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personaggi reali e non allegorici, pieni di passionalit e di conflitti psicologici interiori. I sei oratori, tutti in italiano, a noi pervenuti di Stradella possono considerarsi come esempi tipici del genere. Forse il suo oratorio pi importante il San Giovanni Battista, in cui il compositore romano mette in contrapposizione i caratteri diversi e mutevoli dei protagonisti: il dolente e trionfante Giovanni, la seducente Erodiade, la sensuale Salom, il tormentato e tragico Erode. Stradella si serve di una straordinaria variet di mezzi musicali espressivi: intensi recitativi dai ritmi rapidi spesso sfociano in arie che mostrano uneccezionale ricchezza tematica e variet formale. Singolare nel San Giovanni Battista la suddivisione dellorchestra in due gruppi: un piccolo gruppo di solisti e un gruppo pi numeroso, che suonano insieme o separatamente nel chiaro intento di dare uno spessore sonoro pi variegato e dinamico alla compagine strumentale. Verso la fine del Seicento loratorio italiano ormai saldamente configurato e codificato nei suoi caratteri stilistici e formali, che si avvicinano molto al genere operistico: dominano interamante le forme solistiche del recitativo e dellaria; al coro si affidano solitamente i finali della prima e della seconda parte; il numero dei personaggi si stabilizza da tre a cinque, mentre scompare quasi del tutto la parte narrativa; cresce lintervento strumentale e ogni oratorio di norma preceduto da una ouverture.
La cantata da camera
Nel panorama musicale del Seicento un posto di particolare rilievo va assegnato alla cantata solistica da camera. Come il madrigale, ma diversamente dal teatro dopera, la cantata da camera era un tipo di musica destinata ad un pubblico selezionato di intenditori competenti e raffinati e fior pertanto in ambienti perlopi principeschi e signorili; prosper soprattutto nelle corti prelatizie romane, nelle accademie e nelle case patrizie veneziane. Rivolgendosi ad una cerchia scelta di ascoltatori, i compositori di cantate potevano puntare pi sulle sottigliezze compositive che non, come nelle arie dopera, sui grandi effetti patetici. Come lopera, per, la cantata si fonda sullalternanza tra recitativi e arie e sullesibizione canora del cantante virtuoso. Nei primi decenni del Seicento, la maggior parte delle cantate richiedevano un solo cantante accompagnato dal basso continuo, che poteva essere realizzato sul chitarrone, sulla tiorba, sullorgano o sul clavicembalo; ma, dal 1630 circa si generalizz luso del clavicembalo come strumento accompagnatore e cominci ad aumentare il numero di cantate che utilizzano altri strumenti (in genere due violini) in aggiunta al basso continuo. Argomento poetico delle cantate solitamente lamore, quasi sempre quello malinconico e infelice, poich non corrisposto, presentato in una cornice pastorale. Tra i compositori di cantate pi importanti vi sono: Luigi Rossi, il pi prolifico compositore di cantate (ca. 300); Giacomo Carissimi, compositore di 148 cantate perlopi per Soprano e basso continuo caratterizzate da numerose sottigliezze compositive (fioriture vocali, passaggi di agilit, figurazioni arpeggiate) e da effetti armonici singolari e dissonanti per esprimere il lamento e il dolore; Antonio Cesti, compositore di 61 cantate perlopi per Soprano e basso continuo caratterizzate da una regolare alternanza tra recitativi e arie; Alessandro Stradella, compositore di circa 200 cantate in cui le arie acquistano maggior rilievo rispetto ai recitativi. In seguito e fino al Settecento inoltrato, la maggior parte delle cantate sar costruita sullo schema Recitativo-Aria-Recitativo-Aria.