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LUNED 14 MAGGIO 2012

LA SICILIA

ggi

Cultura
SCAFFALE/1 SCAFFALE/2

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Sfumature rubate alla memoria


E un testo di una forza non comune, di un dire dove la banalit bandita e il sentire uno specchio dellanima inquieta. E un testo dove il verso trova il suo giusto fluire fra le onde del tempo e limplacabilit dellattimo. E un testo che diviene raccolta poetica e riesce a cogliere anche la narrazione vivificante scandita da quadri quotidiani e, per questo, a noi vicini. "Chista a vita" (Edizioni Speciale, pp. 80) di Maria Bella Calabretta, con prefazione di Biagio Fichera, disegni di Modesto Furchi, dipinge le atmosfere, ora presenti, ora fatte di ricordi, sfumature rubate alla memoria e restituite al presente stemperato in crome di pensiero. E lautrice sa regalarci a tutto questo, con liriche in dialetto siciliano, magistralmente declamate da Guia Jelo nella serata di presentazione ad Acireale, che appassionano e rapiscono: () Lu tempu non si vidi/e non si senti,/ per si senti dintra lu sangu/e dintra li to carni/ca poi tarruggia lossa/e arrppa la to carni./ Lu sai,/ ti sdirrggia li peni e poi lu cori,/ e appcca a ppcca/ti f scurdari i mali!/Accuss,/ li traggri ti pisunu cchi pcca,/ ed ogni ghjornu ca passa,/ tu cerchi i pirdunari/ppi livriti lu pisu, lodiu e li rancri./ Ma tantu difficili/nta stu mnnu scurdari/lu so mali ppi lu bbeni?/ Ma prima o poi i preju a lu Signori/ daviri pena i tutta la me vita/ e drimi cchi forza/ppi prijari e poilautra forza/ppi putiri pirdunri!.
RITA CARAMMA

Come lopera ti cambia la vita


La storia di una passione, quella per lopera lirica, lo spettacolo pi elaborato, esagerato, costoso, assurdo quindi affascinante inventato dalluomo. Di questo argomento, oggetto dellultimo libro del giornalista Alberto Mattioli, Anche stasera. Come lopera ti cambia la vita (Mondadori), parleranno con lautore (domani, ore 18, Mondadori Multicenter di Palermo) due professionisti del dietro le quinte: Antonio Cognata e Floriana Tessitore, Sovrintendente e Capo ufficio stampa del Teatro Massimo. Alberto Mattioli racconta come e perch lopera ha cambiato la sua vita e pu cambiarla agli altri. Un percorso iniziato da bambino, tra sbadigli e pisolini su poltrone di velluto, e decollato in adolescenza quando lopera diventata una sorta di dipendenza fisica e psicologica. Un racconto curioso e realistico tra teatri, cantanti, treni e aeroplani, trionfi epocali e fiaschi apocalittici, nato dagli appunti raccolti dopo oltre 1100 rappresentazioni seguite. Un libro ideale per ogni appassionato ma anche per il lettore incuriosito da un mondo che ora possibile visitare meglio seguendo le tracce di un ironico e pungente assiduo frequentatore di platee. E anche per scoprire i motivi che spingono lautore a considerare il Teatro Massimo fra le imprescindibili mete di culto di qualsiasi amante della musica. Mattioli, modenese, dal 2011 il corrispondente da Parigi de La Stampa, per il quale stato anche redattore della Cultura e caposervizio agli Spettacoli. autore di una biografia di Pavarotti.

UN CLASSICO PER AMICO Nelle Georgiche poemetto scritto su commissione, Virgilio fa di una censura del Potere occasione di una bellissima fabula
SILVANA GRASSO

MD E RO B I LANTM

biografi accreditati dei grandi autori classici erano grammatici, filologici deccellenza, attenti al corpus delle opere, a fiscalissime, ma importanti, diatribe riguardo la cronologia della vita, spesso assai incerta, o la paternit delle opere medesime; attenti al sapiente filtraggio tra opere genuine e opere spurie, falsamente e impropriamente attribuite allAutore. Nessun cenno al gossip, oggi dinteresse esclusivo per biografi non suffragati certo da cultura n da "polmoni" filologici, quanto ed esclusivamente da squallide operazioni di marketing per lettori creduloni, alla ricerca di identificazioni con bulli e bulle del momento. Meglio se bullo e bulla fanno coppia,o ex coppia, sulla falsariga Corona-Belen, emblema duna societas spappolata che, in piena pandemia damoralit, riconosce come suo Mentore il miles gloriosus di turno, meglio se truffaldino, meglio se avventuriere, la vampina di turno, meglio se straniera, meglio se congiuntivo- claudicante. Virgilio, grande poeta latino det augustea, ebbe come suoi biografi Servio Onorato e Elio Donato(IV d. C), e persino quel San Girolamo, homo novus della letteratura cristiana, la cui opera si sdogan dagli schemi tradizionali della produzione teologico-pastorale per indossare panni pi squisitamente letterari. Caso singolare quello che raccontiamo, oggi, anzi eccezionale, storia duna censura "politica" divenuta motivo duna delle pi straordinarie pagine di poesia, la chiusa del libro, IV e ultimo, de Le Georgiche virgiliane. Le Georgiche , poemetto in versi di precettistica agricola, furono energicamente sollecitate a Virgilio da Mecenate, condottiero e abilissimo mediatore culturale tra Augusto e il talento di artisti , di cui, al princeps non sfuggiva il peso dellauctoritas propagandistica. Sollecitate, ma il termine un eufemismo, quasi uneresia, nellobiettivo di riconciliare allamore per la terra i piccoli agricoltori e i nuovi proprietari di

Verso Nord sulle orme dei fratelli veneziani Zen


rresistibile Nord" di Andrea De Robilant (Corbaccio) un romanzo a met tra il racconto storico e il diario di viaggio che affascina raccontando il mondo del 1300, descrivendo isole sconosciute ai pi e dipingendo paesaggi indimenticabili. Protagonisti del libro son i fratelli Zen, Messer Niccol e Antonio, che navigarono nei Mari del Nord e giunsero in Islanda, Groenlandia e in Nord America nel XIV secolo; il viaggio fu raccontato da un loro discendente due secoli pi tardi in un libro con una mappa che fu usata anche da Mercatore. Abbiamo chiesto a De Robilant di raccontarci questavventura. Come nasce il libro? Lidea di ripercorrere il viaggio degli Zen nasce dopo un incontro del tutto fortuito con un turista americano nella biblioteca Marciana a Venezia. Sosteneva che dalle sue parti, nel Connecticut, era fatto noto che i fratelli Zen fossero arrivati sulla costa del Nord America alla fine del Trecento. Mi sembrava una cosa campata in aria. E invece, frugando negli archivi della Marciana, ho scoperto questa storia dimenticata che pure ha avuto una grande influenza sullo sviluppo della geografia e della cartografia. Mi sembrato giusto riportarla alla luce. Con tutti i suoi misteri e le sue stranezze. Poi listinto del reporter ha preso il sopravvento sullo storico e ho capito che non ci avrei visto chiaro se non mi fossi messo in viaggio sulle orme dei fratelli Zen. Quali difficolt ha incontrato nella ricostruzione storica? Non stato semplice. Ho aspettato quasi dieci anni prima di cominciare perch mi sembrava una storia troppo complicata e controversa da rendere con efficacia sulla pagina. Avevo paura di perdermi in un labirinto di parole misteriose, di isole che cerano e non cerano, di piste che poi scomparivano. Poi ho capito che lunico modo di narrare la vicenda era di diventare io stesso parte della narrazione e di raccontare le difficolt incontrate inseguendo la storia. A quel punto decisi che dovevo seguire le orme dei fratelli Zen, andare nei luoghi doverano stati, vedere quello che avevano visto. Che emozioni ha provato in quei luoghi? Ho avuto la sensazione di entrare in un mondo affascinante che ha una lunga storia, di cui ero in larga misura ignorante. Lantico impero vichingo ha ancora una forte presa sullimmaginazione quando si visitano quelle isole. Il mondo meraviglioso delle saghe nordiche diventa improvvisamente pi concreto. Quale la prossima storia da narrare? Vorrei raccontare la storia di Giovan Battista Ramusio, personaggio poco noto del Rinascimento veneziano, che per ebbe un ruolo centrale nel farci capire che aspetto avesse il mondo. Fu lui a traghettarci dalla cartografia tolemaica alla geografia moderna.
ANNALISA STANCANELLI

Orfeo ed Euridice in un dipinto di Rubens

Orfeo ed Euridice un vero amore Poesia assoluta


fondi confiscati. Per i favori gi ricevuti e in prospettiva di riceverne degli altri, Virgilio non pot sottrarsi al noiosissimo compito, ,mortificante per il suo ingegno, garrottante per il suo talento, d occuparsi di coltivazione della vite, allevamento del bestiame, apicoltura. Non ci riesce, quindi, affatto difficile capire con quanta liberazione e slancio abbia, in un baleno, sostituito lelogio al prefetto dEgitto Gallo-morto suicida perch caduto in disgrazia presso Augustocon la bellissima fabula di Orfeo ed Euridice, assolutamente seduttiva per il suo talento. Un brutto dovuto elogio sostituito in extremis da sopravvenute antipatie "politiche", diventa ossigeno creativo, plasma salva-talento. Una censura del Potere diventa occasione insperata per una storia d Amore e Canto, pi d Amore per il Canto, come Poesia assoluta, che damore per Euridice, come sposa, pur amatissima sposa. Muore Euridice, morsa da un serpente velenoso mentre sfuggiva al pastore Aristeo, invaghito di lei. Ammutolisce di dolore lo sposo Orfeo e, quasi per un ossimoro emotivo, pur notte e giorno, canta del suo dolore in solitudine. E il suo canto ha la potenza della parola di San Francesco, il suo canto ammansisce le tigri, smuove le querce, come nellombra dun pioppo un usignuolo dolente piange i figli perduti che un crudo aratore con insidia rub, ancora implumi, dal nido... Muove a miracolo il Canto di Orfeo, muove a piet persino gli dei dOltretomba, che, affascinati per le sue melodie, spezzano le ferree leggi della Morte, acconsentono a che riabbia la sua sposa, a che ritorni a vivere con lei, viva tra vivi, vivo tra vivi, se pu ancora averla . Ma la potenza degli dei che umane preghiere non odono , non scende mai a patti con gli uomini, rei di mortalit, rei di fragilit. Pu essere solo generosa, ma impone sempre condizioni, a che non si smemorino dellimmortalit dei Superi. Pongono, come condizione, ad Orfeo che non guardi la sua sposa fino a quando non siano entrambi giunti alla luce dei vivi. Un attimo, per un solo attimo, la strada lunga di paure era ormai compiuta, Euridice saliva allaria della dietro i passi di Orfeo la fila dello sposo

pi forte della sua ratio, pi dellobbedienza agli dei medesimi. La guarda, solo per un attimo la guarda, viola il patto con gli dei, e scompare Euridice, amata Euridice sciolta come fumo lieve nellaria..che fare? Ove andare..come commuovere i Mani piangendo, come gli Dei cantando? Ella gi fredda ormai nella barca di Stige navigava ... In Mito e in Letteratura classica quasi sempre al femminile la storia dellabbandono del tradimento del suicidio ( come non pensare ad Arianna, Medea, Didone), ancor pi singolare appare, quindi, il dolore pronunciato al maschile da Orfeo-Virgilio. Soffre Orfeo, disperatamente soffre, come soffrir Didone virgiliana, quasi a stabilire, da parte di Virgilio, unantesignana par condicio di sentimenti ed emozioni, oltre, ben oltre il genere maschile e femminile.. per sette mesi interi la pianse e nessun amore, nessuna promessa di nozze pi lo vinse..e infine le donne di Tracia, respinte per amor di lei, le sue giovani membra sparsero a brani per i campi... Una fedelt, oltre la morte, che una grande lezione di vita in tempi in cui un matrimonio dura meno dun cellulare dultima generazione! Pur morto, pur straziato nelle carni, pur con il capo divelto dal collo marmoreo non smise di cantarne il nome lo sposo Euridice, chiamava con la sua fredda lingua, mentre la vita fuggiva, oh mia infelice Euridice. E le rive del fiume echeggiavano "Euridice" . Potenza dun Talento che dun orrenda censura fece un miracolo dArte!

OGGI A SIRACUSA E DOMANI A CATANIA STEFANO FERRARI, FRA I MAGGIORI ESPERTI DI PSICOLOGIA ESTETICA

In viaggio con Freud nei segreti dellarte


Oggi a Siracusa (Biblios Caf, h. 18), su invito del Collegio filosofico siciliano, e domani a Catania, nellambito del Maggio dei libri (Pinacoteca, piazza Manganelli, h. 17.30), Stefano Ferrari, docente di Psicologia d ellarte allUniversit di Bologna, presenter il suo libro Nuovi lineamenti di una psicologia dellarte (Clu eb, 2011). Introdurranno gli incontri: Elio Cappuccio, R oberto Fai, Anita Tania Giuga e Giuseppe Testa (a Siracusa); Pietro Barcellona e Giuseppe Testa (a Catania).
GIUSEPPE TESTA

VIENNA: FOTO DI FREUD AL SIGMUND FREUD MUSEUM

che cosa serve la psicoanalisi quando si guarda un quadro? A ricostruire la personalit dellartista? A eleggere lopera come soggetto di analisi? O ancora: a cercare una teoria dellarte fondata sui cardini ermeneutici introdotti da Freud e dai suoi eredi? Chiunque abbia letto anche uno solo dei celeber-

rimi saggi freudiani sullarte e la letteratura (la Gradiva di Jensen, il Leonardo da Vinci, il Mos di Michelangelo...) conserver la reminiscenza vivida di una scrittura romanzesca, o romanzata, nella quale il padre della psicoanalisi, incidendo con il suo affilato bisturi anche la superficie del minimo dettaglio, finisce per sbozzare a tutto tondo la patografia di un genio. E perci, da Freud occorre ancora partire: quale delle risposte si voglia dare alle domande formulate di sopra. Stefano Ferrari, docente al Dams di Bologna, ospite per due giorni in Sicilia, uno dei maggiori esperti di psicologia estetica. Da anni si occupa, insieme con un qualificato staff di ricercatori, delle complicate, e non sempre nitide, relazioni fra una possibile teoria psicoanalitica dellarte, la fruizione intersoggettiva delloggetto artistico, e la mera applicazione delle tecniche psicoanalitiche agli studi di estetica. Si tratta, facile immaginarlo, di un campo

di ricerca molto vasto e articolato. Nel tempo e nello spazio: in esso rientrano (come ben illustra il libro che da stasera presenter ai lettori isolani) le pose, figurative e attoriali, delle isteriche alla Salptrire diretta da Charcot, ma anche lautoritratto, o lauto-scatto, fotografico in voga presso certe avanguardie. Allinterno di questo universo magmatico Ferrari si sempre mosso con perizia pari soltanto alla sua cautela di studioso: aperto a ogni sollecitazione dellarte contemporanea, ma fermo tutore dei confini che mai ammettono commistioni o, peggio, adulterazioni fra il rigore della disciplina e le suggestioni emozionali pi o meno corrive. Guidato dal testo di Freud, come da un antico codice il pi umile filologo, egli torna a quegli scritti pioneristici (talora, perfino ingenui) e ne sviscera il grumo di forza esegetica ancora insondata. A leggerlo simpara. Ad ascoltarlo se ne ha piacere e diletto.

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