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SISTEMA LINFOPOIETICO

SISTEMA LINFOPOIETICO

-Linfa interstiziale

-Linfa chilifera
SPAZIO INTERSTIZIALE
CAPILLARI LINFATICI
Capillari linfatici interstiziali

Vasi linfatici afferenti

Corpuscolo linfatico

Vasi linfatici efferenti


LINFONODI

Corticale

Midollare
Centro germinativo
o reattivo
Sistema Immune

• Unità funzionale:
- monocita
- linfocita
• cellule e mediatori chimici (citochine e anticorpi)
raggiungono i loro organi bersaglio per diffusione
o tramite il circolo ematico
Le cellule del sistema immune hanno la
caratteristica di interagire tra di loro attraverso
meccanismi di complesse interazioni intercellulari.
Molte molecole di superficie dei linfociti,
denominate secondo la recente nomenclatura CD
(Cluster of Differentiation) come CD2, CD4, CD8,
CD18, CD31, CD54, CD58 etc sono in effetti dei
veri e propri recettori di adesione, capaci di fare
aderire le cellule e soprattutto di trasdurre segnali
dentro le stesse cellule.
Il sistema immune utilizza le molecole del
riconoscimento per “compartimentalizzare” la
risposta immune, in modo che solo alcuni
sottogruppi di linfociti, dotati di specifici recettori,
possano accedere a particolari distretti
dell’organismo. In questa maniera il sistema
immune non solo ricorda di avere incontrato un
antigene ma anche dove lo ha incontrato,
rendendo possibile un elevato grado di
specializzazione della risposta immune.
I sistemi di adesione e “compartimentalizzazione”
vengono utilizzati anche dalle cellule neoplastiche
durante la loro disseminazione nell’organismo
(metastasi)
Molecole di adesione del sistema immune
E’ di fondamentale importanza il modo con cui le
cellule comunicano tra loro nello sviluppo e
mantenimento del processo delle risposte
infiammatorie ed immunitarie. Esistono
due meccanismi principali. Il primo consiste nella
produzione di citochine solubili quali le
interleuchine, gli interferoni ed il tumor necrosis
factor (TNF). Il secondo è rappresentato
dall’interazione tra le molecole espresse sulla
superficie dei leucociti (recettori) e molecole
presenti sulla superficie delle cellule bersaglio
potenziali (ligandi). Alcune di queste molecole
partecipano al riconoscimento dell’antigene,
agiscono come segnali costimolanti l’attivazione dei
linfociti, stimolano i meccanismi effettori dei linfociti
attivati.
IL TIMO
IL TIMO

controlla lo sviluppo ed il mantenimento del


sistema immunitario attraverso la elaborazione e la
secrezione di composti peptidici;
orienta la cellula staminale del midollo osseo in
protimocita;
induce, nel timo, la maturazione del timocita;
potenzia la risosta delle cellule immunitarie
negli organi linfoidi
capsula

Cellula dendritica
o interdigitata

linfocita

Cellula epiteliale
Citotipi timici:
-linfociti;
- macrofagi;
- cellule interdigitate;
- cellule epiteliali:
a) subcapsulari perivascolari;
b) pallide;
c) intermedie;
d) scure;
e) indifferenziate;
f) grandi midollari.
Probabili siti di elaborazione dei polipeptidi timici:
- cellule subcapsulari-perivascolari
a) fattore timico serico;
- cellule corticali pallide e/o intermedie
a) timopoietina
b) timostimolina
- cellule grandi midollari
a) timosina
CD8+

CD4+

Schema della linfocitopoiesi


Soltanto le
cellule il cui
recettore è
capace di
riconoscere
peptidi estranei
all’organismo
(non-self) in
associazione al
complesso MHC
sono
selezionate per
la
sopravvivenza
e la migrazione
verso gli organi
linfoidi
periferici

Modelli di selezione positiva e negativa nel timo.


Compartimenti splenici

• polpa rossa
• polpa bianca
• zona perifollicolare
La polpa rossa

La maggior parte della milza, circa il 75% del suo volume è


rappresentato dalla polpa rossa. Essa è costituita da tessuto reticolare
lasso che si trova tra i seni venosi, che a loro volta formano circa il 30
% della polpa rossa. I seni sono circondati da strati circolari di
membrana basale che sono tra loro interconnessi formando una trama
a rete fenestrata che assume un ruolo significativo nella funzione di
filtro della milza: il sangue periferico dovrà attraversare le fessure tra
le fibre.
Il tessuto che si trova tra le maglie dei seni, i cordoni di Billroth,
contengono capillari, che posseggono in gran parte terminazioni
specializzate ricche di macrofagi, ulteriore fondamentale sito di
filtraggio della milza. Sono organizzati in strutture concentriche, dette
capillari con guscio, tra cui sono presenti numerosi macrofagi.
La polpa bianca

La polpa bianca è costituita dai compartimenti libfocitari B e T e il suo


volume è variabile, in funzione degli effetti di patologie infiammatorie e/o
infettive. Tuttavia, qualora la superficie della polpa bianca superi il 25%
del volume della milza è sospettabile un linfoma.
I follicoli a cellule B sono simili a quelli degli altri organi linfoidi: i follicoli
primari sono composti per lo più da cellule piccole s-IgMD e Bcl-2
positive, B-linfociti di cui circa il 15% sono mCD-5 positive. Quando è
presente un centro reattivo (o centro germinativo) la struttura prende il
nome di follicolo secondario e il centro reattivo consiste di cellule B senza
espressione di bcl-2.
Nel follicolo secondario il centro reattivo è circondato da un mantello di
piccoli linfociti detta “corona” o “ zona mantellare.
Sia il follicolo primario che la zona mantellare sono circondati da una
ampia zona marginale costituita da linfociti B medi, la cui colorazione
appare più chiara rispetto alla zona mantellare ed il cui fenotipo è
differente. Infatti, i linfociti della zona mantellare esprimono IgD e KiB3
mentre quelli della zona marginale mostrano un fenotipo opposto.
I linfociti T

La regione occupata dai T-linfociti CD4 (linfociti helper) positivi


circonda irregolarmente le arteriole costituendo una guaina
periarteriolare. Talvolta si trova un follicolo di linfociti B che
costegga una area T.
La zona perifollicolare

Nella polpa bianca i follicoli e le aree T contengono un tessuto di


tipo reticolare detta zona perifollicolare, termine imperfetto perché
indica sia l’area che circonda i follicoli (linfociti B) sia le zone T
(linfociti T). In queste zone, le fibre sono più lassamente disposte
rispetto la polpa rossa e contengono capillari, capillari con guscio
ed un notevole numero di eritrociti e leucociti. La regione periferica
della zona perifollicolare contiene seni veosi, ed una membrana
basale parzialmente fenestrata. La zona perifollicolare, circa l’8%
della milza, contiene cellule ematiche in misura comparabile a
quelle del sangue periferico. E’ stato suggerito che questa zona è
responsabile del transito lento di circa il 10% del sangue a flusso
ritardato.
Lo stampo della vascolarizzazione intrasplenica che mostra il modello di
comportamento dei vasi. E’ evidente la formazione di lobi ( di solito 3) e
di segmenti (di solito 5) dal polo superiore a quello inferiore (1-5)

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