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BLATT DI GUIDO SGARDOLI

«Vedi, mio caro, per quanto Sam potesse apparire rozzo, ottuso e irragionevole, non era animato da cattive
intenzioni».

«Tu dici?»

«Ne sono fermamente convinto».

Era ormai quasi mattino e George Doppiavù Blatt tirava le somme dell'intera vicenda davanti a un
fuocherello scoppiettante in compagnia di Alfie, Clara, Salvador Morientes e del signor Kimball (con la sua
vistosa fasciatura alla terza zampa). Sorseggiavano delle goccioline di succo di frutta decomposto e
l'atmosfera, dopo tanta tensione, era finalmente quella rilassata di chi si conosce da sempre.

«Il suo problema» proseguì l'amministratore «era semplicemente quello di essersi perduto...».

«Significa che tutte le sue frenesie e la sua testardaggine dipendevano dal fatto che aveva paura?»

«È naturale!»

«Ma perché non ha chiesto aiuto a noi?» chiese Alfie.

«Gli avremmo dato una zampa!»

«A volte si reagisce alla paura con l'aggressività. Magari per timore di non essere accettati o di venir
sopraffatti….» gli rispose Kimball.

«Hai ragione da vendere!» approvò George Doppiavù. «Quella di Sam era soltanto una maschera, una
specie di scudo protettivo».

«Curioso, però» osservò Clara Pistacchi.

«No, non curioso» precisò lo scarafaggio. «Bizzarro forse, ma non curioso. 'Il cervello' diceva sempre mio
padre è un pozzo insondabile di sentimenti e tortuosi percorsi. E il più delle volte è assolutamente
imprevedibile'».

«Parole sante» sancì John Fitzgerald Kimball.

commento
In questa citazione appena trascritta, sta parlando George Doppiavvù Blatt, capo amministratore del
“condominio” e parla con gli altri amministratori insetti: Alfie, Clara la segretaria, Salvador Morientis e il
signor Kimball. In questo momento stanno riflettendo su quanto accaduto, cioè l’arrivo nel loro
“condominio” di un estraneo, più precisamente un cane che viene chiamato Sam il bastardo. L’arrivo di
questo animale, così diverso da loro, crea un grande scompiglio e grandi problemi al “condominio”. A
questo punto, si cerca una collaborazione col cane che, però, non ne vuole sapere. Si arriva quindi alla
guerra aperta, ma la strategia d’assalto non ha successo. La situazione, allora, sembra disperata, quando
viene ritrovata la targhetta del cane con l’indirizzo della sua vecchia famiglia. Perciò, viene mandato un
colombo che, con mille difficoltà, riesce ad arrivare ai proprietari del cane che sono ormai disperati, perché
non riescono a ritrovarlo. Finalmente la vicenda si conclude con il ritorno a casa di Sam il bastardo e la
ritrovata tranquillità del “condominio”.

Arrivati a questa citazione, gli amministratori del “condominio” riflettono sull’intera vicenda e sul
comportamento del cane che aveva rifiutato ogni collaborazione. La spiegazione è questa: a volte si
reagisce alla paura con l’aggressività, per paura di non essere accettati dalla società o di venire sopraffatti.
Allora, George Doppiavvù Blatt, capo amministratore e Ben Studemeier, il responsabile della sicurezza, a
causa di tutti gli errori fatti nel corso della vicenda, temono di essere sostituiti. La comunità, invece, li
riconferma nei loro ruoli considerando la loro realtà e la loro dedizione.

Questo testo e questa citazione mi hanno fatto riflettere su situazioni molto frequenti, ad esempio l’arrivo
di una persona diversa in una comunità. Generalmente, si creano incomprensioni, perché la comunità si
vede minacciata, mentre chi è diverso reagisce per paura di essere sopraffatto in modo aggressivo e
incomprensibile. Se nella nostra comunità arriva una persona di colore o di religione diversi dai nostri, ci
sentiamo minacciati, perché abbiamo paura che la nostra cultura, le nostre abitudini, i nostri usi e costumi
possano essere messi in pericolo. Invece, penso che la diversità sia ricchezza e non pericolo, in quanto i
nostri orizzonti sono portati ad allargarsi.

Personalmente, questa citazione mi ha colpito in quanto è una metafora del nostro mondo che si sente
inutilmente minacciato dall’arrivo di chi riteniamo diverso.

Questo testo, infine, mi ha ricollegato al film intitolato “L’Attimo Fuggente” vincitore dell’Oscar per miglior
attore, Robin Williams, per miglior film e per la miglior sceneggiatura originale, in cui un professore invita i
suoi alunni a guardare il mondo da un’angolazione diversa e mi colpisce perché anche qui i personaggi
andrebbero visti, secondo me, secondo una diversa prospettiva.

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