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Lezione 1 • L'imprenditore e le tipologie di impresa

1 La nozione giuridica di imprenditore


La nozione giuridica di imprenditore rappresenta una novità introdotta dal codice civile del 1942.
L'abrogato codice di commercio, infatti, non conteneva una autonoma definizione di imprenditore, ma all'ar-
ticolo 3 elencava alcune attività che erano reputate atti di commercio e all'articolo 8 definiva i commmercian-
ti come coloro i quali esercitavano atti di commercio per professione abituale e le società commerciali.
La figura generale di soggetto economico, dunque, per il codice abrogato era il commerciante, cioè colui
che per professione compiva affari o atti di speculazione, mentre l'imprenditore ven iva considerato soltan-
to come una delle possibili figure di commerciante.
il codice civile del 1942 ha ribaltato i termini del problema, definendo la figura generale dell'imprenditore
con caratteristiche precise e considerando il commerciante come una specifica figura di imprenditore, la
cui attività consiste nello scambio dei beni.
A norma dell'art. 2082 e.e. «è imprenditore chi esercita professionalmente un'attività economica organiz-
zata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi».

W il cavillo La nascita del diritto commerciale


L'attività commerciale non è sempre stata, nel corso dei secoli, disciplinata da un complesso di norme specifiche.
In epoca romana non si registra l'esistenza di un sistema unitario di diritto commerciale, in quanto lo Jus civile disciplinava esclusivamente i
rapporti fra i cittadini all'interno della civitas, non ponendo regole riguardanti l'attività di produzione egli scambi commerciali, considerate in
quel periodo attività inferiori persino presso le classi plebee.
Anche nelle epoche successive non è rawisabile, per lungo tempo, una disciplina dell'attività mercantile. Nella società feudale, basata su
un'economia essenzialmente agricola, gli scambi commerciali avevano scarsa importanza. I beni prodotti, infatti, non erano generalmente desti-
nati ad operazioni di scambio finalizzate ad ottenere un profitto monetario, ma al diretto consumo da parte dei contadini che li producevano e
dei signori feudali proprietari delle terre.
L'origine del diritto commerciale va, perciò, ricercata nella nostra civiltà comunale (fine del secolo Xl), caratterizzata da un rigoglioso sviluppo del
commercio edalla ricomparsa della figura del mercante,con la conseguente formazione di un ceto mercantile professionale, andatosi via via organizzando,
nella seconda metà del secolo Xli, in strutture associative denominate Corporazioni di arti e mestieri (secondo i vari rami di commercio esercitati).
Ed è proprio nell'epoca comunale che i mercanti, organizzati nelle Corporazioni, elaborarono i primi strumenti giuridici necessari allo svolgi-
mento della loro attività, dando vita nella pratica mercantile a molti istituti di diritto commerciale (quali le società commerciali personali, la
cambiale, il fallimento, le scritture contabili).
Il diritto commerciale, però, era ancora un diritto applicato soltanto all'interno della classe dei mercanti, in quanto destinato aregolamentare i rap-
porti di affari intercorrenti tra gli stessi.

2 I caratteri dell'attività imprenditoriale


Dalla definizione di imprenditore fornita dall'art. 2082 emergono con chiarezza i caratteri che qualificano
e distinguono l'attività imprenditoriale. Due sono gli elementi principali che caratterizzano la figura dell'im-
prenditore:
a) il potere di organizzare e dirigere, secondo proprie scelte tecniche ed economiche, il processo produttivo;
b) la sopportazione del rischio che i costi sostenuti non siano coperti dai ricavi conseguiti (rischio di impresa).
Proviamo ora a vedere nel dettagl io quali sono i caratteri necessari affinché
Gli enti pubblici economici sono orga- possa parlarsi di impresa.
nism i gestiti dallo Statoche hannoad
oggetto esclusivooprincipalel'eserci-
zio di unaimpresa commerciale esono Attività economica
sottoposti alla disciplina di diritto L'attività deve essere economica, cioè deve avere lo scopo di produrre nuova
privato. La legge 35/1 992 hadisposto ricchezza. Obiettivo principale dell ' impresa, infatti, è il profitto, risul tante dal-
la trasformazionein società per azioni
degli enti pubblici economici attraver- la differenza tra ricavi e costi, anche se, come si dirà, vi possono essere attività
so l'alienazion e mediante offerta imprenditoriali il cui obiettivo economico non è il profitto inteso come guada-
pubblica di vendita delle azioni e la gno, ma semplicemente quello di copri re i costi con i ricavi (ta le può essere
cessionesulla base di trattative diret- l'obiettivo di una cooperativa o di un ente pubblico economico, la cui attività
te con i potenziali acquirenti.
viene svolta secondo criteri di economicità) .

I PERCORSO A • L'imprenditore e l'azienda I 13


-
,
Lezione 1 • Llmpren ditore e le tipologie di impresa

Attività professionale . ·.
L'attività economica deve essere eserc,tat~ profess, 1Jal.
0
mente, cioè in modo abituale e non occas,ona/e o transi.
torio. . •, h
1 requisiti dell'abitualità e de 1I~ contm~1ta _c e devono
caratterizzare un'attività economica non implicano neces.
sariamente che l'attività sia svolta senza interruzioni.
È imprenditore, quindi, anch~ c_hi esercita. un' a~~Vità a
carattere stagionale, ad esempio d gestore d, s~ab1lirnenti
balneari O di impianti sciistici che possono funzionare SOio
in determinati periodi dell'anno, in quanto nel ripetersi
dell'attività costante ad ogni stagione vi .è una stabilftà
sufficiente a far acquisire la qualità di imprenditore.

Attività organizzata
L'attività deve essere organizzata, cioè esercitata preva.
lentemente con il lavoro altrui e con l'ausilio di beni
strumentali di un certo valore. Conseguentemente, non
possono essere qualificati imprenditori coloro che produ.
cono beni o servizi con il solo lavoro personale e adope-
rando beni strumentali di modestissimo valore (ad esern.
pio, un lustrascarpe); occorre cioè una, sia pur minima,
etero-organizzazione ossia l'organizzazione di fattori di-
versi dal lavoro proprio (capitale e lavoro altrui).

Attività..diretta alla produzione o allo scambio di beni


w ilcavillo o serv1z1
· . Lo scopo di lucro L'attività deve essere diretta a produrre beni (di produzione o di
Si discute se costituisce un requisito essenziale dell'at- consumo, ad esempio imprese agricole o manifatturiere) o ser-
tività di impresa lo scopo di lucro (cioè realizzare dei vizi (ad esempio imprese bancarie o di trasporto) ovvero a
ricavi che superino i costi). scambiare beni o servizi già prodotti da altri (ad esempio gros-
Èovvio che chi esercita un'attività di impresa lo sisti, esportatori). L'imprenditore, dunque, opera per il mercato.
faccia per ricavarne un guadagno, ma dal punto di Egli organizza la produzione di beni per scambiarli sul mercato
vista strettamente giuridico il requisito dello scopo
oppure semplicemente acquista determinate merci per rivender-
di lucro non èessenziale enon entra afar parte degli
elementi costitutivi dell'attività di impresa. Ciò che le. Non è certamente imprenditore chi non scambia i beni o i
è comune, invece, atutte le tipologie di imprese è la servizi che produce. Non è riconosciuta dunque la qualità di
capacità di ricavare dall'attività svolta quanto occor- imprenditore a colui che produce beni e servizi ad esclusivo uso
re per coprire i costi di produzione (requisito e consumo personale (imprenditore per proprio conto). Pertan-
dell'economicità).
to non è imprenditore il coltivatore del fondo che utilizzi i
prodotti per i bisogni propri e della propria famiglia o colui che
costruisce un appartamento per uso proprio.

3 I criteri di classificazione
Il concetto di _i~prenditore, accollo dal codice civile ali'art. 2082, ha un'ampia portata, in quanto abbraccia ogni
forma d, att,v,ta produttiva organizzata, quale che sia la natura, la dimensione o lo scopo dell'attività stessa.
Proprio in considerazione
dell'imprenditore l'ampiezza del concetto, iI codice ha adottato tre criteri di classificazione
delattività:
e della sua

qualitativo, che si rifa al tipo di attività svolta e distingue tra imprenditore agricolo ed im-
un criterio commerc,afe;
- prenditore

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Lezione 1 • L'imprenditore e le tipologie di impresa

un criterio ~uanti~ativo, c~e tiene conto delle dimensioni dell'attività imprenditoriale distin~ue~do la
figura. de~ piccolo tmprend,t?re da quella del titolare di un'impresa di medie o gra~~i dime~s,ont; .
un criterio per~onale, c_he ti~ne conto del numero dei soggetti che esercitano e dirigono I impresa di-
stinguendo tra tmprend,tore individua/e ed imprenditore collettivo o società.
ella scelta dei criteri ~i individuazione il codice civile ha operato attraverso la statuizione di quattro di-
osizioni fondamentali, nel seguente modo:
nell'art. 2082 sono indicati i crited che fissano il concetto generale di imprenditore (in senso giur_idico);
negli artt. 2083 e 2135 sono poi individuate, rispettivamente, le figure del piccolo imprenditore e
dell' imprenditore agricolo;
nell'art. 2195, infine, sono elencate le categorie di tutti gli altri imprenditori che, non essendo né pie-
,..,_ col i imprenditori né imprenditori agricoli, sono considerati imprenditori commerciali.

esami niamo separatamente le singole figure di imprenditore individuate dal legislatore.

4 L'imprenditore agricolo
Il legislatore ha previsto per l'imprenditore agricolo una particolare disciplina di favore tenendo conto
della particolare natura delle attività agricole che sono esposte al rischio ambientale (clima, resa del_ fondo,
epidemie etc.): tale d!s_ciplina di favore si concretizza, in particolare, nell'esclusione dall'obbligo ~,_tenuta
delle scritture contabili e nella non assoggettabilità al fallimento ed alle altre procedure concorsuali in caso
di cri si aziendale.
va tuttavia ricordato che il processo tecnologico da
una parte ha permesso di ridurre il rischio ambien-
tale, dall'altro ha creato difficoltà in ordine alla ..,,
qualificazione di attività che si svolgono in ambien-
ti totalmente o parzialmente artificiali .
L'art. 2135 e.e., come modificato dal D.Lgs. 18
maggio 2001, n. 228, sembrerebbe risolvere tali
questioni, ampliando di molto la nozione di impren-
ditore agricolo fino a ricomprendervi quelle attività
che si distaccano dallo sfruttamento della terra vero
e proprio e che per tale motivo in passato erano
state escluse dai benefici dell'impresa agricola: ad
esempio l'avicoltura, gli allevamenti industriali e in
batteria, le colture artificiali.
Infatti, secondo l'art. 213 5 e.e. è imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione
del fondo, selvièoltura (coltivazione ed estrazione del legno), allevamento di animali e cioè tutte quelle
attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di
carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salma-
stre o marine.
L'imprenditore agricolo è sottratto alla più rigida disciplina dettata per l'imprenditore commerciale. In par-
ticolare:
- deve essere iscritto in una sezione speciale del registro delle imprese;
- è esonerato dall'obbligo della tenuta delle scritture contabili;
- non può essere sottoposto, in caso di insolvenza, alla procedura di fallimento né alle altre procedure
concorsuali.

Coltivazione del fondo


.Per coltivazione del fondo, in senso proprio, si intende quell'attività rivolta allo sfruttamento delle energie
natura li delle terre; non basta tuttavia, perché vi sia impresa, la mera raccolta dei frutti, ma occorre una

PERCORSO A • L'imprenditore e l'azienda 15


I Le,<o oe ' • L'lmp"'°"ilom e le tipologie di lmp=•

vera e propria attività di coltivazione, e cioè un'attività diretta ad ottenere i prod tt· d Il
·
Ia semina, I I • • o I e a terra (ad es
. a co t'.vaz,o~e ~era e proJ:>ria e conseguentem ente la raccolta dei prodotti). empio,
Deve cons1 derars1 a tutti g /1 effetti attività agrico la anche la co ltivazione dei funghi.

Selvicoltura La
Per selvicoltura si intende quella particolare att· · , . CO
in pratica ~ .
d ,retta Il . iv1ta agri I cc
a . a produzione
. del legname , cioè «l'att·1v1ta tee ca. a
• ,
La selvicoltura deve comunque riguardare la coltiva- votaI a_I f 1~e d1 ott~nere il più conveniente prodotto del nica A
entro c 1cl1 regolar, di tempo». 60sca
zione del bosco ed il ciclo biologico vegetale, per cui
non rientra Ira i se/vico/tori chi si limita a raccog liere Sec
vai
il legname prodotto dal bosco senza svolgere altre Allevamento di animali ci o
attìvìlà dirette a tale produzione. , · Ia essenzial
L'allevamento di animali è l'att·1v1·t'a agnco . ., es
tra
. . . _ ~ice~ ~d include l'a llevamento non solo di animali tradizi: Piu l'e
m ente allevati sul fondo (come bov1111, ov1111, su1111 etc.), ma anche di animali da cortile trad· · nal- ge
•• b • ( d . . . . , , 121ona 1rnent
a /' eva t, 111 attena a esempio po 11 I e conigli), nonche l' acquacoltura (cioè l'allevamento di • e ca
luschi, sia in acqua dolce, sia in acqua salata) . pese, e mal- Pe
se
101
Attività agricole connesse
Accanto a queste, c h e si d efi niscono attività agricole principali, rientrano nel novero dell'impresa · 4
. · ,
Ia anc h e Ie a tt1v1ta · I .. agrico-
. e
agr,co
.
e connesse.
. .
S1 intendono connesse le attività dirette alla manipolazione, co nser-
vazione, tras,ormaz1one, commercia
. .
11zzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenut1.
p:eva Ientemen!e d a li~ co l~1vaz1o~e- del f~ndo d~I- bosco o dall'allevamento di animali, nonché le attività
dirette alla fornitura d1 beni o serv1z1 mediante I utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azie _
da normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata, comprese le attività di valorizzazione del ter~-
torio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità (agriturismo).
P~rché un 'a ttività possa con~iderarsi con_nessa ad un'atti~ità agricola essenziale, devono sussistere due tipi
d1 collegamento: la conness,one soggettiva e la conness,one oggettiva.
La connessione soggettiva sussiste quando il soggetto che svolge tale attività è un imprenditore agricolo;
l'attività connessa, infatti, presuppone l'esercizio di un'attività agricola essenziale di cui essa si presentì
come accessoria.
Perché sussista la connessione oggettiva è necessario che l'a ttività connessa sia sempre collegata all'attività
agricola principale. Per le attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commerci a-
lizzazione e valorizzazione, la connessione va individuata nella utilizzazione dei prodotti ottenuti preva-
lentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di animali . Per le attiv ità dirette alla
fornitura di beni o servizi, la connessione va individuata nella utilizzaz ione prevalente di attrezzature o
risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata.

j q uestion ti me I Può considerarsi imprenditore agricolo Tizio se trasforma


in vino e vende a terzi l'uva prodotta da Caio?
Le attività elencate dal 3° comma dell'art. 2135 del codice civile come attività agricole connesse
sono attività oggettivamente commerciali. Ad esempio, è industriale e non agricoltore chi produce oli 0
formaggi, oppure è commerciante e non agricoltore chi ha un negozio di frutta. Tuttavia, tali attività ~o~?
considerate dalla legge attività agricole quando sono esercitate in connessione con una delle tre attivita
agricole essenziali. ..
Sono due, però, le condizioni richieste: 1) è necessario che il soggetto che eserciti tale attività sia qu~lrf1ca-
bi/e imprenditore agricolo in quanto svolge in forma di impresa una delle tre attività agricole tipiche. E sicu-
ramente imprenditore agricolo, quindi, chi trasforma in vino e vende a terzi l'uva da lui stesso ~rodotta.
mentre è imprenditore commerciale chi trasforma in vino e vende a terzi l'uva prodotta da altn; 2) e nec~s-
sario, inoltre, che si tratti di un'attività avente ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dall'esercizio
dell'attività agricola essenziale.
Lezione 1 • L'imprenditore e le tipologie di impresa

5 L'imprenditore commerciale
' d. · d. "d ·1 · ·d· d. · d't commerciale si pone in quanto soltanto a
La necessita I in 1v1 uare I concetto giuri 1co 11mpren I ore . . . I" l' tt· ·tà (il
coloro cui può attribuirsi tale qualifica si applica la particolare normativa che ne disctp ina a ivi
cosiddetto statuto dell'imprenditore commerciale).
A norma dell'art. 2195 e.e., sono imprenditori commerciali coloro che esercitano: .
t
1) un'attività industriale diretta alla produzione di beni (ad esempio, coS ru!-
secondo alcuni le attività industriali tori di automobili) 0 di servizi (ad esempio, albergatori). In tale ~ategor~a
vanno intese i_ n_senso stretto, _sono rientrano tutte quel le attività che, attraverso la trasformazione d1 m~terie
cioètutte leatt1v1tàprodutlived1 beni . . . d' · dotti O attraverso l'organizza-
eservizi cherichiedonoun'attività di prime, realizzano la creazione I nuovi pro . ., .
trasformazione della materia. Per altri zione di capitale e lavoro, predispongono dei servlZI; . . .
l'espressione ha un significato più 2) un'attività intermediaria nella circolazione dei beni, consistente nell' att,v,-
quanto è usata per _indi-
generico in _ tà commerciale in senso stretto cioè in quetl'attività diretta alla distribuzio-
careleatt1v1tàchenon sono agricole. ,
ne dei beni ai consumatori;
O
Per nrtermediazione deve intendersi lo 3 un'attività di trasporto per terra, per acqua per aria, con la quale si n~al iz~
)
scambio, cioè lagenerica attività di col- l 11' I d
locazione sul mercatodi beni eservizi. za i I trasferimento di persone e/o cose da un uogo a a tro, con iverSI
mezzi di trasporto; . _
4) un'attività bancaria o assicurativa. L'attività bancaria - che è riservata, appunto, alle banche - si eser-
cita svolgendo due diverse attività: la raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito. L'at-
tività assicurativa consiste nell'esercizio delle assicurazioni private; · .
5) altre attività ausiliarie delle precedenti (ad esempio, mediatori, agenti di commercio). Son? quelle atti-
vità che agevolano l'esercizio di attività specificamente individuate e sono complementari ad esse.
A ben vedere, però, l'art. 2195 e.e. non fornisce alcuna nozione precisa di imprenditore commerciale. Le
attività indicate ai nn. 3, 4 e 5 rientrano in quelle genericamente indicate nei nn. 1 e 2. Queste ultime, a
loro volta, riproducono sostanzialmente la stessa definizione contenuta nell'art. 2082 e.e. con riferimento
all 'imprenditore in generale, con la sola specificazione che l'attività di produzione deve essere industriale.
Tra l'altro, l'elenco delle attività svolte dall'imprenditore commerciale non è tassativo.
In definitiva, poiché l' art. 2135 e.e. offre invece una nozione precisa dell'imprenditore agricolo, ne deriva
che per stabilire la natura di un'impresa, occorrerà prima accertare se chi la esercita è imprenditore agri-
colo secondo i criteri posti nell'art. 2135 e.e. e poi, in caso di esito negativo, poter concludere che si tratta
(non essendovi giuridicamente altra alternativa) di imprenditore commerciale, come tale soggetto al corri-
spondente statuto.

6 Il piccolo imprenditore
Non è sottoposto alla particolare disciplina prevista per gli imprenditori commerciali, pur esercitando
un'attività commerciale, il piccolo imprenditore.
In particolare, al piccolo imprenditore si applica la disciplina generale sull ' impresa, ma è esonerato dall'ob-
bligo di tenuta delle scritture contabili.
Ma chi è il pi ccolo imprenditore? L'art. 2083 e.e. stabili sce che «sono piccoli
Coltivatore diretto: ai sensi dell'art. imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e
1647 e.e. ècolui che coltiva il fondocon
il lavoro proprio odi personedella sua
coloro che esercitano un 'attività professi.anale organizzata prevalentemente con
famiglia. Le leggi 454/1961 e203/1982 il lavoro proprio e dei componenti della famiglia» .
specificano che è coltivatore diretto In base all'ultima parte di questa defini zione, si possono ricomprendere nella
colui che direttamente eabitualmente categoria dei pi ccoli imprend itori, oltre alle fi gure espressamente menzionate
si dedicaalla coltivazione dei fondi ed
all'allevamento eal governo del bestia- dalla norma, an che altre figure (ad esempio, medi atore, agente, spedizion iere)
me, sempre che la complessiva forza purché organizzino la loro attività con il lavoro prevalentemente proprio e d~i
lavorativa del nucleofa miliare nonsia loro famili ari.
inferioread un terzo di quellaoccorren-
Requisito co~une, dunque: tutti i piccoli imprenditori è la prevalenza del
te per le norm ali necessità della colti-
vazionedel fon do oper l'allevamentoe lavoro pr?p~io e del~a _far~ugha, preva lenza che deve sussistere sia rispetto al
il governo del bestiame. lavoro de, d1pendent1sia nspetto al capitale impiegato.

PERCORSO A • L'imprenditore e l'azienda


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Lezione 1 • L'imprenditore e le tipologie dì impresa

l'l,..rt 1 1i 'onsider,1I0 piccolo imprenditore chi esercita un'attività commerciale con il proprio lavoro pers
è' .,n o, e e . . d' d' d . ~, b . . onaI
. . I , , a ·i diuvato 0,1 fomiliari e da un numero ristretto 1 Ipen enti oo con un asso mvestImento di ca . e,
,mc 1c s< ). . . . .. d' . h' . , .. , P1taI
V..,, e ~.1 è considerc1 I0 a tutti gli effetti Impren Itore commercia 1e c I esercita un attIv1ta comrne . e.
,c"v r. , d' d' d . / . , d Il' .. ,
?
. I rc1aI
rir orrrndo prr vr1 lr nIemente a_l lavoro . 1 ,pe_n enti e_ o 1mpIe,g~n ne attIvIta un c~pIta e elevato (no e
può, ;id rsrmpio, essere ~ons1deratop1cco~o 1mpren_d1to~e Il ?101~ll1ere che, pur esercitando da solo l'atti~
vit,ì ron11nrrcia lr , vi impiega un célp1 tale d1 parecchie m1glia1a d, euro). .

7 L'impresa artigiana
Una figura di particolare importanza per l'imprenditoria del n o ~
Parliamo d1 leue-quadro quando una
legge detta solo i principi generali di quella dell'artigiano. _P~r individuare tale figura occorre far riferimentis:, e
una determinala materia, ma neces- legge-quadro per l'art1g1anato (L. 8 agosto 1985, n. 443), che definisce e la
sita d1 ulteriori provvedimenti chela artigiana l'impresa che abbia questi due requisiti: 0 tne
completino nel dettaglio.
1) abbia per scopo prevalente la produzione di beni (anche semilavorati)
pres!a_zione di s~rv'.zi, .~sci use le_a~ività agrico~e e le ~ttività ?i prestazione d~1
Impresa che non lavora ìn serie: è 0
l'impresa il cui processo produttivosi
caratterizza per l'assenza di uso di serv1z1 commerciai,, d, 111termed1az1one nella circolazione de, beni o ausiliarie
macchinari automatici. di queste ultime, di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, salv
Impresa che lavora Inserie: è l'im- il caso che siano solamente strumentali e accessorie all'esercizio dell'impresa~
presa il cui processo produttivo si 2) sia esercitata personalmente dal titolare, il quale deve svolgere il propri'
caratteriua per l'uso determinante di lavoro, anche manuale, nel processo produttivo. 0
macchinari, anche sesi rende neces-
sario l'intervento dell'uomo, sia per la Quando parliamo di artigiano però non dobbiamo pensare alla figura classica
conduzionedel macchinario stesso sia del fa legname o dell'idraulico che lavora da solo; l'impresa artigiana, infatti
per l'effettuazione diretta di alcune può essere esercitata anche ricorrendo a lavoratori dipendenti purché: '
fasi della lavorazione del prodotto.
1) siano personalmente diretti da/l'imprenditore artigiano;
Con il termine giurisprudenza si in-
dica l'insieme delle sentenze. La 2) non si superino determinati limiti numerici (l' impresa che non lavora in serie
giurisprudenza non rientra tra le può avere un numero massimo di 18 dipendenti, compresi i familiari dell'im-
fonti del diritto poiché le sentenze prenditore; l'impresa che lavora in serie, purché con lavorazione non del
vincolano solo le parti del giud izio; tutto automatizzata può invece averne al massimo 9; l'impresa che opera
tuttavia gli orientamenti consolidati
concorrono alla formazionedel diritto nei settori delle lavorazioni artistiche tradizionali e dell'abbigliamento su
tenendo conto che compito de lla misura può averne fino a 32; l'impresa di trasporto fino a 8; l'impresa di
Corte di Cassazione è quellodi garan- costruzioni edili fino a 1Odipendenti al massimo).
tire l'uniformità del diritto.
Senonché, è evidente come l'artigiano venga definito da questa legge speciale
con connotati in parte diversi da quelli indicati nell'art. 2083 e.e. Del resto,
un'impresa che raggiunga le dimensioni massime indicate da questa legge difficilmente può dirsi esercitata
con il prevalente lavoro del suo titolare. Sorge così il problema di coordinare la definizione di artigiano data
dalla legge speciale con quella contenuta nell'art. 2083 e.e.
Secondo l'orientamento giurisprudenziale prevalente, l'ampia definizione di artigiano contenuta in questa
legge speciale serve unicamente ai fini dell'applicazione della disciplina prevista nella legge stessa (iscri-
zione nell'albo delle imprese artigiane e conseguente accesso a determinate agevolazioni fisca li).
Per stabilire, invece, se a un determinato soggetto che produca beni o servizi si applichi la disciplina pre-
vista per gli imprenditori commerciali oppure se può essere a questa sottratta ritenendolo, in quanto arti-
giano, un piccolo imprenditore, occorre pur sempre fare riferimento alla defini zione di artigiano che si
evince dall'art. 2083 e.e., e quindi al criterio, più restrittivo, della prevalenza del lavoro proprio e dei com-
ponenti della propria famigli a posto in via generale dalla citata norma.

8 L'impresa familiare
Èdefinita impresa familiare quella alla quale collaborano i familiari dell'imprenditore, i quali prestano in
modo continuativo il loro lavoro senza avere un contratto di lavoro con l'imprenditore stesso e senza nep-
pure essere legati a quest'ultimo da altri tipi di rapporto (ad esempio quello di società).

..,,a\ I PERCORSO A • L'imprenditore e l'azienda


Lezione 1 • L'imprenditore e le tipologie di impresa

Può trattarsi di un' impresa commerciale o agricola, così come può trattarsi di un'impresa di piccole o di gran-
di dimensioni. Di solito, tuttavia, sono soprattutto i titolari di imprese di piccole dimensioni che ricorrono al
lavoro dei familiari, senza necessità di stipulare con loro un contratto di lavoro (il fenomeno si verifica soprat-
tutto nei settori dell'artigianato e del commercio al dettaglio o, nel settore agricolo, tra i coltivatori diretti).
Stante l'assenza di un contratto di lavoro, per tutelare i familiari che collabora-
Con il termine parentela si indica il
no con l'imprenditore (intendendosi per familiari il coniuge, i parenti entro il
vincolo che unisce più persone che
discendonoda uno stesso ca postipite terzo grado e gli affini entro il secondo), l'art. 230bis e.e., introdotto con lari-
(ad esempioduefratelli). forma del diritto di famiglia del 1975, riconosce loro una serie di diritti deno-
Quando si parla di affinità, invece, ci minati, nel complesso, come diritto di partecipazione all'impresa familiare.
si riferisce al rapporto che lega il co- Si tratta dei seguenti diritti:
niugeai parenti dell'altro coniuge (ad
esempio genero e suocero). Nessun 1) diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia;
rapporto, invece, lega gli affini di un 2) diritto di partecipare agli utili dell'impresa, ai beni acquistati con essi, agli incre-
coniuge con gli affini dell'altro coniuge. menti dell'azienda in proporzione della quantità e qualità del lavoro prestato;
li mantenimento com prende non solo 3) diritto di partecipare alle decisioni relative all'impiego degli utili e degli incre-
i bisogni fondamentali ma anche le mer.iti, nonché a quelle relative alla gestione straordinaria, agli indirizzi produt-
spese necessarie per una personale
tivi e alla cessazione dell'impresa; decisioni queste che devono essere prese a
vi ta di relazione secondo gli usi
dell 'ambito sociale in cui vivela fami- maggioranza dai familiari che partecipano all'impresa stessa. Le decisioni rela-
gl ia stessa. tive alla gestione ordinaria dell'impresa spettano, invece, all'imprenditore.
Azienda: è il complesso dei beni orga- Da precisare, infine, che anche se al familiare che presta il proprio lavoro ven-
niuati dall' imprenditore per l'esercizio gono riconosciuti i diritti elencati, l'impresa familiare rimane pur sempre un'im-
dell'i mpresa. Tali beni sono coordinati
strumentalmente in funzione dell'eser-
presa individuale.
cizio dell'attività imprenditoriale. Ne consegue che soltanto il titolare dell'impresa risponde nei confronti dei
creditori ed egli soltanto è assoggettato al fallimento.

I patti di famiglia
Merita un cenno l'approvazione della legge 14 febbraio 2006, n. 55, recante «Modifiche al codice civile in
materia di patto di famiglia», che ha introdotto, in deroga al divieto dei patti successori di cui all'art. 458
e.e., la possibilità di stipulare «accordi di successione» per regolamentare la successione dell'azienda o di
pacchetti di partecipazione al capitale da parte, rispettivamente, dell'imprenditore e di chi ne è titolare.
Tale normativa, attraverso l'introduzione nel corpo del codice civile, nel libro Il, titolo IV, di un nuovo capo
Vbis (artt. 768bis-768octies) rubricato «Del patto di famiglia», agevola quelle aziende a matrice familiare
impegnate nel difficile passaggio del ricambio generazionale.
Ai sensi del nuovo art. 768bis e.e., patto di famiglia è quel «contratto con cui, compatibilmente con le
disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, l'imprendito-
re trasferisce, in tutto o in parte, l' azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in
parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti ».

9 L'impresa sociale
Negli ultimi tempi si è avuta una grande crescita di organizzazioni non profit, cioè di organizzazioni tese
alla produzione di beni e servizi di utilità sociale. Pertanto, al fine di disciplinare tale fenomeno, si è fatto
ricorso al concetto di impresa sociale che si riferisce, infatti, si a alla natura imprenditoriale che alla produ-
zione di servizi in favore di altri (ne parleremo approfonditamente nel Percorso B, Lezione 6).
11 D.Lgs. 24 marzo 2006, n. 155, attuativo della L. 118/2005, in vigore dal 12 maggio 2006, riconosce la
qualifica di impresa sociale a tutte le organizzazioni private che esercitano in via stabile e principale un'at-
tività economica organizzata al fin e della produzion e o dello scambio di beni o servizi di utilità sociale,
diretta a realizzare finalità di interesse generale.
L'assenza dello scopo di lucro ed il perseguimento di finalità di in teresse generale sono i tratti caratteri zzan-
ti dell ' impresa soci ale, il cui impegno operativo deve orientarsi in speci fi ci settori di attività, quali: \' assi-
stenza sa nitaria e soci ale, l' educazione, la fo rmazione e l' istruzione, la tutela dell 'ambiente, la valorizza-
zione del patrimo nio cult ura le ecc.

IPERCORSO A • lJmprenditore e l'azienda


PERCOR SO A Lezione 1
L'imprenditore e l'azienda

L:imprenditore e le tipologie di impresa

(i)@Q E) RIEPILOGO PER LA


DIDAI I ICA INCLUSIVA

1 La nozione giuridica di imprenditore e caratteri


del l'attività imprenditoriale
L'imprenditore è chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata
al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi. Ha il potere di orga-
nizzare e dirigere la propria impresa e si assume il rischio che le spese sostenu-
te per la produzione non siano coperte dai guadagni ottenuti (rischio d'impresa).

At t ività economica
L'attività deve produrre nuova ricchezza; infatti, l'obiettivo principale dell'im-
presa è il profitto, che si ricava dalla differenza tra costi e guadagno. Esistono
anche imprese che non cercano il profitto, ma coprono solo i costi di produzione,
come le cooperative o gli enti pubblici economici, gestiti dallo Stato.

Attiv ità profess ionale


L'attività deve essere portata avanti con costanza, non occasionalmente.

Attiv ità organizzata


L'attività deve essere organizzata, devono esserci cioè dei lavoratori e strumen-
ti di lavoro di un certo valore.

Att ività diretta alla produzione o allo scambio di beni o servizi


L'impresa deve produrre beni di consumo (imprese agricole) o servizi (banche o
aziende di trasporti) oppure scambiare beni e servizi prodotti da altri (azienda
di import export). Non è imprenditore chi lavora utilizzando per sé i beni e i
servizi che produce (imprenditore per proprio conto).
Ad esempio, Luisa ha un piccolo orto in giardino, dove coltiva qualche ortaggio
e qualche spezia, necessari ai suoi bisogni personali; questo non fa di lei un'im-
prenditrice.

2 Criteri di classificazione
Il codice civile usa tre criteri per individuare l' imprenditore e la sua att iv ità:
criterio qualitativo, che fa una distinzione tra impr enditor e ag ricolo e impren-
dito r e commerc iale, a seconda del tipo d i impresa ; crite r io quan t it ativo, che

PERCORSO A • L'imprenditore e l'azienda

r
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Q)@Q Lezione 1 • L'impren ,


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L,. pren d1·tore agricolo ------------.._ _ _ _ _ ,


3 1m . h10. am b.ie ntale (clima), per cui il si.\(o
.
ncolo va incontro al nsc el qua 1e coltiva. La legge tutela qll"._ ,
L'imprenditore ag . te che coltiva e n . di un bene che soddisfq ,.
. de dall'amb1en roduz10ne . \,( ~
lavoro d1pen hé legata alla P . l'impresa agricola non pi. ,
d . impresa, pere . , ·1 ·bo Infatti, . . , , . \(o
sta
. forma i
f damenta e 1 dell'uomo, c10e I c1 . .
re i con 1t· dell'attivita. E imprenditor e
bisogno
. on .
l' 'mprenditore non è tenuto a tene energie. naturali attraverso la se,
1
fallire e i.
ricolo chi: co iva1t· un fondo, cioè sfrutta e
d l rodotto, c . hi esercita selvicoltura, cio e'
a~
mina, la co ltivazione e la raccolta . chi
e . palleva animali, come mucche, capre o
d bosco, tutte que lle attività che conservano, tra,
pro uce legno .. coltivando
, . unconnesse
polli. Sono attivita ~gnc~le d tti della coltivazione.
sportano e commerciano I pro o

4 L'imprenditore commerciale
, . . un ,a tt i·vità industriale o intermedia, cioè
· le chi. esercita
E imprenditore commercrn . . del bene O servizio prodotto. Anche
diretta alla produzione o alla circolaz10ne . 1·
1 . d d. trasporti. e le .banche sono im · prese commerc1a 1.
e az1en 11 & bb . d. biscotti è un'attività industriale, perché produce il bene;
Ad esempio, a J.O neo i . . ·1 d tt h'
il supermercato e, un ,a tt 1v1
· ·t,a m
· termedia ' perché distribuisce
_ i pro o o a e 1 lo
vuole comprare.

5 Il piccolo imprenditore
È quell'imprenditore commerciale, che per alcune sue caratteristiche, non segue
la disciplina dell'impresa commerciale; infatti, non è obbligato a tenere le scrit-
ture contabili (registri di costi e profitti). Rientrano in questa categoria i picco-
li commercianti, gli artigiani e i coltivatori di un fondo. Il piccolo imprenditore
esercita un'attività con il proprio lavoro e aiutato dai familiari o una piccola
quantità di lavoratori.

Ad esempio, il piccolo negozio di alimentari è un esempio di piccolo imprendi-


tore.

L'impresa artigiana
È impresa artigiana quella che ha . ' -
vizi, escluse le attività agr· l O per sco~o esclusiva produzione di beni o ser-
ico e commercialr è ·t ·

J
prenditore. L'impresa art• . , ' eserci ata personalmente dall'1IT1·
igiana puo avere un m · . . . .
~ERCORso A • Cimprenctitore e l::::o d1 18 dipendenti che pos
(l)(i)Q @ Lez;one 1 • l';mprendttore e le Upolog;e d; ;mpresa dep;logo per "' ddattica ;ncluslva

sono essere diretti dallo stesso imprenditore, quindi il rapporto tra imprendito-
re e dipendenti è diretto.
Ad esempio, il sarto è il titolare di un'impresa artigiana.

7 L'impresa familiare
È l'impresa alla quale collaborano i familiari dell'imprenditore, in modo continuo
e senza avere contratto di lavoro. Può essere un'impresçi commerciale o agricola,
così come di piccole o grandi dimensioni. I familiari dell'imprenditore, anche se
senza contratto di lavoro, sono tutelati da alcuni diritti: il diritto al manteni-
mento, cioè l'imprenditore deve provvedere ai loro bisogni; il diritto di parteci-
pare alle decisioni relative all'impresa; partecipare agli utili dell'impresa. L'im-
presa resta comunque un'impresa individuale, per cui l'unico ad assumersi il
rischio d'impresa resta l'imprenditore.

8 L'impresa sociale
Ultimamente si è avuta una grande crescita di imprese impegnate nella produ-
zione di servizi socialmente utili, quali l'educazione, l'assistenza sanitaria o la
tutela dell'ambiente. La legge disciplina le imprese non profit (che non mirano al
profitto) e sono dette imprese sociali.
Ad esempio, emergency è un'impresa sociale, impegnata da anni nel soccorso
sanitario in zone povere e disastrate d ella Terra.

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