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TEATRO REGIO
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MESA
DRAMMA
e?

D'AMALFI
4

LIRICO IN

ATTI

^2g>

TOROO
TIPOGRAFIA TEATRALE
Via Carlo Alberto
.V.

22.

^if

LA

CONTESSA D'AMALFI
DRAMMA
LIRICO IN 4 ATTi
DI

GIOVANNI PERUZZINI
DA RAPPRESENTARSI

con Musica del Maestro Cav.

ERRICO PETRELLA
NEL REGIO TEATRO DI TORINO
LA QUARESIMA 1864

TORINO
TIPOGRAFIA TEATRALE
Via Carlo Alberto, N. 22.

La musica

e la poesia del presente

Dramma

Lirico sono

di esclusiva
i

propriet dei Signori cav. Errico

Petrella ed

Evasio Bocca,
dalle

quali

dichiarano

di voler

godere

dei

privilegi

accordati

leggi vigenti,

dirette a garantire le propriet letterarie ed

artistiche.

PERSONAGGI

ATTORI

Leonora,
e

Contessa

d'Amalfi

Sig a Bendazzi Luigia

Sartorio, maestro di
violoncellista;
figlia

contrappunto
.

alemanno.

Sig. Junca

Marcello

Tilde, sua

Sig
di

Grosso Benedettina

Egidio,
Il

allievo

Sertorio

Sig. Graziani

Lodovico

Dnea

Caruioli, gentiluomo

napoletano
11

.Sig. Colonnese
gentiluomo
Sig.
e

Luigi

Conte di Lara,
spagnolo

Manfredi Luigi

Berta,

ancella
.

confidente

di

Leonora

Sig a

Marengo Luigia

CORI E COMPARSE
Dame
Allievi

Gentiluomini
di

napoletani e spagnoli

amici

Sertorio

Popolani

donne

d'Amalfi
tessa

Pescatori Paggi

e Pescatrici

Servi della Con-

Giovinetti

fanciulle

d'Amalfi

Battellieri.

L'azione ha luogo parte

in

Napoli,
finire

parte in Amalfi e dintorni.

L'epoca sul

del

secolo XVII.

versi

virgolati si

omettono.

L'argomento

di questo

dramma

lirico

imitato in parte

dalla Dalila di

Ottavio Feuillet,

ATTO PRIMO

SCENA

I.

Salotto in casa di Sertorio: a sinistra

due porte, una d'ingresso,


guarda sulla strada.

Paltra che mette allo studio del maestro; a destra la stanza


di Tilde, presso la quale

una

finestra che

Ad una
Air alzarsi
torio
il

delle pareti attaccato

un orologio a pendolo.

della tela, la scena vuota; s'ode dallo studio di Ser-

suono d'un violoncello.

Tilde,
Tilde
{esce dalla

indi

Sertorio.
e s'arresta ascoltando).

sua stanza, fa pochi passi,

dolce suon

degli angeli

Forse

la

voce questa?

Ogni sua nota un palpito


Neir anima mi desta,..

L'eco d'un caro accento


In quelle note io sento.
(1/

suono cessa: ella

si

scuote

come da un'estasi,

corre alla

porta dello studio, esclamando).

Padre!
Sert.
(comparendo sulla soglia
e

abbracciando la

figlia)

Mia Tilde!... ad ascoltar mi stavi

Tu dunque?.
Tilde
S!.,, quali

armonie soavi!
di figlia

Sert.

Commossa ancor ne sono, Amor Troppo t'illude la mia mano

slanca

Sotto

il

peso degli anni, e l'estro manca.


guardi
la

(fissandola con compiacenza)

Oh

lascia che

li

Sei pur bella

Cosi vestita!...

pi vaga stella
di festa

Del teatro sarai... Sera

Esser per noi dee questa!


Voci
(dalla strada)

Dell'arte

il

cammin
di spin..

Ingombro

Di lungo sudor

Sert.

prezzo
i

l'allr.
diletti

Son

essi...

miei

Allievi., la

canzon

lor favorita.

SCENA
Allievi
e

II.

Amici

di

Seriori,

e detti.

Coro.

Vedi,

esultanti siamo...
te

Una

grata novella a

rechiamo.

La. citt per ogni lato

Stamattina abbiam girato:

Un Un

trionfo alla nuov' opera


si

Dappertutto
miracolo

predice;

di

genio,
la

Di dottrina ognun

dice.

Non si parla che d'Egidio, Usuo nome in ogni bocca;


Sin degli emuli l'invidia

Morde il labbro e non lo pi felici Con auspici Esordito alcun non ha,

tocca.

dell' arte

un' altra gloria

Or

la storia

scriver.

Tilde

Tuli

senti,

padre mio....

Alla gioia

t'abbandona!

Tutta, tutta esulto anch'io

Nel pensier del tuo gioir.,. Del tuo core Iddio corona
Il

pi fervido desir.

Sert.

Dell'affetto che gli porto,

Delle cure di tant'anni,


S,

quest'unico conforto,

Questa chiedo a Dio merc:

Oh,

la

speme non

inganni!.

La sua

gloria gloria a

me.

(L'orologio suona sei ore)

Sert.

E V Angelus*,
Mia veste
Bello
io

fra

poco

Egidio sar qui... La pi sfarzosa

vado ad indossar... vo' farmi


vi lascio.

come un don...

Coro
Al teatro corriam...

noi

Doman

pi

lieti

Saremo ancor.
Sert.
Vi faccia Dio profeti!
(entra nella sua stanza:
il

Coro parte).

SCENA
Tilde,
Tilde
indi

III.

Egidio.

(avvicinandosi alla finestra)

Oh! come lente Tore

Sono

al desio!..

No, mai

Palpitando cos non V aspettai.

Ma non

m'inganno... desso...

Qual tremito m'assal or che^mi presso!

8
Egid.
(vedendo Tilde,
lui, e

che resta

immobile innanzi a

non osa guardarlo).


il

Tilde

tuo labbro muto...


al

Abbassi

suol gli sguardi..

Un

tuo gentil saluto

Dimmi, perch mi tardi? la tua man tremante...


Fanciulla mia. perch?

Tilde

In s solenne istante

Tu
Forse

lo
il

domandi
al

me?

tuo cor non palpita,

Non trema

par del mio ?

Alla tua gloria, Egidio,

Egid.

Tilde

Non pensi tu compio? Ah si! N ad altro pensi


Nuli' altro

brami

in

cor?

Egid.

puri gaudii, immensi

Bramo d'un
La gloria

santo amor. un ben fugace,


:

larva che affascina


la

Sola del cor

pace

volutt divina.

Lieto di gaudio tanto

Pu l'amor tuo sol farmi A un angelo daccanto,


In terra
il

!...

cielo avr.
, . ..

Tilde

S' io

sogno

oh non destarmi
,

Morir sognando
Egid.

io vo'

Se questa sera un lauro


Cingere
al crin

mi

dato,

mia

diletta, riedere

Qui mi vedrai beato.

Tilde

Suprema gioia !.. al piede Cadrem del padre mio,

E
A Due
Egid.

a!

nostro

amor mercede
allor...

Gli

chiederemo

Iddio raccese, e Iddio

Coroni

il

nostro amor.

Sar tuo,
S,

te lo

prometto,
!

mia Tilde, tuo per sempre


in

Quest'amor che m'arde

petto

Non
Da'

potr cangiar mai tempre:

Di celeste meloda
tuoi labbri
il

suono

udr...

Tu
Tilde

sarai la

musa mia,
fior

A' tuoi raggi io splender.

D'uno

stel

due

saremo
ai

Della vita in

mezzo
di

dumi...

Un
Il

eterno aprii

godremo
profumi:

Sol di luce e

baleno d'un sorriso


d

Ogni

per noi sar,


di

E un cangiar
Il

paradiso

morir

ci

sembrer.

(S'apre la porta d'ingresso: Tilde entra nella stanza del padre).

SCENA
Caratali
Carn.
(entra cantando)

IV.

ed

Egidio.
d'un giorno amor,

follia

Egid.

il

pi fragile dei fior...


all'alba e a sera

Nasce

muor

Duca

Carn.

Ti trovo

alfin...

L'ora gi presso
fai

del cimento... che


fata delle

qui?.,, tu sogni

La Lo

nordiche leggende...

so... n

ti

vergogni

40
Egid.

Vergognarmi
Di che? ve
Io
lo

confesso,

Tamo,..
Sta a veder che di sposarla
saresti

Carn.

Tu capace
Egid.

Il

voto ardente

E questo
Carn.

del

mio

cor.

Sei tu demente ?

A nessun
Davvero
Egid.

costo

il

soffrir.., bel frutto

coglierei
?

De' benefcii miei

Despota farvi
Vorreste del mio cor
?

Carn.

Voglio salvarti
Dall'abisso ove stai per affogarti.

Non

sai tu

che

il

genio chiede

Libert di spazio e d'ale?

Non sai tu che piombo La catena coniugale ?


Di battaglie, d'uragani
Solo
il

al piede

genio

si

compiace

lo

scoppio dei vulcani,


la face:

Delle folgori

tu vita oscura e cheta

Vuoi condur da anacoreta?

Oh,

fa

senno

scaccia via

Questa tua malinconia...


Alla gloria che
ti

chiama,
alla

Pensa
Cerca

al

mondo,

tua fama...

feste ; cerca

amori,

Ma l'amor
Poesie
d'

che inebbria e va...


de' pastori

Son gr idilli

un'altra et!

U
Egid.

Invan di persuadermi
:

Tentate, o Duca...

un'altra

Moral
Carn.

la

mia...
Parli sul serio? L'aria

Ti dai di verecondo ?

Eh AH

via
1

son

uom

di

mondo...
sorpresi

ultimo festino
li

Nel palazzo di Spagna,

Guardar con occhi accesi


D'Amalfi
Egid.
la

Contessa...
lei.

Non

parlate di

Carn.
Nel cor
Egid.
ti

Ma pure impressa
sta,..

Tacete!

(correndo a Sertorio,ch'esce dalla sua stanza seguito da Tilde).

SCENA

V.
e detti.

Sartorio, Tilde
Egid.

Ch'io v'abbracci,

Maestro!
Sert.

Un
Troppo

bacio...

un
In

altro!,.

mi son

fatto

aspettar...

buona compagnia
(salutando Carnioli)

Per tu stavi... Duca!


Carn.

Qua

la

mano!
credea.

Sert.
Carn.

Partilo per la

Spagna
intera

io vi

Data

la

Spagna

Avrei per questa sera.


il

Sert,

Ti batte

cor, Egidio?..

Su, coraggio!,

un trionfo
ti

io

ti

predico...

Quasi un padre
In

son...

ti

benedico!

un

sentier di triboli
il

Pensa che metti

piede:

i2
Va!., Dio
ti

guidi \..\Y anima


la

T'afforzer

fede

Modesto

nella gloria,

Grande
Sprezza

nelle sventure,
le lodi facili,

E T invide censure:
Onesto
sii! del

genio

Candide spiega Tale;


Serba, fedel Vestale,
Il

sacro foco in cor..,


ai

E venerato
Andr
Egid.
il

posteri

tuo
s

nome
pure

allor

Queste massime

Sempre
Fra
le

in

cor scolpile avr;


le

gioie o

sventure

Di voi degno ognor sar.


Tild.

(Ah, brillar sulle sue chiome

Veggo

gi T
1

ambito

allr!

Me
Carn.

felice

del suo
e del

nome

Sar altera
(D'udir
s

suo cor.

lunga predica
al

Non m'aspettava
Saran, secondo
il

certo!

solilo,

Parole nel deserlo...)


Il

tempo non perdiamo,


Andiamo.
(Partono
e cala la tela).

Si fa gi tardi.,.

Tutti

FINE DELL ATTO PRIMO

15

ATTO SECONDO

SCENA L
Sala nel palazzo della Contessa, addobbata con tutta magnifi-

cenza.

Da un

lato

della parete; dall'altro, vers

un organo elegantissimo fra gli arazzi il proscenio, una porta chiusa


la

da ricco cortinaggio,

quale mette alle stanze della Contessa

La scena si divide nel fondo in tre grandi arcate: quella di mezzo si prolunga in una galleria, che conduce al giardino
adorno
di

statue e fontane;
di

quella a destra

lascia scorgere
l'altra

una fuga

sale

splendidamente illuminate:

serve

d'ingresso comune.

Alzata la

tela,

compariscono nel fondo a sinistra alcuni paggi,

che s'inchinano rispettosi ali* avanzarsi della Contessa. Ella ri-

torna dal teatro nella pi abbagliante acconciatura:


l'incesso la palesano in preda

il

volto e

ad una

forte emozione.

Leonora
Leon.

indi

Berta.

Fu una

sera d'ebbrezza, e l'alma mia


io sia?

N' piena ancor!.... che innamorata

Come
Son
le

il

facea pi bello
del trionfo
!

La gioia

oh, tutte amore

sue note

il

core
!

Vergine, ardente egli ha... Quel cor vogl'io


Un'altra egli

ama

!...

chi lo disse ?

il

Duca

Una gelosa astuzia Fu questa sua... Dolente


Della luna che sorge
il

sol cadente.

44

Non credo

a sogni, a favole...
scaltra
!

Duca, son troppo

E
Eran

s'

anche amasse un'altra,


dolci e languidi

Vinta non io mi do.


s

Gli sguardi

che mi volse

Quando

miei fior raccolse,

In volto ei sfavill.
A* vezzi miei resistere

Non

s facil

giuoco...
fra

Ebbro d'amor
Ei sol per

poco

me

sar.,.
ai battiti
!

E
Il

del

suo core

mio risponder

Berta (giungendo

frettolosa dal fondo)

Contessa,

gli invitati

Giungono
Li avea.

in folla...

Leon.

Ah

ah

dimenticali

Chiara
;

la cosa...
la

Fra tanta poesia scordai

prosa.

(Si ritira nelle sue stanze

Berta la segue).

SCENA
Gentiluomini
I.

IL a braccio
delle loro

napoletani

spagnuoli,
.

Datate entrano

nella sala)

Che ne dite?

II.

Clamoroso

I.

Fu il successo Da un mattin

e senza par.
s

luminoso

Un
II.

bel d

si

pu sperar.

Dallo strepilo intronali

Noi

gli

orecchi abbiamo ancor.

43
I,

Siplaudia da

tulli

Iati,

Ogni loggia piovea


IL

fior

Non
Or

vedeste

la

Contessa?

Era

in estasi

pur essa.
s'accendea...

dagli occhi sorridea,


in volto

Ora
II.

Perch mai tanto stupor?


Bello e giovine l'autor.

I.

Oh

Mormorar qui non convien... vedete... il Duca vien!

SCENA
Cariatoli,
il

III.

Conte
indi

di

Lara,

altri

Gentiluomini

detti:

Leonora*
il

Coro
Carn.

Del nuovo genio

nobil mecenate,

Duca,

in

voi salutiamo.
Il

complimento
protetto.

Io di gran core accetto.


Il

Con.

Di tanto proteltor degno


il

Carn.

Un povero
Egli era,

orfanello
le vie:

vagabondo per

L'udiva ogni mattin sotto

le

mie
il

Finestre canticchiar... Del genio

lampo

Indovinai negli occhi suoi:

raccolto

L'ho

in

mia casa, l'amai


fralel...

Come un
Or Napoli
il

Sertorio
ei

All'arte l'educ..., Qual frutto


Io

diede,

vede.

Leon,

(uscendo dalle sue stanze)

Signori,

lungo indugio

Vi prego perdonar.

46
Il

Con.

Non
Che voi
(con malizia)

s'attendea

sola, Contessa...

Carn.

La regina

D'ogni festa...
Leon.
Stassera...
il

Vedervi non credea


vostro amico
S tosto abbandonaste?...

Carn.

In

un

eliso

Di gioie

lo lasciai...
soffocando

Leon.
Tutti
Leon.

Ah! (come

un grido)

Che

fu?.,,

Non
Qui nel cor...

so ben... un improvviso

Brivido... una puntura

Il

Con.

Ellasvien!

Coro
Leon,
(con sforzo simulato)

Soccorso!

nulla....

Carn.

(Restar vuol sola!... or l'opra

Compir sapr...)
Leon.

Bisogno

Ho Ma
iLCoN.eCoRO

di riposo..:

Me

ne duol, Signori,

lasciarvi

m'

forza... Eli'

una vera

Fatalit...

Contessa... a un'altra sera.


li

(s'allontanano: Carnioli

accompagna

fino all'arcata d'in-

gresso, poi ritorna alla Contessa, che sembra quasi aspettarlo).

SCENA
Leonora
Leon.
Carn.
Il

IV.
indi

Carnioli:

Berta

(Non parte!)

A
mal
fu

quel che sembrami

passeggero.
insolita...

Qualche emozion

17
Leon.

Non
Oh,
(Il

ve
la

lo

nego... vero.

divina musica!

Carn.
Leon.

tasto gi toccato)

Mi piace assai quel giovine!

Carn.

L'avevo indovinato.
Del suo trionfo
lieto

Leon,

Egli esser deve assai...

Carn.

Contessa,
Estatico
il

lo

ripeto,

lasciai.

Un profumato
Leon.
Carn.

candido

Lin con ardor guardava.

Ah!

(con simulata sorpresa)


lin

Su quel

un nobile

Leon
Carn.

Stemma trapunto stava... il mio! lo so: caduto


Ei

mi

e coi fior di

mano.

A
Il

quanti l'han veduto,


caso parve strano.
malizioso interprete
voi siete.... e a torto!
fors'

Leon.

Un

Troppo
Carn.

Chi sa!...

era

un

simbolo...

Fors' anche un passaporto... Leon.

Duca, cos d'offendermi


Chi dritto mai
vi die' ?

Carn

Io sbaglier;., scusatemi!

Ma
Berta

il

mio pensier questue!


qui fuor; di voi

(con mistero a Leonora)

Un giovane
Leon.
a Camioli)

domanda...

Egidio ha nome.
(Desso!) Attenda...
(volgendosi

Quando
Spagna?

Partite per la

48
Crn.
(fissandola, e con riso sardonico)

Sull'istante!

Leon.

Sia pure!

Caen.

(E salvo!)

(s'inchina e parte)

Leon.

Berta!

Introduci quel giovane; poi tosto

Mi raggiungi.,,
Berta

(entra nella sua stanza)

(salendo sino all'arcata d'ingresso)

Venite:

la

Contessa

Tardar molto non pu...

SCENA
Egidio
Egidio
solo, indi

VI.

Leonora
(Berta entra nelle stanze

Ebben l'attender!
di

Leonora)

Dove son io?... qual fascino Qui mi guid?... Ritrarmi


Io posso ancora... No!., voglio vederlo

Questo fantasma menzogner un solo


Istante...

e svanir!... Pi calmo

il

core

ll'angiol che m'attende

Poi recher..

D'orientai
l'aria...
!.
.

profumo

Qui pregna

Veneri terrene,

il vostro incenso
Costei?...

Ed ella ancor non viene

Qual ha poter arcano

quando
fiori

la

mano
la

Lasci

cader;
il

sua pupilla,

Come nube
E mi
Ch'io

che

fulmine sprigiona,

S'aperse balenando,
copr di foco... Oh, ancora io n'ardo!...
la

fugga!

..

d'un dmone

lo

sguardo!

(Sta per uscire,

ma

trattenuto

dalla voce di Leonora,


sulla soglia.)

che in quel

momento comparisce

19
Leon.

Signore,

il

vostro

nome
ei

M'annunziaste...

suona
mio.
di lui)

Famoso

gi... del

Duca
il

Carnioli amico, siete pur

(Un po' impazientita dal silenzio

Ebben
Egid.
lo

in

che poss' io

Giovarvi

Onor cotanto
non ambia... Ridarvi
Sol volea ci eh' vostro...
(leva dal seno
il

fazzoletto della Contessa, e glielo porge

senza guardarla,

ma

visibilmente commosso).

Leon.
Egid. (in atto di partire)

Voi tremale!

Permettete, Contessa...
Leon.

Sedete

ve ne supplico
siete.
.. .

Ah

no... restate

Stanco, soffrente
Egid.

vero

la

soverchia

Fatica...

Leon.
(Egidio
si

Via... sedete!
lascia cadere macchinalmente sopra

un

divano) .

Dell' inattesa visita

Io vo' superba e lieta...


In voi s'accoppia
il

genio

Di musico e poeta...
Egid
.

(seuot endosi)
.

Voi m' adulate


Napoli
Allor v' adula intera . (Egidio s'alza)
Partite forse?... Un'ultima

Leon

Farvi volea preghiera*

20
Quella d'amor
s

tenera

Romanza ho
Vorreste a

in

core impressa...
ripeterla ?

me

Egid. (dopo un momento di esitazione).

V'obbedir, Contessa.
(Siede dinanzi all'organo,

ne scorre colle dita la testiera,


allontana-

ina ad
tasi

un

tratto la

sua mano s'arresta: Leonora,


la

alquanto verso
i

galleria,

star

appoggiata

ad una

colonna, dove
egli la

raggi della
e canta
):

luna cadranno a rischiararla:

guarda,
i

Fra

rami fulgida

la

luna appare,
il

D'astri

gemmato
!

sorride

ciel.
il

Vieni, o diletta

s'increspa

mare

Al molle bacio del venticel.


Leon.

(Com' leggiadro quel


Seguite
!

volto e quanto
il

!)

all'anima mi scende

canto.

Egid. (animandosi sempre pi)

Tutto d'amore, tutto ha favella

La luna,

il

zeffiro, le stelle,

il

mar.
!

La barca

presta... deh, vieni o bella

Amor
S,

e'

invita... vivere
e

amar

Leon, (con trasporto

avvicinandosi a lui)

paradiso solo del core,

Favella, luce del


Egid.
(si

mondo

amore
il

alza con risoluzione improvvisa:


e palesa la lotta terribile

suo volto acceso


il

ond' agitato
vi

suo cuore)

Addio Signora!... perdon


Leon
.

chieggio...
lui)

{come non avvedendosi del turbamento di


S

nuovo

e strano lerror perch?


..

Egid.

Demonio od angelo, fuggir vi deggio. Troppo voi siete falalea ine.

21
Leon.

Eh

via! cosi terribile

V par... vi par ch'io sia?

Strane davvero immagini

Sognate

in fantasia.
!...

Su, fate cor

guardatemi
viso....

Un'altra volta in
Egid.

Guardarvi

mente ed anima

Smarrir
Leon.
Egid.

in quel sorriso ?

Ditelo alfin...
Cessate...
(in

m'amate?

Dio! cessale!

Leon,

tuono dolce ed appassionato)

Oh
Di

s'io

v'amassi, andrei

me

superba

allor;

Tutto sfidar saprei


Nell'estasi del cor...

E
Egid

voi cos tremate ?

Ditelo alfin...
.

m'amate

(con abbandono)

S, m'inebrio di quel

guardo
seno ed ardo,

Al baleno affascinante;
S,

mi struggo

in
..

Di qual

fiamma

non so

dir!

So che vivo

in quest'istante

Una
Leon.

vita di gioir.

(Egli mio!...

quel core mio,


!

Cos fervido d'amore

Del suo foco accesa anch'io,

Godo io pur del suo gioir) Ah, m'amate al vostro core, Non potete a voi mentir.
!

(Egidio resta come oppresso dalla violenza patita


fissa

Ella lo

con tutto

il

fascino dello sguardo, ed incamminandosi verso

la galleria,

intuona la

romanza)

22
Fra
i

rami

fulgidi

la

luna appare,
e

Egid. (la segue, quasi attirato da magnetica forza,

prosegue

il

canto)

D'astri

gemmato

sorride

il

cieK
il

Leon.

Vieni, o diletta! s'increspa

mare

AI molle bacio del venticel.


(prende Egidio per mano, e seco lui s f inoltra nel giardino)
.

Egid.

Tutto d'amore, tulio ha favella

Leon.
(le

La luna,

il

zeifiro, le stelle,

il

mar.

loro voci si perdono poco a poco dietro le siepi di fiori le statue, che la luna rischiara in tutta la volutt dei

suoi raggi).

Egid.

La barca

presta... deh, vieni o bella

A Die

Amor

c'invita., vivere

amar

(Cala

la tela.)

FINE DELL'ATTO SECONDO.

23

ATTO TERZO

SCENA
La scena
pestre,
divisa in

I.

due

parti: a destra, dinanzi


i

una casa cam-

un

pergolato , dove

s'intrecciano a quelli di
si

rami di una vite verdeggiante fiorite campanule. In fondo adesso

scorge l'interno del salotto terreno.

sinistra la strada che

conduce sino all'ingresso del pergolato, ed fiancheggiata da altre case rustiche, dietro le quali il mare.

Mortorio
Seht

Tilde.

(esce dal salotto insieme alla figlia, che s 'appoggia al braccio

di lui, pallida ed abbattuta).

Vien, figlia mia

-- la

mattutina brezza

Balsamo

a le sar.

Tace

del

mondo

Ogni tumulto

in questo

Rimoto
Pi ride
Tilde

asilo, e
la

pura
Anch'essa mula

natura.

Sert.

ornai per

me

Fa
Ei
la

cor... confida in Dio...

pace perduta

Ti render...

Tilde

nella

tomba, eterna

L'avr fra poco.


Sert.

Ah non
Che pi mi
resta, se
vita.

lo dir

in terra

mi

sei rapita ?

Vivo della tua


Tilde

Non vita questa mia, il sospir dell'agonia, una funebre ghirlanda Che profumo pi non manda

u
Alla gioia che m'aspetta

Pensa, o padre, e

ti

conforta...

Solo

al

mondo

sar morta,
in te vivr.
.,

Ma

in te

sempre,
al

Di mia madre
io dal ciel
ti

seno stretta,
!

parler
il

Sert.

Oh,
Cos

tu

mi

strazii

cor! lascia, mia

figlia,

tristi

pensieri

!...

Air

amor mio
lei, sta

Vorr serbarti Iddio

(L'adagia su d'un seggiolone, e curvo su


dola con affetto e mestizia: ad

contemplan:

un

tratto s'ode dalla strada)

follia

d'un giorno amor,

Tilde

il

pi fragile dei fior,..


all'alba, e a sera

Nasce

muor.

Qual voce

?
(Il

Sert. (alzandosi)

Duca

!...

desso

?)

SCENA
Carttioli,
Carn. (s'avanza gaio
e

IL
e

detti.

sorridente, mentre

Serloho

immobile

all'ingresso del pergolato, nasconde colla persona la figlia).

Carn.

Torno

di

Spagna

--

a Napoli diretto,

Seppi a caso per via, che qui dimora

Fermaste da pi mesi... a salutarvi


Tosto
volai, (accorgendosi della freddezza di Sertorio)

La vostra
Figlia dov' ?

Sert.

(con voce commossa)

Guardatela...

Carh.

(colpito)

Soffrente

Mi par,.,
Sert.
(traendolo in disparte)

Dite...

morente

25
Voi dei suoi mali origine

Prima

e fatai voi siete!..

Io?
Dell'amato giovine
Voi
tolto
il

cor

le

avete...
?

D'Egidio

!. ..

ed esso

Misero
Assorto in turpe amor,
Ahi!
soffocato ha
il

genio

NelPabbrutir del cor.

(Che ascolto mai

!)

Quel fronte

Nato

dell'arte al serto,

Sol di vergogna e d'onte

Ora
Il

per voi coperto:

cielo di

due vittime

Ragion

vi chieder..

Egli vivr d'infamia,


Ella di duol
Cari*.

morr

Del mio

fallo

ammenda

intera
!

lo far... lo giuro a Dio

Sull'iniqua

fattucchiera

Piomber
Spento
Al suo
il

lo

sdegno mio...

grido dell'onore

In Egidio

non sar... primo e santo amore

Ei pentito torner!

Sert.

Un rimorso generoso
lo vi leggo negli sguardi:

Soccorrete a noi pietoso


Voglia
il

eiel

che non sia tardi!


si

(additando la figlia, che, scossa alle parole di Camioli, sar alzata, dirigendo i passi vacillanti verso di lui).

26
Di quest'angelo celeste

Pace
Il

alfin

rendete

al cor...

suo dmone vi
le siate
!

feste,

Or
Tilde

il

redentor.

Ite a lui

de' falli suoi


ei

Faccia

pur ammenda intera:

10 nuir altro chiedo a voi,


11

mio cor nuir altro spera,


gli dite

Non

quale or sono,

il

Quanto immenso

mio

dolor,.;

Dite sol che gli perdono,

Che Tamai.. che l'amo ancor!


.

(Carnioli stringe con espansione d'affetto la


che rientra in casa insieme alla figlia)

mano a
,

Sertorio,

SCENA
pendono

III.

Vasto recinto nel parco della Contessa


e dai cespugli

in Amalfi. Dagli alberi

festoni di fiori: pittoreschi viali si per-

dono

in tortuosi giri nel fondo, addobbati di fiori ed arazzi.

destra,
di

marmorea

scalinata che mette ad

forma

galleria, ove

un padiglione in ha luogo un banchetto, e che comusi

nica col palazzo, del quale

vede in iscorcio

la

facciata.

Popolani

d'ambo

sessi,

Giovinetti

Fanciulle

d'Amalfi, parte sparsi pel ricinto e pei viali del parco, parte
seduti sull' erba o sui banchi di pietra.

Viva, viva d'Amalfi


*

la
il

Signora
d

Del suo natale

Splenda seren cos

Molt'anni ancora.

Tutti

Giorno

bello allegri festeggiarli...

Balliam

!.

cantiam

27
(Si uniscono in gruppi.

Le Fanciulle

Giovinetti intrecciano

una danza

caratteristica del paese,

mentre

il

Coro, in

disparte, canta la seguente):

Casizone popolare

Quando

in volto

ti

baciai,

Era notte,

tu lo sai!

Tutti soli sulla riva,

Non
Su
Ci

ci

ha

visti

anima viva:
le stelle.;.

di noi

splendean

guardavano

sol elle.

Una

stella, di lass

Sfolgorante cadde gi...

Quel mistero confidar


Indiscreta volle
al

mar,

Ed
Ei,

il

mare quel mister


al battellier.

Confidava
ridendo,

alla

sua bella
la

Ne cantava
I

novella;

fanciulli, le
la

ragazze
le

Or

cantan per

piazze...
il

Poi che pubblico


Ch'io
li

mister,

baci a

mio piacer!

(Si disperdono pei viali del parco.)

SCENA
Egidio,
indi

IV.
di

Leonora,
e

il Conte Gentiluomini*

Lara

ed

altri

Egid. (esce dal padiglione ,

s'avanza pensieroso.)

Chi penetrar

l'abisso

Pu del mio cor ? M' grave La catena ch'io porto, eppur

la

bacio

28

Come
11

fosse di rose!... Al

mio passato

10 guardo.... e n'ho rossori... Ieri la gloria,

genio, ogni maggior dono del cielo...


il

Oggi

silenzio della
sto!..

tomba

il

gelo.

Eppur qui
Che
il

Solo per

lei,

che forse

A' miei tormenti irride,

mio non cura

e
..

un

altro cor
!

conquide.

Ella tradirmi?.

misero

Lo temo, e non lo credo: Freme in tempesta l'anima,

Ed
E
*

a'

suoi vezzi io cedo.

Talor vorrei lasciarla,


poi
le

cado

al pie...

Sento che deggio amarla,

Che

il

mio destino

eli'

!
il

(Scendono dal padiglione

Leonora ed

Conte di Lara,

insieme ad altri invitati.)


Il

Conte Fu

lieta assai la festa...

Di voi degna,

Contessa...

Leon.
Il

Adulator

Conte

Dite sincero...

Egid.
Il

(Sempre con
(sottovoce

lui

!)

Conte

a Leonora)

Verrete

Stassera ?

Leon,

(misteriosa)
(lascia
il

Addio si

nel

parco m'attendete.
scomparisce
nel

braccio del Conte, che insieme agli altri Gentil-

uomini,

allontana

parco:

poi

s'accosta ad Egidio).

Perch mesto cos

Saresti forse

Egid.

Geloso? D'ogni sguardo

D'ogni parola
Di Lara
il

il

son!,..
?

L'amate

voi

Conte

29
Leon,
(ridendo)

Ah

ah

perdutamente

Io

Tamo...

Egid.

E
.

troppo! troppo!..

Piet vi prenda dello strazio mio...

Leon

Un uom
(si

che piange

! .

io lo

disprezzo ..

addio

allontana di pochi passi, poi s'arresta, e con aria


tra scherzosa e maligna)
.

Io

son

la farfalla

che scherza tra

fiori,
i

Mi pasco d'ambrosia, dal sole ho

colori....

Son nata

al

sorriso, son nata al piacer,

E volti sparuti non voglio veder. Un uomo che piange non panni pi bello! Querele, lamenti sol noia mi dn... Sospetti gelosi, furori da Otello.
Son
Egid,
farse da scena che rider

mi

fan.

(parte ed entra nel parco)

Cos mi lascia!..

SCENA
Carsi soli,
Carn.
Egid.

V.
e

detti.

Egidio!.

Duca,., voi qui?

Carn.
Egid.

Vien meco..
Dove?.

Carn.

Da quest'inferno
Lungi per sempre...

Egid.

chi

mi spinse
!

in esso?.

Carn,

Non rammentarlo ...


Debole tanto
e cieco

io slesso

Crederti mai potea?. Partiam.

Egid.

Noi posso..

Un

tradimento indegno
fu delitto,

Mi costa quest'amor.. Se

30
Pena mi
Soffrir,
sia..!

Nel mio falal delirio


sol bramo...

morir

Voi
Carn.

lo

voleste... lo

ramo!
fa
ti

Sciagurato!., del tuo core


Ella intanto
si

gioco;

Mentre ancor
Egid.

giura amore,

Ella accesa d'altro foco..

Non

ver... calunnia e questa!


il li

Carn.

No!,., tu slesso
Sotto
il

pensi...

il

sai.

pie che

calpesta

Muta vittima
Corvo
in

tu stai:

core, neir accento


il

Della tortora ha

lamento...

Ella'cangia di sembianti,

Come
Egd.

suol cangiar d'amanti.

Basta, o Duca!
Illuso sei,

Carn.

Miserabile, cosi?,.

Ah, conoscila
Egid.
Mentite!

costei!.
d.

Me, me pure amato ha un

SCENA
Leonora,
Leon,

VI.
e

detti.

(che tornando dal parco, avr udite le ultime loro parole)

Oh,

grazie, Egidio,

Grazie di tanto affetto!


Sei generoso e nobile

Quant'ei codardo e abbietto.

(aCom.) Duca!., una

sola, l'ultima
udite.
..

Da me parola
Qui non

annidarli rettili..

Uscite tosto... uscite!

31

Lo so

tradito un debito
sacro

Ho
Fu,

aduom

d'onore:

lo confesso,

un impeto
fulmine

Di rabbia e di dolore.
Dell'ira

vostra

il

Su me piombar

potr,..

Ma almen

di

questo martire

Piet, per Dio!., piet!

(Egli T amico,

il

mio

Benefattor fu desso!..

Ed io l'insulto?. .. ed io... Da me lo scaccio adesso?


Mentir a

me

potra

Se tanto ognor m'am?...

Ah
Che

s!...

mentia, mentia
il

Creder
fai?...

lo deggio...

v!)

percosso, attonito
resti ?

Perch cos tu

Della mia fede, Egidio,

Or dubitar

potresti?
?,..

Chi pi di me, chi t'ama


Credi, deh credi a me!

Lui che una donna infama,

Sprezzo abbia sol da


(Feroce e
vii

te.

quell'anima
io

No, non credeva

tanto;

Ma

del fatai

suo fascino
con tuono risoluto)
gli dite...
!

Sperder sapr l'incanto),


(avvicinandosi a Leonora
e

Voi stessa

il

ver

Dir che voi mentite

32
Carn.
(con voce ed ira repressa)

Delle

follie

passate

Memoria non serbate?


Provarlo
Leon.
io

posso a

lui..

(ad Egidio, nel colmo della collera)

Non
Crn.

parte ancor costui?..

Oh, vedi Egidio!, questo serpente

Un

contro l'altro

ci

vuole aizzar...

Parto...

ma
la

presto

vedrem
di

chi

mente,

Chi dee
Leon.
Egid.

maschera

noi

levar.

A me

tu credi?

Leon.
Egid.
S,

M'ami ancora?
n pi fervido mai core am..
gioia
!

Leon.

nulla pi chiedo allora,

l'universo sfidar sapr.

A Bue.
Del nostro

amor
i

risorgere

Faremo
Vivrem

giorni primi;
baci e d'estasi,

di

Di volutt sublimi

Mai nube
Mai pi
ci

di timori,

turbi

cori:

Una sar la speme, Uno dell'alme il voi.. Divamperemo insieme


Raggi d'un astro
sol!

(Cala la tela).

FINE DELL'ATTO TERZO.

33

ATTO QUARTO

SCENA

Gabinetto nel palazzo della Contessa in Amalfi: in prospetto una finestra che d sopra un terrazzo: porte ai lati; ricchi ed eleganti gli addobbi: a sinistra un tavolo a scrittoio con l'occorrente per iscrivere.

Leonora
Ho
vinto, e la vittoria

sola

Piena e splendida fu: d'Egidio in core Tanto pot l'amore!

Creduto

ei

m'ha!,., nella sua cieca fede

Resti per poco.


Il

In queste soglie
le

il

piede

Duca non porr, n addur


fallo

prove

Potr del

mio...
{va al tavolo e scrive)

Ed

ora a me!...

Son

io

Che impero ancor...! Reietta Ancor da lui non sono... Son io che l'abbandono!
Leggi
io vo'dar!... riceverle
io voglio.

No, da nessuno

Freno non ha,


Di donna
in

terribile

me
il

l'orgoglio.

Di calpestarmi

vanto
avr...

Nessuno

al

mondo

Chi vuol vedermi in pianto,


Ei solo pianger!
(parte recando seco
il

biglietto scritto

poco prima)

34

SCENA
Egidio,
Egid
.

li.

indi

Carnioli
parco

(entrando dal lato opposto)

Leonora!...
Ella tra
i

non
s'

fior

aggira.

qui... forse del

Pur tranquillo non


Partito
il

soni... oh,

come
il

in ira

Duca!... di tornar promise.,.

Io noi vedr... Di sostenerne

guardo

Coraggio

non

avrei...

(vedendo schiudersi im-

provvisamente la finestra) Chi la!,.

CRN,

(saltando entro la stanza)

Son

io.

La porta m'han contesa,

un'altra strada ho presa...

Egid.

Che volete
Voi qui?
Strappar
la

Carn.

benda
Conte

Che
Egid.

ti

fa

cieco... Sappilo!... col

Ella partita gi...

Duca!!
'

Carn
Egid.

Lo giuro
Sull'onor mio..
Sul vostro onor.. diceste!..
(chiamando)

Berta!.. Berta!..

SCENA
Berta
Berta
Egid.
e

IH.
detti

(a Berta che giunge frettolosa)

Dov'

la

tua Signora?

Noi so..

Dov' ?., rispondi!


Per voi mi diede.

(minaccioso)

Berta

Questo foglio

35
Egid.
(scorre rapidamente cogli occhi lo scritto, indi porgendolo

a Camioli)

Ah, perfida!., leggete!..


Ella parlia col Conte?

Carn.
Egid.

E non

tei

dissi?

(a Berta, nell'eccesso dell'ira)

Berta
Egid.

Signor.,

(confusa)

Rispondi!
S..

Berta
Egid.

Per dove?,

il

sai...

Berta
Egid.

Per

la

via di Sorrento.

vesser Tale,
Raggiungerli saprei...

Carn,
Egid.

Che
Vendicarmi
!

far vorresti?

Carn.
Egid.
Carn.
Egid.

Ora

f'

piena mi presti ?

Ah

si

Vien meco dunque.,,'


?

Mi perdonate voi

Carn.

Gi steso un velo

Ho

sul passato.

Berta

(La protegga

il

cielp.J)

(Egidio parte furente; Camioli lo segue. Berta

si ritira)

SCENA
A

IV.

Spiaggia di mare sulla strada che da Amalfi conduce a Sorrento.


destra alcune case rustiche, fra le quali, pi vicina al pro-

scenio, quella abitata da Sertorio; dietro di essa, a poca di-

stanza

il

campanile d'una chiesuola; a sinistra

fioriti

sentieri

che conducono a signorili villeggiature. In prospettoil mare,


e in lontananza
il

panorama

di

Napoli

il

crepuscolo

della sera.

La scena vuota scatori.

s'odono ad intervalli

le

voci lontane dei

Pe-

Tira

--allenta
!

---

sassi schiva
!

Buona pesca

a riva

a riva

36
(Le

Donne

dei pescatori entrano in scena saltellando

e can-

tando:)

Son

tre giorni

che l'asptto,

E perch non torna ancor?


Chi l'ha visto
il

mio brunetto?

(udendo
I. II
.

il

pi bel dei pescatore

le

voci degli uomini che si avvicinano)

Ah, son
Viva
!

essi

a lor
!

corriamo...

viva

eccoli
i

qua

Pescatori (s'avanzano trasportando

loro attrezzi pescherecci.)

Ami
Che
(Le donne
li

e reti raccogliamo,
la sera
e

imbruna

gi.
i

aiutano nel lavoro

colmano di pesci

loro canestri

Tutti

Guarda, guarda che bottino!..


Ci ha protetti san Gennar.

Donne

Al mercato del mattino


Bella mostra potrem
(tocchi lenti di

far.

campana.)

Tutti

P agonia
il

(s'inginocchiano tutti: gli uomini

levano di capo

berretto.)

Requie a chi
(cessati Hocchi della

Ave Maria muor Doni


si

il

Signor.

campana ,
e

alzano, riprendono

V allegria

di

prima
il

s'allontanano cantando).

Quando colmo ha Sempre gaio


Canta
a festa

suo vivaio,

ilpescator;

Sia bonaccia, o sia tempesta,


e ride in .cor,
le case.)

(scompariscono dietro

SCENA
Egidio
Egid.
e

V.

Caratali

A mezzo

del

cammino

Perch sostar voleste? Se precorsi


Ella ci avesse?

3?
Carn.

lei

tu pensi

ancora?

Egid.
Carn.

Alla vendetta io penso.

Un'altra voce

Non
Te

ti

favella in core ?
la

Pi non rammenti

tua Tilde ? Oh, "pria

stesso accusa e le tue colpe espia.


Io

Tho veduta,
La povera

Egidio,

tradita,

Consunta nelle lagrime,


In forse della vita...
Egid.

Che

ascolto!

Carn.

In pianto anch'esso

Le slava

il

padre appresso...

Egid.

Carn,

Un gelo in cor mi corso. .. Fu duol, piet. .. rimorso! Non proseguite!.. A lei


Vieni.;, seguir

mi

di.

Egid.

No, mai!., ribrezzo, orrore


Destarle
io sol

potr...
in core,

Carn.

Ella t'ha
Ella
ti

sempre

perdon!

(comincia a far notte; s'alza la luna: una finestra della


casa di Sertorio illuminata)

Voci

(dall'interno della casa)

Vergin divina,
Del
ciel

regina,
lei...

Prega per Prega per


Egid.

lei!

(come colpito da un terribile presentimento)

Qual funebre
Suon!..
Carn.

Ahim., tardi gi.

38
Egid.
Cielo!,,

che

dite?.:
le voci)

Carn.

(additandogli la casa donde partono

Egidio...

La sventurata
Egid.

l!

{correndo verso la porta che s'apre innanzi di lui)

Voglio vederla!

SCENA
Sartorio
Sbrt.

VI.
e
detti.

(mostrandosi sulla soglia e inorridito alla vista di Egidio)


Tu!!...

Egid.

Ah

!..

(indietreggiando

di

qualche passo)

Tilde!?..

Sert.
Egid.

(con voce tremante)

Non

pi!
!.

Morta!, eila moria

Carn.
Egid.

Dio!.
(slanciandosi di nuovo verso la porta)

Vederla ancor vogFio


Sert.
(respingendolo fieramente)

!.

Scostati... va! carnefice,

L'opera tua compisti..


Ti scosta!.,
il

suo cadavere

Ad

insultar venisti?..

Di questo vecchio or pascerti

Vuoi

tu,.,, gioir nel pianto?.

Non mi
Son
io

conosci..? guardami!..

che t'amai tanto;

Son

io

che

giorni miei
in lei!..

Vivea beato
Chi... chi dal

sen queir angelo

Per sempre a

me

strapp?

Uccisa Thai.. tu., barbaro!


Sii... mak..det..to..!

39
Carn.

Ah, no!
{Egidio immobile, cogli occhi
fissi al

suolo, resta

come an*
dal

meritato dalla scagliatagli imprecazione: s'ode frattanto

mare una voce

che canta:)
la

Fra

rami fulgida

luna appare,
il
il

D'astri

gemmato

sorride

ciel...

Vieni o diletta! s'increspa

mare

Al molle bacio del venticel.

Carn.
Egid.

Ah
(si

la

sua voce

scuote violentemente:

sta

per precipitarsi verso

il

fondo ,
grido :)

ma

cade affranto dal dolore e dall'ira^ col

L'infame!., dessa
Carn.
(correndo a sollevarlo)

E
Sert.

il

mar voragini non ha?


figlia,.,

Per essa

Spenta mia
Carn.
Piet
!

per essa!., hai tu

gi troppo punito ei fu,

(s'avanza lenta sul mare una barca addobbata a festa e

vagamente illuminata: in essa


presso
il

Leonora,
il

che, seduta

Conte

di

Lara,

seguita

canto.

Tutto d'amore, tutto ha favella.

La luna,
La barca

il

zeffiro, le stelle,

il

mar,..
!

presta...

deh vieni, o bella

Amor
Egid.
(nella

c'invila... vivere

amar!
la

Dalla casa di Sertorio, s'ode ad intervalli

funebre preghiera

massima

esaltazione)

Taci, demonio!., dove mi celo?.

Carn.
Sert.

M'han maledetto gli uomini, il cielo! In me un amico ti resta ancor.. Ahim!., commosso mi trema il cor.
Morir lasciatemi!., morir vogl'io
Vivi!,, alla gloria serbati...
!..

Egid.
Carn.

40
Sert.
(intenerito)

Iddio

Egid.

Ti sia clemente di sua piet. (S'anima per un momento come uomo cui
di speranza, indisi

baleni

un raggio

abbandona fra
!

le

braccia di Carnioli)

L'arte!.
Crn.

la

gloria

Redento gi

Gruppi analoghi.

Cala

la tela-

FINE

DEL DRAMMA

LIRICO.

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