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Imprenditore,

impresa e azienda
L’imprenditore
L’IMPRENDITORE

L’IMPRENDITORE E IL DIRITTO COMMERCIALE

Il diritto commerciale è quella branca del diritto che


regola l’attività degli imprenditori. Il diritto commerciale è
costituito da norme contenute nel libro V del codice civile
e in numerose leggi speciali.
L’IMPRENDITORE

I CARATTERI DELL’IMPRENDITORE

Imprenditore è colui che esercita professionalmente


un’attività economica organizzata al fine della produzione
o dello scambio di beni o di servizi (art. 2082 c.c.).
L’IMPRENDITORE

L’IMPRESA

Sotto il profilo giuridico, l’impresa non può considerarsi né


come soggetto (il soggetto è l’imprenditore), né come
oggetto (l’oggetto è l’azienda), ma come un’attività
organizzata di fattori produttivi. L’esercizio dell’impresa
spetta all’imprenditore che agisce in nome proprio,
sopportando l’intero rischio economico d’impresa.
Tipi di imprese
TIPI DI IMPRESE

LA CLASSIFICAZIONE DELLE IMPRESE

Le imprese si distinguono:

•in base alla dimensione, in piccole e non piccole;

•in base alla natura, in agricole e commerciali;

•in base ai soggetti, in pubbliche e private; queste ultime si


distinguono a loro volta in individuali e collettive.
TIPI DI IMPRESE

È definito imprenditore commerciale colui che esercita


una delle attività previste dall’art. 2195 del codice civile:

•attività industriale diretta alla produzione di beni


o servizi (imprese industriali);

•attività intermediaria nella circolazione dei beni (imprese


commerciali in senso stretto);
TIPI DI IMPRESE

•attività di trasporto per terra, acqua o aria;

•attività bancaria o assicurativa;

•attività ausiliarie alle imprese precedenti, cioè quelle che


collaborano allo svolgimento dell’attività imprenditoriale
fornendo beni o servizi, per esempio
gli spedizionieri o i corrieri, le agenzie di viaggio,
le agenzie pubblicitarie.
TIPI DI IMPRESE

•L’imprenditore commerciale deve seguire delle regole , imposte dallo


legge e sono diverse da quelle seguite da altri imprenditori.
•La disciplina è detta statuto dell’imprenditore commerciale
Le scritture contabili
Lo statuto si
devono essere
Può basa su due
pubbliche e deve
fallire aspetti
essere scritto al
fondamentali
Registro delle imprese

Inoltre per essere imprenditore commerciale, l’esercizio deve essere effettivo , cioè
l’imprenditore deve effettivamente lavorare nell’impresa. Infatti la qualità si perde
quando l’imprenditore smette di esercitare effettivamente l’attività commerciale di cui
è titolare
Lo statuto
dell’imprenditore
commerciale
LO STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE

LA CAPACITÀ PER L’ESERCIZIO DELL’IMPRESA

Come regola generale l’imprenditore commerciale deve


avere la piena capacità di agire. A determinate condizioni,
tuttavia, la legge consente l’esercizio dell’impresa
commerciale anche ai soggetti incapaci o minori (artt. 320,
c. 5 c.c., 371, c. 1 c.c., 397 c.c., 424 c.c.).

• Un minore o incapace può continuare l’esercizio d’impresa solo se autorizzato da un giudice;


• Il minore emancipato può se autorizzato da un giudice sia continuare sia iniziare l’esercizio di
un’impresa commerciale, cioè può fondarla e portarla avanti. In questo caso, il minore
acquista la totale capacità di agire dentro e fuori l’impresa, cioè anche nel privato
LO STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE

INCOMPATIBILITÀ E INABILITAZIONI

La legge vieta l’esercizio di attività commerciale


alle persone che occupano determinati uffici o svolgono
particolari professioni: notai, avvocati, ambasciatori, ecc.
A queste persone non è impedito di svolgere attività
commerciale, ma di svolgere contemporaneamente
le attività ritenute incompatibili
LO STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE

Per l’esercizio di determinate attività (per esempio


assicurativa, bancaria, finanziaria) la legge prescrive
il preventivo rilascio di licenze o autorizzazioni
amministrative. Costituisce inabilitazione la mancanza
dei provvedimenti amministrativi richiesti. Il soggetto
inabilitato è ugualmente considerato imprenditore,
ma si espone a sanzioni amministrative e penali.
LO STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE

LE CARATTERISTICHE DELLO STATUTO

L’imprenditore commerciale non piccolo è sottoposto


a un regime normativo particolarmente rigoroso che si
aggiunge a quello generale comune a tutti gli imprenditori.
Esso prende il nome di statuto dell’imprenditore
commerciale.
LO STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE

LA PUBBLICITÀ LEGALE IN GENERALE

La pubblicità legale è l’insieme degli strumenti stabiliti


dalla legge per portare a conoscenza dei terzi determinati
atti e fatti giuridici. Solitamente la pubblicità legale si attua
attraverso l’iscrizione in un pubblico registro a cui
chiunque può accedere
LO STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE

L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE

Per la pubblicità legale dell’impresa commerciale


il legislatore ha previsto l’istituzione di un apposito registro:
il Registro delle imprese, istituito presso le Camere
di commercio. In esso devono iscriversi tutti i fatti e gli atti
inerenti l’esercizio dell’impresa ritenuti rilevanti per i terzi.
Contabilità,
collaboratori e crisi
dell’impresa
CONTABILITÀ, COLLABORATORI E CRISI DELL’IMPRESA

LE SCRITTURE CONTABILI OBBLIGATORIE

Le scritture contabili documentano i singoli affari o i


risultati di gestione dell’impresa; esse servono a garantire
un ordinato e regolare esercizio dell’impresa e a consentire
il controllo per tutelare le ragioni dei creditori. Altri libri sono
previsti obbligatoriamente dalla normativa fiscale (per
esempio libri Iva, libro dei beni ammortizzabili ecc.),
CONTABILITÀ, COLLABORATORI E CRISI DELL’IMPRESA

LE SCRITTURE CONTABILI OBBLIGATORIE

Ogni imprenditore commerciale deve tenere obbligatoriamente:


• Il libro giornale = vengono annotate tutte le operazioni dell’impresa giorno per
giorno
• Il libro degli inventari = sono annotati tutti gli elementi patrimoniali dell’impresa e
va scritto ogni anno
• I libri contabili = devono essere conservati per almeno dieci anni e per lo stesso
periodo l’imprenditore è obbligato a conservare le fatture di pagamento, i contratti
e la corrispondenza.
Le scritture contabili devono essere:
• Estrinseche, cioè devono essere numerate e bollate
• Intrinseche, devono essere ordinate senza spazi bianchi, senza scritte a margine
e le parole, anche cancellate, devono essere leggibili.
CONTABILITÀ, COLLABORATORI E CRISI DELL’IMPRESA

LE PROCEDURE CONCORSUALI

Per l’imprenditore commerciale non piccolo il legislatore


ha predisposto particolari procedure esecutive per il caso
in cui risulti inadempiente o si trovi in crisi. Si tratta
delle procedure concorsuali, che si caratterizzano
per il fatto di coinvolgere necessariamente tutti i creditori
dell’imprenditore debitore.
L’azienda
CONTABILITÀ, COLLABORATORI E CRISI DELL’IMPRESA

L’AZIENDA

«L’azienda è il complesso dei beni organizzati


dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa»
(art. 2555 c.c.). Essa rappresenta esclusivamente
l’elemento oggettivo dell’impresa: è l’insieme dei fattori
produttivi predisposti dall’imprenditore per lo svolgimento
dell’attività economica.
CONTABILITÀ, COLLABORATORI E CRISI DELL’IMPRESA

L’AVVIAMENTO

Il valore del complesso di beni organizzati dall’imprenditore


per svolgere l’attività produttiva è superiore alla somma
dei valori che avrebbero i beni considerati singolarmente.
Questo valore aggiunto si definisce avviamento
dell’azienda.
E si può definire come l’attitudine dell’azienda a produrre un reddito poiché tutti i
beni che compongono l’azienda e che sono organizzati dall’imprenditore, ha sempre
un valore maggiore rispetto alla somma dei valori dei singoli beni
CONTABILITÀ, COLLABORATORI E CRISI DELL’IMPRESA

IL TRASFERIMENTO DELL’AZIENDA

I contratti che trasferiscono l’azienda commerciale devono


essere provati per iscritto. Se nell’azienda trasferita sono
compresi beni, come gli immobili, per il cui trasferimento
la legge prescrive una particolare forma per la validità
(forma ad substantiam), la stessa forma dovrà rivestire
anche il contratto di cessione di azienda poichè non deve
essere indicato tutto ciò che si trasferisce, ma al contrario i
beni che non vengono trasferiti
CONTABILITÀ, COLLABORATORI E CRISI DELL’IMPRESA

IL DIVIETO DI CONCORRENZA DELL’ALIENANTE

È uno strumento predisposto dal legislatore per tutelare


l’avviamento aziendale nei confronti del cessionario.
L’art. 2557 del codice civile stabilisce che «chi aliena
l’azienda deve astenersi, per il periodo di cinque anni
dal trasferimento, dall’iniziare una nuova impresa che sia
idonea a sviare la clientela dell’azienda ceduta».
La disciplina
della concorrenza
LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA

LA LIBERTÀ DI CONCORRENZA

La possibilità di ottenere maggiori profitti induce


gli imprenditori a farsi concorrenza sul mercato.
L’art. 42 della Costituzione afferma il principio della libertà
di iniziativa economica privata, cui è strettamente
collegato il principio della libertà di concorrenza.
LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA

LE LIMITAZIONI ALLA LIBERTÀ DI CONCORRENZA

I patti di non concorrenza sono veri e propri accordi


limitativi della concorrenza, con i quali gli imprenditori
si impegnano a non farsi concorrenza in determinati settori
o zone di vendita (intese) o a osservare determinate regole
comuni (cartelli).
LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA

Il consorzio è un contratto con il quale più imprenditori


istituiscono un’organizzazione comune per lo svolgimento
di determinate fasi dell’attività economica (art. 2602 c.c.).
LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA

LA CONCORRENZA SLEALE

Compie atti di concorrenza sleale chiunque:

•crea confusione con l’attività di un concorrente, usando


nomi o segni distintivi legittimamente già usati da altri
(atti di confusione) o imitando in modo servile i prodotti
o le iniziative commerciali (concorrenza parassitaria)
di un concorrente per sfruttare il suo successo sul mercato;
LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA

•denigra le imprese concorrenti, diffondendo notizie false


e apprezzamenti sui prodotti e sulle attività
di un concorrente tali da determinarne il discredito
(atti di denigrazione);
La successione nei
contratti, crediti e nei
debiti dell’azienda
ceduta
I segni distintivi
I SEGNI DISTINTIVI

LA TUTELA DEI SEGNI DISTINTIVI

Si tratta di particolari strumenti di individuazione di vario


genere composti da parole, simboli, disegni ecc., il cui
scopo è quello di identificare con precisione l’impresa
e i suoi prodotti, distinguendola dalle imprese concorrenti.
CONTABILITÀ, COLLABORATORI E CRISI DELL’IMPRESA

I segni distintivi sono:

•la ditta, che individua l’impresa come tale;

•l’insegna, che individua il luogo dove avviene l’attività


produttiva;

•il marchio, che individua i prodotti dell’impresa.


I SEGNI DISTINTIVI

LA DITTA

La ditta è il nome che distingue un’impresa dalle altre.


Come ogni persona ha un proprio nome, grazie alla ditta
ciascuna impresa ha una propria identità. La ditta può
essere liberamente formata dall’imprenditore, che può
usare parole di fantasia.
I SEGNI DISTINTIVI

L’INSEGNA

L’insegna contraddistingue i locali dove viene esercitata

l’impresa. Riceve la stessa disciplina e la stessa tutela


della ditta, purché presenti una sufficiente capacità
distintiva e non si confonda con l’oggetto dell’impresa
(art. 2568 c.c.).
I SEGNI DISTINTIVI

IL MARCHIO

Il marchio è il segno distintivo dei prodotti di un’impresa.


Anche per il marchio valgono i requisiti già visti per tutti
i segni distintivi per ricevere tutela giuridica; esso quindi
deve essere:

•originale e non generico, deve cioè avere capacità


distintiva del prodotto o del servizio;
CONTABILITÀ, COLLABORATORI E CRISI DELL’IMPRESA

•veritiero, non deve cioè ingannare il pubblico,


per esempio, sulla provenienza geografica o sulla qualità
dei prodotti;

•nuovo, quindi non già utilizzato da altri imprenditori;

•lecito, cioè tale da non porsi in contrasto con la legge,


l’ordine pubblico e il buon costume.

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