoltre
Inoltre le parti o istituzioni possono chiedere alla Corte
linterpretazione della sentenza quando questa risulti oscura nel senso della portata.
Nel caso di rinvio pregiudiziale, la richiesta presentata dall'autorit giudiziaria nazionale
comunicata aglii strati membri e alle parti in causa davanti al giudice nazionale, alla
Commissione, nonch al Consiglio quando l'atto normativo di cui si chiede l'interpretazione o
la verifica di validit emana da esso: le istituzioni in parola possono presentare memorie
memori
scritte entro due mesi dalla notifica. Se la questione posta identica all'altra gi decisa dalla
Corte,, questa pu decidere con ordinanza motivata facendo riferimento alla precedente
sentenza.
La procedura orale pu essere soppressa se nessuno degli interessati
interessati la richiede esponendone
le motivazioni.
La sentenza notificata al giudice nazionale e a tutti i destinatari della comunicazione.
Avverso le sentenze pregiudiziali non possono essere esperiti i mezzi di impugnazione
straordinari trattandosi di procedura
rocedura non contenziosa.
10.6 IL TRIBUNALE
Istituito con una decisione del Consiglio del 1988, composto da almeno un giudice per Stato
membro. Al momento il numero dei giudici equivale a quello degli Stati membri.
I componenti del tribunale sono nominati secondo criteri analoghi a quelli previsti per la
Corte,, per la durata di sei anni, con rinnovo parziale ogni tre anni. I giudici designano al loro
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interno il presidente per tre anni. Alcuni di essi possono essere chiamati ad esercitare la
funzionee di avvocati generali, nominati dal presidente su indicazione del tribunale, con
riguardo per soltanto a determinate cause secondo i criteri stabiliti dal regolamento di
procedura del tribunale.
La presenza dell'avvocato generale prevista come obbligatoria
obbligatoria quando il tribunale si
riunisce in formazione plenaria, ossia quando il caso sottoposto all'inizio rivesta particolare
importanza.
Quando il tribunale giudica in sezione, questa pu chiedere l'assistenza di un avvocato
generale qualora lo richiedano la
la difficolt in diritto o la complessit in fatto della causa. In tal
caso la formazione plenaria decide di nominarlo e alla sua designazione provvede il
presidente. Il giudice chiamato esercitare la funzione di avvocato generale non prende parte
alla decisione
sione relativa alla causa. I giudici del tribunale godono di uno status analogo a quello
dei membri della Corte;; prestano giuramento davanti ad essa e questa sola pu privarli dei
privilegi ed immunit che a loro competono.
Il tribunale si riunisce eccezionalmente
nalmente in seduta plenaria nei casi indicati nel regolamento di
procedura; di regola in sezioni composte di tre o cinque giudici.
La composizione delle sezioni e l'attribuzione ad esse delle cause sono fissate dal regolamento
di procedura. Sono previste inoltre
noltre per determinati casi stabiliti dal regolamento di procedura
anche la formazione della grande sezione (13 giudici) nonch la formazione del giudice unico
nella persona del giudice relatore.
Il tribunale gode di ampia discrezionalit nell'individuazione
nell'individuazione della formazione pi idonea
rispetto alle caratteristiche della causa. Agli Stati membri e alle istituzioni riconosciuto il
potere di assegnazione a una sezione composta di tre giudici o al giudice unico oppure di
ottenere la rimessione della causa ad una sezione di almeno cinque giudici.
Quanto alla competenza del tribunale, essa era in un primo tempo limitata ai ricorsi dei
funzionari dell'Unione contro le istituzioni, ricorsi individuali nell'ambito della politica della
concorrenza, con esclusione dei ricorsi avanzati da uno Stato membro o da un'istituzione
nonch del rinvio pregiudiziale. In seguito il Consiglio,, cui spettava deliberare all'unanimit,
su richiesta della Corte,, circa le categorie dei ricorsi proponibili al tribunale, ha ampliato le
sue competenze anche ai ricorsi diretti proposti da persone fisiche o giuridiche; il tribunale
perdeva cos in gran parte la sua natura di organo sussidiario ma senza divenire ancora
un'istituzione autonoma perch pur sempre organo aggiunto alla Corte.
Nel
el sistema attuale il tribunale configurato come giudice di diritto comune dell'ordinamento
dell'Unione in quanto investito di una competenza generalizzata in primo grado, con
l'eccezione delle controversie in cui sono convenuti uno o pi stati membri e dei conflitti
interistituzionali.
Diviene organo di secondo grado rispetto alle decisioni assunte dai tribunali specializzati.
Per quanto riguarda la competenza pregiudiziale, la Corte di giustizia resta il giudice con
competenza generale ma si ammette ora la competenza anche del tribunale a conoscere delle
questioni pregiudiziali di materie specifiche determinate dallo statuto. Le decisioni emesse dal
tribunale su questioni pregiudiziali possono essere riesaminate dalla Corte qualora sussistano
gravi rischii ovvero l'unit e la coerenza del diritto dell'Unione
dell'
siano compromesse.
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ALTRI ORGANI
11. ORGANI CONSULTIVI. IL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE
La rappresentanza a livello dell'Unione
dell'
degli interessi delle diverse componenti economicoeconomico
sociali nazionali affidata al Comitato economico e sociale con compiti esclusivamente
consultivi.
ivi. composto da rappresentanti delle organizzazioni dei datore di lavoro, dei
lavoratori dipendenti e di altri attori rappresentativi della societ civile. Essi devono avere la
cittadinanza di uno degli Stati membri. Il loro numero non pu essere superiore
superi
a 350. Esso
comprende attualmente 344 membri ripartiti in maniera ponderata tra gli Stati membri. Sono
nominati a titolo personale per cinque anni rinnovabili del Consiglio che delibera a
maggioranza qualificata su una lista presentata da ciascuno Stato
Stato membro.
Il Comitato designa il suo presidente per due anni e mezzo e stabilisce il proprio regolamento
interno. convocato dal presidente su richiesta del Parlamento europeo, del Consiglio e della
Commissione ma pu riunirsi anche di propria iniziativa. All'interno organizzato in sezioni
specializzate per le diverse materie, e in sottoComitati.
sotto
. Tuttavia la funzione consultiva
esercitata dal Comitato nella sua unit e non dalle singole sezioni, anche se queste sono
chiamate a formulare pareri di rispettiva
rispettiva competenza che dovranno poi essere approvati dal
Comitato in seduta plenaria.
Nei casi previsti dai Trattati (agricoltura, diritto di stabilimento) il Comitato
obbligatoriamente consultato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione, ma
queste istituzioni possono farlo anche ogni volta che lo ritengano opportuno. Inoltre il
Comitato pu emanare pareri di propria iniziativa su ogni questione relativa alle materie
rientranti nella competenza. Il Parlamento, il Consiglio e la Commissione possono fissare un
termine, non inferiore a un mese, entro cui il Comitato deve presentare il parere, decorso il
quale si pu non tener conto dell'assenza di parere.
Sia l'atto unico europeo che il Trattato sull'Unione europea hanno rinforzato la partecipazione
partecipa
del Comitato all'elaborazione dei provvedimenti rivolti al completamento del mercato interno,
in materia di istruzione, formazione professionale, industria, ambiente, ricerca e sviluppo
tecnologico.
11.1 IL COMITATO DELLE REGIONI
Ha carattere consultivo.
composto da rappresentanti della collettivit regionali locali nominati per cinque anni,
rinnovabili, dal Consiglio in conformit alle proposte presentate dagli stati membri i quali
operano le scelte in piena autonomia tenendo conto delle proprie
proprie esigenze interne. I suoi
membri devono essere titolari di un mandato elettorale nell'ambito della collettivit regionale
o locale oppure politicamente responsabili dinanzi all'assemblea eletta. Alla scadenza del loro
mandato interno essi decadono automaticamente
automaticamente e sono sostituiti per la restante durata del
mandato del Comitato secondo la medesima procedura.
La composizione numerica del Comitato delle regioni identica a quella del Comitato
economico e sociale, una decisione del Consiglio su proposta della Commissione determina la
sua composizione; i due Comitati hanno inoltre una struttura organizzativa analoga. I suoi
membri non devono essere vincolati dal mandato ed esercitano le loro funzioni in piena
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Le banche centralii nazionali sono integrate nel sistema europeo delle banche centrali SBCE
che sono chiamate ad eseguire le istruzioni degli organi della banca centrale europea BCE, alla
quale tuttavia partecipano direttamente attraverso i rispettivi governatori.
In questa materia assume una posizione determinante il Consiglio europeo che stabilisce gli
orientamenti di fondo delle politiche economiche degli stati membri, mentre al Consiglio
attribuito un ruolo pi incisivo soprattutto nel campo della politica economica. La
L politica
monetaria viene invece decisa per l'essenziale dalla BCE la quale dispone in materia di poteri
decisionali normativi ampi. Viceversa i poteri della Commissione appaiono ridotti in questo
settore: molte decisioni sono prese dal Consiglio su raccomandazione
mandazione della Commissione e
non dietro sua proposta: il che comporta che il Consiglio non sia tenuto a trovare l'unanimit
qualora intenda discostarsi dalla posizione della Commissione.
La realizzazione dell'Unione monetaria stata prevista in tre fasi:
fasi: la prima aveva per oggetto
la totale liberalizzazione della circolazione dei capitali. La seconda ha avuto inizio il 1 gennaio
1994 avendo per finalit principale di adeguare le istituzioni economiche degli stati membri
sulla base dei parametri di convergenza
convergenza specificate dall'articolo 121 CE. La terza parte
iniziata il 1 gennaio 1999 e prevede la sostituzione dell'euro alle monete nazionali sulla base
di tassi di cambio predefiniti. All'ultima fase partecipano per il momento solo i sedici stati
membri. Dal 1 gennaio 2002 sono state messe in circolazione le banconote in euro che hanno
corso legale nel territorio degli stati membri senza deroga, mentre quelle nazionali hanno
cessato di avere corso legale dal 1 luglio 2002.
13.1 LA BANCA CENTRALE EUROPEA
caratterizzata da un'assoluta indipendenza, con competenze consultive anche normative.
lorgano centrale dell'Unione economica e monetaria al quale spetter in particolare la
gestione della moneta unica europea.
Suoi organi sono: il Consiglio direttivo,
direttiv composto da membri del Comitato esecutivo della BCE
e dai governatori delle banche centrali degli stati membri la cui moneta l'euro; ogni membro
dispone di un voto, le decisioni sono prese a maggioranza semplice. Il quorum per le votazioni
fissato in
n due terzi dei membri ma nelle riunioni straordinarie le decisioni potranno essere
prese senza verifica del quorum.
Il Comitato esecutivo responsabile della preparazione delle riunioni del Consiglio direttivo e
degli affari correnti della banca, attua la
la politica monetaria secondo gli indirizzi del Consiglio
direttivo; il presidente, il vicepresidente e quattro altri membri sono nominati dal Consiglio a
maggioranza qualificata, su raccomandazione del Consiglio per previa consultazione del
Parlamento e del Consiglio direttivo della BCE per una durata di otto anni e non sono
rinnovabili. Sono scelti dai cittadini degli stati membri di riconosciuta levatura ed esperienza
professionale nel settore monetario e bancario.
Delibera normalmente a maggioranza semplice
semplice e in caso di parit prevale il voto del
presidente. Il presidente del Consiglio e un membro della Commissione possono partecipare
alle riunioni del Consiglio direttivo della BCE senza diritto di voto; d'altra parte il presidente
di quest'ultima invitato
tato a partecipare alle riunioni del Consiglio quando siano in discussione
argomenti di sua competenza.
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