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Il Sogno Verde

di Bernardo Trevisano
Questa traduzione italiana del Sogno Verde attribuito a Bernardo Trevisano, conforme a quella uscita sul numero 1 del 1910 della rivista di studi ermetici Commentarium, diretta da Giuliano Kremmerz. La traduzione a are a firma della !i".na G. #..

a cura di Massimo Marra

IL SOGNO VERDE
Veridico e Vero perch contiene Verit
$n questo so"no tutto a arisce sublime% il senso a arente non inde"no di quello c&e si nasconde% la verit' vi brilla da s( stessa con tanto s lendore c&e non difficile sco rirla attraverso il velo di cui si reteso servirsi er masc&erarcelo. $o ero immerso in un sonno rofondissimo quando mi sembr) di vedere una statua alta quindici iedi circa, ra resentante un *ecc&io *enerabile, bello e erfettamente ro orzionato in tutte le arti del suo cor o. +veva dei lun"&i ca elli d,ar"ento tutti onde""iati% "li occ&i erano di fine turc&ine, in mezzo ad essi erano incastrati carbonc&i cos- s lendidi c&e non se ne oteva sostenere lo s razzo. +veva le labbra d,oro, i denti di erle orientali e tutto il cor o di rubino scintillante. Toccava col iede sinistro un "lobo terrestre c&e areva lo sostenesse. avendo il braccio dritto elevato e teso sembrava sorre""ere sull,estremit' delle dita un "lobo celeste di so ra la sua testa e con la mano sinistra teneva una c&iave di "rosso diamante "rezzo. Quest,uomo avvicinandosi mi disse. /$o sono il Genio dei sa""i, non temere di se"uirmi/. 0oi, rendendomi ei ca elli con la mano in cui teneva la c&iave, mi sollev) e mi fece attraversare le tre re"ioni dell,+ria, quella del #uoco e i 1ieli di tutti i ianeti. 2i tras ort) ancora i3 in l', oi avvoltosi in un turbine dis arve e mi trovai in un isola "alle""iante su di un mare di san"ue. 2eravi"liato di trovarmi in aese cos- lontano, camminai sulla riva e, considerando questo mare con una "rande attenzione, vidi c&e il san"ue di c&e si com oneva era vivo e caldo. 4otai anc&e c&e un vento dolcissimo, c&e l,a"itava senza osa, ne intratteneva il calore e vi eccitava un bollore c&e dava a tutta l,isola un tremito quasi im ercettibile. 0reso d,ammirazione er cose cos- straordinarie, cominciai a riflettere su le tante meravi"lie, quando scorsi molte ersone al mio lato. 2,imma"inai da rima c&e volessero maltrattarmi e mi rifu"iai in una macc&ia di "elsomini er nascondermi, ma il loro olezzo mi addorment), fui sco erto e reso. $l i3 "rande della bri"ata, c&e mi sembrava comandasse "li altri, mi domand) fieramente c&i m,avesse fatto cos- temerario da venire da aese inferiore in questo altissimo im ero. $o "li

raccontai in qual modo v,era stato tras ortato e subito questo uomo, can"iando im rovvisamente di tono e di modi, mi disse. /!ii il benvenuto tu c&e fosti condotto qui dal nostro altissimo e otentissimo Genio/. 0oi mi salut) e tutti "li altri in se"uito mi salutarono secondo il loro costume, c&e di coricarsi sul dorso, oi mettersi a ventre er terra e ritornare in iedi. 5is osi al saluto secondo le mie abitudini. 6"li mi romise di resentarmi all,7a"acestor c&e il loro im eratore. !i scus) di non aver vettura er ortarmi in citt' da cui eravamo lontani una buona le"a. 8urante il cammino non mi arlava c&e della otenza e della "randezza del loro im eratore, c&e ossedeva sette re"ni e questo aveva scelto in mezzo a"li altri er farne sua dimora abituale. 4ot) c&,io camminavo con difficolt' sui "i"li, le rose, i "elsomini, i mu"&etti, le tuberose e una quantit' rodi"iosa di fiori delle s ecie i3 rare e i3 belle, e c&e crescevano sulla via% e mi domand) sorridendo se io temessi di far male a quelle iante. 5is osi di sa er bene c&e in quelle non vi era anima sensitiva% ma, essendo rarissime nel mio aese, io ri u"navo a cal estarle. 4on sco rivo er tutta la cam a"na c&e fiori e frutta, domandai dove seminassero il "rano. 2i ris ose c&,essi non lo seminavano e c&e lo trovavano in "rande co ia nelle terre sterili e c&e l,im eratore ne faceva "ittare la i3 "ran arte nei nostri aesi in basso er farci iacere e le bestie man"iavano quello c&e ne restava. 0er loro uso facevano il ane coi fiori i3 belli c&e im astavano con la ru"iada e lo cuocevano al sole. 6, oic&( io vedevo da ertutto una cosrodi"iosa quantit' di frutti bellissimi, ebbi la curiosit' di rendere alcune er man"iarle. 1ostui volle vietarmelo assicurandomi c&e solo le bestie ne man"iavano, ma io le trovai di un "usto ammirevoli. +llora mi re"al) delle esc&e, dei melloni e dei fic&i come non se ne sono mai visti in 0rovenza, in $talia e in Grecia di "usto cos- squisito. 2i "iur) c&e queste frutta si roducevano senza coltivazione alcuna ed assicurandomi c&,essi non man"iavano nessun,altra cosa col loro ane. 8omandai come otessero conservare fiori e frutta durante l,inverno. 2i disse c&e non conoscevano "li inverni, c&e i loro anni non avevano c&e tre sta"ioni solamente, cio la rimavera e l,estate, e c&e da queste due si formava una terza, l,autunno, c&e rinc&iudeva nel cor o dei frutti lo s irito della rimavera e l,anima dell,estate e c&e in quest,ultima sta"ione si racco"lievano i "ra oli d,uva e la mela"rana, c&e erano i i3 buoni frutti del aese. 6 a ena io "li dissi c&e noi ci cibavamo di carne di bue, di montone, di selva""ina, di esce e d,altri animali si mostr) stu efatto, e volle dirmi c&e noi dobbiamo avere un intelletto abbastanza "rossolano, in"ozzando alimenti cos- materiali. $o l,ascoltavo con "rande attenzione e non m,annoiavo er niente ad im arare cose cos- belle e curiose, ma invitato a considerare l,as etto della citt', da cui non eravamo lontani c&e un duecento assi, non ebbi tosto levati "li occ&i er "uardare c&e non vidi i3 niente diventando cieco, della qual cosa il mio com a"no e il se"uito resero a ridere. $l dis etto di vedere c&e costoro si divertivano alle mie s alle mi faceva i3 soffrire della mia dis"razia. !e ne avvidero c&e i loro modi non mi facevano contento e colui c&e aveva sem re reso cura di me, mi consol) esortandomi ad avere un o, di azienza e assicurandomi c&e in un attimo avrei recu erato la vista% oi corse a rendere un,erba, con cui mi stro icci) "li occ&i, ed io vidi subito la luce e lo s lendore di questa su erba citt' della quale tutte le case erano di cristallo urissimo c&e il sole risc&iarava continuamente erc&( in quest,isola non v,era mai notte. 4on mi si volle ermettere di entrare in nessuna di queste case, ma di vedervi quello c&e succedeva di dentro attraverso le mura tras arenti. 6saminai la rima casa identica a tutte le altre, formata di un sol iano, com osto di tre a artamenti o"nuno di i3 camere e camerine. 4el rimo a artamento a ariva una sala ornata di un arato di 8amasco, tutto ornato di un "allone d,oro bordato di un sottile cres o anc&e d,oro. $l fondo di questa stoffa era can"iante di rosso e di verde con rilievo d,ar"ento finissimo e tutto rico erto di un velo bianco. $n se"uito erano alcune camerette tem estate da "ioielli di colori differenti, oi si sco riva una camera tutta addobbata di un bel velluto nero bordato da molte strisce di raso nerissimo e lucentissimo, il tutto s iccava er un ricamo di erle nere ancora i3 brillante e s lendente. 4el secondo a artamento si vedeva una camera ta ezzata di seta bianca cos arsa di erle orientali rarissime. $n se"uito v,erano molte camerette arate da i3 colori, in raso azzurro, in damasco violetto, in seta citrina e incarnata. 4el terzo a artamento era una camera arata d,una stoffa sma"liantissima di or ora a fondo di oro i3 bella e i3 ricca di fronte alle altre stoffe "i' vedute. $o mi domandai dove erano il si"nore e la si"nora di quella casa.. mi si ris ose c&e si erano nascosti in fondo di questa camera, e c&e essi dovevano ancora assare in un,altra i3 lontana, se arata da queste da alcune comunicazioni e c&e "li ornamenti erano di colori tutti differenti, "li uni color isabella, "li altri seta verde, altri di broccato d,oro. 4on otevo vedere il quarto a artamento erc&( doveva essere indi endente, ma mi si disse

c&e consisteva in una camera la cui ta ezzeria era un tessuto di ra""i di sole i i3 uri e i i3 concentrati in questa stoffa di or ora c&e allora avevo visto. 8o o tutte queste curiosit' mi inse"n) come facevano i matrimonii fra "li abitanti di quest,isola. L,7a"acestor, conoscendo erfettamente l,indole e i tem eramenti di tutti i suoli sudditi dal ma""iore all,ultimo, riunisce i arenti i3 rossimi e mette una "iovanetta innocente e ura con un buon vecc&io sano e vi"oroso. oi monda e urifica la Giovane, lava e netta il *e"liardo c&e resenta la mano alla Giovane, 6 La Giovane rende la mano del *ecc&io. 0oi li si conduce in uno di questi allo""i, di cui si su""ella la orta con "li stessi materiali di cui la casa stata fatta, e biso"na c&e restino cos- c&iusi insieme nove mesi tutti interi durante questo tem o fanno tutte le belle tessiture c&e m,&an fatto vedere. +lla fine di questo termine essi escono tutti e due uniti in un medesimo cor o e, non avendo i3 c&e un,anima, non sono i3 c&e 9no di cui la otenza molto "rande sulla terra. L,im eratore se ne serve allora er convertire tutti i cattivi c&e sono nei sette re"ni. 2,avevano romesso di farmi entrare nel alazzo im eriale e di farmene vedere "li a artamenti, e un salone tra "li altri in cui sono quattro statue antic&e quanto il mondo, delle quali quella c&e sta nel mezzo il otente !e"anisse"ede c&e m,aveva tras ortato in quell,isola. Le tre altre c&e formano un trian"olo intorno a questo, sono tre donne, cio 6llu"ate, Linemalore e Tri sareco sem. 2,avevano anc&e romesso di farmi vedere il tem io ove l,imma"ine della loro divinit' c&iamata 6lesel *asser"usine. 2a i "alli si erano messi a cantare, i astori conducevano i loro "re""i ai cam i e "li o erai re aravano i loro carri e fecero un cos- "ran rumore c&e mi sve"liarono, e il mio so"no si dissi ) interamente. Tutto questo c&e avevo visto era niente di fronte a ci) c&e dovevo vedere, non ertanto io mi consolo quando rifletto a questo 1eleste $m ero, in cui l,:nni otente a are assiso sul suo trono di "loria accom a"nato da +n"eli, +rcan"eli, 1&erubini, !erafini, Troni e 8ominazioni. l' c&e noi vedremo ci) c&e l,occ&io non &a mai visto ed udremo ci) c&e l,orecc&io non &a mai sentito, oic&( questo il luo"o in cui dobbiamo "odere una felicit' eterna c&e 8io stesso &a romesso a tutti quelli c&e se ne renderanno de"ni, essendo tutti stati creati er arteci are a questa "loria. #acciamo dunque tutti i nostri sforzi er meritarla. Lodato sia $ddio.

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