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DioChan

Presenta una produzione anonima

La Saga di

Epipenninev
di Gnomofag

Invocazione e protasi
Anonimo

Cantami, Musa, di cose mai viste dell'irta selva, di gnomi il rifugio e d'Epipenninev l'istoria triste Ch di gonnelle egli mai fu segugio ma con astuzia, e speme, e sforzo tanto si dannava, inseguendo il sol pertugio. Ei dalla verga sua non traeva vanto, e forza vi era assai nei suoi calzoni per nel retro, e il cul, come d'incanto si mutava in tromba, e quelle canzoni giunte all'evacuazioni sue ferali ebbe compagne nelle perversioni. Cantami, Musa, d'Eeoee, i cui sponsali uniron a uno gnomo laido e abietto e sfioriron le sue bocce senza eguali ma non prima che dal suo caldo letto passassero, vogliosi avventurieri, Pepo ed Oganaguth, che dell'affetto oppur della libido prodi alfieri di seme le inondaron gli orifizi, donando amata prole in tempi neri. Poi preprit raccontami, i cui vizi di pederastia eran smisurati: un topo gli stantuff gli interstizi. D'Aiaoii e Oleppo i grami fati dipingici, o Musa, ed alla penna di Gnomofag regala eterni afflati!

Primo Episodio
Anonimo (Mer) 22/05/2013 12:27 Epipenninev si alz. Come tutti gli gnomi, era suo compito provvedere alle necessit di cibo per s e per la sua famiglia. Famiglia che, con suo sommo disappunto, era composta solo da lui e dalla buona moglie Eeooee. Da molti giorni infatti meditava sulla necessit di sottoporsi al rituale. Uscendo dalla porticina di faggio intagliato fra le radici di una grande quercia, si disse che doveva essere la notte buona. Ma prima, il dovere. Non impieg molto a empire la gerla di bacche e radici, e persino qualche frutto caduto dagli alberi pi alti. Epipenninev aveva sempre avuto un occhio particolare per individuare le radure pi ricche di cibo: abilit che gli amici di sempre, Oganagauth e Pepo, gli invidiavano simpaticamente. Egli era dunque lo gnomo della foresta che disponeva di pi tempo libero, che impiegava proficuamente in studi e letture. Era stato proprio pochi giorni prima, imbattendosi in un antico trattato sulla fertilit, che Epipenninev aveva scoperto l'esistenza di un vetusto rituale per garantire la nascita di figli. Si rec quindi in una brughiera ai margini della foresta dove, non visto, avrebbe potuto compiere il rituale indisturbato. Si avvicin con circospezione a dei cespugli di cardo, occhieggiando ad una ad una le infiorescenze, cercandone una che fosse atta alla bisogna. Con un sorriso trov ci che stava cercando. Strinse con forza lo stelo spinoso, ferendosi la mano destra, fino a strappare il fiore ormai appassito. Portandolo alla bocca, inton il canto che aveva memorizzato sulle pagine consunte del libro. Urkune, Urkune, Clopdiatrinomira, Colstre tamira, deliptre armune, PUFFFSSSSS Con un soffio potente lasci che i petali rinsecchiti del cardo si staccassero dalla corolla avvizzita. Fece cadere l'ormai inutile fiore e si fasci la mano sanguinante. Poteva tornare a casa. Eeooee, sussurr Epipenninev alla buona moglie, Eeooee! Che c'? fece lei, rigirandosi verso di lui. Il barbuto gnomo non rispose, limitandosi a mostrare il pene eretto. Eeooee soffriva molto per la mancata figliolanza: per questo, non appena Epipenninev

manifestava desiderio di accoppiarsi, si disponeva di buon grado ai desideri del marito. Purtroppo il consorte, che pure primeggiava tra i suoi simili per erudizione, non era altrettanto perito nelle faccende coniugali. Mont la moglie, grottescamente eccitato, inserendo il corto pene nella grassa e flaccida vagina della gnoma. Emettendo grida parossistiche di eccitazione, venne in pochi istanti, colando gran parte del proprio seme sulle profumate lenzuola di lino. Eeooee, sospirando, si accasci sul cuscino, fingendo un sorriso di soddisfazione. Afferr la striminzita verga semieretta del marito e la massaggi, sperando che Epipenninev si addormentasse. La sua esperta mano fece s che lo gnomo russasse in pochi istanti, un'espressione di beato compiacimento sul volto. Buongiorno, Eeooee. La gnoma si volt. La tesa preoccupazione sul suo viso si sciolse, lasciando il posto a un sorriso disteso. Oganagauth! Pepo! esclam. Sempre al lavoro? fece Pepo, il pi giovane e ammiccante dei due, afferrando una mela dal cesto al centro del tavolo e addentandola con gusto. Aveva tristemente ragione, si disse Eeooee. Epipenninev non dava mai una mano in casa, e pur essendo senza figli, c'erano innumerevoli cose da fare. Il grillo di guardia andava nutrito e la sua gabbietta pulita, il soggiorno ripulito dalla polvere, le stoviglie lucidate, ma soprattutto - l'incombenza che Eeooee pi odiava - Il gabinetto andava pulito. Con sommo dispiacere della padrona di casa, Epipenninev era soggetto a frequenti attacchi di diarrea. Una cronica aerofagia non aiutava la situazione, e spesso in tutta la casa aleggiava il pestilenziale odore dei peti e delle fetide feci dello gnomo. Egli non sembrava dare peso alla cosa: anzi, spesso si divertiva a sottolineare con frasi ad effetto le sue fragorose flatulenze. Non era raro che si lasciasse andare a simili episodi durante gli squallidi coiti a cui la sottoponeva. Oganagauth lesse tutte queste cose mentre attraversavano in un lampo il volto della gnoma. Era il pi anziano e saggio dei due, e pi di una volta si era trovato a dover consigliare Eeooee a riguardo della sua triste vita di coppia. Che ti preoccupa, Eeooee? fece in tono sommesso ma inquisitorio. Epipenninev, non vero? Eeooee annu, un sorriso triste sul viso. Nondimeno, mise su il t per gli ospiti. Cinque minuti dopo, seduti sul divano e sorseggiando il caldo infuso, Eeooee si stava confidando in lacrime con gli amici del marito. ...e mi ha persino raccontato di aver fatto un rituale di fertilit. Non capisce che non posso rimanere incinta, finch disperde il suo seme? Oganagauth e Pepo si scambiarono un segno d'assenso, poi si rivolsero a Eeooee. Possiamo aiutarti, fece Pepo. Ma dovr rimanere un segreto. Epipenninev deve rimanere all'oscuro.

Epipenninev sospir di soddisfazione. Anche quella giornata alla Biblioteca Gnomesca era stata proficua: aveva scovato un altro rituale di fertilit, che prometteva di essere molto pi potente del primo. Seduto sul panchetto in faggio da lui stesso intagliato, che faceva bella mostra di s di fronte alla porta di ingresso, si tolse gli stivali in feltro. Aveva camminato molto quel giorno, e il puzzo dei suoi piedi sudati riemp l'atrio. Epipenninev non ci fece caso: amava gli odori del suo corpo, e proprio in quel momento sent le viscere ribollire. Allent la tensione dello sfintere, e un frastornante rumore di tromba fece tremare le pareti del tunnel. Aspir profondamente: gi l'effluvio di piedi si mescolava al mefitico fetore dei suoi gas intestinali. Sorrise mentre apriva la porta, annunciando la sua presenza. Eeooee! Eeooee, sono a casa! esclam. La moglie non gli rispose. Non ci fece caso, recandosi al gabinetto, ch la pressione degli intestini aumentava. Seduto sul trono, lasci che la natura facesse il suo corso, rabbrividendo di piacere mentre il retto si svuotava. Sempre pi spesso gli capitava di avere delle erezioni mentre defecava, ma ignorava la questione facendo spallucce. Lasci il gabinetto lercio e maleodorante, come suo solito, e si rec in salotto. Un rumore insolito attir la sua attenzione: proveniva dalla nicchia a parete, dove i coniugi erano soliti dormire e consumare i loro miserabili amplessi. Dopo aver spalancato le ante della nicchia, Epipenninev rimase immobile per qualche istante. Il suo cervello si sofferm sui dettagli, senza cogliere l'insieme della scena che si parava di fronte ai suoi occhi. La lunga verga venosa di Oganagauth. Il pene guizzante di Pepo. I seni gocciolanti e prosperosi di Eeooee. Macchie di seme ovunque. Infine il suo istinto ebbe la meglio e si riscosse, afferrando la gravit della situazione. Eeooee e i due amici si accorsero del nuovo arrivato, ma non interruppero la passione che li animava. Eeooee sollev la bocca dalla verga possente di Pepo, che eruppe in una gittata di sperma. La gnoma toss e rutt forte, riempiendo la stretta nicchia di un olezzo di seme rancido. Contemporaneamente, Oganagauth estrasse il suo possente membro dall'ano di Eeooee, lasciando colare una poltiglia biancastra con striature marroni, per poi rituffarlo nella oleosa vulva della gnoma. Epi... cough! cough! Epi.. Epipenninev! fece Eeooee, il volto arrossato dal desiderio. Fu troppo per Epipenninev. Le sue turbe intestinali ebbero un ultimo colpo di coda, e non riusc a trattenere gli sfinteri. Caldi escrementi riempirono i suoi calzoni, saturando l'aria gi pregna di afrori. Li sent colare lungo le gambe, e allora comprese la sua situazione. Due gnomi sani, forti e completi stavano possedendo sua moglie, irrorandola di seme, cos come ogni gnomo maschio avrebbe dovuto fare con la propria femmina. Di fronte a loro, subendo passivamente, egli stesso dimostrava la propria inferiorit regredendo alla fase anale, perdendo il controllo degli sfinteri. Non

avrebbe potuto essere umiliato ed emasculato in misura maggiore, quando si rese conto che a penetrare la sua compagna erano due gnomi che aveva ritenuto suoi amici. La vergogna lo assal, ma inspiegabilmente una parte imperdonabile del suo corpo si sollev. Una sensazione di liberazione, come se si fosse liberato di un peso - e non semplicemente quello delle proprie feci - lo pervase, raggiungendo l'inguine in calde ondate. Si sent libero dall'oppressione e dalla responsabilit, dai pensieri che lo attanagliavano. Vide l'espressione inequivocabile sul viso di Oganagauth, che significava che stava dando libero sfogo al proprio seme nell'utero di Eeooee. Sicuramente i gemelli tanto attesi sarebbero nati, ma non dai lombi di Epipenninev. Lo gnomo, ormai sottomesso e umiliato oltre ogni possibilit, con mani tremanti si slacci i pantaloni impregnati di calde feci fetide. Prese freneticamente a strofinare il membro, di proporzioni ridicole rispetto a quelli di Pepo e Oganagauth, sottoponendosi a un'ulteriore umiliazione. La visione grottesca di Epipenninev, che a brache calate si masturbava mentre Eeooee veniva fecondata, incendi gli animi degli altri due gnomi, che con forze ritrovate si scambiarono i posti. A Epipenninev bastarono pochi istanti per eiaculare, perdendo i sensi per l'emozione. Accasciandosi, diede sfogo agli ultimi residui di massa fecale rimasta, imbrattando il pavimento della stanza. Quando Epipenninev rinvenne, stava riposando sotto le coltri. Sent Eeooee, di l, che preparava la cena. Si alz pigramente, grattandosi le natiche. Usc dalla nicchia e si volse verso la moglie, che ricambi lo sguardo con un silenzioso sorriso, senza smettere di apparecchiare la tavola. Cenarono in silenzio. Non menzionarono l'accaduto, n quella sera n mai. Oganagauth e Pepo continuarono a frequentare la casa da buoni amici, come se nulla fosse accaduto. Solo di quando in quando, ancora oggi Epipenninev si reca nel bosco, e defecando dietro a un cespuglio, lascia che la sua mano corra a stringere il proprio pene, mentre la sua mente torna a quel pomeriggio di passione.

Epipenninev entra in camera da letto, Drawfag 2013

Secondo Episodio
Anonimo (Ven) 24/05/2013 15:07 Pap, dai, stiamo aspettando te! Da qualche tempo, Epipenninev sentiva l'approssimarsi della vecchiaia. Nondimeno si ostinava a non adoprare il bastone per le sue passeggiate, e men che meno per le escursioni di famiglia. La buona moglie Eeooee, silenziosa e sorridente come sempre, gli camminava al fianco, adattando rispettosamente il passo a quello del marito, sempre pronta a fornire un appoggio qualora l'anziano gnomo si sentisse malfermo. Quando la coppia giunse in cima alla collina, i ragazzi avevano gi steso a terra la tovaglia e si accingevano a svuotare il cestino delle prelibatezze che avevano portato con loro. Aiaoaii, copia esatta della madre, con agilit e mano esperta stava gi disponendo piatti e stoviglie sul panno quadrettato. Apreprit, suo fratello, si limitava come al solito a stare rannicchiato in un angolo, guardando la sorella lavorare alacremente. Tesoro, lascia che ti aiuti fece Eeooee, sorreggendo Epipenninev mentre si sedeva sul cuscino ricamato che i ragazzi avevano portato per il vecchio padre. Aiaoaii, premurosa come sempre, gli pose dinnanzi un piatto di verdure sotto sale, esclamando: Mi raccomando, non fare capricci per il cibo! Senti chi parla! replic Epipenninev, mentre la buona moglie gli versava un boccale di sidro. E nella festosa radura, illuminata dagli ultimi raggi del tramonto, tutti scoppiarono in una fragorosa risata. Purtroppo il ricordo di quel picnic apparteneva al passato, pens Epipenninev, assiso su quello che ormai era il suo unico trono: il gabinetto. Nella sua famiglia non restavano che pallide ombre della felicit e della spensieratezza che un tempo regnavano nella sua casa. Una fitta agli intestini lo riport indietro dal mondo dei ricordi. Emise un gemito, mentre fiotti di calda diarrea sgorgavano dai suoi visceri. Ripulitosi come meglio pot, abbandon la stanza ormai satura dei suoi vapori mefitici, per tornare in salotto. Eeooee lo guard appena, il volto contratto in una lieve smorfia di rassegnazione. Vedere Epipenninev uscire dal gabinetto significava solo una cosa: che di l a poco, appena l'aria fosse tornata respirabile, avrebbe dovuto sfregare e raschiare la latrina per mondarla dalle feci rancide del marito. Pens a quando, molti anni prima, sperava ancora di farci l'abitudine. E invece no: era ogni volta pi rivoltante. Ma il rispetto per il marito, inculcatole dalla societ gnomesca, prevaleva sul disgusto. Epipenninev si sedette a intagliare la figura di un capro, che aveva iniziato qualche giorno

prima. Dov' Apreprit? fece a Eeooee. In camera sua, a disegnare. Come sempre, voleva aggiungere la gnoma, ma non lo fece. Lo gnomo non fece neppure finta di interessarsi a dove fosse invece Aiaoaii, la bella figlia. Da molto tempo non partecipava pi alla vita della famiglia, e trascorreva gran parte del tempo fuori, rientrando solo per dormire e - qualche volta - cenare. Epipenninev sospettava che avesse un fidanzato, lo aveva scoperto dalle voci che giravano nella foresta. Pensava persino di sapere chi fosse: il bello e possente Oleppo, nipote del suo amico Pepo. Oleppo ero uno dei pi forti e nerboruti gnomi della comunit. Da quando suo padre, il buon Nolleno, era tragicamente perito cadendo da un burrone, Pepo lo aveva preso con s, crescendolo come un bravo boscaiuolo. Sin da piccini Oleppo e Aiaoaii avevano mostrato una reciproca simpatia, ed era quindi naturale che questo rapporto si fosse evoluto in qualcosa di pi serio. Crescendo, Aiaoaii si era trasformata in una gnoma voluttuosa e prosperosa. Spesso Epipenninev si era sorpreso a osservarla morbosamente durante i pasti in casa, in occasione dei quali - com' consuetudine tra gli gnomi - solo i genitori stanno seduti. La gonna troppo stretta disegnava le natiche della figlia, sode e rotonde al punto che Epipenninev doveva impegnare la mente in qualcos'altro, per evitare malaugurate erezioni. Non si sentiva in colpa. La ragione di ci gliela diede ancora una volta Apreprit, che proprio in quel momento faceva capolino dalla porta della sua camera. Il giovanetto si guard attorno, circospetto. Da mesi non usciva di casa, e faceva la spola tra la sua camera e il salotto. Non rivolgeva parola n al padre n alla madre, e solo saltuariamente alla sorella. Le uniche creature a cui sembrava legato erano Voloev e Malaem, i due topi quercini che Epipenninev teneva come animali domestici. Anche se ormai era cresciuto e i due topolini non riuscivano pi a portarlo in groppa come quando era cresciuto, Apreprit era comunque affezionatissimo a loro. Quando non era in loro compagnia, il ragazzo trascorreva le giornate a disegnare. Cosa ritraesse, nessuno lo sapeva. Non mostrava le sue opere a nessuno e dopo averle finite, nascondeva i fogli in un interstizio segreto del pavimento della camera, di cui i genitori ignoravano l'esistenza. Eeooee soffriva molto per la condizione del figlio. Epipenninev invece preferiva ignorare il tutto, fingendo che rientrasse nella normalit. La verit che da molto tempo non riusciva a guardare in faccia Apreprit. Se Aiaoaii era la copia esatta di sua madre, Apreprit non mostrava nessuno dei tratti somatici di Epipenninev. Crescendo, a chi lo guardasse veniva in mente un volto solo: quello di Oganagauth, amico fraterno di Epipenninev. Non avevano mai parlato dell'incidente che aveva dato il via al concepimento dei gemelli, e fingevano che non fosse mai accaduto. Tuttavia, chiunque avesse un minimo di sale in zucca poteva rendesi conto che era stato il seme di Oganagauth a fecondare l'utero di Eeooee, generando i figli che ora Epipenninev allevava. Per alcune settimane Epipenninev aveva nascostamente rivissuto nella sua mente l'episodio, facendo scivolare la mano lubrica nei calzoni. Ma quando il ventre di Eeooee aveva iniziato a gonfiarsi, quando da molte lune la verga del marito non spandeva pi seme per lei, Epipenninev aveva preferito seppellire quel ricordo. Con l'avvicinarsi dell'adolescenza, le fattezze di Apreprit venivano a scavare dolorosamente nel passato della famiglia. Molto meglio fingere di non vedere, pens Epipenninev.

Quando Aiaoaii ebbe raggiunto la pubert, e le sue forme prosperose ebbero incominciato a turbare i sogni di Epipenninev, egli realizz che non v'era alcun legame di sangue tra loro. Smise quindi di provare rimorsi per le sempre pi frequenti erezioni che lo tormentavano quando, al calar del sole, la ragazza si aggirava seminuda per la casa. Nondimeno non voleva che Eeooee sospettasse nulla, quindi cominci a essere pi freddo e disinteressato nei confronti dei figli. A poco a poco la spaccatura tra gli anziani genitori e i ragazzi divenne incolmabile: Aiaoaii trascorreva il tempo con le amiche e il fidanzato, litigando con la madre quando si scontravano a causa delle usanze antiquate di Eeooee. Apreprit si isolava sempre di pi dal mondo esterno. Parlando con Pepo, amico da una vita, Epipenninev finiva sempre sullo stesso punto: doveva fare qualcosa per Eeooee, che soffriva molto. Una domenica, di punto in bianco, Epipenninev fece alla moglie: E se facessimo un viaggio? Un viaggio? disse stanca Eeooee, tergendosi il sudore causato dalle pesanti faccende domestiche. S, un viaggio. Potremmo andare a trovare mio zio Nepso, che non vedo da tempo. E al ritorno, ci fermeremmo da tua madre, che ne dici? La madre di Eeooee era morta l'anno prima. Ma L'entusiasmo di Epipenninev era cos irrefrenabile, che la buona moglie si guard bene dal ricordarglielo, e si limit ad assentire, sorridendo. Perch no? sono sicura che i ragazzi se la caveranno per qualche giorno senza di noi. E saranno ben felici di non averci tra i piedi, pens. Ormai ci disprezzano... Ma non lo disse a voce alta. E quando vorresti partire? Domenica prossima fece prontamente Epipenninev. Se le mie vecchie ossa non m'ingannano, avr smesso di piovere e ci aspetter qualche giorno di sole pieno. La sua capacit di prevedere il tempo con una certa accortezza era rimasta quella di una volta, quindi Eeooee si rassicur. Sembrava troppo bello per essere vero: finalmente qualche giorno lontano da quella routine. Eeooee era talmente felice che non si rabbui neppure quando, fischiettando, Epipenninev si avvi verso la porta del bagno, emettendo un fragoroso peto a sottolineare le parti di basso del suo motivetto. Avremo la casa tutta per noi, fece Aiaoaii, la testa poggiata sul possente petto di Oleppo. Sicura? ma... tuo fratello? Quel ritardato? non mette mai il muso fuori dalla sua camera. Non ci sar di alcun disturbo. E anche se fosse? Non avrebbe mai il coraggio di dirlo a nessuno, credimi. replic la giovane gnoma con uno sguardo malizioso. Oleppo sent la possente verga irrigidirsi. Desiderava Aiaoaii con tutto il suo cuore e tutto il suo corpo, ma entrambi dovevano fare i conti con la loro situazione. Erano troppo giovani per un fidanzamento ufficiale, e la societ gnomesca vedeva i rapporti prematrimoniali come un orrore e un abominio. Quello che pianificavano di fare avrebbe potuto renderli dei reietti, emarginati dalla comunit. Ma l'occasione era troppo ghiotta per farsela scappare. Se davvero Epipenninev ed Eeooee erano intenzionati a partire per qualche giorno, avrebbero avuto a disposizione la casa di lei per fare l'amore. Il bosco, che sembrava fatto apposta per questo genere di incontri,

era continuamente perlustrato da occhi indiscreti. E del resto, i loro incontri dovevano sempre essere in piena luce e sotto l'occhio vigile di un adulto - perlopi, si vedevano a casa di Pepo. Ora cambiava tutto: con la scusa di andare a casa di Epipenninev, Oleppo avrebbe potuto fare sua la giovane e bella Aiaoaii, che del resto non vedeva l'ora di concederglisi voluttuosamente. Durante i loro all'apparenza casti incontri, lei gli sussurrava all'orecchio fantasie inenarrabili, che accendevano l'animo e il pene del giovane. Sempre pi spesso Oleppo passava notti insonni, soffregandosi ritmicamente il membro, pensando all'amata. Decisero quindi di rischiare. La domenica successiva, non pi tardi di un'ora dopo la partenza dei genitori, Oleppo e Aiaoaii avrebbero finalmente dato sfogo alle loro carnali passioni. Quindi: la dispensa piena, avete legna nella legnaia per cinque giorni, e noi non dovremmo rimanere fuori pi di tre. stava spiegando Eeooee, approfittando di una rara occasione in cui entrambi i figli erano a cena. Anche io sto fuori un paio di giorni. Mi ospita Pepo. fece Aiaoaii. Non voleva destare sospetti: molto meglio che i suoi genitori la credessero sotto la supervisione dell'amico. Ovviamente, Oleppo stava dicendo lo stesso a suo zio. Eeooee rimase un attimo in silenzio, forse subodorando qualcosa. Ma Aiaoaii non disse altro, e continu a mangiare con gli occhi bassi. Apreprit invece si riscosse per un attimo dal suo usuale torpore, quasi avesse sentito qualcosa di vitale importanza. Epipenninev ed Eeooee si guardarono: avevano confidato in Aiaoaii per accudire il fratello. Ma quasi a esaudire la loro muta richiesta, inaspettatamente Apreprit mormor: Va.. va bene, io posso arrangiarmi da solo... non muoio di fame per qualche giorno. I genitori, sollevati, sorrisero. Tutto a posto allora. Mamma e pap vanno in vacanza! Terminata la cena, con il batticuore Apreprit si chiuse come di consueto in camera sua. Voloev e Malaem, i topi quercini domestici, stavano giuocando a rincorrersi dalla scrivania alla poltrona, e dalla poltrona al letto. Buoni, fece il giovane gnomo. Dai, su. Voloev, vieni qua! Il topolino and a rannicchiaglisi sulle ginocchia. Il peso era considerevole per il rachitico e magrolino Apreprit, ma nondimeno lo sopportava ben volentieri. Prese a carezzare l'animale, pensieroso. Il giorno tanto atteso stava per arrivare. Doveva pianificare cos tante cose, e in cos poco tempo! Si alz e corse alla scrivania. Doveva disegnare. La sua mano tracci rapidamente la scena che si era formata nella sua mente. Finito che ebbe, la sua piccola verga turgida pulsava prepotentemente nei calzoni di lino. Rimase qualche minuto a fissare il disegno, ansimando per l'eccitazione, poi lo prese e lo cacci nella fessura tra le due assi del pavimento sotto il letto, assieme agli altri. Presto o tardi avrebbe dovuto distruggerli, o trovare un altro nascondiglio. Ma non aveva cuore di disfarsene, e la sua collezione aumentava di giorno in giorno. Sospirando, si spogli e si mise a letto, massaggiandosi il membro striminzito. Pochi minuti dopo, dormiva un sonno lubrico di sogni viziosi.

Apreprit, impaziente, ciondolava su e gi per la stanza. Si domand quanto tempo ancora avrebbe dovuto aspettare, mentre i suoi genitori finivano i preparativi per il viaggio. Ad un tratto gli sembr di sentire rumori di valigie che venivano strascicate sul pavimento. Pos il libro sullo scaffale della scrivania, ma quello scivol a terra a causa dell'ammasso di volumi e quaderni che lo riempivano. Pi di una volta Eeooee si era arrabbiata con il figlio per il disordine che regnava su quella scrivania. Apreprit ammassava libri e appunti su quello scaffale, che sembrava ormai sul punto di cedere e sfasciarsi. Pi di una volta Apreprit si era ripromesso di sistemarla, ma non lo aveva mai fatto, e cos la sottile struttura in abete rimaneva pericolante. Lo gnomo fece spallucce e si avvi verso il soggiorno. Mi raccomando, Apreprit lo apostrof la madre. Non aprire agli sconosciuti, vai a letto presto e tieni la casa calda, legna ce n' in abbondanza. Il figlio si limit ad annuire, gli occhi bassi. In realt il pensiero che in pochi minuti sarebbe stato solo in casa gli aveva indurito il membro e reso affannosa la respirazione. Epipenninev si mise un borsone in spalla, e nel gesto - forse per lo sforzo, o forse per sottolineare la sua atleticit - lasci andare un fragoroso peto. In viaggio, tesoro! fece alla buona moglie. Aiaoaii si era gi assentata, quindi dopo le ultime raccomandazioni i due anziani genitori si avventurarono nel tunnel che conduceva all'uscita. Con un fischio, appena ebbero raggiunto le radici dell'albero che nascondeva la loro abitazione, Epipenninev chiam la volpe Eufretile, sua amica da anni e principale mezzo di trasporto della famiglia. Mentre salivano in groppa all'animale, Epipenninev ignor le fitte agli intestini che da qualche minuto lo assalivano. Si limit a lasciare andare un po' di gas in eccesso, con i rumori del bosco a coprire il fragore di tromba generato dal suo ano, mentre Eufretile li portava a destinazione veloce come il vento. Appena Apreprit sent chiudersi la porta d'ingresso, il suo cuore ebbe un'accelerazione di battiti. Si impose di calmarsi, mentre mentalmente faceva la lista delle cose da fare. Aspett ancora qualche minuto: si era ripromesso di attendere almeno un'ora, per essere sicuro che i suoi genitori fossero lontani, ma non poteva aspettare. Quindi, quando fu sicuro che avevano lasciato la casa sotto la grande quercia, per prima cosa si spogli. Poi corse nella dispensa a prendere il barattolo dell'olio di noci e di l in lavanderia. L trovo quello che cercava e port il tutto in camera sua. Si chin sotto il letto ed estrasse il malloppo dei disegni dal nascondiglio. Al solo stringerli tra le mani i suoi capezzoli si inturgidirono e il corto membro gocciol lacrime trasparenti. Prese un profondo respiro e, tremante, dispose accuratamente i disegni sul pavimento di fronte a lui. Voloev e Malaem, incuriositi, lo fissavano di sottecchi, non capendo cosa stesse facendo. Apreprit non ci bad e continu nei preparativi. Da un cassetto della scrivania estrasse alcuni lacci in cuoio, richiudendolo con un colpo che fece tremare il malandato mobile. Calmati, si disse. Ancora poco e.. oh, non voglio pensarci!. Seduto sul letto, cominci ad annodare i lacci secondo un preciso schema complicato. Perso com'era nel suo mondo, Apreprit era affascinato dagli enigmi logici. I nodi in particolare lo affascinavano, e ne era divenuto un vero esperto. Sapeva fare nodi praticamente impossibili da

sciogliere, oppure resistentissimi ma che si scioglievano con un solo gesto, o ancora nodi che si stringevano da soli pi uno cercava di aprirli. Dopo qualche minuto, trionfante, aveva due lacci all'apparenza ingarbugliati, ma che in realt servivano esattamente al suo scopo. Ti voglio, fece Aiaoaii. Il possente petto di Oleppo tremava di trepidazione, mentre mano nella mano percorrevano il tunnel d'ingresso. Oleppo la guard, pieno di desiderio, la verga nerboruta che pulsava eretta contro i calzoni. La giovane gnoma indossava un vestito generosamente scollato, che ben metteva in evidenza il seno prosperoso. L'orlo inferiore arrivava appena sotto il ginocchio mostrando le caviglie sottili e ben tornite. Quel vestito era stato fonte di litigi infiniti con Eeooee, che lo giudicava osceno e deprecabile. Aiaoaii ne aveva anche un altro pi corto e senza maniche, che Eeooee le proibiva di portare in pubblico, per cui poteva indossarlo solo in casa. Inutile a dirlo, a sua insaputa, Epipenninev lasciava che il suo sguardo corresse lubrico sulle cosce della figlia quando lei lo indossava. Era stata Aiaoaii stessa a confezionarli. Sapeva di essere bella: perch dunque non doveva mettere in mostra le sue forme? Ma Eeooee non voleva sentir ragioni. Quel giorno, per Oleppo, avrebbe voluto indossare il vestito pi corto, ma non aveva fatto a tempo a lavarlo, dato che lo aveva indossato fino al giorno prima. A giudicare dal gonfiore nei pantaloni del suo fidanzato, comunque, anche la semplice scollatura aveva fatto il suo effetto. Cebous, il grillo di guardia, li salut con un dolce frinire. Vieni, fece Aiaoaii a Oleppo, tirandolo in casa con maliziosa golosit. Apreprit, eccitato oltre ogni aspettativa, si guard intorno. Tutto era pronto. Il suo piccolo pene duro pulsava di desiderio, e sarebbe stato sufficiente sfiorarlo per provocargli un orgasmo sconvolgente. Ma resistette alla tentazione e si chin a terra. Infilati polsi e caviglie nei lacci, effettu una leggera trazione: i nodi si strinsero immobilizzandolo. Sarebbe riuscito comunque a liberarsi, impiegando qualche minuto, ma ora ci che gli interessava era che lo tenessero in posizione. I disegni disposti di fronte a lui infiammarono il suo desiderio. Era pronto a realizzare la sua fantasia. Il sangue gli si gel nelle vene quando sent la porta d'ingresso aprirsi. Rimase in ascolto: cap che doveva essere la sorella, ma non cap chi fosse la seconda persona. Per un attimo si fece prendere dal panico, poi ricord le voci su Oleppo e Aiaoaii. Fece due pi due: non era il solo ad aver approfittato dell'assenza dei genitori per dare sfogo alla passione. Per un attimo pens di annullare i preparativi, temendo di venire scoperto: ma l'eccitazione gli obnubilava i sensi, e quando sent la porta della camera di sua sorella chiudersi a chiave, cap che non lo avrebbero disturbato. Il suo striminzito pene riprese a inturgidirsi e, goffo a causa dei legacci che lo tenevano carponi, si prepar alla depravazione. Aveva maldestramente lasciato il barattolo di olio di noci: non voleva rischiare di romperlo, quindi con il poco movimento libero della mano destra lo lanci sullo scaffale. Si volt verso i topi quercini, che fino a quel momento lo avevano osservato in silenzio. Voloev chiam sottovoce. Voloev, qui. Come ti ho insegnato, dai.

Mi dispiace molto, Eeooee. Non credevo che... Tranquillo, tesoro. Non preoccuparti. fece la gnoma sorreggendo Epipenninev, con il sorriso sulle labbra ma la morte nel cuore. Doveva immaginare che questo viaggio non sarebbe mai andato a buon fine: non avevano fatto i conti con le turbe intestinali di Epipenninev. Per una buona mezz'ora di viaggio, l'anziano gnomo aveva dato aria al suo retto, cercando di allentare la pressione degli intestini. Ad un tratto, una spiacevole sensazione di bagnato fra le natiche lo aveva messo in allarme. Per non rovinare il viaggio ad Eeooee, aveva bellamente ignorato la faccenda, ma quando altri peti umidi avevano peggiorato la situazione, neppure la buona moglie pot ignorare il fetore emanato dal marito. Nelle borse avevano mutande e calzoni di ricambio, ed Eeooee pul meticolosamente l'ano del marito con la neve fresca prima di rivestirlo. Purtroppo i movimenti di pancia di Epipenninev non gli lasciarono tregua, e quando ebbero lordato l'ultimo paio di calzoni e mutande, convennero che era il caso di rientrare. L'aria nel tunnel era gi stata resa irrespirabile dai continui e fragorosi peti dello gnomo, quando finalmente la coppia raggiunse la porta d'ingresso. Cos' stato? fece Oleppo. Sar mio fratello che va a farsi un giro... dai, calmati fece Aiaoaii, con indosso solo la corta vestaglia, mentre si strusciava sul possente corpo di Oleppo. Un fragore di tromba la impietr. Il vociare confuso divenne pi definito: i suoi genitori erano tornati! Ma cosa ci facevano l? Mille possibili risposte le affollavano la mente mentre le si gelava il sangue nelle vene. Oleppo la strinse a s, sussurrandole: Stai calma. Ci credono da mio zio. Rimaniamo qui senza far rumore. Appena vanno a dormire, ce ne andiamo. Aiaoaii si strinse a Oleppo. Come lo amava! anche in una situazione inaspettata e pericolosissima come quella, sapeva trovare la soluzione giusta. Rimase in silenzio ad ascoltare, il viso affondato tra i turgidi pettorali del suo amante. Eeooee pos le borse a terra. Caro, vai a distenderti. Stai tranquillo: ripartiremo quando ti sarai rimesso. Epipenninev non riusc a fare un passo, che un altro spasmo gli contorse gli intestini. Altro gas mefitico, inframmezzato da particelle umide, and a lordare i gi lerci calzoni. Fece per dirigersi al gabinetto, quando un frastuono, come di qualcosa che crollasse, fece tremare la casa. Uno stridio di dolore, come di un animale ferito, lacer il silenzio seguente. I due anziani genitori si volsero: veniva dalla camera di Apreprit. Dimenticando per un attimo le fitte al ventre, Epipenninev si diresse preoccupato verso la stanza del figlio. Deve essere qualcosa di grave! Non hai sentito quel grido? Ma ci scopriranno! E se fosse successo qualcosa ai tuoi genitori? Divincolandosi dalla stretta di Aiaoaii, Oleppo balz fuori dalla stanza. La giovane gnoma, con indosso solo la leggerissima e striminzita vestaglia semitrasparente di seta, non pot far altro che seguirlo.

Aiaoaii rimase di sasso. L'aria era irrespirabile e mefitica, di certo a causa di suo padre. Di fronte alla porta della camera di Apreprit stavano il seminudo Oleppo, Eeooee ed Epipenninev, sul cui retro dei calzoni si allargava una macchia marrone maleodorante. Si avvicin, ma nulla poteva prepararla a quella visione. In un'altra situazione, sarebbe rimasta a bocca aperta di fronte all'abilit artistica di suo fratello. Sul pavimento erano accuratamente disposti diversi fogli, su cui Apreprit aveva tratteggiato con incredibile perizia i suoi disegni. Il contenuto per, la lasci esterrefatta. In ogni disegno, una gnoma dalle forme generose veniva posseduta carnalmente da un animale del bosco. Stretta tra le spire di un serpente, montata da un vorace furetto, intrappolata in una ragnatela e fecondata dal crudele aracnide. Sul volto della gnoma Apreprit aveva disposto le proprie fattezze, creando cos un proprio alter ego femminile che subiva le peggiori violenze da esseri raccapriccianti. Ma la depravazione non finiva qui: in ogni disegno, nelle vesti di crudele dominatrice, Apreprit aveva ritratto con maniacale precisione la sorella, che in alcuni dei ritratti torturava il femminile fratello calpestandolo, in altri si limitava a dileggiarlo con crudeli risate di scherno. Poi alz gli occhi, e vide quello che stava accadendo. Il frastuono era stato causato dallo scaffale, che come temuto da Eeooee aveva ceduto sotto il peso di libri e oggetti vari. Un vasetto di olio di noci giaceva rotto, forse l'oggetto che aveva fatto da proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. Crollando, lo scaffale aveva schiacciato il povero Malaem, il cui corpo, agitandosi negli spasmi della morte, stava rilassando gli sfinteri, svuotando gli intestini della bestia e creando una chiazza di feci putride sotto il corpo. Ma al centro della stanza, stava Apreprit, polsi e caviglie immobilizzati da dei lacci di cuoio, con indosso il corto vestito di Aiaoaii. Sui suoi quarti posteriori, ritto sulle zampe di dietro, Voloev si muoveva con una ritmicit che non dava luogo ai fraintendimenti. Apreprit, il respiro mozzato dalle possenti spinte pelviche dell'animale che lo stava sodomizzando, trov la forza di gridare: N-no, n-nooo! non.. non guardatemi! Non guardatemiii! Con un ultimo colpo di reni, Voloev emise uno strillo acuto e sparse il suo seme nei visceri di Apreprit. Nell'istante in cui il giovane gnomo sent il getto caldo di seme nell'ano, i suoi occhi incrociarono quelli della sorella. Il sistema nervoso di Aiaoaii, che vedeva la quiete della sua famiglia e la sua felicit con Oleppo distrutta nel giro di pochi istanti, cedette, e la gnoma scoppi in una risata isterica. Gli occhi di Apreprit guizzarono dal volto della sorella al suo corpo voluttuoso, sotto la sottoveste quasi invisibile, e un violento spasmo percorse il suo inguine. Caldi fiotti biancastri proruppero dalla sua violacea verga, e un lamento che non aveva nulla di mascolino gli sfugg dalle labbra. Eeooee svenne. Epipenninev distolse per un attimo lo sguardo dalla visione che lo aveva impietrito, per soccorrere la moglie, ma gli tremarono le gambe. Gli sfinteri gli cedettero, e le sue calde feci maleodoranti si unirono a quelle del morente Malaem.

Epipenninev si accese la pipa. La casa era cos vuota, e i fragorosi peti che i suoi intestini doloranti facevano risuonare tra i muri sembravano rimbombare pi forti, ora che non c'era nessuno ad ascoltarli. La buona Eeooee non si era mai pi ripresa da quel giorno. Era scivolata dolcemente dal sonno alla morte: il suo cuore non aveva retto. Aiaoaii ed Oleppo erano fuggiti, e da molto tempo nessuno aveva notizie di loro. Quanto ad Apreprit, Epipenninev ne aveva trovato il corpo pendere dalla corda con cui il giovane aveva deciso di terminare la sua vita. Lottando contro gli spasmi intestinali, Epipenninev ne aveva pietosamente ricomposto il corpo, piangendo silenziosamente. Una fossa poco profonda custodiva i resti mortali del figlio. L'anziano gnomo si mise lo zaino sulle spalle. Era tempo di raggiungere la Montagna della Morte, dove gli gnomi vanno a concludere pacificamente la loro vita. Un ultimo peto risuon nella casa ormai buia. Eufretile, ormai canuta anch'essa, lo aspettava per accompagnarlo in quello che ormai sapeva essere il loro ultimo viaggio. Epipenninev sal in groppa alla volpe. Diede un'ultima boccata alla pipa, poi la gett via. Eppure, non rimpiango nulla. fece. E nel sole del tramonto, gnomo e animale si incamminarono per l'ultima volta.

Rientro inaspettato, Drawfag 2013

Uno dei disegni di Apreprit, Drawfag 2013

Terzo Episodio
Anonimo (Mer) 29/05/2013 14:26 Perch non esci un po' con loro? fece Iuoaee. Come sempre, non ebbe risposta. "Anannatrat, diglielo anche tu! Se rimane sempre chiuso in casa, come spera di crescere e farsi una famiglia?" Il barbuto gnomo alz appena lo sguardo dal poderoso tomo che andava leggendo. Mmm, certo, tesoro. Hai ragione. Iuoaee si avvicin. Non mi stavi neanche ascoltando, vero? Alzando le mani al cielo, borbott: per forza nostro figlio si barrica in casa a leggere, chiss da chi avr preso... Senza dire una parola, lasci che il ragazzo si chiudesse in camera a leggere, come faceva sempre. Si ritrov a pensare ai tre discoli che avevano appena fatto visita al figlio. I loro genitori si lamentavano continuamente delle loro marachelle, eppure avrebbe dato il raccolto di ceci di quell'anno perch il suo ragazzo fosse come loro. Ancora una volta si domand se avessero sbagliato ad educarlo: ma Aeaeaa, la sorella, era cresciuta come tutte le giovani gnome della sua et. Sebbene lo nascondesse, sapeva persino del suo fidanzatino, Epapep, un ragazzo delizioso che spesso veniva in visita. Iuoaee si chiese come facesse il figlio a passare il tempo. Eppure era sempre cos: i suoi tre migliori amici passavano la giornata a fare le loro scorribande, poi si presentavano da lui con il racconto delle loro avventure. Dall'alto della sua cultura enciclopedica, accresciuta nell'immensa biblioteca di famiglia, il suo figliolo interveniva in questo e quell'argomento spiegando le abitudini di questo e quell'animale che i tre discoli avessero incontrato, o le propriet di quella pianta con cui avrebbero potuto creare scherzi e giochi nuovi. In fondo, si disse, a suo modo era parte della combriccola. Si poteva dire che viveva le loro avventure attraverso i racconti che ne facevano. Tuttavia non poteva continuare cos. Prese una decisione: la prossima volta che Pepo, Oganagauth e Nolleno fossero venuti in visita, li avrebbe pregati di portare con loro Epipenninev. Sono un po' stanco. fece Epipenninev. E dai, per noi te l'avevamo detto di non portarti appresso tutta quella roba. gli fece eco Oganagauth. Con molta insistenza la madre aveva ottenuto che Epipenninev uscisse con gli amici. I tre discoli, per la verit, erano pi che felici che il loro erudito amico li accompagnasse nella loro escursione di quella notte. Tanto pi che da mesi ormai pianificavano quel viaggio: avere Epipenninev con loro significava pi efficienza in quello che dovevano fare. Oganagauth e Nolleno cominciavano ad essere in quell'et in cui si guardano le giovani gnome,

cosa che invece n Pepo n Epipenninev davano segno di voler fare. Per cui, un giorno in cui parlando delle propriet delle piante Epipenninev se ne era uscito con un discorso su certi vegetali afrodisiaci, i due fratelli avevano teso l'orecchio. Dato che non volevano insospettire Epipenninev o i suoi genitori, avevano portato l'argomento sulle piante dalle propriet fuori dal comune: l'elleboro per guarire la pazzia, il temibile aconito per causare un infarto agli esseri umani senza lasciar traccia... i tre avevano passato ore ad ascoltare Epipenninev descrivere i vari tipi di intrugli ottenibile dalle varie essenze. Oganagauth, con un cenno di assenso al fratello, chiese furbescamente: E, dimmi un po', non che esistono piante che attraggono gli animali? Beh, certo! o anche per respingerli! ad esempio, contro le vespe, la Nux Vomica... D'accordo, ma.. metti che io voglia catturare, non so... un furetto. Esistono erbe che lo possono attrarre? Come... se lo ipnotizzassero? Mmm... fece pensieroso Epipenninev. Dovrebbe esistere qualcosa del genere. Forse nel quarto Compendio di Botanica Di Latraat... Ma dimmi, Epipenninev, scommetto che non riesci a trovare una pianta che attrae gli gnomi! fece malizioso Nolleno. Punto sul vivo, Epipenninev si era ripromesso di scovare l'esistenza di un siffatto vegetale. La sua conoscenza del sapere gnomesco era per lui vanto e orgoglio, e una sfida del genere non poteva lasciarlo indifferente. Dopo molte perlustrazione della sterminata biblioteca paterna - Anannatrat era universalmente riconosciuto come uno degli gnomi pi eruditi del bosco - trov quello che cercava. La formula che Epipenninev aveva trovato comprendeva l'utilizzo di tre o quattro piante abbastanza rare, ma che - grazie ai racconti dei suoi amici sapeva benissimo dove recuperare. A quanto diceva il polveroso trattato di tossicologia, la pozione era stata messa a punto parecchie centinaia d'anni prima, al tempo della guerra tra gli Gnomi e i Nani Giganti. Chiunque la assumesse entrava in uno stato catalettico e obbediva a qualsiasi ordine gli fosse impartito. Per di pi, la sostanza interveniva anche a livello del sistema nervoso, cancellando la memoria del soggetto fino a un'ora prima dell'assunzione. In pratica, chi veniva costretto a berla dimenticava persino le circostanze che lo avevano portato a prenderla. Epipenninev ci pens un po' su. Seppure pi giovane d'et, si sentiva pi maturo degli altri suoi amici, e pens alle conseguenze che quella scoperta poteva avere. Oganagauth e Nolleno avrebbero senz'altro voluto architettare qualche bieco scherzo, e con quella pozione non c'era da scherzare. Decise quindi che avrebbe tenuto per s quelle informazioni, almeno per qualche giorno. Quella sera, a cena, Anannatrat era raggiante. C' una bellissima sorpresa, Iuoaee. Domani verr a trovarci Leliore! Davvero? fece sorridendo la moglie. Sono anni che non vedo tuo cugino! Da prima che Uuooee rimanesse incinta, credo... Infatti! purtroppo Tromitrop, il figlio, in missione per conto del Consiglio, quindi non potr raggiungerci... ma cos conosceremo la piccola Eeooee! dovrebbe avere pi o meno l'et di Epipenninev. Fantastico, pens Epipenninev. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era una mocciosetta curiosa. Sper che non gliela affibbiassero con la scusa di fare amicizia: doveva dirimere la questione della pozione ipnotizzante.

Il mattino dopo, un lieve bussare annunci l'arrivo di Leliore. Anannatrat! fece il nuovo arrivato. Cugino caro! rispose il padrone di casa. Entra, entra! sarai stanco e affamato. Iuoaee sta gi preparando la cena. Uuooee, splendida come al solito! Che dici, caro! gli anni passano anche per me! si scherm la bella moglie di Leliore. E questa deve essere la piccola... S, proprio lei. Eeooee, d buongiorno al cugino Anannatrat la invit Leliore. La piccola gnoma, timorosa, si scost appena dalle sottane della madre. "B-buongiorno... mormor. Epipenninev! vieni a salutare i cugini! grid Anannatrat. Il giovane gnomo a malincuore chiuse il libro che stava leggendo. Usc dalla camera, e i suoi occhi si incrociarono con quelli di Eeooee. La sensazione che lo pervase gli era totalmente sconosciuta. Una specie di desiderio insoddisfatto, di bruciore profondo dell'anima. Ma di una cosa fu certo: avrebbe preparato la pozione. Mentre seguiva i tre amici nel folto della foresta, Epipenninev continuava a pensare ad Eeooee. Non ne aveva ancora fatto parola con nessuno, e a dire la verit non sapeva neppure lui cosa avesse in mente di fare. Le avrebbe somministrato la pozione, e poi? Cosa le avrebbe fatto? non ne aveva idea, ma il pensiero rendeva turgida la piccola appendice che aveva tra le gambe. Sentiva il bisogno irrefrenabile di strofinarla, e ogni tanto durante il cammino si assestava le brache troppo strette in quel punto. Leliore e la sua famiglia sarebbero rimasti ancora per qualche giorno. Era in programma una visita ad alcuni anziani parenti, per la quale pianificavano di non portare Eeooee che si sarebbe annoiata. Dato che Aeaeaa sarebbe sicuramente andata da Epopep, si sarebbe trovato solo in casa con la piccola gnoma. Per quel giorno, quindi, doveva assolutamente avere pronta la pozione. Eccola fece agli altri, la Penifolia Arnoldii, l'ultima pianta che ci serve. Fatemi controllare se lei. Estrasse dallo zaino il pesante volume, causa della sua stanchezza, e confront il vegetale con quello illustrato sulla pagina. Lo stelo lungo e rossastro, le foglie oscenamente rassomiglianti a un glande... non potevano esserci dubbi. Raccolte che ne ebbe alcune once, cominci tentennando un discorso. Aveva bisogno della scaltrezza e della faccia tosta degli altri per apprendere come somministrare la pozione ad Eeooee. Ma, mettiamo il caso che volessi dare la pozione a qualcuno... tu, Oganagauth, come faresti? Lo gnomo si volt. Beh, semplice: prima di tutto... ma! Come? Non eri tu quello che voleva fare la pozione per un uso 'prettamente scientifico'? lo canzon Oganagauth. Nolleno intervenne, malizioso. Secondo me Epipenninev sta architettando qualcosa... non avrebbe cambiato idea cos facilmente! Pepo si aggiunse al coro: Dai, a chi la vuoi dare? vogliamo saperlo! Epipenninev si scherm, ma messo alle strette cedette e parl loro di Eeooee. Nolleno e Oganagauth si scambiarono un cenno d'intesa. Potevi dirlo subito, Epipenninev. Ti aiuteremo noi!

Davvero? fece Epipenninev. Certo, risposero in coro i due fratelli. abbiamo gi un piano. Non sono sicuro che sia una buona idea. fece Iuoaee. Ti preoccupi per niente, replic Anannatrat. Leliore e Uuooee assentirono sorridendo. Li ho appena conosciuti, ma mi stanno gi simpatici esclam Leliore, indicando con un cenno del capo Pepo, Oganagauth e Nolleno che giuocavano con gli altri, e poi, Eeooee sembra timida, ma molto matura per la sua et. Finir per metterli tutti quanti in riga! Una fragorosa risata generale riemp la stanza. Bene, fece rincuorata Iuoaee, ragazzi, noi andiamo! il Consiglio ci aspetta. Epipenninev, non fare arrabbiare Eeooee! Pepo, Oganagauth, Nolleno, mi raccomando! non combinate troppi disastri! I cinque distolsero per un attimo lo sguardo dai loro balocchi, e risposero sorridendo al saluto, per poi riprendere a giuocare. Volete vedere il mio libro preferito? fece Eeooee, la timidezza ormai dissipatasi di fronte alla simpatia dei tre amici. Certo! fece Nolleno. Di sicuro non sar uno di quei libri barbosi che legge Epipenninev! risero tutti. Tutti meno Epipenninev, che in disparte si tormentava su quale fosse il piano ordito da Oganagauth. Gli era stato detto semplicemente di preparare la pozione. Al resto avrebbero pensato lui, Nolleno e Pepo. Eeooee corse nella camera degli ospiti. Era felice di poter condividere uno dei suoi tesori pi preziosi con quegli gnomi cos simpatici! A dire il vero, Epipenninev non le stava molto simpatico. Parlava poco, diceva cose incomprensibili, era musone e, per dirla tutta, le dava l'impressione di puzzare un poco. Ma gli altri, per fortuna, le avevano fatto tutt'altra impressione. Ecco qui... la storia della principessa degli gnomi. Che belle illustrazioni! fece Pepo, che sotto l'apparenza da monello nascondeva una passione innata per l'arte. Vedete? continu Eeooee., racconta di come una semplice Gnoma, buona e gentile, sia stata conquistata dal figlio del Re degli Gnomi! Sono millequattrocento anni che non c' pi il re degli gnomi. C' il consiglio, adesso. intervenne burberamente Epipenninev. Uff, che noiosoooo dissero a una voce Oganagauth ed Eeooee, per poi guardarsi negli occhi ridendo. Pepo si alz. Era il momento. Epipenninev? vieni un attimo di l? Volevo chiederti di quella certa pianta... Epipenninev si alz e lo segu. Nolleno e Oganagauth, invece, rimasero ad ascoltare pieni di interesse Eeooee narrare la storia del libro. Anche io diventer una principessa. Sar la gnoma pi buona e gentile del bosco, e un principe mi sposer! disse con gli occhi che le brillavano. Ne siamo certi. fece Nolleno, guardando con la coda dell'occhio Epipenninev e Pepo uscire dalla stanza.

Che ne dici di Epipenninev? Ti sta simpatico? Figurati! sbott Eeooee. Epipenninev era quanto di pi lontano ci fosse dall'ideale principesco di gnomo che accendeva i sogni della giovane. Il suo compagno ideale doveva essere bello, spiritoso, il fisico temprato dalla vita all'aria aperta ma dai lineamenti delicati. Soprattutto, doveva essere colto ma non noioso, saper reggere una conversazione e, pi importante di tutti, farla sognare. Insomma, qualcuno come Nolleno o Oganagauth... Eeooee arross all'improvviso. Che stava pensando? Quei due giovani gnomi, a sentire mamma Uuooee, erano due discoli. Non promettevano niente di buono. Eppure, sui loro volti leggeva la promessa di un futuro interessante, divertente, romantico... Si riscosse, notando tuttavia che i due gnomi si erano fatti pi vicini. Non le dispiacque. Riprese il discorso. No, noioso, musone, ha sempre da ridire su tutto. Non mi piace. Oganagauth e Nolleno si scambiarono uno sguardo d'intesa. Ti va se gli facciamo uno scherzo? le dissero sorridendo. Eeooee sent una vampata di rossore sul volto. Va bene. rispose. Epipenninev, non molto convinto delle istruzioni ricevute, ma nondimeno rassegnato, diede le spalle a Pepo e si apprest a tornare in salotto. Non aveva fatto che pochi passi, che si sent il collo stretto in una morsa d'acciaio. Sent che un fazzoletto bagnato gli veniva premuto contro il volto. Riconobbe l'odore familiare della pozione che aveva preparato solo poche ore prima: si sforz di non respirare, ma il panico ebbe la meglio su di lui. Mentre sentiva Epipenninev perdere conoscenza, Pepo lo adagi lentamente sul pavimento. Ci divertiremo, vedrai, amico. sussurr. Oganagauth butt la testa dentro la camera. Pepo era gi all'opera. Gli occhi vitrei di Epipenninev lo fissavarono. Poi sembrarono riacquistare una lieve parvenza di lucidit. O-Oganagauth? A-Aiutami... Pepo... Pepo... cosa... Il suo parlare divenne un mugolio confuso, e una patina opaca torn a velare le sue pupille. "Ci sono problemi con la pozione?" chiese Oganagauth. Non credo, fece Pepo, armeggiando con le corde, fa cos da un po': recupera i sensi per qualche secondo, poi torna stordito. Epipenninev si mosse di nuovo. O-Oganagauth? A-Aiutami... Pepo... poi giacque di nuovo immobile. Vedi? fece Pepo, ogni volta si dimentica tutto. Penso che sia perch ha inalato la pozione invece di berla. Va bene anche cos, replic Oganagauth, anzi, meglio. Cominciamo pure. fece strizzando l'occhio a Pepo. Iuoaee era sempre stata tutto sommato felice che quei tre discolacci tenessero Epipenninev al corrente delle loro avventure. Non lo sarebbe stata affatto, se si fosse presa la briga di seguirli almeno una volta. Oganagauth, Nolleno e Pepo riferivano all'amico solo una piccola parte delle loro scorribande - quelle relative a piante, animali e altre amenit di cui Epipenninev andava pazzo. Ma se

frequentavano la casa di Anannatrat, non era di certo per la loro amicizia con il figlio. Nella loro ingenuit, n l'erudito gnomo n la moglie Iuoaee si erano resi conto che le visite dei tre gnomi coincidevano con le poche ore giornaliera in cui la figlia Aeaeaa era a casa. Non appena lei usciva per andare dal fidanzato Epapep, con una scusa i tre si dileguavano. Erano diventati degli esperti nel pedinarla, e conoscevano ogni anfratto del bosco in cui la coppietta soleva appartarsi. La coppia doveva scegliere posti sperduti e difficilmente raggiungibili, per non incorrere nelle ire dei genitori - accoppiarsi prima del matrimonio era considerato un abominio - ma la scaltrezza dei tre permetteva loro di rintracciarli sempre e comunque. Le radure buie e gli interstizi tra i tronchi avevano visto innumerevoli tributi di seme versati in solitaria dai tre amici, che celebravano cos i rumorosi e lascivi accoppiamenti di Epapep e Aeaeaa. Quando un giorno Pepo aveva fatto uno scherzoso commento su quanto Epipenninev assomigliasse alla sorella, effeminato com'era, Nolleno e Oganagauth avevano avuto un fremito. Quando poi, per caso, Epipenninev aveva menzionato la pozione, il loro malizioso cervello si era messo in moto. Nolleno prese per mano Eeooee. Tremante, la giovane gnoma si fece portare nell'altra stanza. Pronta a vedere una cosa divertente? le fece lo gnomo. Senza aspettare la risposta, varc la soglia insieme a lei. La prima reazione di Eeooee fu di confusione e disorientamento. Le sue giornate passavano di solito tra lo studio e i lavori di casa. Non c'era nulla, nelle sue conoscenze n nella sua memoria inconscia, che potesse fare da riferimento per la scena che si parava dinanzi ai suoi occhi. Una frazione di secondo dopo, l'istinto ebbe il sopravvento, e altre sensazioni, pi forti, la pervasero. Un'ilarit irrefrenabile la fece scoppiare a ridere. Non ricordava di aver mai visto nulla di pi ridicolo: com'era grottesco Epipenninev! Accomodato in quella posizione, carponi e con le natiche all'aria, senza indossare nulla se non il suo cappello, non ricordava per nulla il musone saccente di poco prima. Di tutt'altro aspetto erano i corpi egualmente nudi di Oganagauth e Pepo: plasmati dalla vita sana all'aria aperta, mostravano quella fierezza tipica dell'adolescenza, che gi mostrava come sarebbero stati nella maturit. Eeooee si sorprese a soffermare lo sguardo sui loro muscoli guizzanti, e un calore sconosciuto la pervase al basso ventre. Non seppe spiegare bene quello che accadde dopo: ignorava perch Pepo e Oganagauth si fossero posti a turno alle terga di Epipenninev, e il perch di quel movimento sussultorio e quei sospiri di piacere. Ma ci che catturava la sua attenzione erano le mani di Nolleno, che a poco a poco si insinuavano sotto le sue vesti. Lo guard, dapprima intenzionata a dirgli di smettere, ma non seppe pronunciare parola. Poi la bocca di lui trov quella di lei, e le loro lingue si intrecciarono. Fu allora che Epipenninev ebbe uno sprazzo di lucidit. N-Nolleno... Eeooee... n-noooo... ero... ero io che... mghffff! Oganagauth, inser rapidamente il membro eretto nella bocca di Epipenninev, ordinandogli di tacere. Non voleva certo che il quadretto idilliaco di Nolleno ed Eeooee fosse turbato. I due amanti sciolsero per un attimo il loro bacio, ed Eeooee osserv l'estrema umiliazione di Epipenninev. Una risatina di scherno le sfugg dalla bocca, mentre Oganagauth e Pepo, con un

grido strozzato, irroravano di caldi getti le interiora e le mucose di Epipenninev, tuttora cosciente. Sfilatosi dall'ano del suo amico, Pepo vide Epipenninev tornare nello stato di catalessi. Si chin su di lui: forse c'era tempo per un ultimo ordine. Magari non avrebbe funzionato, ma chiss: poteva essere fonte di nuovi divertimenti. D'ora in poi, quando vedrai Eeooee, ti scapper da cacare e da scorreggiare. Pi le sarai vicino, pi difficile sar trattenerti. Per sempre e per sempre. gli sussur all'orecchio. Epipenninev si risvegli. Alz la testa: gli altri stavano giuocando come se nulla fosse. Nolleno gli lanci un'occhiataccia, come a rimproverargli qualcosa: doveva essersi appisolato! Si riscosse, e Pepo gli fece cenno di alzarsi e seguirlo. Giunti nella stanza a fianco, Pepo mormor Ci abbiamo ripensato, troppo pericoloso. Se ci scoprono? No, Epipenninev, certe cose meglio lasciarle stare. Senza aggiungere altro, gli volt le spalle e torn in salotto. Epipenninev si sent come un bambino sorpreso a rubare la marmellata. Pepo aveva indubbiamente ragione: come poteva aver pensato di fare una cosa del genere? Ancora una volta, i suoi amici si erano mostrati pi saggi di lui. Torn pensieroso in salotto e si sedette con gli altri. Involontariamente il suo sguardo si pos su Eeooee, e nello stesso istante una fitta lancinante gli attravers gli intestini. Sent le viscere ribollire, e faticosamente si mise a correre verso il gabinetto. La corsa scomposta mise a dura prova i suoi sfinteri, e nel tragitto sent il gas sfuggirgli con fragore. Una vampata di rossore gli incendi il volto: sicuramente gli altri avevano sentito tutto! Nondimeno raggiunse il gabinetto senza incidenti pi gravi, e seduto sul trono in porcellana e legno intarsiato, diede sfogo ai caldi getti bruniti che in breve ammorbarono l'aria. Eeooee? Vieni, dobbiamo parlarti. Il viaggio di ritorno era stato privo di intoppi. A Eeooee si era stretto il cuore a dover lasciare Nolleno, ma non potevano destare sospetti: si era limitata a dei saluti affettuosi ma formali. Per tutti il viaggio, poi, aveva fantasticato su di lui. Leliore e Uuooee, di fronte al camino, attendevano la figlia con un larghissimo sorriso sul volto. Eeooee si avvicin, curiosa. Il viaggio stato proficuo, Eeooee cominci Leliore il Consiglio ha dimostrato di aver apprezzato i miei sforzi come ricercatore, e ha deliberato che la nostra famiglia degna di entrare nell'elite della comunit. Tuo fratello Tromitrop sta facendo un ottimo lavoro come esploratore e sar promosso a breve. giusto che anche tu goda del prestigio che stiamo ricevendo: quindi ho deciso che la nostra famiglia e quella di Anannatrat si uniscano, per cementare la nostra reputazione. Perci, tra qualche anno... il suo sorriso si allarg ancora di pi. ...sposerai Epipenninev! continu Uuooee, raggiante. Non sei felice, tesoro? chiese Leliore. Eeooee rimase di sasso. Cerc di balbettare qualcosa, ma suo padre ignor le sue reazioni. Il contratto di matrimonio in realt gi stato depositato presso il consiglio. Aspetteremo solo qualche anno a renderlo pubblico fece Leliore. Puoi andare a dormire, ora. Sogni d'oro! le intim la madre, ritirandosi a sua volta nelle proprie stanze.

Quella notte, il camino della casa crepit pi del solito. Tra le fiamme, invece degli aghi di pino che di solito riempivano l'aria del loro aroma, un fascio di carte che un tempo era stato un libro si accartocciava per il calore. L'immagine di uno gnomo in tenuta di gala, con una corona sul capo, che prendeva per mano una semplice fanciulla gnoma, si deform, fino a bruciare del tutto.

Recensioni della stampa


Un racconto che vi terr col fiato sospeso fino all'ultima pagina. [Washington Post]

Uno scrittore che sottopone all'egida dell'ideale una passione insaziabile. [Il Corriere della Sera]

Ti rispetto ma sei una persona malata e probabilmente pericolosa. [Anon]

Un messaggio dagli autori


Sono l'autore, o come simpaticamente mi avete chiamato, gnomofag. Avevo deciso di non intervenire nella discussione: mi sono accontentato di leggere i vostri commenti, e non credevo di riscuotere tanto successo. Perci, vari ringraziamenti sono d'uopo. Speakerfag, hai superato ogni mia aspettativa. L'unico appunto che posso farti del quale, beninteso, non hai nessuna colpa - sono alcune pronunce, che non potevi sapere. Per una futura referenza, se mai volessi continuare l'opera, ti elenco tutti i nomi citati (tranne Pepo, che gi lo presenta) con gli accenti tonici: - Epipnninev - Eeoee - Aiaoii - preprit - Oganaguth - Nollno - Npso - Vloev - Mlaem - Cbous Spero possa soddisfare la curiosit di qualche anon. Mi sono commosso nell'ascoltare la tua interpretazione e lo considererei un onore e un privilegio se volessi, con calma, continuare l'opera. Drawfag, non ci sono parole per descrivere il tuo operato. Comincio subito nel ringraziarti per il pdf e per aver corretto i miei sciocchi errori: ti confermo dunque che le grafie corrette sono Epipenninev e Apreprit. Hai dato un volto e una fisicit ai personaggi come con le sole parole non sarei riuscito a fare. Inoltre, hai catturato perfettamente l'atmosfera di tragicit e fatalismo che volevo trasmettere nella mia narrazione. Senza il tuo lavoro, la mia opera non sarebbe stata davvero completa. Ringrazio anche tutti gli anon che mi hanno letto e seguito. Nonostante fosse nato tutto per noia e giuoco, meritate una nuova avventura ambientata nel mondo degli gnomi. Non so dirvi quando la comincer, ma arriver sicuramente. Se nel frattempo avete domande sui racconti precedenti, chiedete pure e io far del mio meglio per chiarire i vostri dubbi: il minimo che io possa fare per ringraziarvi dell'affetto che mi avete dimostrato. Aslutti, gnomofag.

Ogni Drawfag si sente un po' Apreprit. Un disegnatore non veramente maturo fin'al giorno in cui, dopo anni e anni di pratica, posa la matita sul foglio, e verga l'immagine eccitante di una donna. S'instaura poi un rapporto complesso che nulla ha a che vedere con una foto oscena presa dalla rete. Quello un tuo parto, una tua creazione. L'erezione che porti nei pantaloni nata e finita con te. Uno stimolo sessuale materiale autosufficiente e completamente autarchico. Quando si fappa su quelle immagini, c' qualcosa di diverso; sembra quasi sbagliato, come fantasticare su tua figlia. Allo stesso modo di Epipenninev, aggiungerei. Nondimeno, lo si fa. E ad atto compiuto, il disegno va nascosto. In realt non perch vada propriamente celato, l'arte del nudo millenaria e di norma ben accetta, quanto pi per un istintivo moto di gelosia. Nessuno deve vederla, perch nessun altro potr provare per lei quello che ha provato il suo creatore. Ho gi disegnato la mia prima donna, tempo fa; e cos come avviene per tutti, sono cresciuto. Continuer a disegnare le storie di Gnomofag perch possano ricordarmi l'innocenza e l'emozione di quei giorni. Drawfag.

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