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Le parole sono come le ciliegie, una tira l’altra.

Tzasotta

Tzasotta
un suono tenero e carezzevole,
detto con affettuosità,
evoca ricordi lontani di tenerezza.
Mani tese a protezione
di una piccola pasticciona
assorta nei suoi pensieri,
una piccola tzasotta
il nome

E’ bello leggere il proprio nome


scritto da un caro amico,
dà quasi un senso di vertigine
una spada che ti trafigge
per dirti
sei tu
sei proprio tu quella persona.
Un suono carezzevole
che ti travolge
e ti fa volare
sfiorando la punta degli alberi
perché tu ti renda conto
che non stai vivendo un sogno.
Le tue ali

Rifugiarmi sotto le tue ali


e…
abbandonarmi tra le tue braccia
che mi cullano nello spazio infinito
dove le nostre anime
si fondono e confondono
E’ questo che cerco da sempre
ma temo quella magia
e mi trattengo
dall’adagiarmi nei tuoi occhi.
C’è un tempo nel tempo

C’è un tempo nel tempo


dove ti incontrerò.
Ti aspetterò dove nasce l’arcobaleno
per confonderci nei suoi colori
e rinascere al nuovo giorno
vestiti di mille foglie autunnali.
Volteggiare ancora nel vento
e poi posarci a terra
in un abbraccio infinito.
Non è un pino

Non è un pino
ripeteva all’infinito
contro ogni evidenza
Le piaceva contraddire
per capire fin dove poteva arrivare
la sua indisponenza
Con calma le spiegava la differenza.
Non si inalberava
ma sospirava di fronte a tale ottusità.
Non era abituata a tanta amorevole pazienza
e si divertiva a stuzzicarlo
Era per lei un gioco
ma lui l’avrebbe capito?
Una vita

Una vita trascorsa a rincorrere il tempo.


Proiettata verso il futuro
per non soffermarsi sul suo presente
troppo doloroso senza l’ebbrezza di una carezza.
Indossare la maschera.
Fiera, altera, impenetrabile
andare a combattere.
Era una guerriera, una guerriera fiera
ma infinitamente sola
Non le era mai capitato
di abbandonarsi
tra le braccia di uno sconosciuto
ma era forte il bisogno
di sciogliersi nel mare dell’universo
e farsi tenere per mano
per andare oltre l’infinito.
Il Falco

Mi accompagni lungo il sentiero della vita.


Appollaiato su un palo
mi osservi passare.
Ti noto.
Mi guardi e t’involi.
Ricompari.
So che sei tu.
Volteggi sempre più in alto.
Mi riaccompagni quando ripercorro i tuoi sentieri.
Mani

Mani che accarezzano


Mani che colpiscono
Mani che curano
Mani sapienti
Mani doloranti
Mani senza tempo
Mani affaticate
Mani rugose
Mani stropicciate
Magiche mani
Le tue mani svelano il mistero che è in te.
La cipolla

Grazie per essere entrato


con passo felpato
a portarmi un sonno riparatore.
Notte tranquilla.
Senza un colpo di tosse
che mi squarciava i polmoni.
Il miracolo della cipolla.
Raccontami ancora…
Non ho voglia

Non ho voglia di tuffarmi


in un mare in tempesta.
Cerco un’ansa dove potermi fermare
per farmi avvolgere
dall’abbraccio delle tue impercettibili onde.
Sono stanca di lottare.
Voglio un porto sicuro
dove potermi finalmente riposare
e godere del vortice del nulla.
Incontro

C’è un tempo in cui ti ho incontrata,


sei apparsa in tutto il tuo splendore.
Un po’ donna, un po’ bambina.
Donavi e cercavi amore
in un valzer di spensieratezza
Non ti conosco

Non ti conosco
Volevo tenerti la mano
per accompagnarti
oltre la soglia
dove ti saresti ricongiunta
Non mi conosci
Non ti appartengo
Aspetto che tu raggiunga la luce
per sentirmi finalmente libera.
Ho voglia

Ho voglia
di farmi cullare
dal gorgoglio delle tue acque.
Sognare
un tempo e un luogo
dove tempo e luogo
non esistono.
Appagata dall’infinita luce
che mi avvolge e travolge
dove finalmente posso adagiarmi
in un respiro infinito.
Rancore

C’è un rancore nel rancore


che brucia come una fiamma
si affievolisce
e poi
riprende più vigorosa di prima.
Aspetto un po’ di pace.
Giocare

Giocare
con la forza del mare in tempesta.
Scagliata dai flutti
su mille petali blu
e…
risucchiata nel gorgo delle tue profondità
provare il brivido dell’abisso.
e poi riemergere.
Aurora

Un gattino si divertiva
ad aggrovigliare un batuffolo di lana.
Troppo bello
per lasciarlo ancora sgualcire.
Lentamente lo districai.
Ora ti avvolge con il suo tepore
e nel buio della notte senti il suo calore
e i fantasmi svaniscono.
Fausta

Una zingara
Una regina
Una maga
Una strega
Una fata
Un angelo
Un demone
Un poeta
Un artista
Un doppio
E’ il mio porto sicuro
E da lì partire verso l’ignoto.
Il pino

Era lì,
imponente,
maestoso,
fiero,
a proteggere la nuova famiglia
Era il guardiano della casa.
La sera gli auguravamo la buona notte
e gli ricordavamo di non far entrare nessuno in giardino.
Il pino ci rispondeva di stare tranquilli
avrebbe vegliato su tutta la famiglia
Ma nonna gli alberi non parlano diceva Matteo
Solo le nonne conoscono il linguaggio degli alberi, rispondevo.
Il gelso

Nel parco
eri
solo
e
sterile.
Voleva reciderti.
Gli toglievi la vista.
Un intero inverno
trascorso ad accarezzarti.
In primavera
mi sedevo ai tuoi piedi
avvolta dai tuoi abbracci.
Ti sentivo fremere.
Improvvisamente
un tripudio di fiori.
Il miracolo dell’amore.
Ora festoso
offrivi i tuoi frutti.
Il glicine

Dovevi sostituirlo.
Non volevi paragoni.
Preferivi morire.
Faticai a consolarti.
Ti accarezzavo.
Ti supplicavo di non arrenderti.
Cristina, una fata dagli occhi lucenti
ti guardò e mi consigliò.
Con amore ti portavo i nutrimenti
Salvia e rosmarino.
Lentamente ti sei abbracciato alla fune
eri felice.
Non vivo più lì.
Quando passo mi guardi
Sei ritornato triste.
L’orco

Eravamo entrate
in punta di piedi
nella sua caverna.
Uno specchio sfregiato
illuminava la stanza buia.
Rifletteva il suo volto.
Lo fissai sulla pellicola.
Sembrava
un angelo,
un demone,
un doppio.
L’orco
in un angolo buio
fissava impietrito
l’immagine riflessa.
Ricordi

Un frammento di vita
A vent’anni
ho incontrato Russel
sul greto della Dora.
Rapita da un giovane.
Leggeva “autorità e individuo”
Un incontro importante
Ora felicemente ribelle
Parola

Non sporcare la parola


ripetendola come un mantra.
Basta una volta
altrimenti è vuota.
Grazie

Hai rotto l’incantesimo.


Ora
Senza catene
Posso danzare alla vita
Inabissarmi nei mari profondi
Volare nello spazio infinito
Finalmente libera.
La Sacra

Una villa immersa nel bosco


dalle finestre si stagliava imponente la Sacra.
Intere nottate
a raccontarci di mondi paralleli
la sigaretta sempre accesa
il fumo ci soffocava.
In giardino
dove il vento ghermiva le fronde
e la foresta ansimava
nel buio più profondo
impietrite dalla paura
stavamo in silenzio.
l’acqua

Guardare lo scorrere dell’acqua


quietava il mio dolore.
Alcune gocce fluivano senza ostacoli
altre si arenavano
altre ancora venivano scaraventate contro i massi
molte correvano furiose.
Poi tutte insieme
raggiungevano il piano.
Solo allora trovavano un po’ di pace
Così è il fluire della nostra vita
Grazie

Grazie di illuminare
questo breve tratto di strada
che ancora mi rimane
Il cammino sarà più lieve.
Sei rinata ad una nuova vita
per dare gioia
a chi incontri sul tuo percorso
E le tue risate scandiranno le giornate
Aurora
E’ iniziato un nuovo meraviglioso giorno.
La fata del pane

Aspetto il venerdì
per sentire la fragranza del tuo pane.
Mani sapienti lo lavorano
con farine coltivate con amore
dove la terra tocca il cielo
Il fuoco acceso con legni scelti con cura
danno al pane un profumo, un colore dorato
e un sapore antico.
Grazie Fata del pane
Follia

Un vino che sa di antico


L’ha profumato la terra
L’ha colorato il sole
L’ha dissetato la pioggia
E la luna e le stelle l’hanno illuminato
Mani sapienti
di un saggio folle
l’ha curato, amato, coccolato
l’ha vegliato durante il suo cammino
E quando in autunno i filari
erano ammantati di un color rubino
con amici fidati
ha reciso i grappoli dai tralci
affinché Bacco
potesse godere del suo succo.
Grazie per avermi invitata nel tuo regno
dove si percepisce l’armonia tra cielo e terra.

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