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Premessa

COSA SIGNIFICA PARADIGMA Il termine paradigma: in greco, vuol dire modello, esempio. Esso il lemma che rintracciamo nel vocabolario e che ci permette di conoscere e/o di costruire ogni forma che una parola pu assumere nelluso della lingua. In italiano, sul vocabolario, per le parole variabili come sostantivi, aggettivi e verbi troviamo un paradigma cos strutturato: ogni sostantivo seguito dallinformazione sul numero (s./pl.), sul genere (m./f.) e dal plurale se la parola presenta insidie ortografiche (es. guancia, s.f., pl. ce); ogni aggettivo riportato nella forma del maschile singolare seguito dallindicazione della parte del discorso (agg., appunto) e talora dallindicazione del genere e del numero; il verbo si presenta allinfinito (es. coniugare, arrossire, smettere) e, oltre che dallindicazione morfologica v. (= verbo), seguito dallinformazione se sia transitivo o intransitivo (es. coniugare, v. tr.).

Ogni parola, variabile e invariabile, seguita dallindicazione della parte del discorso a cui essa appartiene (verbo, sostantivo, aggettivo, avverbio ecc.); Anche le parole del latino hanno un paradigma che essenziale controllare. Per i nomi il paradigma rappresentato da nominativo + genitivo + indicazione del genere (es. poeta, -ae, m.; bellum, -i, n.; agnus, -i, m.; pinus, -i, f. ecc.); il genitivo, infatti, indica con certezza la declinazione di appartenenza poich ogni declinazione ha la propria terminazione, diversa da quella di tutte le altre, ( mentre la forma del nominativo varia) che ci permette di individuare il tema del sostantivo e di declinarlo in tutte le sue forme (casi e numeri); ad esempio, fra le parole elencate sopra, sia pinus sia bellum sia agnus appartengono alla II declinazione: non il loro nominativo a dircelo (, infatti, vario: -us/um), n il genere (anchesso vario: f/n/m) ma il comune genitivo in i; il genere consente di individuare le diversit di forma dei nomi della stessa declinazione( i nomo neutri hanno forma diversa nei casi diretti) e di riconoscere la concordanza con pronomi e aggettivi riferiti al nome. Per gli aggettivi della prima classe, il paradigma rappresentato dalle tre uscite, rispettivamente, del nominativo maschile, femminile e neutro, dove il femminile segue la prima declinazione, mentre maschile e neutro seguono la II declinazione (es. candidus, -a, um, oppure pulcher, pulchra, pulchrum o ancora asper, aspera, asperum): i nominativi, in cui il maschile sempre in er o us, il femminile sempre in a, il neutro sempre in um, sono sufficiente garanzia del riconoscimento della declinazione; per gli aggettivi pronominali il paradigma presenta anche la forma del genitivo singolare in ius (perch diversa da quella degli aggettivi non pronominali della stessa classe). Per il verbo latino il paradigma costituito da 5 forme. it. vedere = lat. video, -es, vidi, visum, -re, tr. Perch ben cinque forme? Perch da esse si ricavano i tre temi verbali, che servono per formare qualsiasi modo e tempo del verbo. I tre temi sono: Tema dellinfectum (= non concluso), ricavabile dalle prime due forme e dallultima

Tema del perfectum (= concluso), ricavabile dalla terza forma Tema del supino (il motivo delluso del termine supino non chiaro), ricavabile dalla quarta forma

Analisi del testo


1) Sottolineo tutti i verbi di un periodo (a ogni verbo corrisponde una frase: un solo verbo = una frase, due verbi = due frasi ecc.). Verbi servili, aspettuali e fraseologici costituiscono un solo predicato col verbo allinfinito che accompagnano. 2) Trovo il punto di inzio e di fine di ogni frase (mi aiuta la presenza di congiunzioni, che di solito stanno allinizio di una frase, o di segni di punteggiatura) 3) Suddivido in sintagmi la prima frase, trovo il paradigma delle parole variabili e poi faccio lanalisi grammaticale prendendo in considerazione tutte le possibili funzioni che la forma di una parola pu esprimere (prima, seconda e terza colonna della tabella). 4) Partendo dallanalisi del verbo (modo, tempo, persona, diatesi) cerco di capire se ci sono e quali sono le parole o i gruppi di parole (sintagmi) indispensabili a completarlo (si chiamano argomenti), faccio cio lanalisi logica e semantica (quarta colonna della tabella) che consiste nellindividuare i legami fra le parole in base alla loro forma e al loro significato 5) Il primo argomento di un verbo il soggetto. 6) Per individuare il soggetto devo partire dalla persona. 1 o 2 sg.o pl.: il soggetto in genere sottinteso oppure un pronome personale. 3 sg. : cerco un nominativo sing.. 3 pl. : cerco un nominativo plur. o pi nomin. sing. coordinati; a volte il soggetto sottinteso se coincide con quello della frase precedente. 7) Il secondo argomento di un verbo pu essere il complemento oggetto (accusativo) se il verbo transitivo, oppure un complemento indiretto (genitivo, dativo, ablativo non preceduti da preposizione, oppure accusativo e ablativo preceduti da preposizione) se il verbo intransitivo: il vocabolario riporta sempre il tipo di argomento richiesto dal verbo. Un verbo che ha pi di un significato pu essere completato da argomenti diversi, in base al significato che assume. 8) Alcuni verbi hanno un terzo argomento e altri anche un quarto argomento ( es. Irene regala un biscotto a Taddeo; Taddeo sposta il biscotto dalla ciotola alla cuccia) Il numero massimo di argomenti che un verbo pu avere quattro. Molti verbi assumono significati diversi in base agli argomenti che li completano (es.:passo la vita / passo in unaltra stanza / passo un libro a Paolo). Per questo motivo fondamentale individuare gli argomenti e cercare sul dizionario il significato del verbo con quel tipo di argomenti. RICAPITOLANDO: verbo senza argomenti ( nevica), verbo con un argomento ( Irene dorme), verbo con due argomenti ( Irene compra un computer, Irene resta a casa), verbi con tre argomenti ( Irene offre un cioccolatino al babbo), verbi con quattro argomenti (Irene trasferisce lo zaino dal tavolo al divano). Talvolta anche nomi e aggettivi devono essere completati da un argomento( es. pieno di rabbia, adatto allambiente, gli addetti ai lavori): anche in questo caso il dizionario mi d la forma dellargomento (es. plenus + ablativo = pieno di; aptus + dativo = adatto a)

9) Oltre al verbo con i suoi argomenti una frase pu contenere informazioni aggiuntive non indispensabili (fornite da attributi e complementi) che si chiamano espansioni. Le espansioni possono integrare il verbo o altri elementi della frase (nomi, pronomi, avverbi, aggettivi). Se si tratta di attributi occorre individuarne numero genere e caso per capire con quale nome o pronome concordano. Bisogna associare subito lattributo col termine a cui si riferisce e considerarli come un blocco unico (sintagma). Se si tratta di complementi occorre riconoscerne la funzione in base al caso e alla eventuale preposizione che li introduce. Il complemento di specificazione vale quasi come attributo del nome da cui dipende e di solito lo precede immediatamente, perci spesso separa il nome da altre sue espansioni (es. Livia parvam puerisque plenam amicae domum spectat: parvam e plenam sono attributi/espansioni di domum, amicae compl. di specif./espansione di domum e deve precedere la parola, perci gli aggettivi ne vengono separati. In italiano questo non accade: lat.: agg. c. spec. nome = la piccola e di ragazzi piena dellamica casa, it.: agg. nome c. spec. oppure nome agg. c. spec.= la casa dellamica, piccola e piena di ragazzi. 10) Scrivo la forma italiana corrispondente ad ogni sintagma analizzato e quindi rielaboro in una traduzione complessiva. IN SINTESI: 1) e 2) Segmentazione in frasi 3) Segmentazione in sintagmi, paradigma e analisi grammaticale 4) 5) 6) 7) 8) Analisi logica (verbo e argomenti) 9) Analisi logica (espansioni) 10) Traduzione di servizio e traduzione complessiva

Tutta la procedura sopra illustrata deve essere seguita nellordine indicato. Deve essere scritta fino a che non ben assimilata, poi pu essere per gradi trasformata: la tabella sar prima sostituita da sigle sopra i sintagmi, separati da linee verticali e infine diventer unoperazione mentale.

Esempio di analisi del testo:


Aeneas post Troiae ruinam oppidum relinquit et novam patriam petit. Propter saevam procellam cum filio nautisque ad Africae oras naufragus appellit
Sintagmi Aeneas post ruinam Troiae oppidum relinquit et novam patriam petit propter procellam saevam Cum filio nautis(que = congiunz.) ad oras Africae naufragus appellit Paradigma 1 decl. m. 1 decl. f. 1 decl. f.. 2 decl. n. 3 coniug. agg. 1 classe f. 1 decl. f. 3 con. 1 decl. f. agg. 1 classe f. 2 decl. m + 1 decl. m. 1 decl. f. 1 decl. f. 2 decl. m 3 con. Anal. grammaticale nomin. post+acc. gen. sg/ dat. sg /nom. pl./ voc. pl. nom./acc./voc. sg. ind. pres. att. 3 p. sg. trans. congiunz. accus. sg. accus. sg. ind. pres. 3 p. sg. att. trans. propter+accus. accus. sg. Cum.+ abl. sg. e pl. ad+accus. pl. gen. sg./ dat. sg./nom e voc. pl. nom. sg. ind. pres. 3 p. sg. att. intr Analisi logica soggetto (arg. 1) c. tempo c. spec. c. ogg. p. verb. .(arg. 2 = accus. c. ogg.) attributo d. c. ogg c. ogg p. verb.(arg. 2 = c. ogg.) c. causa attr. del c. di causa c. compagnia c. moto a luogo c. specif. Traduzione Enea dopo la caduta di Troia la citt abbandona e nuova patria cerca per una tempesta violenta con il figlio e i marinai alle coste dellAfrica

c. predicat.. naufrago soggetto p. verb. .( arg. 2 = approda ad + accus.= c. di m. a luogo)

Sintagmi

Paradigma

Anal. Gramm.

Anal. Logica

Taduzione

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