Sei sulla pagina 1di 3

Dettati ortografici – 

Guido e Gustavo
Il gatto Guido e il gufo Gustavo fanno una gara con il gomitolo di lana. Elena grida: – Che guaio, vi
siete legati come salami! –
La maga ha mutato Gaia in una tartaruga.
Vicino al cesto ci sono un gomitolo, un gufo e un  gatto.

Dettati ortografici – Il gelataio


Oggi in giardino il gelataio Gigi prepara un gelato gigante: gianduia, panna e cioccolato. Ginevra e i
suoi amici si mettono al lavoro: lecca, lecca, lecca … Che magia: il gelato è sparito!Il filo del
gomitolo è giallo e leggero.

Dettati ortografici– Un cane per amico 


Carlo ha comprato un cane di nome Rocco, il più piccolo di una cucciolata di cocker. È un po’
capriccioso ma davvero carino e ha conquistato subito Carlo che è molto contento e vuole per lui le
cose più belle.
Carlo sa bene cosa significa avere un cane, sa che non è un giocattolo, semmai un simpatico
compagno di gioco che va trattato con cura, amore e tante coccole e carezze che Rocco ricambia
con la sua fedeltà e il suo continuo scodinzolio.

Dettati ortografici – Frasi con C e G


Il mio gattino si diverte a giocare con la palla di gomma che ha trovato nella cesta gialla di nonna
Cecilia.

Dettati ortografici – Frasi con C e G


Ieri i bambini hanno giocato in cortile ed oggi, tra la ghiaia, si scorgono carte di caramelle.

Dettati ortografici – Frasi con C e G


L’autunno è iniziato, sul balcone di nonna Giuseppina le foglie dei suoi bellissimi gerani si stanno
ingiallendo.

Dettati ortografici – Frasi con C e G


La gomma della bicicletta di Carlo è sgonfia, non potrà fare le gare di velocità in cortile con gli
amici.

Dettati ortografici – Frasi con C e G


Un giovane giaguaro con la giacca gialla e il pigiama sgualcito mangiò fagioli e funghi e per gelato
un ghiacciolo ghiacciato.
Un micio di nome Ciccio, tutto riccio e con la faccia schiacciata cena con carciofi e cioccolata, fa la
doccia con una goccia poi gli dà un bacio alla sua micia Ceccia e le regala una camicia.
Dettati ortografici – Le parole capricciose
Oggi a casa di Michela è una giornata di festa e sono tutti al lavoro.
Il papà ha deciso di fare il cuoco e, per l’occasione, cuocerà una zuppa che riscuoterà un grande
successo.

Dettati ortografici – Le parole capricciose


Michela oggi non è andata a scuola, aiuta il papà in cucina e prepara una torta a forma di cuore. La
mamma scuote i tappeti e che riordina la casa. Tutti sono al lavoro tranne Luca che gioca con il
circuito delle macchinine.

Dettati ortografici – La cuoca Pasqualina


La cuoca Pasqualina non sa cucinare, combina tanti guai, senza stancarsi mai.
La bistecca è dura come il cuoio, così cuoce le frittelle.
Ha il cuore a pezzi per l’arrosto rinsecchito. Nella teglia cuoce un taccuino.
A scuola  di cucina la cuoca Pasqualina deve tornare altrimenti non saprà mai cucinare.
Dettati ortografici Frasi da dettare con le parole capricciose

Dettati ortografici – Le parole capricciose


 Il cuoco prepara un piatto prelibato.
 La nonna mi ha comprato un palloncino a forma di cuore.
 Gli scarponi di mio zio sono di vero cuoio.

Dettati ortografici – Le parole capricciose


 Lisa osserva un’innocua farfalla che scuote le ali.
 Ho visto un pilota correre in auto nel circuito.
 La mamma di luca cuoce la zuppa.
 La lettura di quel libro è stata proficua.

Dettati ortografici – Le parole capricciose


 Mi piace andare a scuola perché imparo tante nuove cose.
 I lavoratori riscuotono lo stipendio.
 Le segretarie prendono appunti sul loro taccuino.
 Il bambino continua a percuotere la sabbia col bastone.

LE GALLINE DEI NONNI


Le galline dei nonni mi fanno sempre ridere, perchè quando entro nel pollaio scappano da tutte le
parti, allungano il collo, aprono le ali e vanno a sbattere contro la rete; fino a che io non esco dal
pollaio. La nonna non vuole che io spaventi le galline perchè dice che dopo non fanno più le uova.
Ma tanto a me le uova non piacciono, cioè mi piacciono solo le frittate che non sono proprio uova.
(Anna Vivarelli, Guido Quarzo, “La coda degli autosauri “, Piemme)

TITINA ELEFANTE E LO STARNUTO SPAVENTOSO


Quando ero piccola, a scuola i compagni si prendevano gioco di me per il mio naso. La proboscide
era lunga e non riuscivo a tenere la matita per disegnare, né i gessetti per colorare, né fare le gare di
corsa perché inciampavo in quel lungo naso. E per questo ero molto triste. Un giorno una mosca si
posò sulla punta del naso. Di colpo mi uscì uno starnuto così forte come un uragano. Tutti
pensarono: “Titina elefante forse si è arrabbiata!”. Così da quel giorno non si presero più gioco di
me.
(Bruno Bolzano, “Storie della buonanotte. Gli animali dell’Arca”. De Agostini)

Potrebbero piacerti anche