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Cosimo

Cosimo è il protagonista del racconto. All’età di dodici anni, per non sottostare a un sopruso dei
genitori, che gli volevano far mangiare delle lumache, si alza da tavola e si arrampica su un albero
giurando che non sarebbe mai più sceso. E così fece.
 
Non è certamente il disgusto per le lumache che spinge Cosimo al suo gesto estremo, ma la
ribellione individuale contro la cultura stantia, il rigorismo religioso,  la nobiltà chiusa alle novità,
che vive con gli occhi rivolti al passato, la degenerazione dell’associazionismo, la massificazione, 
propri del momento storico in cui lo scrittore vive e che Cosimo, autore- protagonista,  proietta sullo
sfondo storico della rivoluzione  collettiva per eccellenza, la Rivoluzione francese, appunto.
 
È molto agile e veloce sugli alberi, anche più di tutti i ragazzi ladri di frutta messi insieme, qualità
che gli vengono da anni di esperienza insieme al fratello. Stando sugli alberi gli vengono la schiena
arcuata e le gambe storte, e la sua salute è sempre precaria vivendo così all’aria aperta, ma riesce
ad aggiustarsi il meglio possibile, facendosi da sé quasi tutte le cose che gli servivano, come la
fontana pensile, con cui si lavava; un luogo predisposto a focolare, che gli serviva per arrostire allo
spiedo la selvaggina (questo però l’aveva fatto Biagio); amache e padiglioni pensili, che aveva
fatto installare Viola; i vestiti, che fa con la pelle degli animali che caccia.
 La sua non è infatti una fuga dalla realtà. E’ la scelta di assumere un punto di vista nuovo e più
efficace. Efficace perché gli dà l’opportunità di conoscere meglio se stesso e gli altri, di dare un
contributo importante alla società in cui decide di vivere.
 
Pur vivendo sugli alberi non è affatto un asociale e anzi ha l’occasione di conoscere molte persone
e ad apprendere da loro le più disparate arti: infatti poi sarà affiliato a varie associazioni o
confraternite di mestiere, come quella di San Crispino o quella dei Calzolai. Inoltre ha molte amanti
e per questo gli Ombrosotti spettegolano molto.
Nel mondo della libertà, Cosimo è certo, ricondurrà chi gli sta vicino e che ha il coraggio di
guardare la realtà da un punto di vista nuovo e diverso. Cosimo era un solitario che non sfuggiva la
gente. Le associazioni rendono l’uomo più forte
Le associazioni rendono l’uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone,
e danno la gioia che raramente s’ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c’è onesta
e brava e capace e per cui vale la pena di volere cose buone. Le associazioni sono fondamentali 
quando c’è un problema comune da affrontare, un problema che sta a cuore a tutti. Allora ognuno
mette da parte i suoi interessi personali e viene ripagato dalla  soddisfazione di trovarsi in
concordia e stima con tante ottime persone.
 
Grazie al bandito Gian dei Brughi, si appassiona alla lettura e allo studio, tanto che è lui a chiedere
all’Abate di spiegargli certe cose, ma questo non ne è all’altezza; conosce molte lingue e, anche
per esercitarvisi, ha dei rapporti epistolari con i maggiori filosofi e scienziati d’Europa, come
Diderot. È un uomo molto intelligente e mette il suo ingegno al servizio della comunità (in questo
caso di Ombrosa), come quando salva il bosco dagli incendi o quando riesce ad uccidere i lupi che
erano arrivati a valle.
La lettura di manuali d’arti e mestieri, per esempio d’arboricoltura, fa nascere in lui il bisogno di far
qualcosa di utile al suo prossimo oltre che di sperimentare le nuove cognizioni. E anche questa, a
ben vedere, era una cosa che aveva imparato nella sua frequentazione del brigante ( Gian dei
Brughi); il piacere di rendersi utile, di svolgere un servizio indispensabile per gli altri. 
 

Ha una grandissima forza di volontà, ma la virtù che lo contraddistingue maggiormente è la


costanza, che ha sin da bambino, in quanto riesce a passare tutta la vita sugli alberi, senza mai
scendere: addirittura il suo corpo non può essere sepolto perché, arrivato alla fine dei suoi giorni,
si aggrappa alla corda che pende da una mongolfiera e si presume che si sia lasciato cadere nel
mare.
Tutto ciò contribuisce a renderlo strano, ma anche affascinante agli occhi della società, tanto che
la sua fama si spinge fino all’estero, e quando Biagio, in uno dei suoi viaggi a Parigi, incontra
Voltaire, questo gli chiede dell’uomo che vive sugli alberi.

L’individuo si completa nella relazione con la realtà  ma deve rimanere fedele alla propria
individualità. Calvino lancia un monito importante alla società massificata di oggi, in cui l’individuo
tende ad annullarsi nel gruppo ed in cui l’originalità è considerata negativamente. L’originalità è un
valore, osserva Calvino. Anche le idee più fuori dal comune potevano essere le giuste. . E’
importante mantenere la propria individualità, anche a costo di essere considerato eccentrico
Il suo primo e unico vero amore è Viola, ma è un amore che va e viene, e alla fine i due si
separano per sempre. Il maggior motivo di separazione è l’enorme gelosia che Cosimo prova nel
sapere Viola corteggiata da molti ammiratori, e l’ottusità che dimostra nei confronti dell’amore.
Quando poi riesce a capire che Viola «stimava solo Cosimo degno di essere il suo unico amante, e
tutte le sue insoddisfazioni e bizze non erano che la smania insaziabile di far crescere il loro
innamoramento non ammettendo che toccasse un culmine», è ormai troppo tardi.
 
Alla vita di Cosimo condivido molto la sua libertà cha ha avuto è che desiderava tanto , alla fine la
libertà è quella che tutti noi vorremmo , esprimere noi stessi anche se a volte le persone ci
giudicano e comandano  , io personalmente lo ammiro molto perché lui ha avuto il coraggio di fare
le cose come voleva lui senza farsi comandare o giudicare anche sotto l’osservazione dei genitori,
ha avuto la forza di dire come la pensava  e di fare quello che voleva nella vita , in futuro spero di
avere il coraggio di dire la mia è di essere libero come lui .

Personalmente io non giudico nessuna delle su scelte che ha fatto e non gli rimprovero niente 
Il sua carattere è molto forte e penso  che non ci sia nulla di cui rimproverarli 

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