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Pastrello Elena V A SX TITOLO : LE BRACI (Ungheria,1942), Romanzo Psicologico AUTORE : Sndor Mrai, nato nel 1900 a Kassa in Slovacchia,

allora parte dell'impero austrungarico da un'antica famiglia di origine nobile. Esord come poeta ma la sua natura di prosatore. Nel 1948, quando in Ungheria fu abolita la democrazia parlamentare, abbandon per sempre il suo Paese e visse sempre pi isolato. Mor suicida in America, nazione della quale aveva assunto la cittadinanza. Per decenni le sue opere furono bandite dall'Ungheria. NARRATORE : esterno all'opera e oggettivo, non interviene a giudicare quello che racconta. Gran parte del romanzo per occupata dal lungo monologo in cui il protagonista ricostruisce il passato. SPAZIO E TEMPO : Ungheria pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il protagonista vive da sempre in assoluto isolamento nel proprio castello. Lo spazio chiuso dove, dopo quarantun'anni di separazione avverr l'incontro, si riduce addirittura alle due stanze, luogo simbolico dell'incomunicabilit dei personaggi. IL TEMPO DELLA STORIA E IL TEMPO DEL RACCONTO : il tempo della storia si snoda attraverso la vita dei due protagonisti dall'infanzia alla vecchiaia, mentre il tempo del racconto si focalizza sugli anni della giovinezza dei due fino al momento della loro separazione. La narrazione, da parte del protagonista, strutturata in vari flashback; il narratore si limita a descrivere lo svolgimento dell'incontro nel momento in cui avviene. I PERSONAGGI : Henrik il generale (protagonista), Konrad prima amico d'infanzia e compagno d'armi, poi traditore, Krisztina moglie del protagonista e amante di Konrad. I personaggi formano la classica relazione triangolare tra l'aristocratico generale e Konrad, artista e simbolo di un'emergente borghesia ,si insinua il fantasma della donna amata da entrambi e condotta a uno stato di macerazione sentimentale tale da provocarne la morte. LO STILE E IL LINGUAGGIO : la prosa elegante di Mrai seduce il lettore coinvolgendolo emotivamente in un racconto povero di avvenimenti e interamente segnato da un clima di crescente tensione. Dopo quarantun'anni un aristocratico generale in pensione ed un artista borghese tornano ad incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi, dove il primo si rinchiuso in un risentito isolamento. I due erano legati fin dall'infanzia da un vincolo di amicizia che sembrava indissolubile, uno di quei sodalizi maschili di rara intensit e durata paragonabile a quello dei gemelli. Lamico, cos come linnamorato, non si aspetta di veder ricompensati i suoi sentimenti. Non esige contropartite per i suoi servizi, non considera la persona eletta come una creatura fantastica, conosce i suoi difetti e laccetta cos com, con tutto ci che ne consegue. (p.94) Ci fino al giorno in cui irrompe sulla scena l'amore tra Konrad e Krisztina, la moglie dell'ufficiale. Per sottrarsi agli imprevedibili risvolti di questa nuova incresciosa situazione e all'atroce promessa fatta alla donna, Konrad parte per i tropici, gettando l'amante nella disperazione che la porter prima a vivere isolata dal marito e poi ad una morte prematura. Il marito cade nell'abisso profondo dell'astio e dell'incomprensione. Konrad ha passato quei decenni in estremo oriente, Henrik non si mosso dalla sua propriet, ma entrambi hanno vissuto in attesa dell'incontro e della resa dei conti senza che null'altro contasse pi per loro. Lavorando su una trama abbastanza semplice, Mrai riesce a conferire una profondit abissale ai

sentimenti descritti e a scavare impietosamente nellanimo dei protagonisti, portandone alla luce le sfumature pi riposte per giungere allessenziale. L'aristocratico ufficiale in pensione consuma la propria esistenza in un clima pietrificato di desolato rimpianto nella dolorosa e interminabile attesa di Konrad, vive solo aspettando la rivelazione delle ragioni ultime del comportamento dell'altro che, aprendo una ferita inguaribile nell'apparente tranquillit del suo mnage familiare ha spento la funzione vitale di Krisztina ed ha confinato la sua in un'atmosfera di gravosa sospensione.Vive un'esistenza pietrificata come un paralitico che coltiva con passione la propria infermit. Un uomo ancorato al passato e che in esso vuole trovare risposte alle domande che hanno ossessionato la sua vita.Henrik rimasto per quarantun anni inchiodato a rimuginare sui fatti da questo punto di vista ricorda certi dannati danteschi fissi nel loro peccato ha vissuto in pervicace solitudine e orgoglio, isolato nel suo castello, nel quale non ha permesso entrassero neppure comodit moderne. Con attenta scrupolosit egli alimenta ostinatamente il fuoco del ricordo, rinvigorendolo giorno dopo giorno affinch si mantenga acceso fino al momento in cui suoner l'ora della verit. La spasmodica ricerca della verit da parte del generale Henrik colui che non s mosso dal castello sarticola in lunghissimi monologhi che ricostruiscono le vicende della sua vita e di quella dellamico e si focalizza infine attorno a due domande fondamentali, che non avranno mai risposte certe. Il desiderio di conoscere e quello di vendicarsi lhanno tenuto in vita finora, egli sapeva bene che Konrad, il suo amico, sarebbe ritornato un giorno al castello e lha atteso per tutti quegli anni: ora sincontrano per lultima volta e sono due vecchi che non hanno niente da perdere, consapevoli di non possedere una nuova possibilit, perci liberi di parlare e di rievocare un passato mai sepolto.Tra i due aleggia la figura di una donna morta da molto tempo. Allincontro con Konrad si prepara meticolosamente, ricreando lo stesso scenario di quarantun anni prima, lo stesso arredamento, con le candele azzurre, le tre poltrone davanti al caminetto nella medesima posizione, tutto in lui memoria perfetta e vendetta, una vendetta consumata a freddo e immaginata nella mente infinite volte. Lambientazione riveste un ruolo essenziale nel romanzo, sia per la cura con la quale Mrai la descrive, sia perch il castello sembra vivere di vita propria, il luogo della memoria. Il castello era un mondo a s stante, come quei grandi e sfarzosi mausolei di pietra in cui languono le ossa di intere generazioni e si dissolvono le vesti funebri di seta grigia o panno nero di donne e uomini vissuti in altri tempi. Esso racchiudeva in s il silenzio, come un recluso che vegeti esanime sulla paglia marcescente di un sotterraneo, con la barba lunga, vestito di stracci e coperto di muffe. Racchiudeva anche la memoria, la memoria dei defunti, che si annidava nei recessi pi occulti, cos come i funghi, le mucillagini, i pipistrelli, i ratti, gli insetti si annidano nelle cantine umide dei vecchi edifici. Le maniglie delle porte conservavano il tremito di una mano, lemozione dellattimo in cui essa aveva esitato a completare il suo gesto. Ogni dimora in cui le passioni abbiano investito con violenza gli uomini si riempie di questa sostanza caliginosa.. (p.29) In questo luogo a ritrovarsi sono due sopravvissuti, consapevoli entrambi della disintegrazione del loro mondo. LImpero ormai finito, caduto a pezzi e grande la nostalgia del generale e probabilmente dello stesso autore nel ricordarlo. Vienna, lImpero, ungheresi, tedeschi, moravi, cechi, serbi, croati e italiani, formavano ununica grande famiglia, e allinterno di questa ciascuno intuiva in segreto che lunico in grado di mantenere lordine, in quella marea di desideri, inclinazioni e passioni tumultuose, era limperatore, che era contemporaneamente sergente maggiore in servizio perpetuo e maest, funzionario statale con i coprigomiti in lustrino e grand seigneur, bifolco e sovrano. (p.54) Tema al centro della riflessione dell'autore anche l'impossibilit di accettare la deriva di una civilt e nello stesso tempo la febbrile necessit di identificare il punto esatto in cui si apre un nuovo mondo.

Dopo aver capito che la modernit non faceva per lui e aver visto la propria vita spaccata in due per quanto accaduto con Konrad, Henrik ha compiuto la sua scelta dattesa e solitudine, cristallizzando la sua vita intorno a ritmi molto precisi, rigorosi, ordinati. Eppure le braci della passione non si sono estinte. Una passione che il tempo ha soltanto attutito senza riuscire a estinguerne le braci. (p.148) C un destino che governa le storie di tutti i personaggi del romanzo, non si tratta per di una forza cieca: Luomo e il suo destino si realizzano reciprocamente modellandosi luno sullaltro. Non vero che il destino si introduce alla cieca nella nostra vita: esso entra dalla porta che noi stessi gli abbiamo spalancato, facendoci da parte per invitarlo a entrare. Non c infatti essere umano abbastanza forte e intelligente da saper allontanare, con le parole o con i fatti, il destino infausto che deriva, secondo una ferrea legge, dalla sua indole e dal suo carattere. (p.139) Nel mondo descritto dal generale esistono varie razze duomini e di donne: la sua e quella di suo padre, metodica, precisa, legata ai propri luoghi dorigine e quella cui appartengono sua madre, Konrad e Kristzina, la razza degli artisti, innamorati della musica, legame che li unisce e che risulta incomprensibile e odioso al generale. Ciascuna razza deve seguire il proprio destino e il richiamo del proprio sangue, non vi altra soluzione, nella visione pessimista di Mrai gli uomini sottostanno a questa legge, bruciati in eterno delle loro passioni, fino alla morte. Proprio la forza di tale passione lunico elemento in grado di conferire un qualche senso allesistenza, anche a quella di due vecchi, sui quali altrimenti si potrebbe distendere solo un velo dumana piet. Da vero aristocratico della scrittura Mrai offre con questo romanzo un autentico capolavoro per la profondit con cui analizza le passioni umane, per la raffinatezza dellambientazione e delle descrizioni, per limpeccabile vivezza dei personaggi.

In un castello ai piedi dei Carpazi si ritrovano, dopo quarantun anni, due uomini un tempo legati da un fortissimo legame damicizia, uno di quei sodalizi maschili di rara intensit e durata paragonabile a quello dei gemelli. Lamico, cos come linnamorato, non si aspetta di veder ricompensati i suoi sentimenti. Non esige contropartite per i suoi servizi, non considera la persona eletta come una creatura fantastica, conosce i suoi difetti e laccetta cos com, con tutto ci che ne consegue. (p.94) A un certo punto questalleanza s spezzata e tra i due si scavato un abisso non solo spirituale, ma spaziale. Luno partito per lEstremo Oriente, laltro rimasto nel suo avito castello a rimuginare su quanto accaduto, a cercarne le motivazioni, lasciando che i sentimenti si decantassero nel corso degli anni fino a ridursi allessenziale. Tra i due aleggia la figura di una donna morta da molto tempo, Kristzina. Lavorando su una trama abbastanza semplice, Mrai riesce a conferire una profondit abissale ai sentimenti descritti e a scavare impietosamente nellanimo dei protagonisti, portandone alla luce le sfumature pi riposte per giungere allessenziale. La spasmodica ricerca della verit da parte del generale Henrik colui che non s mosso dal castello sarticola in lunghissimi monologhi che ricostruiscono le vicende della sua vita e di quella dellamico e si focalizza infine attorno a due domande fondamentali, che non avranno mai risposte certe. Il desiderio di conoscere e quello di vendicarsi lhanno tenuto in vita finora, egli sapeva bene che Konrad, il suo amico, sarebbe ritornato un giorno al castello e lha atteso per tutti quegli anni: ora sincontrano per lultima volta e sono due vecchi che non hanno niente da perdere, consapevoli di non possedere una nuova possibilit, perci liberi di parlare e di rievocare un passato mai sepolto. Henrik rimasto per quarantun anni inchiodato a rimuginare sui fatti da questo punto di vista ricorda certi dannati danteschi fissi nel loro peccato ha vissuto in pervicace solitudine e orgoglio, isolato nel suo castello, nel quale non ha permesso entrassero neppure comodit moderne. Allincontro con Konrad si prepara meticolosamente, ricreando lo stesso scenario di quarantun anni prima, lo stesso arredamento, con le candele azzurre, le tre poltrone davanti al caminetto nella medesima posizione, tutto in lui memoria perfetta e vendetta, una vendetta consumata a freddo e immaginata nella mente infinite volte. Lambientazione riveste un ruolo essenziale nel romanzo, sia per la cura con la quale Mrai la descrive, sia perch il castello sembra vivere di vita propria, il luogo della memoria. Il castello era un mondo a s stante, come quei grandi e sfarzosi mausolei di pietra in cui languono le ossa di intere generazioni e si dissolvono le vesti funebri di seta grigia o panno nero di donne e uomini vissuti in altri tempi. Esso racchiudeva in s il silenzio, come un recluso che vegeti esanime sulla paglia marcescente di un sotterraneo, con la barba lunga, vestito di stracci e coperto di muffe. Racchiudeva anche la memoria, la memoria dei defunti, che si annidava nei recessi pi occulti, cos come i funghi, le mucillagini, i pipistrelli, i ratti, gli insetti si annidano nelle cantine umide dei vecchi edifici. Le maniglie delle porte conservavano il tremito di una mano, lemozione dellattimo in cui essa aveva esitato a completare il suo gesto. Ogni dimora in cui le passioni abbiano investito con violenza gli uomini si riempie di questa sostanza caliginosa.. (p.29) In questo luogo a ritrovarsi sono due sopravvissuti, consapevoli entrambi della disintegrazione del loro mondo. LImpero ormai finito, caduto a pezzi e grande la nostalgia del generale e probabilmente dello stesso autore nel ricordarlo. Vienna, lImpero, ungheresi, tedeschi, moravi, cechi, serbi, croati e italiani, formavano ununica grande famiglia, e allinterno di questa ciascuno intuiva in segreto che lunico in grado di mantenere lordine, in quella marea di desideri, inclinazioni e passioni tumultuose, era limperatore, che era contemporaneamente sergente maggiore in servizio perpetuo e maest, funzionario statale con i coprigomiti in lustrino e grand seigneur, bifolco e sovrano. (p.54) Dopo aver capito che la modernit non faceva per lui e aver visto la propria vita spaccata in due per quanto accaduto con Konrad, Henrik ha compiuto la sua scelta dattesa e solitudine, cristallizzando

il destino si introduce alla cieca nella nostra vita: esso entra dalla porta che noi stessi gli abbiamo spalancato, facendoci da parte per invitarlo a entrare. Non c infatti essere umano abbastanza forte e intelligente da saper allontanare, con le parole o con i fatti, il destino infausto che deriva, secondo una ferrea legge, dalla sua indole e dal suo carattere. (p.139) Nel mondo descritto dal generale esistono varie razze duomini e di donne: la sua e quella di suo padre, metodica, precisa, legata ai propri luoghi dorigine e quella cui appartengono sua madre, Konrad e Kristzina, la razza degli artisti, innamorati della musica, legame che li unisce e che risulta incomprensibile e odioso al generale. Ciascuna razza deve seguire il proprio destino e il richiamo del proprio sangue, non vi altra soluzione, nella visione pessimista di Mrai gli uomini sottostanno a questa legge, bruciati in eterno delle loro passioni, fino alla morte. Proprio la forza di tale passione lunico elemento in grado di conferire un qualche senso allesistenza, anche a quella di due vecchi, sui quali altrimenti si potrebbe distendere solo un velo dumana piet. Da vero aristocratico della scrittura Mrai offre con questo romanzo un autentico capolavoro per la profondit con cui analizza le passioni umane, per la raffinatezza dellambientazione e delle descrizioni, per limpeccabile vivezza dei personaggi. il destino si introduce alla cieca nella nostra vita: esso entra dalla porta che noi stessi gli abbiamo spalancato, facendoci da parte per invitarlo a entrare. Non c infatti essere umano abbastanza forte e intelligente da saper allontanare, con le parole o con i fatti, il destino infausto che deriva, secondo una ferrea legge, dalla sua indole e dal suo carattere. (p.139)La storia si concluder l dove era iniziata, nello spazio di un'amicizia incapace di resistere al richiamo dell'artificio e dell'inganno. Il confronto tanto atteso non porter ad una spiegazione: l'unico tradimento -sembra dirci Mrai- consiste nel sopravvivere alla propria rovina esistenziale, bruciando s stessi nella vanit di un triste cumulo di braci luride e nere., Kristzina

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