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la meditazione come via

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" 'non cos'" (Dal Denkoroku)


"Zongjue fu a lungo attendente del maestro zen Wukong. Un giorno Wukong gli chiese: Com' la tua visione in questo periodo?. Zongjue disse: Sono costretto a dire che 'cos'. Wukong disse: Non va ancora, dillo di nuovo. Zongjue disse: Perch ci che ho detto non giusto?. Wukong disse: Non dico che ci che hai detto non giusto, ma che non hai ancora realizzato il trascendente. Zongjue disse: Io posso esprimere il trascendente. Wukong disse: Che cos' il trascendente?. Zongjue disse: Bench io possa esprimere il trascendente, non posso mostrartelo. Wukong disse: Infatti non puoi esprimerlo. Zongjue disse: Ti prego, esprimilo tu. Wukong disse: Chiedimelo e te lo dir. Zongjue disse: Che cos' il trascendente?. Wukong disse: Sono costretto a dire che 'non cos'. Udendo ci Zongjue fu illuminato, e Wukong conferm la sua realizzazione". Sono due livelli della pratica. Sono poi la stessa cosa, ma secondo due prospettive diverse. L'una nell'altra, e in qualche modo anche viceversa; importante comunque che vi siano entrambe. Cio: quel 'cos' e quel 'non cos'. Si passa prima per l' 'cos', per poi pervenire al 'non cos'. Cos' l' 'cos'? quell'essere nella via, senza per avere ancora esperito il trascendente. quel torreggiare con ferma stabilit di corpo e di mente, quel fare silenzio, quel preciso ed esatto stare in s, nella propria quiete, quell'immobilit di tutto, il fermarsi nella propria buddhit. quel vedere le cose nella loro singolarit, senza confronti, senza paragoni, senza memoria; quello stare in ci che , quel fermarsi al suo presentificarsi, quell'averlo ben chiaro, davanti a se stessi, senza altro d'ingombro. quell'essere finalmente faccia a faccia con l'essere. Zongjue vive questa esperienza, la riconosce, la dichiara; ma sa anche che c' pure quel qualcosa che non qualcosa, cui nulla pu venire applicato. Lo intravede, lo scorge, lo presagisce, ma non lo ha ancora realizzato; magari ne potrebbe anche discettare, ma sarebbero parole vuote le sue. Infatti dice: "Bench io possa esprimere il trascendente, non posso mostrartelo". Zongjue ancora nella fase della distinzione, della separazione; un passo indietro rispetto all'immersionesmarrimento nel suo s. Non ancora stata realizzata quella vuota tranquillit nella quale non c' pi separazione, in cui non c' pi necessit di guardare distintamente, di permanere in questo stato di assoluta saldezza, di faticosa fissit di mente e corpo. 'cos' diventare Buddha; 'non cos' dimenticarsi Buddha, abbandonarlo, superarlo. C' qualcosa di pi completo della pratica: la libert conseguita al deflagrare della pratica stessa; cos come c' qualcuno pi completo di un buddha permettiamoci questo parlare per paradossi: un uomo libero dall'essere un individuo ordinario o un buddha. Puoi parlare solo quando trascendi il Buddha e la tua parola sar solo un silenzio vuoto. Oltre il Buddha c' una coscienza priva della natura di Buddha: aperta, senza contenuti, sgombra, disponibile, leggera, spaziosa,

cava. Una coscienza che non pu essere contenuta da nulla: non pu essere definita, limitata, descritta, bloccata, fotografata. un percepire che non distingue pi un s dagli altri. A questo punto c' solo chiarit, senza pi nemmeno quel fenomeno chiamato 'illuminazione'. Ma dal 'cos' si deve passare e in un certo senso continuare a stare. Perch dal nostro caos (disordine) dobbiamo giungere al nostro cosmo (ordine). In ultimo per - il tetto della casa va spezzato: 'non cos'. C' il cielo, no? Quel cielo del non, della libert, del superamento di tutto. Cosa c' dopo? Il vuoto. Eppure c'era anche prima, anche nell' 'cos'.

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