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BEATO MANUEL GONZLEZ

Spezzando il pane ai piccoli


Semplici consigli per catechisti in difficolt

Traduzione libera di alcuni testi di

Manuel GONZLEZ, Partiendo el pan a los pequeuelos, EGDA, Palencia 1964.

Presentazione La opera del catechismo, oggi come mai, fondamentale e urgente per unautentica evangelizzazione della cultura. Perci, occorre non risparmiare sforzi per farla nel modo migliore possibile. Non unopera facile per. Comunque, non siamo soli in essa. Dio con la sua grazia e la sua Provvidenza continua a benedire gli uomini. Abbiamo anche dei grandi maestri, che con la loro saggezza e la loro esperienza ci guidano, ci accompagnano, ci sostengono e ci confortano, in questo cammino nellinsegnamento della dottrina e della vita cristiana. Uno di essi il Beato Manuel Gonzlez, santo vescovo spagnolo della prima met del novecento, uomo di grande fede e profondo senso comune, innamorato di Ges Cristo e instancabile catechista. Vorrei offrire questa povera traduzione di alcuni testi di uno dei libri del beato. In spagnolo intitolato Partiendo el pan a los pequeuelos, che in italiano sarebbe Spezzando il pane ai piccoli1, come un modo di ringraziare tutti quelli che si impegnano nellopera del catechismo - particolarmente dei catechisti, presenti e passati, della piccola chiesa di Pantano, nella campa-

1 Si veda pure Manuel GONZLEZ, Lo que puede un cura hoy, EGDA, Madrid 1999, 97-124: La obra del Catecismo. Altri scritti dello stesso autore su pedagogia catechetica: Sembrando granos de mostaza, La gracia en la educacin, El catequista cabal.

gna segnina, vicino a Roma - e anche come incoraggiamento affinch si ricordi sempre quanto importante fare bene la catechesi dei fedeli cristiani. Ho conosciuto questo libro quando ero diacono, grazie al p. Migul ngel Fuentes IVE, che aiutavo nella pastorale della parrocchia Nuestra Seora de los Dolores che il nostro Istituto (Istituto del Verbo Incarnato) attende a San Rafael, Argentina. Non si tratta di un trattato di pedagogia, ma di consigli, semplici e profondi, naturali e sopranaturali, che possono orientare linsegnamento del catechismo. Abbiamo aggiunto anche altri testi, dello stesso beato, che penso possono essere di profitto. Spero che questo piccolo lavoro serva per far conoscere e amare Ges Cristo dal popolo cristiano. E lo offro alla Vergine Maria. P. Marco Mikalonis, IVE Segni (RM), 26 dicembre 2009

Spezzando il pane ai piccoli

IL PRINCIPIO

Secondo me, quanto si pu dire di pedagogia catechistica, si racchiude in questo principio semplicissimo: La catechesi il catechista. Si detto che la scuola il maestro, e che la migliore scuola non quella che ha i migliori locali, o il migliore materiale pedagogico, ma il migliore Maestro. Per la stessa ragione si pu affermare che una catechesi il suo catechista. Dammi un catechista con vocazione, sia per il dovere, sia per la carit, con la preparazione intellettuale adeguata, che tratti prima con il Cuore di Ges nel Tabernacolo ci di cui parler con i bambini e, principalmente, che ami costoro con lamore che prende dal Tabernacolo, dammi un catechista cos, e non dire che quel catechista non pu insegnare, non pu compiere il suo ufficio perch gli manca materiale scolastico, come quadri, filmati, premi, gite, ecc. ecc. Un catechista cos si arrangia affinch i gesti del suo volto e i movimenti del suo corpo sostituiscano perfettamente i quadri o le proiezioni, e offrir qualcosa di molto importante che un premio, con il suo sorriso o una parola scaldata dallaffetto.

Non preoccupatevi: se avr bisogno di alcuna di queste cose materiali, il suo lavoro, la sua preghiera, lamore per i suoi bambini colpiranno, anche senza parole, il cuore di Ges e il cuore delle persone di buona volont. Insomma, il problema delleducazione e istruzione cristiana del popolo pi che un problema di leggi, organismi od opere, un problema di uomini. Datemi cristiani pieni della conoscenza, imitazione e amore di Ges Cristo ed io vi dar moltitudini di verit cristiane. Datemi tecnici, oratori, specialisti pedagoghi, sprechi di premi, regolamenti, piani e procedure grafiche, vuoti per di Cristo, o pi pieni di altre cose che di Cristo, e io vi giuro che si perso tempo, fatica e soldi, e il popolo non si trovato, n si fatto cristiano. Occorre formare veri catechisti! Come? I proverbi che vi presento e spiego qui di seguito ve lo diranno.

NESUNNO D CIO CHE NON HA Quanti frutti potrebbe veramente portare un catechista se prendesse sul serio questo proverbio! Mi permetto di fare alcune domande, tutte assolutamente evidenti, per far entrare questa verit non tanto nella mente dei miei catechisti - dove sono sicuro che gi c - ma nel loro cuore e nei loro nervi. Amico mio catechista: cosa pretende di donare Lei ai suoi allievi? Conoscenza chiara e profonda dun punto di catechismo, di un passo o un aspetto della vita di Nostro Signore Ges Cristo? Possiede Lei nella sua mente quella conoscenza chiara e profonda? Cio, Lei studia? Si? Andiamo avanti. Vuole che oltre a quella conoscenza i suoi allievi ricevano un po del gusto, del sapore, di quella verit, di quel passo, affinch nasca in loro lamore per quello che stano imparando? Possiede Lei nel palato della sua anima e nel gusto del suo cuore quel sapore, quellamore? Vale a dire, prega su quello che insegna, che il modo di acquistare quel sapore e quellamore? Si? Avanti! Vuole anche che i suoi bambini imitino ci che Lei cerca dinsegnare, far gustare e amare? Mi dica prego: Lei somiglia a ci che insegna?

Si? Sia lodato Dio! Avanti, sempre avanti! Ancora una piccola domanda! Vuole che i suoi piccoli vengano volentieri, ascoltino attenti e senza paura, senza distrazioni n rumore e se ne vadano con la voglia di tornare? Lei Insegna cos? Si? Si? Quindi devo dire di Lei con tutta la mia voce e con le tracce pi forti della mia penna che Lei merita dessere chiamato Eminentissimo Signore! Un catechista cos come la barca e le reti della pesca miracolosa e si trover sul punto di affondare e di spezzarsi a causa di tanta pesca! Chi non possiede Ges non pu donare Ges Forse non pu rispondere s a tutte le mie domande precedenti? Studia poco o niente, prega meno ancora, forse predica di Cristo umile di cuore con un caratteraccio terribile, o di un Cristo casto con vestiti indecenti, o di un Cristo amico e paziente con i bambini, mentre sgrida e colpisce i suoi, ecc., o finalmente, che Catechista soltanto per compromesso, per paura, perch non c nessuno altro che possa farlo; per i soldi, per rispetto umano o per altre ragioni cos sopranaturali come queste? In qualsiasi di questi ultimi casi, deve sapere che, per una legge inesorabile della logica, lei e il suo catechismo cadono sotto la terribile e umiliante

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maledizione della sterilit promulgata dal mio proverbio: Nessuno d ci che non ha. cos! Senza necessit di accusare i tempi presenti, i bambini doggi, la mancanza di risorse, la cultura della gente, i governi, o quanti altri nemici! Insomma Chi vuole raccogliere granoturco, semini granoturco; chi vuole mele, mele; chi desidera far crescere Ges nelle anime, semini Ges, e se qualcuno raccoglie tempeste di distrazioni, irriverenza e odio verso la religione, costui ha seminato vento. Questa una legge di Dio, della grazia, e della natura.

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IL PROBLEMA DELLATTRAZIONE Unito allaforisma che ho spiegato, e come effetto della sua causa, sorge il problema dellattrazione dei bambini al Catechismo. Si molto insistito e si parlato molto dicendo che necessario attirare offrendo premi e ricompense e occorre dare molto alle folle, specialmente se sono indifferenti, affinch ci prestino attenzione e vengano almeno per vedere, in modo tale che dopo aver detto che nessuno d ci che non ha, sembra che dobbiamo escludere dallufficio di Catechista i poveri, perch siccome non hanno cosa da dare non daranno nulla e non attireranno. vero questo? Lamenti dapostoli e catechisti Spesso sento dire, nei pi diversi toni: Io non insegno Catechismo perch i bambini non vengono e io non so come attirarli. Altri: Io so come attirarli, per cos costoso, occorrono tanti premi!. Altri: Io ho offerto premi e, neanche cos vengono!, o se vengono, non appena ho finito di consegnarli, se ne vanno e non tornano pi, se non per ferirmi dicendo che ho dato loro meno di quanto si aspettavano o di pi a colui che meritava meno, ecc., ecc., e altri eccetera molesti e offensivi. Altri: Io non do nulla; chi c, c; chi non c non c. Problema loro. Lei, che dice? Innanzitutto dico che attirare i bambini e i rozzi al Catechismo e in Chiesa nei paesi dove i genitori non si interessano in quelle cose o addirittura si

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oppongono, o dove ci sono tanti altri divertimenti gratuiti o del genere come cinema, giochi, ecc., costituisce un vero e proprio problema di molto difficile soluzione. In secondo luogo, secondo la mia lunga esperienza di tanti anni di catechista e dosservazione dei bambini e di quelli che si sono allontanati dalla Chiesa, rifiuto il sistema di attirarli con premi materiali. Spero non si impaurisca n scandalizzi nessun catechista! Mi spiego! Anche io ho peccato Comincio dicendo che anche io ho peccato, cio, offrendo e consegnando premi per riempire la mia parrocchia di bambini del catechismo. Ho utilizzato tutte le procedure conosciute fino ad oggi: premi per assistenza, santini, libri, lotterie, gite, merendine, ecc., ecc. Due conclusioni Ho visto anche e seguito da vicino Catechismi e Opere nelle quali si sono sprecati tanti soldi in premi, e da tutto questo ho dedotto le seguenti conclusioni sul valore pedagogico ed educativo del premio come mezzo di attrazione al Catechismo od ad Opere simili. Prima conclusione: La virt che hanno i premi materiali di attirare per le cose spirituali sar sempre a scapito dellinfluenza delle cose spirituali. In altre parole: quanto pi cresca in un Catechismo od Opera apostolica lim14

portanza del premio materiale, tanto diminuisce leducazione religiosa e la catechesi degli assistenti. Seconda conclusione: Che il metodo pi efficace per attirare dobbiamo impararlo dal Vangelo e prenderlo dal Tabernacolo. Mi spiegher, se non si arrabbiano quelli dellaltro sistema.

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COSA VEDE IL POPOLO NEI PREMI Un inganno, una codardia o un disprezzo. 1. Un inganno. Sar innocente quanto volete, per un inganno, giacch si presenta il fine come mezzo e il mezzo come fine. I bambini e le folle tendono a credere subito a chi parla in certo modo; sono pi inclini a credere che a sospettare. Basta vedere come si accettano le notizie dei giornali. S, i bambini e la gente semplice non prendono come bugiardo nessuno in tanto che non diventi sospettoso; una volta per ingannati praticamente impossibile farli tornare a credere. Quindi, educatori di bambini, se voi dite loro: venite in Chiesa per guadagnare un santino, una medaglia, un premio qualsiasi, loro vi credono e vengono. In questa chiamata per, cera un inganno, se volete, innocente ed inoffensivo e, secondo la vostra intenzione, necessario e di profitto. Va bene, usate laggettivo che vi piace pi, ma continua ad essere inganno; avete preteso di mostrare come fine il regalo - quando in realt nella vostra intenzione era solo mezzo - e come mezzo, lassistenza al Catechismo, alla Messa, alla Confessione, alla Comunione, ecc., che in realt il fine.

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Sapete che quando arriver lora di dire loro il vero fine, qualunque cosa facciate, non potrete sfuggire dal fatto che loro si sentiranno ingannati, e quellinganno li far diffidare non soltanto della rettitudine della vostra generosit, ma anche della verit del vostro insegnamento. Quindi, appaiono due partiti: quelli che se ne vanno, e quelli che rimangono per guadagnare la maggiore quantit di premi possibili. Risultato: si sono spesi tanti soldi e tante ore di lavoro e perfino la chiesa era arrivata ad essere strapiena e le comunioni abbondantissime, i cristiani per ... non sembrano tali. 2. Una vigliaccheria. Il cuore umano, anche se di solito pi codardo che coraggioso, prova una simpatia particolare per quanto viene presentato col valore duna convinzione salda, della lealt e della sincerit. Tanto irresistibile come questa simpatia lantipatia o il disprezzo che prova davanti alla timidezza interpretata come vigliaccheria; alle seconde intenzione, anche se buone; alle finzione, anche per un un fine buono; alle reticenze o al nascondimento dei veri fini ai quali si lo vuole condurre e le altre forme sotto i quali si presenta la procedura che stiamo studiando. 3. Un disprezzo (o dispregio). Il cuore umano, sia il cuore dun bambino come il cuore dun uomo, di una persona semplice o dun saggio, procede invariabilmente seguendo questa regola paradossale: offrirsi in proporzioni inversa alla facilit con la quale si sente corrisposto. Tra ci che facile o difficile da possedere, preferisco ci che difficile; tra ci che impossibile e

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ci che difficile, mi impegno per raggiungere limpossibile..., ci che si offre in modo gratuito, e molto di pi se viene con un pagamento aggiunto, molto probabile che trovi il disprezzo del nostro cuore. Ci che si regala, anche se buono, ha pi possibilit dessere disprezzato di ci che si compra, anche se inferiore o peggiore. Spesso questa osservazione mi ha fatto formulare, nella mia esperienza di catechista e amico dei piccoli, questo principio: se i bambini e i cani sono gli essere che pi presto indovinano chi vuole loro bene, sono pure quelli che meno amano quelli dei quali si sentono pi sicuri, mentre amano di pi quelli che sentono meno sicuri! Da qui ho tratto questa regola pratica per i maestri: amiamo i nostri bambini come un padre ama suoi figli; per il bene loro, per, non diamo loro levidenza del nostro affetto, amiamoli lasciando loro il compito di indovinare il nostro affetto.

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QUALE SOLUZIONE? Allora, senza laiuto di regali, di premi o di lotterie, che cos confondono i piccoli e anche coloro che non lo sono, mi domanderete: come attirarli ad eventi e cose che, per il fatto dessere spirituali, cos poco o nessun interesse svegliano in loro? Come risolve Lei il problema dellattrazione alla Chiesa di persone che in modo cos distratto, attaccato e prevenuto vivono fuori di essa? Per attirare quelle persone con cos poca voglia di venire e cos convinte di non andare in Chiesa, ho la soluzione che nel Santo Vangelo ci insegn con il suo esempio il nostro Maestro Ges. Per spiegarmi meglio, vi dir cosa non fece Ges per attirare e le cose che fecce. Come non attirava il Maestro Il Maestro attirava senza finzioni e mai nascondeva la sua missione Dovunque andasse, dovunque si presentasse, per qualsiasi motivo o occasione, in pubblico o in privato, davanti a saggi o ad ignoranti, perseguitato o acclamato, sconosciuto o riconosciuto, Ges parlava e predicava soltanto per far conoscere il Regno di Dio, e si occupava soltanto di istaurarlo e di radicarlo. Egli disse con rigorosa precisione davanti al Tribunale: Io ho parlato al mondo apertamente (Gv 18,20). Ho parlato sempre davanti al mondo; non ho insegnato una dottrina in pubblico o alle moltitudini e unaltra agli iniziati.

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Il Maestro non attirava lusingando le passioni Fra mille esempi della sua vita, prendiamo questo: come sarebbe stato facile per Ges guadagnarsi la folla e farsi un grande partito con il solo fatto di pronunciarsi un po in favore di quelle cause cos gradite e volute dal popolo come lindipendenza dalloppressione e dalla tirannia di Roma o dallumiliante ed irritante schiavit dei Farisei. Quali due filoni di simpatia popolare portati al delirio! Il Maestro nemmeno si avvicinava a queste questioni; e quando stato forzato a parlare di qualcosa in rapporto con esse, quale maestosa libert! Rendete dunque a Cesare quello che di Cesare e a Dio quello che di Dio (Mt 22,21). Sulla cattedra di Mos si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perch dicono e non fanno (Mt 23, 2-3). Il Maestro non attirava promettendo cose materiali in cambio di essere ascoltato e seguito Ripenso al Vangelo e non trovo n un solo caso di questi; anzi, trovo abbondanti promesse ed annunzi di cose sgradevoli ed amare per la natura umana. Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua (Mt 16,24). A colui che gli domand quale era la sua casa come volendo sapere quali erano le condizioni per seguirlo, il Maestro rispose: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio delluomo non ha dove posare il capo (Mt 8,20).

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Come attirava? Si pu dire con una sola parola: Amando. Con parecchie si pu spiegare cos: Chiam gli Apostoli, dopo aver pregato tutta la notte e chiamando la mattina coloro che egli voleva, senza fare dei miracoli n promettere nulla. Le folle, di solito, inviava davanti a lui coppie di discepoli che preparavano la strada, cio, tramite lapostolato del popolo per i medesimi del popolo, e poi con la sua presenza e la sua predicazione. I discepoli erano inviati con lincarico di non portare nulla con loro per la strada, di offrire soltanto la pace a coloro che li ricevevano e mangiare quello che era loro offerto. I miracoli che tanto il Maestro come i discepoli nel suo nome facevano, pi che per attirare, si facevano per confermare la dottrina e la missione. Il Maestro non promise che avrebbe dato da mangiare miracolosamente a coloro che lo seguivano per il deserto, invece moltiplic i pani per coloro che si dimenticarono di esso per ascoltare Ges. E, quante volte attirava chiedendo! Alla samaritana, acqua; a Zaccheo, da mangiare, e a tanti e tanti peccatori, facendosi invitare da loro.

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COME DOBBIAMO ATTIRARE NOI? Con questo esempio davanti a noi, la risposta evidente: amando le anime. Come? Pregare Prima cosa: Pregando molto e spesso affinch vengano coloro che Dio vuole che vengano. Chiamare Seconda: Chiamando apertamente, al Catechismo, alla Messa, alla Confessione, alla Comunione, alla Scuola cattolica, ecc. con tutti i mezzi leciti ed adeguati ad invitare i conosciuti e gli sconosciuti. Vale a dire, non limitarsi al suono della campana o allavviso scritto sulla bacheca della chiesa o parlando nella predica a coloro che ancora la ascoltano, ma chiamando pia impudentia ogni bambino, bambina, ragazzo, vecchio o vecchia con i quali ci troviamo, aggiungendo allinvito lattrattiva dei modi gentili e del buon esempio. Don Bosco, per attirare i bambini, arrivato perfino a fare dei pupazzi. Di molti parroci e catechisti io so che attirano i bambini giocando vicino alla porta della loro chiesa ai soldati, ecc... Fare bene il bene Terzo: Offrendo buona roba ai molti o ai pochi che vengono, anche se viene soltanto uno! Cio, se si tratta della dottrina, insegnando bene, non

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soltanto alla memoria, ma pure allintelligenza, al cuore e anche alla sensibilit e allo stile di coloro che la ricevono; se dobbiamo ascoltare confessioni, confessando bene, cio, non limitandoci ad assolvere in fretta i peccati, ma lasciando che il sacramento ci lasci una buona disposizione danimo, e approfittando desso per incoraggiarli nella via della piet; se parliamo di scuole, insegnare bene, vale a dire, senza annoiare i bambini, con metodi collaudati, senza picchiare, con affetto; e ci che dico di queste opere, lo dico pure delle altre. Apostolato dei bambini per i bambini Quarto: Cercando sempre di stabilire lapostolato del bambino per il bambino, del giovane per il giovane, del povero per il povero... Come? Fissando particolarmente lattenzione, fra i molti o i pochi che vengono, su quelli che per le loro disponibilit, bont, talento o circostanze possono esercitare maggiore ascendente, influenza, su i loro compagni e lavorare per renderli saldamente pietosi e caritatevoli. Insegnar loro a raccogliere i frutti dei loro sacrifici visitando e aiutando il compagno ammalato e bisognoso. Quale grande mezzo dattrazione questo dellapostolato del bambino per il bambino! Con quanta delicatezza stanno facendo questo lavoro di selezione, perfezionamento e formazione di bambine apostole alcune Marie che io conosco, le quali dopo il Catechismo o in giorni diversi, portano in campagna o al mare i loro prescelti, o nelle loro case, e con laffetto, la predilezione

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verso loro, le piccole istruzioni, il buon esempio e la grazia di Dio, tirano fuori apostoletti che mettono paura al demonio per le anime damici e vicini che li rubano! Affidarsi serenamente al cuore di Ges Quinto: Dopo aver fatto tutto questo e disposti a non rinunciare per sconfitto o fracassato che uno si senta, confidare tranquillamente che la grazia del cuore di Ges far la sua parte, che sar sempre la migliore e pi inattesa. Che ve ne pare? Che pi difficile questa procedura dattrazione di quella dei premi e dei pagamenti? Certo; ma anche pi economica e pi sicura e di pi nobile origine. Che ora i tempi, le genti, e i popoli sono speciali e ...? Con tutte le complicazioni di questi tempi dico e affermo e impegno la mia parola: conosco tante opere cattoliche nelle quali si spendono tanti soldi senza ottenere neanche un cristiano vero e convinto, e non conosco un solo caso nel quale la pratica sincera e fedele della procedura che ho appena spiegato non abbia prodotto prima o dopo, abbondantissimi frutti, non soltanto di avvicinamento alla Chiesa, ma anche di meravigliose trasformazioni e prodigiose sorprese di anime e di popoli.

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Invito i Direttori di Catechesi, Patronati, Scuole, Circoli e altre opere di istruzione e diffusione cattolica, a fare un serio esame di coscienza su questi cinque punti o parti della mia soluzione, che non mia, ma del Vangelo, e vedano se non meritano, al meno, dessere provati. Riassunto Unultima obiezione: quindi, a coloro che frequentano il Catechismo e altre opere di diffusione, non si pu consegnare niente di materiale? Distinguo per rispondere: Come pagamento stabilito o premio promesso, NULLA; come aggiunta, come da il Signore a quelli che cercano prima il suo regno e la sua giustizia, possiamo dare quanto vogliamo e possiamo e se ci consegniamo noi stessi, tanto meglio e pi sicuro il buon esito del nostro apostolato. Precisamente, i contatti con i bisognosi che implicano queste opere aprono un lungo campo alla carit; ripeto, per, che dobbiamo dare con la delicatezza e con i garbi propri della carit. Ma, per carit!, mai come PAGAMENTO per Comunioni, Confessioni, Messe, ecc., ecc. Mi scusino quanti fanno cos. Rispetto e addirittura venero le loro intenzioni; sento per lobbligo di mettere, almeno, un punto interrogativo a quella procedura.

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INSEGNARE GIOCANDO La formula di insegnare giocando, che con tanta costanza e frutti ha predicato quel gran pedagogo, don Andrs Manjn nelle sue scuole dellAve Maria, formula precisa nelle sue procedure, efficace nei suoi risultati, gradevole nel suo esercizio e che ci stupisce per il suo raggio dazione. Allora, io ci provo ad insegnare il mio Catechismo ai miei bambini facendo conto di andare a giocare un po con loro. Nel mio Catechismo, i bambini fanno i predicatori del Vangelo del giorno, rappresentandolo loro stessi: qualcuno fa il ruolo di Ges (ruolo desiderato da tutti), altri di infermi, di peccatori, folla, farisei, scribi, ecc. (ruoli questi ultimi non tanto desiderati); rappresentano o praticano il Catechismo facendo di petizioni del Padre Nostro, di comandamenti di Dio o della Chiesa, di Sacramenti, di virt, di vizi o di tentazioni e parlando, discutendo o comportandosi ogni personaggio a secondo del suo ruolo; e siccome in tutto questo, i bambini si alzano, si siedono, vanno da una parte allaltra, esercitano la loro creativit, e sopratutto ridono tantissimo, si raggiunge un ulteriore scopo: che conoscano il Vangelo, il Catechismo e la vita cristiana saldamente e con vive speranze di praticarli; e poi, che gli adulti, attirati da questo quadro, comincino anche loro ad assistere al Catechismo parrocchiale. Sarebbe buono che tutti quei maestri che tentano di coprire insuccessi e errori con bastonate o con ingiurie iraconde, sarebbe buono, ripeto, se

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ascoltassero in quei momenti di rabbia, veramente non molto pedagogici, il gi detto aforisma: Non chiedere mele alla vigna. Quel bambino gioca, disturba o si dorme mentre tu spieghi, perch perfettamente convinto che non a lui che tu parli, ma ad un altro. Non lui che ha mancato, chi manc o si sbagli fu il maestro. I bambini, anche se hanno la fama di giocare sempre, essere vivaci e distratti, di solito sono ben amabili e attenti! Non dimenticare questo caro pedagogo! E strano il caso nel quale, parlando ad un bambino come bambino, egli non ti risponda con la pi delicata e cortese attenzione. Questa una delle ragioni (e ne ho tante!) per diffidare e guardare anche con tristezza tanto impegno nel formare maestri studiando libri e disprezzando o dimenticando il libro dei libri di un maestro: il bambino! E vorrei dire tante cose, per... Ricordo una frase, che un intero trattato di pedagogia, di quel gran Catechista, Vescovo e Santo, San Giovanni Crisostomo: Bambini diceva speso a quelli del suo catechismo , bambini, state fermi... se potete. Questo si che sapere che un bambino un... bambino! ... Cio, che laforisma non chiedere mele alla vigna, pedagogicamente si deve tradurre cos: Occorre insegnare i bambini giocando come loro. Questo ci porta a considerare un altro problema pedagogico, problema dei problemi, vera pietra filosofale per molti e tormento di Tantalo per non pochi.
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IL PROBLEMA DELLATTENZIONE Lo chiamo il problema dei problemi perch se si risolve, tutto, anche ci che pi difficile e astratto, si impara, e senza di esso, anche le cose pi semplici e accessibili diventano elevata matematica. Si pu dire che lanima, come il corpo, ha la sua bocca; siccome nessuno con la bocca chiusa mangia n beve, lanima, se non apre la sua bocca, non riceve n ottiene nulla, e siccome la necessit e lappetito aprono la bocca, lattenzione apre la bocca dellanima. Perci, il primo problema del maestro, del catechista, del predicatore, di ciascun insegnante, questo problema di aprire e conservare aperta la bocca dellanima di coloro che vengono ad ascoltare i loro insegnamenti. Certamente questo implica impegno e arte! Poich non voglio scrivere una conferenza sullattenzione, ma semplicemente dire come mi arrangio io per eccitare e sostenere nei miei ascoltatori infantili ed andaluces [dalla Andalucia, regione della Spagna], due circostanze certamente aggravanti!, mi limito a dire ci che si potrebbe chiamare un principio fondamentale di pedagogia casereccia: Lattenzione dei bambini direttamente proporzionale al SILENZIO e al PIACERE con i quali assistono.

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Silenzio e piacere Vale a dire, la bocchina chiusa e il volto allegro, come aprono la bocca dellanima! Per, ascoltate bene: tutte e due insieme!; luna senza laltra non produce il risultato cercato. Silenzio senza piacere potrebbe essere idiotismo, paura, sogno, malattia... Piacere senza silenzio ... un circo.

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SILENZIO SENZA PIACERE Dei miei tempi di maestro di scuola, l a Huelva, ricordo un caso pittoresco e che da solo vale un trattato di pedagogia. Uno dei miei incubi in quelli primi tempi delle Scuole del Sacro Cuore era il silenzio della classe dei piccoli. Avevo scelto un maestro buono come il miele e non plus ultra di buono. Cos ragionavo a questi angeli non mancheranno le loro mamme. Ai me! Due o tre giorni dopo, quello non era una corte angelica, ma di diavoli dello stesso inferno. Quali strilli! Che rumore di banchi che cadono, corpi che girano, di pianti e litigi...! Che spettacolo! In un angolo, tre o quattro cittadini impegnati nel poco piacevole compito di picchiarsi; in un altro, qualcosa di simile ad un ospedale di guerra, altri addormentati, altri piangevano, altri attaccavano il povero maestro... Ho dovuto licenziarlo, come era logico, e scelsi un altro maestro giovane, arrogante, energico, e addirittura con istruzioni mie di essere severo come uno spartano. Una lezioni a bambini dipinti faceva pi rumore di quella classe! Pochi giorni dopo mi avvicino in silenzio alla porta della classe dei pi piccoli e ... respirai tranquillo. Il trionfo era pieno e splendido! Non si sentiva neanche una mosca. Volendo fare dei complimenti al maestro e ai suoi discepoli entro nella classe e ... che quadro! I piccoli immobili, con le braccia incrociate, gli occhi
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chiusi per il sonno, i volti mangiati da mosche e i sensi addormentati per quellatmosfera che faceva della classe qualcosa di simile ad un funerale, nel quale, non mancavano le candele che brillavano sotto i nasi dei presenti n il morto, giacch cos era ridotta la gioia infantile, lattenzione intellettuale e la pedagogia... Cosa era successa? Il maestro si era imposto con il terrore; questo port, s, il silenzio, ma il silenzio della paura per prima, poi della noia, della paralisi idiota, e del sonno per ultimo... Ecco due estremi viziosi rappresentati in questi due maestri: quello del piacere senza silenzio e quello del silenzio senza piacere. Luno e laltro mai insegneranno qualcosa. Mancher loro sempre lattenzione. Come si trova il giusto mezzo? Come fare affinch i bambini, anche quelli pi vivaci, rimangano zitti e si trovino a loro agio? Soltanto cos, non lo dimentichiamo, apriranno la bocca della loro attenzione e mangeranno il pasto della nostra dottrina. Per, e questo un grande per, come si fa? Chi il mago che pu mettere insieme ingredienti cos diversi? Un bambino, addirittura andaluz, zitto e allegro? Piacevole nel silenzio?

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Penso che posso evocare tutti i volti stanchi di tutti i pedagoghi nati e che nasceranno, e tutti, uno dopo laltro, confesseranno con il tono pi scoraggiato gli insuccessi con i quali si sono trovati nella ricerca o nel raggiungimento di questo metodo.

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MODI DI GUADAGNARE LATTENZIONE [Nellultima parte di questo capitolo, il beato racconta diversi sistemi pedagogici e casi della vita reale, su come fare per guadagnare lattenzione dei bambini. Ne elenchiamo soltanto alcuni, in modo assai schematico, come esempio. Forse non tutti questo metodi sono applicabili nel nostro catechismo. Alcuni forse si. Ci che ci interessa far notare la creativit del beato, il suo interesse per conservare viva lattenzione dei fanciulli, e i principi pedagogici che sostengono questi esempi.] Far rispondere i bambini a diverse domande, o rappresentare diversi personaggi a bocca chiusa; Fare rappresentar ai bambini storie, o passi del Vangelo; Personificare nei bambini comandamenti, virt, vizi, e far loro rappresentare un ruolo; Proporre ai bambini casi storie e fare domande su di essi ai bambini: quali virt si vedono in questa storia? Quali vizi? Quali peccati? Quante opere di misericordia? Paragonare la storia con fatti raccontati dai vangeli, ecc.; Insegnare come deve essere la giornata del cristiano giocando al gioco dellorologio; Domandare quante cose otto ci sono qualche luogo, storia, ecc.;

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Spiegazione con rappresentazioni grafiche (deve esser fatta con precauzione, senza abusare); Spiegare le cose della chiesa, la loro storia, ragione di essere, uso, ecc; Visite o pellegrinaggi a luoghi storici di venerazione popolare, anche allinterno del proprio paese, accompagnate dalla spiegazione fatta dal catechista dei rispettivi significati; Far raccontare storie ai bambini (anche ripetere le stesse storie che uno ha raccontato); Il sistema per guadagnare lattenzione: la compenetrazione tra il maestro e i suoi discepoli: cio, parlare e trattare con i bambini con linguaggio di bambini e con pazienza di uomo forte e molto forte; Il catechista deve rendersi conto quanto sia importante avere presente il carattere (cultura, temperamento) di ogni regione (paese, nazione); Imparare a domandare: i bambini rispondono non a ci che vogliamo o intendiamo noi domandare ma a ci che noi letteralmente domandiamo.

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OCCHI CHE NON VEDONO, CUORE CHE NON SI SPEZZA Fonte e sorgente di sana pedagogia , veramente, questo proverbio. Nellinsegnamento della dottrina cristiana, lo troverete di meravigliosa fecondit. Se i bambini vedono pi e meglio ci che spiegato, pi e meglio si interesseranno i loro cuori e pi profondamente entrer in essi ci che vogliamo insegnare. Vedere la Dottrina Vedere la Dottrina? Non questo un impegno insuperabile? Vedere verit dogmatiche, regole di alta morale, idee e nozioni dun mondo spirituale o celeste? possibile vedere questo e precisamente esser visto dagli occhi dei bambini? Si, amici miei; difficile, molto difficile, ma non impossibile, e non ostante tutta questa difficolt continuo ad affermare: se non vedono, il cuore non spezzano. Come vincere questa difficolt? Anche se la risposta mi apre un campo molto grande, nel quale volentieri vorrei addentrarmi, tenendo conto del carattere divulgativo di queste pagine, mi soffermo e rispondo in modo breve e semplice:

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Volete che i bambini e quando parlo di queste cose riguardo ai bambini vedo molte e numerose classi di bambini , volete, ripeto, che i bambini vedano la Dottrina? Il Catechismo visto nel Vangelo Date loro pi storie dal Vangelo che lezioni di testo dal Catechismo; impegnatevi affinch conoscano prima chi fu Ges, che cose fece, dove abitava e dove continua ad abitare e poi ci che insegn con la sua parola. Le idee, anche se sante, bisogna capirle bene per amarle; le persone, quando sono buone, basta conoscerlei un po per voler loro bene. Si dimenticato, purtroppo, che i migliori cristiani non sono quelli che meglio conoscono la Teologia, ma quelli che pi saldamente credono e pi fedelmente si uniscono a Ges e lo amano.

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IL GRAN SEGRETO Affinch i nostri catechizzanti vengano al catechismo senza cupidigia di premi n pagamenti, attendano e conoscano poi la Dottrina, la amino e convertano la sua lettera in spirito, i suoi esempi in norme di vita e i suoi frutti nel carattere formato dei bambini, saldamente pietosi, affinch nella Catechesi si compia quel gioioso incontro e mutuo riconoscimento tra Ges e i suoi bambini, la molla meravigliosa, il segreto dei segreti, la vara magica che lo produce Leucaristizzazione del Catechismo Cio: che in tutta quello che dica, faccia, doni, studi e preghi il Catechista, cerchi di svegliare e sviluppare nel bambini la fede viva, il gusto e il senso della Presenza reale di Ges nella Sacra Eucaristia. Ogni insegnamento che si offra, ogni esempio che si mostri, ogni pena o bisogno che si scopra nel bambino, ogni allegria o speranza che gli sorrida, ogni passo avanti e ogni passo in dietro, siano come una mano che segnala il Tabernacolo, una mano che dica: l dentro sta il Maestro, lAgnello di Dio, colui che fa dei miracoli, il Medico, il Risuscitadore, il Perdonatore, e l sempre si pu andare a trovarlo, sempre si pu prendere qualcosa e con chi sempre possiamo contare. Mai dire che Ges fece nel Vangelo, ma che fa li. Nemmeno dire che se Ges ci vedesse o ci ascoltasse o che se noi lo vedessimo o ascoltassimo, ma che ci vede e ci ascolta e lo vediamo e lascoltiamo l. E perch vivo l, e

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aspetta e vuole tanto la visita dei bambini; essi devono accostarsi spesso alla Sua Mensa per stare con Lui, per chiacchierare con Lui sulle loro cose e i loro problemi e i loro desideri e le loro richieste e, come Lui cos attento da trovarsi zitto aspettando la risposta a ci che gli hanno detto. Non conosco molla pedagogica, n ascetica, n sociale per fare la vita dei bambini e degli uomini e dei popoli buona, gradevole, splendente di felicit e santa come la Fede viva, il gusto e il senso della Presenza Reale. Eucaristizzare! Scusatemi la novit della parola, non conosco per unaltra che esprima meglio ci che si deve fare con i bambini per portarli alla conoscenza, allamore e allimitazione del Cuore di Ges e, per fino, vi lo dico, alla santa pazzia per Lui.

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Altri scritti

GIOCARE CON I BAMBINI2 Ci che pi attira i gruppi infantili luscire del parroco un po prima del catechismo sulla porta della parrocchia o nella piazza pi vicina e con le prime bambine che trova fare un rond e metterle a giocare e con i primi bambini formare un battaglione e metterlo in marcia Ti assicuro che non c bambino che possa resistere i primi un, due di questi improvvisati militari. Gli urli che risuonano e lo spettacolo di vedere un prete marciando al passo del battaglione o girando la ronda e di pi effetto che il suonare di tutte le campane... Da tutte le strade che finiscono nella piazza della chiesa arrivano frotte di tutte le classi sociali infantili, cominciando da quelli che coprono scarsamente le loro carni, fino a quelli pi eleganti e ben vestiti che entrano nel gioco e si integrano nelle file del battaglione e giocano con il prete con la stessa naturalezza con cui lo farebbero con un Tizio qualsiasi... Che questo non serio? E, quale canone impone al prete davere faccia di giudice? Che perderanno il rispetto per il prete, se si abbassa tanto? Non si deve avere paura di questo. Inoltre, anche se sono scarsi i casi di mancanza di rispetto, se questo si perdesse, sarebbe il prezzo da pagare per ci che si guadagna in affetto, e volentieri cambio luno per laltro!

2 Manuel GONZALEZ, Lo que puede un cura hoy, EGDA, Madrid, 1999, 104-108.

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Cosa non piace di pi a quelli piccoli volti che vedere tutto un curato, con la sua canizie e la sua calvizie, i suoi latini e la sua seriet, fermarsi e comandare: Allora, tu sarai sergente, tu soldato, e fai questo e quello! Come per miracolo, quel eterno rompe-lampade diviene un uomo dordine, disposto a sostenere quest ordine con lo stesso entusiasmo con il quale poco prima gettava sassi ai cani della strada. E pioch il gioco stabilisce correnti di simpatia, quei bambini o bambine che fino a quel momento non sapevano del prete altro che costui era uno che porta sfortuna, o un corvo e una cosa molto cattiva, finiscono il gioco volendo bene il prete, almeno quello, e ben inclini a volere beni gli altri e tutto ci che questi rappresentano e predicano. Perci, non difficile al prete, quando arriva lora della Messa del catechismo, ordinare con voce imperiosa al suo improvvisato battaglione: Adesso marciamo in chiesa! Marciamo! E quelli, ubbidienti come soldati entrano in chiesa con marzialit di veterani. Quindi, amico, prendi coraggio e fatti bambino o bambina, ci che sia necessario, per rendergli tutti di Cristo. Salta, corri, marcia militarmente, gioca al pallone [o al trompo], senza paura dei tuoi anni e dei kili della tua umanit, che qua abbiamo reverende umanit di pi di cento chili che, senza vergogna e con tanto piacere quanto frutto lo fanno. Vedrai come tutti questi salti e capriole servano per imparare a fare quella capriola che ci faccia entrare in Paradiso.

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LA SUGGESTIONE DEL NUMERO Mi permetto di finire questo libretto facendo una piccola riflessione sul rapporto fra apostolato, numeri e frutti. Scriveva il Beato Manuel Gonzalez: Ci siamo lasciati trasportare troppo dalla suggestione del numero e poco dalla qualit3. A questo riguardo, mi sembra, si possono segnalare due tentazioni. La prima, quella di misurare con i numeri i frutti dellapostolato. La seconda, quella di impegnarci di pi o di meno nelle opere dapostolato, a secondo del numero di persone che partecipano in esse. Aspetto di questa tentazione potrebbe essere il rallegrarsi troppo se partecipano molte persone (cosa che non sta male, ma cos come noi siamo fatti, anche in questo ci potrebbe essere qualche disordine) o scoraggiarsi se ne partecipano poche. Come antidoto contro di queste tentazioni vorrei offrire ancora una pagina, una pagina doro, del beato Manuel Gonzalez, da un libro suo che si chiama Lo que puede un cura hoy4 (Ci che pu un curato oggi). Risponde con queste linee il beato ad una lettera dun parroco scoraggiato per i pochi frutti del suo apostolato. E dice cos: Conosco un parroco che ha fatto una magnifica predica alle colonne del tempio e a due o tre vecchiette, tanto buone quanto addormentate, e quan-

3 Manuel GNZALEZ, Aunque todos... yo no, ... . 4 Manuel GNZALEZ, Lo que puede un cura hoy,EGDA, Madrid 1999, 111-113.

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do gli ho domandato, stupito, se non si annoiava di predicare cos solo, mi ha risposto: Ai! Compio il mio dovere con la Chiesa e provo la mia predica per unaltra opportunit! Per Dio, per Dio, caro amico mio, come hai dimenticato presto quella piccola regola che qualche tempo fa ti ho insegnato e che diceva cos: Dio nelle opere compiute per la sua gloria non premia il frutto raccolto, ma il lavoro impegnato!, e quellaltra che diceva lopera migliore che abbiamo iniziato pu divenire cattiva o inutile per la incostanza. Un prete va in un paese, e dopo aver predicato molto e compiuto molto bene i suoi ministeri, riesce ad attirare, tutto sommato, soltanto un fedele! Cosa deve fare? Credo, semplicemente, che deve fare con questo solo fedele, ci che farebbe in presenza di molti fedeli. Sedere ben presto le mattine nel confessionale, come se dovesse confessare un battaglione; salire sul pulpito quando la Chiesa chiede di predicare a quellunico fedele con lo stesso fervore e lo stesso entusiasmo con il quale predicherebbe a mille uomini; celebrare le sue funzioni e fare il catechismo e fare tutto ci che si farebbe nella chiesa pi popolata e devota. Vediamo un po: Tu credi che quel prete rimarr molto tempo solo nella sua parrocchia se prosegue con costanza quella vita? Non credi che, essendo quella costanza da parte sua, si stancheranno prima i fedeli dessere cattivi od indifferenti

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che lui dessere un buon sacerdote? E anche se non riuscisse a far crescere il numero di fedeli e morisse lasciando soltanto un fedele nella sua parrocchia, dimmi, amico, non vale niente agli occhi di Dio quella vita di lavoro costante senza stimoli, senza incoraggiamenti, senza la consolazione del frutto, piena di fiele ben amaro, di disinganni crudeli, di lotte senza vittorie, di pesante solitudine? Io non la conosco, ma la immagino, la gloria riservata in cielo per lapostolo che si presenter lass radunato da mille danime. Ma posso assicurare che non sar molto lontana da quella gloria quella dellapostolo senza frutti e senza anime e senza aureola, che potr per presentarsi davanti al supremo Giudice e dirgli: Signore, soltanto un talento mi hai dato, ecco il talento che con esso ho guadagnato. Quindi, anche se i numeri sono necessari, non lavoriamo con numeri, lavoriamo con persone, composto sostanziale di corpo e anima, che valgono il sangue divino di Ges. Non lavoriamo per i numeri, lavoriamo per Ges Cristo. La Vergine Santissima ci aiuti ad imitare i grandi apostoli.

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SILLABARIO DEL CATECHISTA COMPLETO5 Come si forma una catechesi modello Organizzazione Parlo, adesso come prima, guardando pi che i libri la mia esperienza dapostolato come prete e come vescovo. 1 Lideale. Occorre aspirare a che ogni catechesi parrocchiale sia il seme duna parrocchia completa, liniziazione ad una vita cattolica saldo degli individui, delle famiglie e del popolo. Niente di catechesi monotone e offerte con contagocce, che danno soltanto colore [vernice] di cristiano! Catechesi compieta e in tutti i modi che si possa dare e ricevere! Catechesi con il suo credo ben saputo e creduto con fede vissuta, con i suoi comandamenti capiti e praticati, con la sua preghiera imparata, sapori-

5 AGGIUNGERE CITAZIONE. Questo testo ci pu aiutare a capire come pensava la pratica del catechismo il nostro Beato. Per quanto pare, egli distingueva come due momenti diversi dellinsegnamento religioso dei bambini da una parte ci che stato chiamato la dottrina (vale a dire, linsegnamento della dottrina cristiana) e il catechismo al quella si riferisce in questo suo Sillabario. Cos si vede come nella sua mente si univano armoniosamente linsegnamento della dottrina e la pratica della vita cristiana. Anche se forse non tutto quanto dice qui il Beato applicabile nei nostri catechismi, restano sempre illuminanti i principi che il Beato ci insegna, e gli esempi delle diverse attivit che svolgeva, in ordina ad una autentica catechesi integrale.

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ta e fatta cibo della vita, e con i suoi sacramenti ben conosciuti, e al loro tempo ricevuti...! Dottrina cristiana, non solo conosciuta e capita, ma pure praticata e mangiata dal primo scintillare di luce della ragione, fino allultimo soffio di vita! Con questo, tutto si pu e si deve sperare; senza di questo, n azione eucaristica, n azione cattolica, niente! 2 La formazione di un segretariato catechetico diocesano, come lo comanda la Sacra Congregazione del Concilio. Lo ho fondata a Malaga e tento di proseguire con quello stabilito a Palencia, servendomi specialmente di tre elementi: I. Missionari catechistici. II. Una catechesi modello che serva come esempio per le altre. III. Museo catechistico. 1. Missionari catechistici 1 Scopo dei Missionari. I chiamati Missionari catechistici sono un gruppo di sacerdoti scelti tra i pi zelanti e i pi esperti nellarte di insegnare il catechismo, che si dedicano a visitare i centri catechistici, fomentare la fondazione di nuovi centri e assistere i direttori e i parroci per mezzo di conferenze, accademie catechistiche, organizzazione di gare, siccome la formazione di statistiche diocesane e feste catechistiche, ecc., ecc.

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2 Piano di lavoro dei Missionari. Le uscite dei Missionari alla catechesi sono pi o meno frequenti, a secondo delle necessit dei paesi e le richieste che facciano i direttori dei catechismi della diocesi, seguendo sempre le disposizioni del vescovo. La visita del Missionari consta ordinariamente dei seguenti atti: a) Col direttore, generalmente il signore parroco, ha il Missionario amichevole chiacchiere sul funzionamento del catechismo, offrendo le sue conoscenze catechistiche e la sua attivit personale, per aiutarlo alla pi perfetta organizzazione dellinsegnamento religioso. b) Con i catechisti: uno o due giorni di ritiro spirituale, che consiste in brevi meditazioni, istruzione dottrinale e conferenze teorico-pratiche sulla pedagogia catechetica. c) Con i bambini: catechesi quotidiana, una lezione pratica davanti ai catechisti e riunioni particolari con i bambini pi grandi e migliori. d) La sera svolge un culto semplice e breve con istruzione dottrinale per gli adulti, cercando allo stesso tempo di fomentare linsegnamento religioso tra i giovani del paese, con i quali ha, alcune volte, quando le circostanze lo richiedono, chiacchiere di tipo familiare. 2. Catechesi modello Si stabilita a Malaga, nella parrocchia de la Merced, diretta dal Seminario.
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Organizzazione La giunta diretta costituita da seminaristi teologi: direttore, vicedirettore, segretario, e altri seminaristi, incaricati delle diverse sezioni della catechesi. I catechisti a) Divisione. La catechesi delle bambine sta a carico delle Marie catechiste della parrocchia. Quella dei bambini, indipendente da quella delle bambine, sta a carico di seminaristi teologi. Uni e altri si dividono in catechesi di piccoli, di prima comunione, di grado medio o elementare, e di superiore o perseveranza. b) Formazione delle catechiste: 1) Dottrinale. Hanno unaccademia catechistica settimanale diretta da un professore del seminario. Dura mezzora: dieci minuti distruzione pedagogica, servendosi del trattato elementare di pedagogia catechistica del dottore Llorente, eminente catechista spagnolo, e delle procedure catechistiche insegnate nei libri Partiendo el pan a los pequeuelos, Sembrando granos de mostaza y La gracia en la educacin, e venti minuti distruzione dottrinale che le stesse catechiste svolgono a modo di circoli di studi, servendosi da un breve trattato di religione. Hanno pure sezioni speciale di formazione pratica, esami e titoli. 2) Vita di piet. Due volte la settimana hanno un circolo di piet, dove commentano le loro letture spirituali. Ogni mese c per loro un ritiro spirituale.
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c) Formazione dei catechisti. Esiste una commissione diretta da un Missionario catechista, la quale studia e normalizza quanto si riferisce alla parte didattica della catechesi, e ha composto un Programma ciclico di catechismo in tre gradi, pubblicato e approvato dal Vescovo, con domande su catechismo, storia Sacra e di Ges, liturgia e pratiche di piet per ogni lezione. Esiste una lezione settimanale di pedagogia catechetica a carico di un professore del Seminario. Per la preparazione prossima si obbliga ai catechisti a studiar almeno per una ora la lezione corrispondente del programma ufficiale della diocesi, il quale a sua volte sta accomodato al testo diocesano di catechismo del padre Ripalda, facilitandoli quanti libri ne abbiano bisogno per detta preparazione o studio, sia dalla biblioteca catechistica, sia dalla biblioteca del seminario. Di ci che si fatto in questo studio, i catechisti rendono conto ai direttori subalterni corrispondenti a ciascun dei diversi gradi prima di spiegare la lezione ai bambini. Le conferenze della sezione generale che hanno luogo dopo di finire le sezioni particolari, le svolgono i catechisti teologi, segnalandoli per turno la materia con venti giorni di anticipo di modo che si possano preparare adeguatamente.

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Queste conferenze: a) durano soltanto dieci minuti, b) si scrivono tutte, c) sono dette per gli interessati due o tre giorni prima di pronunciarle, davanti a tutti i catechisti teologi, con lassistenza dun sacerdote, i quali con tutta chiarezza e conoscenza di causa indicano ci che degno di lode e ci che merita disapprovazione, proponendo in questultimo caso il modo pi assimilabile di esporre il punto censurato. d) quando si crede conveniente, secondo il giudizio del direttore, si sottomettono nuovamente ad una critica posteriore. I bambini 1) Assistenza Varia tra duecento e duecento cinquanta tra bambini e bambine. 2) Stimoli per lassistenza e lapplicazione dei bambini a) Il primo e principale: una consegna totale, senza riserve, amorevole e disinteressata dei catechisti ai bambini, senza cercare altre cose che la gloria di Dio e il bene delle anime.

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b) Una accurata preparazione previa al catechismo da parte dei catechisti, i quali si impegnano nellacquisire tramite la preghiera, lo studio e lesperienza le preziose qualit che devono ornamentale unausiliare del maestro divino. c) Una completa e sincera sottomissione dei catechisti alle indicazioni del direttore, e una stretta unit tra tutti loro. d) Organizzazione perfetta del catechismo con unadeguata e severa distribuzione dei catechisti, dei bambini, del tempo per ciascuno degli esercizi del catechismo e delle materie che si devono insegnare. e) Feste catechistiche, serate, giochi, gite, posti onorifici nella classe, voti quindicinali o mensili dassistenza, condotta e applicazione, esami, gare, visite ai genitori dei bambini, e a costoro quando non assistono o sono ammalati, bambini propagandisti scelti tra i migliori, ecc. N.B.: Non si consegnano vagli dassistenza n si distribuiscono premi materiali di nessuna classe n individuali n collettivi, n si fanno riffe di nessuna specie. Il motto : tratto amorevole [carioso], dottrina ben insegnata e fiducia nella grazia di Dio. Questo non toglie che si possa soccorrere i pi bisognosi in segreto e per carit, non per come paga alla loro assistenza, comunioni, Messe, ecc. 3) Formazione dottrinale Oltre listruzione che i bambini ricevono nelle sezioni particolari e generali, adattata ai loro diversi programmi, esiste una preparazione speciale alla prima

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comunione, che si fa tre volte lanno: nellavvento, nella quaresima e nella Pentecoste. Si tengono pure circoli di studi per quelli delle classi superiori. 4) Formazione nella vita di piet Si lavora con cura nella formazione speciale di un gruppetto di selezione, al quale si procura di formare individualmente sotto la guida dun direttore spirituale. I bambini di questo gruppo scelto, formati intellettualmente e moralmente con grande sollecitudine, sono la base e la vita del catechismo, perch animano gli altri bambini a studiare il catechismo e alla pratica della vita cristiana. Ci sono tra i bambini di questo gruppo circoli di piet nei quali sotto la guida di un sacerdote loro stessi commentano passi del Vangelo letti prima e si trattengono in chiacchiere spirituali. Tra di loro ci sono cinque o sei di comunione quotidiana e trenta o quaranta di comunione settimanale. Ogni messe si svolge con i bambini dei gradi superiori ed elementari un ritiro spirituale nel seminario, che incomincia alle ore otto, con la Santa Messa di comunione, e finisce alle tre di pomeriggio. Le bambine hanno il loro ritiro mensile nella Casa di Nazareth, aiutate dalle Marie che abitano l in comunit. Una Domenica per i minori di dodici anni, e laltra per i pi grandi; in silenzio e rispettando ogni formalit.

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Diverse sezioni alle quali possono appartenere volontariamente tutti i bambini del catechismo Sezione di piet: I bambini di questa sezione due volte la settimana commentano le loro letture spirituali; sono saldamente istruiti nella piet, incoraggiata alla pratica della comunione frequente, Santa Messa, lettura spirituale, esame di coscienza e meditazione quotidiani. Le bambine hanno queste riunioni con le Marie. Sezione di clero infantile: i membri di questa sezione sono istruiti saldamente nella Liturgia cattolica mediante un programma di liturgia storicosimbolica e cerimoniale. Gli si insegna ad aiutare con tutta la venerazione la Santa Messa, a fare di accoliti, di turiferari e di torcieri nella Messa solenne, Benedizione e altri atti di culto. Sezione di cantori: Hanno scuola di canto. Imparano la Messa De Angelis, e altri scelti e numerosi canti latini e castigliani e attuano in tutti gli atti del catechismo. Sezione di scena: Nella quale non pochi bambini imparano a recitare poesie religiose e dialoghi, e a comporre piccoli discorsi per le feste mensili del catechismo. Le bambine hanno una sezione simile e le loro serate con le loro Marie catechiste. Tutto questo guardando principalmente a formare membri per la Giovent della Azione Cattolica.

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Sezione ricreativa: Incaricata di dirigere e regolamentare i giochi del catechismo: calcio, tennis, ecc. Sezione di biblioteca: I membri di questa sezione che la pi numerosa, contano con una nutrita biblioteca ambulante con libri di istruzione catechistica, libri ricreativi, libri di piet e numerose riviste infantili. Sezione di stampa: A questa sezione appartengono i propagandisti della stampa cattolica. Ognuna di queste sezioni ha un catechista come direttore, una Giunta direttiva costituita per i bambini pi entusiasti della sezione e un semplice e brevissimo regolamento. Funzionano tutte mezzora prima del catechismo. 5) Durata e tempo del catechismo La catechesi dura tutto lanno e le lezioni hanno luogo i giorni gioved, sabato e Domenico, per spazio soltanto dun ora. Questora distribuita nel seguente modo: dieci minuti di prova generale di canti; trenta di sezioni particolari, distribuiti secondo i corrispondenti gradi; dieci minuti di esposizione minore e benedizione con sua Divina Maest. Tutto finisce con alcuni brevissimi avvisi del direttore del catechismo. I sabati, invece della conferenza generale i bambini pregano il rosario e cantano la Salve.

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6) Messa dei bambini6 Tutte le domeniche e i giorni festivi, oltre la messa di comunione dei bambini, si celebra la messa chiamata del catechismo alle ore undici del mattino. I bambini e la bambine collocati in rigoroso ordine, occupano gran parte della navata centrale della chiesa parrocchiale. Accomodandosi alle diverse parti della Santa Messa, i bambini recitano a voce rispondendo alle intercessioni che uno di loro dirige, il salmo judica, il confiteor, la preghiere delle offerte, il sanctus, il Pater Noster, e la preghiera dopo la comunione. Un bambino legge a voce il Vangelo del giorno. Cantano canti scelti durante loffertorio, dopo lelevazione e prima delle ultime preghiere. Un ordinando parla ai bambini durante la Santa Messa facendo brevissimi e semplici commenti al Vangelo o spiegando alcun punto della liturgia della Santa Messa. 7) Feste catechistiche Ogni mese si celebra una festa catechistica, con straordinaria assistenza di bambini e anche di persone adulte. Queste serate consistono nella recita e declamazione di poesie e dialoghi, frammischiati con canti preparati a posta per loccasione. Fanno il numero principale di queste serate le prezio-

6 Si ricordi che il Beato si riferisce al rito della Santa Messa previo alla riforma del Concilio Vaticano II.

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se recite infantili di passi evangelici e una lezione pratica di catechismo fatta da un catechista adeguatamente preparato. Nei diversi tempi dellanno liturgico, la sezione di scena del catechismo rappresenta nel seminario, a campo aperto e in luoghi adeguati, scene dellAntico e del Nuovo Testamento, relazionati con questi tempi liturgici. Spesso a queste feste sono invitati altri catechismo della capitale e paesi vicini. 8) Gite catechistiche Sono state varie quelli si sono svolte nei quattro anni che funziona il catechismo. Gite particolari: Si fanno con alcune delle sezioni del catechismo guidate dai loro rispettivi direttori, come ricreazione e stimolo per i bambini di dette sezioni. Gite generali: A queste gite, che si fanno alcune in campagna, e altre, la maggior parte, a paesi vicini, partecipano tutti i bambini del catechismo, tranne i pi piccoli. Alle gite fatte finadesso hanno partecipato da novanta a cento bambini. Una ed altra classe di gite si fanno in ordine a insegnare ai bambini a come fare apostolato, nel quale poi dovranno esercitarsi vivamente ingessando nelle file della giovent cattolica parrocchiale. Cominciano tutte con la Messa di comunione generale nella parrocchia o nel paese nel quale si svolge la visita, la mattina i bambini cantano la messa parrocchiale, e la sera
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celebrano una serata catechistica simile a quella che celebrano ogni messa nella propria parrocchia. A queste feste concorrono alcuni catechismi della parrocchie vicine, partecipando in modo attivo pure i bambini di questi catechismi. Le spesse originate da queste feste vanno per conto dei bambini: treno, macchina, merenda, ecc. Cos loro imparano e si vedono forzati a fare piccoli risparmi per queste feste, privandosi da spesse superflue e nocive. Quelli che in assoluto non possono pagarsi le gite sono aiutati in modo conveniente e segreto. 3. Museo catechistico diocesano Domicilio sociale, nel seminario diocesano. Lo scopo del museo provvedere ai catechismi e altri centri di cultura religiosa della diocesi i mezzi pi adatti per linsegnamento religioso e morale dei popoli. Nota bene. Nei posti dove non si possa contare con seminaristi n Marie, impieghiamo i membri delle giovent cattoliche o congregazioni mariane, e soprattutto della dottrina cristiana, tanto raccomandata dalla santa Chiesa. Che non si pu contare con grandi locali, con libri, con quadri murali, con cinema personale adatto?

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Non si dimentichi: il catechismo il catechista; il suo volto, il quadro migliore; il suo cuore, lattrattivo maggiore; la sua fiducia nella grazia, la sua vittoria. Che troppo quanto chiedo? vero; ma anche molto di pi quanto offro o prometto che si otterr.

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LA GRAZIA NELLEDUCAZIONE7 Prologo Questo libro Riproducendo e sviluppando alcune idee di una conferenza che ho dato in un gruppo di studio di maestre Teresiane, voglio portare a queste pagine e tramite loro alla pubblica circolazione un tema tanto importante quanto dimenticato, qual linflusso della grazia, nei suoi due significati, naturale e soprannaturale, nelleducazione dei piccoli e dei grandi. Tema per di pi grazioso C ancora posto per la grazia, specialmente quando i signori pedagoghi simpegnano nel fare della Pedagogia, della Paidologia, della Psichiatria e di tutte le scienze e gli arti che girano in torno al tema di insegnare a educare, una cosa molto seria, piena di precetti, al livello del pavimento e perfino delle tettoie del mondo e ben lontana dal gusto e dallumore delle generazioni di giovani, maschi e femmine, che si vedono forzati a salutar queste scienze se vogliono ricevere lanelato titolo di maestro e di educatore? veramente grazioso parlare di grazia nella Pedagogia!

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Tema importante Tanto importante, quanto grazioso. Al punto che secondo me il primo capitolo di ogni Pedagogia razionale (non stupitevi dallaggettivo! Non un pleonasmo!) e ancora di pi se questa vuole essere cristiana e per questo anche integrale, cio, che non spezzi il bambino ma che prenda in considerazione tutto quanto un bambino , il primo capitolo di ogni Pedagogia dovrebbe essere lo sviluppo di questaffermazione, o qualcosa del genere: Non si metta a fare il maestro, e se si messo, che se ne esca, chi non conti con la grazia della terra e con quella del cielo O pi breve: Siano scolasticamente scomunicati tutti gli insaporiti, quelli senza grazia. Ho detto che si dovrebbe riservare il primo capitolo di ogni pedagogia a questo enunciato e mi rendo conto che questo ancora poco: bisogna aggiungere: e (evvivano i radicalismi e muoiano i panni caldi!) che ogni pedagogia non dovrebbe avere pi capitoli che questo, e che tutte le altre cose per quanto rumore possano fare, rumore di campane o di motori, restino per il luogo degli appendici o delle aggiunte. Quindi, non sento nessuna paura nel mettere questa come lunica tesi di tutta la pedagogia: Il maestro migliore quella che abbia pi grazia e conti di pi su di essa. Pu sapere di numeri pi che Newton, di astri pi che Keppler, di microrganismi pi che Pasteur, di lettere pi che Cervantes, di forze naturali nascoste pi che Edisson e Marconi e pi che ogni talento massimo di ogni cosa, ma vi assicuro che, con tutti quelli tesori di scienza, non saranno educatori,

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e, quindi, maestri nel pieno significato del termine, se sono dei perfetti senza grazia, cio, o che non la abbiano, o che n la cerchino, o che non ne sentano la mancanza. Dategli qualsiasi altro nome, tutto lo magnifico che volete; per Dio, per, non coprite con quella cattiva ombra laugusto nome di educatore e di maestro! Per dimostrare questo, non solo con aria [donaires] pi o meno graziosi, ma con ragioni ben serie, non esente anche loro di grazia, vengano queste povere righe che sottometto alla pazienza degli amici e del solito curioso lettore. A chi interessa? 1 Agli educatori: Sacerdoti, genitori, maestri, catechisti, e guide altrui. E 2 Agli autoeducatori: cio, a quelli che dopo aver ricevuta la prima educazione, si rendono conto e sono persuasi della necessit e dei vantaggi, non solo del lasciarsi educare ma pure delleducare se stessi. Agli uni e agli altri, pazienza per leggere e abbondante profitto dalla lettura augura Lautore Madrid, 1935

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TUTTI CATECHISTI8 Un programma di catechismo minimo Dicevo io lanno 33 in piena Repubblica laica No credo che ci sia un vero cattolico o una vera cattolica, cio, uno o una che capisca le cose e sia convinto di ci che e di quanto vale la sua dottrina, che al grido oggi ufficiale di moda di Niente catechismo!, e che spesso si traduce in Tutto contro il catechismo!, non opponga con tutto il cuore un altro grido: Tutto per il catechismo!. Il nostro dovere e la nostra coscienza di cattolici ci dicono che non solo si deve supplire il catechismo che non si insegna pi nelle scuole laiche ufficiali, ma che anche bisogna inondare le anime dei piccoli e dei grandi con gli insegnamenti della dottrina cristiana. Chi, chi ami al meno un po, non molto, la propria religione e la propria patria pu contemplare impassibile le nuove generazioni che arrivano, irreligiose, senza timore n speranza, senza fede n coscienza, senza legge di Dio n il freno del rispetto allautorit umana che da Lui viene? Ripeto oggi Bisogna dare catechismo a tutti, e quanto pi, meglio, e in tutte le forme che la coscienza, lo zelo e lingegno lo dettino, perch tanti rimangono laici e
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molti imprigionati, e la salvezza completa non pu venire che dal catechismo ben capito e vissuto. Per E qui appare il PER di tutte le buone opere. Sono molto impegnato per conosco cos poco il catechismo per non sono pratico per insegnare per ho cos poca pazienza con i bambini la mia salute i miei incarichi il mio Non ostante tutti i per, Ripeto: Tutti catechisti! Come? Rispondo con ben poche parole. Allo stesso modo che esiste un catechismo maggiore, uno medio e uno minore a secondo degli anni e della cultura di quelli che devono riceverlo, propongo qui un nuovo grado di catechismo MINIMO per luso attivo e passivo di tutte le classi di cattolici , cattolici grandi e piccoli, cattolici furbi e poco prattici, impegnati e disoccupati, sani e ammalati. Cos minimo questo programma che si pu ridurre a solo tre questioni, che sono:

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1 Un cattolico insegna il catechismo sempre che agisce come cattolico. 2 Un cattolico insegna il catechismo sempre che parla come cattolico, e 3 Un cattolico insegna il catechismo ogni volta che sinteressa per quelli che si dedicano a insegnarlo, sostenendoli con i suoi soldi, pochi o molti, con il suo lavoro perseverante, con le sue preghiere e in tutti i modi che possa. Ecco la spiegazione, anche se non la credo necessaria, di questo PROGRAMMA CATECHISTICO MINIMO. Di fronte ad esso, chi potr scusarsi dessere catechista? S, tutti catechisti! Anzi, siamo tutti catechismi VIVVI! Sia sufficiente vederci e sentirci affinch gli altri imparino il catechismo della nostra benedetta religione! Pi odiata quanto pi sconosciuta, pi seguita e amata mentre pi conosciuta! Un cattolico o una cattolica insegnano il catechismo sempre che agiscono come cattolici. Il nostro catechismo, come ricorderete, contiene quattro parti: il credo, cio quello che dobbiamo credere come cattolici; i comandamenti, o quello che dobbiamo praticare come cattolici; la preghiera, ovvero ci che dobbiamo chiedere come cattolici, e i sacramenti, cio ci che dobbiamo ricevere per vivere nel tempo e nelleternit come cattolici. Vedete adesso un modo

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semplicissimo di insegnare a chiunque ci vicino, ci guarda o passa accanto a noi qual cosa del nostro catechismo e de alcune delle sue parti. Ecco alcuni casi Lei, cattolico o cattolica che mi legge, sta per prendere il metro o per entrare o uscire o passare attraverso una folla che stringe. Vuole Lei insegnargli un po di catechismo? Con il migliore sorriso lasci passare chi pi fretta ha o chi spinga nel modo pi maleducato, e a questo e ai circostanti avr insegnato, senza vantarsi e senza che loro se ne rendano conto, un po dei comandamenti (al prossimo, come a te stesso), delle opere di misericordia (sopportare le debolezze del nostro prossimo), e perfino dei consigli evangelici (amare il prossimo pi che se stesso). Passa lei davanti a un tempio e si scopre il capo, se cattolico, o fa il segno della croce, se cattolica, e con quel solo gesto insegna a quelli che passano o sono l un po del suo credo (quella la casa del Dio vivente). E, se invece di passare, entra nel tempio e fa con riverenza sul capo con lacqua santa una croce e non un scarabocchio, e lo fa senza battere il tacco e con raccoglimento, e si dirige verso il Tabernacolo e prega, inginocchiato, o si comunica preparandosi durante un po di tempo e prendendo tempo pure per rendere grazie, o assiste alla Santa Messa seguendo con gli occhi il sacerdote o le pagine del suo devozionale e non quelli che entrano ed escono, o offre una elemosina per il culto quanti pochi di credo e di preghiera e di sacramenti ha insegnato sul dogma della presenza reale di Ges nellEucaristia, sulla

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Messa, sulla Comunione, sui sacramentali (lacqua santa, il segno della croce), sulla piet nei riguardi della madre Chiesa, ecc., ecc! Ha lei domestici, dipendenti o operai nella sua casa, nel suo negozio, o sotto i suoi ordini e paga loro puntualmente, forse un po di pi che di meno di quanto giusto si comporta con loro con affettuosa considerazione si interessa per le loro necessit e difficolt, sia personali che familiari dissimula con indulgenza le loro debolezze e mancanze, e perfino si preoccupa di fargli pi buoni e istruiti nella loro religione? Solo con questo a dato loro e quanti conoscano il vostro modo di agire una buona lezione sui comandamenti e sulle virt. E, se alcuna volta, forse molte, quellatteggiamento vostro sar occasione di che vi prendano in giro, vi critichino e perfino vi perseguitino, non avete paura per il frutto della vostra catechesi; la lezione della dottrina stata fatta e quelle burle e contraddizioni sono segnale chiarissimo che anche il demonio ha capito bene che l c un catechista di Ges. Una controprova di quanto valgono quelle lezioni di catechismo fatte a base di opere conformi allo stesso catechismo, largomento che i logici chiamano a contrario. Ogni volta che un cattolico da esempio dessere tale, tanto favorisce la conoscenza e la stima della sua religione quanto disfa quando da un cattivo esempio.

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Quante volte avrete sentito diffamare e disonorare la nostra santa religione e volere giustificare molte condotte e azioni sviati servendosi solo di questa ragione o senza ragione! Siccome il signore Tizio, che cos cattolico, o la signora Tizia, che cos devota, lo fanno, lo dicono, lo leggono, vano, frequentano, pagano cos! Non questa la ragione o la scusa di tanti che frequentano cinema e balli immorali, di tante mode e letture dissolventi, di pratiche e abitudini pi pagane che cristiane cos in moda tra tanta gente che si chiama cattolica? Due lezioni di catechismo di opere Tra mille che posso citarvi, ne scelgo due, ambedue riferiti al tratto riguardante il Santissimo Sacramento. La prima di San Francesco di Sale. Un calvinista che lo aveva sentito predicare sulla Presenza reale di Ges nellEucaristia, volle confermare da s se il predicatore credeva ci che predicava. E pens di rimanere nascosto tutta la notte nella chiesa accanto alla quale abitava costui. Se crede, si diceva, che Ges l nellOstia, verr a trovarlo, anche se non lo vede nessuno, e si comporter davanti a Lui come se fosse vivo. Di fatti, quando era gi tarde, una figura entra nella chiesa e va avanti con difficolt illuminata dalla piccola luce della lampada. Che forte emozione per
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il vigilante nascosto! Lombra avanza, arriva davanti al Tabernacolo, si prostra con la testa sul petto, o levata verso la piccola porta del Tabernacolo, e rimane cos per molto tempo Il giorno dopo, il calvinista chiedeva dal Vescovo di Geneva la comunione cattolica. La seconda lezione e contraria alla precedente. Dopo la processione di Corpus sent, con pena e vergogna, da un protestante straniero che la aveva presenziato per curiosit queste parole: - Signore! Bella la processione; cera per un gruppo di signori che non dovevano credere, che non erano cattolici. - ...? - S, perch parlavano e ridevano cos distratti come se l nellOstia non ci fosse nessuno Vedete fino a dove arrivano le lezioni di catechismo di opere? Un cattolico o una cattolica insegnano il catechismo sempre che parlano come cattolici Badate a un altro mezzo, assai efficace, di insegnare dottrina cristiana in modo permanente e di insegnare ad essere buoni cattolici. Siamo cattolici?

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Parliamo, quindi, cattolicamente. Quando? Sempre, perch, grazie Dio, ad ogni ora, dal momento che siamo battezzati, siamo cattolici. Con chi? Dobbiamo parlare cattolicamente con tutti quelli con i quali parliamo: con Dio e col diavolo, con quelli di casa e con quelli della strada, con gli amici e con i nemici, con i conosciuti e con gli sconosciuti con qualsiasi persona che parliamo! Sempre in cattolico! Che grandi lezioni di dottrina cristiana! Parliamo cattolicamente con Dio Se un cattolico, nel parlare con Dio, sia nella Chiesa, sia nella sua casa, sia nella strada o nel cimitero, lo fa con atteggiamento di rispetto massimo e massima attenzione, senza guardare da una parte allaltra, senza interrompere la sua conversazione per una meno importante, pronunciando le parole della sua preghiera piano e grammaticalmente quel cattolico, senza volerlo, sta insegnando buona parte del credo (chi Dio), dei comandamenti (ci che a Dio dovuto) e della preghiera (a chi e come si deve pregare). Non tutti i cattolici sono tenuti a parlare di Dio come lApostolo, che lo annunzia ovunque e lo fa conoscere anche con rischio della propria vita, n

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come il teologo che schiarisce le profondit dei divini misteri, n come il catechista che ha ore segnalate per parlare e insegnare le cose di Dio. Tutti i cattolici sono tenuti per in certe occasioni a fare professione della fede cattolica, sopratutto quando non farlo fosse equivalente a una apostasia; sono tenuti pure a parlare di Dio e della sua religione e delle sue istituzioni con rispetto e venerazione; e, se non obbligati, devono essere i cattolici disposti a disprezzare il linguaggio laico e pagano che ci si vuole introdurre; e, secondo le nostre lodevoli tradizioni cristiane, insigni trofei e brillanti cristallizzazioni della fede e della piet dei nostri nonni, non parlare altro linguaggio che quello spagnolo tradizionale che invoca Dio, la Madonna e i santi in tutti gli atti e circostanze della loro vita, non solo individuale e privata, ma anche familiare e sociale, come il saluto, Dio La guardi, Ave Maria Purissima, o nel congedarsi resti Lei con Dio, con Dio, addio; nel cominciare e nel finire di mangiare, la benedizione e lazione di grazie per quel gran beneficio, nel condizionare gli avvenimenti futuri dicendo se Dio vuole, Dio piacente, e in mille e mille altri casi. E, quando non sia sufficiente il linguaggio parlato, quelle stesse tradizioni ci hanno insegnato a mettere, a lodare Dio e la Vergine Santa Maria, perfino nei architravi delle case col Dio sia lodato, i quadri e gli ornamenti delle stanze e di tutte le abitazioni della casa con rappresentazioni di assunti religiosi e morali; i frontispizi dei palazzi con iscrizioni e frasi religiose; la parte pi alta degli edifici e dei colli e dei monti con la loro croce; gli incroci dei cammini con immagini pie, e con le innumerevoli manifestazioni di fede

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con le quali i nostri nonni abbellivano e cristianizzavano con lodi e ringraziamenti e insegnamenti di Dio laspra e secca prosa della vita terrena. Queste cose insegneranno il catechismo? Certo! Catechismo e teologia di alti carati e ben pedagogicamente insegnati! Controprova Cosa impareranno, invece, i piccoli e i grandi da quelli cattolici i quali, o mai parlano con i loro Dio, o quando lo fanno, lo fanno i modo cos precipitato e meccanico, che nemmeno loro sanno ci che dicono, e a volte non dicono nulla perch se ne mangiano le parole e le pronunziano in modo sfigurato? Quali esempio di rispetto sumo verso Dio, o di coraggio nel confessarlo pubblicamente, daranno quelli cattolici per i quali fare il segno della croce davanti ad altri un atto eroico, il pregare compromettente, il pronunciare il nome di Dio o professarsi apertamente cattolici cosa poco meno che di martiri? Una graziosa controprova Sempre ricorder la graziosa osservazione di un bambino di precoce verit, nella cui cristiana casa si pregava il Santo Rosario. Io domandai se lo pregava bene o male, e mi rispose con tono di magistrato che dice una sentenza:

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- A me piace di pi quando a casa il rosario lo guida papa che quando lo guida la nonna. - Per ch? - Veda lei: con papa tutti capiamo, il Signore e noi, che preghiamo e ci che preghiamo con la nonna invece, mi pare che neanche il Signore lo sa - S, s, perch con papa, quando si dice a pregare, non si fa altra cosa che pregare e con tutte le lettere e, guai di chi si distrae! Con la nonna, con la nonna (e lo enfatizza con il tono e il gesto) cominciamo a pregare Poi per si fa di tutto; lei si addormenta, noi scherziamo, giochiamo, litighiamo, e finalmente ci addormentiamo pure noi E per ci dico che nemmeno il Signore se ne rende conto che preghiamo, perch il massimo che il Signore vede e che cominciamo a pregare Nei miei catechismi Quante e quante volte ho potuto provare e comprovare linflusso dellesempio, quanto sto dicendo, quando, avvolto da una folli di bambini, allora dellAngelus del mezzogiorno o della sera, in piena esplosione di giochi e divertimento, porto il dito alle labbra chiedendo silenzio, incrocio le mani sul petto, chiudo un po gli occhi in atteggiamento di preghiera, e il silenzio si impone elettronicamente e tutti rispondono ai miei Padrenostri e Avemarie, pregate da me senza alzare la voce, con le loro preghiere pure calme!

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Lasciare cadere le braccia e guardarli con uno sguardo avvolto da un sorriso, sufficiente affinch quel lago di calma torni alla tempesta di grida e di salti Parlare cattolicamente con i prossimi! Senza nessuna vacillazione affermo che un cattolico che parli con e dei suoi prossimi allo cattolico insegna pi catechismo che unUniversit di scienze morali. Quanta ragione aveva lApostolo Giacomo quando scrisse che la perfezione del cristiano consisteva nel dominare la sua lingua! Con quanta verit chiam la lingua universit diniquit! Un cattolico che parla cattolicamente colui che domina la sua lingua in modo tale di farla diventare da universit di iniquit in sorgente di beni di ogni specie. Parlare cattolicamente non solo un eccellentissimo modo di osservare i comandamenti della legge di Dio e di praticare le virt, ma anche di insegnarli agli altri. Parlare cattolicamente, inoltre a non offendere la santit e ludito di Dio n la coscienza del prossimo con bestemmie o parole ingiuriose verso di Lui, della Madonna o dei santi, o con falsi giuramenti, o cattivi o inutili, significa anche trattare santamente le cose sante, come comanda il secondo comandamento della legge di Dio.

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Parlare cattolicamente trattare i figli i padri e i minori i maggiori, sia in et, sapienza o governo, con affetto, rispetto, sottomissione e deferenza; e i padri e i maggiori i figli e i minore con affetto, interesse e sollecita considerazione, come lo comanda il quarto comandamento. Parlare cattolicamente non solo non macchiare le nostre labbra n i nostri gli orecchi n quelli alieni con parole sporche, conversazioni disoneste, scherzi scandalosi o racconti di doppio senso; ma anche disinfestare e profumare lambiente che ci circonda con parole e conversazioni limpide, che propaghino e facciano amabili le sane abitudini e le azioni degne. Parlare cattolicamente non offendere limmagine di Dio che il nostro prossimo porta in s, anche se il nostro maggiore nemico; n il diritto che ha ad essere trattato con verit, giustizia e carit, almeno come noi vogliamo essere trattati; non dando quindi, bugie al posto di verit, ingiurie di parole aggressive, e parole dure al posto del tratto di fratello e di prossimo, o mormorazioni e calunnie invece di difesa caritatevole o silenzio rispettoso. Parlare cattolicamente restare zitti con buona faccia, quando lira o unaltra passione intenta di rompere lequilibrio della nostra ragione, o di farci perdere la serenit della nostra lingua. Parlare cattolicamente impedire la nostra lingua di essere veicolo perenne della nostra vanit, orgoglio o amore proprio raccontando ad ogni ora le cose buone proprie, reali o immaginarie, e le cattive aliene, difendendo e scusando se stesso e attaccando e accusando il prossimo.

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Parlare cattolicamente confessare sinceramente e senza attenuazioni n scuse i nostri peccati a colui che ha da Dio il potere di perdonarli. Parlare cattolicamente , in una parola, applicare alla lingua ci che gli antichi cavalieri dicevano della spada: Non sfoderarla senza ragione n rimetterla nel fodero senza onore. Quello il parlare cattolico: muovere la lingua con ragione e non darle riposo se non con onore di Dio, di se stesso o del prossimo. Come si capiscono bene adesso le parole della lettera cattolica dellApostolo Giacomo: Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna cos il suo cuore, la sua religione vana, falsa la sua piet! Trascuratezza della lingua dei cattolici, profanazioni o mancanze di rispetto della lingua dei comunicanti che tocca Ges sacramentato quotidianamente o quasi quotidianamente, peccati di lingua di gente buona di quanti scandali di piccoli, di quanti cattivi esempi, di quante dissipazioni e delusioni e cattivi esempi siete la causa e avete la colpa! Quante volti nel parlare non cattolico dei cattolici e anche dei devoti ho capito quel apparente controsenso che significa il fatto che tanti diventano cattivi o tiepidi trattando solo con gente buona e anche fervorosa! Non pochi di questi ultimi sono buoni in tutto meno nella lingua e dice lo Spirito Santo per bocca di Giacomo che chi non ha la lingua buona, o raffrenata, la sua religione vana, la sua piet e falsa.

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Ero un ragazzo E ricordo ancora lo stupore con il quale sent dire ad un signore del tutto rispettabile e di molto buona vita e costumi: - Mi dice il mio confessore che entrer nel cielo, senza la lingua per In quel momento io non capivo cosa succedessi alla lingua di quel buon signore perch la dovessi lasciare in dietro; poi, quando ebbi cresciuto, mi resi conto del perch di quella esclusione quel bravissimo signore diceva bugie e mormorava praticamente tanto quanto parlava Un colosso nel fabbricare bugie sui fatti e sulle persone! Invece Quante conversioni, rettificazioni di condotta, miglioramenti di vita e costumi e incoraggiamenti di spirito, avrete sicuramente visto per il solo fatto che uno ha sentito parlare un amico o un nemico, uno sconosciuto o strano cattolicamente! Quello , almeno, mezzo catechismo vivo! Con quanto piacere chiudo e confermo queste semplici considerazioni con il brano della gi citata lettera: Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perch ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, bench siano cos grandi e vengano spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra. Cos anche la lingua: un piccolo membro e pu vantarsi di grandi cose.

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Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta pu incendiare! Anche la lingua un fuoco, il mondo delliniquit, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana, ma la lingua nessun uomo la pu domare senza laiuto di Dio: un male ribelle, piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non devessere cos, fratelli miei! Forse la sorgente pu far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? Pu forse, miei fratelli, un fico produrre olive o una vite produrre fichi? Neppure una sorgente salata pu produrre acqua dolce (Gc 3,3-12). Fratelli, amici, per essere sempre sorgente solo di acqua dolce che offra il buon sapore di Cristo che quelli che stanno attorno a noi, giacch siamo cattolici, parliamo cattolicamente! Con Dio e con gli uomini! Per la cooperazione con i catechisti Un cattolico o una cattolica insegna il catechismo aiutando come possa a quelli impegnati esplicitamente nellinsegnarlo.

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Allo stesso modo che uno che aiuta a rubare o a commettere un crimine responsabile davanti a Dio, davanti alla propria coscienza, e davanti alla legge per quel reato, cos chi aiuta a fare una opera buona, e il catechismo la migliore tra le migliori, guadagna davanti a Dio, davanti alla propria coscienza, e davanti alle persone rette i premi e i frutti di questa. E non mi riferisco soltanto allaiuto materiale, ma anche allaiuto di desiderio o al desiderio di aiuto. Perch se il male acconsentito, ha responsabilit davanti a Dio, anche il buon desiderio ha il suo premio, e lo stesso premio che lopera buona compiuta. Come pu un cattolico aiutare la magna opera di quelli dedicati ad insegnare la dottrina cristiana? Cito alcuni modi. 1. Coi soldi, pochi o molti, a seconda della situazione economica di chi da; almeno con qualche spicciolo, giacch, oggi come oggi, davanti al veleno di laicismo che ancora rimane e dopo tanti anni di guerra aperta contro i bambini, nessun cattolico pu non contribuire alla creazione e al sostegno di scuole private cattoliche e dei centri di insegnamento catechetico. 2. Coi piccoli sacrifici di comodit, di regali, o di cose superficiali o meno necessarie, per offrire il merito a Dio in favore dei maestri e dei catechisti, e i soldi che con essi si risparmiano allopera dellinsegnamento cattolico.

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3. Con la prestazione personale di servizi, influssi, protezioni e raccomandazione in favore di maestri, catechisti e alunni, cercando bambini per il catechismo e la scuola cattolica (cominciando dallimpegnarsi ad inviare i propri figli), regalando letture, riviste, giornali, fogli di propaganda gi letti, ai centri catechistici per la loro diffusione, e per tutti i modi e mezzi che uno zelo ingegnoso possa suggerire per aiutare ad una causa cos santa e cos urgente. 4. Facendo parte nelloggi pi che mai necessaria associazione cattolica di genitori per la difesa delleducazione cristiana dei figli, e se nel paese o citt di residenza questa non stata ancora costituita, mettersi in contatto mediante il parroco col centro diocesano o con quello pi vicino, allo scopo di stabilirla urgentemente e, se questo non fosse possibile per il momento, riunirsi con altri genitori della stessa localit che non vogliano veleno n avvelenatori per le anime dei loro figli, e che vogliano aiutare le autorit nellopere di preservare i bambini e cercare alunni e quote per fondare o promuovere, se gi ci sono, scuole cattoliche, nettamente cattoliche. E 5. Innanzitutto, con la preghiera, che attira la virt e lefficacia e la fecondit di Dio sulle opere degli uomini. Quale grande cooperazione allinsegnamento offrire Messe, comunioni, preghiere, mortificazioni e ogni classe di opere di piet affinch ci siano maestri e catechisti veramente cattolici, cattolici di opere, di parole, di abitudini, di carattere, di sentimenti, e perfino di istinti cattolici, e che in tutti quelli modi insegnino a molti, molti bambini, ad essere riproduzione vive di Ges, altri Ges!

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Lo scopo e lideale della pedagogia cattolica altro non che fare uomini completi a forza di assomigliargli al prototipo di ogni perfezione, Ges. Si legge di tutti i grandi apostoli e di tutti i predicatori della nostra santa fede, che sempre si sono fidati pi delle preghiere e mortificazioni che per lefficacia e frutto delle loro parole facevano loro e altre anime scelte, che delle loro capacit retorica e dei loro doni oratori. Chiesto il gran maestro cattolico e angelo delle scuole cattoliche, San Tommaso dAquino, da dove prendeva la splendente luce della scienza dei suoi libri e delle sue lezioni di cattedra, segnalava sempre lo stesso libro: il Crocefisso. Quanti grandi problemi risolse portando nascoste nel petto sotto il bianco abito o collocando sullaltare, quando celebrava la Santa Messa, questioni scritte sulle quali chiedeva soluzioni a Dio e alle quali i libri degli uomini non le davano! E, quante esperienze ci confermano che i maestri che pi attaccano i loro insegnamenti alle anime dei suoi discepoli e li fanno diventare educazione e formazione di carattere non sono sempre i pi saggi, ma i pi buoni, cio, i pi influiti dalla grazia di Dio e dalla efficacia della preghiera propria e altrui!

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Come riassunto: Agire allo cattolico, parlare allo cattolico e cooperare con i maestri e catechisti cattolici, un catechismo minimo del quale possiamo essere: tutti catechisti! I saggi e gli ignoranti, gli occupati e i disoccupati, gli alti e i bassi, i chierici e i laici, tutti quelli a quali ci interessa che Dio sia lodato, che si conosca e che si ami Ges Cristo, e che questa nostra povera societ non si converta in un branco di lupi o in una selva di cannibali, termine fatale dellillustrazione atea come dellanalfabetismo anticristiano. Il gran maestro SantAgostino ci lasci questa verit, che luce e rimorso allo stesso tempo: Se noi fossimo veramente cristiani, non ci sarebbe nessun eretico. Se tutti i cattolici lo fossero di opere, di parole e di cooperazione, ben che potremmo ridere di tutti i laicismi nati e da nascere!

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Catechismo massimo? Ho messo come titolo a queste povere pagine, che vogliono preconizzare lapostolato dellesempio e della cooperazione, catechismo minimo, e adesso, quando sto per finirle, mi sento mosso a cambiare il titolo per quello di catechismo massimo La ragione? Nel santo Vangelo, secondo San Matteo, si leggono queste parole del divino maestro: Chi dunque trasgredir uno solo di questi precetti, anche minimi, sar considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserver e li insegner agli uomini, sar considerato grande nel regno dei cieli (Mt 5,9). Grandi sono, veramente, e non solo nel cielo ma pure sulla terra, quelli che, senza vantarsene e senza rispetti umani in tutto e sempre insegnano la verit e la bellezza della dottrina cristiana agendo, parlando e cooperando come cattolici Questi sono i grandi

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Appendice (dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica) CREDO NELLA GRAZIA SANTIFICANTE 422. Che cos' la giustificazione? La giustificazione l'opera pi eccellente dell'amore di Dio. l'azione misericordiosa e gratuita di Dio, che cancella i nostri peccati e ci rende giusti e santi in tutto il nostro essere. Ci avviene per mezzo della grazia dello Spirito Santo, che ci stata meritata dalla passione di Cristo e ci donata nel Battesimo. La giustificazione d inizio alla libera risposta dell'uomo, cio alla fede in Cristo e alla collaborazione con la grazia dello Spirito Santo. 423. Che cos' la grazia che giustifica? La grazia il dono gratuito che Dio ci d per renderci partecipi della sua vita trinitaria e capaci di agire per amor suo, chiamata grazia abituale, o santificante o deificante, perch ci santifica e ci divinizza. soprannaturale, perch dipende interamente dall'iniziativa gratuita di Dio e supera le capacit dell'intelligenza e delle forze dell'uomo. Sfugge quindi alla nostra esperienza. 424. Quali altri tipi di grazia ci sono? Oltre alla grazia abituale, ci sono: le grazie attuali (doni circostanziati); le grazie sacramentali (doni propri di ciascun sacramento); le grazie speciali o

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carismi (aventi come fine il bene comune della Chiesa), tra cui le grazie di stato, che accompagnano l'esercizio dei ministeri ecclesiali e delle responsabilit della vita. 425. Qual il rapporto tra la grazia e la libert dell'uomo? La grazia previene, prepara e suscita la libera risposta dell'uomo. Essa risponde alle profonde aspirazioni della libert umana, la invita a cooperare e la conduce alla sua perfezione. 426. Che cos' il merito? Il merito ci che d diritto alla ricompensa per un'azione buona. Nei confronti di Dio, l'uomo, di per s, non pu meritare nulla, avendo tutto da lui gratuitamente ricevuto. Tuttavia, Dio gli dona la possibilit di acquistare meriti per l'unione alla carit di Cristo, sorgente dei nostri meriti davanti a Dio. I meriti delle opere buone devono perci essere attribuiti anzitutto alla grazia di Dio e poi alla libera volont dell'uomo, 427. Quali beni possiamo meritare? Sotto la mozione dello Spirito Santo possiamo meritare, per noi stessi e per gli altri, le grazie utili per santificarci e per giungere alla vita eterna, come pure i beni temporali a noi convenienti secondo il disegno di Dio. Nessuno pu meritare la grazia prima, quella che sta all'origine della conversione e della giustificazione.

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428. Siamo tutti chiamati alla santit cristiana? Tutti i fedeli sono chiamati alla santit cristiana. Essa pienezza della vita cristiana e perfezione della carit, e si attua nell'unione intima con Cristo, e, in lui, con la Santissima Trinit. Il cammino di santificazione del cristiano, dopo essere passato attraverso la Croce, avr il suo compimento nella Risurrezione finale dei giusti, nella quale Dio sar tutto in tutte le cose.

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INDICE Presentazione ......................................................................................3

Spezzando il pane ai piccoli

IL PRINCIPIO.........................................................................................7 NESUNNO D CIO CHE NON HA..........................................................9 IL PROBLEMA DELLATTRAZIONE........................................................13 COSA VEDE IL POPOLO NEI PREMI ....................................................17 QUALE SOLUZIONE? ..........................................................................21 COME DOBBIAMO ATTIRARE NOI?....................................................25 INSEGNARE GIOCANDO.....................................................................29 IL PROBLEMA DELLA ATTENZIONE.....................................................31 SILENZIO SENZA PIACERE ..................................................................33 INDUSTRIE PER GUADAGNARE LATTENZIONE ...................................37 OCCHI CHE NON VEDONO, CUORE CHE NON SI SPEZZA...................39 IL GRAN SEGRETO..............................................................................41

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Altri scritti
GIOCARE CON I BAMBINI ..................................................................45 LA SUGGESTIONE DEL NUMERO........................................................47 SILLABARIO DEL CATECHISTA COMPLETO..........................................51 LA GRAZIA NELLEDUCAZIONE ...........................................................65 TUTTI CATECHISTI ..............................................................................69 Appendice (dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica) CREDO NELLA GRAZIA SANTIFICANTE ...............................................91

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