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Ente Parco Nazionale del Pollino

RELAZIONE DI PIANO

Volume V INDIRIZZI DI POLITICHE ENERGETICHE

Ufficio Pianificazione Rotonda Aprile 2011


Piano per il Parco Nazionale del Pollino Volume V Aprile 2011

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bili grazie allinserimento di nuovi impianti e, quindi, il Piano dovr farsi carico della compatibilit di tale scelta con le finalit di conservazione e protezione degli assetti naturali propri dellEnte parco. 2.6.2. La centrale del Mercure La centrale Enel del Mercure rappresenta un nodo spinoso, nonch un caso emblematico della possibilit di realizzare impianti di produzione di energia in aree protette. Allo stato attuale, il progetto di riattivazione in esercizio con impiego di biomasse quale combustibile, appare improponibile, per i motivi di seguito riportati: scarsa efficienza dellimpianto con rendimenti di appena il 26% che sono alquanto modesti in relazione ai pi recenti criteri di efficienza energetica; eccessive dimensioni dellimpianto (41 MW elettrici) che va in contrasto con un modello di filiera biomassa-energia sostenibile secondo quanto auspicato dalle leggi in materia, nonch dal Programma Quadro per il settore forestale del M.A.T.T.M. del 2009; In effetti appare evidente limpossibilit di reperire il combustibile (le biomasse) in un raggio ragionevole dalla centrale. Secondo il progetto dellEnel il combustibile composto per l80% da cippato di legno e segatura e per il 20% da sansa esausta doliva, con consumo nominale orario pari a 34 t/h di cippato di legno e 6 t/h di sansa esausta. Con questi numeri il funzionamento dellimpianto nel rispetto dei criteri di sostenibilit sia ambientale che economica risulta di difficile applicazione gi in prima approssimazione, per i motivi seguenti: Biomasse legnose Il funzionamento della centrale necessiterebbe di una massa di combustibile (legna secca) pari a
t 34 t300 h 297/ 24 . t 365 . anno 840 000 h

Se anche si pensasse di sfruttare tutte le risorse forestali del Parco, comunque nellottica di una gestione sostenibile si pu ipotizzare che: Superficie boscata del Parco Zona di riserva integrale (zona A) Incremento medio corrente Potere Calorifico Inferiore del legno P.C.I. Peso specifico del legno secco (umidit 35%) Peso specifico del legno fresco 86.000 ha 22.000 ha 3 mc/ha*anno 18 MJ/kg 600 kg/mc 1000 kg/mc

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Rispetto alla superficie forestale totale del Parco si deve considerare la detrazione dellaliquota destinata a riserva integrale (che consideriamo pari al 80% della superficie totale della zona A). In questo modo si ottiene una superficie di bosco disponibile pari a
86.000 (0.8 22.000) 68.400ha 70.000ha

Supponendo di utilizzare un 50% dellincremento medio corrente (considerando che una parte in ogni caso indisponibile ed al fine comunque di conservare la risorsa, nonch di destinarla anche ad altri usi, quale quello domestico) si ottiene:
3 mc kg 70.000ha 0.5 105.500mc 105.000mc 600 63.000.000kg 63.000t / anno ha anno mc

Tale valore rappresenta poco pi del 20% del fabbisogno annuale che tale impianto brucerebbe. Appare quindi evidente che gi nel campo del cippato si dovrebbe ricorrere a materiale proveniente da altre aree esterne al Parco, nelle quali verosimilmente non si dispone di risorse forestali sensibilmente maggiori di quelle presenti nel territorio del Parco. In ogni caso il bacino di approvvigionamento dovrebbe estendersi ad un raggio molto ampio se non addirittura dallestero, con tutte le implicazioni che ci comporta dal punto di vista della sostenibilit economica e soprattutto ambientale. Valutazione consumi domestici Tali consumi sono molto diffusi in area parco trattandosi per lo pi di piccoli comuni montani ad elevato grado di ruralit. Nel presente lavoro, in assenza di dati e studi diretti, si provato a dare una stima indiretta della quantit di legname consumata per usi domestici ottenendo un valore di circa 185.000 tonnellate (il metodo di stima riportato in allegato). Tale valore, a causa della mancanza di parametri specifici, risulta sicuramente sovrastimato, ma utile comunque per farci capire che il consumo domestico di per s gi molto pesante sul patrimonio forestale del Parco e che il coefficiente 0.5 applicato nella formula di cui sopra probabilmente devessere portato a valori pi alti. Biomasse agricole Dal punto di vista delle biomasse agricole appare evidente come queste, considerato il peso del settore agricolo nel territorio del parco e considerato anche che le buone pratiche agricole in area protetta tendono a lasciare il substrato carbonioso nei terreni piuttosto che distruggerlo termicamente, non potranno certo fornire la quantit di biomasse mancanti. Infatti si effettuata una stima della biomassa producibile in base alla superficie agricola (dati Corine); si incluso anche la biomassa intesa come sansa (dichiarata nel funzionamento della centrale) ottenuta considerando la superficie a uliveto con una produzione di olive pari a 6 t/ha di cui il 40% di residuo di sansa; ci si
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spinti anche verso unipotesi di riuso di terreni adatti alla coltivazione di specie agricole a rapido accrescimento per uso biomassa, individuando unulteriore aliquota. I dati sono riportati nella tabella seguente. Coltivazioni Seminativi e seminativi associati a colture arboree Residui di potatura frutteti vari Olivo (sansa)* Colture a ciclo breve per biomassa** TOTALE * 6t/ha x 40% di sansa **30% di 25t/ha Pertanto possiamo ipotizzare di ricavare dalle biomasse agricole altre 75.000 tonnellate di materiale (circa un altro 25%). Residuo secco rifiuti Considerando una produzione di 2 kg/giorno pro-capite di rifiuti e supponendo che tale residuo costituisca un 20% circa, si ha: SAU [ha] 21.360 1.141 828 2.000 Biomassa producibile [t/ha] 2,50 2,00 1987,87 8,33 Biomassa [t] 53.401,17 2.282,27 1.987,87 16.666,67 74.337,98

kg kg kg kg 20 0 .. 2 4 175 . 0 70 000 . 4 . 000 giorno gior giorno giorno

kg t . 70 . 000 . 25 000 365 25 550 . 550 anno anno

Che potrebbe fornire un altro 8% alla causa In conclusione, da tali analisi di semplice dimensionamento di massima si evince che il funzionamento della centrale comporterebbe uno sfruttamento intensivo della risorsa legnosa, delle biomasse agricole, nonch del residuo secco dei rifiuti (ottenendo circa la met della biomassa dichiarata necessaria al funzionamento della centrale); pertanto la riattivazione della centrale non pu che passare per una importazione della biomassa con tutte le conseguenze sui trasporti e sullinquinamento che questo comporta.

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