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SEMINARI ESEGETICI sul CORPUS PAULINUM

Note per il 1° seminario TSN011

In questo primo incontro tratteremo punti diversi utili ad una


panoramica del corso: ―L‘Antico Testamento nel corpus paulinum
―(cp)
Ci riferiremo a tutte le 13 epistole del NT che hanno ―Paolo‖ come
mittente esplicito, per stabilire in che rapporto stanno con l‘AT.
Ci chiederemo in che rapporto si colloca Paolo specialmente in
relazione alla LXX.
Ci chiediamo anche quanto la teologia di Paolo dipenda dall‘AT,
greco ed ebraico per capire quanto invece sia originale, nuova,
diversa.
Studieremo al contempo quanto la traduzione greca sia
corrispondente all‘ebraico del TM (= Testo Masoretico - Il testo
masoretico è la versione ebraica della Bibbia ufficialmente in uso fra
gli ebrei. Viene spesso utilizzata come base per traduzioni dell'Antico
Testamento da parte dei cristiani. Essa venne editata e diffusa da un
gruppo di ebrei detti Masoreti fra il primo e il decimo secolo d.C.
Contiene varianti, alcune significative, con la più antica versione
greca detta dei Settanta).
Esaminando, con metodo di ricerca nuovo e avanzato, le possibili
citazioni, i soli accenni, i riferimenti indiretti, o anche semplici
sintagmi o gruppi di parole della LXX nel cp saremo in grado di
cercare e verificare il significato dell‘AT per il NT e non solo per il cp,
essendo Paolo il primo interprete agiografo cristiano delle Scritture.
Impareremo da lui a essere interpreti delle Scritture, a partire
dall‘evento della croce e risurrezione, e quindi da Gesù, che Paolo
per primo, per scritto, considera il Cristo-Messia, il Signore, il Figlio
di Dio (e Dio?) i nuovi principi ermeneutici per fare teologia.
Leggeremo, subito, per esempio, quanto Paolo afferma,
polemicamente, in 2Cor 3,5-6: ―Non però che da noi stessi siamo
capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra
capacità viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti di una Nuova
Alleanza, non della lettera (in greco: grámma = ciiò che è scritto, le
Scritture) ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà
vita‖.
Leggeremo anche, oggi o nel prossimo mercoledì, il testo ancora
più polemico di Fil 3,1-14, sul valore, di ―perdita‖ o ―skubalon‖: a
che cosa riferisce questa parola? Non tanto a se stesso (cfr. 1Cor
4,13), ma? Questo ―ma a che cosa‖ scopriamolo insieme. Leggete il
testo di Fil a casa e ne discuteremo in aula nel prossimo incontro.
Parallelamente, in gruppo di tre o da soli, leggete anche Col 2,6-3,1.
In che relazione stanno Scrittura e Spirito? In che relazione
stanno Promessa e Compimento? In che relazione stanno vecchio
Adamo e Nuovo Adamo? In che rapporto sta la fede in Abramo e la
fede in Gesù Cristo risorto dai morti?
Note per il 2° seminario TSN011

Oggi tratteremo due temi riferiti al metodo di ricerca riguardo


all‘―Antico Testamento nel cp‖

a) creazione di un lessico specifico


Ci riferiamo alla utilità di crearci un nostro lessico o un campo
semantico specifico, come quello suggerito dal titolo del nostro
seminario, da un testo o da un corpus come il cp.
Non ci riferiamo ancora alla costruzione di un dizionario-glossario
bilingue che anche faremo, in seguito, per poter tradurre dal greco
alla nostra madre-lingua con precisione.
Il lessico di oggi ci è utile soprattutto alla creazione di un nostro
glossario e alla ricerca e definizione di termini importanti per una
corretta comprensione di un testo biblico.
Il nostro punto di partenza per ampliare e approfondire la ricerca
dei collegamenti tra AT e cp, può essere anche la lettura del
giornale quotidiano; tanto più può esserlo una meditazione sulle
letture bibliche della liturgia del giorno.
Oggi (27 febbraio 2008) per esempio, chi ha celebrato la Messa
ha ascoltato la lettura di Mt 5,17,19:
17
Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i
Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
18
In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra,
non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza
che tutto sia compiuto.
19
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche
minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà
considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà
e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno
dei cieli.
Cosa possiamo imparare da questo brano?
Intanto, possiamo estrarre una nutrita lista di termini (una
nomenclatura) da lanciare in una ricerca avanzata nel cp (con
BW).
Scientificamente, ci giustifichiamo per questa operazione avendo
notato, anche da una prima lettura, come il tema di fondo sia
proprio il rapporto tra Nuovo e Antico Testamento (tra Gesù il
Maestro-rabbino e la Legge e i Profeti).
Siamo giustificati a comparare l‘atteggiamento di Gesù (secondo
Matteo!) verso la Legge e i Profeti e in generi i precetti tradizionali,
con l‘atteggiamento di Paolo verso l'Antico o Primo Testamento (= la
Bibbia ebraica è divisa in tre sezioni: Torah (= Legge, Istruzione),
Nebîim (Profeti), Ketubîm (Scritti), abbreviate in TaNaK) partendo
da espressioni, figure di stile e parole quali:

• non abolire la legge ma dare compimento (antitesi: aut…aut


oppure correctio: non…ma…)
- Legge e Profeti (una coppia letteraria fissa)
- regno dei cieli (forma, espressione fissa)
- cielo-terra (coppia, con senso di totalità; et...et)
- (la scrittura: iota, segno grafico)
- trasgredire un precetto - osservare un precetto (antitesi)
- insegnare un precetto

Anche Paolo utilizza queste parole? Se si dove, in che contesti?


Paolo è più pro o più contro l‘AT rispetto a Gesù (secondo Matteo)?
Per una comparazione corretta tra testi originariamente in greco,
dovremmo fare ricerche sul GNT (The Greek New Testament)
Chi ha il coraggio di comunicare a misurarsi su queste
comparazioni?

Prima di tentare una ricerca dimostrativa qui in aula, prendiamo in


considerazione la risposta di mons. Giancarlo Ravasi data ad una
lettera con cui un lettore, gli poneva uno specifico problema sulla
preghiera del Venerdì Santo per la conversione degli Ebrei (cfr.
Domenica, in Il Sole 24 ore, 24 febbraio 2008).
Impariamo intanto, per interpretare un testo:
• la necessità di comparare testi (intertestualità) del NT e dell‘AT
con il cp e anche con il ―giornale‖ o il magistero della Chiesa
nell‘attualità
• per stabilire il significato, diverso o simile, o identico di una
parola in diversi contesti seguiamo una sequenza significativa: forma
(morfologica) > lemma > frase (sintassi - concordanze - paralleli) >
(con)testo > intertesto (corpus) > NT (in greco) > AT greco (LXX) >
Testo masoretico (in ebraico);
• la necessità di arrivare a un nostro testo narrativo o a un
discorso interattivo e reticolare, a un ipertesto con note
• tentando di rispondere, a sei domande per ogni lemma che
esaminiamo: who (i personaggi implicati, i soggetti di pensiero o
d‘azione, i nomi propri di peronsa, gli autori o scrittori o
protagonisti), what (che cosa: nel nostro caso parole che servano a
stabilire rapporti tra cp e AT); where (i nomi di luoghi, geografici,
città, monti, fiumi, laghi, cielo, terra); when (tutte le indicazioni dei
tempi, anche quelle contenute nei verbi: presente, passato, futuro),
why (il perché, le ragioni, le motivazioni di certe affermaizoni,
parole o azioni); how (stile letterario, le figure stilistiche, il modo di
esprimere, il genere letterario).

b) strumenti utili
Per più facilmente ricercare (―cercate e troverete; chiedete e
otterrete‖) i paralleli o citazioni, rifeimenti, connessioni tra cp e AT,
acquistate

•The Greek New Testament (Aland, Nestle Aland); ed. 27.


Qui si individuano facilmente le citazioni o i riferimenti all‘AT sia
perché sono stampati in neretto (o in corsivo) nel testo biblico; sia
per i passi paralleli citati in note (o a margine).

Una buona alternativa è il programma che impariamo a sfruttare


al meglio, appunto
• Bw 7: Menu > Resources > Miscellaneous > Archer and
Chirichigno, OT quotes > Contents > New Testament Order:
Romans (dove si hanno in asosluto più citazioni dell‘AT nel cp:
perché?), 1Corintihians…
• cfr. F. Belli-I. Carbajos - et al., Vetus in Novo. El recurso a la
Escritura en el Nuevo Testamento, Encuentro, Madrid 2006.
Secondo seminario: Le 13 lettere del corpus paulinum

24 Ottobre 2007
Ci dedichiamo al cp per individuarne, insieme, contenuti
fondamentali e forme linguistiche (lemmi, campi semantici, coppie di
termini, frequenze, figure di stile) coinvolgendoci in un quadruplice
approccio:
(a) l‘approccio filologico-linguistico-filosofico (statistico; nella
lingua originale);
(b) storico-critico, e geografico (attenzione ai nomi propri di
persone e di luoghi, alle relazioni tra loro);
(c) biblico-teologico e paolino (la cristologia come chiave di
interpretazione di tutta la Bibbia; la conoscenza di Dio come il Padre
di Cristo e lo Spirito Santo): tutto Dio, la Trinità è l‘argomento
centrale del cp;
(d) comunicativo-pastorale, prestando attenzione all‘uso dei mezzi
di comunicazione, come il libro, la lettera, il discorso - esempi
presenti già nella Bibbia - per la trasmissione e diffusione della
Parola di Dio; baderemo alla comunicazione indiretta, multimediale e
interattiva, oltre che a quella orale, prendendo in considerazione le
esigenze e difficoltà del singolo partecipante al seminario.
L‘obiettivo è l‘acquisire strumenti utili all‘interpretazione di testi
biblici, imparando, individualmente e in gruppo, ad usare tecnologie
avanzate di ricerca, di comparazione e dell‘elaborazione del lavoro
finale, possibilmente da pubblicare utilizzando categorie, lingue e
mezzi dei nostri lettori su un web-site.
1. Che cosa è il corpus paulinum
13 lettere che hanno tutte il nome Paolo come mittente principale.
E la Lettera agli Ebrei? Leggi Eb 13,23: ―Sappiate che il nostro
fratello Timòteo è stato messo in libertà; se arriva presto, vi vedrò
insieme con lui.‖ Compara questo testo con tutte le occorrenze del
nome ―Timoteo‖ nel NT: At 16,1; 17,14s; 18,5; 19,22; 20,4; Rm
16,21; 1Cor 4,17; 16,10; 2Cor 1,1.19; Fil 1,1; 2,19; Col 1,1; 1Ts
1,1; 3,2.6; 2Ts 1,1; 1Tm 1,2.18; 6,20; 2Tm 1,2; Fm 1,1. Di chi è
―fratello‖ Timoteo?
2. Lettura di un testo del cp (Rm 6,12-18: sotto la grazia, ora a
servizio della giustizia) e inizio di un glossario-agenda con le parole
(= contenuti) più rilevanti nel brano: ἁκαξηία (hamartía: fallimento.
mancanza: in Rm ricorre 48 volte in 39 vv; ricorre 16 volte in Rm 6;
cfr. i vv 12.13.14.16.17.18), δηθαηνζύλε (dikaiosýnē: giustificazione:
in Rm ricorre 34 volte in 29 vv; 5 volte in Rm 6: nei vv.
13.16.18.19.20); παξίζηεκη (parístēmi: offrire; presentare,
localizzare, mostrare; in Rm: 34 volte in 29 vv. cfr. Rm 6,), ὑπαθνύσ
(hypakoúo: obbedire, sottomettersi) + ὑπαθνή (hypakoḗ:
obbedienza, ascolto fattivo, sottomissione). Stile: Rm 6 è parte di
un‘argomentazione con diverse antitesi (es. non-ma; legge-grazia;
ingiustizia-giustizia; vivi-morti; peccato-giustizia) che sono
espedienti (figure) retorici.
3. Dell‘epistola su cui ciascuno intende lavorare, estraendone
contenuti e stile, va scritto il titolo su due cartoncini: utile l‘uno per
me e l‘altro per ciascuno di voi per gestire, nel tempo, il proprio
piano in vista dell‘elaborato finale, che sarà un commento ad una
lettera. Lavoreremo in aula, insieme, su ciascuna epistola scelta,
utilizzando BibleWork 7. Il commento finale può, secondo i criteri a-
d sopra descritti, essere preferibilmente fatto nella propria lingua, in
un linguaggio interattivo e multimediale in vista della pubblicazione
su Net-i-va (nome di un sito biblico ‫ נָתִיב‬ispirato a [natyb - LXX =
ηξίβνο - tríbos], sentiero, path,vereda,sendero,steza,staza, ‫ש"ע‬,
αηξαπόο, тропинка nel v. ―Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio sentiero‖. (Angelo Colacrai)
Note per il 3° seminario TSN011

Scrivevo, nella presentazione del corso: ―Con tecniche di ricerca


avanzata, che apprenderemo in piccoli gruppi, individueremo
citazioni esplicite, allusioni, riferimenti indiretti e vocabolario dell‘AT
presenti nel cp; compareremo testi tra loro per coglierne
trasformazioni nel significato di parole e frasi appartenenti alla
Septuaginta (LXX) o ad altre fonti in greco e presenti, spesso con
modifiche da valutare, nel contesto delle 13 lettere del cp. Obiettivo
è imparare a citare correttamente e a interpretare ―sante scritture‖
(Rm 1,2) o ―sacri scritti‖ (2Tm 3,15) sull‘esempio di Paolo, primo
agiografo del NT ed interprete dell‘Antico, partendo oltre che dal
contesto greco-ellenistico anche da quello ebraico del Testo
Masoretico e di altre fonti, per chiarire la novità del ―vangelo‖ da
Paolo proclamato in contesti storici diversi.‖
Nelle note precedenti parlavo di a) la creazione di un lessico e di
un glossario, utile per individuare i contatti ttra AT e corpus
paulinum, anche a partire dalla lettura del giornale e, soprattutto,
dalla lettura delle Scritture nella liturgia del giorno. Parlavo anche di
b) strumenti utili come The Greek New Testament e BW per
individuare più facilmente le citazioni, accenni, parole o riferimenti
all‘AT nel corpus paulinum.
Oggi tentiamo di tracciare una mappa per diversi percorsi
ermeneutici nel testo di Paolo e nell‘AT.
La domanda fondamentale a cui tenteremo insieme di rispondere
è: perché (= why) Paolo cita l‘AT? Che cosa, più in generale,
comportava allora e comporta oggi la INTERTEUSTALITÀ, cioè la
necessità o la moda di citare altri testi nel proprio?
Suggerimenti e proposte

a) Presento solo qualche citazione dell’AT in Romani


Per avviare una ricerca da continuare insieme.
È Romani, sembra, dove si concentrano più che altrove, citazioni
dell‘AT greco (LXX) nel NT. Ma anche questa impressione va
verificata prima di diventare un‘affermazione.
Utilizzando BW 7 (> Menu > Resources > Miscellaneous > Archer
and Chirichigno > Contents > New Testament Order > Romans)
elenco solo alcuni versetti di Romani con citazioni o riferimenti
all‘AT, sia greco che ebraico:
a Rm 01,17 corrispondono (davvero?): Is 26,20; Ab 2,3-4 (cfr.
Eb 10,37-38; Gal 3,11)
02,06 Sal 62,13(LXX: 61,13); Pr 24,12
02,24 Is 52,5
•continua tu l‘elenco completo di tutte le citazioni offerte da
Archer e Chiricigno e da GNT (= The Greek New Testament);
•riordina tutte le citazioni dell‘AT, questa volta secondo l‘ordine
dei libri dell‘AT (greco ed ebraico);
•estrai dall‘AT (greco e in traduzione dall‘ebraico) gli (interi)
versetti dell‘AT citati da Paolo, forse, anche solo in parte;
•crea un lessico preciso di tutti i lemmi (e forme flesse), ossia, fai
la lista delle parole per temi
•fai, del lessico, un bel glossario, preciso, delle voci principali
citate e che sono le più importanti secondo te: descrivi il significato
o i significati, con precisione contestuale, della parola nelle singole
frasi di cui fa parte, sia nel libro citato della LXX che in Rm;
utilizzando le parole greche e insieme la traduzione nella tua lingua;
•tenta a questo punto di comparare, le parole-chiave in greco
con le parole ebraiche equivalenti (imparando ad utilizzare, BW7 (vai
al > Menu > Resources > Parallel BHS [Biblia Hebraica
Stuttgartensia] e in questa finestra, vai a > Search > Find BHS-LXX
Equivalents > e ora, nella nuova finestrella che si chiama Search for
BHS-LXX Equivalentes, vai nella casella > Greek Lemma, e qui scrivi
il lemma greco > Invia (Return) e aspetta i risultati > poi inizia a
navigare nella parola ebraica che più frequentemente (Freq.)
equivale alla parola greca che tu stai cercando.

b) definisci ora i due contesti letterari diversi


quello della citazione in Rm e nella LXX, e cerca, delle due
pericopi, una in Rm appunto e l‘altra nell‘AT, di cogliere la diversità
o somiglianza del significato generale, sia storico-geografico che
letterario e teologico
c) scrivi dieci righe
con una sintesi dei tuoi risultati, per presentarli, nel prossimo
seminario ai tuoi colleghi.
Roma, ore 12,50 del 12.03.08
Terzo seminario: Romani

Rm è la prima epistola nel canone del NT e specificamente nelle


13 epistole di Paolo, non perché sia la prima cronologicamente
scritta ma forse perché è la più lunga (anche se non tutti
riconoscono il c 16 come sua parte integrante, ma piuttosto come
un biglietto a sé stante).
Rm è considerata anche l‘epistola più importante di Paolo,
soprattutto a partire dalla tradizione protestante, perché tratta un
tema molto caro a Lutero: la giustificazione.
Ma è davvero la "giustificazione" la chiave migliore di lettura di
Rm?
Un profilo linguistico del documento

Composizione
Rm è composta di 1050 parole (voci) con 7111 ricorrenze. I
capitoli (cc) sono 16, i versetti (vv) sono 432. In 1Cor i vv sono di
più: 437. Le voci però (948) e le ricorrenze (6830) sono di meno.
Rm quindi è l‘epistola del cp che ha più parole e più occorrenze in
assoluto delle stesse parole.

Rilevanza filologica

Quali sono le somiglianze, coincidenze, differenze tra Rm e il resto


del NT e dell'AT greco?
I temi principali, se in considerazione prendiamo solo verbi e nomi
(comuni e propri) considerati solitamente le parti più importanti del
discorso, sono 799. Di questa lista, se consideriamo l'ordine
gerarchico che includa le più importanti parole teologiche (―Dio,
Cristo, Signore, Gesù, Spirito) abbiamo la seguente lista che
compariamo subito con una lista parallela nel resto del cp:
Romani NT senza cp AT greco Resto del cp

ζενο 153 ιεγσ 2218 (LXX) εηκη 91

εηκη 113 εηκη 1899 θπξηνο 8603 ζενο 66

λνκνο 74 ζενο 769 εηκη 6842 ρξηζηνο 56


ρξηζηνο 65 ηεζνπο 704 ιεγσ 6792 ερσ 50
ακαξηηα 48 εξρνκαη 558 πηνο 5204 θπξηνο 37

ιεγσ 48 ερσ 547 ζενο 4008 αλζξσπνο 26

θπξηνο 43 γηλνκαη 528 βαζηιεπο γηλνκαη 26

πηζηηο 40 πνηεσ 485 3442 πλεπκα 21

ηεζνπο 36 θπξηνο 443 πνηεσ 3392 αδειθνο 18

γηλνκαη 35 νξασ 426 γε 3172 δηδσκη 18

δηθαηνζπλε 34 αλζξσπνο ηζξαει ιαιεσ 18


424 2957
πλεπκα 34 πηζηηο 17
αθνπσ 394 εκεξα
ηεζνπο 16
2572
παηεξ 350
γηλνκαη
δηδσκη 343
2224
εκεξα 338
δηδσκη 2130
πηνο 336
νηθνο 2066
καζεηεο 261
ιανο 2061
νπξαλνο 252
ρεηξ 1945
ινγνο 246
αλεξ 1917
γε 236
πνιηο 1580
ιαιεσ 236
νξασ 1503
πλεπκα 233
παηεξ
1448

αλζξσπνο
1427
ιακβαλσ
1336

πξνζσπνλ
1303

Chi sceglie di studiare Rm davanti a queste liste da comparare


può fare alcune osservazioni interessanti più delle mie, che sono
solo 4:
a) in Rm è evidente il primato della teologia, più che nel resto del
cp, sia per il primo posto occupato da ―Dio‖, sia per il minor numero
di altri temi interposti fino a "Spirito", sia per l‘enorme differenza tra
le occorrenze di ―Dio‖ in Rm (153) e il resto del cp che comprende le
altre 12 lettere (66);
b) il tema più importante per Paolo nella Rm è teologico-
cristologico-spirituale; è la Trinità, anche se non si è mai usato nella
Bibbia questo duro e astratto nome latino
c) la ―giustificazione‖, tanto cara a Lutero, è certamente un tema
rilevante più in Rm dove ricorre 34 volte che altrove nel cp (dove
ricorre, nell‘insieme, 58 volte in 52 vv); e più nel cp che nel resto
della Bibbia greca (dove ricorre complessivamente, incluso il cp, 442
volte in 423 vv).
Non è però δηθαηνζπλε il tema più importante per Paolo in Rm, né
nel resto del cp.
d) sia il resto del NT considerato nel suo insieme che l‘AT greco
sono paragonabili per alcune parole-chiave con Rm: ma la gerarchia
delle stesse muta di molto; di meno con il resto del NT e di più con
tutto l'AT, qui inclusi deuterocanonici e apocrifi.
Rm risulta in assoluto lo scritto che maggiormente tratta il tema
―Dio‖.

Originalità di Rm
È possibile stabilire l‘originalità di un documento solo
comparandolo, linguisticamente e statisticamente con altri
documenti simili o contrari.
Rispetto al resto del cp
In Rm esistono 272 parole-voci che non ricorrono nel resto del cp.
Esse sono: εγθεληξηδσ 6 | απεηζεσ 5 | δηθαησκα 5 | εζαηαο 5 | θιαδνο 5
| ζπγγελεο 4 | θξνλεκα 4 | αζπλεηνο 3 | εθθιασ 3 | εληπγραλσ 3 |
θαηαθξηκα 3 | κνηρεπσ 3 | ληθασ 3 | ζπκκαξηπξεσ 3 | θνξνο 3 |
αγξηειαηνο 2 | αδπλαηνο 2 | αλαπνινγεηνο 2 | αλνκσο 2 | αλνρε 2 |
απνηνκηα 2 | αηηκαδσ 2 | δηθαησζηο 2 | εθθιηλσ 2 | ειαηα 2 | επηηπγραλσ 2
| ηαθσβ 2 | θαηλνηεο 2 | θαηαθαπρανκαη 2 | θνηηε 2 | ιαηξεηα 2 | κεζηνο 2
| κεηαιιαζζσ 2 | κνηραιηο 2 | νηθηηξσ 2 | παξαθεηκαη 2 | πξνγηλσζθσ 2 |
πξνζθνπησ 2 | ζαξξα 2 | ζησλ 2 | ζθνηηδσ 2 | ζπαληα 2 | πςεινο 2 |
θπζηθνο 2 | ρξεζηο 2 | αβπζζνο 1 | αηδηνο 1 | αηλεσ 1 | αθαθνο 1 |
αθξναηεο 1 | αιαιεηνο 1 | ακεηαλνεηνο 1 | ακκνο 1 | ακπιηαηνο 1 |
αλαγσ 1 | αλαδασ 1 | αλαινγηα 1 | αλδξνληθνο 1 | αλειεεκσλ 1 |
αλεμεξαπλεηνο 1 | αλζξαμ 1 | αληαπνδνκα 1 | αληαπνθξηλνκαη 1 |
αληηζηξαηεπσ 1 | αληηηαζζσ 1 | απειιεο 1 | απελαληη 1 | απνβνιε 1 |
απνζηπγεσ 1 | απνηνικασ 1 | αξηζκνο 1 | αξηζηνβνπινο 1 | αζζελεκα 1
| αζπηο 1 | αζπγθξηηνο 1 | αζπλζεηνο 1 | αζρεκνζπλε 1 | αθαηξεσ 1 |
αθηθλενκαη 1 | αρξεηνσ 1 | βααι 1 | βδειπζζσ 1 | βνπιεκα 1 | γεκσ 1 |
γλσζηνο 1 | γνκνξξα 1 | γξαπηνο 1 | δεπξν 1 | δηαγγειισ 1 |
δηαπνξεπνκαη 1 | δηαηαγε 1 | δηαθνξνο 1 | δηθαηνθξηζηα 1 | δνιηνσ 1 |
δσξεκα 1 | εγθαιεσ 1 | εθαηνληαεηεο 1 | εθδεηεσ 1 | εθθαησ 1 |
εθπεηαλλπκη 1 | ειεασ 1 | εκπηπιεκη 1 | εκθαλεο 1 | ελδηθνο 1 |
επαηλεηνο 1 | επαλακηκλεζθσ 1 | επαλαπαπνκαη 1 | επηθαιππησ 1 |
επηπηπησ 1 | επηπνζηα 1 | επηζεκνο 1 | επηθεξσ 1 | επνλνκαδσ 1 |
επηαθηζρηιηνη 1 | εξκαο 1 | εξκεο 1 | εξπεηνλ 1 | εθεπξεηεο 1 | δεσ 1 |
εθσ 1 | ειηαο 1 | εξσδησλ 1 | εζαπ 1 | εηνη 1 | ζεανκαη 1 | ζεηνηεο 1 |
ζενζηπγεο 1 | ζεξα 1 | ηαζσλ 1 | ηεξνζπιεσ 1 | ηεξνπξγεσ 1 | ηεζζαη 1 |
ηιαξνηεο 1 | ηιαζηεξηνλ 1 | ηιιπξηθνλ 1 | ηνο 1 | ηνπιηα 1 | ηνπληαο 1 |
θαζεθσ 1 | θαζνξασ 1 | θαθνεζεηα 1 | θαιιηειαηνο 1 | θαηαγσ 1 |
θαηαιαινο 1 | θαηαλνεσ 1 | θαηαλπμηο 1 | θαηαξανκαη 1 | θαηαζθαπησ 1
| θαηεγνξεσ 1 | θεγρξεαη 1 | θεξακεπο 1 | θνπαξηνο 1 | θπθινο 1 |
ιαξπγμ 1 | ιαραλνλ 1 | ιεηκκα 1 | ιεηηνπξγεσ 1 | ινγηθνο 1 | ινγηνλ 1 |
ινπθηνο 1 | καξηα 1 | καηαηνσ 1 | κεκθνκαη 1 | κεηαμπ 1 | κεπσ 1 |
κεηξα 1 | κνιηο 1 | λαξθηζζνο 1 | λεξεπο 1 | λνκνζεζηα 1 | λσηνο 1 |
νδεγνο 1 | νηθεηεο 1 | νηθνπκελε 1 | νιπκπαο 1 | νκνζπκαδνλ 1 | νκνηνσ
1 | νλεηδηδσ 1 | νμπο 1 | νξεμηο 1 | νξηδσ 1 | νπξβαλνο 1 | νθεηιεκα 1 |
παηδεπηεο 1 | παιαηνηεο 1 | παξεζηο 1 | παηξνβαο 1 | πεξαο 1 | πεξζηο 1 |
πεηεηλνο 1 | πεινο 1 | πηνηεο 1 | πηπξαζθσ 1 | πιαζκα 1 | πνηεηεο 1 |
πξναηηηανκαη 1 | πξνβαηνλ 1 | πξνγηλνκαη 1 | πξνδηδσκη 1 | πξνερσ 1 |
πξνεγενκαη 1 | πξνζπκνο 1 | πξνλνηα 1 | πξνπαησξ 1 | πξνζιεκςηο 1 |
πξνζηαηηο 1 | πξνθεηηθνο 1 | πηαησ 1 | ξεβεθθα 1 | ξνπθνο 1 | ζαβασζ
1 | ζεβαδνκαη 1 | ζθιεξνηεο 1 | ζθιεξπλσ 1 | ζνδνκα 1 | ζηαρπο 1 |
ζηελαγκνο 1 | ζπγθακπησ 1 | ζπκβνπινο 1 | ζπκπαξαθαιεσ 1 |
ζπκθεκη 1 | ζπκθπηνο 1 | ζπλαγσληδνκαη 1 | ζπλαλαπαπνκαη 1 |
ζπλαληηιακβαλνκαη 1 | ζπλδνμαδσ 1 | ζπλεδνκαη 1 | ζπληειεσ 1 |
ζπληεκλσ 1 | ζπληξηβσ 1 | ζπληξηκκα 1 | ζπλσδηλσ 1 | ζπζηελαδσ 1 |
ζπζρεκαηηδσ 1 | ζθαγε 1 | ζσζηπαηξνο 1 | ηαιαηπσξηα 1 | ηαιαηπσξνο
1 | ηαθνο 1 | ηεξηηνο 1 | ηεηξαπνπο 1 | ηνικεξνο 1 | ηξαρεινο 1 |
ηξπθαηλα 1 | ηξπθσζα 1 | ηπθινο 1 | ππαλδξνο 1 | ππεξεληπγραλσ 1 |
ππεξληθασ 1 | ππεξθξνλεσ 1 | ππλνο 1 | ππνδηθνο 1 | ππνιεηκκα 1 |
ππνιεηπσ 1 | θαξασ 1 | θαζθσ 1 | θηινινγνο 1 | θηινμεληα 1 |
θηινζηνξγνο 1 | θιεγσλ 1 | θνηβε 1 | θνλεπσ 1 | θνλνο 1 | ρξεκαηηδσ 1
| ρξεκαηηζκνο 1 | ρξεζηνινγηα 1 | ςεπζκα 1 | ςηζπξηζηεο 1 | σξαηνο 1 |
σζεη 1 | σζεε 1 | σθειεηα 1 |
Studiamo almeno
- ἐγθεληξίδσ che ricorre 6 volte: in 4 vv: 11,17.19.23s
(―innestare‖)
- ἀπεηζέσ (―disobbedisco; mi rifiuto di‖): 5 volte in 5 vv: 2,8;
10,21; 11,30s; 15,31.
- δηθαίσκα (―giudizio; regola giusta‖): 5 volte in 5 vv: 1,32; 2,26;
5,16.18; 8,4

Rispetto al resto della Bibbia


Rm si può e deve comparare, linguisticamente statisticamente,
anche rispetto al resto del cp, del NT e dell‘AT greco (compresi
deuterocanonici e alcuni apocrifi accettati nel canone di alcune
chiese, come la ortodossa)
Rm ha le seguenti 61 parole che sono unicamente sue e che vale
la pena studiare tutte:
Parola originale Riferimenti Traduzione

θαηαθξηκα 3 5,16.18; 8,1 condanna

ζπκκαξηπξεσ 3 2,15; 8,16; 9,1 con-testimoniare

αγξηειαηνο 2

αλαπνινγεηνο 2
απνηνκηα 2

αιαιεηνο 1

ακεηαλνεηνο 1

ακπιηαηνο 1

αλαινγηα 1

αλεμεξαπλεηνο 1

αληηζηξαηεπσ 1

απειιεο 1

απνζηπγεσ 1

απνηνικασ 1

αζζελεκα 1

αζπγθξηηνο 1

γξαπηνο 1

δηθαηνθξηζηα 1

επαηλεηνο 1

επαλακηκλεζθσ 1

επηπνζηα 1

εξκαο 1

εθεπξεηεο 1

εξσδησλ 1

ζενζηπγεο 1

ηεξνπξγεσ 1

ηιιπξηθνλ 1
ηνπιηα 1

ηνπληαο 1

θαιιηειαηνο 1

θαηαιαινο 1

θνπαξηνο 1

λαξθηζζνο 1

λεξεπο 1

νιπκπαο 1

νπξβαλνο 1

παιαηνηεο 1

παξεζηο 1

παηξνβαο 1

πξναηηηανκαη 1

πξνζιεκςηο 1

πξνζηαηηο 1

ζεβαδνκαη 1

ζπκπαξαθαιεσ 1

ζπλαγσληδνκαη 1

ζπλδνμαδσ 1

ζπλεδνκαη 1

ζπλσδηλσ 1

ζπζηελαδσ 1

ηεξηηνο 1
ηξπθαηλα 1

ηξπθσζα 1

ππεξεληπγραλσ 1

ππεξληθασ 1

ππνδηθνο 1

θηινινγνο 1

θιεγσλ 1

θνηβε 1

ρξεζηνινγηα 1

ςεπζκα 1

ςηζπξηζηεο 1

L’ambiente storico-geografico di Rm

Questo ambiente, che è biblico ma è anche greco-ellenistico-


romano, si può ricostruirlo a partire dallo studio dei nomi propri, di
persone o di luoghi.
Questi in Rm sono 71 con 213 ricorrenze. Per leggere
storicamente Rm è necessario stabilire la identità dei singoli
personaggi e delle relazioni personali con Paolo, con Dio, tra loro;
ma anche con i vari posti o luoghi in cui vivono, operano o verso cui
viaggiano.
Nome Riferimento Traduzione,
specificando
(maschile, femminile,
persona, luogo)
ρξηζηνο 65
ηεζνπο 36

ηζξαει 11

αβξαακ 9

ειιελ 6

εζαηαο 5

ηεξνπζαιεκ 4

κσπζεο 4

δαπηδ 3

αδακ 2

ηαθσβ 2

ηζααθ 2

ηζξαειηηεο 2

ξσκε 2

ζαξξα 2

ζησλ 2

ζπαληα 2

αθπιαο 1

ακπιηαηνο 1

αλδξνληθνο 1

απειιεο 1

αξηζηνβνπινο 1

αζηα 1

αζπγθξηηνο 1
αραηα 1

βααι 1

βεληακηλ 1

γαηνο 1

γνκνξξα 1

επαηλεηνο 1

εξαζηνο 1

εξκαο 1

εξκεο 1

ειηαο 1

εξσδησλ 1

εζαπ 1

ηαζσλ 1

ηεζζαη 1

ηιιπξηθνλ 1

ηνπδαηα 1

ηνπιηα 1

ηνπληαο 1

θεγρξεαη 1

θνπαξηνο 1

ινπθηνο 1

καθεδνληα 1

καξηα 1
λαξθηζζνο 1

λεξεπο 1

νιπκπαο 1

νπξβαλνο 1

παηξνβαο 1

παπινο 1

πεξζηο 1

πξηζθα 1

ξεβεθθα 1

ξνπθνο 1

ζαβασζ 1

ζαηαλαο 1

ζνδνκα 1

ζηαρπο 1

ζσζηπαηξνο 1

ηεξηηνο 1

ηηκνζενο 1

ηξπθαηλα 1

ηξπθσζα 1

θαξασ 1

θηινινγνο 1

θιεγσλ 1

θνηβε 1
σζεε 1

La comunicazione paolina

Il campo semantico della comunicazione in Rm comprende


almeno 138 voci con 547 ricorrenze. Leggendo i vv che sotto cito, è
possibile apprendere molto da Paolo sul metodo e modo di
comunicare, ossia di annunciare il vangelo, di rapportarsi al mondo
come un apostolo dei gentili. Anche la comunicazione con Dio può
essere ben rilevata studiano:
λνκνο 74 | ιεγσ 48 | πηζηηο 40 | ραξηο 24 | αζπαδνκαη 21 | γξαθσ
21 | δνμα 16 | αξα 12 | επαγγειηνλ 9 | δπλακηο 8 | επαγγειηα 8 |
θαιεσ 8 | γξαθε 7 | εληνιε 7 | ινγνο 7 | παξαδηδσκη 6 | πιεξνσ 6
| ζηνκα 6 | αθνπσ 5 | δηθαησκα 5 | δνμαδσ 5 | επραξηζηεσ 5 |
θαπρανκαη 5 | νλνκα 5 | πεηζσ 5 | δεηεσ 4 | θεξπζζσ 4 | θιεηνο 4 |
κσπζεο 4 | παξαθαιεσ 4 | ξεκα 4 | ραηξσ 4 | αθνε 3 | απνζηνινο 3
| βιαζθεκεσ 3 | γξακκα 3 | δηδαζθσ 3 | εληπγραλσ 3 | επηθαιεσ 3
| επαγγειηδσ 3 | ιαιεσ 3 | παξαθιεζηο 3 | πξνζεπρε 3 |
ζπκκαξηπξεσ 3 | ζπληζηεκη 3 | ηηζεκη 3 | ηνπνο 3 | αλαπνινγεηνο 2
| αλνκσο 2 | γισζζα 2 | δηαθξηλσ 2 | δηαινγηζκνο 2 | δηδαζθαιηα 2 |
δηδαρε 2 | εμνκνινγεσ 2 | επαηλνο 2 | εξηο 2 | επινγεσ 2 |
επινγεηνο 2 | επινγηα 2 | θαηαθαπρανκαη 2 | θαπρεζηο 2 | θξαδσ 2 |
καξηπξεσ 2 | νκνινγεσ 2 | πιεξνθνξεσ 2 | ζεκεηνλ 2 | αγγεινο 1
| αηλεσ 1 | αιαιεηνο 1 | αλαγγειισ 1 | αλαζεκα 1 | αληαπνθξηλνκαη
1 | αληηιεγσ 1 | απνινγενκαη 1 | γξαπηνο 1 | δεεζηο 1 | δενκαη 1 |
δεσ 1 | δηαγγειισ 1 | δηαθξηζηο 1 | δηαηαγε 1 | δηδαζθαινο 1 |
εγθαιεσ 1 | ειινγεσ 1 | επαγγειινκαη 1 | επαηλεσ 1 | επεξσηασ 1 |
επηζηνιε 1 | επηηαγε 1 | επνλνκαδσ 1 | επρνκαη 1 | θαισο 1 |
θαηαγγειισ 1 | θαηαιαινο 1 | θαηαξανκαη 1 | θαηεγνξεσ 1 |
θαηερεσ 1 | θαπρεκα 1 | θεξπγκα 1 | θιεζηο 1 | καξηπο 1 |
κεκθνκαη 1 | λνκνζεζηα 1 | λνπζεηεσ 1 | νλεηδηδσ 1 | νλεηδηζκνο 1 |
νλνκαδσ 1 | παηδεπηεο 1 | πνηεηεο 1 | πξναηηηανκαη 1 | πξνγξαθσ 1
| πξνεπαγγειινκαη 1 | πξνιεγσ 1 | πξνζαγσγε 1 | πξνζεπρνκαη 1 |
πξνθεηεηα 1 | πξνθεηηθνο 1 | ζηγασ 1 | ζηελαδσ 1 | ζπκβνπινο 1 |
ζθξαγηδσ 1 | ζθξαγηο 1 | ηαζζσ 1 | ηεξαο 1 | πβξηζηεο 1 |
ππεξεληπγραλσ 1 | θαζθσ 1 | θζνγγνο 1 | ρεηινο 1 | ρξεκαηηδσ 1 |
ρξεζηνινγηα 1 | ςαιισ 1 | ςεπδνκαη 1 | ςεπδνο 1 | ςεπζκα 1 |
ςεπζηεο 1 | ςηζπξηζηεο 1.
Ricorrono complessivamente in 286 vv, i seguenti:
1,1s.4ss.12.15ss.20ss.28ss.32; 2,1.7s.10.12ss.29;
3,3ss.7ss.13s.19ss.30s; 4,1ss.9.11ss.23.25; 5,1ss.8.11.13ss.20s;
6,1.4.14s.17.19; 7,1ss.16.21ss.25;
8,1ss.7.12.15s.18.21.23.26ss.30ss.36.38; 9,1.3ss.12ss.23ss;
10,1ss.8ss; 11,1ss.8s.11.13.18ss.26.28s.34.36;
12,1.3.6ss.12.14s.19; 13,1ss.8ss.13; 14,1.5s.11ss.16.19.22s;
15,3ss.23.28ss; 16,1.3ss.25ss

Elaborato
Fare un commento, ad ogni parola del primo e ultimo versetto
della lettera, collegando le parole in questi vv usate a tutto il resto
della lettera e al cp.
Note 4

In queste note affrontiamo un problema di metodo, rispetto al


titolo del nostro seminario, che, lo ricordo, riguarda sempre la
ricerca di testi dell‗AT presenti (come citazioni, accenni, allusioni,
tematiche) nel copus paulinum, verificandone
- le corrispondenze al testo greco di origine nella LXX
- le varianti o differenze; e cercando di spiegare le une e le altre
- verificando anche il testo greco della LXX, con il TM (testo
ebraico di cui la LXX è, generalmente, una traduzione).
Abbiamo visto gli aiuti che ci possono venire da BW7 e anche da
testi a stampa del GNT (The Greek New Testament).
La cosa più importante comunque non la lingua greca e o ebraica,
ma la teologia, secondo un itinerario che, lo ripeto, caratterizza la
metodologia, di ricerca, esegesi e verifica dei risultati in questi
seminari.
Ricordo che è importante apprendere diverse tappe, non
necessariamente una dietro l‘altra in modo cronologico:
1. la filologia, o studio delle parole (lemmi, forme, campi
semantici, lessico, ontologies, collocations, word-nets, concordanze
per imparare le regole di combinazione; ricordiamo, per l‘analisi, il
processo: forma della parola > lemma della stessa parola > frase in
cui ricorre la stessa parola > frasi-concordanze in cui la stessa
parola ricorre in contesti diversi > pericope/passo-unità letteraria >
testo completo, per esempio, Romani > contesto, per es. Romani
con Galati > corpus, per es. corpus paulinum > epistolario > NT >
AT LXX > AT TM....): per stabilire il significato letterale o storico,
che può essere anche figurato o metaforico, è necessaria tutto
questo processo analitico; ma non basta:
2. la storia e la geografia. Dobbiamo imparare ad isolare,
elencare e a studiare singolarmente, i nomi propri sia di persone
(storiche o bibliche, fisiche e non solo) che di luoghi (città, regioni,
fiumi, monti, deserto, cielo, terra...); dobbiamo quindi analizzare,
nel testo, tutti i riferimenti temporali (notte, giorno, ieri, nel passato,
presente, futuro) e valutare in che relazioni questi personaggi,.
luoghi e tempi stanno tra loro; in questo modo la filologia di ―temi‖
o del lessico di cui parlavo al primo punto, vengono storicamente
contestualizzati, anche se una verifica intertestuale, extra-biblica,
può essere utile; cfr. per esempio dati archeologici o storici del
mondo greco-romano-ellenistico ed ebraico-semitico, è
estremamente utile; ma non sufficiente, in quanto dobbiamo
imparare a leggere la Bibbia, non solo con la Bibbia, ma anche a
scoprire ed evidenziare il significato perenne, quello cristologico,
teologico e spirituale, in una parola,
3. la teologia della Bibbia. Il procedimento è ancora, e sempre,
linguistico: bisogna provare a fare un campo semantico di tutta la
terminologia teologica, che comprende, per esempio: Dio, Signore,
Cristo, Spirito, Yhwh, Elohim, Adonai, Altissimo, Creatore. Esiste,
evidentemente, ma bisogna scoprila, una terminologia che non è
solo di sostantivi, ma anche di verbi (es. ―creare‖) e aggettivi (per
es. onnipotente). Naturalmente, studiando questa terminologia devo
descrivere, in glossari, non solo il lessico ma anche il significato, o i
diversi significati contestuali che l‘autore, nel nostro caso Paolo (e gli
agiografi dell‘AT) attribuiscono ad ogni lemma. Sembra che così
raggiungiamo il vertice, ma non è così per noi che ci prepariamo ad
un ministero, o ad una professione; dobbiamo imparare anche, in
modo efficace e moderno,
3. la comunicazione linguistica, pastorale, interattiva e
multimediale. I risultati cioè che abbiamo trovato con l'analisi, la
ricerca e l'esegesi, dobbiamo tradurli in un linguaggio che è quello di
chi ci ascolta, vede, o legge. E questo è l'elaborato che dobbiamo
fare in gruppetti di tre, o comunque, aiutandoci,. secondo la regola,
anch‘essa teologica, dell‘uno per tutti e tutti per uno. Dovremmo
arrivare a pubblicare il lavoro on-line.

Oggi però continueremo a sviluppare insieme un metodo di


raccolta e di analisi di termini che sono comuni a Paolo e alla LXX,
secondo questa tavola
Antico Testamento x Corpus Paulinum(CP)
Oggi in aula impareremo a creare, insieme, un lessico del copur
paulinum che intendiamo poi collocare, con selezioni motivate, nella
colonna CP, per poter poi ricercare l‘equivalente greco ed ebraico
nell‘AT e infine per assegnare, cotnestualmente. già qualche X
prendendo in considerazione i seguenti vocaboli descrittori
somiglianze e/o differenze,
interruzione o continuità,
coppia o antitesi
Termini su cui vale la pena continuare a lavorare sono quelli che
abbiamo già elencato la scorsa volta:
kyrios
pistis
dikaios
dikaiousine
christos
theos
gramma
Co troviamo a scuola, spero tutti questa volta, per andare meglio
avanti insieme nell‘esame del rapporto tra giudaismo e cristianesimo
secondo san Paolo, ma anche tra intepretazioni diverse, ebraiche o
cristiane, di uno stesso termine biblico.
Note 4
Rapporto tra giudaismo e cristianesimo secondo san Paolo
somiglianze (coppia: et…et – e… e)
differenze, distinizioni
antitesi, opposizioni (aut-aut – o una cosa o l‘altra): separazioni,
esclusioni

Antico somiglianza o differerenza Corpu


Testa s
mento Paulin
um

torah mmm nomo

mmmm mmmmm s
mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm
mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm

kyrios

pistis

dikaio
s

dikaio
usine

messi christ
ah os

theos
Quarto seminario: Galati

Gal è spesso comparata a Rm ed è considerata una delle 7 lettere


―autentiche‖ avendo ―Paolo‖ come autore diretto.
Una delle operazioni importanti per verificare la somiglianza tra
Rm è Gal è comparare le due epistole, evidenziando le parole
comuni, quelle proprie di Gal rispetto a Rm, quelle mancanti in Gal e
presenti in Rm.
Studiare almeno le più frequenti parole in comune, notando le
gerarchie di frequenza nell‘una e nell‘altra epistola; studiando anche
le più frequenti parole proprie di Gal rispetto a Rm, si va delineando
meglio il profilo non solo linguistico ma anche teologico di Gal.
Un profilo filologico dell’epistola

È essenziale per stabilire delle chiavi correte di interpretazione,


senza enfatizzare temi che interessano più il lettore che l‘agiografo,
fare un profilo corretto del lessico del documento. Tutto è riducibile
alla lingua: la teologia, la storia-geografia, e ancora di più la
comunicazione. Sono questi 4 gli aspetti fondamentali dell‘esegesi di
un testo scritto: lingua, storia-geografia, teologia, comunicazione.

Composizione del vocabolario di Gal


Gal è composta di 515 lemmi-voci con 2230 ricorrenze, distribuite
in 149 vv (versetti) in 6 (cc) capitoli. I cc sono composti di 31 vv il c
4; di 29 vv il c 3; di 26 vv il c 5; di 24 vv il c 1; di 21 vv il c 2; di 18
vv il c 6.
Ricordiamo che Rm ha 1050 lemmi-voci con 7111 occorrenze.
In una prima comparazione tra le due epistole notiamo che
l‘indice percentuale di frequenza di uno stesso lemma varia molto: in
media un lemma di Gal è utilizzato 23,09% di volte contro il 14,76%
delle volte che lo stesso lemma-voce è ripetuto in Rm.
Come interpretare questo primo dato linguistico?
Rm si distingue da Gal per una ricchezza di vocabolario che
manca a Gal. Significa questo che Gal e Rm hanno davvero molto in
comune?
Originalità di Gal rispetto a Rm
Prendiamo in considerazione soltanto i nomi (propri e sostantivi
comuni) e i verbi delle due epistole.

Le 5 parole teologiche
Se ci limitiamo a comparare le occorrenze di 5 parole
strettamente teologiche per Paolo: ―Cristo; Dio; Gesù; Signore;
Spirito‖, formiamo due elenchi tra loro distinti:
Gal Rm

ρξηζηνο 38 θεος 153

λνκνο 32 λνκνο 74

ζενο 31 ρξηζηνο 65

πηζηηο 22 ακαξηηα 48

πλεπκα 18 θπξηνο 43

ζαξμ 18 πηζηηο 40

ηεζνπο 17 ηεζνπο 36

αλζξσπνο 14 δηθαηνζπλε 34

πηνο 13 πλεπκα 34

αδειθνο 11

εζλνο 10

επαγγειηα 10

αβξαακ 9

εξγνλ 8

επαγγειηνλ 7

πεξηηνκε 7

ραξηο 7
θπξηνο 6

Chi studia Gal in relazione a Rm deve necessariamente osservare


alcune differenze:
(1) la differenza, anzitutto, nella gerarchia delle parole teologiche:
Gal mette al primo posto, in gerarchia di frequenza, il ―Cristo‖
(presente 38 volte); al secondo posto ―Dio‖ (31); al terzo, lo ―spirito-
Spirito‖ (18: da disambiguare, nelle varie ricorrenze, quando è
riferito a Dio o all‘uomo); al quarto posto, c‘è ―Gesù‖ (17); al quinto
posto c‘è ―Signore‖ (6).
In Rm al primo posto c‘è ―Dio‖.
Una ulteriore verifica può aiutare a meglio valutare la già evidente
differenza tra le due liste. L‘uso del nome ―Cristo‖, per esempio, in
Gal (che ha 528 occorrenze dei 172 nomi-verbi complessivamente
considerati) ha un‘incidenza del 7,19%; mentre in Rm (che ha un
totale di 434 tra nomi e verbi con 1681 ricorrenze), la presenza di
"Cristo" corrisponde solo al 3,86%.
Gal ha il 3,33% di volte in più il nome di Cristo.
Come interpretare questo dato?
Gal insiste di più nel parlare di ―Cristo‖ forse per motivi polemici,
assenti in Rm, che è una epistola più ―teologica‖.
(2) Prova a fare la stessa indagine su ―Spirito‖ in Gal in
comparazione con Rm.
(3) Prova a fare la stessa indagine su ―Signore-imperator‖ in Gal
in comparazione con Rm.

Le due liste complete


Se compariamo ora le due liste complete di lemmi di Gal e Rm
abbiamo alcuni risultati interessanti:
(1) i lemmi-voci di Gal, lo sappiamo già, sono 515 con 2230
ricorrenze; mentre i lemmi-voci di Rm sono 1050 con 7111
ricorrenze.
(2) le parole che Gal ha in comune con Rm sono 326; vale a dire,
il 63,30%, mentre lo stesso numero, 326, in Rm, corrisponde ad una
percentuale del 31,04%.
Che possiamo dedurre da questa differenza? Che Gal somiglia di
più a Rm di quanto Rm somigli a Gal? La osservazione più certa è
Rm la più diversa da Gal. Altri dati ci sono necessari per stabilire la
diversità di Gal rispetto a Rm.
(3) le parole che (quindi) Gal ha in proprio rispetto a Rm sono
189, mentre le parole che Rm ha proprie rispetto a Gal sono 724.
In percentuale, Gal ha, rispetto a Rm, il 36,69% di lemmi-voci
proprie, che non ricorrono in Rm; mentre Rm ha proprie il 69,95%.
Si conferma, conseguentemente, che Rm ha un linguaggio proprio
più ricco rispetto a Gal. Con questa premessa è difficile ipotizzare
che Rm dipenda da Gal, mentre sembra più vero il contrario.
(4) Gal però tratti di temi che Rm non tratta affatto: appunto con
il 36.69% del suo vocabolario. I temi principali che vanno studiati in
Gal allora sono almeno in seguenti:
lista (almeno 2 riferimenti in tutto traduzione nella
ricorrenze) il cp propria lingua

πεξηηεκλσ 6 Gal 2,3; 5,2s; latino:


6,12s; 1Cor 7,18; Col circumcidere -
2,11 circoncidere -
circumcise (=
surgically remove the
foreskin of the penis)
- circuncidar -
beschneiden

continuare lo studio creando una tabella, con le seguenti parole:


δνθεσ 5 | παηδηζθε 5 | ζεξηδσ 4 | θεθαο 4 | αλαγθαδσ 3 | αξηη 3 |
βαξλαβαο 3 | ελεηκη 3 | επεηηα 3 | δεινσ 3 | ηαθσβνο 3 | ηεξνζνιπκα
3 | θαηαξα 3 | πξνζσπνλ 3 | ζπεηξσ 3 | ζηαπξνο 3 | ζηαπξνσ 3 |
αγαξ 2 | αζεηεσ 2 | αιινο 2 | αλεξρνκαη 2 | αξαβηα 2 | δπν 2 |
εμαγνξαδσ 2 | εμαπνζηειισ 2 | επηθαηαξαηνο 2 | ηνπδαηζκνο 2 |
θιεξνλνκεσ 2 | κεζηηεο 2 | νξνο 2 | παηδαγσγνο 2 | παξαιακβαλσ
2 | παξεηκη 2 | πεηξνο 2 | πνξζεσ 2 | πξαπηεο 2 | πξνζαλαηηζεκη 2 |
ζηλα 2 | ζηνηρεηνλ 2 | ηαξαζζσ 2 | ηηηνο 2 | σδηλσ 2.
Tutte queste parole, ricorrono nei seguenti passi del cp (si noti la
mancanza dei temi in Rm!): 1Cor 1,9.12s.16ss.23; 2,2.8.14;
3,8.10ss.18.22; 4,2.8s.11.13.15.17.19.21; 5,1.3.6ss.11;
6,5.7ss.13.16.18; 7,2.5.17s.25.40; 8,2.7; 9,2.5s.11s.14.27;
10,5.8s.12ss.29; 11,2.16.19.21.23.25.34; 12,8ss.22s.26.28.31;
13,2.4.12s; 14,1.7s.10ss.16.19.25.27.29s.37.39;
15,1.3.5ss.10.14.23.27.33.36s.39.41ss.46.50.58; 16,1.7.9.17; 2Cor
1,6.11ss.15.18; 2,4.7s.10.13; 3,6s.13.16.18; 4,1.6.8.16s;
5,10.12.17; 6,1.5.15; 7,2.6.12ss; 8,6.13.16s.23s; 9,6.10.13;
10,1s.7.9.11.13.15s; 11,1s.4.8s.16.20.23.26s.32; 12,2.11.15.18s.21;
13,1s.4s.10; Gal 1,2.4.6s.9s.12ss.16ss.21ss; 2,1ss.21;
3,1.3ss.8ss.13.15.17ss.23ss.28; 4,2ss.9s.12ss.22ss.30s;
5,1ss.6.8ss.15.17.19ss.23s.26; 6,1ss.5.7ss; Ef 1,1.14.18;
2,11.15s.19; 3,1.13s; 4,2s.15.17.22.24; 5,3.5s.16.31; 6,17.21; Fil
1,6.14.23.28s; 2,8.16.19.24.30; 3,4s.13s.18; 4,7.9.13.18.22; Col
1,2.6s.20; 2,1.6.8.11.14.19s; 3,1s.5.11s.24s; 4,1.5.7.9s.17s; 1Ts
1,3.6.9; 2,1.6s.9.12ss.16s.19; 3,5s.9s.13; 4,1.3.8.16s; 5,24; 2Ts
1,5.9s; 2,2.4s.7.10.15; 3,3.6.8.13; 1Tm 1,4.10.12s.15; 2,5.11;
3,1.4.11.15; 4,2s.9s.12; 5,3.5.8.12.14.16s.19.22; 6,1s.9.17.19; 2Tm
1,12; 2,2.8.11.13.15.25; 3,11.13; 4,9s.13.21; Tt 1,4ss.9ss; 2,7.14;
3,2s.8.12; Fm 1,16.18.
Per cominciare a studiare (linguisticamente) il lessico proprio di
Gal rispetto a Rm all‘interno di tutto il resto del cp, puoi iniziare dai
passi dove la frequenza di questo lessico si concentra di più;
nell‘ordine:
Gal 4; 1Cor 15; Gal 3; Gal 5; Gal 1; Gal 2; Gal 6; 1Cor 14; 2Cor
11; 1Ts 2; 1Cor 4; 1Tm 5; 1Cor 1; 2Cor 10; 1Cor 3; 1Cor 9; 1Cor
10; 1Cor 11; eccetera. Impareremo a fare queste statistiche in aula.
(5) le parole che Gal non usa mai rispetto a Rm sono utili per
stabilire i limiti dell‘epistola che stiamo studiano. Gal, rispetto a Rm
non parla di 724 lemmi. I lemmi che in Rm ricorrono almeno 3 volte
e mai in Gal sono: ζαλαηνο 22 | αζπαδνκαη 21 | αγηνο 20 | θξηλσ 18
| ηε 18 | θαθνο 15 | εζζησ 13 | νξγε 12 | θαηεξγαδνκαη 11 | κεινο
10 | ιανο 8 | παξηζηεκη 8 | ζσδσ 8 | αγαπεηνο 7 | αδηθηα 7 |
ακαξηαλσ 7 | ειεεσ 7 | εληνιε 7 | πξσηνο 7 | ππαθνε 7 | βαζηιεπσ
6 | εγθεληξηδσ 6 | ηζηεκη 6 | λνπο 6 | λπλη 6 | πεξη 6 | ζηνκα 6 | ηηκε
6 | ππνκνλε 6 | ππνηαζζσ 6 | ραξηζκα 6 | ρσξηο 6 | απεηζεσ 5 |
δηθαησκα 5 | εμνπζηα 5 | επραξηζηεσ 5 | εζαηαο 5 | ζιηςηο 5 | θιαδνο
5 | νηθεσ 5 | νλνκα 5 | πινπηνο 5 | ξηδα 5 | ζσηεξηα 5 | ηεινο 5 |
θνβνο 5 | απηζηηα 4 | αζζελεσ 4 | δηαθνληα 4 | δηνηη 4 | εηηε 4 |
εθινγε 4 | ειπηδσ 4 | θαηαθξηλσ 4 | θιεηνο 4 | θπξηεπσ 4 | κεδε 4 |
κσπζεο 4 | νκνησκα 4 | παξαθαιεσ 4 | πξνζθνκκα 4 |
πξνζιακβαλσ 4 | ξεκα 4 | ζνθνο 4 | ζπγγελεο 4 | ππαθνπσ 4 |
θξνλεκα 4 | ραηξσ 4 | ςπρε 4 | αλνκηα 3 | απαξρε 3 | απνδηδσκη 3
| αζπλεηνο 3 | βιαζθεκεσ 3 | βξσκα 3 | γε 3 | γλσζηο 3 | δαπηδ 3 |
δεη 3 | εηπεξ 3 | εθεηλνο 3 | εθθιασ 3 | ελδεηθλπκη 3 | εληπγραλσ 3 |
επεη 3 | επηγλσζηο 3 | επηθαιεσ 3 | επαξεζηνο 3 | εδε 3 | ζαλαηνσ 3
| θαηαηζρπλσ 3 | θαηαθξηκα 3 | θιεπησ 3 | θνηλνο 3 | ιαιεσ 3 |
καθαξηνο 3 | κεξνο 3 | κεθεηη 3 | κνηρεπσ 3 | ληθασ 3 | νδνο 3 |
νπινλ 3 | νθεηισ 3 | παξαδεινσ 3 | παξαθιεζηο 3 | πεξηζζεπσ 3 |
πηπησ 3 | πιενλαδσ 3 | πνπο 3 | πξνζεπρε 3 | πξνθεηεο 3 | ξπνκαη
3 | ζθεπνο 3 | ζπκκαξηπξεσ 3 | ζπλεηδεζηο 3 | ζπλεξγνο 3 | ηηζεκη
3 | ηνπνο 3 | θαλεξνσ 3 | θεηδνκαη 3 | θνξνο 3.
Si noti come da Gal sia assente il tema ―morte‖, che è invece così
rilevante (22 volte) in Rm; la stessa osservazione èe per il tema del
―salutare‖ (21 volte in Rm e mai in Gal).
Si notino anche differenze stilistiche tra le due epistole: soltanto in
Rm sono utilizzate la congiunzione coordinante ηέ (pleonastica: 18
volte); la preposizione che regge il genitivo, πεξί (―circa‖ ―riguardo
a‖ 6 volte); l‘avverbio temporale λπλί (―adesso": 6 volte); la
congiunzione subordinante δηόηη (―dal momento che; per‖: 4 volte);
la congiunzione coordinativa-disgiuntiva εἴηε (latino: ―aive-aive;
o...o‖).
Rm è evidentemente molto più ragionata di Gal che, proprio per la
mancanza di questi indizi, può forse essere più emotiva e comunque
linguisticamente più povera.

L‘originalità di Gal rispetto al resto del cp


Cerca di stabilirlo facendo comparazioni in BW.

L‘originalità di Gal rispetto al resto della Bibbia


Cerca di stabilirla con comparazioni in BW
L’ambiente storico-biblico e geografico di Gal

Gal ha 26 nomi propri: che sono biblici, personali e geografici:


ρξηζηνο 38 | ηεζνπο 17 | αβξαακ 9 | θεθαο 4 | βαξλαβαο 3 |
ηαθσβνο 3 | ηεξνζνιπκα 3 | αγαξ 2 | αξαβηα 2 | ειιελ 2 |
ηεξνπζαιεκ 2 | ηνπδαηζκνο 2 | παπινο 2 | πεηξνο 2 | ζηλα 2 | ηηηνο 2
| αληηνρεηα 1 | γαιαηεο 1 | γαιαηηα 1 | δακαζθνο 1 | ηνπδαηα 1 |
ηζααθ 1 | ηζξαει 1 | ησαλλεο 1 | θηιηθηα 1 | ζπξηα 1.
I testi di riferimento sono, in tutto il cp: Rm 1,1.4.6ss.14.16;
2,9s.16; 3,9.22.24.26; 4,1ss.9.12s.16.24; 5,1.6.8.11.15.17.21;
6,3s.8s.11.23; 7,4.25; 8,1s.9ss.17.34s.39; 9,1.3.5ss.10.27.31;
10,4.6s.9.12.17.19.21; 11,1s.7.25s; 12,5; 13,14; 14,9.14s.18;
15,3.5ss.16ss.25s.29ss; 16,3.5.7.9s.16.18.20.25.27; 1Cor
1,1ss.6ss.12s.17.22ss.30; 2,2.16; 3,1.4s.11.22s; 4,1.10.15.17;
5,4.7; 6,11.15; 7,22; 8,6.11s; 9,1.5s.12.21; 10,4.9.16.18.32;
11,1.3.23; 12,3.12s.27; 15,3.5.7.12ss.22s.31.57; 16,1.3.21.23s;
2Cor 1,1ss.5.14.16.19.21; 2,10.12ss.17; 3,3s.7.13s; 4,4ss.10s.14;
5,10.14.16ss; 6,15; 7,6.13s; 8,6.9.16.23; 9,13; 10,1.5.7.14;
11,2ss.10.13.22s.31s; 12,2.9s.18s; 13,3.5.13; Gal
1,1ss.6s.10.12ss.17ss.21s; 2,1.3s.7ss.11ss.16s.19ss;
3,1.6ss.13s.16.18.22.24.26ss; 4,14.19.22.24ss.28; 5,1s.4.6.24;
6,2.12.14.16ss; Ef 1,1ss.5.10.12.15.17.20; 2,5ss.10.12s.20;
3,1.4.6.8.11.17.19.21; 4,7.12s.15.20s.32; 5,2.5.14.20s.23ss.29.32;
6,5s.23s; Fil 1,1s.6.8.10s.13.15.17ss.23.26s.29;
2,1.5.10s.16.19.21.30; 3,3.5.7ss.12.14.18.20; 4,7.19.21.23; Col
1,1ss.7.23s.27s; 2,2.5s.8.11.17.20; 3,1.3s.11.15ss.24; 4,3.10ss.18;
1Ts 1,1.3.10; 2,7.14s.18s; 3,2.11.13; 4,1s.14.16; 5,9.18.23.28; 2Ts
1,1s.7s.12; 2,1.8.14.16; 3,5s.12.17s; 1Tm 1,1s.12.14ss; 2,5; 3,13;
4,6; 5,11.21; 6,3.13s; 2Tm 1,1s.9s.13; 2,1.3.8.10; 3,11s.15; 4,1.10;
Tt 1,1.4; 2,13; 3,6; Fm 1,1.3.5s.8s.19s.23.25

La comunicazione in Gal

Almeno un termine che potrebbe far parto del campo semantico


―comunicazione‖ in Gal è riscontrabile in:
1,1.3.5ss.19s.23s; 2,2.5.7.9.14.16ss; 3,1s.5.7ss.21ss.29;
4,1.4ss.12ss.20ss.27s.30; 5,2ss.10s.13s.16.18.20ss;
6,2.4.6s.10s.13s.16ss.
I termini registrati, in parallelo con Rm (cfr. Terzo seminario:
Romani), seguendo lo stesso criterio selettivo, sono: λνκνο 32 |
πηζηηο 22 | ιεγσ 11 | επαγγειηα 10 | γξαθσ 7 | επαγγειηδσ 7 |
επαγγειηνλ 7 | ραξηο 7 | αξα 6 | θαιεσ 4 | αγγεινο 3 | αθνπσ 3 |
απνζηνινο 3 | γξαθε 3 | θαηαξα 3 | πεηζσ 3 | πξνιεγσ 3 | αθνε 2 |
αλαζεκα 2 | επηθαηαξαηνο 2 | δεηεσ 2 | θαισο 2 | θαηερεσ 2 |
θαπρανκαη 2 | θεξπζζσ 2 | ινγνο 2 | παξαιακβαλσ 2 | αηξεζηο 1 |
αιεζεπσ 1 | αιιεγνξεσ 1 | βηβιηνλ 1 | βνασ 1 | γξακκα 1 | δενκαη
1 | δηαηαζζσ 1 | δηδαζθσ 1 | δνμαδσ 1 | δνμα 1 | δπλακηο 1 |
επαγγειινκαη 1 | εξηο 1 | επινγεσ 1 | επινγηα 1 | θαλσλ 1 |
θαπρεκα 1 | θξαδσ 1 | καξηπξεσ 1 | καξηπξνκαη 1 | κπθηεξηδσ 1 |
παξαδηδσκη 1 | παξαδνζηο 1 | πεηζκνλε 1 | πιεξνσ 1 | πξνγξαθσ 1
| πξνεπαγγειηδνκαη 1 | ξεγλπκη 1 | ζηηγκα 1 | ζπληζηεκη 1 | θσλε 1
| ςεπδνκαη 1. - Anche riguardo alla comunicazione è possibile
stabilire dei paralelli, e quindi somiglianze e differenze, di Gal con
Rm.

Elaborato
Fare un commento, ad ogni parola del primo e ultimo versetto di
Gal, collegando le parole in questi vv usate a tutto il resto della
lettera e al cp. Compara anche con il primo e l‘ ultimo v di Rm.
(Descrizione del seminario biblico annuale per il primo semestre -
Prima opzione del giorno: pomeriggio del MERCOLEDÌ; attualmente
ho il Venerdì - Richiedo l‘uso abituale di un proiettore e
possibilmente un collegamento a internet nell‘aula che mi verrebbe
assegnata)
Le 13 lettere del corpus paulinum

Ci dedichiamo al cp per individuarne, insieme, contenuti


fondamentali e forme linguistiche (lemmi, campi semantici, coppie di
termini, frequenze, figure di stile) coinvolgendoci in un quadruplice
approccio: (a) filologico-statistico, (b) storico-critico, (c) biblico-
teologico e (d) comunicativo, prendendo in considerazione le
esigenze e difficoltà del singolo studente. L‘obiettivo è l‘acquisire
strumenti utili all‘interpretazione di testi biblici, imparando,
individualmente e in piccoli gruppi, ad usare tecnologie avanzate di
ricerca, di comparazione e dell‘elaborazione del lavoro finale,
possibilmente da pubblicare utilizzando categorie, lingue e mezzi dei
nostri lettori su un web-site. Non è richiesta conoscenza di greco,
d‘ebraico, né di programmi informatici che però utilizzeremo.
BIBLIOGRAFIA di riferimento: i 5 CD di BibleWorks 7 - Software for
Biblical Exegesis and Research; una versione a scelta del Greek New
Testament; P. Wick, Paulus, UTB-basics, Vandenhoeck & Ruprecht,
Göttingen 2006.
---
(Descrizione del seminario biblico annuale per il secondo semestre
- Prima opzione del giorno di svolgimento: pomeriggio del
MERCOLEDÌ - Richiedo l‘uso abituale di un proiettore e
possibilmente un collegamento a internet nell‘aula che mi verrebbe
assegnata)
L’Antico Testamento nel corpus paulinum

Con tecniche di ricerca avanzata, che apprenderemo in piccoli


gruppi, individueremo citazioni esplicite, allusioni, riferimenti indiretti
e vocabolario dell‘AT presenti nel cp; compareremo testi tra loro per
coglierne trasformazioni nel significato di parole e frasi appartenenti
alla Septuaginta (LXX) o ad altre fonti in greco e presenti, spesso
con modifiche da valutare, nel contesto delle 13 lettere del cp.
Obiettivo è imparare a citare correttamente e a interpretare ―sante
scritture‖ (Rm 1,2) o ―sacri scritti‖ (2Tm 3,15) sull‘esempio di Paolo,
primo agiografo del NT ed interprete dell‘Antico, partendo oltre che
dal contesto greco-ellenistico anche da quello ebraico del Testo
Masoretico e di altre fonti, per chiarire la novità del ―vangelo‖ da
Paolo proclamato in contesti storici diversi.
BIBLIOGRAFIA (consigliata): 5 CD di BibleWorks 7 - Software for
Biblical Exegesis and Research; Biblia Hebraica Stuttgartensia
(Elliger-Rudolf ed.); Septuaginta (A. Rahlfs); F. Belli-I. Carbajos - et
al., Vetus in Novo. El recurso a la Escritura en el Nuevo Testamento,
Encuentro, Madrid 2006.
Note 5

In queste note, un poco libere ma che dovrebbero suscitare


domande anziché risposte, intendo illustrare brevemente qualcosa
che riguarda il nostro metodo, che si svolge, lo ribadiamo fino alla
noia, in 4 tappe tra loro meticciate.
Le ricordo, queste 4 tappe ancora una volta, con qualche
aggiunta:
a) filologia di ogni parola: studio morfologico della parola flessa
> lemmatizzazione, o categorizzazione della forma sotto il suo
lemma > concordanze (in sintassi nella frase) > nel versetto >
nella pericope > nel testo > nel contesto di tutta la lettera > nel
corpus paulinum > nel NT > nella LXX > nel TM o testo ebraico per
stabilirne il significato preciso, contestuale o storico, ma anche
lanciando il lemma in un campo semantico, presente nel contesto;
b) evidenziazione della storia-geografia come contesto-
ambiente del testo che stiamo esaminando,. metodologicamente
evidenziando i nomi propri di tutto il testo, e quindi le relazione
interpersonali, inserite negli spazi e nei tempi ―estratti‖ dal
vocabolario-lessico del nostro testo;
c) cristologia-teologia, come il vertice del significato del testo;
d) comunicazione pastorale, moderna e quindi anche
interattiva, multimediale, multilingue.
Voglio documentare meglio il punto a) e il punto b), soprattutto,
quindi la filologia e la storia, con l‘aiuto di qualche articolo di
giornale e di Enciclopedia on line (raccomando di imparare a fare
ricerca anche on-line con google o mozilla...)
Sapete, per esempio, che cosa è lo strutturalismo? Leggete la
nota. 1 che ricavo da testi digitali ma che ho verificato.

1
Structuralism is a modern intellectual movement that analyses
cultural phenomena according to principles derived from linguistics,
emphasizing the systematic interrelationships among the elements
of any human activity, and thus the abstract codes and conventions
governing the social production of meanings. Building on the
linguistic concept of the phoneme—a unit of meaningful sound
defined purely by its differences from other phonemes rather than
by any inherent features—structuralism argues that the elements
composing any cultural phenomenon (from cooking to drama) are
similarly ‗relational‘: that is, they have meaning only by virtue of
their contrasts with other elements of the system, especially in
binary oppositions of paired opposites. Their meanings can be
established not by referring each element to any supposed
equivalent in natural reality, but only by analysing its function within
a self‐contained cultural code. Accordingly, structuralist analysis
seeks the underlying system or langue that governs individual
utterances or instances. In formulating the laws by which elements
of such a system are combined, it distinguishes between sets of
interchangeable units (paradigms) and sequences of such units in
combination (syntagms), thereby outlining a basic ‗syntax‘ of human
culture. Structuralism and its ‗science of signs‘ (semiotics) are
derived chiefly from the linguistic theories of Ferdinand de Saussure
(1857–1913), and partly from Russian Formalism and the related
narratology of Vladimir Propp's Morphology of the Folktale (1928). It
flourished in France in the 1960s, following the widely discussed
applications of structural analysis to mythology by the
anthropologist Claude Lévi-Strauss. In the study of literary works,
structuralism is distinguished by its rejection of those traditional
notions according to which literature ‗expresses‘ an author's
meaning or ‗reflects‘ reality. Instead, the ‗ text‘ is seen as an
objective structure activating various codes and conventions which
are independent of author, reader, and external reality. Structuralist
criticism is less interested in interpreting what literary works mean
than in explaining how they can mean what they mean; that is, in
showing what implicit rules and conventions are operating in a given
work. The structuralist tradition has been particularly strong in
narratology, from Propp's analysis of narrative functions to Greimas'
theory of actants. The French critic Roland Barthes was an
outstanding practitioner of structuralist literary analysis notably in
his book S/Z (1970)—and is famed for his witty analyses of
wrestling, striptease, and other phenomena in Mythologies (1957):
some of his later writings, however, show a shift to
post‐structuralism, in which the over‐confident ‗scientific‘
pretensions of structuralism are abandoned. For more extended
accounts of this enterprise, consult Terence Hawkes, Structuralism
and Semiotics (1977), Jonathan Culler, Structuralist Poetics (1975),
Avvenire oggi ha pubblicato, in una ribucia intitolata ―leggere,
rileggere‖ un articoletto di un critico letterario italiano, Cesare
Cavallieri su un altro critico letterario, un certo Tzvetan Todorov
(Цветан Тодоров), nato il 1 marzo del 1939 in Bulgaria e che vive
in Francia fin dal 1963.
Personalmente anch‘io ho dedicato un paio di anni per tentare di
capire e di usare lo strutturalismo nella mia preparazione della mia
tesi su testi paolini, a partire dalla fine degli Anni 70. Ora però
anch‘io, considero lo strutturalismo superabile. Cerchiamo di capire
perché.
Todorov ha legato i nastri azzurri, così scrive il Cavallieri su
Avvenire, dello strutturalismo negli anni ‘60, quando, svezzato da
Roland Bathes e da Gerard Genette, dalla nativa Bulgaria comincia
respirare l‘aria di Parigi. Il suo nuovo, breve e denso saggio La
letteratura in pericolo (Garzanti) ha un sincero accento autocritico e
sta suscitando vasta discussione. - Todorov ha una valida
attenuante: interessarsi del metodo letterario anzichè dei contenuti
era l‘unico modo per sfuggire alla pesante censura ideologica del
suo Paese d‘origine, e a Parigi trova gli strumenti per proseguire le
sue ricerche sui formalisti russi.
Ma adesso che, non solo in Francia, lo strutturalismo, spesso
abborracciato, dominante nelle scuole e nella critica letteraria,giunto
il momento di fare il punto. D‘accordo con Cavallieri.
La scelta formalista, infatti, diventata la copertura del nichilismo e
del solipsismo, soprattutto nella variante dell‘autofiction, cioè della
miscela di autobiografia e di fiction che caratterizza tanta letteratura
attuale.
A scuola non si apprende che cosa dicono le opere, ma che cosa
dicono i critici, lamenta Todorov.
Senza stupore alcuno i liceali apprendono il dogma secondo cui la
letteratura non ha alcun rapporto con il resto del mondo e studiano
soltanto le relazioni che intercorrono tra gli elementi dell‘opera. Lo
studio dei mezzi sisostituito a quello del significato, che il fine.
In un sintetico e perfetto excursus storico, Todorov valorizza la
definizione di 'estetica' che ne ha dato, a metà del Settecento, il

and Robert Scholes, Structuralism in Literature: An Introduction


(1974).
filosofo che ha coniato il nome di questa disciplina, e cioè Alexander
Gottfried Baumgarten, il quale afferma che l‘estetica deriva da un
analogo della ragione e produce la conoscenza sensibile.
Conoscenza del mondo, perchè l‘arte non va disgiunta dalla vita e,
anzi, deve contribuire a vivere meglio, come il grande poeta Saint
John Perse ha sempre sostenuto.
Le opere trasmettono un significato, argomenta Todorov , e lo
scrittore pensa; il ruolo del critico è trasformare significato e
pensiero nel linguaggio comune del suo tempo – e poco importa
sapere con quali mezzi giunge allo scopo. E ancora: Essendo
oggetto delle letteratura la stessa condizione umana, chi la legge e
la comprende non diventerun esperto di analisi letteraria, ma un
conoscitore dell‘essere umano.
Concludo, con Cavallieri che è necessario distinguere il livello
semantico (cioè dei contenuti, del senso) da quello semiologico (del
segno, dell‘espressione): dobbiamo lavorare sia sui segni 'come se'
non avessero un senso, senza però dimenticare che i segni hanno
un senso reale, esistenziale, puntano cioè fuori del testo, come le
parabole; per evadere dal formalismo astorico, le strutture
oggettivate vanno considerate come l‘espressione di una coscienza
strutturante. Giacchè bisogna allora chiedersi: chi? che cosa parla? a
chi si parla? e di che si parla? per quali fini? per raggiungere quali
obiettivi pragmatici? come si è costruita la situazione in cui lo
scrittore si è sentito costretto a scrivere? E così via. Facendosi
queste domande entriamo nella storia-geografia.
E qui propongo, alla vostra riflessione e alle vostre domande,
spero tante, una intervesta fatta in Gregoriana e pubblicata ancora
su Avvenire di oggi:
Fedi, una Storia comune

DA ROMA PAOLA SPRINGHETTI


U na storia che unisca, invece di dividere; che cerchi verità
comuni, invece di solleticare le letture di parte; che offra all’oggi
materiali di verità per un dialogo sul bene comune dell’umanità
intera. La facoltà della Storia e dei Beni Culturali della Chiesa della
Pontificia Università Gregoriana compie 75 anni (fu infatti fondata
nel ’32 per volontà di papa Pio XI) e promuove un congresso
internazionale che si svolgerà a Roma da domani al 19 aprile nella
sede della Gregoriana, dal titolo «Studio e insegnamento della
storia della Chiesa. Bilanci e prospettive per nuove letture», cui
interverranno fra gli altri Gianfranco Ghirlanda, Adolfo Nicolàs,
Gianfranco Ravasi, Antonio Paolucci, Marek Inglot, Sergio Pagano,
Anna Foa, Paolo Branca. Coordinatore scientifico è Giulio
Cipollone , docente di Storia medievale nella stessa Università, che
spiega: «Abbiamo inteso questa ricorrenza più come una
promozione in vista del futuro che non come una celebrazione del
passato. Coerentemente con lo spirito con cui è nata la nostra
facoltà, che fin dall’inizio ha risentito della cultura europea del
secolo XIX, che si interessava a una ricomposizione delle nuove
formule di studio della storia».
Perché avete invitato al congresso storici di altre fedi?
«Ci siamo chiesti: dopo 75 anni, chi ci legge? Che cosa leggono di
noi? Quali sono le ricadute della nostra storiografia presso altri
ambiti culturali? Per questo abbiamo invitato protestanti, ortodossi,
musulmani ed ebrei, per chiedere loro se hanno letto, e con quale
spirito, la produzione storiografica prodotta all’interno della cultura
cattolica. Siamo convinti che bisogna rileggere la storia per
riscriverla insieme».
Insieme agli storici di altre fedi o anche agli studiosi laici?
«Il Congresso si concentra nell’area delle religioni del cosiddetto
ceppo abramitico delle religioni del Mediterraneo, quindi
comprende le confessioni cristiane nella loro varietà, gli ebrei, gli
ortodossi, giacché si parla di storia della Chiesa. Ma attualmente il
discorso è aperto anche a tutti gli storici che si sottraggono a una
precisa connotazione religiosa».
Nel sottotitolo del congresso si parla di «prospettive per nuove
letture». Che cosa significa?
«L’espressione si riferisce ad alcune evidenze della cultura
contemporanea sulla sensibilità verso la storia e anche a qualche
possibile alternativa. Tanto per cominciare, la storia oggi ha perso
un po’ di terreno rispetto alle scienze tecniche, scientifiche,
empiriche. E quindi andrebbe recuperato quel senso
dell’umanesimo che ha nella storia un grande bagaglio culturale, di
cui dovremmo fruire. In secondo luogo abbiamo notato che c’è una
storia che rimane degli altri, e non diventa nostra: manca l’elemento
comune di un’umanità intera, che in fondo sta tutta nella stessa
barca.
La storia dei singoli gruppi, di fatto, incide e contagia gli altri
gruppi.
C’è un relativismo di ogni memoria che non sia la nostra, invece
dovremmo recuperare una universalità della storia, laddove la
globalizzazione ci fa capire che la storia dell’umanità è quella
dell’umanità intera. Occorre insomma uscire dal rischio di una
patologia storica, per la quale la memoria del nostro gruppo è
l’unica che va salvaguardata. Inoltre c’è una reinterpretazione
storica, secondo il 'politicamente corretto', che si adatta di volta in
volta a interpretazioni di comodo. Ma la storia di per sé non può
essere manipolata. E difatti la nostra facoltà di Storia della
Gregoriana dal ’32 ha assunto nella propria metodologia questo
moto: 'non dire nulla di falso, non tacere nulla di vero'».
Quindi le novità sono soprattutto di metodo?
«Sulla metodologia e sul contenuto. Innanzitutto viene il recupero
del senso inclusivo e universale della storia, perché se si esaspera il
'dentro' e 'fuori' culturale rischiamo di scrivere libri che possono
diventare libri dell’odio. Poi abbiamo pensato ad un nuovo impegno
epistemologico, cioè il ricorso sistematico alle fonti, fino al punto
pubblicarle, produrle, scambiarcele. E ascoltare così l’altra
campana. Ho in mente, ad esempio, il tema delle Crociate, letto nei
due versanti, sia cristiano sia saraceno. Se ci scambiassimo le fonti,
probabilmente, otterremmo più modestia per raggiungere una forma
dialogica concreta.
Scopo del congresso, quindi, è arrivare ad una collaborazione sia
di ricerca, sia di lettura, sia di riscrittura della storia. Anche perché
la verità condivisibile della storia è, secondo me, quella raggiunta
insieme ».
In questo senso la definizione di storico o di storiografia
cattolica non ha più molto senso.
«Più che parlare di storiografia cattolica, quindi con una matrice
confessionale, parlerei di storiografia prodotta in ambito cattolico ».
Questo aiuta anche a superare le polemiche da anni ormai si
trascinano sui revisionismi...
«Nel congresso si parlerà anche della libertà dello storico, della sua
coscienza, del suo impegno a non essere mercenario né portaborse,
come invece è a volte accaduto.
L’ambito dialogico per il domani si deve posare su un ambito
dialogico per il passato. Non c’è scampo.
Allora, se noi recuperiamo la certezza speculare che la verità
storica può essere esemplare per il bene comune dell’umanità intera
e non di un solo gruppo, la verità sui fatti storici - siano essi di
tenebra o di luce - consentirà di proporre nuove pagine, laddove
non si ricommettano gli sbagli antichi».
Appuntamento alla
Gregoriana con studiosi di vari orientamenti.

Lo storico Cipollone :
«No al relativismo di ogni memoria e alle manipolazioni di
comodo»

«I Crociati entrano a Costantinopoli nel 1204». Illustrazione di


Gustave Doré per «Storia delle Crociate» di François Michaud,
XIX secolo (Fototeca)
Le domande, anche scritte, anche ―destrutturanti‖ o molto critiche
circa queste Note 5, sono da me molto apprezzate.
Roma, 16 aprile 2008
Sesto seminario: Filippesi

In questo seminario tentiamo di imparare a fare un profilo ancora


inedito di Filippesi, lungo il nostro percorso (a) linguistico-filosofico;
(b) storico biblico-geografico; (c) cristologico-teologico; (d)
pastorale-comunicativo.
Sottolineo ―inedito‖ perché non suggerisco di leggere introduzioni,
commenti o note scritte da altri. Questo approccio è inedito, in
qualche modo anche rispetto a quanto abbiamo già fatto nei
seminari precedenti. Stiamo esperimentando qualcosa di nuovo
rispetto al modo abituale di porsi dinanzi a un testo biblico (e non
solo).
Una lettura di altri commenti, solo dopo il proprio lavoro di
indagine che dev‘essere originale, servirà, forse, per un confronto
critico e arricchente tra chi ha scritto altre cose e quanto noi
personalmente abbiamo scoperto da soli.
Ogni studente può, quindi — in alternativa ad altri lavori che pure
suggerisco (anzitutto l‘esame di tutto il vocabolario del cp paolino,
evidenziando le parole chiave e i loro rispettivi campi semantici, le
parole assenti, le parole specifiche o esclusive, i nomi propri di
persone o geografici; - il taglio e ristrutturazione di una pericope
particolare; un esame approfondito di una breve pericope o di pochi
versetti a scelta; l‘elaborazione di un solo tema-lemma, per esempio
―giustificazione‖, o ―fede‖ o meglio ancora ―Cristo‖ e/o ―Gesù‖ o
―Dio‖ o ―figlio di Dio‖ o ―Spirito Santo‖ nel cp) —analizzare una delle
13 lettere del cp.
Abbiamo già tracciato percorsi per l‘esame di Romani (nel terzo
seminario) e di Galati (quarto seminario).
Per oggi, rispondendo alle attese di qualcuno di voi, propongo una
traccia teorico-pratica per lo studio di Filippesi.

Teoria e prassi
Filippesi è composta da un lessico fondamentale di 438 parole
(che spesso chiamo anche: ―lemmi‖ o ―voci‖) ripetute 1629 volte
(quante sono le parole, in forme flesse, che concretamente troviamo
leggendo Fil) distinguibili in 707 forme grammaticali diverse (= è la
morfologia) in 104 versetti distributi in 4 capitoli (cc).
In assoluto, le parole più frequenti, ripetute almeno 15 volte
sono: ν (l‘articolo determinativo) che ricorre 193 volte • θαη 107 (la
congiunzione ―e‖ che però può essere utilizzata anche come
avverbio, 26 volte, per esemio in 1,15, dove ricorre due volte, la
prima ―= davvero‖ e la seconda ―= anche‖) • ελ 66 • εγσ 58
(notiamo che questo pronome personale di prima persona, ―io‖ o
―noi‖ nei diversi casi, è rilevante e indica l‘alto profilo di Paolo
presente in Fil)• ζπ 52 (il ―tu‖ o ―voi‖ è poco meno frequente ed è
indizio di una fitta relazione tra Paolo e i suoi lettori di Filippi) •
ρξηζηνο 37 (―Cristo‖ è il primo nome in Fil: questo significa anche il
primo tema di interesse per Paolo, o di cui a Paolo interessa parlare
ai Filippesi) • παο 33 (anche questo ―tutto‖ o ―tutti‖ è indizio di un
orizzonte di riferimento piuttosto ampio se non universale) • απηνο
31 • δε 27 • εηο 27 • ζενο 23 (―Dio‖, finalmente, è il secondo nome,
il primo nome ‗comune‘ più frequente in Fil) • ηεζνπο 22 (―Gesù‖ va
collegato e assommato a ―Cristo‖ in una valutazione delle parole più
frequenti in Fil) • νηη 21 • εηκη 17 • αιια 15 • θπξηνο 15 (anche
―Signore‖ - che etimologicamente, in italiano e in spagnolo, significa
―il più anziano‖ o ―il presbitero‖ - è citato frequentemente; è quasi
sempre attribuito a Gesù; in qualche caso da verificare può essere
attribuito, attraverso la traduzione della LXX, a Yahweh, ossia
esprimere il nome stesso di Dio come ―l‘Esistente‖) • νο 15 • νπηνο
15.
Questo rapido sguardo alle prime, nel senso di più volte espresse,
o più frequenti voci di Fil, già risalta un profilo essenziale
dell‘epistola: fa trasparire una relazione particolarmente intensa tra
Paolo e i suoi lettori; Paolo da solo o in comunione con i suoi
destinatari, anch‘essi menzionati di frequente, è l‘apostolo che scrive
su Gesù, come ―Cristo‖ (per i giudei) e ―Signore‖ (per giudei e
pagani) e perciò come uguale a Dio, il cui nome è Yahweh. Questo
nome è già contenuto del resto nel nome proprio ―Gesù‖, significa
―Dio è il Salvatore‖.
Mettiamoci ora alla prova per verificare questo primo risultato
teologico dell‘analisi di Fil, producendo innanzitutto elenchi di
parole-lemmi-voci che, secondo la nostra valutazione, avrebbero
una particolare carica semantica per l‘Autore, che ancora dobbiamo
verificare come si chiama o chi è. La valenza o una polivalenza
semantica delle singole voci è dipendente anche dal loro uso
frequente e dai contesti molteplici e diversi della singola ricorrenza
dello stesso tema.
Trascuriamo per ora l‘articolo determinativo, le preposizioni che
reggono vari casi, le congiunzioni, le particelle greche, che sono
utili, come collanti (collegamenti che servono alla intessitura del
testo) nell‘analisi di collegamenti grammaticali e sintattici tra parole
che formano un versetto o un insieme unitario di più versetti su cui
potremmo o vorremmo scrivere note esegetiche.
Intanto ricordiamo che esiste (in Fil) anche un‘altra categoria di
parole facilmente rintracciabili con BW: gli indeclinabili. In Fil, tra
questi c‘è solo il liturgico amhn, spia in Fil in 4,10, di un Autore che
prega scrivendo, come farebbe un vero rabbino.
Esaminando meglio Fil, notiamo che vi non sono interiezioni o
esclamazioni. Tale assenza può considerarsi un indizio di stile non
(esageratamente) retorico anche se il dialogo con i lettori risulta
intenso dalla frequenza della coppia ―io/noi-voi‖.

Il vocabolario più frequente nell’epistola

Dei lemmi più frequenti in un‘epistola — che se ben raccolti ne


costituiscono la prima sintesi e quindi già un suo primo profilo
linguistico-storico-teologico — suggerisco di elaborare liste separate;
per:

10 verbi
I più frequentemente usati da Paolo nell‘epistola che si sta
analizzando; in Fil i primi 10 verbi sono: ειμι 17 • εχω 10 • φρονεω
10 • χαιρω 9 • γινομαι 6 • ηγεομαι 6 • οιδα 6 • πειθω 6 •
γινωσκω 5 • πεμπω 5; sarebbe utile, per meglio definire
l‘originalità di Fil, comparare questa lista con i primi 10 verbi
utilizzati nell‘insieme del cp o con singole lettere, come Romani e
Galati di cui abbiamo già tentato di disegnare un profilo.
10 sostantivi
o nomi comuni più frequenti nell‘epistola; in Fil i primi 10
sostantivi sono: θεος 23 • κυριος 15 • αδελφος 9 • ευαγγελιον 9 •
δοξα 6 • θανατος 6 • πιστις 5 • πνευμα 5 • σαρξ 5 • χαρα 5. La
stessa operazione suggerita sopra per i primi 10 verbi, è utile anche
per i primi 10 sostantivi in altri testi.
i nomi propri di persona e di luoghi
Questi hanno un valore pr ricostruire la storia e l‘ambito
geografico al quale ci si riferisce con il testo e attraverso il testo. In
Fil, di nomi propri ce ne sono 17, in questo ordine decrescente per
numero di ricorrenze: ρξηζηνο 37 • ηεζνπο 22 • εβξαηνο 2 •
επαθξνδηηνο 2 • ηηκνζενο 2 • βεληακηλ 1 • επνδηα 1 • θεζζαλονικη
1 • ηζξαει 1 • θαηζαξ 1 • θιεκεο 1 • μακεδονια 1 • παπινο 1 •
ζπληπρε 1 • θαξηζαηνο 1 • θηιηππεζηνο 1 • θιλιπποι 1. A questo
punto suggerisco di analizzare questa lista distinguendo nomi
geografici da nomi personali e storici e da nomi biblici. Si tratta
quindi di stabilire delle categorie-caselle descrittive sotto cui
scomporre ogni singolo nome. Un ulteriore lavoro da fare è
raccogliere i contesti di ogni singola ricorrenza di ogni singolo nome
in Fil ed espandere la ricerca a tutto il cpe ad Atti, libro anche
questo che è una fonte utile per la ricostruzione della biografia di
παπινο, ma anche di ―Filippi‖ e dei ―Filippesi‖.
Questo materiale biblico-storico-geografico va esaminato e
sintetizzato narrativamente, cogliendo identità diverse e rapporti tra
persone, singole e in gruppo e con ―Gesù Cristo‖.
Ricordiamoci che ―dio‖, nome comune, ed è il più usato nome
comune (23 volte; cfr sopra tra i "10 sostantivi"), va esaminato
assieme a tutto, ai sostantivi, ai nomi propri (soprattutto per
identificare il rapporto tra Gesù Cristo e Dio e viceversa), agli
aggettivi, agli avverbi principali.
Dobbiamo imparare ad associare, nella ricerca in BW, in una
ricerca in AND, ―Dio‖ con qualsiasi altra parola importante, cioè
appartenente a un gruppo di 10 o 5 elementi - che stiamo
elencando.
È soprattutto con i nomi propri che possiamo fare storia e insieme
teologia.

10 aggettivi
di qualunque genere e tipo, usati con maggior frequenza da Paolo
nell‘epistola. In Fil sono: παο 33 • ηηο 7 • εηο 4 • ινηπνο 4 • πνιπο 4.
NOTABENE: εηο ricorre molte altre volte, ma solo in Fil 1,27 (due
volte); in 2,2 e in 3,13, significa ―uno‖, o ―uno solo‖).
Esaminando questa lista, spicca l‘associazione tutto/tutti-
uno/qualcuno. Di che cosa è indizio questo fenomeno linguistico?
Come sempre per rispondere, una comparazione con i primi 10
aggettivi di Rm e/o di Gal o in tutto il resto del cp, è utile a meglio
individuare, e definire, la specificità od originalità del discorso di
Paolo (ormai sappiamo chi è l‘Autore) ai Filippesi.

5 avverbi
Qui, come d‘altronde anche per i casi precedenti, potremmo usare
un criterio di mezzo e scegliere i più significativi per spazio e tempo
(o per modo, se lo si preferisce) tra gli avverbi più frequentemente
usati da Paolo nell‘epistola. In Fil scelgo per voi: λπλ 5 • παληνηε 4 •
εδε 3 • κνλνο 3 • παιηλ 3.
Di che cosa è un indizio un avverbio? Non interessa solo l‘aspetto
linguistico, ma anche quello storico-geografico. Avverbi di spazio e
tempo sono descrittivi di situazioni particolari, locali e temporali.
A questo punto, pur sempre ammettendo che il criterio della
frequenza, della correlazione tra le parole, dei campi semantici, della
gerarchizzazione tematica non sono, né possono diventare gli unici
criteri per fare una buona esegesi (non eisegesi), abbiamo scoperto
la necessità di non poter o dover scartare nulla di un testo e nulla
dare per scontato per lasciar parlare l‘Autore (di Fil) in pienezza.
Con questo tipo di analisi siamo entrati nella mente stessa
dell‘Autore e nella sua intenzionalità che rintracciamo ridistribuendo,
graficamente, come su una mappa le parole importanti e
collegandole insieme al contesto letterario e storico e al nostro
punto di vista.
Resta pertanto un lavoro non indifferente da fare su ciascuno
degli elementi scelti ed elencati (verbi, sostantivi nomi propri,
aggettivi, avverbi): darne una traduzione letterale nella propria
lingua, specificando, con l‘aiuto di un dizionario, i significati di ogni
lemma greco nel suo contesto (versetto o versetti).

I versetti più significativi nel corpus dell‘epistola (Fil)


Per individuare i vv più significativi di un‘epistola, ora in Fil, è utile
crearsi un unico elenco di tutti i lemmi sopra raccolti e lanciarli in
una ricerca in OR con BW (dal Menu > Graphical Search Engine
[GSE] > Load la lista.iel salvata da Word List Manager).
Una volta lanciata la GSE con il bottone verde Go, nella lista dei
risultati è possibile notare il primo versetto: Phi 1:1 *9. Questo *9
significa che nel v Fil 1,1 ci sono ben nove delle parole della lista
con cui abbiamo avviato la ricerca.
Il v più ―significativo‖ in Fil è 1,1: perché qui si concentrano 9
parole ―importanti‖ nell‘epistola, importanti perché appartengono a
più di una lista che abbiamo fatto sopra: Pau/loj kai. Timo,qeoj dou/loi
Cristou/ VIhsou/ pa/sin toi/j a`gi,oij evn Cristw/| VIhsou/ toi/j ou=sin evn
Fili,ppoij su.n evpisko,poij kai. diako,noij. ―Paolo‖, ―Tmoteo‖, ―Cristo
Gesù‖ espressione ripetuta ben due volte e poi ―Filippi‖: fanno parte
della lista dei nomi propri che è sempre utile individuare per capire
chi sono l‘autore e i destinatari e anche dove si trovano, ma anche
per stabilire il tema fonamentale dello scritto.
Segue Fil 1,27 dove si concentrano 8 parole riconoscibili nelle
liste di sopra: Mo,non avxi,wj tou/ euvaggeli,ou tou/ Cristou/
politeu,esqe( i[na ei;te evlqw.n kai. ivdw.n u`ma/j ei;te avpw.n
avkou,w ta. peri. u`mw/n( o[ti sth,kete evn e`ni. pneu,mati( mia/|
yuch/| sunaqlou/ntej th/| pi,stei tou/ euvaggeli,ou. - Qui notiamo,
nell‘ordine del testo — saltando le parole che ricorrono di meno e
che non abbiamo registrato sopra — uno degli avverbi più usati in
Fil (3 volte): ―soltanto, unicamente‖; segue ―vangelo‖, che, parte
della lista dei 10 sostantivi più presenti: in Fil ricorre altre 8 volte;
segue ―Cristo‖ che in Fil ricorre in totale 37 volte; segue l‘aggettivo
numerale ―uno‖, che in Fil ricorre 4 volte; segue ―spirito‖, che in Fil
ricorre altre 4 volte; ritorna ―uno‖ o ―una‖ questa volta aggettivo
riferito a ―psiche‖ e non più solo a ―spirito‖ come prima; segue
―fede‖, sostantivo che in Fil è presente altre 4 volte; ritorna infine
―vangelo‖.
Seguendo l‘ordine del testo, un altro v che ha 7 parole più
frequenti e registrate nelle nostre liste è Fil 3,3: h`mei/j ga,r
evsmen h` peritomh,( oi` pneu,mati qeou/ latreu,ontej kai.
kaucw,menoi evn Cristw/| VIhsou/ kai. ouvk evn sarki. pepoiqo,tej.
Brevemente, le parole frequenti in Fil qui sono: ―siamo‖ e quindi il
verbo essere; ―Spirito‖, ―Dio‖, ―Cristo Gesù‖; ―carne‖ che in Fil
ricorre altre 4 volte; ―aver fiducia‖, cioè il verbo peiqw che in Fil
ricorre altre 5 volte.
È molto ricco, altrettanto di 1,1, anche Fil 3,8, anch‘esso
registrando 9 parole tra le più frequenti nell‘epistola. Alcune parole li
abbiamo già evidenziate nei vv più linguisticamente ―significativi‖
esaminati fin qui. Ma ce ne sono di nuove: avlla. menou/nge kai.
h`gou/mai pa,nta zhmi,an ei=nai dia. to. u`pere,con th/j gnw,sewj Cristou/
VIhsou/ tou/ kuri,ou mou( diV o]n ta. pa,nta evzhmiw,qhn( kai. h`gou/mai sku,bala(
i[na Cristo.n kerdh,sw. ―Reputo‖ = hegéomai, che ricorre altre cinque
volte in Fil; segue ―tutto‖; ―essere‖, ―Cristo Gesù‖, ―Signore‖ che
ricorre altre 14 volte in Fil; nuovamente ―tutto‖; nuovamente
hegéomai (= considero, reputo); nuovamente ―Cristo‖.
Con 6 parole frequenti, segue Fil 4,15: oi;date de. kai. u`mei/j(
Filipph,sioi( o[ti evn avrch/| tou/ euvaggeli,ou( o[te evxh/lqon avpo.
Makedoni,aj( ouvdemi,a moi evkklhsi,a evkoinw,nhsen eivj lo,gon
do,sewj kai. lh,myewj eiv mh. u`mei/j mo,noi. Qui ―sapete‖ è forma
di un verbo che ricorre altre 5 volte in Fil; ―Filippesi‖; ―vangelo‖,
―Macedonia‖, ―uno‖ nell‘espressione ―un conto‖ o ―un contratto‖;
―soli‖.
Segue con 5 parole Fil 4,19: o` de. qeo,j mou plhrw,sei pa/san crei,an
u`mw/n kata. to. plou/toj auvtou/ evn do,xh| evn Cristw/| VIhsou/Å E qui, oltre
―Dio‖, ―ogni-tutti‖, ―Cristo Gesù‖ c‘è anche ―gloria-magnificenza‖,
ossia quella dóxa che in Fil è presente altre 5 volte.
Infine, il v che dovremmo comunque registrare nel concludere un
buon profilo linguistico di un‘epistola di Paolo, è Fil 4,23, ossia
l‘ultimo, che pure contiene 4 parole frequenti, anche se già tutte
registrate in precedenza: ~H ca,rij tou/ kuri,ou VIhsou/ Cristou/ meta. tou/
pneu,matoj u`mw/nÅ
Naturalmente, in un elaborato finale, per chi scegliesse di
presentare un‘epistola di Paolo, sarebbe bene sviluppare un
commento anche per tutti i 5 vv fin qui registrati perché contengono
un numero alto di parole presenti nelle liste dei verbi, sostantivi,
nomi propri, aggettivi, avverbi più usati. Notiamo che neppure
questo è un criterio puramente statistico o matematico: potremmo
scegliere anche tra vv che hanno uno stesso numero di parole
frequenti in base a criteri soggettivi: come per esempio, il primo e
l‘ultimo vv dell‘epistola, un versetto di parole frequenti per ogni
capitolo.
A mo‘ di sintesi di questo paragrafo che abbiamo intitolato ―I
versetti più significativi dell‘epistola (Fil)‖, ecco l‘elenco di tutte le
parole (62 con 115 occorrenze) presenti in questi versetti: ν 15 • ελ
7 • θαη 7 • ρξηζηνο 7 • ηεζνπο 5 • παο 4 • εγσ 3 • εηκη 3 • ζπ 3 • δηα
2 • εηο 2 • εηηε 2 • επαγγειηνλ 2 • εγενκαη 2 • ζενο 2 • ηλα 2 •
πλεπκα 2 • αγηνο 1 • αθνπσ 1 • αιια 1 • αμησο 1 • απεηκη 1 • απηνο
1 • γαξ 1 • γλσζηο 1 • δε 1 • δηαθνλνο 1 • δνμα 1 • δνπινο 1 •
επηζθνπνο 1 • εξρνκαη 1 • δεκηα 1 • δεκηνσ 1 • θαηα 1 • θαπρανκαη 1
• θεξδαηλσ 1 • θπξηνο 1 • ιαηξεπσ 1 • κελνπλγε 1 • κνλνο 1 • νξασ
1 • νο 1 • νηη 1 • νπ 1 • παπινο 1 • πεηζσ 1 • πεξη 1 • πεξηηνκε 1 •
πηζηηο 1 • πιεξνσ 1 • πινπηνο 1 • πνιηηεπνκαη 1 • ζαξμ 1 •
ζθπβαινλ 1 • ζηεθσ 1 • ζπλαζιεσ 1 • ζπλ 1 • ηηκνζενο 1 •
ππεξερσ 1 • θηιηππνη 1 • ρξεηα 1 • ςπρε 1.
Forse sono questi i dati o i tratti che vanno più attentamente
interpretati, ricollocandoli nei loro contesti immediati (nei loro vv di
origine), tradotti e riordinati per delineare un profilo
sufficientemente completo di Fil.
Chi di voi ha coraggio di collaborare?
Da parte mia, sulla base di quanto fin qui raggiunto, tento ancora
solo di fornire altri due esempi di elaborazione per la costruzione di
un profilo più sviluppato di Fil: (a) annotazioni contestuali su Fil 1,1
e 4,23; (b) esame del rapporto egw-su (―io-noi‖-―tu-voi‖): la
frequenza di questi due pronomi personali in Fil, potrebbe
sicuramente informarci sulla consistenza della relazione tra Paolo‖ e
i Filippesi, una relazione essenziale, un asse portante, storicamente
e teologicamente (pastoralmente) parlando nella strutturazione
dialogica (e retorica?) dell‘epistola.

Il primo e l‘ultimo versetto dell‘epistola (Fil 1,1 e 4,23)


Ci sembra importante esaminare l‘inizio e la fine di uno scritto per
elaborare e insieme verificare un profilo linguistico di una qualsiasi
epistola, o documento, o discorso. Inizio e fine sono delle
concentrazioni semantiche da non trascurare. Sono come la testa e i
piedi in una persona.

Annotazioni su Fil 1,1


Nel versetto completo leggiamo:
―Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù
che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi‖.
Di questo versetto è utile al nostro scopo, che è quello di fare un
profilo di Fil, fare delle scelte delle parole da commentare. Io ne
sceglierei tre: ―Paolo‖ ―Timoteo‖, ―Filippi‖, ―vescovi e i diaconi‖.
Paolo. Facciamo qualche annotazione sulla prima parola: ―Paolo‖,
il nome mai più ripetuto in Fil. Nel resto della bibbia greca notiamo
che è ripetuto, solo nel NT, in 125 vv di Atti, dove è riferito a Paolo
di Tarso in 124 vv. In Atti si parla infatti anche di un altro: ―Paolo-
Sergio‖, personaggio di origine romana. L‘epistola dove il nome del
suo (quasi certissimo) autore ricorre di più è 1Cor (7 volte), seguita
da Col (3 volte) e da Flm (3 volte). Questa eguaglianza di ricorrenze
tra Col e Flm, suggerisce a chi studia il cp, una relazione stretta e
forse non solo locale tra queste due lettere, essendo la prima delle
due, Col, non scontatamente attribuita a Paolo. Ma, procedendo
nell‘esame delle ricorrenze, notiamo che in 2Cor, Gal, Ef, 1Ts, 2Ts,
Paolo è menzionato due volte. Non può essere anche questo un
indizio di un legame forte e quindi dell‘autenticità, anche di Ef e 2Ts,
normalmente considerate, proprio per il loro linguaggio, di indiretta
appartenza a Paolo? Questo indizio, anch‘esso linguistico, acquista
forza anche se si pensa che lettere sicuramente autentiche come
Rm e l‘epistola che stiamo esaminando, Fil, contengono anch‘esse
una sola ricorrenza del nome di Paolo. Anche in 1Tm, 2Tm, Tt Paolo
è ricordato una volta sola nel v di apertura di ogni epistola.
Resta da aggiungere che Paolo, riferito già all‘autore di alcuni
scritti del NT, è menzionato anche in 2P 3,15: ―come anche il nostro
carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è
stata data‖. In tal modo Paolo è associato anche al reale Pietro di
Galilea, che però scrive dopo?
Sul significato del nome e sul perché è assunto da Saul di Tarsom
si potrebbero sviluppare molte riflessioni. Qui mi accontento di dire
che si tratta di un ―cognome‖ romano, cioè di un secondo nome, il
cui significato greco non è chiaro. Potrebbe essere imparentato con
―paula‖ (paula) che significa ―pausa‖, ―cessazione‖ ―fine‖ e che
richiama vagamente il significato di ―sabato‖? Quel che un nome
greco (Paolo scrive in greco!) significa davvero o solo evoca è
importante per un ebreo, anche quando avanza diritti di cittadinanza
romana, e si chiama originariamente ―Saul‖, ossia ―Desiderato‖ e
richiesto a Dio.
Il nome latino, che può avere particolari risonanze a Filippi, città
in buona parte composta di romani o italici, deriva forse
dall‘avverbio ―paulo‖ o ―paulum‖ che significa ―un poco‖.
e Timoteo. Questo nome, per quanto evidentemente religioso (=
timorato di Dio) è originale greco: ricorre infatti in 42 vv della bibbia
greca, in 5 vv di 1M (5,6-40) e in ben 13 vv di 2M (8,30-12,24).
Mentre nel NT ricorre in 6 vv di Atti a partire da 16,1 dove è
introdotto nel racconto (―...a Listra. C‘era qui un discepolo chiamato
Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco‖) e
fino a 20,4, dove praticamente esce di scena. Nel cp è nominato, in
ordine discendente di frequenza, in 3 vv di 1Ts, in 3 vv di 1Tm
(epistola che gli è indirizzata), in 2 vv di 1Cor, di 2Cor e qui di Fil,
mentre in Rm, Col, 2Ts, 2Tm, Flm è menzionato una sola volta. Non
è menzionato dunque in tutte le lettere del cp, ma solo in 10
(manca in Gal, Ef, Tt). In compenso, un ―Timoteo‖ è ricordato anche
dall‘autore (= Paolo?) di Eb, qui in una posizione strategica, in
13,23: ―il nostro fratello Timòteo è stato messo in libertà; se arriva
presto, vi vedrò insieme con lui‖. Su questo indizio per molto tempo
Eb è stata attribuita a Paolo.
Importante nell‘esame del profilo di Fil, che qui in 1,1, Paolo e
Timoteo sono assieme come i mittenti, aossociati anche da uno
stesso titolo — ―schiavi di Cristo Gesù‖ — nel rivolgersi ―a tutti‖ i
filippesi che conoscono Cristo e perciò sono ―santi in Cristo Gesù‖.
Questa associazione significa che Fil è un‘epistola scritta a quattro
mani, o almeno pensata a due teste?
Il secondo riferimento a Timoteo, nell‘epistola è in 2,19, che è un
versetto di evidente carattere autobiografico e perciò anche storico -
come possiamo intendere Fil: ―Ho speranza nel Signore Gesù di
potervi presto inviare Timòteo, per essere anch' io confortato nel
ricevere vostre notizie‖.
Potremmo dedurre che Paolo e Timoteo inviano assieme Fil e che,
quando Fil viene letta, i destinatari sono informati di un eventuale
altra missione di Timoteo, e non di Paolo, a Filippi.
Per approfondire il rapporto tra Paolo e Timoteo, per ora ci basti
ricordare che sono menzionati assieme ancora in altri vv di Atti e del
cp: Atti 17,14s; 18,5; 2Co 1,1; Col 1,1; 1Ts 1,1; 2Ts 1,1; Flm 1,1.
sono a Filippi. Riporto al riguardo una citazione che prendo dal
BDAG in BW7: ―A city in Macedonia, founded on the site of the older
Krhni/dej by Philip of Macedonia (Diod. S. 16, 8, 6). Under Roman
rule fr. about 167 BC. In Ac 16:22 Ph. is called prw,thj th/j meri,doj
Makedoni,aj po,lij, kolwni,a (s. meri,j 1)‖. Si tratta dunque della prima
città europea raggiunta da Paolo, e quindi Fil è un‘epistola inviata a
questa che è la sede della prima chiesa europea. ―The name of the
city also occurs in the letter of Polycarp to the congregation/church
at Philippi (on this P. Harrison, Polycarp‘s Two Epistles to the
Philippians ‘36‖. A Filippi quindi, la chiesa fondata da Paolo è
continuata dopo di lui, avendo avuto una buona strutturazione che
non è solo delle lettere pastorali (1Tm, 2Tm, Tt). I destintari di Fil
indicati da Paolo e Timoteo, qui in Fil 1,1, sembrano costituire un
importante legame di Fil con le lettere pastorali.
su.n evpisko,poij kai. diako,noij. L‘espressione si collegata a ―tutti i
santi‖ come tutti destinatari, essi e i loro ―capi‖, di tutta l‘epistola. Si
tratta di ―episcopi‖ e ―diaconi‖. Chi sono costoro? Facendo una
indagine linguistica a tutto campo nella Bibbia greca abbiamo i
seguenti risultati, che andrebbero vagliati e discussi
contestualmente, senza pregiudizi. ―Episcopo‖ si trova già ed
ancora: in Nm 4,16; 31,14; Gdc 9,28; 2R 11,15.18; 12,12; 2Cro
34,12.17; Ne 11,9.14.22; 1M 1,51; Jb 20,29; Sap 1,6; Is 60,17; Atti
20,28; 1Tm 3,2; Tt 1,7; 1P 2,25. Una prima osservazione sta nel
fatto che i LXX e altre versioni greche dell‘AT già conoscono il titolo,
che non è nato quindi con il NT, né lo ha inventato Paolo. Una
seconda osservazione sta nel fatto che, nel NT, ricorre solo poche
volte, e solo nel cp e in 1P 2,25. Una prima conclusione
interpretativa di questi dati potrebbe portarci, sulla base del
linguaggio, a non posticipare troppo la composizione di 1P e
neppure delle lettere pastorali.
Il termine ―diacono‖ è anch‘esso in 4 vv di Est, in 2 vv di 2Cor, in
4 di Col, in 3 vv rispettivamente di Mt, Gv Rm 1Tm; in 2 vv di Mc,
Ef; in 1 di 4M (che è un apocrifo) e altrove, soprattutto in altre
lettere del cp. Anche questi dati possono essere significativi se,
interpretando le ricorrenze nei vari contesti, scoprissimo che
conservono lo stesso significato che ha la parola ―Diacono‖ in Fil.
Qui, in Fil 1,1, e solo qui, ―i diaconi‖, al plurale, e ―i vescovi‖
nominati prima di loro, sono assieme. Questo essere distinti e
menzionati assieme a ―tutti i santi‖ filippesi, come destinatari di Fil,
ci suggerisce che si tratta del nucleo gerarchico costitutivo della
prima chiesa europea. Il fatto però di averli nominati dopo ―tutti i
santi‖ ci suggerisce di leggere 1Cor 3,18-23, dove chiaramente
Paolo colloca i ―superiori‖ come ―inferiori‖ rispetto alla chiesa, come
appunto dei ―servitori‖ e non dei ―comandanti‖ o peggio dei
―padroni‖ della comunità. D‘altronde, questo suggerimento di Paolo
è esplicito anche nella descrizione, contenuta proprio qui in Fil 1,1,
di sé stesso e di Timoteo come dou/loi Cristou/ VIhsou/ = ―schiavi di
Cristo Gesù‖.
Sintesi. Fil 1,1 ci offre elementi importanti per introdurci alla
lettura di tutta l‘epistola e alla elaborazione di un profilo linguistico-
storico-teologico-comunicativo. Ci presenta l‘identità di Paolo e del
suo collaboratore Timoteo, come mittenti alla pari e quindi
corresponsabili dell‘epistola. Ci presenta i destintari: che sono i santi
— come sono indicati coloro che credono in Cristo Gesù predicato
da Paolo — ma anche i vescovi e i loro diaconi, rivelandoci così
qualche indizio sulla struttura ecclesiale presupposta in Fil, ma
anche qualche indizio sullo sviluppo nel tempo della comunità di
Filippi. Filippi è poi la città dove vivono i santi, i vescovi (si noti il
plurale!) e i diaconi.

Annotazioni su Fil 4,23


Nell‘ultimo v di Fl, Paolo e Timoteo scrivono o fanno scrivere un
saluto teologicamente importante e che è solitamente adottato
all‘inizio di celebrazioni liturgiche:
―La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.‖
la grazia. Il termine carij (che è etimologicamente presente ―in
charitas‖ o ―carità‖ e in ―carisma‖) non è uno dei più frequenti in Fil,
ma ricorre in punti strategici: ancora in 1,2, e quindi all‘inizio
dell‘epistola, nel saluto: ―Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e
dal Signore Gesù Cristo‖ e in 1,7: ―E' giusto, del resto, che io pensi
questo di tutti voi, perché vi porto nel cuore, voi che siete tutti
partecipi della grazia che mi è stata concessa sia nelle catene, sia
nella difesa e nel consolidamento del vangelo‖.
Queste 2 occorrenze evidenziano sfumature diverse di ―grazia‖: a)
in 1,2 la grazia che ha evidenti origine (da) nel ―Padre nostro‖ e
(dal) ―Signore nostro Gesù Cristo‖ è diventata saluto e augurio ma
anche memoria scritta di una conoscenza e del ricordo di Dio e
specificamente di Cristo Gesù. Paolo scrive ai ―santi‖ tra i quali sono
compresi i vescovi e i diaconi come servitori di tutta la comunità, di
ricordarsi sempre della fondazione battesimale della loro chiesa nel
―Padre nostro‖ e nel ―Signore G.C.‖; b) in 1,7 ―la grazia‖ è
contestualmente più specifica: è la stessa missione di Paolo,
l‘apostolato e questo che gli è dato di compiere pur restando in
catene.
Qui, in 4,23, ―la grazia‖ è, in sintesi, quella del vangelo ―del
Signore Gesù Cristo‖. È il ricordo costante di essere stati salvati con
la predicazione del vangelo, gratuitamente, tramite la morte e
risurrezione di Gesù Cristo. A questi eventi fondamentali, ai quali ora
accenna con ―la grazia‖, Paolo si è riferito in Fil in 2,8 e in 3,10-11:
la risurrezione dei morti è la grazia più grande della serie.
tou/ kuri,ou VIhsou/ Cristou/. Da questa ―frase‖ comprendiamo che
oggetto di Fil è stata la fede di Paolo in Gesù come il Cristo e perciò
anche ―il Signore‖, come era considerato Yahweh presente nel TM
dai traduttori della LXX.
Questa intuizione può essere verificata e difesa con facilità
attraverso l‘esame, anche cursivo di 43 vv di Fl, a partire da 1,1 e
fino a 4,23; in questi vv Paolo scrive almeno una di queste parole o
tutte assieme: ―Cristo, Gesù, Signore‖.
Queste parole, importantissime per Paolo e per Fil, si concentrano
in 18 vv di Fil 1, in 10 vv di Fil 2, e in 9 vv di Fil 3 e anche in 9 v di
Fil 4. I vv che è imprescindibile leggere e commentare, sono: 1,1;
3,8 dove questo tema cristologico è frequente più che altrove.
con il vostro spirito. Qui voglio far notare solo, al nostro scopo,
che pneuma non ha un significato teologico ma antropologico. Si
riferisce, in modo profondo, ai destinatari di Fil, al loro intimo, alla
loro sfera interiore nella quale è possibile vivere una relazione
intensa sia con Gesù il Cristo e Signore, che con Paolo, che usa
questa formula di saluto. Paolo solo? Il plurale è giustificabile
rileggendo anche il primo v, dove i mittenti hanno i nomi di ―Paolo e
Timoteo‖
Sintesi. È altresì giustificabile dall‘uso dei pronomi egw e su,
―io/noi-tu/voi‖ nell‘epistola utilizzati esplicitamente (enfaticamente)
in almeno 69 vv, in particolare: 24 volte in Fil 1; 19 volte in Fil 4 (e
si noti come i forti rapporti stabiliti all‘inizio dell‘epistola, tra Paolo
Timoteo e i Filippesi tendono a intensificarsi anche alla fine); 15
volte in Fil 2 e 3 volte in Fil 3.
Noi potremmo limitarci ad esaminare soltano quei vv in cui i
pronomi egw e su, non importa in quali forme e numero grammaticali
siano usati, ricorrono insieme. Ma anche questi sono molti: ben 17
vv, di cui 8 in Fil 1; 5 in Fil 4; 2 in Fil; 1 in Fil 3. Esaminare questa
variazioni di frequenza tra i vari capitoli, potrebbe costituire una
chiave interpretativa di un certo valore nella descrizione dei rapporti
tra chi scrive e invia Fil e chi la legge, e anche del tipo di dialogo che
si stabilisce tra loro e dei temi trattati in concomitanza.
Personalmente mi fermerei all‘analisi di 1,7 dove l‘intreccio dei
pronomi esplicitati è particolarmente fitto, più che in qualsiasi altro
v: ―E' giusto, del resto, che io pensi questo di tutti voi, perché vi
porto nel cuore, voi che siete tutti partecipi della grazia che mi è
stata concessa sia nelle catene, sia nella difesa e nel consolidamento
del vangelo‖.
Non ho più il tempo di commentare questo v (sono le 13:19 e alle
15 abbiamo il seminario!) ma credo sia sufficiente leggerlo più di
una volta per convincersi del tipo affettuoso e premuroso che si è
stabilito tra chi scrive e che legge, di chi è lontano ma vicino con il
cuore e la mente alla sua gente. Si rivela tutta la pastoralità affettiva
di Paolo, che pensa di più agli altri che a sé stesso in catene e
impedito di muoversi.
Che tipo di epistola è Fil?
Per completare un profilo linguistico-storico-teologico-
comunicativo di Fil non dovremmo però trascurare, come sono
costretto a fare, lo specifico o l‘originalità della lingua in Fil.
Lo specifico linguistico di un’epistola (Fil)

In questo paragrafo dovremmo individuare e poi esaminare, per


definire meglio l‘originalità della lingua di Fil, quali sono: • le parole
qui usate e mai altrove nel cp: in Fil le parole assenti nel resto del
cp sono 75: • le parole presenti in Fil e assenti dal resto del
NT(senza considerare il resto del cp): in Fil sono 66; • le parole che
sono esclusive di Fil non ricorrendo mai altrove, né nel cp, né nel
resto del NT, né nella LXX; queste in Fil sono 25: επαθξνδηηνο 2 •
ζπλαζιεσ 2 • αγλσο 1 • αθαηξενκαη 1 • αιππνο 1 • απνπζηα 1 •
αξπαγκνο 1 • επεθηεηλνκαη 1 • επηπνζεηνο 1 • εηεξσο 1 • επθεκνο 1
• επςπρεσ 1 • θαηαηνκε 1 • θαηαρζνληνο 1 • θιεκεο 1 • νθηαεκεξνο
1 • παξαβνιεπνκαη 1 • παξαπιεζηνο 1 • πηπξσ 1 • ζπδπγνο 1 •
ζπκκηκεηεο 1 • ζπκκνξθηδσ 1 • ζπκςπρνο 1 • ζπληπρε 1 •
θηιηππεζηνο 1 - ricorrono, non nello stesso ordine, nei seguenti vv:
1,17.27f; 2,2.6.10.12.19.25.27f.30; 3,2.5.10.13.15.17;
4,1ff.8.10.15.18).
In un profilo di Fil che diventasse una tesina di licenza in teologia
biblica o una tesi di dottorato, bisognerebbe esaminare e spiegare
ciascuna di queste parole proprie.
Conclusione

Lo scopo anche di questo sesto seminario è:


(a) imparare a non leggere un‘epistola di Paolo come se dovesse
nutrire soltanto la nostra fede individuale;
(b) ma soprattutto quello di farci leggere ciò che Paolo ha scritto,
nel nostro caso ai filippesi, dal suo e loro punto di vista.
In breve: possiamo imparare a leggere, con l‘aiuto della
matematica (del calcolo statistico, dell‘ordine di frequenza, della
comparazione di ogni singolo tema presente in una epistola, con
qualsiasi altro documento o libro della Bibbia).
Una conseguenza nella nostra scrittura o comunicazione e
pubblicazione del nostro elaborato, possiamo allora essere più onesti
di Lutero che ha letto Paolo a partire dalla sua esperienza personale
e ha personalmente condizionato l‘interpretazione di testi biblici, non
solo tra i suoi amici ma anche tra i moderni esegeti spesso
preoccupati di mettere in evidenza, come tesori biblici, quelli che
meglio corrispondono ad una percezione e sensbilità personale o
collettiva, ma di parte.
E questa una vera scienza biblica o una conoscenza delle
Scritture?
I risultati che abbiamo ottenuto li considero particolarmente
importanti da un punto di visto dell‘esegesi se questa consiste
nell‘interpretare ogni parola nel contesto del v, ogni v nel contesto
del capitolo, ogni capitolo nell‘unità del documento. Eccetera.
Note 6

In Avvenire di questa mattina, Francesco Tomatis presenta una


recensione ben fatta di un libro di linguistica, tradotto dal francese:
JEAN-MARC FERRY, Le Grammatiche dell‘intelligenza (Medusa. pp 280.
Euro 19,50) che vale la pena commentare da un punto di vista
metodologico.
Nel nostro seminario seguiamo i 4 aspetti di cui parliamo sempre
e che comunque riassumo in forma critica perché sui di essi ci
dobbiamo porre nuove domande, per imparare insieme a leggere
Paolo in modo, sia analitico che sintetico.
Dunque, per capire un testo paolino (o in generale biblico) non
basta farlo a pezzi analizzandolo
(a) nella singola forma grammaticale e sintattica, morfologia,
lemma, sintassi, sincronia;
(b) nei singoli nomi di persone o luoghi o o nelle espressioni di
tempo, e quindi studiandone, l‘ambiente di origine o di riferimento;
(c) nelle parole o espressioni, sintagmi di cristologia-ecclesiologia,
teologia (―Trinità‖).
(d) Bisogna prima decostruire il testo ma per poi ricostruirlo in un
linguaggio reticolare, interattivo, multimediale moderno.
Ma come? Come scrivere il nostro elaborato che deve essere
pubblicato in rete?
Oggi tenteremo di analizzare una coppia, (o antitesi tra NT e AT)
ermeneutica che è soprattutto di Paolo:
γξάκκα-πλεῦκα
nei seguenti versetti, che sembrano paralleli tra loro.
Romani 2,27 E così, chi non è circonciso fisicamente, ma
osserva la legge, giudicherà te che, nonostante la lettera della legge
e la circoncisione, sei un trasgressore della legge. - θαὶ θξηλεῖ ἡ ἐθ
θύζεσο ἀθξνβπζηία ηὸλ λόκνλ ηεινῦζα ζὲ ηὸλ δηὰ γξάκκαηνο θαὶ
πεξηηνκῆο παξαβάηελ λόκνπ.
2,29 ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è
quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non
viene dagli uomini ma da Dio. - 2,29 ἀιι᾽ ὁ ἐλ ηῷ θξππηῷ Ἰνπδαῖνο,
θαὶ πεξηηνκὴ θαξδίαο ἐλ πλεύκαηη νὐ γξάκκαηη, νὗ ὁ ἔπαηλνο νὐθ ἐμ
ἀλζξώπσλ ἀιι᾽ ἐθ ηνῦ ζενῦ.
7,6 Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò
che ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e
non nel regime vecchio della lettera. - λπλὶ δὲ θαηεξγήζεκελ ἀπὸ
ηνῦ λόκνπ ἀπνζαλόληεο ἐλ ᾧ θαηεηρόκεζα, ὥζηε δνπιεύεηλ ἡκᾶο ἐλ
θαηλόηεηη πλεύκαηνο θαὶ νὐ παιαηόηεηη γξάκκαηνο.
2Corinti 3,6 che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza,
non della lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito
dà vita. - ὃο θαὶ ἱθάλσζελ ἡκᾶο δηαθόλνπο θαηλῆο δηαζήθεο, νὐ
γξάκκαηνο ἀιιὰ πλεύκαηνο· ηὸ γὰξ γξάκκα ἀπνθηέλλεη, ηὸ δὲ
πλεῦκα δῳνπνηεῖ. 3,7Se il ministero della morte, inciso in lettere su
pietre, fu circonfuso di gloria, al punto che i figli d' Israele non
potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore pure
effimero del suo volto, - Εἰ δὲ ἡ δηαθνλία ηνῦ ζαλάηνπ ἐλ γξάκκαζηλ
ἐληεηππσκέλε ιίζνηο ἐγελήζε ἐλ δόμῃ, ὥζηε κὴ δύλαζζαη ἀηελίζαη
ηνὺο πἱνὺο Ἰζξαὴι εἰο ηὸ πξόζσπνλ Μσϋζέσο δηὰ ηὴλ δόμαλ ηνῦ
πξνζώπνπ αὐηνῦ ηὴλ θαηαξγνπκέλελ,
Galati 6,11 Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, ora, di mia
mano. - ἴδεηε πειίθνηο ὑκῖλ γξάκκαζηλ ἔγξαςα ηῇ ἐκῇ ρεηξί.
2Timoteo 3,15 e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture:
queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo
della fede in Cristo Gesù. - θαὶ ὅηη ἀπὸ βξέθνπο [ηὰ] ἱεξὰ γξάκκαηα
νἶδαο, ηὰ δπλάκελά ζε ζνθίζαη εἰο ζσηεξίαλ δηὰ πίζηεσο ηῆο ἐλ
Χξηζηῷ Ἰεζνῦ.
Un lavoro che suggerisco di fare è esaminare il rapporto, tra AT e
corpus paulinum, a partire da almeno queste domande:
•Che cosa significa γξάκκα da questi testi?
•Che cosa significa πλεῦκα?
•Per dire che, Paolo accoppia i due termini? Si tratta di una
semplice coppia letteraria che congiunge i due poli in modalità et-et,
o no-ma, o aut-aut. Si tratta di oppositio, di correctio, di antitesi, di
ossimoro?

Un qualche suggerimento per l‘analisi dei testi ce lo può, forse,


dare Le grammatiche dell‘intelligenza. Riporto alla lettera la
recensione di Tomatis, ma con qualche corsivo mio, sui quali
sollecito domande e riflessioni:
―Nell‘analizzare le sedimentazioni storiche ed evolutive delle
grammatiche moderne occidentali, Ferry riesce a ricostruire
parimenti la nascita dell‘intelligenza, sino alla ragione critica e
discorsiva, la cui distinzione da quella animale viene indagata
comparativamente, discussa, approfondita, infine valorizzata nelle
implicazioni etiche di essa. Ferry individua quattro tipi di
grammatiche, secondo una successiva elaborazione linguistica
dell‘uomo nel suo evolversi dall‘animale, che si sarebbero succedute
nel tempo e tuttavia in parte anche permangono simultaneamente
affiancate o fra loro integrate.
―Per prima sorge la grammatica dell‘associazione iconica, che
affianca soprattutto mentalmente fra loro immagini. È la prima
forma linguistica, comune a uomo e animale, ridotta oggigiorno,
secondo Ferry, al mondo inconscio, onirico, immaginario
esclusivamente personale.
―A questa si aggiunge, come sua integrazione, la grammatica
dell‘imputazione indiziaria, che individua in immagini più o meno
ricorrenti la significatività di indizio di qualcosa di ulteriore, a cui
essa metaforicamente quindi rinvia, evocandolo.
―Con un terzo tipo di grammatica, quella della differenziazione
verbale (nei tempi, nei modi, nelle persone), si giunge alle vere e
proprie grammatiche a noi note, caratterizzanti le lingue cosiddette
evolute, alfabetiche, fonetiche, sintattiche e verbali.
―Infine Ferry individua una quarta grammatica da lui auspicata e
prospettata, la grammatica della convalida discorsiva, l‘unica che
supererebbe sia i relativismi particolari sia le ideologie totalitarie,
foriera di un‘etica responsabile e ricostruttiva, universale senza
annullare le singolarità personali e culturali.
―Benché Ferry abbia il merito indiscutibile di infrangere
un‘opinione oggigiorno molto diffusa, quella della intrascendibilità
del linguaggio [sintagmatico], mostrando efficacemente il rapporto
evolutivo [paradigmatico] delle grammatiche attuali con quelle
arcaiche e persino animali, tuttavia la sua ricostruzione mantiene la
prerogativa della analisi evolutiva, cioè della superiorità non soltanto
storica, ma persino trascendentale, della più recente grammatica
individuata, anzi, solo regolativamente ideata: infatti egli stesso
riconosce e stigmatizza il riproporsi attuale, in forme nuove, di
grammatiche iconiche, diffuse sempre più dai media contemporanei.
―Certamente, riconosce come la grammatica sintattico-
proposizionale valga più nel mondo degli affari, dove alle cause
seguono sempre effetti e ai soggetti predicati, che non nell‘esistenza
ludica o passionale, in cui vigono piuttosto quella iconica o indiziaria.
Tuttavia a una ulteriore evoluzione di essa, nella forma critica e
argomentativa, già socratica e cristiana, si appella per affrontare i
conflitti intersoggettivi e interculturali attuali. Eppure Socrate e
Gesù, distintamente e assieme, mostrarono criticamente la verità del
loro discorrere e della loro ragione‖.
Settimo seminario: 1Tessalonicesi

da elaborare assieme in gruppi e con il proprio computer in


seminario:

Costruiamo insieme, in più incontri, questa dispensa di appunti


utili per lavorare con BW, per fare un profilo linguistico, ma anche
storico-geografico, cristologico-teologico-spirituale e pastorale-
comunicativo. Sono necessarie alcune operazioni (BW è
consigliabile) per studiare 1Ts.
(a) creazione di un lessico generale e completo di 1Ts

Serve per stabilire la gerarchia dei temi da parte dell‘agiografo


(non del lettore). Su questo lessico bisogna imparare a riflettere e
poi a ridistribuirlo in campi semantici e quindi a compararlo con il
lessico di altri documenti simili o contrari; nel nostro caso,
dovremmo comparare il lessico della 1Ts con il lessico della 2Ts per
stabilire somiglianze e differenze.

Procediamo, in BW come segue:


1. - scegliamo, in BW, la versione BGM (Bible Greek Morphology)
scrivendo semplicemente sul CL (Command Line)  bgm  Invio
(ReturN) sulla tastiera

2. - ora delimitiamo la nostra ricerca, ancora sul CL (Command


Line) scrivendo  l (la lettera l)  uno spazio vuoto e subito 
1Th (la sigla con cui BW riconosce la 1Tessalonicesi)

3. - ora, dal  Menu  Tools  Word List Manager > Main


Word List >Load or Generate Word List > Version BGM > Load
Version from a Bible version > tic nella casellina accanto a Use
Search Window limits > nessun‘altra casellina deve essere
selezionata > Create List
La lista che è davanti a noi ora va esaminata e le parole
ricatalogate in campi semantici.
Se siamo interessati a studiare, per esempio il tema della
―risurrezione di Gesù e la Parusia‖, per ora nella sola 1Ts,
procediamo con una seconda importante operazione:
(b) creazione di un campo semantico

1. -nel lessico (greco) di 1Ts cerchiamo i termini chiave e più


specifici di questo titolo; troviamo παροσζία 4 volte (in 2,19; 3,13;
4,15; 5,23); troviamo anche una volta ἐγείρω (in 1,10) e due
ἀνίζηημι (in 4,14.16) - che sono verbi che indicano il risorgere o
alzarsi e restare in piedi. Potremmo per il momento ignorare ―Gesù‖
e ―Cristo‖ in quanto di lui vogliamo studiare soprattutto la parusia e
la risurrezione.
2. - già un‘analisi dei riferimenti elencati bastano per cominciare
una esegesi, che costituisce nell‘estrarre tutte le informazioni
possibili su queste parole dai loro contesti immediati (e paralleli)
- ma per stabilire dei paralleli, letterali o semplicemente semantici
(parole diverse con un significato simile) ci conviene creare almeno
due campi semantici, con una stessa procedura ripetuta due volte;
come? Restiamo in WLM già presente:
3. - Word List Manager > Secondary Word List > >Load or
Generate Word List > Version BGM >Load words from Louw-Nida
(L.-N.) domains > Create List  nella nuova finestra Select Words
Using Semantic Domains > in Show domains with this string
scriviamo (in greco)  παροσζiα (senza l‘accento) > Apply Filter >
ora si tratta di scegliere con un clic, ripetuto, sulle due casellini con
la crocetta, ossia prima in > Domains > 15 Linear Movement e poi
in 85 Existence in Space, il campo che vogliamo scegliere, potemmo
creare distinti, sempre e solo seguendo ripetutamente la stessima
procedura; io preferisco per ora limitarmi a > 15 Linear Movement >
F Come, Come To, Arrive  Select List  OK
4.- ora in WLM abbiamo a sinistra (in Main Word List) il lessico di
1Ts a destra (Secondary Word List) abbiamo il Domain (o enorme
campo semantico di παροσζiα). Possiamo comparare le due liste e
fare una scelta che ci aiuti a capire la 1Ts su questo tema
particolare:
5. - in WLM > Select > Select Words not common to both lists >
ora, > dopo aver selezionato la Secondary Word List > fai Edit >
Delete selected
6. - il risultato consiste in 4 parole che costituiscono il campo
semantico di παροσζiα secondo gli autori L.-N.; potremmo
esaminare pertanto, contestualmente, le occorrenze di εἴζοδος in
1,9 e 2,1, ma anche di ἔρτομαι (in 1,10; 2,18; 3,6; 5,2) e di
θθάνω (in 2,16 e 4,15) e rapportarlo al tema della parusia in 1Ts.
Abbiamo in tal modo stabilita una base testuale e contestuale per
interpretare il nostro tema, in riferimento a Cristo (ma anche, forse,
a Paolo e ai tessalonicesi).

7. - COLLOCATIONS. Per stabilire come Paolo associa tra loro le


parole, le stesse parole con altre simili o contrarie o solo diverse (e
che possono fare parte di un campo semantico creato
dall‘agiografo), è utile imparare a usare, in BW: Barra in alto del
Menu > Tools > KWIC/Collocation Table Module > e qui possiamo
controllare: Version (per esempio: ICE) - Verse Range (per es. Rom
8) - Word (per es. ―spirito‖) - e la prossimità-distanza di altre parole
con ―spirito‖: per es. controlliamo con un clic sulla lista Word,
―santo‖ e ora osserviamo i risultati in rosso e blu nella lista superiore
dei vv.

A questo punto possiamo crearci anche il vocabolario bilingue,


greco-inglese in BW, per stabilire meglio il significato delle parole
che ormai sono diverse e che potremmo conoscere in sintesi nei loro
diversi significati. Si tratta solo di un aiuto secondario, ma per chi
inizia un lavoro di esegesi, importante. Come si fa un dizionario
bilingue? Si può arrivare svolgere questa operazione (d)
premettendone altre:
(c) creazione di una lista.iel (Inclusion Exclusion List)

Dopo aver creato il lessico generale (cfr. sopra a), e averlo


elaborato escludendo o includendo, cancellando e copiano parole
un'altra lista di 1Ts (per es. in Secondary Word List) del Word List
Manager > ancora in questa finestra di WLM, cliccare su > File >
Save (as IEL…) > Salva con nome > Nome file > scrivi: ―Lista
teologica di 1Ts‖ >Salva.
Questa lista.iel (che abbiamo chiamato ―Lista teologica di 1Ts‖
può essere utilizzata interamente o modificata aggiungendo o
togliendo parole, nella ricerca più sofisticata di BW, cioè con la
Graphical Search Engine (GSE), in questo modo:
dal Menu in alto di BW > Search > Graphical Search Engine > ora
clicca due volte velocemente nel Word box vuoto in basso offerto
nella finestra Query > ora in Word Box Options, vai direttamente al
radio bottone Inclusion/exclusion list (IEL) > in questo menu ora
attivato, vai e clicca su > Load IEL > nella finestra Apri - Cerca in
ase > clicca due volte veloci su ―Lista teologica di 1Ts‖ > ora, di
nuovo in Word Box Options, modifca come ti pare la lista comparsa,
con Add e Remove > OK > ora nella finestra Query > Go > osserva
i risultati nella solita finestra principale di BW.
Ora puoi creare altre liste e fare ricerche combinate, per esempio,
tra ICE e BGM. Come?
lo vediamo in seminario, ma tu scrivi esattamente il processo,
come ho tentato di fare sopra, utilizzando > e il nome dei comandi,
tutti descritti con precisione… Buon lavoro:
Efesini e alcune altre operazioni con BW
Questa volta non facciamo il solito proiflo di un epistola intera,
come abbiamo per esempio fatto con Romani, considerando la
filologia, la storia-geografia del testo, la cristologia-teologia-
pneumatologia e infine lo stile o la parte comunicativa-pastorale.
Né affrontiamo il problema dell‘autenticità di Efesini: è stata
davvero scritta da Paolo? Quando? Da dove? È un falso
l‘affermazione: Παῦινο (Paolo) ἀπόζηνινο (apostolo) Χξηζηνῦ Ἰεζνῦ
(di Cristo Gesù) δηὰ (per) ζειήκαηνο (volontà) ζενῦ (di Dio) ηνῖο (ai)
ἁγίνηο (santi) ηνῖο (a) νὖζηλ (coloro che sono) [ἐλ Ἐθέζῳ] [in Efeso]
θαὶ € πηζηνῖο (fedeli) ἐλ (in) Χξηζηῷ Ἰεζνῦ (Cristo Gesù)? Chi si è
permesso di camuffarsi come Paolo apostolo senza esserlo?
Rimane confermato che dinanzi a qualunque epistola, o pericope,
o versetto, o tema di cui vogliamo fare l‘esegesi, dobbiano farci
molte domande. Queste devono più o meno corrispondere a delle
risposte che l‘agiografo ha tentato di dare anche scrivendo Efesini.
Eccone 6: Who? What? Where? When? Why - How?
Riferendoci a Efesini: Efeso è davvero il luogo dove stanno i santi
e i fedeli in Cristo Gesù. In Ef 1,1 appena citato, si noti il particolare
della preposizione ―in‖, riferita con incertezza a Efeso e a "Cristo
Gesù".
Qui si pone per noi un problema nuovo, quello della critica
testuale e dell‘apparato critico, riportato, per esempio, in The Greek
New Testament e quello della comparazione di più testi greci di Ef
1,1 tra loro.

critica testuale su “in Efeso”


Con BW tentiamo un‘operazione di critica testuale su [ἐλ Ἐθέζῳ]:
Menu > Resources > Text Criticism > Tischendorf, NT Apparatus
> qui ricerchiamo Eph 1:1 > e troviamo un lunghissimo apparato di
cui qui riporto solo una parte: cristou ihsou cum B03 D06 E06abs1
P025 17.33. d e am (allachm) go cop syrp Orcat 101 Dam Ambrst ... j
ihsou cristou cum a01 A02 F010 G012 K018 L020 al fere omn f g
vg (et. fu demid tol harl al) syrsch arm aeth Chr11,3 Euthalcod Cyrioh 48
Thdrt al VictorinHier | toij agioij: ac01C2 A02 P025 10.no Gregory
equivalent 80.436. am fu demid tol al (vgcle) cop are 1. 1 lin. 5 ante
Hier adde Cyr (thes 280)Hier add pasin (vgcle omnibus sanctis) | toij
sec: D06 (non E06abs1 ) 46.181. omlin. 6post om adde | ousi a01 |
[en efesw]: haec non a Paulo profecta esse iudicamus, om enim a*01
B*03 67**424. Orcat 102 eddvet et ppvet apud Baseunom 1,255 itemvid
Mciontert etepiph. Ita enim Or l. l
Studiando in questo apparato per ora solo l‘espressione ―in Efeso‖
ci rendiamo conto che si tratta di una variante che non tutti i codici
riportano. Non è un testo sicuro.
Se vogliamo un aiuto per meglio valutare il grado di certezza di
questo testo, ritorniamo a BW:
Menu > Resourcers > Text Criticism > Metzeger, Textual
Commentary on the Grekk NT > e qui andiamo a Efesini > e
arriviamo a: 1.1 @evn VEfe,sw|# {C} The words evn VEfe,sw| are absent
from several important witnesses (î46 a* B* 424c 1739) as well as
from manuscripts mentioned by Basil and the text used by Origen.
Certain internal features of the letter as well as Marcion’s
designation of the epistle as “To the Laodiceans” and the absence in
Tertullian and Ephraem of an explicit quotation of the words evn
VEfe,sw| have led many commentators to suggest that the letter was
intended as an encyclical, copies being sent to various churches, of
which that at Ephesus was chief. Since the letter has been
traditionally known as “To the Ephesians,” and since all witnesses
except those mentioned above include the words evn VEfe,sw|, the
Committee decided to retain them, but enclosed within square
brackets.
Dobbiamo imparare a ragionare come Metzeger sui codici
(autorevolezza, antichità, brevità) e decidere sul grado di certezza:
la C viene dopo la A (massima certezza) e dopo la B (buona
certezza). Siamo d‘accordo?
Un‘altra operazione potremmo fare a questo punto comparando
dei testi greci per meglio vedere le varianti tra un codice ed un altro.
Siamo interessati, nel nostro caso all‘espressione

comparazioni di testi su “Cristo Gesù”


Davvero tutti riportanto questa espressione con ―Cristo‖ al primo
posto, essendo ―Cristo‖ un nome di funzione triplice (regale,
profetica e sacerdotale), mentre nome proprio è ―Gesù‖. Siamo
abituati a ―Gesù Cristo‖, anche se altri testi, in Ef, hanno ―Cristo
Gesù‖: 2,6.7.10.13.20; 3,1.6.11.21. In una classifica statistica, le
lettere in cui questa espressione si verifica di più è Rm, Fil, 1Tm,
2Tm, Ef, 1Cor, Gal.
Ci possiamo chiedere se questo linguaggio accomuna lettere
protopaoline e lettere deuteropaoline.
Intanto però dobbiamo accertarci che non ci siano varianti nei
testi greci di Ef 1,1. Si capirà subito di che testi greci parliamo,
cominciando questa operazione:

Menu > Tools > Text Comparison Settings > e ora nella
nuova finestra, scriviamo la prima versione ufficiale greca contro cui
vogliamo comparare altre, forse meno importanti ma più antiche; la
prima versione è dunque quella di Nestle Aland (Greek NT), la
seconda della maggioranza (byz), la terza è il famoso Textus
Receptus (scr), dunque scriviamo sulla prima riga vuota e separiamo
con uno spazio: bnt byz scr > scegliamo il colore > clic accanto a
Enable > clic accanto a LCS Method > clic su Cross-compare all
versions > Apply > Close
ora
nel Menu > View > Choose Display Version(s) > in Greek
selezioniamo in successione bnt byz scr > OK
ora
> sul Command Line (dove si fanno le ricerche) scriviamo Eph 1 1
> Invio (Return)
il risultato è evidenziato e si nota che in BNT si ha Χξηζηνῦ
Ἰεζνῦ mentre in BYZ e in SCR si ha: Ἰεζνῦ ρξηζηνῦ
perchê?
A questo punto ci può aiutare, nella decisione, il ragionamento
fatto da Metzeger sopra, a proposito di ―in Efeso‖.

comparazioni di traduzioni in una stessa lingua di Ef 1,1


Questa comparazione è utile soprattutto per distinguere, oltre lo
stile, anche i testi greci privilegiati e, se ci sono altre differenze di
linguaggio tra cattolici, protestanti e ortodossi.
La procedura in BW è la stessissima di cui sopra, con la differenza
delle sole sigle da riportare e da selezionare: suggerirei di fare una
comparazione, in inglese, tra net nrs njb (due bibbie ecumeniche o
protestanti e una cattolica).
Esaminiamo ora i risultati e proviamo ad annotare, per il nostro
lavoro le differenze e a discuterle: qual è la traduzione migliore?
Come dovrebbe essere la nostra traduzione di Ef 1,1?

Altro tipo di comparazione si può fare con i testi paralleli.

mettere i testi da esaminare in parallelo


in BW
Menu > Tools > Parallel Versions Window > e ora scegliamo
la lingua, la versione, per esempio: Italiano > IEP > Add ||
ripetiiamo l'operazione con: Spanish - R95 > Add || ripetiamo
l‘operazione con English - NET - Add || ripetiamo l‘operazione con
Greek - BNT - Add … || > OK
ora
all‘interno di ogni colonna ci si puèo spostare in sù e in giù con
opzioni diverse; importante è iniziare l‘esame di Ef 1,1 e di tutti gli
altri capitoli e versetti, in comparazione tra diverse traduzioni e in
relazione al greco del testo criticamente più sicuro.

lavorare con le sinossi per studiare i paralleli (di Ef


1,22…) con Antico Testamento
Comparare un testo con un altro, sulla base di differenze o
somiglianze, è l‘operazione più importante anche per scoprire dei
contatti, per esempio, tra Ef ed altri testi, sia del NT che dell‘AT.
Con BW
Menu > Tools > Synopsis Windows > in Synopsis, clicca su >
File > Open > e ora nella lista scegliamo il file database otnt (che
permette di comparare AT e NT; potremmo scegliere i sinottici o
altri files che comunque possiamo creare anche noi) > ora facciamo
scorrere la lista che inizia con [Mat 1,23…] fino a quando troviamo il
primo versetto di Efesini > e troviamo > Eph 1:22…. > clicchiamo
sopra questa riga e notiamo la comparazione, nelle versioni di
default, di Ef 1,22 con Sal 8,6-7.
Qui possiamo lavorare anche con altri databse (in luogo di otnt)
di sinossi provviste da BW e tentare di cercare Eph 1:22 da View >
Find Verse > Eph 1:22 --- ma i risultati sono magri o nulli.
Quindi quello che suggerisco è di restare nell‘opzione otnt per un
paragone tra Ef resto della Bibbia.

Per l‘AT nel NT è possibile un‘altra procedura, più semplice:

le risorse per comparare Ef con AT


in Bw
Menu > Resources > Miscellaneous > Archer and Chicichigno,
OT Quotes in the NT
Una volta arrivati nel testo, scorrerlo fino a Ephesians.

creare le nostre concordanze sulla parola “Efeso" in tutta


la Bibbia greca
in BW
Menu > Tools > KWIC/Collocation Table Module >ora scegliamo
in Version > BGM > lasciamo Verse Range Gen - Rev > in Word
scriviamo efes* > Build > Copy > Copy Entire KWIC/List to
Clipboard (formatted) > ora poi fare CTR+V in Word (Paste-Incolla)
ed ecco i risultati:
Act 18:19 ga.r euvch,n kath,nthsan de. eivj e;feson( kavkei,nouj kate,lipen
auvtou/( auvto.j de.
Act 18:21 qeou/ qe,lontoj( avnh,cqh avpo. th/j evfe,sou( kai. katelqw.n eivj
kaisa,reian( avnaba.j
Act 18:24 ge,nei( avnh.r lo,gioj( kath,nthsen eivj e;feson( dunato.j w'n evn
tai/j grafai/j
Act 19:1 ta. avnwterika. me,rh katelqei/n eivj e;feson kai. eu`rei/n tinaj
maqhta.j ei=pe,n
Act 19:17 kai. e[llhsin toi/j katoikou/sin th.n e;feson kai. evpe,pesen
fo,boj evpi. pa,ntaj
Act 19:26 kai. avkou,ete o[ti ouv mo,non evfe,sou avlla. scedo.n pa,shj th/j
avsi,aj
Act 19:28 e;krazon le,gontej mega,lh h` a;rtemij evfesi,wn kai. evplh,sqh h`
po,lij th/j
Act 19:34 du,o krazo,ntwn mega,lh h` a;rtemij evfesi,wn katastei,laj de. o`
grammateu.j to.n
Act 19:35 grammateu.j to.n o;clon fhsi,n a;ndrej evfe,sioi( ti,j ga,r evstin
avnqrw,pwn o]j
Act 19:35 avnqrw,pwn o]j ouv ginw,skei th.n evfesi,wn po,lin newko,ron
ou=san th/j mega,lhj
Act 20:16 ga.r o` pau/loj parapleu/sai th.n e;feson( o[pwj mh. ge,nhtai
auvtw/| cronotribh/sai
Act 20:17 de. th/j milh,tou pe,myaj eivj e;feson metekale,sato tou.j
presbute,rouj th/j evkklhsi,aj
Act 21:29 h=san ga.r proewrako,tej tro,fimon to.n evfe,sion evn th/| po,lei
su.n auvtw/|(
1Co 15:32 eiv kata. a;nqrwpon evqhrioma,chsa evn evfe,sw|( ti, moi to.
o;felojÈ eiv
1Co 16:8 ku,rioj evpitre,yh| evpimenw/ de. evn evfe,sw| e[wj th/j penthkosth/j
qu,ra ga,r
Eph 1:1 toi/j a`gi,oij toi/j ou=sin evn evfe,sw| kai. pistoi/j evn cristw/|
ivhsou/(
1Ti 1:3 kaqw.j pareka,lesa, se prosmei/nai evn evfe,sw| poreuo,menoj eivj
makedoni,an( i[na paraggei,lh|j
2Ti 1:18 th/| h`me,ra| kai. o[sa evn evfe,sw| dihko,nhsen( be,ltion su. ginw,skeij
su.
2Ti 4:12 diakoni,an tu,cikon de. avpe,steila eivj e;feson to.n failo,nhn o]n
avpe,lipon evn
Rev 1:11 pe,myon tai/j e`pta. evkklhsi,aij( eivj e;feson kai. eivj smu,rnan
kai. eivj
Rev 2:1 eivsi,n tw/| avgge,lw| th/j evn evfe,sw| evkklhsi,aj gra,yon ta,de le,gei
o`
Non lasciarti impressionare dai diversi colori, che puoi controllare
in BW, ma concentrati sul termine che più ci importa capire ―Efeso‖
e gli ―efesini‖ in relazione ad Ef 1,1, dove, come abbiamo visto, il
sintagma ―in Efeso‖ ha solo il terzo grado di probabilità, il C.
Suggerimenti generali
creazione di un dizionario greco-inglese su“Cristo”

Per creare un dizionario proprio con BW procedere in questo


modo:
Menu principale > Tools > Word List Manager > Load or generate
word List - ora seleziona l‘opzione > Keep Greek accents and
Hebrew vowel points -- ora, dopo aver selezionato il termine
τριζηός > va ai > File nel menu della stessa finiestra che hai
davanti e qui seleziona > Make Lexicon from selected words (to
editor) --- si tratta ora di scegliere i vocabolari, uno o più, installati
nella tua versione di BW --> OK -- e ora vai a cercare nell' > Editor
di BW il vocabolario pronto. A me appare in questa forma, dal
vocabolario di greco classico (L-S e da Thayer)
τριζηός, ή, όλ, verb. Adj. of ρξίσ, to be rubbed on, θάξκαθα
ρξηζηά salves, Aesch., Eur. II. of persons, anointed: ΧΡΙζΤΟΣ ὁ,
the Anointed One, the CHRIST, as a transl. of the Hebr. Messiah,
N.T.
Thayer Greek Lexicon: τριζηός, ρξηζηε, ρξηζηόλ (ρξίσ), the
Septuagint for ‫ ָמ ִׁש ַחי‬, anointed: ὁ ἱεξεύο ὁ ρξηζηόο, Lev. 4:5; 6:22; νἱ
ρξηζηνη ἱεξεῖο, 2 Macc. 1:10; the patriarchs are called, substantively,
νἱ ρξηζηνη Θενῦ, Ps. 104:15 (Ps. 105:15); the singular ὁ ρξηζηόο ηνῦ
θπξίνπ (‫ ) ְ ִׁש ַחי ְ הוָמ ה‬king of Israel (see ρξῖζκα), as 1 Sam. 2:10,35; (1
Sam. 24:11; 26:9,11,23); 2 Sam. 1:14; Ps. 2:2; Ps. 17 (Ps. 18:51);
Hab. 3:13; (2 Chr. 22:7); also of a foreign king, Cyrus, as sent of
God, Isa. 45:1; of the coming king whom the Jews expected to be
the saviour of their nation and the author of their highest felicity:
the name ὁ ρξηζηόο (‫ ָמ ִׁש ַחי‬, Chaldean ‫ ) ְ ִׁש ָמחא‬is not found in the O. T.
but is first used of him in the Book of Enoch 48, 10 (cf. Schodde's
note); 52, 4 (for the arguments by which some have attempted to
prove that the section containing these passages is of Christian
origin are not convincing (cf. πἱόο ηνῦ ἀλζξώπνπ, 2 and
references)), after Ps. 2:2 referred to the Messiah; (cf. Psalter of
Solomon 17, 36; 18, 6. 8). Cf. Keim, ii., 549 (English translation,
4:263f; Westcott `Additional Note' on 1 John 5:1. On the general
subject see Schürer, Neutest. Zeitgesch. sec. 29.) In the N. T. it is
used:
1. of the Messiah, viewed in his generic aspects (the word, that is
to say, being used as an appellative rather than a proper name), ὁ
ρξηζηόο: Matt. 2:4; 16:16; 23:10; 24:5,23; 26:63; Mark 8:29; 12:35;
13:21; 14:61; Luke 3:15; 4:41; 20:41; 22:67 (66); 23:39; 24:26,46;
John 1:20,25 (41 (42) Rec.); 3:28; 4:29; 6:69 Rec.; 7:26, 31,41;
11:27; 12:34; 20:31; Acts 2:30 Rec., 31; 3:18; 8:5; 9:22; 17:3a;
18:5,28; 26:23; 1 John 2:22; 5:1; ὁ ρξηζηόο θπξίνπ or ηνῦ Θενῦ,
Luke 2:26; 9:20; Acts 4:26; without the article, Luke 2:11; 23:2;
John 1:41 (42) L T Tr WH; 9:22; Acts 2:36; ὁ ρξηζηόο, ὁ βαζηιεύο
ηνῦ Ἰζξαήι, Mark 15:32; ὁ ρξηζηόο so used as to refer to Jesus,
Rev. 20:4,6; with ηνῦ Θενῦ added, Rev. 11:15; 12:10.
2. It is added, as an appellative (`Messiah', `anointed'), to the
proper name Ἰεζνῦο a. Ἰεζνῦο ὁ ρξηζηόο, Jesus the Christ
(`Messiah'): Acts 5:42 R G; 9:34 (R G); 1 Cor. 3:11 Rec.; 1 John
5:6 (R G L); Ἰεζνῦο ὁ ιεγόκελνο ρξηζηόο, who they say is the
Messiah ((cf. b. below)), Matt. 27:22; without the article Ἰεζνῦο
Χξηζηόο, Jesus as Christ or Messiah, John 17:3; 1 John 4:2; 2 John
1:7 (but in all three examples it seems better to take ρξηζηόο as a
proper name (see b. below)); ὁ Χξηζηόο Ἰεζνῦο, the Christ
(Messiah) who is Jesus, (Matt. 1:18 WH marginal reading (see b.
below)); Acts 5:42 L T Tr WH (R. V. Jesus as the Christ); Acts 19:4
Rec. b. ὁ Χξηζηόο is a proper name (cf. Winer's Grammar, sec. 18, 9
N. 1; (as respects the use of a large or a small initial letter the
critical editions vary: Tdf. seems to use the capital initial in all
cases; Treg. is inconsistent (using a small letter, for instance, in all
the examples under 1 above, except Luke 22:67 and John 4:29; in
Matt. 1:1 a capital in Mark 1:1 a small letter, etc.); WH have
adopted the principle of using a capital when the article is absent
and avoiding it when the article is present (1 Pet. being intentionally
excepted; the small letter being retained also in such examples as
Luke 2:11; 23:2; Acts 2:36, etc.); see WH. Introductory sec.
415])]): Matt. 1:17; 11:2; Rom. 1:16 Rec.; 7:4; 9:5; 14:18 (here L
omits; Tr brackets the article); 15:19; 1 Cor. 1:6, etc. without the
article, Mark 9:41; Rom. 6:4; 8:9,17; 1 Cor. 1:12; Gal. 2:16f,19
(20), 21; 3:27; Phil. 1:10, 13, 19-21,23; 2:16; Col. 2:5,8; Heb. 3:6,
and often. Ἰεζνῦο Χξηζηόο, Matt. 1:1,18 (here Tr omits Ἰεζνῦο; WH
text brackets Ἰεζνῦο; others have, ὁ Ἰεζνῦο Χξηζηόο which is
unique; see WH's Appendix at the passage); Mark 1:1; John 1:17;
Acts 2:38; 3:6; 4:10; 8:12; (Acts 9:34 L T Tr WH); 10:36; 11:17;
15:26; 16:18,31 (R G); 20:21 (here L WH text omit; Tr brackets
Χξηζηόλ); 28:31 (Tdf. omits Χξηζηόλ); Rom. 1:1 (R G WH text (see
below)), 6,8; 2:16 (R G Tr text WH marginal reading (see below)); 1
Cor. 1:7-9; 3:11 (G T Tr WH (Rec. Ἰεζνῦο ὁ Χξηζηόο)); 1 Cor.
15:57, and very often in the Epistles of Paul and Peter; Heb.
13:8,21; 1 John 1:3,7 (R G); 2:1; (2:6 G T Tr WH); 2 John 1:7 ((see
a. above)); Jude 1:4,17,21; Rev. 1:1,5; 22:21 (Buttmann, G (WH
brackets others omit Χξηζηνῦ)). Χξηζηόο Ἰεζνῦο, Rom. (1:1 T Tr
WH marginal reading (see above); 2:16 T Tr marginal reading WH
text (see above)); 6:3 (WH brackets Ἰεζνῦο); 1 Cor. 1:2,30; (3:11
Lachmann (see above)); Gal. 3:14 (here Tr text; WH text Ἰεζνῦ
Χξηζηῷ); 4:14; 5:6 (WH brackets Ἰεζνῦ); 6:15; Phil. 2:5; 3:3,14;
Col. 2:6; 1 Tim. 1:2; 2:5. Ἰεζνῦο ὁ ιεγόκελνο Χξηζηόο, surnamed
`Christ' ((cf. a. above)), Matt. 1:16. on the phrases ἐλ Χξηζηῷ, ἐλ
Χξηζηῷ Ἰεζνῦ, see ἐλ, I. 6 b., p. 211b (cf. Winer's Grammar, sec.
20, 2 a.). Χξηζηόο and Ἰεζνῦο Χξηζηόο ἐλ ηηζίλ, preached among, 2
Cor. 1:19; Col. 1:21 (others (so R. V.) would take ἐλ here internally
(as in the following examples), within; cf. ἐλ, I. 2); Χξηζηόο ἐλ ηηζίλ
is used of the person of Christ, who by his holy power and Spirit
lives in the souls of his followers, and so moulds their characters
that they bear his likeness, Rom. 8:10 (cf. 9); 2 Cor. 13:5; Gal.
2:20; Eph. 3:17; a mind conformed to the mind of Christ, Gal. 4:19.
creazione di un dizionario greco-ebraico su “Cristo”

Con BW, dal


Menu principale > Resources > Parallel BHS-LXX --- una volta qui
dentro vai a > Search > Find BHS-LXX Equivalents > -- una volta in
questa nuova finestra, nella casella > Greek Lemma --- scrivi
τριζηoς --- ora puoi stabilire i testi dell'AT in cui vuoi studiare i
termini ebraici equivalenti, mettiamo > Psa 1,1-150,3 > Invio ---
questi risultati ora li puoi copiare utilizzando il simbolo del clipboard
dopo aver selezionato le righe o la rica --- ed ecco il risultato che
possiamo incollare in Word:
10 xyvm cristoj
Naturalmente puoi, restando nell‘ambiente, andare a controllare
tutti i versetti dei salmi dove Cristo-Messia si corrispondo e stabilire,
localmente, il significato della parola prima ebraica che greca.
Nell‘AT non si riferisce a Gesù, è il primo risultato. Ma Paolo
attribuendo il titolo di Cristo a Gesù, che cosa vuol dire?
Il Verse List Manager per ricerche complesse e contestualmente
ordinate su Cristo-Gesù-Signore

Per fare ricerche diverse su ogni parola che studi e poi, creando
una lista unica dei singoli risultati, lanciare in una ricerca complessa
una unica lista di versetti, segui questa procedura:
Dal Command Line (dove di solito scrivi le parole di ricerca in
AND, OR, NOT, frase) > scrivi, in BGM con limiti Paul > τριζηoς >
ora Invia > e osserva i risultati --- e vai a > Tools > Verse List
Manager > e qui, in > Import -- hai diverse opzioni, scegli > Entire
Search Window Verse List --- ora, lasciando aperto il VLM, ritorna al
Command Line fai la ricerca con Ιηζοuς e dopo > Invio > importa
la nuova lista con lo stesso procedimento: da VLM > Import >
Entire Search Window Verse List --- nota come le due liste si
fondono in una sola, ordinata, evitando i doppioni --- se vogliamo
fare una ricerca anche dei versetti in cui ricorre la parola kurios
segui le stesse procedure, importanto tutta la nuova lista di versetti
in quella precedente nel VLM --- a questo punto puoi esportare tutta
questa unica lista: > Exoport > Export to Search Window --- e il
risultato è una ricerca unica, ordinata secondo il testo, per le tre
parole.
Per imparare o perfezionare il greco e l’ebraico con BW

dal Menu principale > Vocabulary Flashcard Module --- una volta
dentro questo ambiente di lavoro puoi fare molte cose: stabilire un
ritmo, stabilire i limiti del vocabolario da studiare, per esempio solo il
cp, o una sola pericope su cui lavori, stabilire solo le parti di discorso
che ti interessano, per esempio i verbi, registrare la tua voce o fare
leggere da un altro che sa meglio il greco o l‘ebraico… e via ad un
grande esercizio mnemonico, visivo e uditivo; naturalmente puoi
tradurre il vocabolario inglese per le parole ebraiche o greche nella
tua lingua.

Studieremo prossimamente come si controlla una traduzione


moderna con
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