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La giraffa ha il cuore

lontano dai pensieri


si è innamorata ieri
ancora non lo sa

Stefano Benni, Ballate

1
a Lorenzo e Stefania
che continuano a
sopportare

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Viola e Alberto

IL MISERABILE LOMBRICO
E LE ALTRE FILASTROCCHE DI VIOLA

Terza edizione (arricchita di nuovi animali!)

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4
I. Filastrocche natalizie, befanizie, carnevalizie e
pasqualizie

Una vita da Befana

Certamente è proprio strana


una vita da Befana
tutto l'anno si riposa,
tutt'al più va a far la spesa,
stravaccata sul divano
col telecomando in mano
a guardar film e cartoni
colle gambe penzoloni,
poi in vacanza ai monti o al mare
senza aver nulla da fare,
si diverte, va a ballare,
torna a casa a malincuore
sempre brutta ma abbronzata
e comincia un'abbuffata
di dolciume e di crostate
e banane e cioccolate,
però poi siccome è inquieta
ecco che si mette a dieta
perde chili, si fa bionda
si diverte con la fionda
a tirar cioccolatini
ai bambini dei vicini.
Ma poi arriva il nuovo anno
e comincia con affanno
a raccogliere dolciumi
giochi bambole e profumi
da portare in una notte

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sorvolando sulle rotte
delle stelle tutti i mari
ai bambini buoni e cari.
Tutto in una notte sola
e vedessi come vola!
La sua scopa sembra un razzo
che si ferma in ogni spiazzo
per lasciar a ogni bambino
qualche dolce e un pensierino.
E' un lavoro delicato,
pensa che le è capitato
di scambiar per un camino
l'apertura di un tombino
e così , che gran scalogna,
è finita nella fogna.
Dunque vola senza sosta
da una costa a quella opposta
fino a che, ed è già mattino,
si risveglia ogni bambino.
A quel punto la Befana
sulla propria casa plana
entra dentro e, prima cosa,
va nel letto e si riposa.
La Befana finalmente
dorme e non pensa a niente
e sognando di dormire
dorme ancora all'imbrunire,
una volta, cosa strana,
dormì una settimana.
Poi si alza, si stiracchia,
piega un poco le ginocchia,
va in cucina, quindi pranza,
mette un disco e dopo danza
è felice mentre pensa:
Ricomincia la vacanza!

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La dieta di Babbo Natale

Quest’anno Babbo Natale


ha una fame micidiale
per un anno è stato a dieta
pane, acqua e poca bieta
ogni tanto un uovo sodo
insalata e un po’ di brodo.
Ha dovuto dimagrire
per ragioni poco chiare.
C’è chi dice che il dottore
gli ha trovato un soffio al cuore.
Per qualcuno invece è in ballo
il motivo che è più bello
magro come un manichino
smilzo come un ballerino
ed essendo innamorato
vuole esser ricambiato.
Ma io so il motivo vero
e per essere sincero
è davvero imbarazzante.
La ragione è un incidente
accaduto l’anno scorso
quando un cane l’ha morso
sulle chiappe e i pantaloni
mentre stava penzoloni
incastrato in un camino
con in mano un accendino
per cercare via d’uscita
in quell’ardua risalita
Colpa fu del troppo grasso
che portava tutto addosso
sulla pancia, anzi il pancione
sulle cosce e sul groppone
sulla barba e nei capelli:
eran grassi pure quelli!

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Più che gambe due prosciutti
con i fianchi larghi e sfatti
non più dita ma salsicce
e le trippe assai mollicce.
Non somiglierò a un maiale!
proclamò Babbo Natale:
così dopo un anno a dieta
è cambiata la sua vita:
finalmente adesso è snello
e il vestito sta a pennello
ora per quanto sia stretto
passa da ogni caminetto
mentre porta in ogni casa
la sorpresa tanto attesa.
Ma purtroppo dai camini
escono certi odorini…
un profumo di biscotto
messo in forno col risotto
pane caldo, cioccolata
pesce fritto e anche frittata
un’essenza di crostata
un aroma di budino
poi lenticchie e cotechino
e tartine col caviale…
E così Babbo Natale
sente crescer l’appetito
zitto zitto si è servito
con due polli e un panettone
cinque stecche di torrone
poi trovando buio pesto
s’è sbafato un antipasto
di cipolle col salmone
trangugiate in un boccone.
Nella casa successiva
una nuova refurtiva:
cinque teglie di lasagne

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e una torta di castagne
quattro litri di spumante
e un arrosto ancor fumante
poi si è fatto anche più ingordo
con gli stuzzichini al lardo
sceso giù dal caminetto
si dimostra proprio ghiotto
sgombra il forno in ogni casa
mangia tutto alla rinfusa
certo lascia anche il regalo
nella sosta in ogni scalo
ma però, ormai è evidente,
da mangiar non lascia niente
soprattutto lascia vuoto
proprio il frigo, come noto.
Alla fine, mentre albeggia
Babbo Natale viaggia
dolcemente nella slitta
torna a casa senza fretta
un po’ dorme e un po’ borbotta
le renne ce la metton tutta
però corrono a rilento
sollevandosi a stento:
lui ha di nuovo un gran pancione
soffre un po’ d’indigestione
però almeno ora è contento
mentre plana controvento
pensa poi: Non si ripeta,
non farò mai più una dieta!
Se non passo dal camino
salirà su il bambino
e il regalo, sopra il tetto,
lascerò dentro il suo letto.

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Un Natale speciale

Il povero Babbo Natale


quest'anno sta un po' male,
ha la tosse, il raffreddore
alla schiena un gran dolore.
Elfi e renne preoccupati
sono tutti indaffarati
per cercare di capire
come si può farlo guarire,
provano con latte e miele
che di certo non fa male,
le renne lo scaldano col fiato
che però con lui è sprecato.
Così la notte di Natale
quest'anno è un po' speciale:
vola in cielo una slitta
che si posa senza fretta
sopra i tetti, e cosa strana
a guidarla è la Befana.
La vecchina, che ha gran cuore,
sta facendo un bel favore
all'amico Babbo Natale
che così può riposare.
Chissà se per l'Epifania
babbo Natale volerà via
e sulla scopa dell'amica
guidando un po' all'antica
poserà il suo gran sedere
per renderle il piacere.

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Filastrocca di Babbo Pasquale

Nella notte tanto attesa


dai bambini in tutto il mondo
una luce ancora accesa
dice che lui sta arrivando…

No, non è Babbo Natale,


parlo di Babbo Pasquale
che per Pasqua porta doni
solo ai bimbi scorreggioni.

Pochi sanno che lui esiste


e per questo spesso è triste
non capisce la ragione
può finire in depressione.

La sua slitta, no, non vola


ma somiglia a una carriola
non la portano le renne
ma sei polli senza penne.

"Oh! Oh! Oh" fa Babbo Natale


nel suo volo abituale,
invece sai, Babbo Pasquale,
lui fa il verso del maiale.

Meno noto del cugino


lui non scende dal camino
se lo scarico non è stretto
sale su dal gabinetto.

Così sbuca dentro il bagno


anche se non ne ha bisogno
poi ancora gocciolante
si riposa un istante.

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Si asciuga con la manica
oppure con la carta igienica
quindi lascia un pensierino
proprio accanto al comodino.

Mai al mondo un bambino


ha avvistato da vicino
Babbo Pasquale al lavoro
mentre spunta da quel foro.

Però in tanti hanno avuto


la sorpresa per saluto,
segno che la strana arietta
che hanno fatto era puzzetta.

Una volta l’ho incontrato


dentro il bagno, accovacciato:
lui mi salutò così
con un tuffo nel wc

poi con voce senza fiato


bisbigliò: Sono incastrato.
Forse sono un po' ciccione:
puoi tirare lo sciacquone?

Filastrocca delle mutande di Babbo Natale

Le mutande di Babbo Natale


pesano il doppio di un quintale

più che mutande sembran lenzuola


se prendon vento finisce che vola

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anche se non ha ali né penne
né lo trasportano le sue renne

quando le stende ad asciugare


sembrano vele in mezzo al mare

ma per lavarle son sacrifici


servono quindici lavatrici

così le lava assai raramente


più o meno quando gli viene in mente

cioè due volte in tutto l'anno


per ferragosto e a capodanno

così son sempre un po' sporchette


ma lui le annusa e poi se le mette

per questo hanno un odore speciale


le mutande di Babbo Natale.

Filastrocca di carnevale

Carnevale è quella festa


che somiglia a una tempesta
di coriandoli e di giochi
ne fai mille e sembran pochi
è una danza scatenata
può durare una giornata
ed è il solo posto al mondo
in cui trovi un bimbo biondo
travestito da pirata
mentre tende un’imboscata
a una damigella armata

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ma si becca una ceffata
lì ruggisce un leone
però nella confusione
sembra un miagolio di gatto
ma è un bimbo dopotutto
che sotto quella pelliccia
con la testa sudaticcia
sta inseguendo sette indiane
che con frecce e cerbottane
l’han colpito sul sedere
vuole rendere il piacere
tra le bimbe mascherate
si è nascosto anche un frate
da lontano sembra vero
però è alto un metro e zero
ha una spada da guerriero
tutta quanta di cartone
ed in faccia un gran barbone
disegnato a pennarello
e poi proprio sul più bello
una principessa appare
non sapendo cosa fare
sfida zorro a duello
anzi zorro e il suo gemello
ma non bastano due zorri
con i loro occhi azzurri
dietro maschere stupende
come stracci lei li stende
con tre mosse di karate
li sbatte come frittate
fino a che uno s’arrende
l’altro via a gambe levate.
Per fortuna a carnevale
mai nessuno si fa male
forse l’unica occasione
è il rischio d’indigestione

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per i cenci e le frittelle
ed i monti di ciambelle
tutti mangiano alla fine
e si vogliono più bene
niente più combattimenti
solo buoni sentimenti
amicizia e gran risate
queste sì che son giornate!

Filastrocca della Befana che cerca marito

Ogni giorno ha un gran daffare


per potere regalare
calze colme di dolcetti
caramelle e anche confetti
e ogni tanto – delusione! –
metter dentro anche il carbone,
mai un minuto per se stessa
con la vita che la stressa
è da tanto che lei pensa
a una giusta ricompensa
per i molti sacrifici
di una vita senza amici
quando ecco all’improvviso
sul suo volto un gran sorriso,
la Befana l’ha capito:
ha bisogno di un marito!
Ecco allora la Befana
fa una cosa per lei strana:
con vestiti assai eleganti
e orecchini di brillanti
con collane di corallo
neanche stesse andando a un ballo
tutta bella lei s’è messa

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con un trucco da duchessa
che non pare più la stessa
è così quasi-carina
che somiglia a sua cugina
quella che perse piangendo
il concorso di Miss Mondo.
E’ bastata un po’ di scena
e l’agenda ha sempre piena,
sono tanti i pretendenti
che chiedono appuntamenti
la vorrebbero sposare
ma lei non sa più che fare!
E’ indecisa, troppi sono
e in ognuno c’è del buono :
tra loro Babbo Natale
che le offre un bilocale
per nido matrimoniale
molto a nord, più o meno al polo
dove si sente un po’ solo
e poi c’è Babbo Pasquale
il cugino che sa fare
bene il verso del maiale
e non si veste di rosso
però sa sturare il cesso
e poi tre dei sette nani
ma gli sforzi sono vani,
anche un principe ha tentato
però è stato rifiutato,
no, non era quello azzurro,
lui parlava da buzzurro
e con il mantello sporco
scatarrava come un orco.
Per lei insomma c’è la fila
sono almeno in diecimila
che vorrebbero sposare
la Befana, ma l’amore

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quello no, non è venuto,
e così ci ha ripensato:
meglio per ora aspettare
che dovere sopportare
uno che, ora ha compreso,
per marito non va preso:
maschi brutti oppure belli
attori o fotomodelli
meglio il vento nei capelli
mentre vola alta nel cielo
una nuvola per velo
che sul capo le si posa:
la befana non si sposa.

La filastrocca di Babbo Natale preoccupato

Babbo Natale quest’anno


ha paura di un inganno:
preparando i suoi regali
pare che sian tutti uguali,
i bambini in tutto il mondo
pare chiedano a comando
con lettere un po' noiose
sempre le solite cose.
Strano, eppure un tempo
le leggeva e senza scampo
c’era dentro un universo
e ogni sogno era diverso.
Si chiedeva per favore
e si dava in cambio amore:
chi una bambola, chi un orso
chi un trenino coi binari
ma eran tutti singolari,
l'orso si chiamava Orazio

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e veniva dallo spazio
certo sì, era di pezza
ma unico della sua razza
era proprio una bellezza,
il trenino poi viaggiava
su una rotta sempre nuova
nell'intreccio degli scambi
con percorsi proprio strambi,
la bambola, chissà come
aveva poi un proprio nome
scelto da ogni bambina
e non da una vocina
che esce dal televisore
e ti assale a tutte le ore.
Ora invece, che amarezza,
più nessun bambino apprezza
i regali un po' speciali:
hanno sogni tutti uguali!
Così Babbo si scervella
in intensa riflessione
quindi dice: "Questa è bella!"
Ha scoperto la ragione!
Il motivo, ormai lo sa
sta nella pubblicità
che per vender porcherie
riempie i bimbi di bugie
fa sembrare eccezionali
giochi che son tutti uguali,
e soltanto son piaciuti
a tirarli nei rifiuti,
roba inutile di plastica
neanche il cane se la mastica,
nessun bimbo è mai contento
ne ha uno, pensa a altri cento.
Così Babbo s’è arrabbiato,
mai stato tanto infuriato

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dallo scherzo d’elfo Bruno
che versò sul suo barbone
quattro litri di profumo
e per una settimana
lo scambiaron per befana.
Così pensa e ripensa
ormai persa la pazienza
contro la televisione
ha preso la decisione:
“E allora per dispetto
io nel sacco non li metto,
così più nessuno avrà
giochi da pubblicità.
I giocattoli che porto
non saranno più uno scarto
ma sinceri desideri
che provengono dai cuori...”

La filastrocca di Babbo Natale 2.0

Non c’è notte in tutto l’anno


che procuri tanto affanno
ad un tipo originale
che di nome fa Natale
Babbo invece è il suo cognome
lui viaggia, non so come,
su una slitta portentosa
che raggiunge ogni casa
più veloce d’un pensiero
a cavallo d’un destriero
più potente assai di un drago
e più magica di un mago,
lui fa tutto in una notte
e al mattino ha le ossa rotte

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per lo sforzo sovrumano,
perché a noi non pare strano
ma è difficile davvero
ricordarsi ogni pensiero
di bambina o di bambino
mentre scende dal camino
soddisfare i desideri
quelli giusti, quelli veri
e guidare quelle renne
che neanche hanno le penne
in un volo a cento all’ora
nella notte fredda e scura,
qualche volta si son persi
scesi giù sono ricorsi
ai cartelli autostradali
per capir dove svoltare
verso terra o per il mare,
ma portando quei regali
fin nei posti più sperduti
fra la tosse e gli starnuti
tra una sosta all’autogrill
e un sorso di camomilla
pensa già Babbo Natale
a un progetto originale:
un viaggio virtuale
in internet, cioè in rete
per raggiunger tutte le mete
con un click della tastiera
connettendosi ogni sera
e portare nuovi doni
nel computer dei bambini
che felici assai saranno
di non aspettare un anno
prima che Babbo ritorni:
lo vedranno tutti i giorni
ben pasciuto nel suo letto

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con in testa il suo berretto
che saluta: Oh! Oh! Oh!
con la webcam sul comò
mentre in coro elfi e renne
gli canticchian ninne nanne.

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II. Versi bestiali

Miserabile lombrico

Miserabile lombrico
sempre solo, mai un amico,
mai uno straccio di compagna
e una moglie se la sogna.

Sempre nudo come un verme,


poiché verme è in effetti,
lui molliccio e filiforme
e con mille altri difetti

passa tutta la giornata


d’una vita invertebrata
a scavare sottoterra
nell’attesa inappagata

che qualcuno lo soccorra


e gli mostri il cielo, il mare…
Non succede, ma se accade
lo sta usando un pescatore.

Miserabile lombrico
spinto da un pudore antico
a occultarsi nei recessi
della terra e sotto ai sassi,

lui alla fine l’ha capito


che la vita l’ha tradito
sotto il suolo si è sepolto
lì si pente e prega molto.

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Pensa che dopo la morte
sarà in cielo il suo destino
ma se vola, è la sua sorte,
l’ha mangiato un uccellino.

La balena innamorata

La balena ha un cuore tanto grande


che quando s’innamora l’emozione
la fa immergere in acque più profonde
dove celare a tutti la passione.

Ma le bolle affioranti dall’abisso


dimostrano uno strano paradosso:
la balena, animale sì discreto,
nasconder può l’amor, ma non il peto.

Il silenzio delle vongole

L’unica occasione
di socializzazione
la vongola la trova in casseruola
finalmente in compagnia, e non più sola,
sebbene in verità, così soffritta,
ciascuna pensi a sé, restando zitta.
Altrimenti affonda nella sabbia spessa
e lì si chiude sempre più in se stessa.

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L’involuzione della specie

L'uomo guarda la scimmia


salire su un banano
e poi riflette: Strano
vedere una creatura
a un soffio dall'umano.

La scimmia guarda l'uomo


cascare giù da un pesco
e poi pensa: Pazzesco
gli manca tanto poco
per essere scimmiesco.

La mucca e le nuvole

La mucca incantata guarda le nuvole


che si disfano in cielo e si sogna
nuvola anch’essa, inconsapevole
opera d’un vento che la disegna.

Pensa di tramutarsi in pigro volo


in aquilone che è sfuggito al filo
o magari in schiuma d’onda marina
immobile mentre pare più vicina.

Ma se in aria tutto si trasfigura


e non v’è tempo o apparenza che dura
sulla terra è solo a lei che tocca
il destino di perdurare mucca.

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Nerissimo il corvo

Nerissimo il corvo
appollaiato su un ramo
si scruta attorno torvo
con aria da menagramo.

Tutto il mondo lo schiva


per sciocca scaramanzia
dovunque lui arriva
ci si tocca o si va via.

Ma il corvo non si cura


dell'infausta apparenza
poiché l’anima è pura,
limpida la coscienza.

Se proprio non resiste


lui gracchia a malincuore
ma solo quando è triste
odiando quel rumore.

Essendo innamorato
si nutre di poesia,
poi pensa alla salute
data l’ipocondria.

Così sta sempre solo


nero come il suo umore
se proprio spicca il volo
sta andando dal dottore.

25
Il bruco e la farfalla

Un bruco che aspirava


a non farsi farfalla
a tutti proclamava
che chi non fa non falla.

Ma un dì s’è imbozzolito
senza rendersi conto
e quando fuori è uscito
dal dispiacere ha pianto.

Essendo ormai farfalla


non c’era alcuna cura,
sentendosi fasulla
pensò: la vita è dura.

Ciò ch’è più naturale


le parve un oltraggio,
dapprima è stata male
poi è stata ancora peggio.

Ha svolazzato mesta
qua e là per ore e ore
e infine per protesta
è morta dal dolore.

Fame da lupi

C’era un lupo che era così affamato


che quando riecheggiò un ululato
in realtà non aveva emesso fiato.
Lo stomaco gli aveva brontolato.

26
Il linguaggio dei delfini

Il delfino è assai più intelligente


di quello che tende a pensar la gente,
pare infatti che abbia una risposta
a ogni seria questione che gli è posta.

Ma l’uomo purtroppo è assai ignorante


e mai gli ha fatto una domanda giusta,
così tace il delfino e non risponde
mentre salta scomparendo fra le onde.

Le strisce della zebra

Spesso la zebra s’immalinconisce


perché, pensa e ripensa, non capisce
il perché delle sue famose strisce,
che senso hanno, chi gliele fornisce…

Ne memorizza le forme sghimbesce


poi le rivede e non le riconosce
prova a contarle ma non vi riesce
e in questa sfida si rincitrullisce.

Senza risposta, lei s’intestardisce,


ma il tempo passa, la vita svanisce,
portando via, assieme alle sue angosce,
anche la zebra e tutte le sue strisce.

27
Coyote ululà

Senti il coyote che ulula alla luna?


E’ da quando è nato che si dispera
ogni notte per la sua condizione,
guaisce e singhiozza da mattino a sera
non riuscendo a farsene una ragione.

Da dove viene questo scoramento?


Nessuno lo sa, ed è ormai acclarato:
l’antico motivo di quel tormento
lo stesso coyote se l’è scordato,
perciò rinnova il suo triste ululato.

L’eccentrico ornitorinco

L’ornitorinco è quell’animale
che ha il becco e anche la pelliccia,
deposita le uova ma poi allatta
pretende d’essere un originale
in ogni cosa, gli si legge in faccia
la cieca bramosia, la voglia matta
di trovarsi al centro dell’attenzione;
potendo userebbe branchie e ali
e sei zampe mancine tutte uguali
e imiterebbe il verso dei maiali.
Un briciolo di considerazione
sarebbe diritto d’ogni creatura,
l’ornitorinco poi non chiede amore,
gli basta uno straccio d’ammiratore…
Ma più lui cerca di farsi notare
più passa inosservato e ci sta male.

28
Il campionato mondiale delle tigri

Ventinove tigri molto angosciate


girovagavano nella savana
perlustrandola di tana in tana.
Ne bastava un’altra, un’altra appena
per non essere squalificate
nel loro campionato mondiale
che si disputa, com’è naturale,
con trenta tigri contro trenta tigri
che si urlano a turno con aria truce:
“Siam trenta tigri contro trenta tigri!!!”
finché restano tutti senza voce
oppure gli altri non si sono arresi
e va avanti così per mesi e mesi…

La medusa non si sposa

Fluttua in mare l’acquatica zitella


volteggia col suo strascico di sposa
molte volte promessa e ripudiata,
per un solo istante resta a galla
poi s’inabissa ancora, misteriosa.

Povera medusa senza marito,


pensa e ripensa, non ha ancora capito
perché è stata sempre abbandonata,
ma quando ustioni chiunque ti sfiora
solitamente il fidanzato non dura.

29
Le avventure del ghiro

Il ghiro aspirava a una vita piena


densa d’avventure e di colpi di scena
ma il suo sonno era così profondo
che vi trovò quel che andava cercando.

Così in dormiveglia pensò appagato


che i suoi sogni valevan mille vite
e prima ancora d’essersi svegliato
cominciò un’altra delle sue dormite.

Pappagallo ammaestrato

Il pappagallo ammaestrato
è un volatile ubbidiente
che pronuncia docilmente
tutte le parole
e quelle sole
che l’uomo gli ha insegnato.
Ma l’uomo con insistenza
a quel variopinto uccello
ripete ormai da parecchio
quelle parole solamente
che in precedenza
mentre giace profondamente
addormentato
il pappagallo suadentemente
all’orecchio
gli ha mormorato.

30
Il ricco, il dromedario e la cruna dell’ago

Un ricco che ambiva al regno dei cieli


quasi quanto a diventar più danaroso
elaborò un metodo assai ingegnoso
per rendere possibile il passaggio
d’un cammello dalla cruna d’un ago:
“Moltiplicare per due pi-greco il raggio
della gobba per calcolare la dimensione
della cruna, poi fare l’ago in proporzione…”
Niente di più facile, ma solo in teoria,
giacché il ricco, difettando in zoologia,
infilò un dromedario nella fessura
e quello s’incastrò, povera creatura,
con l’unica gobba che faceva da tappo.
Da allora si è grati al dromedario,
unico animale che si sia sacrificato
affinché il ricco, grazie a una gobba,
almeno una volta fosse gabbato.

Dov’è il camaleonte?

Forse un camaleonte,
animale dalla sapienza antica
nella pagina che leggi
s’è mimetizzato, prudente,
proprio a metà di questo verso.
Riesci mica a vederlo?

Io l’ho già perso...

31
Le buone maniere del mammut

Essendo una creatura assai assetata


ma di buone maniere, il mammut
beveva ogni mezz’ora acqua gassata
ma si sforzava di trattenere il rutto.
Così però s’è sempre più gonfiato
finché un giorno molto, molto brutto
non è proprio scoppiato
e colla deflagrazione
è arrivata l’estinzione
per colpa della troppa educazione.

Pensieri di cavalletta

La vita è tanto corta


eppur la cavalletta
invece di saltare
con una piroetta
sta quasi sempre assorta
temendo che una volta
le possa capitare
per fatal coincidenza
che è viva mentre salta
ma quando atterra è morta
e della differenza
lei stessa non s’è accorta.

32
Il geco più ricco di Cina

E’ noto che i beni di questo mondo


non vanno a tutti in parti uguali.
A questo principio, da sempre lo stesso,
neppure i rettili fanno eccezione.
Quando al sole si vanno scaldando
una lucertola si stringe su un sasso
mentre un ramarro si gode da solo
ben quattro muri perimetrali.
Ma a volte l’iniqua distribuzione
diventa davvero troppo palese:
pare infatti un’intollerabile spreco
che tutta quanta la muraglia cinese
sia proprietà di un unico geco.

Manuale di difesa dal serpente a sonagli

Incontrando un serpente a sonagli


attenzione a non commettere sbagli,
poiché pur essendo assai velenoso
lui assale solo perché permaloso
riguardo ai suo ritmi musicali
che ritiene al mondo senza uguali.
Certamente agiterà il suo sonaglio
ma tu batti il tempo alla bell’e meglio
e mentre l’accompagni con la voce
a passo di samba scappa veloce.

33
Branco di piranha

Quello che in tanti par divertimento


da soli può mutarsi in un tormento...
E' noto che i piranha in branco
in tre minuti spolpano una vacca,
però più tardi il singolo piranha
resta da solo e sconsolato e stanco
s’abbandona mesto alla risacca,
soffre d’acidità e assai si lagna
sognando un risotto o una lasagna.

L’antilope e il leone

L’antilope che si alza di buon ora


subito deve correre altrimenti
il leone che l’insegue la divora
per mettersi qualcosa sotto i denti.

Il leone che al mattino si ridesta


comincia a correre di buona lena
anche se gli fa un po’ male la testa,
sennò l’antilope fugge e lui digiuna.

Morale della favola: leone


o antilope tu sia, corri, che questo
è il senso del tuo esistere terreno.

Così fanno quei due, senza ragione,


finché non capiranno ch’è più giusto
vivere tutti in modo più sereno,

dormire fino a tardi e andare piano…

34
La spensieratezza dell’orango

Io l’invidio, la vita dell’orango,


per validi motivi ai più ignoti,
perché lui sa sottrarsi al fango
arrampicandosi sui più remoti
banani per mangiarsi tutto solo
quei frutti dal sapore tropicale
senza fare ad alcuno alcun male.
E se gli prudono poi pancia o culo
grattarseli lui può con quattro mani
scrutando gli orizzonti più lontani.

Brutto anatroccolo

L’ex brutto anatroccolo


che è diventato cigno
sarà forse più avvenente
ma ha messo su un ghigno…

Sorprese di medusa

Un giorno una medusa


s’è forse un po’ confusa:
una mano l’ha sfiorata
ma lei non l’ha urticata.
S’è messa a far le fusa.

35
Miracolo autostradale

La rana attraversa
saltellando un’autostrada
parecchio trafficata
una macchina rombando
per un soffio l’ha evitata
e un’altra e un’altra in corsa
poi un furgone l’ha scansata
con una sterzata strana
e quando è quasi arrivata
a un tratto – poff! – la rana
è diventata una frittata.

La prima aquila nello spazio

Questa è la strana storia


dell’aquila che volava alta
quando per un vuoto d’aria
fece una giravolta.

Era così disorientata


che si buttò in picchiata
ma affrontandola in salita
chissà dov’è finita…

36
L’araba fenice alla riscossa

Ammesso sia vero quel che si dice


il destino dell’araba fenice
è una reiterata resurrezione
dalle ceneri dopo combustione.

E a ogni rinascita il primo pensiero


va alle cause di questo strano gioco
e pensa con animo battagliero:
“Se becco il bischero che mi dà fuoco…”

Breve disavventura del picchio

Il picchio picchiò parecchio


su un tronco e lo troncò,
poi beccò bacche finché
stanco staccò uno stecco
e ci si steccò il becco,
ma quando si specchiò
a uno specchio: “Cacchio”
pensò, “che racchio”
e si abbacchiò.

Lo spleen della gallina

Una vita ristretta,


lei becchetta, becchetta.
Mai qualcosa di nuovo.
Ogni tanto, un uovo.

37
Fiat anguilla!

Ormai stanco di plasmare


con inerte materiale
ogni sorta d’animale
alla fine il Creatore
ebbe come un’intuizione
e con l’ultima scintilla
del suo alito vitale
si decise a crear l’anguilla
e sfruttando l’occasione
creò pure il capitone.
Stava ancora modellando
quando assai viscidamente
quella bestia in costruzione
svicolò dalle Sue dita
e precipitò nel mondo.
Quell’antica ribellione
l’ha lasciata un po’ incompiuta
ma l’anguilla non si cura
se le manca un po’ di vista
e incontrando l’aragosta
la scambia per un dentista.
Perlopiù da quando è nata
esiliata in questo mondo
se ne sta ben rintanata
sotto il fondo dei fondali
più appartati e limacciosi
e lì conta i giorni e i mesi
che trascorron tutti uguali.

38
La lungimirante giraffa

La giraffa per un dono di natura


ha confidenza coi luoghi più remoti
di ciò ch’è prossimo lei non si cura
bensì di eventi e fatti ai più ignoti.

Così allunga il collo per curiosare


oltre l’evidenza, che le par sciocca,
ma mentre lontano s’incanta a guardare
d’un ippopotamo pesta la cacca.

Il fulmineo ghepardo

Svelerò qui, se a nessuno spiace,


la strana condizione del ghepardo
che gli è causa di più di un imbarazzo.
E’ lui al mondo l’animale più veloce
e corre veramente come un razzo
ma solo perché, destino beffardo,
dovunque vada è sempre in ritardo.

La fine del tirannosauro

Lui si credeva estinto,


razza ormai scomparsa,
ma si trovò in un film
a fare la comparsa.

39
La pipì del pipistrello

La pipì del pipistrello


piove sempre sul più bello,
non concede alcun preavviso
quando vesti assai elegante
e sei in mezzo a tanta gente
o appoggiato ad un cancello
stringi forte e guardi in viso
sotto un dedalo di stelle
la più bella delle belle
che si trova un po' bagnata
e poi fugge costernata.
Cambia il mese, il giorno, l’ora
ma non cambia mai la storia
se ti trovi sul più bello:
invitato ad un gran ballo
con il tuo miglior borsello
e però senza cappello?
O disegni un acquarello?
Posi da fotomodello?
O nei pressi di un fornello
rosolando un culatello?
Alla guida di un vascello
te ne navighi tranquillo?
Nella gara senza appello
sei vicino alla vittoria?
Riecco ancora il pipistrello
che non sbaglia mai traiettoria
ti bombarda implacabile
come un nero dirigibile
col suo radar infallibile
che gli serve solo a quello.
Vuoi evitar questo macello
senza esserne zimbello?
Non trovarti sul più bello!

40
Il pellicano portaoggetti

Nel becco del pellicano


capiente come una valigia
ci sta in un pigia pigia
un armamentario strano.

C’è dentro uno spazzolino


e due ricambi di pigiama
sei copie di Topolino,
tre mutande e una dama;

ci trovi foto di cavalli


e una tartaruga viva,
collezioni di francobolli
tutti bagnati di saliva,

dodici smunte piante grasse


e un pappagallo imbalsamato,
pillole usate per la tosse
e un criceto appisolato.

Ci sono seggiole e occhiali


un grosso osso di prosciutto
un comodino, due guanciali,
uno specchio semidistrutto.

Ha raccolto tutto in fretta


quando la sua pellicana
strepitando come matta
l’ha cacciato dalla tana.

Da quel dì non ha più pace,


e svolazza per scogliere,
non è stato ancor capace
di trovare un rigattiere.

41
Girovaga disperato
e si porta tutto appresso
ma l’amor che tanto ha amato
non sa più dove l’ha messo.

Povero tonno

Ma povero tonno
così complessato
da più di un anno
è inscatolato
sarebbe contento
di star lì recluso
sebbene contuso
ma ancora ha paura
se pensa al momento
dell’apertura.

Il silenzio dei serpenti

Shhhhhhhhhh sibilò il serpente


e intendeva dire: Facciam baccano!
Ciascuno invece si tacque all’istante
pensando che volesse dire: Piano!

42
L’abominevole uomo delle nevi

E’ assodato il fatto che lo yeti


è uno tra gli animali più discreti,
nessuno da vicino l’ha mai visto
c’è persino chi ritiene non esista.

Ma lui è solo molto freddoloso


e fuori nevica ed è così ventoso,
lascia qualche impronta, ma vi è costretto
poiché nella tana non ha il gabinetto.

L’incurabile timidezza della vipera

Non c’è in un tutto il creato un animale


che della vipera sia più gentile
e garbato nella conversazione,
lei rifugge qualsiasi confusione
e timorosamente interloquisce
con un sibilo che non si capisce,
una volta addirittura temendo
d’aver detto qualche cosa di male
s’è morsa la lingua così finendo
d’urgenza all’ospedale.

L’innegabile colpevolezza dello struzzo

Quando lo struzzo nasconde la testa


sottoterra e lì sotto a lungo resta
certamente non è per timidezza,
è che ha appena fatto una gran puzza.

43
La prudenza del canguro

Il canguro correva
dritto come un siluro
finché non inciampò
finendo lungo e duro.
Così da quella volta
prudentemente salta.

La lepre e la tartaruga

Una lepre sfidò una tartaruga a corsa


convinta che mai e poi mai l'avrebbe persa
e infatti corricchiava senza fretta
quando la tartaruga la sorpassò in bicicletta.

La lepre a quel punto si volle rifare


e nella rivincita anche lei cominciò a pedalare
ma quando il traguardo era ormai vicino
la tartaruga la superò in motorino.

Il tango dell'orso

L’orso sa ballare
appassionatamente,
però di tanto in tanto
capita un inconveniente.

Qualche volta il tango


è interminabile perché
l’orsa cade in letargo
proprio all’ultimo caschè.

44
Il cammello innamorato

Il cammello in carovana
procedeva nel deserto
e nell’afa sovrumana
ogni senso era distorto.

C’erano forse cinquanta gradi


all’ombra, ma per la precisione
l’ombra sotto ai propri piedi
era l’unica a disposizione.

Quand’ecco in un fatidico momento


egli vide più avanti una cammella
che, magari per lo straniamento,
gli parve intollerabilmente bella.

Lunghe ciglia a incorniciare


il dolce sguardo, gibbosa
quanto basta a dondolare
con movenza voluttuosa.

Il robusto cuore del cammello


fu messo a dura prova:
pulsava all’impazzata e nello
stesso tempo rallentava.

Il cammello si fece coraggio,


la tampinò tutto il pomeriggio
finché in quella landa riarsa…
la cammella era scomparsa.

45
La cercò a lungo ma senza successo
si disperò, pianse, non fu più lo stesso
perché non seppe mai farsi una ragione
di un tale abbandono, della sparizione.

La morale di questa strana storia,


sarà banale ma comunque è seria:
in amor non c'è niente di peggio
che perdersi dietro ad un miraggio.

La visione pessimistica dell’ostrica

Quell’ostrica che mastica e rimastica


con una devozione quasi mistica
in intima apparenza di ginnastica
e da un grano di sabbia una fantastica
perla rifinisce in forma artistica,
pensa: “La vita, a volte, com’è ostica,
anni d’umile fatica domestica
per una biglia che mi par di plastica…”

L'ape operosa

Passa convulsamente
a volo radente
di fiore in fiore
per fabbricare
miele dal colore d’ambra
che però, a quanto sembra,
non potrà mai assaggiare.
Ma chi glielo fa fare?
L’istinto, che con la sua forza oscura
spesso nasconde una gran fregatura.

46
Il raglio dell'asino

L’asino dal mite aspetto


si sente a volte costretto
nel ruolo per lui inadatto
di cavallo imperfetto

davvero non è cosa che gli s’attaglia


ma neanche lui sa quel che gli piglia
quando ad un tratto disperato raglia
e anche in lui il raglio desta meraviglia.

Il calamaro gigante

Ah, quanto gli è amaro


l'esser calamaro
dentro un corpo gigante
trovarsi costretto
pur se intimamente
ancora si sente
calamaretto

Povera zanzara

Se arriva e con quel ronzio ci parla


in realtà c'è una ragione critica
ma noi cerchiamo solo d'ammazzarla.
Tutta colpa della reputazione:
nessuno crede alla zanzara anemica
che necessita d'una trasfusione...

47
L’assillante pensiero dell’ippopotamo

Mentre posa assorto nella fanghiglia


un'idea lo rode e così s'acciglia.
L'ippopotamo ha fisso un pensiero
profondo quasi come il suo sbadiglio:
si crede nato per esser leggero
e non si capacita dello sbaglio.

L’insonnia del pescecane

E' nota l’insonnia del predatore


che non dorme mai, neanche un momento,
più oscuro risulta il motivo interiore
di questo intenso arrovellamento.

Se il pescecane è sempre in movimento


da un mare all’altro col suo occhio spento
è perché ormai il suo tempo è scandito
da un rovello che s’è fatto tormento:
L’avrò chiuso il gas quando sono uscito?

Il canto del gallo

Ogni mattina quando il sole nasce


il gallo canta anche se capisce
che molta gente dorme e assai si scoccia
e lo maledice e spera non lo faccia.
Ma è più forte di lui, proprio non riesce
a star zitto mentre si fa la doccia.

48
Il pavone impudente

L’ho visto da lontano,


ma son quasi sicuro:
al centro della ruota
tra penne da sovrano
che mai spiccano il volo
lui mostra proprio il culo.

L’invidia della madrepora

Dice il poeta che nessun uomo è un’isola


e la madrepora si macera d’invidia.
Perché per assumere forma insulare
lei si deve pazientemente stratificare
per tanti e poi tanti di quei millenni,
i figli sui padri, e quelli sui nonni
e così via. Chi la famiglia anela
forse è felice, ma la parentela
resta per sempre fin troppo unita
pietrificata per tutta la vita
in mezzo a zii, cognati e una cugina
stretti nella barriera corallina.

Dimenticanze elefantiache

L’infallibile memoria dell’elefante


è ritenuta giustamente proverbiale.
Solo una volta fallì, una su tante,
e gli hanno protestato una cambiale.

49
Il peccato originario

Quando il serpente ha offerto ad Eva


la fatidica mela del peccato
probabilmente lui non intendeva
provocare quel che ha provocato.

Sembra infatti, ma non è comprovato,


che nel compiere quell’atto scellerato
il rettile abbia solo assecondato
il consiglio di un qualche avvocato.

Avvoltoi

Quando l’avvoltoio si sveglia e trova


i parenti appollaiati al capezzale
anche se prima ad altro lui pensava
già comincia a sentirsi un poco male.

Così ogni visita di cortesia


si tramuta in fosco presentimento
specie perché prima di andare via
loro litigano sul suo testamento.

La depressione del panda

C’era un panda che aveva una spilletta


col muso del koala ed una scritta
Se proprio volete, c’è lui da salvare,
così io mi posso suicidare.

50
La capra temeraria

Sfidando il detto per cui è defunta


se per tetto adopera una panca
una capra proprio lì sotto è giunta
restandoci finché non era stanca.
Non è crepata, se è questo che conta,
però più tardi s’è slogata un’anca.

51
III. Filastrocche preistoriche

Al cavernicolo manca solo la parola

Nella preistoria nessuno capisce


il cavernicolo che ammicca e grugnisce

così lui cerca di comunicare


poiché le parole sono da inventare

certo che è dura, ci vuole coraggio


visto che ancora non c’è il linguaggio

prova e riprova, trova nuovi versi


fa delle smorfie che è brutto a vedersi

grugnisce più forte, tenta altri suoni


che sembran pernacchie, che paiono tuoni

rumori orrendi gli escono di bocca


e non solo, ma non si capisce un’acca

poi fa le boccacce, strabuzza gli occhi


tutti lo fissano come degli allocchi

alza la voce con sforzo supremo


gli altri ominidi lo piglian per scemo

purtroppo la fatica è stata vana


da solo rimane nella sua tana

tutto è silenzio, profonda è la notte


il cavernicolo deluso riflette:

52
Dunque è impossibile farsi capire!
eppure lo sente, per non fallire

forse basterebbe una cosa sola


ma non sa qual è: manca la parola...

La scoperta delle stoviglie

L'uomo preistorico se mangia il pollo


si unge le mani, la faccia e anche il collo

e mentre sbrana la carne bollita


dall’ingordigia s’addenta le dita

ma non ci son piatti e neppure posate


perché, strano a dirsi, non le hanno inventate

allora raccoglie una palla d’argilla


la spiana, la liscia e poi la modella

crea la forma della prima scodella


non sta nella pelle, tanto gli par bella

in forno la mette finché s’arroventa


quand’è cotta però si sbaglia e l’addenta

ma più che uno sbaglio è un vero accidente


ancora scottava, e si ruppe un dente

lasciò poi la presa e si sentì un botto


ed ecco inventato... il piatto rotto.

53
La scoperta del fuoco

L'uomo preistorico si volle far cuoco


c’era un problema: mancava il fuoco

niente lasagne, arrosti o bolliti


soltanto radici e fichi avvizziti

ma il cavernicolo mica s’arrende


Allora lo scopro! O forse... dipende...

Sfregando due legni c'è quasi riuscito


vide del fumo… ma era il suo dito

sbattendo due sassi ci mancò poco


poi si colpì il pollice, e addio fuoco

quand’ecco un vulcano sbucò dal niente


con un boato a dir poco assordante

nella preistoria era un fatto normale


trovarsi in giardino un cratere infernale

un fiume di lava gli invase la tana


lui non credette a tanta fortuna

rimase infatti un tizzone ardente


ma prova e riprova, non bruciava niente

per fare una fiamma l'accostò alle foglie


tentò poi con l’acqua, una pietra, sua moglie...

nulla da fare, non presero fuoco


lui prese una sberla, e non fu più cuoco.

54
La scoperta della ruota

L’uomo preistorico nella caverna


sonnecchia al calduccio, e così sverna

la donna preistorica però lo percuote


vorrebbe viaggiare, non ci sono le ruote

perché nessuno le ha ancora inventate


c'hanno provato, son venute quadrate.

Noi siamo nomadi, ma lo vuoi capire?


Ma lui si rigira e continua a dormire

d'andare a piedi però lei non ha voglia


così pesta più forte finché lui si sveglia

sbadiglia e si alza sbattendo la testa


sente un po' male, però non gli basta

così si risiede e poi si rialza


picchiandola forte la testa rimbalza

dal rumore intuisce che no, non è vuota


fu lì che decise: invento la ruota

e tastando il bozzo che stava spuntando


trovò ispirazione e fece un bel tondo

purtroppo del freno non scoprì il pedale


e nacque così l'incidente stradale.

55
E' nato prima l'uovo o la gallina?

A metà strada tra la scimmia e l’uomo


sta il cavernicolo, e mangia un uovo

essendo quel tempo così remoto


non sa distinguere noto ed ignoto

così si pone i problemi più strani


a volte scopre anche le soluzioni.

Ma viene prima l'uovo o la gallina?


il suo primo pensiero ogni mattina:

per un puro caso, è un fatto vero,


trovò prima l’uovo e risolse il mistero.

56
IV. Altre filastrocche e canzoni

La canzone dell'antico cavaliere

E' triste l'esistenza dell'antico cavaliere


se la cacca gli scappa la deve trattenere
non si può immaginare quanto la vita è dura
se la devi passare chiuso dentro a un'armatura.

Ricordo una volta che gli venne la diarrea


e dentro l'armatura saliva la marea
sconfisse il nemico, ma con poco onore
lo fece fuggir via per il cattivo odore.

Un'altra volta avendo bisogno di un clistere


si fece trapanare nei pressi del sedere
ma proprio in quel buchetto durante una crociata
entrarono sei frecce e una lancia affilata.

Persino far pipì diventa un'avventura


quando ci si dimentica di fare un'apertura
se il cavaliere sgocciola dentro l'armatura
questa arrugginisce e olezza oltremisura.

Vorrebbe il cavaliere partire lancia in resta


trafiggere il dragone e fare una gran festa
ma l'armatura cigola e si blocca all'improvviso
lui crolla faccia a terra, anche il dragone ha riso.

Stare in un'armatura ha un altro inconveniente


che l'antico cavaliere trova molto imbarazzante
ogni minima scoreggia per l'eco dirompente
risuona forte e sembra un barrito d'elefante.

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E' triste l'esistenza dell'antico cavaliere
anche per le mille e più pene d'amore
ogni volta che incontra una pulzella innamorata
non la può baciar, la visiera s'è incastrata.

Se viene colto poi da irrefrenabile passione


quando la pulzella gli accarezza lo spadone
denudarsi non si può, ahi che delusione
egli cozza contro la sua metallica prigione.

E questa è la canzone dell'antico cavaliere


evadere non può e si deve trattenere
scoprire ogni giorno quanto la vita è dura
se la devi passare chiuso dentro un'armatura.

Filastrocca dell’Oca Starnazza

Filastrocca dell’Oca Starnazza


che beveva il caffè dalla tazza.
Ne trincava due litri ogni giorno
se vedeva qualcuno là attorno,
non dormiva ormai da una vita
nel timore di finir arrostita,
e per sentirsi proprio al sicuro
si acquattava nel posto più oscuro,
stando sveglia per tutta la notte
compativa quelle sempliciotte
delle oche sue amiche allineate
che invece russavan beate,
quando nel buio scoccavan le tre
preparava dell'altro caffé
e versandolo nella sua tazza
pensava: "Me nessuno m'ammazza!"
Finché un giorno al suolo stramazza

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proprio lei, proprio l’oca Starnazza.
Si chiede un'amica dolente
la ragione d'un destino inclemente:
“Morì così giovane! Perché?”
Ma come sarebbe perché, perché…
Aveva bevuto troppo caffè.

La filastrocca sciocca

C’era una volta una filastrocca


che per la paura di sembrar sciocca
non voleva essere raccontata
e in un libro si era rintanata.

Solo lei leggeva le proprie rime


pensando: “Senti come sono sceme,
meglio il silenzio che esser presa in giro.”
Quindi si assopiva con un sospiro.

Ma proprio mentre era lì addormentata


una bimba curiosa l’ha trovata,
tutta a memoria se l’è imparata,
da quel momento non l’ha più scordata.

La ripeté per tutta la giornata


e ogni volta faceva una risata,
poi siccome era assai divertente
la raccontò a un sacco di gente.

Da allora passa di bocca in bocca


la filastrocca che si credeva sciocca
e ogni bambino quando la sente
diventa un po' più intelligente.

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Filastrocca per una maestra alla fine della scuola

E’ finita ormai la scuola


con l’ultima campanella
se n'è andata la bidella
la maestra tutta sola
è rimasta nella classe
niente urla, niente tosse
alla cattedra si siede
ma nessuno più le chiede
Posso andare al gabinetto?
Chi mi presta un fazzoletto?
non più bimbe e bimbi in guerra
niente lapis giù per terra
niente somme da sommare
niente compiti da dare
non più accenti e divisioni
non può dire: State buoni!
perché lì non c’è nessuno
non si sente neanche un suono
neanche un bimbo che l’ascolta
e poi per l’ultima volta
lei cancella la lavagna
chiude gli occhi, quindi sogna
una scuola infinita
che coincide con la vita
dove lei sempre è maestra
che insegna, educa, addestra
col trascorrere degli anni
nella classe dei suoi alunni
che con lei si fanno adulti
crescono, diventan molti
e nei banchi stan vicini
i più grandi ed i bambini
genitori accanto ai figli
tutti attenti ai suoi consigli

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e la classe ormai somiglia
a una grande famiglia…

Riapre gli occhi la maestra


li stropiccia perché vede
sul vetro della finestra
una scritta a cui non crede
fatta con il pennarello:
Ciao maestra! E’ stato bello!
Ci vediamo a settembre!
La maestra fa un saltello
quindi balla, o almeno sembra,
passeran tre mesi appena
e ritorna sulla scena
così inizia la vacanza
mentre esce dalla stanza.

Filastrocca della festa della mamma

Alla festa della mamma


non ci credo, non m’inganna
quella dura un giorno appena
sembra finta, è tutta scena
poi la mamma mica è una
ce n’è tante, per fortuna
così in mente ho un’altra festa
che non passa mai, che resta
e che tutti i giorni vale
e non c’è niente di male
per le mamme, proprio tutte
quelle belle e quelle…matte
le più buffe e le più strane
e non solo quelle umane!

61
Son diversi gli animali
ma in un fatto sono uguali
alla mamma ognuno pare
il suo cucciolo speciale…
non ci sembri allora strana
una festa quotidiana
per la mamma porcospina
che ogni sera s’avvicina
al minuscolo lettino
del suo bimbo porcospino
e nel dargli un bel bacino
- è un miracolo spinoso -
non lo punge mai sul naso.

Festa poi per mamma rana


qui la cosa è ancor più strana
lei ha un milione di piccini
già ranocchi o ancor girini
e di ognuno lei sa il nome
li ricorda, non so come,
e li chiama ad uno ad uno
ha un consiglio per ciascuno
se son tristi li consola
sgrida se saltano scuola
anche se è un salto perfetto:
loro volan sopra il tetto!

Si festeggia mamma gufa


che di notte non si stufa
dei gufetti da accudire
non c’è verso di dormire
loro, sai, riposan poco
preferiscono un bel gioco
di pallone o d’altalena
mamma gufa spinge o allena
finché all’alba ogni gufetto

62
finalmente entra nel letto
russa come un angioletto
e la mamma è lì con loro
e ciascuno è il suo tesoro.

Festa per mamma gheparda


che ogni giorno non si scorda
d’insegnare ai suoi figlioli
che son grandi corridori
a viaggiare a cento all’ora
senza avere mai paura
di sbandare e fuori strada
ritrovarsi poi per sbaglio
proprio a causa della coda
impigliata in un cespuglio.

Ed è festa per la mia


tra le mamme la più strana
no, non sembri una follia
lei è gheparda e anche un po’ rana
e gufetta e porcospina
ed a mille altre somiglia
d'ogni specie d'animale
lei mi sta sempre vicina
fa le coccole da gatta
se mi chiama poi cinguetta
quando ho sonno lei sbadiglia
se mi pungo sente male
non ce n’è un’altra uguale
lei è la mamma... più bestiale!

63
E adesso, Principessa?

C’era una volta una Principessa


che urlava sempre come un’ossessa,
voleva questo e voleva quello,
voleva mutande intonate al cappello,
e la cintura di vero vitello
e i bottoni color verde pisello,
anzi piselli, nel senso di verdura
cuciti alla maglia con grande cura,
e duecento scarpe senza allacciatura,
tutte scarpe destre, una sinistra sola,
così aveva una scusa per saltare la scuola.
Strillava ogni giorno sempre più forte
perché le gonne non erano corte,
poi all’indomani le voleva lunghe
ma solo quelle decorate a losanghe
e protestava fino a perdere il fiato
perché il colletto s’era stropicciato
e la sfumatura della sua giacca rosa
non s’intonava più con la blusa.
Tutti l’accontentavano con grande premura
anche perché metteva un po’ di paura,
finché un giorno furon proprio i vestiti
a dire : “Basta, ci siamo stufati!”
Decisero assieme una strana protesta
così da fare abbassare la cresta
a quella principessa maleducata
sempre elegante ma tanto ingrata.
Prima s’acquattarono in un ripostiglio
e poi si nascosero ancora meglio,
dove si trovino non ve lo dico
anche perché sono ormai loro amico
e non vorrei che faceste la spia
alla principessa che come un’arpia
gira per casa sempre più furibonda

64
e grida tanto e fa baraonda
senza però che nessuno risponda.
Cerca i vestiti, ma senza successo.
Povera Principessa: e adesso...?

Filastrocca del babbo in aeroplano

Quando voli in aeroplano


per favore, vola piano
resta sempre a bassa quota
casomai fai tu il pilota.

Non siam fatti per volare


neanche fossimo zanzare
abbiam gambe e non ali
pesiam chili oppur quintali.

Che ci fai dentro quel coso


a guardare in giù curioso
le nuvole per tappeto
sembra strano, ti ripeto,

e neppure pare giusto


che tu prenda il loro posto:
tu sta sotto, loro sopra
come un velo che ci copra.

A trovarti appeso al cielo


come un ragno sul suo filo
sotto hai il mare, o una radura
io lo so che hai un po' paura.

65
Più veloce assai di un treno
sollevato dal terreno
ma non provi imbarazzo
a far finta d’esser razzo?

Sì è vero, arrivi prima


ma però, lo dico in rima,
vivere non è una gara
non si vince, nulla dura,

meglio forse camminare


lenti per non inciampare
anche così vedrai si arriva
alla meta conclusiva

che si sa, è una soltanto


e mi piace, non sai quanto,
che alla fine a casa torni:
qui ti aspetto, tutti i giorni.

Però intanto, mentre voli


e ci lasci qua da soli
non rischiare la salute:
porta un paracadute!

66
Filastrocca di Gatto Mammone*

Gatto Mammone sta fuor dalla finestra


ci guarda mangiare il riso e la minestra
ci guarda cucinare e poi lavare i piatti
sembra interessato a tutti i nostri fatti.

Se ci sono ospiti oppure c’è una festa


Gatto Mammone ci segue con la testa,
non c’è neanche un passo, gesto o spostamento
che possa sfuggirgli, perché sta sempre attento.

A volte si annoia, sbadiglia e si addormenta


ma solo quando in casa ogni luce è spenta,
però anche in quel caso basta un rumorino
che subito si sveglia e viene più vicino.

Sta fisso alla finestra quel gatto assai curioso


se fuori fa freddo appiccica il suo naso
sul vetro che così diventa un po' appannato
allora lui si sposta, e trattiene il fiato.

Può sembrare strano un gatto spettatore


che seduto ci studia immobile per ore:
chiacchiere carezze abbracci e litigate
tutto quel che accade nelle nostre giornate

lui non si perde nulla, trova tutto interessante


non si distrae mai, neanche un istante
forse per non perdersi il filo conduttore
di questa recita in cui ciascuno è attore.

*
Questa filastrocca è basata sua una storia vera, qualsiasi
riferimento a gatti realmente esistenti non è casuale. Nessun gatto
è stato maltrattato in alcun modo per scrivere questa filastrocca.

67
Forse ho capito, per Gatto Mammone
in fondo noi siamo come la televisione
e se in questa casa ci sta tutto il suo mondo
a volte, chissà, sogna un telecomando.

Filastrocca del tempo bello e brutto

Oggi è proprio brutto tempo


cielo nero e qualche lampo
allora mi chiedo perché
il tempo è quello che è.

Un giorno aria azzurra e trasparente


l’indomani nebbia, non si vede niente
un giorno il vento mi spettina i capelli
quello dopo volano anche gli ombrelli,

poi arriva l’uragano e insieme alle parrucche


in cielo svolazzano anche le mucche,
poi tutto si calma, ma è solo un’illusione
perché siamo nell’occhio del ciclone

le mucche si posano qua e là nel prato


dispiaciute perché non è durato
il piacere di sentirsi senza peso
e guardar giù con occhio muccoso

poi si rialza il vento e tutte vicine


assieme alle mucche volan le galline,
è la prima volta, sono un po’ maldestre
e così atterrando sfondano le finestre.

68
Magari dopo c’è gelo per più d’un mese
che uno invidia il caldo eschimese
quindi è il turno di canicola e siccità
in un forno si trasforma la città.

Perché succede, qual è la spiegazione?


Ho studiato, e la mia conclusione
è che la sola causa è l’energia solare
fa evaporare i mari e le nuvole viaggiare

sposta aria calda e fredda a suo piacere


agita i mari contro le scogliere,
il sole solleva in cielo una pozza immensa
con tutta l’acqua che poi si condensa

e piove giù, magari come neve


che poi lui scioglie e qualcuno beve,
genera i venti, che sono più di venti
e possono soffiare da tutti i quadranti.

Ecco, quello che ho scoperto è che pioggia


grandine, tempesta e vento che viaggia,
l’acqua dei fiumi che verso valle scorre
tutto nasce dal sole, solo lui percorre

il cielo in lungo e in largo senza stancarsi mai


e se l’ho capito io ora anche tu lo sai
che il suo calore giorno e notte dura,
che spreco usarlo solo per l’abbronzatura…

69
Filastrocca dell'alieno

Bussano alla porta, a quest'ora è strano,


la apro e mi trovo.... di fronte a un alieno.
E' verde, basso, la faccia a tartaruga
rimango a bocca aperta, ma lui non fa una piega,
ai piedi due ciabatte, sembra porti un costume
di certo non è nudo, neppure ha le piume,
comunque poi mi parla con voce pigolante
e l'aria di chi ne ha viste tante ma tante.
Mi chiede: Per favore, sa che pianeta è questo?
Volavo nello spazio, però c'è stato un guasto,
caduto in un pollaio, come pilota me la cavo
nessun pollo ferito, si è solo rotto un uovo.
A parte la frittata l'astronave è distrutta
così ora l'alieno se la vede proprio brutta.
Le galline hanno provato a dargli un aiuto
becchettando per ore sul missile caduto
finché non hanno smesso perché purtroppo il gallo
si è un poco ingelosito sfidandolo a duello.
L'alieno è un bonaccione, temendo assai il pennuto
per tenerlo a bada ha finto d’essere svenuto.
L’alieno ha poi vagato per le strade del mondo
cercando un cacciavite e un telecomando
in modo da aggiustare il suo razzo ammaccato
e contattar la base per essere salvato.
Eppure in questa terra, con tutta la sua scienza
nessuno è riuscito a dargli un poco di assistenza.
Pensando di rivolgersi a chi tiene il comando
l’alieno ha iniziato a studiarci a fondo.
E’ così arrivato alla strana conclusione
che il cane al guinzaglio conta più del suo padrone
e del resto l’uomo lo segue e poi lo imbocca
e spesso appena fatta ne raccoglie anche la cacca.
Ma di fronte al razzo il cane non ha saputo cosa fare,
ha alzato una gamba, poi s'è messo ad annusare.

70
Nonostante ciò l’alieno era ancora fiducioso
però tutti lo trattavano come uno strano coso
ridevano di lui, o fuggivano atterriti
neanche cadessero loro in testa meteoriti,
qualcuno lo cacciò poi in modo un po’ insolente
pensando si trattasse di un venditore ambulante.
Ho fatto entrare in casa l’alieno in visita obbligata
che proprio sulla terra ha fatto una fermata
mentre nel suo lungo viaggio interstellare
la missione era finita, e stava per tornare.
Lo faccio accomodare, si siede nel salotto
un istante di imbarazzo, poi gli offro un chinotto,
si scopre così che ne è davvero ghiotto
perché ne chiede un altro, e poi ancora trenta
quindi fa un gran ruttino, infine si addormenta.
Ormai sta insieme a noi, il nostro amico alieno
gioca spesso con Viola, e vive qui sereno.
Ha chiamato casa col nostro cellulare
ha trovato la linea, stanno per arrivare,
soltanto sei anni-luce e li vedremo atterrare
proprio qui davanti, in uno spiazzo del giardino
sopra un’astronave fatta come un bigodino.
Dico la verità, a tutti un po’ dispiace
l’alieno ci ha insegnato a vivere più in pace
lui non si arrabbia mai, quando si è proprio rotto
apre il frigorifero e si beve un bel chinotto.

71
Il pupazzo di neve e l'orsa polare

Il pupazzo di neve
quando ha sete si beve
poi sta sempre da solo
e per cuore ha un ghiacciolo

per un fatto curioso


la carota ha per naso
perché il naso che c’era
fu mangiato una sera

era un naso di pera


così almeno si spera
poiché fu divorata
da un’orsa affamata

era un’orsa polare


per potersi cibare
se ne andava a caccia
di verdura e focaccia

visto che, cosa strana,


era vegetariana,
quando proprio per caso
ha incontrato quel naso

il formaggio già c’era


lei ha aggiunto la pera
dopo ha messo al suo posto
rinunciando al suo pasto

la carota che invece


niente affatto le piace.
Ma il pupazzo di neve
la carota riceve

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come dono gradito
e si sente capito
chiede l’orsa per sposa:
lei è tentata, non osa...

Lui è neve pressata


lei tutta impellicciata
lui si scioglie al sole
lei s’abbronza e non vuole

lui è tutto gelato


lei lo scalda col fiato
lui per occhi ha carbone
lei lo chiama ciccione

così lui è dimagrito


come un bravo marito
ma sciogliendosi piano
gli è sembrato un po’ strano

questo tipo d'amore


senza neanche un colore:
se si trovano a fianco
sono bianco su bianco…

Filastrocca di Halloween

E’ una notte nera e scura


che a ogni bimbo fa paura
è una notte scura e nera
chi non piange si dispera
nera proprio come inchiostro:
ascoltate, lo dimostro.

73
E’ la notte di Halloween
suonano alla porta, driiin!
apro e fuori c’è un vampiro
che mi tiene sotto tiro
con un mitra al cioccolato
qua e là un po’ smangiucchiato
minacciando uno scherzetto
se non ho pronto un dolcetto
lì vicino ghigna un mostro
con tre occhi e un becco lustro
e una strega bassa e secca
che si lecca un lecca-lecca
e sei scheletri danzanti
me li trovo lì davanti
sembrano proprio contenti
ridono con tutti i denti,
con le ossa, fatto strano,
danno il ritmo e fan baccano
poi tre mummie e uno zombie
e ce n’è anche più strambi
fanno a tutti la linguaccia.
Mamma mia, che nottataccia!

Ho capito, è tutto un gioco


lo dimostra il lume fioco
dentro quella grossa zucca
che ha gli occhi e anche la bocca.
Però un dubbio ora m'assale
più ci penso, e più sto male:
tutti questi mostriciattoli
che a caccia di giocattoli
bussano ad ogni porta
e se dormi, non importa
suonano o danno calci
poi si abbuffano di dolci,
son bambini mascherati

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che stanotte indisturbati
sembrano esseri mostruosi,
o veri mostri schifosi
che si fingono bambini
perché essendo assai golosi
vogliono cioccolatini?

Il canguro Saltellone e la televisione

Il canguro Saltellone
ama la televisione
tutto il giorno sta lì fermo
a fissare il teleschermo
poi la notte si addormenta
quando ancora non l’ha spenta,
si risveglia e in un secondo
prende già il telecomando
che magari su un canale
c’è un programma eccezionale
chi lo perde chiaramente
va a finir che se ne pente.
Tutto il mondo sta racchiuso
in quel video sempre acceso
e se poi nulla gli va
basta la pubblicità
dove un tale è assai felice
solamente, e te lo dice,
perché usa un detersivo
che lo fa sentir più vivo,
mentre un’altra assai si pente
d’aver scelto un assorbente
che a giudizio della gente
la fa meno affascinante.
Così il pigro Saltellone

75
vive di televisione
niente corse con la bici
niente salti con gli amici
niente feste o fidanzate
niente notti spensierate
tutto quello che gli occorre
nell’immagine che scorre
con persone allegre o tristi,
avventure ed antipasti
preparati in diretta
dalla cuoca che si scotta
e poi morde la ricetta,
animali falsi e veri,
giochi senza giocatori,
bimbi belli e bimbi brutti,
una gara con i rutti,
sette maschi e sette donne
solo i primi con le gonne
che s'insultano a vicenda
e si ruban la merenda,
una lacrima sul viso
d’un signore che è disteso
sopra vetri molto aguzzi
mentre quattro tipi rozzi
gli rinfacciano: Tu puzzi!,
finti amori e sofferenza
e dolore in abbondanza:
finché ha perso la pazienza!
Saltellone ha fatto un salto
e poi un altro ancor più in alto
ha battuto anche la testa
ma ha pensato: Farò festa!
ha imboccato la sua porta
se n’è uscito all’aria aperta
ha scoperto quanto è bello
collegarsi col cervello

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mentre annusa un fiore vero
o coltiva un suo pensiero.
Quindi ha preso il teleschermo
e ha pensato: Lo trasformo!
Ormai il suo televisore
non somiglia a quel che era:
è una serra con un fiore
del color di primavera.

Filastrocca delle buone maniere

Non insegnatemi le buone maniere


ma per favore, fatemi il piacere,
lo so già da me che a tavola un rutto
suona un po’ strano, non sembra corretto

ma poi si scopre che se sei cinese


oppure magari di un altro paese
non è affatto cattiva educazione
quanto piuttosto buona digestione

e il rutto assume il significato


che apprezzi quello che hai appena mangiato
Un milione di regole mi vorreste insegnare:
a tavola le posate dovrei sempre usare,

non provare ad alzarti se non hai finito,


né a mescolare la zuppa col dito
niente risa sguaiate e neppure sbadigli
se l’ospite parla poi si sta svegli,

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non asciugarti le mani con la coda del gatto
non usare spaghetti per farti un ritratto,
insomma, c’è un “non” prima di ogni verbo
ogni cosa che faccio vi sembra un disturbo.

Per me è maleducato chi le buone maniere


le vuole imporre per forza senza sapere
che ogni popolo guarda in modo differente
al modo in cui si comporta la gente

e quello che a te sembra un gesto villano


per un altro è un modo di dare una mano
magari finisce che chiami screanzato
un tizio che ti ha solo salutato.

Allora io dico che le buone maniere


vanno bene, ma senza esagerare,
perché in fondo a tutti può accadere
di fare un rumorino dal sedere.

La magia della parola

Sai che oggi ho imparato a scuola


la magia di ogni parola detta?
Cinguetta ha un suono che cinguetta,
parola è davvero una parola,
ad abbaiar sei tu mentre lo dici,
puoi miagolar meglio di cento mici,
né cento né accento hanno l'accento,
cinque lettere sono in questa busta
e poi neanche a farlo apposta
l'infinito sta tutto in questa riga

78
ma non trovo nessuno che mi spiega
perché poi invece doppia ha la doppia
e non c'è nessuna h dentro acca
però con una c diventa cacca.
Se io ci penso la testa mi scoppia
però di teste ne ho una sola.
Allora basta, non ci penso più!
Al posto mio pensaci un po' tu.

Filastrocca dell'emme e dell'enne

Una mattina una bimba a scuola


pensò che emme e enne pari sono,
la differenza è in una gamba sola
e alla fin fine è quasi uguale il suono.

Le scrisse poi senza far attenzione


e alla maestra che la sgridava
perché così faceva confusione
disse: “Di due lettere non sarò schiava!

Decido io il destino di emme ed enne


e a me non importa dove stanno.
Se mi va uso l’una, oppure l’altra:
sono o non sono intelligente e scaltra?”

Poi però come ci rimase male


quando un bel giorno, non ricordo quale,
chiese a un'amica: “Mi dai una mano?”
Ma ricevette Gongolo, il nano.

79
Filastrocca della città perfetta

Filastrocca della città perfetta


dove nessuno va mai di fretta,
se si è in ritardo c’è la bicicletta
perché ogni macchina è stata costretta

a starsene ferma un po’ dove le pare


tanto nessuno la può più guidare,
così non c’è traffico, non c’è rumore
già questo ti mette di buonumore

specie al mattino quando scendi in strada


e non ci trovi neppure una coda,
esclusa la fila di ragazzini
davanti al negozio di pasticcini.

Resta solo un’auto abbandonata


che però ormai è stata scambiata
per comoda cuccia dai gatti randagi
che in processione come re Magi

ogni sera in cui piove o tira vento


vanno e s’ammucchiano tutti là dentro.
E’ una città così straordinaria
che per respirare la sua buona aria

scendono genti dalle montagne


migrano rondini e a volte cicogne.
Ci sono giardini, ma proprio belli
con fiori, alberi e canti d’uccelli

e fontane d’acqua così trasparente


che quando le guardi non vedi niente.
E là i bambini decidono loro:
“Caro babbo, oggi niente lavoro,

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smettila adesso di sfogliare il giornale
io son cacciatore, tu fai il cinghiale,
invece tu mamma stai ben nascosta
che io faccio il sub, e tu l'aragosta”.

Non ci son soldi nella città perfetta


per pagare basta una barzelletta,
con una storia un po’ divertente
ti compri un etto di cacao fondente

e combinando uno scherzo riuscito


riesci a acquistare un cannolo farcito.
E ovunque c’è aria di felicità:
vorrei proprio viverci in quella città!

Filastrocca dell’amica lontana

Filastrocca dell’amica lontana:


sai che mi accade una cosa un po’ strana?
So che mi ascolti anche quando non parlo
sai quel che guardo anche senza indicarlo
sai quel che penso anche se non lo dico
e poi mi aiuti quando mi affatico
se sono un po’ triste mi fai facce buffe
e poi coi cuscini inventiamo baruffe
se piango, se rido, tu lo fai con me
e neppure t’importa sapere perché
sei sempre con me anche se non ci sei
se tu non ci fossi, t’inventerei…

81
Filastrocca di Carolina la vacca

Carolina la vacca
fece tanta cacca
ne fece una montagna
sembrava Pan di Spagna
Pan di Spagna al cioccolato
qualcuno... l'ha mangiato!

BLEAHHHHHHH!!!!!!!!!

Singhiozzo singhiozzo

Singhiozzo singhiozzo
la lepre è nel pozzo
il pozzo è nella via
il singhiozzo vada via.

Non ha funzionato? Riproviamo con qualcosa di diverso...

Singhiozzo singhiozzo
ti sopporto già da un pezzo
così divento pazzo
quindi ora ti ammazzo

Singhiozzo singhiozzo
se ti prendo ti strozzo
colla scopa ti ramazzo
ti sparo via su un razzo

Singhiozzo singhiozzo
adesso sono un mozzo
ti butto in mezzo al mare

82
e ti lascio ad affogare

Singhiozzo singhiozzo
ti piego poi ti spezzo
ti lascio al pronto soccorso
ma dopo che ti ho morso

Singhiozzo singhiozzo
lo so che sono rozzo
ma prima o poi lo giuro
ti lascio secco e duro

Singhiozzo singhiozzo
adesso dentro al pozzo
la lepre non c'è più
là in fondo ci sei tu.

La canzone della cose da non fare in acqua

Che bello
il mare è giallo
intorno a me
dov'era gelido
adesso è tiepido
intorno a me
e sai perché
perché io qui
faccio pipì.

83
Che bello
l'acqua ribolle
intorno a me
dov'era placida
ora si agita
intorno a me
e sai perché
il mare scoppietta
è una puzzetta.

Che delusione
l'acqua è marrone
intorno a me
oh che schifezza
ma come puzza
intorno a me
e sai perché
perché quaggiù
ho fatto pupù...

84
Indice

I. Filastrocche natalizie, befanizie, carnevalizie e


pasqualizie
Una vita da Befana ……………………………….……………………….5
La dieta di Babbo Natale ……………….………………………………7
Un natale speciale ………………………………………………………10
Filastrocca di Babbo Pasquale …………………..……………….….11
Filastrocca delle mutande di Babbo Natale………………………12
Filastrocca di carnevale …………………………………………………13
Filastrocca della Befana che cerca marito ………………….……15
La filastrocca di Babbo Natale preoccupato…………………….17
La filastrocca di Babbo Natale 2.0 ………………………………19
II. Versi bestiali
Miserabile lombrico ……..……………………………………………22
La balena innamorata …………………………………………………23
Il silenzio delle vongole …………………………………………..…23
L’involuzione della specie………………………………………..…...24
La mucca e le nuvole ……………………………………………..……24
Nerissimo il corvo ………………………………………………………25
IL bruco e la farfalla ………………….…………………………….26
Fame da lupi ………………………………………………………………26
Il linguaggio dei delfini …………………………………..…………..27
Le strisce della zebra …………………………………………………..27
Coyote ululà ……………………………………………………………….28
L’eccentrico ornitorinco ……………………………………………….28
Il campionato mondiale delle tigri ………………………………..29
La medusa non si sposa ………………………………………………29
Le avventure del ghiro ………………………………………………..30
Pappagallo ammaestrato …………………………………………….30
Il ricco, il dromedario e la cruna dell’ago ……..……………….31
Dov’è il camaleonte? …………………………………………………31
Le buone maniere del mammut.…………………………………….32

85
Pensieri di cavalletta ……………………………………………………32
Il geco più ricco di Cina ………………………………………………33
Manuale di difesa dal serpente a sonagli ………………………33
Branco di piranha ………………………………………………………34
L’antilope e il leone …………………………………………………….34
La spensieratezza dell’orango ……………………………………..35
Brutto anatroccolo ……………………………………………………..35
Sorprese di medusa ………………………………………………….….35
Miracolo autostradale ……………………………………………….…36
La prima aquila nello spazio ………………………………………...36
L’araba fenice alla riscossa …………………………………………..37
Breve disavventura del picchio ……………………………………..37
Lo spleen della gallina ………………………………………………..37
Fiat anguilla! …………………………………………………………….38
La lungimirante giraffa …………………………………………….….39
Il fulmineo ghepardo ……………………………………………….…..39
La fine del tirannosauro …………………………………………….…39
La pipì del pipistrello ……………………………………………….….40
Il pellicano portaoggetti …………………………………………….…41
Povero tonno …………………………………………………..……….…42
Il silenzio dei serpenti …………………………….……………….…..42
L’abominevole uomo delle nevi ………………………………….…43
L’incurabile timidezza della vipera ……………………………….43
L’innegabile colpevolezza dello struzzo …………………….…..43
La prudenza del canguro ……………………………………………..44
La lepre e la tartaruga ……………………………………………….....44
Il tango dell’orso …………………………………………………….……44
Il cammello innamorato ………………………………………..….45
La visione pessimistica dell’ostrica ……….. …………………..…46
L’ape operosa ..………………………………………………………..…46
Il raglio dell’asino …………………………………………….………..47
Il calamaro gigante ………....……………………………….….….47
Povera zanzara ………………………………………………………..….47
L’assillante pensiero dell’ippopotamo ……………………….48
L’insonnia del pescecane …………………..……………………..…48

86
Il canto del gallo …………………...………………………………….…48
Il pavone impudente …………………………………..…………….…49
L’invidia della madrepora..………………………………….………..49
Dimenticanze elefantiache …...……………………………….….….49
Il peccato originario ………………………………………………..….50
Avvoltoi …………………….…………………….……………………….50
La depressione del panda ……………………..…………………….50
La capra temeraria ……………...………………….……………….….51
III. Filastrocche preistoriche
Al cavernicolo manca solo la parola……………………………….52
La scoperta delle stoviglie……………………………………………..53
La scoperta del fuoco…………………………………………………….54
La scoperta della ruota………………………………………………….55
E’ nato prima l’uovo o la gallina? ………………………………….56
IV. Altre filastrocche e canzoni
La canzone dell’antico cavaliere ……………………………………57
Filastrocca dell’Oca Starnazza ……………………………………58
La filastrocca sciocca….…………………………………………………59
Filastrocca per una maestra alla fine della scuola…………….60
Filastrocca della festa della mamma ………………………………61
E adesso, Principessa? ……………………………………………64
Filastrocca del babbo in aeroplano …………………………..…..65
Filastrocca di Gatto Mammone …………………………………..…67
Filastrocca del tempo bello e brutto ……………………………..68
Filastrocca dell’alieno ……………………………………………..……70
Il pupazzo di neve e l’orsa polare…………….………………………72
Filastrocca di Halloween ………………………………………………73
Il canguro Saltellone e la televisione……………………………….75
Filastrocca delle buone maniere ………………………………..…77
La magia della parola ………………………………………………….78
Filastrocca dell’emme e dell’enne ………………………………..79
Filastrocca della città perfetta …………………………………….…80
Filastrocca dell’amica lontana ……………………………….….….81
Filastrocca di Carolina la vacca ………………………………..….82
Singhiozzo singhiozzo ……………………………………………..…...82
La canzone delle cose da non fare in acqua .……………………83

87

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