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Il Re avaro

una favola di Tiziana Balestro

Cera una volta un re molto avaro,


che viveva nel suo castello insieme alla principessa di nome Bella, sua glia. Il re Isidoro era conosciuto tanto per la maestosit del suo regno, quanto per la sua taccagneria.

Un giorno, nella parte pi bella del suo giardino, vide il grande albero, come lo chiamava lui, tutto secco e rimpicciolito. Non possibile, cosa successo alla grande quercia?, disse il re. E lalbero rispose: Sire, io sono diventato secco, spoglio e brutto perch voi non vi siete preso cura di me. Il grande albero sapeva parlare perch era magico. Era stato donato dalla fata Melina per il battesimo della principessa Bella. Finch fu viva la regina Rubina, lalbero cresceva rigoglioso, ma quando la donna mor, linfelicit si impadron dei suoi cari e il re divenne avaro danimo e di gesta.

La quercia poi disse: Sire, per guarirmi c solo un modo, dovrete prendervi cura di me, come degli altri; dovrete essere altruista e generoso come prima della morte di vostra moglie, la regina Rubina. Ma io non ne sono pi capace, sono talmente triste e a ranto che non riesco pi a dimostrare a etto e bont alle persone... Oh, come far... disse il re. Sentendolo parlare cos, la principessa Bella gli disse: Padre, non disperate, vi aiuter io. Voi non siete cattivo, avaro e insensibile, lo siete diventato con il dolore. Si, ma non torner pi quello di prima, sospir il re, cambiata la mia vita. Senza Rubina nulla ha pi senso... e allora me la prendo con il mio popolo. Ma ci sono io disse la principessa, Sono io il senso della vostra vita. Dovete trasformare il vostro dolore in gioia; se aiuterete gli altri, vedrete tutto in unaltra prospettiva e allora anche lamore e la generosit che ci ha trasmesso la regina, avranno un senso. Hai ragione, disse Isidoro.
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Il giorno dopo il re ordin ai suoi uomini di ascoltare gli abitanti del suo regno, per sapere cosa mancasse loro. Il re li accontent sia materialmente che a ettivamente. Fu presente nella loro vita. E le persone furono cos tanto felici che, scosse dal comportamento positivo del re, a loro volta aiutarono altre persone vicine... e poi a loro volta i popoli di altri regni e cos via. Fu, insomma, una catena di amore e solidariet. Il re era nalmente felice. Abbracci sua glia e, mentre lo faceva, si accorse, guardando fuori dalla nestra con Bella, che qualcosa si muoveva in giardino.

Era proprio in direzione del grande albero. La quercia stir i suoi rami, cambi aspetto, praticamente si trasform. Con stupore, il re e la glia, videro trasformare la quercia in un albero da frutto. Divent un'enorme melo, il pi grande di tutti i regni esistenti. Lalbero del re aveva dei grossi frutti. Cerano delle mele rosse e pure gialle. Padre, com possibile che nello stesso albero ci siano mele di colore diverso. Ora ho capito, glia mia, disse il re. La mela rossa la regina Rubina, la mela gialla rappresenta me, Isidoro e lunione di tutto questo amore lalbero e quindi tu, mia adorata Bella. Quando fu il momento della raccolta, i frutti del melo furono distribuiti fra gli abitanti del regno e tutti furono felici.
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Lamore e la serenit sono dati dallunione solidale con gli altri; pi seminerai la gioia, pi raccoglierai la felicit.

Il Re avaro
una favola di Tiziana Balestro

dedicata ad Andrea DAlessio

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