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Anno 62°
n. 1 - Gennaio 2010
Fatica Sped. in abb. postale
comma 20, lett. C,
Art. 2 - Legge 662/96
Taxe perçue -Tariffa
O spedale
Sono trascorsi ormai saranno comunemente deno- Inoltre il malato dell’Ospedale Cottolengo come
minate “Ospedale della Piccola ospedale di zona… Di fronte
molti anni dalla sua
nascita; soffermiamoci
Casa” o più semplicemente
“Ospedale Cottolengo”. “ ricevuto che egli è, se non
ritorna al suo pristino stato di
salute, e non possa procacciarsi
però alle difficoltà che compor-
tava una nuova classificazione,
Apprendiamo che “sei sono le fu chiesta la revoca del provve-
colle sue fatiche il vitto giorna-
un momento sul no- sale destinate alla cura degli liero non viene licenziato, e se
dimento, che viene accolta dal
Cottolengo
infermi” e che tra gli ammalati Presidente della Regione
stro Ospedale e riper- sono da includere sia gli acuti
vive finché la Provvidenza non Piemonte in data 20/11/1972.
lo chiama a sé. Similmente, non
corriamone insieme la che i cronici, in quanto all’epo- ne viene accomiatato ancorché
Il 24 luglio 1976, la Piccola
ca non era in vigore la specializ- casa richiede autorizzazione
storia, con la gioia di zazione dei ricoveri ospedalieri.
la malattia prendesse caratteri all’apertura ed esercizio della
da poter essere accettato in altri Casa di Cura Cottolengo. La
rispolverare la nostra
mai appannata memo- “ L’ospedale è destinato alla
cura di uomini e donne, di fan-
ciulli e fanciulle, ammalati per
”
ospedali .
Nel 1939 l’ospedale della Pic-
cola casa in virtù della legge
delibera della regione Pie-
monte del 10 maggio 1977
spiega così la richiesta:
ria, nel ricordo delle la massima parte di infermità, ospedaliera del 1938 ottiene di
sue origini, per riaffer-
marne lo spirito e il
che non sono curate negli altri
”
spedali .
Si sottolinea che
essere classificato ospedale di
terza categoria. Così si legge
nel Decreto del Prefetto 20 giu-
“ Detta domanda di autorizza-
zione scaturisce dalla necessità
di regolarizzare una situazione
gno 1939: di fatto esistente, circa il funzio-
motivo del suo essere.
“ gli infermi vi sono ricevuti
senza eccezione veruna, di qual-
siasi paese, o di qualsiasi nazio- “ Ritenuto che l’Ospedale Cot-
tolengo di Torino ha una media
namento di detta Casa di Cura
privata, senza che agli atti risul-
ti tuttora, se a suo tempo emes-
”
sue cure .
vi era mai posto vuoto, ma se
ne trovava
cola Casa della Divina Prov- accogliamo sotto la Nostra specia- Nel 1835 il Calendario Gene-
videnza, potrà annoverare l’atti-
vità ospedaliera tra i suoi fini
le protezione e prescriviamo che
debba continuare sempre ad esse-
rale pè Regii Stati, registra ed
attesta la presenza nella Piccola
“ sempre un numero di volanti
per gli ammalati cronici che ina-
spettatamente giungono da pae-
istituzionali legalmente ricono- re governato secondo le norme Casa di “infermerie” le quali
”
si lontani .
6 N o t i z i e I n c o n t r i 7
attenzione le fasce più deboli lano tra 70 e 100 ogni giorno continua alla Mission della
della Società. Afferma il valore e testimoniano il gradimento Piccola Casa della Divina Prov-
sacro della vita umana e promuo- dei nostri servizi. videnza.
ve la dignità di ciascuno [….] La Presidenza del Consiglio di A tutti gli operatori, dipenden-
secondo le finalità datele dal Amministrazione del Presidio ti e liberi professionisti, al mo-
fondatore San Giuseppe Cotto- Sanitario, così come lo era al- mento dell’assunzione o della
lengo, anche attraverso lo svol- l’alba della Piccola Casa è rap- stipula del contratto, viene
gimento dell’attività ospedaliera presentata dal Padre Generale, chiesto di sottoscrivere un
e L’Ospedale Cottolengo è quindi unico e legale rappresentante impegno a partecipare alla spe-
parte della Piccola Casa della della Piccola Casa della Divina cifica missione della Piccola
Divina Provvidenza i cui poveri Provvidenza. Il Consiglio è Casa e ad osservarne i principi
composto di due Sacerdoti
”
serve perciò prioritariamente .
E cosi continua tutt’ora; basta
Condirettori, dal Superiore
Generale dei Fratelli e suo
etico morali propri di un istitu-
to cattolico.
Per concludere, ci sembra di
leggere nel 2008 quante presta- Vicario, dalla Superiora Gene- poter dire che da questa carrel-
zioni ambulatoriali e diagnosti- rale delle Suore e sua Vicaria. lata, che per necessità di spazio
che gratuite, e il ricovero di 11 Il personale, infermieristico, ha molto sintetizzato e ridotto
persone totalmente prive di assistenziale e amministrativo è notizie molto più ampie, i valo-
copertura sanitaria. Le preno- in grande maggioranza laico; ri d’essere dell’Ospedale Cot-
tazioni ambulatoriali poi, oscil- non manca però la formazione tolengo, pur nello scorrere del
tempo, emergono sempre con
fedele trasparenza.
sentazione della domanda, solto, di rispondere ai bisogni colo 1 del regolamento appro- Riaffermano, che anche attra-
l’Ospedale Cottolengo viene del territorio. Siamo cosi qui vato dal Ministero del Lavoro, versando grandi cambiamenti,
riconosciuto Presidio Sanitario. giunti all’ultimo passaggio buro- della Salute e delle Politiche politici, normativi e di rappor-
L’attuale denominazione. Il cratico, che si inserisce, ma non Sociali: to con una popolazione sul ter-
passaggio a Presidio Sanitario è interrompe la storia dell’Ospe- ritorio fortemente cambiata,
stato riconosciuto dalla regione
Piemonte con deliberazione
del Consiglio Regionale del 18
dale Cottolengo, che pur essen-
do riconosciuto presidio sani-
tario accreditato è e permane
“ L’Ente gestore del Presidio
Sanitario Ospedale Cottolengo
sito in Torino, via San Giuseppe
continuano a portare avanti,
oggi come ieri, testimonianza
di umanizzazione e di difesa
maggio 2006, n° 69-16244. l’Ospedale della Piccola Casa Benedetto Cottolengo n° 9, è della vita; dal suo concepimen-
Cosa si intende per Presidio della Divina Provvidenza. Ri- l’Ente Morale no profit Piccola to sino alla morte, con pre-
Sanitario? Il termine Presidio sulta ben specificato nell’Arti- Casa della Divina Provvidenza, cedenza per gli ultimi e porta-
individua una vasta gamma di ente giuridicamente riconosciu- no l’annuncio evangelico come
realtà, che vanno dal semplice to con R.D.27 agosto 1833, testimonianza della carità, in-
poliambulatorio sino ai policli- iscritto nel registro delle persone vestendo nella ricerca secondo
nici, dove l’attività di cura si giuridicamente riconosciute del i principi della Chiesa.
associa anche alla ricerca. Al Tribunale di Torino in data 15 Rappresentano infine, un mo-
suo interno, possono essere
garantite prestazioni sanitarie
in regime di ambulatorio,
ottobre 1992, al n° 1251 .
”
Nello stesso articolo viene spe-
dello di governance obiettivo e
trasparente.
Nostro augurio e impegno è
pronto soccorso, ricovero in cificato il fine e il movente:
che i valori della mission e lo
day surgery o ordinario.
Quindi niente di straordinario
o di diverso, rispetto a… ieri.
“ La Piccola Casa della Divina
Provvidenza ha come fondamen-
to e come anima la carità di
stile di servizio cottolenghino,
nell’Ospedale Cottolengo, non
vengano mai meno.
Nello specifico, per l’Ospedale Cristo. Si prende cura, senza di- Diversamente non avrebbe ra-
Cottolengo, rappresenta rico- stinzione alcuna, della persona gione di esistere.
noscimento della sua equipara- ammalata, abbandonata, partico-
zione ai presidi pubblici, nello larmente bisognosa, nella sua La Direzione dell’Ospedale
svolgimento del compito, di dimensione umana e trascenden-
fatto storicamente sempre as- te e pone al centro della sua
8 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 9
Eravamo alla fine degli anni chiale e i tre militi entrarono nel come si potrebbe pensare il neo-
50 e la stazione dei carabinie- tempio per presenziare alla Messa nato, ma il giovane carabiniere che
di mezzanotte. L’ufficio religioso spinto da una nausea incontrolla-
ri che comandavo, contava cominciò poco dopo, inondato bile, intendeva raggiungere al più
cinque unità: comandante, dalle vibranti note di un organo, presto una siepe, oltre la quale
suo vice e tre carabinieri, uno che accompagnava una cantoria di restituire alla natura tutta la cena
dei quali l’autista del ca- prim’ordine giunta da lontano per natalizia… con buona pace del
mioncino FIAT-ELR, asse- solennizzare le varie fasi della cele- cuoco, dei parenti premurosi e del
brazione. All’elevazione tutti si cannonau color rubino. Era scon-
gnatoci da poco. L’automezzo inginocchiarono, tranne i tre volto il povero ragazzo! Pallido e
era dotato di cassone coperto uomini in divisa che, disposti nel tremante mi venne incontro e si
da telone, con due panche di primo banco della fila destinata ai scusò. Lo rincuorai dicendogli
legno perché così, in caso di maschi, si misero sull’attenti, che il suo stato era comprensibile,
restando immobili come pali. panca sinistra sedette il marito, data la delicata funzione che gli
necessità, sei militari poteva-
c
Alla scampanellata che annuncia- che accarezzandole teneramente era stata affidata e lo sballotta-
no sedere faccia a faccia.
Natale
va la fine del momento più impor- la mano le faceva sentire la sua mento dell’automezzo, costretto a
tante della celebrazione, giunse un presenza e partecipazione. Lei correre a velocità sostenuta su
in...
uomo trafelato e balbettante che si però, soffriva di dolori intensissi- strade non asfaltate e per giunta
avvicinò per riferirci di una telefo- mi, cosicché continuava a lanciare innevate. Il taglio cesareo, com-
aserma
nata ricevuta dalla caserma. Era il urla strazianti impressionando il piuto da un chirurgo d’eccezione,
farmacista del paese che raggiunto giovane carabiniere, che seduto portò alla luce un maschio prodi-
al suo telefono di casa, aveva alla sua destra, aveva il compito di gioso del peso di ben cinque chili.
avuto dal piantone l’incarico di far luce con una potente torcia sul Puerpera e nascituro, al quale fu
cercarci in chiesa, per informarci “campo d’intervento”; le gambe imposto il nome di Natalino, mira-
Consuetudine di quel reparto, era capace di ospitare sino a venti per- il bravo “cuoco” si era industriato che in una frazione situata nel divaricate della povera donna, colosamente se l’erano cavata, e
che alla vigilia del Santo Natale, sone; il desco debordava di preli- a preparare le “pettole” e le “car- punto più alto del nostro territo- davanti alle quali, l’ostetrica, ingi- così , tutto finì felicemente…. in
tutti i componenti e loro famiglia- batezze che andavano dalla sop- tellate “ al miele mantecato con rio, una partoriente si trovava in nocchiata sul fondo del cassone, gloria.
ri si riunissero nella sala mensa per pressata calabra fornita dal carabi- fichi secchi, ricoperte di palline serie difficoltà e la levatrice che continuava a manipolare il feto, Alle fine degli anni 80, fui invitato
consumare insieme la cena natali- niere diciottenne appena promos- dolci colorate, mentre il piantone, l’assisteva chiedeva aiuto per il per evitare che si potesse strango- dalla sezione A.N.C. di quella mia
zia, di solito preparata dal militare so, cui i genitori, per il primo campano d’origine, aveva messo a trasporto all’ospedale. In quel- lare con il cordone ombelicale, nel lontana sede di servizio, per parte-
più abile ai fornelli. Questo si Natale fuori casa non avevano far disposizione la “pastiera”, prepa- l’epoca le autoambulanze erano caso avvenisse un’espulsione cipare alla commemorazione del
faceva perché si voleva dare ai mancare le buone cose della sua rata con tanto amore dalla fidan- poche e le si vedeva solo nelle città improvvisa. La neve intanto si era trentennio del sodalizio che avevo
celibi l’opportunità di non sentirsi terra; ai “lampacioni” amari op- zata partenopea. Quattro bottiglie e loro periferie. Non ci restava che messa a scendere a larghe falde e contribuito a fondare. Nel corso
soli in questi particolari giorni di portunamente conditi, che ad ini- di “cannonau”, inviate al nostro dirigerci in loco per tentare di ese- l’opera dell’autista si faceva sem- della cerimonia, fui chiamato a
festa. Sapevamo che lontani dalle zio pasto avrebbero stuzzicati i autista dai genitori sardi, comple- guire il trasporto con il nostro pre più difficile. Impiegammo tre riconoscere un socio in divisa
loro contrade sognavano con succhi gastrici; alle orecchiette tavano il menu della serata. automezzo. Quando giungemmo quarti d’ora per raggiungere il sociale, di una non comune costi-
nostalgia, tavole imbandite e tutto con cime di rapa, poi le triglie al Alle 23,30, come da brogliaccio, alla località indicata, un nevischio nosocomio e quando il mezzo si tuzione fisica, ma con nessun trat-
il calore della famiglia unita. Al cartoccio che spandevano il loro l’automezzo di servizio,lasciò la gelido batteva secco sul parabrez- fermò davanti al portone d’ingres- to somatico che mi tornasse alla
momento, il soggetto meglio pre- profumo nell’ambiente e oltre, caserma con l’autista e il coman- za del camioncino. La partoriente so del pronto soccorso, ci sentim- memoria. Quando però si presen-
parato in gastronomia era il vice, segnando il senso della festa che si dante in cabina, mentre il carabi- era realmente in cattive condizio- mo tutti sollevati. Avvertiti dalla tò con il nome di Natalino, allora
che la spuntava nei confronti di andava a celebrare. Come dessert niere più giovane sistemato nel ni. La levatrice che l’assisteva ci nostra caserma un medico e due subito la mia mente corse all’epi-
chiunque amasse cimentarsi in cassone si sarebbe sorbito la pol- informò che se non avessimo rag- portantini ci stavano aspettando sodio di quel lontano Natale 1950
tale delicata materia. E così, il vere di strade non asfaltate e la giunto al più presto l’ospedale per sulla soglia con la barella. Lasciai e gli andai incontro festoso per un
giorno della vigilia, coadiuvato temperatura rigida di una notte un taglio cesareo, madre e figlio la cabina dell’automezzo ancor abbraccio caloroso, come si trat-
dal piantone della caserma, si senza stelle. L’appuntato aiutato avrebbero potuto rischiare prima che l’autista spegnesse il tasse di un figlio mio.
mise all’opera per preparare una dalle signore presenti e dal pian- entrambi la vita. Il nascituro era di motore, per precipitarmi a sgan- Leo Vercellone
cenetta con manicaretti di esclu- tone, avrebbero provveduto a peso eccezionale e si presentava ciare il portellone del cassone;
sività pugliese,essendo lui di rigovernare le stoviglie, natural- podalico con nessuna possibilità operazione che sapevo difficile L’autore dello scritto, all’epoca in cui inol-
quelle parti. Puntuali alle nove di mente a mano perché all’epoca di poterlo rivoltare. L’aspirante per chi si trovava all’interno. trammo richiesta di collaborazione, era un
sera celibi e ammogliati con le non esistevano lavapiatti auto- puerpera, prelevata dal suo letto Avevo appena abbassato il batten- dirigente della sezione A.N.C. Torinese ed
rispettive consorti e figliolanza, matiche, non erano ancora state di dolore, fu adagiata al centro del te, quando un corpo come sparato è certamente anche merito suo se oggi
godiamo di un servizio animato da quei
si trovarono seduti attorno al inventate. Il camioncino si fermò cassone del camioncino, avvolta in da un cannone da circo, m’investì sentimenti ben evidenziati nel racconto che
tavolo da pranzo della caserma, sul sagrato della Chiesa Parroc- un paio di trapunte di lana. Sulla facendomi barcollare. Non era, ci è stato donato.
10 S p i r i t u a l i t à I n c o n t r i 11
L’Angelus
trebbero svegliare i
cittadini stressati.
Ma forse c’è da spe-
L’iniziatore dell’An-
gelus come lo cono-
sciamo fu fra Be-
“ I Frati devono
invitare i fedeli a
salutare Maria tre
Maria con la recita dell’“Ave”.
In un lungo processo temporale
si è così “cristallizzato” il saluto
rare che proprio in nedetto Sinigardi volte, quando alla angelico che conosciamo.
un tempo in cui fer- di Arezzo. Negli sera suona in con- L’Angelus nella forma odierna si
vono le discussioni anni della gioventù, vento la Com- trova per la prima volta nell’Of-
sulla presenza delle era l’anno 1211, pieta. Devono far- fizium Parvum Beatae Virginis
moschee in Europa, egli udì predicare il lo con le stesse pa- Mariae, edito nel 1571 durante
non scompaia que- santo di Assisi nella role con cui l’An- il pontificato di Papa Pio V.
sta antica “sveglia” città di suo padre. gelo Gabriele sa- La preghiera che accompagna
cristiana! L’uomo, cresciuto lutò Maria, ossia l’Ave Maria al suono delle cam-
L’uso della preghiera alla maniera dei no- con l’Ave Maria” pane al mattino, a mezzogiorno
dell’Angelus risale bili, fu a tal punto e sera, si è affermata in genera-
infatti al XIII secolo.
Francesco d’Assisi,
conquistato dalla
sua parola da deci-
(Lc 1,38).
”
Il Capitolo Pro-
vinciale dei Frati
le alla fine del XVI secolo; in
origine era la preghiera della
che nel suo viaggio dere di entrare nel- Messa della solennità dell’An-
missionario si era Minori a Padova
l’Ordine. Fra Bene- nunciazione, il 25 marzo.
nel 1294 ordinò
Il rintocco delle campane ci ricorda spinto fino in Orien- detto ricevette per-
quanto segue:
Nel Messale approvato dal
te, rimase pro- sonalmente il saio Papa Paolo VI è la colletta della
il mistero dell’Incarnazione, l’inaudito dono fondamente impres-
di un Dio che si fa prossimo agli uomini. sionato dal muezzin
il quale, cinque volte
da Francesco e a 27
anni divenne pro-
vinciale della Marca di Ancona.
“ In tutti i con-
venti si suoni bre-
vemente la campana tre volte alla
Memoria della Beata Vergine
del Santo Rosario, il 17 ottobre.
L’Angelus si caratterizza come
al giorno dal minare- Il suo spirito missionario lo con- sera per onorare la Madre di Dio. una preghiera che scandisce i tre
e campane delle nostre chiese Una volta, quando la vita era to, invitava i fedeli a lodare Dio punti centrali della giornata ed è
L suonano tre volte al giorno: più ordinata e tranquilla, anche gridando: “Allah è grande, non
dusse successivamente in Gre-
cia, Romania e Turchia, dove
I frati devono inginocchiarsi e pre-
gare tre volte: «Ave Maria». una sorta di breviario popolare,
al mattino, a mezzogiorno e
sera. Ai nostri giorni questo
se non più facile di oggi, si pre-
stava più attenzione a questo
c’è nessun Dio eccetto Allah!”.
Tornato in Italia, Francesco
visse lo scisma tra la Chiesa
occidentale e orientale. Quindi
Nel Medioevo, sullo sfondo di
questa pia raccomandazione di
” che aiuta a santificare il tempo
del giorno.
suono non è più di moda e in suono. I contadini interrom- volle che quest’uso, sebbene in si recò nella terra di Gesù dove “L’Angelo del Signore” vuole
vari paesi e città (in Italia ma pevano il lavoro nel campo o a altre forme, venisse introdotto preghiera, nasce la convinzione
gli fu affidato dai Frati di Terra sempre ricordare a noi quanto
anche in Europa), c’è chi ha casa, toglievano il cappello e si anche nelle nostre terre. Così che l’Angelo del Signore abbia
Santa il servizio di Provinciale. siamo preziosi agli occhi di Dio,
fatto causa alla parrocchia con- inginocchiavano pregando l’An- scrive ai superiori, i Custodi del portato l’annuncio a Maria di
Lavorò instancabilmente per 16 al punto tale che si fece uomo
tro il suono mattutino delle gelus. Quanta gioia e forza dava suo ordine: sera. Papa Giovanni Paolo II, il
anni in questa provincia e in per redimerci.
campane. Eppure questo suono questa preghiera recitata al 23 maggio 1993 visitò Arezzo e
questo tempo fondò il primo
appartiene alla nostra tradi-
zione!
suono delle campane! In alcuni
casi la preghiera veniva recitata
“
E dovete annunciare e predica-
re la sua gloria a tutte le genti,
così che ad ogni ora, quando suo-
convento francescano a Costan-
tinopoli. Nel 1241 ritornò in
sostò a pregare davanti alla
tomba del beato Benedetto
Sinigardi e disse: “È sempre
Padre Gottfried Egger
trascritto da Mario Carissoni
Certamente molti nostri con- anche prima dei pasti. Si pensa- patria nella sua città di Arezzo,
nano le campane, sempre da tutto molto efficace fermarsi a mez-
temporanei non capiscono più va così all’Incarnazione di Dio. e introdusse tra i suoi confratel-
il popolo siano rese lodi e grazie a zogiorno e pregare la Madon-
il significato di questi rintocchi; L’Incarnazione è il punto di li del convento la seguente anti-
Dio onnipotente per tutta la na. Oggi è particolarmente
ne consegue che il rumore del svolta della storia della Sal- fona mariana. “Angelus Domini
traffico stradale, delle fabbri-
che e delle mille espressioni
della nostra vita frenetica non
vezza: una donna, Maria, ha
collaborato con la grazia di Dio
come nessuna altra persona al
terra” (Lettera ai Custodi 1,8).
Scrive anche una lettera ai reg-
gitori dei popoli, in cui manife-
” locatus est Mariae”, (l’angelo del
Signore portò l’annuncio a Ma-
significativo perché noi ci tro-
viamo nel luogo in cui secondo
tradizione è nato l’uso dell’An-
sta lo stesso desiderio: ria). Dispose che questa antifo- gelus”.
lasciano più udire il tocco leg- mondo. È divenuta la porta na fosse pregata alla sera, dando
Nel resto del mondo il suono
gero delle campane delle chie-
se. Chi se ne accorge? Nelle
nostre scuole la campanella
attraverso cui Dio ha potuto
entrare nel mondo; il quotidia-
no suono delle campane vuole
“
E siete tenuti ad attribuire al
Signore tanto onore fra il popolo a
voi affidato, che ogni sera si
un segnale con il suono delle
campane. L’esempio di Arezzo
fece scuola. San Bonaventura,
serale delle campane si in-
trodusse dapprima nel 1307 a
indica la fine della lezione; ricordarci proprio questo fatto. annunci, mediante un banditore o Gran (Ungheria), quindi a
rinnovatore dell’Ordine france- Roma nel 1327, Papa Giovanni
nelle fabbriche la sirena avvisa Nella nostra società il ritmo qualche altro segno, che siano rese scano, durante il Capitolo Ge-
che è l’ora della pausa o del della vita e del lavoro è forte- lodi e grazie all’onnipotente XII nel 1318 ordinò che ogni
nerale di Pisa del 1263, prescris- giorno, alla sera, al suono delle
cambio del turno, ma non si mente cambiato. Le campane
sentono più le campane. al mattino tacciono perché po-
Signore Iddio da tutto il popolo
”
(Lettera ai reggitori dei popoli, 7).
se ai suoi fedeli: campane si onorasse la Vergine
12 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 13
La gente è stata assai gene-
Harambee
rosa, e la cifra raccolta supe-
ra l’ammanco ancora neces-
sario per poter pagare la
scuola. Lo vedo molto feli-
ce, e mentre ritorno a piedi
verso l’ospedale, rifletto su
questa idea solidale che ho
visto solo in Kenya.
Un esempio L’Harambee è un concetto
molto profondo, ed anche
di solidarietà Kenyana semplice nello stesso tempo:
si parte dalla considerazione
che tutti, prima o poi, pos-
sono essere nel bisogno.
Oggi sono io ad avere un
problema: può essere un
ricovero ospedaliero, un
intervento chirurgico o un
Oggi pomeriggio sono stato a casa di Kaimenyi. corso di studi da pagare
C’era la Harambee, o Maketha in Kimeru, per- come nel caso di oggi a
Chaaria. Domani sarà il mio
chè sua sorella ha ricevuto la possibiltà di iscri- vicino ad essere nelle stesse casa mia. moltissimo e che potremmo
versi alla scuola per tecnici di laboratorio, ma a condizioni. Questo è davvero un bel concet- sintetizzare come: “l’unità fa la
casa non ci sono soldi. È quindi naturale che io aiuti i to di solidarietà tra poveri, e noi forza!”. Infatti, anche se ognu-
miei compaesani nella neces- Europei dobbiamo imparare no può contribuire solo pochi
sità, perchè se oggi lo faccio io, molto da loro. Io per esempio scellini, ma tutti partecipano
Perdere l’occasione del college ceremony), usando un microfo- Partecipano in tanti; si scherza posso essere sicuro che domani non l’ho mai visto fare in Italia! generosamente e massivamen-
sarebbe stato un peccato per- no collegato a dei grossi ampli- insieme. È davvero una festa di loro faranno altrettanto quan- L’Harambee si basa poi su te, alla fine della giornata si rac-
chè è così difficile entrarvi, ma ficatori presi a prestito, comin- villaggio. do le difficoltà arriveranno a un’altra idea che a me piace colgono cifre impensate di
anche iscriversi costituisce un cia la Maketha vera e propria: Anche i poverissimi, riconosci- denaro.
peso che le povere finanze della ci sono beni in natura che ven- bili dai miseri vestiti e a volte È come una circolazione di ric-
famiglia non riescono a soste- gono venduti all’asta. Ogni sin- dalla assenza di calzature, vo- chezza che la popolazione
nere. Ecco perchè hanno orga- golo prodotto (può essere una gliono contribuire con i pochi mette collettivamente a dispo-
nizzato la Harambee. gallina, una canna da zucchero, scellini a loro disposizione. sizione di un membro in un
Si tratta di una festa popolare, frutta o uova) è presentato I bambini poi sono i signori momento particolare della sua
in cui ci sono musiche e canti. all’assemblea con un prezzo di della festa: si rincorrono qua e vita, sicura che poi il favore
Quando arrivi, qualcuno ti base simbolico. là, ridono e danzano; mangiano verrà restituito a tempo debito.
accoglie con una brocca di A questo punto inizia la gara di frutta e si divertono a ripetere Che bella questa idea, che
acqua calda per farti lavare le solidarietà. I presenti comincia- le azioni dei grandi. dovremmo esportare anche in
mani; poi ti viene offerto il no ad alzare il prezzo fino a Alla fine della festa, prima della Italia.
pranzo, e quindi ti siedi tran- quando non si trova un nuovo preghiera conclusiva, ognuno Grazie Kenya; grazie gente
quillamente nel cortile della acquirente: a questo punto, si presenta personalmente alle povera che sapete insegnare ai
famiglia che ha organizzato la con solennità il master of cere- persone che hanno organizzato ricchi.
funzione, parlando con gli altri mony conta fino a 3 e poi l’Harambee, e consegna, in bu-
membri del villaggio che sono aggiudica l’oggetto in questio- sta chiusa, quanto aveva deciso HARAMBEE KENYA
intervenuti numerosissimi. ne a chi ha offerto di più. di dare.
Dopo un pò di tempo il coordi- La cosa continua per molte ore: Il pomeriggio odierno è stato Fr. Giuseppe Gaido
natore della festa (master of la gente si diverte e sorride. molto positivo per Kaimenyi.
14 N o t i z i e I n c o n t r i 15
come ha ricordato il presidente
V erso le vette
nazionale dell’Azione cattolica
Franco Miano, è stato «un giova-
ne capace di grandi atti d’amo-
re», il cui amore per la montagna
dello spirito
«corrispondeva alla passione per
le vette dello spirito». Né solo
perché, per dirla con Bonino,
- «Pier Giorgio tracciava sentieri
di vita per chi vuol vivere e non
vivacchiare». Ma anche per la
“cultura della montagna” che il
suo esempio promuove, come ha
sottolineato mons. Anfossi: da
un lato l’invito a contemplare le
vette nella preghiera e nella lode,
dall’altro nella consapevolezza
che «in montagna si cammina».
In Val d’Aosta un nuovo sentiero Camminare insegna «il rispetto
intitolato a Pier Giorgio Frassati. per la montagna nella sua durez-
Un percorso di fede tra panorami mozzafiato za: non dobbiamo abbassare le
vette per arrivare in cima senza
fatica».
Una montagna che educa alle
E siamo a quindici: con l’inau- metri) dove sorge l’ex albergo
Bellevue, frequentato dai
fatiche della vita, che Frassati
non ha mai voluto evitare. Na-
gurazione in Val d’Ayas del sen- Frassati. Prosegue poi in dire- to in una famiglia agiata, la sua
tiero Frassati, l’iniziativa “Per zione Cime Bianche fino al- scelta preferenziale per i poveri
incontrare Dio nel creato” lan- l’Alpe di Vardaz (2.334) per fino al dono totale di sé si sposa
ciata dal Club alpino italiano scendere verso il pianoro di con l’amore per le cime. La
nel 1996 ha regalato anche alla Ceres e quindi Pian di Véraz. fatica di raggiungere la vetta
Val d’Aosta un sentiero dedica- Da qui un sentiero in mezza svanisce di fronte all’incanto
to al giovane piemontese. costa conduce a Résy, dove una dell’arrivo: così l’amore che
La proposta è partita da un gio- terrazza naturale offre un pa- torna è sempre moltiplicato
vane genovese, che Luciano norama da incanto – oltre a un rispetto a quello che si dà.
Bonino del Servizio sentieristico ristoro ai rifugi Ferraro e Moltiplicazione che, nel caso di
della Regione aveva accompa- Guide Frachey. Si riprende poi Frassati – beatificato da Gio-
gnato in montagna. È così venu- la discesa verso Saint-Jacques, vanni Paolo II nel 1990 – si
to a sapere che in Val d’Ayas, durante la quale si incontra la esprime anche in questo proli-
dove un suo amico aveva ulti- targa commemorativa dedicata ferare di sentieri che lo ricorda-
mato un sentiero ad anello, c’è a Frassati. no. Sentieri per camminare,
la casa dove la famiglia Frassati Ma perché dedicare un sentiero per ammirare e per lodare: per-
passava le vacanze. Così dome- a Frassati? Non soltanto perché, ché la montagna sia, secondo
nica 21 giugno, con la l’insegnamento da
celebrazione presiedu- lui lasciato e riporta-
ta dal vescovo di to nella targa com-
Aosta, mons. Anfossi, memorativa, «pale-
il sentiero è stato inti- stra che allena, scuo-
tolato. la che educa e tem-
Il percorso inizia a pio che eleva».
Saint-Jacques. Una
comoda mulattiera Chiara Andreola
porta a Fiéry (1.875 da “Città Nuova”
E vangelizzare
16 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 17
zione consistente, an- possono serenamente coltivare
che se poco visibile. le loro relazioni di amicizia.
Penso che sia importan- Ringraziamo allora la Divina
te e significativo che la Provvidenza che ha permesso il
Piccola Casa si sia presa nascere di questa amicizia tra
con i segni
a cuore anche la loro l’opera cottolenghina e le
cura pastorale, oltre che l’ENS. L’evangelizzazione delle
di quella delle persone
sorde già presenti in es-
temi religiosi e svolgere le atti- sa. Ricordiamo infatti come il
vità tipiche di ogni gruppo di Santo Cottolengo fondò delle
Azione Cattolica. “Famiglie” per accogliere per-
In un articolo del giornale tri- sone sorde povere e come lui
mestrale “Silentorinese” del stesso si impegnò ad imparare
marzo 2007 il presidente il linguaggio dei segni per riu-
dell’ENS della sezione torinese scire a ben comunicare con
Alfonso Chiapparo scrive: loro, mostrando così nei loro
riguardi grande affetto.
“ La chiesa del Prinotti non solo
è un monumento per i sordi (è
l’unica chiesa costruita per i sordi
La chiesa del Prinotti è quindi
un punto di riferimento spiri-
in Europa), ma è anche un vero tuale per le persone sorde di
ed attivo luogo di culto per i Torino: loro sanno che ogni
domenica (ed ogni festività) c’è
”
sordi .
Sono ormai alcuni anni che i sacerdoti cottolenghini collaborano con i preti della
Tale chiesa ha vissuto un mo- una messa per loro ed un sacer-
mento particolarmente solenne dote a disposizione per le con-
il 28 gennaio 2006 durante fessioni.
“Piccola Missione per i sordi” per la cura pastorale delle persone sorde di Torino e dintorni. l’inaugurazione svolta dal Car- Ma la chiesa del Prinotti vuole persone sorde infatti certa-
dinale di Torino Severino anche essere uno sprone per mente rientra nella missione
Tale collaborazione nacque da linguaggio dei segni) tre o quat- domenica per le persone sorde Poletto, alla conclusione dei tutte le comunità parrocchiali affidata da Gesù alla Chiesa
una richiesta di Padre Antonio tro volte all’anno per aiutare ad di Torino. lavori di ristrutturazione. torinesi affinché sappiano quando disse: “Andate in tutto
Loretti (il prete della Piccola amministrare il sacramento Tale Messa viene celebrata alle prendersi cura delle persone il mondo e predicate il Vangelo
Missione che per molti anni ha della riconciliazione durante ore 11,00 nella chiesa dell’ex sorde presenti nelle loro comu- ad ogni creatura” (Mc 16,15).
svolto il suo ministe- alcune feste liturgi- istituto Prinotti (ora sede del- nità; sarebbe infatti auspicabile Don Emanuele Lampugnani
ro per le persone che solenni. l’Ente Nazionale Sordi - ENS) (anche se probabilmente è una (prete del Cottolengo)
sorde a Torino e in Da circa quattro an- in Piazza Bernini (più precisa- utopia) che ogni domenica ci
un centro specializ- ni invece, a causa mente C.so Francia, 73); ad es- fosse almeno una messa par-
zato a Pianezza) del trasferimento a sa partecipano in media 30-40 rocchiale con presente un
che, trovandosi solo Roma di Padre persone sorde, mentre in ricor- interprete per aiutare le perso-
a sostenere tale mi- Loretti (e successi- renze solenni, come la messa di ne sorde a partecipare in modo
nistero, si rivolse ai vamente della sua mezzanotte di Natale o la Pensando alle persone sorde attivo ad essa; anche se è
Superiori del Cotto- nomina a superiore domenica delle Palme, i parte- sorge generalmente spontanea importante sottolineare, a que-
lengo chiedendo un generale della con- cipanti sono anche più 150. una domanda: “Quante saran- sto riguardo, l’esigenza delle
aiuto. gregazione), i preti Una volta al mese inoltre, sem- no?”; ecco allora alcuni dati: le persone sorde, pur in un cam-
All’inizio la collabo- cottolenghini, in pre nella chiesa del Prinotti, si persone sorde sono circa 1.500 mino di integrazione, di avere
razione consisteva solo nella accordo con il Cardinale di ritrovano gli iscritti all’Azione in Torino, 4.000 in Piemonte, luoghi (non solo in ambito reli-
presenza di un prete Torino, hanno preso l’impegno Cattolica Italiana Sordi (ACIS), 70.000 in Italia e 7.000.000 nel gioso ma anche culturale e
cottolenghino (conoscitore del di celebrare l’Eucarestia ogni per seguire una conferenza su mondo. È quindi una popola- ricreativo) “per loro”, nei quali
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valutazione, sino ad umiltà, quanta gentilezza die-
C asa Accoglienza
arrivare o meno al- tro quei gesti di accettazione
l’accoglienza. del piatto servito,o di quelle
Il nostro volontario, richieste di abbondare magari
rispetto al servizio che un pochino la porzione con la
svolge presso la Casa pasta invece che con il secon-
Accoglienza, esprime do, o con il contorno. E se dai,
una breve riflessione oppure no, perché non puoi
della sua personale spiegando che devono mangia-
esperienza. È arrivato re tutti e sono ancora tanti
lì perché tempo ad- quelli in attesa di passare, non
dietro, come spesso reclamano, ti regalano ugual-
persone che bussano alla porta capita, un amico pure volonta- mente un sorriso, oppure un
della Casa Accoglienza è di rio, gli propone di aggregarsi al pollice all’insù, o ancora un
nazionalità straniera; prove- gruppo di questi volontari e lui grazie. Come sono importanti
È la realtà di un servizio niente per la maggior parte accetta. Così si presenta a Fratel la comprensione e la carità in
dall’Africa, dai paesi dell’Est Stefano e inizia il volontariato. questi momenti. Naturalmente
che risponde alle esigenze Europeo, dal sud America, Confesso che quest’esperienza in mezzo ad un gruppo tanto
primarie delle persone qualcuno anche se in piccoli mi offre ogni giorno variegate numeroso c’è sempre un’ecce-
numeri, dall’Iraq e dall’Afga- sensazioni e stati d’animo. zione, qualcuno che trascende
nistan. Per tutti vale la regola Praticamente, dopo aver ordi- le regole del quieto vivere, ma
che l’accoglienza ha la durata nato le pietanze che arrivano per fortuna sono una minoran-
di 5 mesi; da questa regola sono dalla cucina centrale della Pic- za. Ci si conosce e si parla
escluse le persone con proble- cola Casa e che arrivano pun- ormai con tutti, ed è a motivo
mi di salute fisica o mentale, tuali nei tempi previsti, verso le di questo, che quando scam-
per le quali viene concesso un undici siamo pronti per co- biando una opinione o facendo
ulteriore prolungamento. minciare. Recitiamo tutti in- una battuta spiritosa, rallenti
Questa è una scelta, un modo sieme il Padre Nostro per rin- un poco la fila che si ferma un
per evitare che si attimo di troppo, dal
In via Andreis, quasi all’ango- sabile di questo servizio, men- bio di vestiario, assistenza me- adagino in una for- fondo giunge una solle-
lo con la zona mercatale di tre l’altra è quella di un volon- dica, ospitalità notturna quan- ma di assistenziali- citazione imperiosa:
Porta Palazzo, incontriamo una tario. do necessaria e ancora, aiuto smo comodo, trascu- ”andiamo avanti che
piccola porta. Piccola , come Fratel Stefano non ha dubbi: nell’orientamento verso servizi rando così la “fa- abbiamo fame ?” En-
quella del numero 14 di via “la Piccola Casa della Divina sul territorio utili per le loro tica” di trovare, pur tro le 12,30 circa, quasi
Cottolengo; apparentemente Provvidenza, per volontà del necessità. Obiettivo immediato in mezzo alle molte tutti sono passati, fatto
entrambe insignificanti, eppure suo fondatore San Giuseppe e principale della Casa Acco- difficoltà che ben salvo l’immancabile ri-
sono le depositarie del grande Benedetto Cottolengo, presta glienza è anzitutto creare un conosciamo, un la- tardatario di turno;
cuore della Piccola Casa della particolare attenzione alle fasce clima di famigliarità, affinché i voro e un’esistenza qualche volontario lo
Divina Provvidenza, le braccia più povere e più emarginate e poveri si sentano accolti e valo- normale. Il discorso serve, lui ringrazia, si
aperte per l’incontro con le po- la Casa Accoglienza è la realtà rizzati, in quanto figli di un Dio è diverso per gli siede al tavolo e comin-
vertà dei fratelli, due porte di un servizio che risponde alle misericordioso, e mai giudicati ospiti italiani; questi cia a mangiare e finito
dove il Caritas Christi urget nos esigenze primarie di queste in base alla loro condizione di prima di essere ac- ci saluta.
si propone imperioso. persone”. vita apparente. Per tutto que- colti, incontrano le Abbiamo finito anche
Abbandoniamo per un mo- Qui, in questa casa accogliente sto ci sono io (Fratel Stefano), assistenti sociali del nostro graziare del cibo donato e poi noi e anche se alcuni ospiti
mento quella del numero 14 ed e dotata dei servizi essenziali, coadiuvato da suor Irene, quat- Centro Ascolto, che valutano via, si inizia la distribuzione. In sono ancora presenti, tutti
entriamo in quella di via quotidianamente si accolgono tro operatori e numerosi volon- se esiste uno stato di bisogno gruppi di 20 ogni volta entrano insieme, ci si saluta e ci si dà
Andreis, la porta della Casa circa 500 persone alle quali tari. Completano il servizio la reale e poi capire anche quali gli ospiti, donne, uomini, gio- l’arrivederci al giorno dopo.
Accoglienza e raccogliamo due vengono offerti diversi servizi, dottoressa Limone e il cappel- sono i problemi che li costrin- vani, meno giovani, anziani; Contenti di aver fatto il proprio
diverse esperienze. L’ una è la quali i pasti, la possibilità di lano cottolenghino don Ema- gono a rivolgersi a noi. Seguo- tutti di diversa fede religiosa, dovere.
voce di Fratel Stefano, respon- curare l’igiene personale, cam- nuele. La maggior parte delle no quindi, ulteriori incontri di mussulmana compresa. Quanta La Redazione
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Una bella
L
Ero con suor Tecla al Cottolengo religiosas. Abraco com muita
gratidao deste vosso irmao em
Cristo.