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ta, daita, modo di vivere[1] , in particolar modo nei confronti dell'assunzione di cibo, l'insieme degli alim enti che gli animali e esseri umani assumono abitualmente per la loro nutrizione : lo spettro alimentare. Regime alimentare, in italiano corrente, si sovrappone abitualmente al termine d ieta. Questo indica metodi per variare il peso corporeo, per attenersi a prescri zioni relative a particolari quadri clinici, come quelle per ottenere differenti risultati sul proprio fisico, ad esempio, le diete dell'atleta. La dieta pertanto non necessariamente privativa, infatti pu essere uno stile di v ita che magari si abbina a pratiche sportive o ricreative. Gli organismi viventi eterotrofi necessitano dell'introduzione di nutrienti per il fabbisogno energetico, tramite reazioni ossidoriduttive, e per le necessit di costituzione del proprio organismo. Nel caso degli animali l'introduzione defini ta dieta. Dieta nei differenti organismi Una dieta definisce quindi, in senso lato, cosa l'animale mangia. Se le piante, autotrofe, sintetizzano le sostanze nutritive direttamente, gli animali dipendon o da una o pi specie per il cibo. Una dieta carnivora, erbivora o altro ha una gr ande e fondamentale influenza sul comportamento animale. Essa determina, in part icolare, lo stato di predatore o preda nella catena alimentare. La pratica compo rtamentale pu essere molto variata per gli onnivori alimentari o pi o meno special izzata per organismi stenofagi. La specializzazione per una fonte di cibo aziona anche l'evoluzione delle varie strutture anatomiche connesse all'assunzione e e laborazione del cibo, l'apparato digerente. Alcune specie animali hanno diete nello stadio larvale o giovanile e diete negli adulti; il girino degli anfibi, per esempio, erbivoro o detritivoro, gli adulti carnivori. Questo vale in generale per i mammiferi, che allattano i piccoli dal la nascita. Regimi dietetici carnivori Afidivorismo, che si nutre di afidi: coccinelle, crisope o perle. Cannibalismo, che si nutre di esemplari della sua stessa specie Carnivorismo in senso stretto, o carnivoro che si nutre prevalentemente di c arne animale: felidi e canidi Necrofagia, scavenger o spazzino, che si nutre di carogne, animali morti: ie ne, avvoltoi Entomofagia o insettivorismo, si nutrono principalmente di insetti: rane, ta lpe Ematofagia, che si nutre prevalentemente di sangue, come pulci e zecche Piscivorismo o ittiofagia, che si nutre prevalentemente di pesci: la lontra, il falco pescatore Lepidofagia, che si nutre di squame di pesce Malacofagia, che si nutre prevalentemente di molluschi Mirmecofagia, che si nutre prevalentemente di formiche: formichieri Oofagia, che si nutre di uova: Biacco Ofiofagia, che si nutre di serpenti Ornitofagia, che si nutre prevalentemente di uccelli Planktivoro, nutrendosi principalmente di plancton: balene Vermivoro, che si nutre prevalentemente di vermi Saprofagia, che si nutre di materiale decomposto, animale o meno: le mosche carnarie Zoofagia, alimentazione, in generale su base animale. Regimi dietetici erbivori Baccivoro, che si nutre di bacche: Bluebird orientale
Frugivoro, che si nutre principalmente di frutta: scimmie arboricole, pipist relli della frutta Exsudativoro o gommivoro, che si nutre di essudati di piante gomme e linfa: ustit Folivoro, alimentazione a base di foglie Granivoro, alimentatisi principalmente di semi: passeracei, muridi Erbivoro o fitofago, si nutrono principalmente di erba, piante della vegetaz ione prativa: ruminanti Mellifago, che si nutre prevalentemente di miele Nectarivoro, che nutre principalmente di nettare: colibr Pollinivoro, che nutrono principalmente di polline, molti imenotteri apoidei xilofago o lignivoro, che si nutre prevalentemente di legno: termiti, Ceramb ici Zeofago, che si nutre di mais Altre diete Absorbotropia, alimentazione da assorbimento: verme parassita Adefago che si nutre voracemente (da non confondersi con l'omonimo ragruppam ento dei coleotteri) Batteriofago, che si nutre prevalentemente di batteri Coprofago, alimentati principalmente da sterco: lo scarabeo stercorario Detritofago o spazzino, nutrizione principalmente di detriti, cadaveri, escr ementi Geofago, che si nutre prevalentemente di terra, e del suo contenuto organico come i lombrichi Limivoro, che trova il suo cibo nel fango Litofago, che si nutre variamente, ma attacca le rocce: dattero di mare Mallofagi, che si nutre prevalentemente di sangue e parti cutanee di uccelli Melofago, che si nutre prevalentemente di sangue di pecora Micetofago o micofago, che si nutre principalmente di funghi: Mycetophilidae Microfago, che assorbe e digerisce particelle o cellule di piccole dimension i: fenicotteri, balene, squali balena Onnivoro, che ha la capacit di nutrirsi di alimenti d'origine vegetale o anim ale: scimpanz, riccio, uomo, opossum, orso. Polifago, in genere sinonimo di animali appartenenti a diversi schemi nutriz ionali, e da non confondersi con l'omonimo ragruppamento di coleotteri Pantofago che si nutre prevalentemente di tutto indiscriminatamente, spesso sinonimo di onnivoro Saprofago, nutrentesi principalmente da materia in decomposizione Saproxilofago, che si nutre prevalentemente di legno morto in decomposizione : le larve di alcuni coleotteri come i lucanidi Spongivoro, che si nutre prevalentemente di spugne Xerofago, a regime alimentare secco La dieta umana La specie umana onnivora, in grado di consumare una grande variet di materiali ve getali e animali.[2][3] Durante il paleolitico l'Homo sapiens impiegava caccia p esca e raccolta quali fonti primarie di cibo[4], alternando ai vegetali spontane i (frutti, semi, radici, tuberi, funghi) le proteine animali (carne, pesce, inse tti, molluschi, crostacei). Si provato che gli umani abbiano usato il fuoco sin dal tempo[5] della predominanza dalla specie Homo erectus, che del fuoco faceva documentato uso, probabilmente anche per preparare e cucinare cibo prima di cons umarlo. L'uso del fuoco diventato documentatamente regolare nelle specie H.sapiens e H.n eanderthalensis. Si ipotizza, su basi scientifiche, che un motore evolutivo per H. erectus, il primo ominide documentatamente in grado di cuocere i cibi sia sta to costituito dal ricavare, con la cottura, pi calorie dalla dieta, diminuire le
ore dedicate all'alimentazione superando le limitazioni metaboliche che negli al tri primati non hanno permesso un'encefalizzazione e uno sviluppo neuronale lega to alle dimensioni del cervello in proporzione alle dimensioni corporee[6]. Ques to, unito ad un crescente consumo di proteine animali, documentatamente ascritto alla separazione Homo-Australopithecus, o H.habilis-H.erectus[7][8] avrebbe cos tituito un potente impulso evolutivo. Un certo numero di umani consumano cibi crudi, altri si astengono dalla carne, d i tutti o di alcuni tipi, altri ancora non consumano prodotti derivanti da anima li, e ci per diversi motivi, quali la religione, l'etica o la salute; la dieta um ana dipende dalla cultura e dall'ambiente, contemplando popoli come gli Inuit, p raticamente carnivori, e vasti strati di popolazioni tropicali pressoch vegetaria ne. Lo studio della dieta ha prodotto lo sviluppo d'una scienza alimentare. In gener e, gli uomini possono sopravvivere da due a otto settimane senza cibo, a seconda del grasso depositato nel corpo. La sopravvivenza senz'acqua invece limitata a non pi di tre, quattro giorni. La carenza di cibo resta un serio problema, con circa 300.000 morti per fame ogn i anno.[9] In realt esiste anche il problema contrario alla fame, l'obesit, che ne i paesi industrializzati cresce in maniera quasi epidemica, portando problemi di salute e aumentando la mortalit. L'uomo ha sviluppato l'agricoltura e l'allevamento all'inizio del Neolitico, cir ca diecimila anni fa, [10] che ha rivoluzionato il tipo di cibo che l'uomo assum e, passando velocemente ad una dieta base ricca di carboidrati amilacei da cerea li, proteine vegetali da legumi e proteine animali, probabilmente in minore quan tit, da latte, uova, e carne di specie allevate, lipidi da semi. Si trattava di c alorie a reperibilit facilitata rispetto all'ottenimento con la caccia e con la r accolta. La disponibilit di calorie per un sempre pi elevato numero di individui ha contrib uito allo sviluppo di popolazioni, citt e, a causa dell'aumento della densit della popolazione, a una maggiore diffusione delle malattie infettive epidemiche, non ch a variazioni nella costituzione fisica e nei caratteri antropometrici. Il tipo di cibo che si consuma e il modo in cui si prepara varia da cultura a cultura e nel corso del tempo. Progressivamente vennero introdotti nella dieta nuovi cibi . La dieta umana rispecchia i fabbisogni sostanziale e energetico, oltre che le co ndizioni di vita e abitudini alimentari che la persona segue. Determina, assieme con le caratteristiche metaboliche individuali il peso corporeo. La dieta umana influenzata da numerosi fattori, tra cui: la reperibilit di sostanze nutritive nell'ambiente di vita le regole igieniche, culturali e religiose le condizioni economiche, le abitudini, le preferenze, le ideologie o le sce lte alimentari (es. vegetarianesimo, pescetarianismo).