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Bia Sarasini

on passa inosservato il titolo dellultimo volume pubblicato in vita nel 1999 da Luce dEramo, Io sono unaliena, preceduto di un paio di mesi dalla raccolta Racconti quasi di guerra, mentre lultimo romanzo, Unestate difficile, apparso postumo nel giugno 2001. Anche oggi questo titolo che una vera e propria autodefinizione, quasi una certificazione di identit sorprende, spiazza, incuriosisce. Gi Arthur Rimbaud aveva mostrato che io un altro. Dire io un alieno uno spostamento netto, fuoriuscire dai confini dellumano, guardare e guardarsi da un punto distante, collocato altrove. Alieno era una parola, un concetto si potrebbe dire una dimora che Luce dEramo abitava da tempo. Nel 1993, in unintervista pubblicata su Noidonne, in risposta alla classica domanda per chi scrivi, Luce mi diceva: Per i posteri. Scrivo come se fossi morta. La co-

Il rimosso della II guerra mondiale, il percorso umano di una terrorista, la vecchiaia, la psicologia dei naziskin, la radicale alterit degli extraterrestri. I temi scomodi di Luce dEramo in due incontri promossi a Roma dalla rivista letteraria Leggendaria - che uscir il prossimo numero con un dossier a lei dedicato, del quale oggi proponiamo unanticipazione e dalleditore Feltrinelli che ha appena rieditato il romanzo Deviazione

storie
guerra. Pubblicati, come gi detto, nel 1999, sono tutti relativi al periodo tra il 1943 e il 1945, la fase pi dura della seconda guerra mondiale. E sono stati scritti in epoche diverse, tra il 1943 e il 1956, in unepoca molto lontana dalla pubblicazione. Il 25 luglio, che lunico racconto nudamente autobiografico, pur redatto pochi giorni dopo gli eventi narrati, scritto al passato remoto scrive Luce nellimportante Nota dautore, che conclude il libro. Lautrice ha 18 anni, scrive in prima persona quasi in tempo reale, un paio di settimane dopo i fatti che racconta, il viaggio in treno tra Alatri, dove era sfollata con la famiglia, a Roma, dopo il 25 luglio del 1943.

Lio che scrive e il coro


Usa una lingua compiutamente letteraria, densa, forte, duttile, capace di articolare il confronto tra lio che scrive, sotto leffetto del crollo del suo mondo ideale a cui aderiva appassionatamente il fascismo - e il coro dei passeggeri del treno, ignari interpreti, ai suoi occhi, della tragicommedia che si svolgeva totalmente dentro di lei, della caduta di un tiranno. Di Idilli, il secondo degli altri otto racconti, mi disse in unintervista in occasione delluscita del libro: Li ho scritti a Merano, nel 45, quando mi trovavo in un ospedale in transito, immobile, in un letto di gesso, con nessuna prospettiva dellavvenire...Avevo un tal bisogno di pace che ho scritto Idillio-Lui. A pensarci oggi mi fa accapponare la pelle che proprio in quei momenti sono andata a scrivere una storia di totale astrazione, quasi leggera. Arrivata un mese dopo a Bologna, in un ospedale di reduci, gente che urlava in immense corsie, ho scritto lIdillio-Lei. Degli altri, scritti negli anni cinquanta, Luce commentava: Per quanto riguarda gli altri racconti sentivo che le cose non erano come le raccontavano tutti. Bisogna tenere conto che Primo Levi non era ancora stato pubblicato...Cos scrivevo per conto mio. Eppure non riuscivo ad arrivare alla mia storia. Partivo dallevasione. Lultimo atto di assoluta autonomia. Ho camminato in pochi mesi quello che una persona non cammina una vita intera, sono andata a Monaco di Baviera e poi a Magonza, perlopi a piedi.

La Luce
sa pi aliena per noi la morte. La morte si addice agli altri. Eppure un dato reale, un fatto naturale, mi pertiene. Quando scrivi come se fossi morta vedi la naturalezza per te, come se fosse qualche sosta prima del nirvana, prima della scomparsa, dove guardi le cose con un occhio particolare. Una percezione di quel misto di distanza e di struggimento, di commozione, dove anche se ci si arrabbia, lo vedi da lontano. un rapporto particolare con la tragedia, ma anche con le cose buone. Da tempo Luce dEramo frequentava altri mondi. Esseri alieni sono i protagonisti del romanzo da lei pi amato, Partiranno (1986), dove si narrano le vicende di alcuni esploratori provenienti dallo spazio, i Nnoberavezi, che soggiornano sulla terra per un breve periodo. Un testo che ha occupato un lungo tempo della vita di Luce, i primi appunti risalgono al 1963 per concludersi nel 1981, anno in cui era iniziata la vera e propria stesura, che ha preso cinque anni. In Io sono unaliena, il suo testamento letterario, Luce lo definisce il libro che mi ha dato pi spazio mentale, e aggiunge: Mi sentivo osservata da loro e quindi vedevo me stessa e tutte le nostre convinzioni con spirito l per l un po interdetto, e poi con sempre pi ironia gentilmente meravigliata. che quanto sto dire suona duna presunzione inaudita, eppure nellintimo mio pi segreto scrivo per i posteri: a momenti mi pare di leggere con gli occhi del futuro le mie storie trascorse, trapassate, datate, superate scrive in Io sono unaliena, parole che rafforzano e ampliano il senso di quanto detto nellintervista di qualche anno prima. lautrice la Luce dEramo che scrive e racconta - che fuori dal tempo e spazio che potremmo definire umano, terrestre, o sono le storie che sono appunto trapassate, datate, superate? In questo senso, nellassunzione della tensione racchiusa nei termini di questa domanda, che vorrei qui proporre tempo e spazio come i cardini che danno significato e sostanza al suo mondo narrativo. Che siano testi di dichiarata memoria (Deviazione) o di narrazione del presente quasi nella forma del romanzo dazione (Nucleo Zero), i suoi libri ospitano sempre al loro interno una pluralit di mondi, lingue, velocit, che strutturano un tempo e uno spazio perlomeno complessi, stratificati. Che costituiscono da un lato loggetto della narrazione, cio vi si racconta la particolare configurazione degli accadimenti e della loro comprensione da parte delle diverse soggettivit che agiscono i personaggi e attraverso di loro lautrice: Io li spio, i miei personaggi. Non so nulla del loro passato tranne quello che sanno loro in quel momento. Cos entro in rapporto con laltro, con quello che ti alieno (intervista a Noidonne 1993). In Io sono unaliena scrive, tra laltro: Perci in ogni mio romanzo il ritmo e il linguaggio si modificano, come in Deviazione attraverso la trasformazione dellio narrante nei decenni, ma soprattutto come in Nucleo Zero, Partiranno e Ultima Luna a seconda dei personaggi che entrano mano mano in azione, coi loro mutamenti interni nello svolgersi degli avvenimenti. E sono dunque questi mutamenti, movimenti nel tempo e nello spazio, - a costruirne la stessa architettura narrativa. Non solo. Le diverse velocit, i salti temporali, le dislocazioni danno forma allinsieme dellopera di Luce dEramo, che mi appare sempre pi nitidamente come un dispositivo per un viaggio temporale, proprio come la classica Macchina del tempo ideata H.G.Wells. Viaggi nel tempo e ti sposti nello spazio, sei in un luogo e arrivi a un altro. Come scrive in Deviazione: A volte quando si tocca il fondo di uno sviamento, si sbuca infine dallaltra parte.

DEL VIAGGIO
tempo/spazio scandito dagli altri, e qui trova il proprio passaggio, fino a mettere in discussione se non ribaltare gli assi della memoria collettiva. Al centro naturalmente Deviazione, che non il racconto lineare della tragica vicenda di una ragazza italiana borghese che a 18 anni, nel momento del crollo del fascismo, decide di andare volontaria nei campi di lavoro tedeschi, per verificare di persona lo stato di verit dei suoi ideali in crisi. E si trova a vivere, nella coscienza e nel corpo, lorrore della distruzione, il ritorno in Germania, a Dachau, e la fuga successiva. Deviazione la complessa costruzione narrativa di uno spostamento della coscienza, perseguita attraverso mezzi plurilinguistici, sporchi, impuri. Racconti scritti nel passato. Esposizione di flussi di coscienza, registri linguistici diversissimi, tutto per portare chi scrive e chi legge, verrebbe da dire il corpo di chi scrive e chi legge (Per me, scrittore e lettore non possono fare a meno uno dellaltro Io sono unaliena), attraverso quel passaggio che porta dallaltra parte. Dove tempi e spazi plurali e fino a quel momento conflittuali coesistono nella loro diversit, e nellaltrove che si conquistato possono finalmente essere guardati per quello che sono... Atto esemplare di questo processo creativo, di cui Luce dEramo in Io sono unaliena mostra piena consapevolezza, la vicenda che non solo una storia editoriale - dei Racconti quasi di
FOTO GRANDE, NEL 1955 A PESCASSEROLI. E A ROMA NEL 1986 / PAOLO AGOSTI

Levasione dellultima guerra


I testi di allora, pubblicati in un presente in cui era in corso la guerra in Kosovo, con la partecipazione dellItalia ai bombardamenti, sono un elemento di quel viaggio nel tempo in cui consiste il dispositivo narrativo di Luce dEramo. Scritti prima dellemersione della Deviazione, trasportano autrice e lettori in un ritorno dal futuro: non puoi cambiare i fatti accaduti, e neppure il modo di raccontarli, ma puoi ricollocarli, osservarli con la gentilezza meravigliata che viene dal venire da un altrove, in uno spazio mentale che ancor prima di giudicare - pu e sa incuriosirsi di quello che trova. in questa particolare posizione, tra un prima e un dopo, fucina creativa di una scrittura che lha accompagnata tutta la vita, che Luce DEramo ha trovato la postura necessaria e fortemente etica della sua scelta di scrivere, dando voce alle verit custodite dalla propria memoria individuale in dissonanza con la memoria comune, pubblica. Utili per il presente. Spero che questo - i racconti di evasione ndr - disse nel 1999 ragionando sulla ex-Jugoslavia e Milosevic - possa far riflettere sui modi di combattere queste forme di crudelt statali... molto importante sapere questo. Soprattutto quando si fa una nuova guerra. Avere consapevolezza della limitatezza di un potere terribile e di quali possono essere le azioni per scalzarlo. Si va e si viene, dallaltrove. Un luogo e un tempo dove si pu guardare quello che di solito invisibile, indicibile. Come quando consegna ai lettori il racconto dellincontro con il barista allinterno del museo di Dachau, dove tornata cinquantanni dopo, per un film della tv tedesca: Chi abita in questa zona? domando io. Qui noi tedeschi siamo pochi, risponde lui, siamo soprattutto stranieri di ventisette nazionalit, verstehen Sie?, mi ammicca, figli degli ex internati sopravvissuti nei lager della zona, tutta gente rimasta qui dopo la liberazione, verstehen Sie?, ripete, non sapevano pi dove tornare, deplaced persons, und so leben wir zusammen (viviamo assieme), i nostri nipotini ormai parlano solo tedesco.

LUCE DERAMO, LALIENA

Nata nel 1925 a Reims (Francia) da genitori italiani, laureata prima in lettere, poi in filosofia, Luce dEramo raggiunse la celebrit col romanzo Deviazione (Mondadori, 1979, ora ripubblicato da Feltrinelli, tradotto in tutto il mondo, dalla Germania al Giappone, in cui raccontava la propria esperienza nella seconda guerra mondiale, dal campo di concentramento di Dachau allappuntamento con la bomba al fosforo che lavrebbe lasciata paralizzata alle gambe a 19 anni per tutto il resto della vita. Tra gli altri romanzi: Partiranno (Oscar Mondadori, 1986), racconta la presenza in incognito di extraterrestri nel nostro pianeta; Nucleo zero (Mondadori, 1981) entra nel mondo della lotta armata in Italia; Ultima luna (1993) scava il rapporto con la vecchiaia; Una strana fortuna (1997) investiga i meandri della follia in famiglia; e poi Si prega di non disturbare (1995), Racconti quasi di guerra (1999), Unestate difficile (2001) sempre presso Mondadori. A lungo collaboratrice del manifesto, fu anche saggista: Raskolnikov e il marxismo (1959, 1995); Lopera di Ignazio Silone (1971) e Cruciverba politico (Guaraldi, 1974) sulla morte di Giangiacomo Feltrinelli. Infine un libro-intervista il cui titolo sintetizza il suo sguardo sul mondo: Io sono unaliena (Edizioni Lavoro 1999). Luce dEramo morta a Roma il 6 marzo 2001.

Secondo Kant...
Tempo, spazio. E se facile ricordare che secondo Kant, il filosofo a cui Luce dedic la tesi per la laurea in filosofia conseguita nel 1954, sono gli apriori fondamentali per lesistenza di un io cosciente, mi pare che per la scrittrice dEramo tempo e spazio giochino un ruolo specifico, strutturale per la sua postura di autrice, al di l del quotidiano scorrere del tempo con cui ogni narrazione si misura. Non solo Luce proietta se stessa fuori dallorbe terrestre, nel cosmo, ma anche evidente che scrive per e in un tempo - che coincide solo in parte con il presente: So

La coscienza della deviazione


Dico tempo e non memoria, perch non si tratta mai esclusivamente della memoria singolare, personale dellautrice e/o dei suoi personaggi, ma di quel punto della memoria coscienziale interna che si confronta/scontra sul

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