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omenica D

La
DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011/Numero 342

lattualit

Ambiente, i suoi primi cinquantanni


MICHELE SERRA

cultura

di

Repubblica

Vercors o come suicidarsi dal ridere


PAOLO MAURI

Viva scuola
la
Dalla spedizione dei Mille alla vittoria ai Mondiali
Ecco come i bambini hanno raccontato nei temi la storia dItalia
NELLO AJELLO MARCO LODOLI

spettacoli

itler ieri pass da Firenze per andare a Roma, tutta imbandierata. Si sente alla radio una gran confusione. la folla che attende il Duce e il Fuhrer al Vittoriano. A me mi pareva proprio di essere in mezzo a tutta quella folla. A sentirsi al centro della scena Romano Donnini, scolaro di una classe elementare di Firenze. Quello che abbiamo citato uno stralcio del tema ditaliano da lui composto il 4 maggio 1938, XVI dellEra fascista. Fa parte del materiale raccolto a cura del Festivaletteratura 2011 di Mantova per riportare lattenzione sulla centralit della scuola a centocinquantanni dallUnit dItalia. (segue nelle pagine successive)

diventato saggio breve, articolo di giornale, analisi del testo, ha cambiato pelle, nome, forma, ma in fondo sempre lui, sempre il tema, si tratta comunque di riempire almeno tre colonne con le proprie osservazioni attorno a una questione rilevante. Nella scuola il passo decisivo verso la maturazione ma forse dico questo perch sono insegnante di lettere latto intellettuale che meglio esprime la personalit e le capacit di uno studente. Quando ero ragazzo provavo sempre una certa emozione di fronte a quel foglio bianco. Di colpo mi sentivo importante, mi sembrava che il mondo avesse davvero bisogno del mio punto di vista. (segue nelle pagine successive)

Tutti i segreti del Muppet Show


ANGELO AQUARO

i sapori

La pecora nera quella pi buona


LICIA GRANELLO e CARLO PETRINI

lincontro

Philippe Starck, Designer a chi?


ANAIS GINORI

Repubblica Nazionale

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DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011

la copertina
W la scuola

DallUnit a oggi, dal Duce a Giovanni Paolo II, da Coppi e Bartali alla nascita della doccia A pochi giorni dal ritorno sui banchi
al Festivaletteratura di Mantova il nostro Paese visto dai bambini

Tema: lItalia siamo noi


NELLO AJELLO
(segue dalla copertina) ono trecentoventotto testi che raccontano, generazione dopo generazione, la cronaca del nostro Paese, mescolando vicende familiari o di pianerottolo a eventi solenni. Non si tratta sempre di pensieri originali. Capita per spesso, a chi scorre queste pagine di quaderno, di soffermarsi magari su una sola riga, restando colpito ora dallumore di chi scrive, ora dal comune sentire nazionale cui i bambini fanno eco. Il retroterra psicologico che distingue un tema scritto a fine Ottocento da un altro compilato nellera di Craxi o consegnato alla maestra allalba del Duemila sembra stridente. Se non fosse sicura lautenticit di questi messaggi scolastici, ci sarebbe da sospettare pesanti ingerenze da parte di familiari o maestri. Magari ci sono state. Il pi delle volte, tuttavia, proprio il modo ingenuo di reagire ai fatti a imprimere, su questi

elaborati, un marchio di verit. Non so, per esempio, quale cittadino adulto saprebbe esprimere in maniera altrettanto naturale la sorpresa per lelezione al soglio di San Pietro, trentatr anni fa, dellallora semisconosciuto cardinal Wojtyla, di come fa Roberto, alunno di seconda elementare alla scuola Duca degli Abruzzi di Scandicci (Firenze). Il nuovo Papa sa tante lingue. polacco, ma a me piace lo stesso: cos Roberto evoca Karol in un tema datato 16. X. 78. E prosegue: Si chiamato Paolo Giovanni perch vuole seguire la vita dellaltro Paolo Giovanni che vissuto solo 32 giorni. Scrivi meglio, raccomanda linsegnante in calce al tema. Non ha torto, ma qui perfino lerrore relativo alla vita di Sua Santit Luciani, arbitrariamente accorciata, rivela unespressivit essenziale e perci tanto pi efficace. Come un paio di occhioni sgranati di fronte allimpensabile. Spostiamoci indietro negli anni, fino agli inizi del secolo scorso, quando le scene raccontate dai bambini riguardavano larrivo in licenza del pap che

interrompeva cos per qualche giorno il compito di combattere, nella Grande Guerra, con quel perfido austriaco o lannunzio della morte dun fratello maggiore, che ora giace sotto le zolle straniere. Andiamo poi ancora pi lontano nel tempo, a saggiare limpatto che esercitavano sullinfanzia le avventure dei Carbonari. Spingiamoci infine di nuovo avanti di vari decenni, allinseguimento di stagioni pi consone alle nostre. La ricchezza dei materiali raccolti a Mantova ci conserte simili tragitti. Ecco per esempio come si presenta a Paolo, terza elementare, il dibattito politico alla vigilia delle elezioni del 1948, tempi di aspra competizione fra la Dc e la sinistra socialcomunista. Il partito cattolico contava molto sullelettorato femminile, e ne nascevano frequenti dissidi domestici, oltre ai soliti disordini stradali. Un clima che Paolo avverte mentre si trova in tram con suo padre. Una donna si lamentava perch le avevano rotto le calze con una pedata. Il fattorino del tram discuteva con un uomo. Cominci a parlare della moglie, e disse:

Lei era del partito di quel sudicione di Degasperi che ci fa morire di fame. Il fattorino domand a quelluomo: E sua moglie di che partito ?. Comunista. Finalmente ho trovato un uomo con la moglie Comunista. Poi noi si scese e non si sent pi niente. Scuola rurale di Pezzolo (Bergamo). Tema dun alunno di seconda elementare. Senza data. Il babbo del Duce faceva il fabbro. La mamma era maestra. Nella casa di campagna Benito dormiva solo nella culla, e accoccolato ai suoi piedi sbadigliava un coniglietto bianco dal musetto rosso. Quando Benito si svegliava e piangeva il coniglietto gli passava il musetto sul viso in lacrime. Il bambino si calmava, il coniglietto si riaddormentava e tutti e due sognavano la mamma. Una specie di fiaba edificante, del tutto in linea con le direttive del Regime, cio con quella mobilitazione dellinfanzia in funzione nazional-patriottica che Antonio Gibelli ha illustrato in un prezioso saggio, Il popolo bambino (Einaudi, 2005). Cambia la scena. Napoli, dopoguerra. Classe Quinta B.

Tema: ricordo dinfanzia. Giuseppe Pistone improvvisa una rievocazione di sicuro impatto, e probabilmente fantasiosa. Settembre 1943. Quando furono le Quattro Giornate, io ero piccolo, mio padre disoccupato. Avevamo pochi soldi per mangiare. Io andai fuori casa per trovare qualche cosa. Mentre camminavo vidi che i tedeschi bastonavano le persone. Un tedesco si avvicin a me con un fucile in mano. Io avevo paura ma il tedesco non mi voleva fare del male, ma nascondersi per non essere preso dagli americani che venivano a liberare Napoli. Cos si avvicin un ragazzo che aveva la mia et indicandogli un posto sicuro. Il povero tedesco ringrazi e ci regal duecento lire a ognuno di noi. Io le portai a casa. Ecco che la paura della guerra si mescola con un tenero umanitarismo tipico della pedagogia dellepoca. Ma si avverte anche il punto di trapasso nella mitologia dei minorenni dalla Piccola vedetta lombarda allIo speriamo che me la cavo. Troppo prevedibile? Andiamo di nuovo indietro nel calendario, a saggiare

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Lemozione del foglio bianco che rende adulti


MARCO LODOLI
(segue dalla copertina) mio cappotto. Secondo tema: Un pomeriggio da incorniciare e uno da buttare. Terzo tema: Cinque motivi per cui vale la pena vivere in Italia e uno per cui sarebbe meglio andarsene. Partono le grida di disapprovazione, ogni novit viene vista malissimo. Ma per un insegnante importantissimo osservare in che modo un ragazzo scrive, come aggancia le frasi, quali immagini trova, quali storie sceglie per rendere pi vivace un componimento. Lo stile tutto, perch lo stile esprime una personalit, un modo di vedere e di giudicare la realt, di connettere fatti, pensieri, parole. Per questo indispensabile che i ragazzi scrivano molto, che il tema non venga soppiantato dai test e da altre formule bislacche. Il professore legge, valuta, comprende i suoi allievi. Purtroppo oggi anche il voto che bisogna comunque assegnare a ogni tema frantumato secondo allucinanti griglie di giudizio: una percentuale va alla competenza lessicale e unaltra a quella morfosintattica e unaltra alla precisione del vocabolario e unaltra ancora alla pertinenza espressiva, in una dissezione autoptica gelida e fasulla. Insomma: salviamo il tema, grande momento per lofficina mentale dellalunno, che in tre facciate a volte si scopre pi libero e intelligente di quanto credesse.
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ia che si trattasse di un certo canto dellInferno o delle questioni ambientali o di qualsiasi altro grande problema. Fino a cinque minuti prima lo studente spara cartoccetti, fa caciara, raccoglie i soldi per la puntata sulle partite della domenica: una creatura gioiosamente irresponsabile, che parla a strappi, senza bisogno di scegliere le parole, di mettere in fila un pensiero, di renderlo persino persuasivo e musicale. E poi eccolo a meditare come un uomo adulto, a riflettere sui destini del mondo e della cultura e della giovinezza contemporanea. Molti annaspano, cominciano a lamentarsi: Profess, io nun ci le idee, io nun so che scrive per alla fine scrivono tutti, ognuno compie meglio che pu quel rito di concentrazione ed espressione, anche la spugna pi asciutta si strizza e qualche goccia viene fuori. Negli ultimi ventanni stato un diluvio di temi sulla droga e limmigrazione e il disagio sociale e la famiglia in crisi e il consumismo che divora. Credo che ogni diciottenne abbia scritto decine e decine di temi sul malessere contemporaneo. Per questo a volte gli studenti sembrano annoiati, per questo vanno presi in contropiede, costretti a non ripetere la solita solfa. Scrivete: primo tema, Il

IL PROGETTO
Apre mercoled 7 settembre al Festivaletteratura di Mantova Quaderni di scuola, la mostra nata dal lavoro coordinato da Juri Meda dellUniversit di Macerata Gli studenti che andranno al Festival (fino all11 settembre) potranno lasciare un loro tema e partecipare agli incontri in programma

limpatto esercitato sullinfanzia dalla figura del Carbonaro quasi un Sandokan o un Superman avanti lettera cio leroe che nel suo nascondersi allaustriaco emana insieme avventura e trasgressione. E ancora avanti, subito dopo, verso tempi pi consoni ai nostri. Spunta qui limpetuosa suggestione che racchiudono le corse ciclistiche, con quella contesa Coppi-Bartali, che d vita a una sorta di Palio su due ruote, riecheggiato nelle scuole, fra il nord e il centro della penisola. I temi ci offrono un metro per valutare gli italiani lungo un secolo e mezzo di storia? La pretesa ripetiamo forse eccessiva, ma larchivio raccolto dal Festivaletteratura la nutre di esempi. Ecco lautoritratto di Giuseppe, classe quarta delle elementari di Mezzolara (Bologna). Anno 1895-96. Lui un garzoncello ben educato, quando va a mensa augura buon appetito a tutti, mastica bene il cibo. Non beve mai vino perch guasta i denti. Si contenta di quel che gli d la mamma e il babbo. A chi cercasse un contraltare meno zuccheroso a questo

idillio consigliamo il componimento firmato da Antonio, e composto a Voghera il 27 febbraio 1980. un racconto avveniristico. Il 23 febbraio del 2000, a Roma accadr limprevisto: scompare dal Quirinale Sandro Pertini. A notte, i russi emettono un comunicato: sono stati loro a rapirlo. Lo restituiranno se lItalia si lascer occupare dallArmata Rossa. Il premier Cossiga decide: ora di effettuare il piano X. Lepilogo di marca eroica: scoppia la guerra italo-russa. luna del mattino. In quel momento il presidio russo sul mar della Kara cede alla carica dei bersaglieri; alla loro testa ci sono i tre comandanti supremi dellesercito italiano: Antonio C., Carlo G. e Giovanni F. Da quel momento un susseguirsi di vittorie verso la conquista della Russia. Il 24 febbraio, ore dieci e quindici, in Italia si ode un grido di gioia. Grazie al piano X ora la Russia diventata italiana. Al suo tema Giovanni ha dato un titolo: Sono il fondatore delle Brigate Azzurre. Francamente, ci mancavano.
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lattualit
Compleanni

L11 settembre 1961, in Svizzera, un pubblicitario, un professore, un avvocato, un pittore, un ornitologo e un principe fondarono il World Wildlife Fund Da allora il Wwf ha salvato specie in estinzione, foreste e riserve naturali. Ma soprattutto ha inaugurato
un nuovo modo di guardare il mondo

MICHELE SERRA
l World Wildlife Fund (fondo mondiale per la vita selvatica, ma forse wildlife andrebbe reso, pi estesamente, con natura) compie cinquantanni. Nacque in Svizzera l11 settembre del 1961, concepito da una piccola cerchia di naturalisti facoltosi e cosmopoliti, inglesi e svizzeri. Il sito ufficiale dellassociazione menziona sei padri fondatori: un pubblicitario, un professore di storia, un avvocato, un principe regnante, un pittore e un ornitologo. (Ma la qualifica di ornitologo viene attribuita anche ad altri tre del gruppo, cos che il Wwf pu essere sicuramente definito lestensione, fortunatissima, della passione privata di un gruppo di bird-watchers). Ecco dunque il primo punto e non certo il meno importante che il compleanno della pi popolare associazione ambientalista del pianeta pone alla nostra attenzione con una certa spietatezza: non la politica, ma limpegno di una ristretta lite intellettuale ed eco-

nomica stato lhumus dal quale germinata, in Occidente, la coscienza ambientalista. Perfino negli immaginosi anni Sessanta, che sottoposero a radicale ripensamento ogni aspetto della vita politica, economica, sessuale del mondo occidentale, la questione ambientale rimaneva sullo sfondo, quasi occulta. Si poi polarizzata e anche popolarizzata, quella questione, lungo i decenni successivi, fino ad assumere una pregnanza politica di assoluto rilievo. Ma ancora si porta dietro, a ben pensarci, le stimmate di un dubbio lussuoso, qualcosa sul quale consentito indugiare se non si afflitti da problemi pi gravi. Si pensi solamente alla tenacia quasi ottusa con la quale la sinistra mondiale ha sistematicamente anteposto i problemi delloccupazione a qualunque scrupolo ambientale: tutto, pur di preservare il lavoro. Anche quando (vedi il clamoroso caso italiano dellAcna di Cengio) non era a repentaglio il posto di lavoro, ma la salute del lavoratore, della sua famiglia, del suo intero habitat sociale. Il tempo si poi incaricato di farci

capire anche se non a tutti che di problemi pi gravi non ne esistono. Niente pi strutturale, pi basico, della salute dellecosistema che ci madre e padre, e niente pi grave dellabuso che se ne fa e dei dissesti che ne minano lintegrit e forse il futuro. Non si tratta di ubbie poetiche, si tratta di materia, di biologia, di chimica e di fisica: ma questo, quando il Wwf cominci a muovere i suoi primi e goffi passi, quasi nessuno lo diceva e quasi nessuno lo sapeva. La strada che ci ha portato a questa progressiva e ancora molto contrastata coscienza stata lunga e piuttosto indiretta. Il Wwf, per i primi e lunghi anni della sua vita, ha parlato e agito sotto forma di un protezionismo animalista che appariva allopinione pubblica nobile ma marginale. Ovvero: salvare il panda, cinquantanni fa, voleva dire salvare il panda, e basta. Come se alla collezione del mondo non dovesse venire a mancare quel pezzo raro, e altri pezzi a seguire. Ma si era ancora del tutto alloscuro (forse anche nella percezione dei soci fondatori) della profonda connessione tra lestinzione di una sin-

gola specie e la crisi di sistema che minacciava la biosfera e metteva in discussione lintera convivenza tra gli uomini e le altre bestie. Un po come oggi avviene in agricoltura, dove chi difende a spada tratta le biodiversit e le piccole coltivazioni specializzate viene considerato un maniaco passatista, un cultore eccentrico di specialit rare, mentre ci che ha a cuore lequilibrio complessivo delle terre coltivate, la compatibilit tra agricoltura e natura, e insomma la famosa sostenibilit. Che vuol dire: Vita. Certo leventuale fine del panda, pacioccone e indifeso, quasi un peluche in natura, funzion come sintomo di malattia planetaria, come presagio esiziale, anche quando la parola ecologia era nota solo a pochi esperti. La scelta di quel fortunato logo da parte del Wwf fu quasi efferata per quanto era

Allinizio cera soltanto un panda


Toro Seduto
1987 Campagna soci Uno di noi realizzata con i ritratti di personaggi noti come Gandhi, San Francesco, John Lennon e Toro Seduto, il leggendario capo Sioux

La mela
1989 Semplicemente una mela La campagna per la lotta contro i pesticidi a favore di unagricoltura biologica (allepoca ancora definita organica) realizzata da Saatchi&Saatchi

La caccia
1990 lanno del referendum sulla disciplina della caccia e lutilizzo dei pesticidi Il Wwf tra i promotori insieme a Verdi e Radicali Il quesito non raggiunger il quorum necessario

La cicogna
2005 Una cicogna invita i soci a rintanarsi in una delle oasi Wwf sul territorio italiano. Lo slogan riprende un famoso adagio sullospitalit spagnola: Mi casa es tu casa

5mila
lo staff del Wwf nel mondo 5 milioni i sostenitori

10 miliardi
i dollari investiti in 13mila progetti

130
i paesi del mondo dove il Wwf attivo

186 milioni
gli ettari di palude tutelati 18 i governi coinvolti

130 milioni
gli ettari di foresta sottoposti a tutela

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1961

1978

1986

2000

azzeccata: in assenza di serie e diffuse cognizioni ambientaliste, si puntava sulla tenerezza e sul senso di protezione. Un lavorio lento, duraturo, formidabile che riusc a contaminare nel tempo le scuole e le famiglie fino a fare del panda il simbolo assoluto della natura in pericolo. Una natura cos inerme (non pi matrigna, piuttosto figlia) che prendersene cura sembrava

obbligatorio. Lequivalenza panda in pericolo uguale natura in pericolo uguale umanit in pericolo era tuttaltro che ovvia. E almeno per i primi ventanni di vita del Wwf, parlare del panda significava essere accusati di parlare daltro, in un mondo che aveva posto la questione sociale la Politica talmente in primo piano da monopolizzare il campo visivo. E qui si torna

allinvolontario eppure prezioso merito del Wwf: essere nato da un impulso elitario, del tutto indifferente alleventuale non-popolarit della causa. Pi forte, perfino, della diffusa ironia e della satira esplicita che puntualmente fiorita attorno a molto animalismo sciropposo, che con il ruvido fascino della natura (wildlife, vita selvaggia) ha ben poco da spartire, e molto con la me-

lensaggine umana, con il marketing peloso, con la cartoonizzazione della fauna. A quei principi regnanti (Filippo di Edimburgo e Bernardo di Olanda), a quelle signore ingioiellate, a quei naturalisti facoltosi che si ritrovavano in Svizzera per trascorrere vacanze certamente non di massa, delleventuale sarcasmo a proposito del loro impegno in favore di un orsetto cinese di montagna (mentre il mondo intero dicendo Cina pensava a Mao e alla rivoluzione) importava poco o nulla. Tra i vantaggi del rango e del censo, c anche quel genere di separazione dal mondo che genera, al peggio, lo snobismo, ma al meglio genera larghezza di vedute e libert di giudizio: quanta ne bastava per pensare, nel 1961, che occuparsi della salvaguardia della natura, e della bellezza del mondo, fosse un dovere per le classi dirigenti, e unopzione necessaria per la nascente societ di massa. E fu cos che il lusso di una fondazione nata per salvare un plantigrado fin l ignoto al mondo divent uno dei

primi, fondamentali passi per diffondere a macchia dolio il seme della coscienza ambientale, e infine la cognizione che la magnificenza degli ambienti naturali non solo uno spettacolo per i perdigiorno, la garanzia della nostra sopravvivenza. Ben altre forme ha poi assunto, nel tempo, lambientalismo. Dalla galassia dei movimenti e dei partiti verdi alla combattiva, spettacolare radicalit di Greenpeace. Ma il Wwf stato una vera e propria avanguardia, un rompighiaccio che ha aperto, nella coltre compatta dellindifferenza, uno squarcio di coscienza. Lo ha fatto in anni in cui il boom industriale, e il benessere finalmente a disposizione di molti, quasi pretendevano una rimozione di massa delle radici rurali, del rapporto con la natura, delle varie e difformi mitologie degli spazi aperti che erano state degli avi e ora sparivano, cancellate dai nuovi skyline urbani. Lo ha fatto in ritardo rispetto alle distruzioni ambientali, ma lo ha fatto in anticipo rispetto alla coscienza di massa.
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Peter Scott * Volevamo un animale bello, in pericolo e amato. E bianco e nero per risparmiare sui costi di stampa
*
Tra i fondatori del Wwf e inventore del logo

I pi piccoli
2009 Un ragazzo panda invita i pi piccoli a entrare nel mondo Wwf Lorganizzazione da sempre impegnata a sensibilizzare i giovani, soprattutto nelle scuole

La famiglia
2010 Campagna per le donazioni e i lasciti. Lo slogan del manifesto recita: Nel tuo testamento ricordati dei parenti pi prossimi riferendosi a una famiglia di primati

30mila
le specie vegetali e animali sotto osservazione

6 milioni
i km quadrati di area marina protetta nel Coral Triangle

50 milioni
le tonnellate di CO2 risparmiate dal 2000 a oggi

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CULTURA*

Uccidersi non mai stato facile, eppure da Majakovskij a Hemingway sono tanti gli artisti del genere Limportante avere sempre la ricetta giusta. Parola di Vercors,

ovvero Jean Bruller, che nel suo trattatello semiserio, ora tradotto in italiano, elenc e illustr con humor nero i ventuno sistemi per morire in modo dignitoso e creativo

Dai pi classici, come limpiccagione o lavvelenamento, al pi moderno eccesso di longevit

Suicidi
Se farla finita unopera darte
PAOLO MAURI

Piccoli

robabilmente a nessuno sarebbe venuta voglia di ripescare un curioso manuale pubblicato dallautore a proprie spese nel 1926, se nel frattempo, proprio quellautore, con uno pseudonimo, non fosse diventato una celebrit a livello mondiale. Linventore del manuale intitolato 21 ricette pratiche di morte violenta, una vera e propria istigazione al suicidio condotta con i tratti tipici dello humour nero, si chiamava Jean Bruller e faceva il disegnatore. Aveva quasi subito imparato ad accompagnare i suoi disegni con testi brevi come in questo caso. Accadde per che nel 42 Jean Bruller firmasse, con lo pseudonimo di Vercors, un racconto intitolato Il silenzio del mare. L per l non trov leditore e, come ai suoi esordi, fece tutto da solo. Fond Les ditions de Minuit che, clandestinamente, fecero uscire il racconto, un libretto di novantasei pagine. La trama celebre, ma la ricordo per chi non avesse avuto loccasione di leggere quella storia. I tedeschi avevano invaso Parigi fin dal 1940. Vercors racconta la Resistenza di due francesi costretti a ospitare in casa lufficiale tedesco Werner von Ebreman, un compositore per altro persona molto gentile e amante della cultura. Bene: zio e nipote (una ragazza) oppongono allospite sgradito un assoluto silenzio. In altri termini, non gli parlano mai, mentre lui non fa che parlare della Francia, degli scrittori francesi e via seguitando. Lo stesso Vercors cur una riduzione teatrale dove nellultima scena si vedono zio e nipote che fanno colazione: lufficiale tedesco andato via, ma loro non si scambiano neppure una parola. Bene, questo racconto tradotto in molte lingue, fece il giro del mondo e la fama di Vercors oscur quella di Jean Bruller.

Nella prima edizione della garzantina letteraria, che del 72, non si fa alcun cenno a Jean Bruller, ma si dice che Vercors esord con il racconto Il silenzio del mare, anchesso un racconto paradossale (mesi di silenzio opposti a un conversatore affabile), cos come era stato un suo racconto illustrato, Il matrimonio del signor Lakonik uscito nel 31 e mai tradotto in italiano (lo far tra breve la casa editrice Portaparole, la stessa che ha proposto le ricette suicidarie). Lakonik lavora in un Ufficio Reclami e il suo compito quello di rispondere Perfettamente a ogni rimostranza. A forza di non ascoltare ci che gli dicono, Lakonik diventato sordo e si mette in testa di sposare unaltra impiegata, che lavorando allUfficio Informazioni, era ovviamente muta. Ma tempo di aprire il prezioso libretto con le ventuno ricette per morire presto e bene. Esso nacque perch Jean, che allora era poco pi che ventenne, es-

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IL LIBRO
21 ricette pratiche di Morte violenta di Vercors,da cui sono tratte le immagini di queste pagine, in libreria (Portaparole, 128 pagine, 18,50 euro)

sendo del 1902, si trov a corteggiare senza successo una ragazza, Yvonne Paraf, e per esprimerle il suo stato danimo disegn appunto un uomo che si suicida. La ragazza (che sarebbe in seguito diventata lanima de Les ditions de Minuit) non si intener, ma rispose con un altro disegno, che rappresentava un altro suicidio. Nacque cos in Jean lidea di perfezionare la cosa, arrivando alla compilazione molto semiseria del manualetto. Che, opportuno dirlo, ebbe una seconda edizione nel 77 in Francia presso leditore Tchou: unedizione firmata Vercors con una serie di integrazioni scritte cinquantanni dopo. Ed questo il libro, a cura di Flavia Conti, che propone ora Portaparole, con le illustrazioni dellautore. Si comincia con il suicidio per esplosione delle cervella. Viene considerato molto adatto a personaggi da romanzo, come il giovane Werther, il cui suicidio, di uno stile veramente notevole, potr essere di esempio a ogni suicida di buon gusto. Va detto, aggiunge lautore, che di rado messo in atto con eleganza. Cinquantanni dopo per Vercors si rammarica per essere stato troppo severo. Nel frattempo molti grandi scrittori come Majakovskij o Hemingway, lo hanno messo in pratica, confermandone la nobilt. Dunque siamo di fronte a una sorta di trattatello sul suicidio come opera darte, non privo di risvolti sfacciatamente culturali. noto che chi sceglie il suicidio per immersione prolungata totale ama anche indirizzarsi a fiumi dal passato illustre, come lArno o il Tevere, evitando corsi dacqua di dubbia frequentazione come la Senna o la Loira. Ed ecco il codicillo alla seconda edizione: Si pu considerare un progresso il fatto che, a causa del forte inquinamento di mari e fiumi, la morte assicurata anche dallintossicazione? Nellelenco figurano suicidi obsoleti come quello per asfissia carbonica, ormai sostituito dal suicidio a mezzo gas. Qui lumorista rischia il cattivo gusto quando allude alle camere a gas del Terzo Reich, ma si sa che lumorismo un genere pericoloso. Dimenticavo di dire che Jean Bruller divide i suicidi in attivi e passivi. Essi assomigliano agli avventurieri che possono vivere lavventura in prima persona o parteciparvi con la fantasia restando a casa propria. Cos laspirante suicida se timido, sensibile e buono, conviene che sia attivo e scelga presto il metodo che pi gli si addice. Se invece un uomo, seguita Bruller, dotato di energico egoismo, egli nato per il suicidio passivo e vivr dunque a lungo. Il sesto capitoletto dedicato a un classico: il suicidio per impiccagione. Nel Medio Evo era un ottimo metodo di suicidio passivo e veniva celebrato in pompa magna. Oggi si preferisce lintimit della propria casa. Tra i classici viene citato anche il suicidio per recisione delle vene, con inevitabile citazione di Petronio, e quello per impalamento: Questo genere di morte si addice alle persone molto pigre e ai filosofi. Il fatto che sia poco usato, conclude Bruller, ci dice che al mon-

Quello per impalamento si addice alle persone molto pigre e ai filosofi

Il fatto che sia poco usato ci dice che al mondo non ci sono n veri pigri n veri filosofi Ed un pensiero consolante
do non ci sono n veri pigri n veri filosofi. Ed un pensiero consolante. Il capitoletto numero undici prende in considerazione il suicidio per ingestione da parte di animali. Una volta bastava farsi cristiani e si finiva in pasto ai leoni. Nelledizione del 77, Vercors ricorda che il presidente ugandese Idi Amin Dada ha rimesso in auge luso del coccodrillo come strumento divoratore. Si possono organizzare charter per suicidi di gruppo. Come dice lo slogan di una agenzia di pompe funebri americane Venite e noi faremo il resto. Jean Bruller, naturalmente, si guard bene dal mettere in pratica qualcuna delle sue ventuno ricette, anche se scrisse nellintroduzione dessere scampato a un triplice tentativo di suicidio messo in atto per compiacere leditore che cercava pubblicit. Ma leditore era lui stesso e dunque il gioco scopertissimo. Daltra parte corteggiare la morte in forma cos smaccata un modo per rendere la vita molto pi accettabile. Bruller-Vercors mor nel 1991, quasi novantenne. Per un allegro aspirante al suicidio non male: del resto ne aveva ipotizzato uno, lultimo del suo libretto, per eccesso di longevit. Enrique Vila-Matas ha dedicato un libro di racconti al tema del suicidio (Suicidi esemplari, 1991) ma andando allindietro non mancano i cultori della necrofilia pi o meno esilarante. Chi ha visto al cinema Harold e Maude non dimenticher mai i tentativi di suicidio, tutti catastroficamente falliti, messi in atto dal giovane protagonista prima di incontrare la vecchia scultrice Maude con la quale divide la passione per i funerali. Ma se proprio bisogna cercare una conclusione, credo sia il caso di chiederla alla cinica e saggia Dorothy Parker, che cos sintetizza, da intenditrice, il proprio pensiero sul suicidio: I rasoi fanno male/I fiumi sono umidi/Lacido lascia tracce,/ E le pillole danno i crampi./ Le pistole sono illegali,/ I cappi cedono,/ Il gas ha una puzza orrenda,/ Tanto vale vivere.
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SPETTACOLI
ANGELO AQUARO
a prima foto naturalmente in bianco e nero, Leland, Mississippi, 1946, ma si capisce che quel bambino ne combiner di tutti i colori. Jim Henson, luomo che inventer i Muppets, ha nove anni e siede con le gambe incrociate nel giardino di casa. Ha un lenzuolo come tunica e un asciugamano per turbante. Fa lindiano. E con un piccolo flauto gioca a fare lincantatore di serpenti. Ah gi: il serpente il tubo dellacqua che la mamma ha posato dopo avere innaffiato il giardino... Lultima foto invece a colori: laveva scritto lui stesso che al suo funerale non voleva nessuno vestito di nero. New York, 1990. Jim Henson gi un fantasma pianto da tutto il mondo e dai suoi pupazzi che a uno a uno prendono la ribalta con i loro interpreti per cantare le canzoni pi famose dello show: finch la Dirty Dozen Brass Band non manda tutti a casa suonando allegra When The Saints Go Marching In. Dici Muppets e pensi subito a Kermit la Rana e a quello show tv che al suo apice faceva 233 milioni di spettatori nel mondo. Ma la vita, la morte e i miracoli terreni di Jim Henson raccontano anche unaltra storia. Per carit: a novembre arriva il nuovo film, The Muppets, che spinger i piccini a trascinare al cinema tutta la famiglia prodotto fra laltro dalla Disney che sette anni fa si papp i diritti di quello studio rivale. E poi i Muppets sono gi diventati un musical e ora perfino un disco appena uscito di cover rock: The Green Album. E soprattutto qui negli Usa la fama di Henson legata a Sesame Street, il programma che pi di quarantanni fa cambi la tv dei pi piccini. Per tutto questo mielume non rende giustizia alla follia creativa dellex bambino che incantava i serpenti. Per esempio: neppure i suoi fan sfegatati ricordano pi il cortometraggio datato 1965. I suoi pupazzi sono gi un successo e lui se ne esce con questo capolavoro tra il surrealismo e il pop: Piece Time. Mica per caso il Museum of the Moving Image lo propone adesso allingresso della mostra dedicata al Jim Hensons Fantastic World. La storia, per cos dire, quella di un tizio, lo stesso Jim, che si ritrova in un letto dospedale, probabilmente per un esaurimento, e il cuore comincia a battergli pum pum pum pum, e qui parte la musica, quasi tutta batteria, composta dal grande Don Sebesky, che accompagna ritmicamente il film-collage. la storia di Everyman, spiegher lui stesso, lUomo di tutti i giorni frustrato dai compiti tipici di una giornata tipo. Dai Monthty Pyton a Tim Burton generazioni di pensosi comici e incontenibili registi hanno citato quellesperimento. Che fu candidato agli Oscar ma lunica cosa che vinse nellAmerica degli anni Sessanta fu la proiezione in accoppiata a Un uomo e una donna di Claude Lelouch. Strano destino fare coppia col film-mito della Nouvelle Vague per un signore che si diede allarte solo per finire in televisione. Lo ricostruisce bene il biografo Christopher Finch inThe Art, the Magic, the Imagination: Jim, classe 1936, il primo grande figlio della tv revolution. Nel 1946 la tv americana riprende in tutto il territorio le trasmissioni interrotte per la guerra. E quattro anni dopo Baltimora la prima citt degli States in cui gli spettatori della tv superano gli ascoltatori della radio. Fui io a spingere i miei genitori a comprare la prima tv ricorder Jim. Lamavo pi di ogni altra cosa. Amavo lidea di vedere qualcosa che si stava realizzando in quello stesso momento in un altro punto dello spazio. E da subito volli solo quello: lavorare in tv. Un giorno scopre che a una tv locale di Washington la famiglia intanto si trasferita in Maryland, alle porte

NEW YORK

Invent personaggi come Kermit la Rana e la sua ragazza Miss Piggy Ma anche la tv dei ragazzi, i fantasy e tanto altro ancora
E ora New York celebra tutte le folli rivoluzioni di Jim Henson, il grande burattinaio

Muppet show
Il pi pupazzo del mondo
IO E BERT
Nella foto, Jim Henson e Bert. una delle immagini della mostra al Museum of the Moving Image della capitale cercano animatori di pupazzi. Lui non ne ha mai costruito uno: ma con la sua prima creatura gi l a pretendere quel posto. linizio di una straordinaria carriera che comincia come un affare di famiglia: sar la moglie Jane la prima collaboratrice e partner. Ma il successo vero arriva proprio con larte che poi lanima della tv: la pubblicit. Anche qui una provocazione. Fino a quel momento le agenzie credevano che il modo migliore di vendere i prodotti in tv era presentarli aggressivamente. Noi usammo un approccio completamente diverso: provammo a vendere i prodotti facendo ridere. il 1957 quando il pupazzo del caff Wilkins fa la prima comparsa in tv. Venga qui, dice allaltro pupazzo, stiamo fotografando tutti quelli che bevono il caff Wilkins. Lei lo ha mai provato?. Quello: No!. E per tutta risposta: Boooom! dalla macchina fotografica parte un colpo che lo fa esplodere. Esplodere! Per la pubblicit fino ad allora buonista una rivoluzione che verr clonata in mezzo mondo. Per Jim un successo senza confini. Fino a un intervento di causa maggiore. Gli chiedono: visto che i bambini sono cos attratti dalla pubblicit perch non usare i personaggi degli spot per insegnare a leggere e scrivere e far di conto? Sesame Street nasce cos: nel 1969. E nasce anche la tv dei bambini moderna. Un successo cos grande che Jim deve smettere di fare spot. Dice: non voglio che i bambini confondano apprendimento e sfruttamento commerciale. E non vuole sfruttare commercialmente i suoi personaggi. Non ne ha bisogno. Ormai il suo un impero. Che gli permette di continuare con gli esperimenti. Tra la follia di Piece Time e lo slancio educativo di Sesame Street c tempo nel 1967 per Youth: un documentario sulla rivoluzione giovanile con musiche di gente tipo Bob Dylan e Who. E poi c The Cube: il serial sul prigioniero che vive rinchiuso nel cubo da cui non pu uscire mentre tutto il mondo (unallucinazione?) gli entra dentro. Altro programma profetico: da Twilight Zone a Lost quanti gli sono debitori? Quando a met dei Settanta arriva il Muppet Show, Henson ha gi fatto saltare tutti gli schemi. Nello spettacolo dei pupazzi interagiscono

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personaggi veri: da Harry Belafonte a Elton John. Mezza Hollywood fa a gara per farsi intervistare da Kermit la Rana e Miss Piggy. E nel mondo dello spettacolo in estasi per i vari Star Wars e Star Trek lui risponde con una vera porcata: il miniserial Maiali nello spazio. Ma non basta: a Jim non basta mai. Nascono i fantasy che trentanni dopo ispireranno i format da Harry Potteral Signore degli anelli. Film in cui i pupazzi si mischiano agli umani: da The Dark Crystal a quel Labirynth in cui il protagonista un certo David Bowie. Chiss cosaltro era pronto a partorire. E invece muore a 53 anni per lunica cosa che non aveva saputo immaginare: larrivo di una polmonite. Lascia gli appunti per un libro mai pubblicato. A un certo punto della mia vita ho pensato che ci sono cos tante cose al mondo in cui non potevo fare granch il terrorismo, il pregiudizio nazionalista, la Guerra fredda per cui non mi restava che concentrarmi sulle cose in cui la mia energia contava qualcosa. Ma forse linsegnamento pi grande proprio quel pastiche rivoluzionario di pop e spot. Quel-

lo straordinario mix di cultura alta e bassa. Quegli show per bambini che parlano anche gli adulti. Vi ricordate la canzone pi famosa dei Muppets? Mah N Mah N. Lennesima provocazione. Lirresistibile non-sense che il grande Piero Umiliani aveva scritto per quel proto sexyfilm camuffato da sociologia: Svezia: inferno e paradiso. E che solo la lucida follia di Big Jim lex bambino che sognava di incantare i serpenti poteva trasformare in un inno dellinfanzia.
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MIGLIORI AMICI
Subito a sinistra, i migliori amici Bert e Ernie Sotto, la rana Kermit, star dello show

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le tendenze
Ragazze del clan

Da sempre conservatore e rivoluzionario, tanto collegiale quanto punk, il tessuto scozzese torna
alla ribalta. Per prestarsi ai pi estrosi abbinamenti con pelle, borchie e strass. Del resto Kate Moss

e Lady Gaga insegnano: basta osare un po

Tartan
NOSTALGICA
Romantica gonna lunga matalass proposta da Daks

New

COWGIRL
La ragazza Dsquared 2 indossa il plaid su jeans e giacca rossa

MEXICANA
Que viva il poncho: Stefanel sispira al plaid con le frange

BRAVEHEART
Gonna in tartan e maglia con cappuccio da guerriera. Di Y-3

TEENAGER
Cappottino tartan con cintura-fiocco ecopelle. Desigual

Trasgressioni al quadrato
LAURA LAURENZI
l tartan? Solo se contaminato. Preso senza ironia fa tanto Camilla Parker-Bowles, vecchia zia o ragazzina in kilt e golfino blu, insopportabile. Lo scozzese va sporcato, come fece nel 1976 Vivienne Westwood, eccentrica lady dellantimoda che lo consegn ai punk e di colpo il plaid divent emblema di protesta . Mutevole, versatile, contraddittorio, vistoso. Si sposa con le borchie e con i jeans: ha due anime, quella tradizionalista e quella innovativa. Pu essere spiritoso l dove era istituzionale, pu essere chic l dove era polveroso, pu essere ammiccante l dove era innocente. Evoca il college inglese ma anche, se rosso e nero, il Natale, le divise di scuola, i quaderni. Lo porta la regina e la pop star. Scozzese come marchio di fabbrica: non solo nellimpermeabile antimalinconia ma anche nelle scarpe da ginnastica, nello zainetto, nel reggiseno con slip coordinato, nel fiocco per i capelli e nel sacco a pelo. Un tessuto ciclico, con alti e bassi. Il 2011 segna un alto. Ce n per tutti: combinazioni di colori e grandezze e geometrie di scacchi. Nel Wilsons Key Pattern Book del 1819 erano stati raccolti 250 tartan differenti; oggi ne sono registrati addirittura quattromila, anche se i tipi in commercio sono circa 700, con marchio depositato. Lorigine di questa trama distintiva si perde nella nebbia; persino letimo incer-

ENGLISH
Effetto Mary Quant per labito Prada in lana con stivali pitonati

to, probabilmente celtico. Lantico abito della tradizione era una maxi stola di stoffa lunga fino a quindici metri e larga pi di quattro, che assicurava un buon riparo dal gelo delle Highlands. Nel XVI secolo divent simbolo di identit nazionale, ogni tartan associato a un diverso clan. Dopo un lungo oblio, lo scozzese risorse dalle sue ceneri. Fu grazie a sir Walter Scott che re Giorgio IV, tedesco di Hannover, indoss come sovrano dInghilterra un abito in tessuto tartan. Non solo moda, ma anche e soprattutto tradizione, specialmente militare. Le unit che fanno capo alla famiglia reale inglese usano il Royal Stewart tartan. Sua maest & figli indossano il tartan Balmoral. Ne ha uno tutto suo la Royal Air Force e anche la Royal Canadian Air Force. Idem per alcune organizzazioni come Amnesty International e movimenti religiosi come Hare Krishna. Si creano nuovi tartan anche in omaggio a qualcosa o a qualcuno, come quello, dalle delicate sfumature azzurre, in ricordo della principessa del Galles, intitolato Diana Memorial Tartan. Una palestra per vecchi e nuovi esercizi di stile. Riveduto e corretto il tartan diventa una divisa per le solite note: pantaloni rossi e neri negli stivali per Kate Moss, minikilt dello stesso clan per Kate Middleton, cravatta a farfalla per Lady Gaga e Rihanna, smilzo cappottino rosso e verde per la minuscola reginetta del burlesque Dita von Teese. Malizioso o severo, lo scozzese di tutti.
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DOWN
Dal gaelico Dn Pdraig in onore di St Patrick

CLARK
Dedicato allammiraglio Richard Clark , 1623

KINNISON
Tartan registrato in due forme nel 1960 e nel 2002

ARRAN
Ispirato alle Isole Arran, insediamento vichingo

SUTHERLAND
Creato in onore di William, lord del Sutherland

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Lintervista / Rossella Jardini di Moschino

Cominci la Royal family, poi arriv Madonna


LAURA ASNAGHI
lla scoperta del tartan. Nelle vetrine della moda si torna a celebrare il tessuto scozzese, uno dei capisaldi del guardaroba femminile che Moschino interpreta con la giusta ironia. Insieme a Rossella Jardini, braccio destro di Franco Moschino e stilista della maison, abbiamo ripercorso la storia del tartan. Vogliamo partire da una definizione? Cominciamo col dire che il tartan un meraviglioso tessuto, e non una fantasia, caratterizzato da un disegno che consiste in bande intrecciate verticalmente e orizzontalmente, ottenuto da un intreccio di fili. Sicuramente molto antico, uno dei tessuti pi tradizionali. La sua massima espressione il kilt, il tipico gonnellino scozzese a pieghe. Ma oggi quale fascino esercita nella moda? La sua forza sta nella versatilit e nellessere, sempre e comunque, moderno. Il kilt piace a tutte le generazioni. Prima o poi, tutte le donne lo comprano. E Moschino come lo interpreta? Lo scozzese duttile e stimolante. E, secondo me, il modo pi attuale di indossarlo fare leva sulle esasperazioni. Tradotto significa: micro-kilt con gli stivali da motociclista. Oppure usare il tartan per farne lunghe gonne abbinate a piccole maglie monocolore. Oppure il tartan da sera, in versione seta. Ricordo un Capodanno a Sankt Moritz dove ho sfoggiato un lungo abito Moschino, in tartan Stewart Royal (il classico rosso e nero) di raso, con una piccola stola di visone naturale

e una pochette di Lulu Guinness sempre di tartan. Un insieme super chic, che testimonia la versatilit del tessuto. Oltre lo scozzese rosso e nero, quali sono i tartan doc? I tartan classici sono il Black Watch (blu, verde, nero), bello da usare sbieco per giacche o pantaloni e il Thomson Grey (bianco e nero) per abiti con tanto di bustier. Ma, naturalmente, lo scozzese perfetto per trench, cappe o cappottini. Lo scozzese vive stagioni di successo e altre in cui cade nel dimenticatoio. Come si spiegano queste alterne fortune? La moda fatta di corsi e di ricorsi. Le passerelle devono sempre offrire nuove proposte. Ma essendo il tartan fortemente legato alla tradizione ha una sua vita autonoma. Rappresenta labito o luniforme dellaristocrazia e viene spesso esibito durante le cerimonie della Royal family che privilegia il celebre Balmoral (grigio, nero, rosso) disegnato dal Principe Alberto, marito della regina Vittoria, nel 1853. E poi ci sono i giocatori della squadra nazionale di rugby scozzese. Nelle feste, dopo le partite internazionali, indossano il kilt. Quando i giocatori si presentano allo stadio di Edimburgo, il Murreyfield, preceduti dalle cornamuse sempre uno spettacolo. Quali divi interpretano meglio il tartan? Gli uomini sfruttano divinamente il tartan. Tra tutti il migliore Sean Connery. Ma anche Sarah Jessica Parker al Met Ball di New York nel 2006 o Madonna in concerto nel Drowed World Tour del 2001 hanno reso omaggio al tessuto scozzese.
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COCKTAIL
Pantalone palazzo scozzese di Etro con chiodo in lurex Cocktail da sera

HIGHLANDS
La donna stile Missoni sceglie lazzurro per shorts e robe manteau

STILE
Moschino gioca con il bon ton nella cappa scozzese con balza al fondo

DOLLY Un po da bambola la tunica tartan rosso-nera in seta e tulle di Dior

CONNEL
Risale al Medioevo, di provenienza celtica

MANX NATIONAL
Tartan creato nel 1940 da Patricia McQuaid

DUNDEE
Omaggio al principe Charles E. Stuart (1720)

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i sapori
Pi o meno stagionati

In Corsica chiamato Fleur du Maquis; a Pienza cacio marzolino, a Napoli e in Sicilia guarnisce i dolci pi famosi, nelle Marche va a maturare nelle fosse. Sono tutti daccordo:
il formaggio pi nutriente e pi diffuso. Cheese 2011 lo celebra a Bra da grande protagonista

Tuma delle Langhe (Piemonte)


Disciplinare restrittivo per la robiola di Murazzano dop, fatta di solo latte di pecora crudo. Sotto vetro con la grappa, si trasforma in crema piccante (bruss)

Toma di pecora brigasca (Liguria)


Tela grezza e due settimane di riposo sotto una pietra, per la cagliata ricavata dal latte delle pecore de La Brigue, sugli alpeggi tra Liguria e Francia

Pecorino pistoiese (Toscana)


Dal latte crudo delle pecore di razza massese, larchetipo montano del pecorino toscano, da gustare fresco, abbucciato (dopo un mese) e da asserbo (stagionato)

Pecorino dei Monti Sibillini (Marche)


Il formaggio a latte crudo della pecora Sopravissana regge lunghe stagionature ed prodotto sopra i 2000 metri. Pasta gialla e leggermente piccante

Caciofiore campagna romana


Forma a mattonella, per lantenato del pecorino romano, lavorato col caglio di cardo o carciofo Dalla pasta untuosa, leggermente amarognola

Pecorino di Farindola (Abruzzo)


Prodotto sul Gran Sasso utilizzando il caglio di maiale, viene sgrondato in fascelle di vimini, che ne striano la crosta, lavata con extravergine e aceto

Pecorini
LICIA GRANELLO

eglio un giorno da leoni, dicono. Le pecore non si offendono. Vivono una vita semplice: stanno nel gregge, ogni tanto si fanno tosare, tanto per levarsi un po di lana di dosso. Il loro capolavoro il latte. Intanto, grasso, pi grasso di quello di mucca e capra messi insieme. Detto in tempi di no fat galoppante sembra uneresia. In realt quello che permette al pecorino di stagionare con morbidezza. In pi, i globuli di grasso sono cos piccoli che sfuggono alle trame della cagliata, nascondendosi nel siero. Una fuga meritoria, visto che la ricotta di pecora riesce corposa e saporita come nessunaltra. A testimoniarlo, le ricette dei cannoli siciliani e della pastiera napoletana. Discorso analogo per lo yogurt, innesco ideale per la produzione casalinga, a cui regala una piacevole cremosit. Anche la quota proteica da record. Grazie allalta percentuale di caseina, il latte coagula pi rapidamente, con minor quantit di scarto e regala una caseificazione pi muscolare: un latte tanto sano che secondo una recente ricerca delluniversit di Firenze aiuta a prevenire malattie cardiovascolari e tumorali. A patto, naturalmente, che le pecore siano alimentate con erba fresca, fieno e niente insilati. Da l in poi, la mano del casaro a fare il pecorino. In Sicilia, dove la cucina tradizionale ha un millenario debito di gratitudine verso le pecore, il percorso dal latte al pecorino scandito dal tempo. Un attimo dopo che il latte coagulato, la cagliata

La rivincita del gregge


viene filtrata, messa nelle forme e immersa nel siero bollente, prendendo il nome di scaldato o di tuma. Una settimana pi tardi, la tuma comincia a essere bagnata con acqua e sale. Dopo un mese e mezzo, diventa primo sale. Se lo si lascia riposare ancora, diventer a tutti gli effetti pecorino. Altra zona benedetta, il quadrato di terra&mare che comprende Sardegna e Corsica da una parte, Toscana e Lazio dallaltra: scambi e mini-migrazioni hanno fatto s che le ricette si diversificassero, senza smarrire lidentit di genere caseario, dal corso Fleur du Maquis, stagionato con peperoncino, rosmarino, timo e ginepro, al pecorino di Pienza, per secoli chiamato cacio marzolino, perch la produzione cominciava insieme ai parti di inizio primavera. Tra Marche e Romagna, invece, i formaggi di produzione primaverile, avvolti in teli bianchi, vengono calati in fosse di tufo rivestite di paglia, fieno ed erbe odorose, poi sigillate. La progressiva rarefazione dellossigeno induce una seconda fermentazione, che fa sviluppare profumi intensi e caratteristici. Feste e cene battezzano lapertura delle fosse a fine novembre. Se la vostra passione sono i blu non mancate gli assaggi di Roquefort nella Gran Sala di Cheese, levento di Slow Food dedicato al mondo dei formaggi, in programma a Bra dal 16 al 19 settembre. Nel caso i pecorini vi lasciassero tiepidi, non rinunciate alla gita nelle Langhe (magnifiche a fine estate): tra stand e laboratori, men dedicati e degustazioni, gli amanti di formaggi vaccini e caprini troveranno abbondante pane e soprattutto formaggio per i loro denti.
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Bra (Cn)
DOVE DORMIRE
CANTINE ASCHERI (con cucina) Via Piumati 25. Tel. 0172-430312 Doppia da 130 euro, colazione inclusa ECO GUEST HOUSE ALISEA Strada della Colla 2, Pocapaglia Tel. 0172-473105 Doppia da 65 euro, colazione inclusa ALBERGO DELL'AGENZIA Via Fossano 21, Pollenzo. Tel. 0172-458600 Doppia da 145 euro, colazione inclusa VILLA RAMBAUDI Via delle Chiese 6, Sanfr. Tel. 0172-58308 Doppia da 78 euro, colazione inclusa BORGO S.MARTINO Borgo San Martino 7. Tel. 0172-430563 Doppia da 85 euro, colazione inclusa

DOVE MANGIARE
BOCCONDIVINO Via Mendicit Istruita 14. Tel. 0172-425674 Chiuso luned men da 35 euro SAVINO MONGELLI AL CASTELLO DI SANTA VITTORIA Via Cagna 4, Santa Vittoria dAlba Tel. 0172-478550 Chiuso domenica sera e luned men da 60 euro LOSTERIA DEL VIGNAIOLO Santa Maria 12, La Morra. Tel. 0173-50335 Chiuso mercoled e gioved men da 30 euro AL CARDINAL MAZZARINO Via S.Pietro 48, Cherasco. Tel. 0172-488364 Chiuso mercoled, men da 35 euro

DOVE COMPRARE
BIOLITO FORMAGGI Via Montegrappa 6 Tel. 0172-412920 PANIFICIO ROBERTO MARCARINO Borgo Corini, Roddino Tel. 0173-794088 PASTICCERIA CONVERSO Via Vittorio Emanuele 199 Tel. 0172-413626 MACELLERIA TIBALDI Corso Garibaldi 18 Tel. 0172-425054 STRUMIA TROVAROBE DI COSE BUONE Via V. Emanuele II 9, Sommariva Bosco Tel. 0172-54230

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Resistere per salvare capre e pascoli


CARLO PETRINI

R
Canestrato Moliterno Pecorino di Osilo (Sardegna) (Basilicata )
Arriva dalla comunit montana della Val dAgri, il formaggio messo a riposare in canestri di giunco (da cui il nome) Dal gusto appena piccante Stretto e alto, subisce una lunga pressatura, che gli regala morbidezza e burrosit. Dal siero, si ricava la ricotta musta, leggermente affumicata

Piacentinu (Sicilia)
Zafferano e grani di pepe nero firmano il pecorino da latte di pecore autoctone della campagna ennese che pu stagionare oltre quattro mesi

Vastedda del Belice (Sicilia)


Lunico formaggio di pecora a pasta filata nasce per recuperare i pecorini mal riusciti, facendoli filare ad alta temperatura Va gustato freschissimo

1.800
le pecore di razza Bregasca

50 per cento
la percentuale di grasso del queso manchego

380
le calorie per 100 grammi di pecorino stagionato

ispetto agli anni Ottanta, lattenzione che consumatori, ristoranti e vinerie hanno sviluppato nei confronti delle piccole produzioni casearie tradizionali molto cresciuta. Se analizziamo quanto alcune conoscenze sul mondo dei formaggi si siano fatte strada nellopinione pubblica, tutto sembra cambiato. Ma guardando pi attentamente al settore produttivo va detto che purtroppo in realt nulla cambiato. Se escludiamo grana padano e parmigiano reggiano, la quota di mercato nazionale delle produzioni tipiche e tradizionali il tre per cento: uninezia che non promette niente di buono per il futuro. Sta trionfando lindustria del latte e, ad eccezione della Francia dove esistono serie misure statali per la salvaguardia dei piccoli casari, in tutti i Paesi europei e da parte della Ue, le istituzioni sembrano non fare altro che favorire la cancellazione di un universo agricolo fatto di pastori, malgari, artigiani e contadini. Paure igieniche, richieste inesaudibili e una burocrazia asfissiante non lasciano scampo: per chi gi svolge un duro lavoro in cui si deve mungere mattina e sera, senza fare mai le ferie per non abbandonare gli animali, in ambienti come lalta montagna in cui spesso si deve anche lottare con i lupi che attentano alle greggi, tutto ci il colpo di grazia. Non stupisce che i genitori stessi invoglino i figli a non proseguire il mestiere, e che quelli che scelgono la strada delle piccole produzioni di formaggi tradizionali oggi siano pochissimi: i pastori sono in estinzione come molti dei loro formaggi. Dicevamo che rispetto a trenta anni fa si fatto molto, ma il grosso dei consumatori continua a preferire prodotti pi banali, che vincono per prezzo, costanza, accessibilit, e la pigra idea che siano pi sicuri. Le piccole produzioni artigianali, a latte crudo, senza fermenti, con stagionature naturali, fatte con saperi antichi e custodendo anche i pascoli e le razze autoctone, paradossalmente perdono perch hanno pi intensit organolettica. Raramente questi prodotti escono dai piccoli giri commerciali che hanno in loco, e sono gi fortunati se possono vantarne, di piccoli giri commerciali. Da organizzatori di Cheese (www.slowfood.it/cheese) e promotori di tanti presdi sui formaggi e le razze autoctone, a Slow Food notiamo da anni questa deriva, e come noi sono preoccupate le associazioni di categoria come lAnfoSC, Corfilac e Onaf, pi tanti appassionati e studiosi sparsi per lItalia. Con loro si voluto creare una campagna chiamata di Resistenza casearia. Una battaglia di civilt che passa attraverso iniziative di promozione, (come i racconti sulle storie incredibili dei loro uomini e luoghi), ma anche gruppi di acquisto per facilitare laccessibilit ai prodotti, e un premio che verr consegnato a Bra (il 16 settembre) ad alcuni eroici produttori. Bisogna resistere per salvare questo fragile e complesso universo.
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lincontro
Minimalisti

Philippe Starck

Dice di non sentirsi un designer, piuttosto un autistico moderno che pur avendo progettato gli hotel pi cool del mondo oggi abita isolato dentro una bolla. Forse il ricordo di quando,adolescente e borghese, abbandonato dalla madre e in rotta col padre,visse per anni come un clochard A salvarmi stata una malattia mentale: la creativit. Ma non fine a se stessa, perch io allestetica continuo a preferire letica
poche persone a cui tengo. Cammina solo per Parigi scrutando i passanti, in cerca dellispirazione di un attimo. Piccoli segnali che gli altri non vedono, piccole tappe che anticipano i mutamenti in corso. Sono come le balene che non mangiano grossi pesci, ma si nutrono filtrando attraverso le fauci solo microrganismi. Nella sua dieta intellettuale, Starck evita la televisione, non va al cinema, non frequenta mostre. Legge pochi romanzi. La pi bella storia mai scritta quella dellumanit. un libro abbastanza facile, comincia quattro miliardi di anni fa con i batteri e finisce tra altri quattro miliardi di anni quando il Sole esploder. Luomo-prodotto Starck si professa anche contro il consumismo e il lusso sfrenato. Ha progettato alberghi come Royalton e Hudson di New York, il Delano di Miami, il Mondrian di Los Angeles, i Saint Martins Lane e Sanderson di Londra, fino allultimo a Parigi, il Royal Monceau. Eppure, quando non in giro per il mondo, Starck abita in una capanna cos la chiama sullIle aux Oiseaux, nella Gironda. Colture di ostriche a perdita docchio e niente pi. Spesso viene in Italia, nella casa di Burano, suo altro ritiro segreto. Lunico rimpianto della mia vita non essere nato italiano, scherza. LItalia il paese che lo accoglie allinizio della sua carriera, quando uno sconosciuto neodiplomato dellEcole Nissim de Camondo di Parigi. Inizia a collaborare con marchi come Driade, Alessi, Kartell. Amo lItalia perch, nonostante tutto, continua a essere al centro dellumanit. Venezia, che conosco bene, la punta della civilizzazione occidentale, lunico luogo dove si sono sviluppate avanguardie di utopia sociale e commerciale. Come tanti stranieri, Starck guarda al decadimento della nostra vita politica con incredulit. Azzarda unipotesi: Forse siete vittime delle vostre qualit intrinseche. Sono i popoli felici, come sono gli italiani, che diventano meno rigorosi sui loro governanti e sul sistema istituzionale. Poi cerca di sviare: Non voglio criticare lItalia, avete la capacit di meravigliarci ancora. In Francia non potremmo mai ritrovarci nella vostra situazione. Qui siamo degli eterni scontenti. I francesi alimentano un movimento contestatorio permanente. Trentanni fa Starck era stato chiamato dallallora ministro della Cultura Jack Lang per arredare lEliseo del socialista Franois Mitterrand. Altri tempi. Oggi non c nessun posto al mondo nel quale si possa rintracciare una personalit politica pari a quella di Mitterrand. Ladolescente irrequieto finito a vivere su una panchina non ha perso la voglia di provocare. Con let, il designer sente anzi di essersi radicalizzato. Sono pi consapevole dei miei mezzi. Insieme al grande potere che mi d la mia fama, sento di avere anche dei doveri. Lavora ad alcuni progetti per il design ecologico: dalla macchina elettrica alla barca solare. Ha lanciato un laboratorio per la ricerca sulla creativit. E intanto ha inaugurato con degli amici il Mama Shelter di Parigi, un albergo democratico come il jeans, che ora dovrebbe essere replicato a Lione, Bordeaux, Istanbul e in altre citt. Dalla sua bolla-osservatorio Starck convinto che sia tornato il momento di sperimentare. La crisi economica, le catastrofi naturali, la sfiducia nella politica e nello Stato, le proteste in piazza dei giovani senza futuro. Piccoli e grandi segnali che lOccidente sta morendo. E noi, davanti a un bivio. Scomparire come gli antichi romani o gli incas. Oppure inventarci una nuova civilizzazione. Sono mutazioni che avvengono ogni due o tre secoli, e noi ci siamo dentro. Non entusiasmante? chiede Starck. Ed inutile aspettare la sua risposta.
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ANAIS GINORI

PARIGI

uri e pavimenti bianchi, molta luce. Arredo spoglio, minimalista. Philippe Starck seduto dietro a una grande tavolo di marmo. Dalle finestre dellufficio, si vedono gli alberi dellavenue Paul Doumer, a due passi dal Trocadro. Ha reinventato il suo mestiere, eppure non sente di farne parte. Pu sembrare strano, ma non mi considero un designer. Le fiere di architettura e di arredamento lo annoiano terribilmente. Cerco di occuparmene il meno possibile, e solo se costretto. Le riviste specializzate si accumulano nelle stanze, non le sfoglia neppure. Allestetica, preferisco letica. Per me loggetto in se stesso non ha alcuna importanza, mi sta a cuore il beneficio che potr trarne la persona che lo usa. Il suo nome si trasformato in marchio globale e trasversale, la sua impronta finita su automobili e canottiere, pastasciutta e librerie, discoteche, stazioni ferroviarie, negozi e musei. In quarantanni di carriera, non c cosa che Starck non abbia immaginato con la sua matita. Dalla riscoperta dellog-

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FOTO CORBIS

getto pi banale, come uno spremiagrumi, fino alle opere di ingegneria pi sofisticate. Ultimamente sta progettando case ecologiche in legno ad alta tecnologia. Il prodotto al quale tiene di pi? Ride, spalancando gli occhi azzurri: Molte persone hanno dormito nei miei alberghi e mangiato nei miei ristoranti, si sono lavate i denti con i miei spazzolini oppure sono state sedute sulle mie sedie. Un inventario di tutto quello che ho prodotto impossibile, e forse sarebbe anche un elenco poco interessante. La risposta a una sola domanda lo porta subito lontanissimo. Chi lo conosce sa che difficile fermare i suoi pirotecnici discorsi. un grande comunicatore, un affabulatore. Qualcuno gli ha rimproverato di vendere soprattutto se stesso. Per spiegare come lavora capace di andare a cercare il coefficiente di penetrazione dellaria degli aerei, la tavola periodica degli elementi primari di Mendeleev, le tecniche di guerriglia dei maoisti peruviani di Sendero Luminoso. Il design soltanto un pretesto, il linguaggio di un autistico moderno come Starck si definisce. Non ho mai fatto un prodotto senza essere mosso anche da idee politiche, visionarie o sovversive. Un attimo di pausa, riprende fiato. E comincia a parlare della famiglia. Genitori borghesi di Neuilly, il sobborgo chic di Parigi, che portano il figlio a messa in latino tutte le domeniche. Il padre, Andr Starck, considerato un genio europeo dellaeronautica. Il piccolo Philippe si addormenta sotto al suo tavolo da disegno, eredita la conoscenza intuitiva, la fede nel progresso tecnologico. Poi limprevedibile. La madre di Starck coglie il nuovo vento di libert dellepoca e decide di divorziare, lasciando solo il figlio di otto anni. Mi crollato il mondo addosso ricorda Starck che entra in rotta con il padre, abbandona la scuola, frequenta bande poco raccomandabili. Viene fermato pi volte dalla polizia, per quasi dieci anni passa le giornate accampato nel parco di SaintCloud, su una panchina. Esiste ancora, lho mostrata a Jasmine. La giovane moglie accanto a lui, prende appunti mentre racconta. Sono inseparabili. Ho sempre vissuto relazioni passionali. Ne sono stato ricompensato soprattutto alla fine della mia vita, confessa guardando Jasmine che ha appena partorito una bambina chiamata Justice, un concetto che mancher sempre pi alle future generazioni. Allet di ses-

santadue anni, Starck diventato padre per la quinta volta, dopo aver avuto i figli Ara, Oa, K e Lago, nati da precedenti unioni. Il designer che detta tendenze e mode stato un giovane emarginato, quasi un clochard intellettuale. Appena compiuti diciotto anni si salva dalla strada con lunica dote che ha: la creativit. Una malattia mentale, sostiene. La sua fortuna. Nel 1969 realizza una delle sue prime opere, alcuni mobili gonfiabili per Pierre Cardin. Quasi subito per decide di mettersi in proprio, fonda la sua compagnia, Ubik, in omaggio al romanzo di Philippe Dick. Dellinfanzia turbolenta gli rimane un temperamento selvatico, solitario. Starck diventato famoso per aver concepito i luoghi della mondanit, dalla mitica discoteca Les Bains Douches al Caf Costes, ma in realt conduce una vita spartana e ritirata. Vivo nella mia bolla, circondato dalle

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