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MARCELLO CAPRA.

i Avvertenza del Traduttore

Ho esposto altrove (1) come, senza maestro,da ciante l'idea dell'epoca, Che il suono (le jeu) in
atitodidatta, ad-una età avanzata, ero arrivato, questi grandi sia, o sia stato, uguale, non [o dico.
‘dopo aver abbandonato da lunghi anni Jo. studio La varietà, del risultato esecuzione, dipende dalle
‘del pianoforte, nel quale ‘ero riuscito meno che doti fisiche e morali. soggettive, dall’influsso. per-
medioere, inabile addirittura, a trasformare in sonale, Facile l’immaginare un’ confronto fisico
È teénica corretta, in discreta agilità la suddetta ina- fra Chopin, debole, morto a 39 anni è-il, vegeto
lità, e ciò mettendo in pratica i consigli, i pre Liszt vissuto robustamente 75 anni! Per quanto
cetti dell'autore di questo ‘fascicolo. E (l. c.) non intenda io di dire, che la dinamica possente,
‘scrissi: « Grande la mia riconoscenza per. Tobia al piano, dipenda dalla forza fisica.
Matthay, grande il desiderio mio di popolarizzarlo Non posso e non voglio dilungarmi. Non. sono
fra noi, di divulgare le sue teorie». musicologo e intendo rimanere al mio posto, Ma
Con Tiprimi passi al:pianoforte principia la serie crederei di aver ragione chiedendo che non si dica:
delle mie traduzioni, Nuova lecnica pianistica.
Indico più oltre, nell’aggiunta, alcuni punti delle Chi forse, certo involontariamente; anzi contro
teorie, delle osservazioni del. Maestro, che sem- la propria idea, ha secondo me contribuito alla
brano a me nuove di zecca, mai pubblicate da altri propagazione dell’errato concetto, è stato quegli,
autori; delle scoperte addirittura; richiamo su ciò che per il primo, ha, medicalmente,, sviscerato
renzione dei discenti e dei competenti, trala- gli errori fisiologici e psicologici imperanti nello
hiosa inutile, di esporre i vantaggi che insegnamento del pianoforte, Intendo accennare
ne ho io medesimo provato; vorrei però, prima ad un medico musicista, al fu dott. F. A. Stein-
discutere. una pregiudiziale. hausen, del quale in altre pubblicazioni (1) ho
Nelle recensioni, nelle critiche, nelle opere che contribuito a render note le ammirevoli scoperte.
è recano le nuove teorie, le nuove induzioni, si legge II titolo del libro dello Steinbausen fu, penso, il
continuamente: Nuova tecnica pianistica. Deside- ‘igaleotto. Suona così: « Die physiologischen Fehler
rerei oppormi alla frase ed al concetto. und die Umgestaltung der Klaviertechnik. — Gli
Sarebbe però forse necessario intendersi prima errori fisiologici e la trasformazione della fecnica
sul vocabolo «fecnica». Ho consultato varî dizio- pianistica », Se avesse detto: Glierrori fisiologici
nari. Tutti d'accordo. nel definire il vocabolo: tec- e la trasformazione della pedagogia pianistica, non
nico, tecnica, quale aggettivo derivante dal greco ne sarebbe, è mia convinzione, stato allargato il
(tekné-arte) significante: ciò che. riguarda o è pro- concetto equivoco, al quale sono io pure soggia-
‘prio di un'arte, delle arti, di mestieri. Quale. so- ciuto e che ho contribuito ad allargare per alcun
stantivo, in francese ho. trovato: Pensemble des tempo. 4
‘procédés:d’un art ou d'un métier. — In inglese: In una lettera privata da me riportata in altro
Method or skill ‘of performance. Vale a. dire: libro (2) così mi scriveva Tobia Mattha, «La ra-
‘metodo, oppure perizia nell’esegnimento. — Mi gione per.la quale nessuno, fino al 1903 (3), era
sembra quindi che si possa esser d'accordo nel pervenuto ad una corretta soluzione della tecnica,
definire così la tecnica pianistica: La somma dei dipende da ciò: che non si può anali
procedimenti, necessari ad esercitare con perizia, azione senza esser capaci di produrne l'effetto, e
Darte dei suoni musicali al pianoforte. quindi, coloro che l'avrebbero potuta. effettuare,
Ora, domando, i procedimenti usati ‘dai grandi o non sì diedero la briga di analizzarla, oppure
‘che eseguirono ed eseguono musica, col pianoforte. non possedevano sufficienti cognizioni meccaniche
a martelli, sono dessi (i procedimenti) cambiati? e fisiologiche per aggiogarsi allo studio dell’ana-
— No. — Ci sarà forse qualche recente sfumatura
prodotta dalla imeccanica a ripetizione, ma credo (1) CF. Piicofisiologia, ccc., già cit. — Rivista Santa Ce-
che ì procedimenti tecnici oggi usati da Busoni cilia di Torino, numeri di novembre 1919 e seguenti.
siano-.stati-usati da Rubinstein, da Liszt, da Articoli intolati :Tocco, pianistico.
Chopin per non citare che qualche nome, asso- (©) Psicofisiotogia, ecc.
© Data della prima pubblicazione dell'importante
(1) ManceLto Carnà, Psicofisiologia, pianoforte, Tobia opera: Tosias MartmAY, The Act of Toueh - Le azioni
Maîthay. — Torino, S.T.E.N. del tocco pianistico.
— 4

lisi Altrimenti Îsi sarebbe fallo un. paio di se- affatto nuovo, perchè già ‘preesistente; si. tratta
coli fa» (1). ; solo di sceverate il vero dal falso. La redazione
Jl concetto del maestro Tobia Matthay:contiene - di ‘un metodo è affare dei musici ‘professionisti e
dunque’ chiaranicnte 1° implicita convinzione, non, dei pedagoghi del pianoforte»:
esservi nulla; di ‘nuovo; nella. tecnica. piùnistica,
Questo scriveva fildottor Steinhausen nél 1905.
quale fecnica. Ma.il dott. Steinhuusen ha espresso, Egli non conosceva probabilmente la grande opera
per parte sua, chiaramente il medesimo coneetto. > del Maestro Tobia Matthay uscita poco prima; in)
Hodetto più sopra di credere, io, che ‘la propa- dicembre 1903, « Thè Act of Touch. — Le azioni
gazione: dell'idea: nuova fecnica pianistica, sia
stata coadiuvata dal titolo dell'opera del dottor menti dell’arte di suonare il pianoforte).
Steinhausen,” ima ho. soggiunto:. «'involontaria-
mente, anzi contro la propria idea». Il dottore, « Relaxafion Studies in the muscular. discrimina-
tale idea, la scrisse chiaramente; alla fine, della tions, required for touch, agility and expression.
Parte.1 del suo libro: « Osservazioni generali pre- — Stadi per il rilasciamento nelle discriminazioni
liminari ». In quel capitolo egli parla di nnuova ‘muscolari richieste per tocco, agilità ed' espres-
metodica, ma non di nuova tecnica: Ecko le sue sione »: (1908) « The: fore-arm rotation principle
parole: « Tutta la oritica deve, come finalità, in- in pianoforte plàging; its‘ application and ‘master
dicare tw nuovo, migliore scopo da raggiungere. La rotazione. dell'avambraccio nél ‘snono del.
E nell'ultimo capitolo si tenterà di redigere certe pianoforte. Principio; sue applicazioni - e ‘padro-
forme fondamentali di ‘unmovimento ‘fisiologico nanza» (2) e; finalmente « First steps în. piano- S
del tocco; ima non si aspetti dall'autore un nuovo forte: playing. For children and adults», cioè Od
‘metodo. Da tale attesa vogliamo esimerci ancora fascicolo che qui presento tradotto: «primi passi
al pianoforte. Per fanciulli e per adulti». ;
una volta espressamente ».
A questo' punto apro una parentesi: Non è man- Îì desiderio del dott. Steinhausen.del ‘lavoro,
cave di rispetto alla memoria del compianto chiaro ‘accomunato fra musici e fisiologi era già attuato.
fisiologo, il render noto che alcuni punti della sna Tobia Matthay, come cho esposto nel mio volume
teoria sulle leggi fondamentali del Tocco, presta più volte citato (Psicofisiologia; ‘pianoforte; Tobia
rono il fianco alla critica. Tre sono tali punti da Malthay) aveva risolto il problema, luoghi anni
me conosciuti: 1° Il non aver considerato il dito d'esperienza non hanno fatto ‘che. confermare la
‘quale îsolato dall’arto, nella di lui crociata contro bontà della scuola. Schiere di concertisti. e’ di
la ginnastica pura, È considerare il dito quale entità maestri ne ‘hanno sparso le teorie. Per
da sè, che urta ‘contro la fisiologia, quasì è movi i risultati insperati della mia. modesti
menti sì formino nella mano (frase di un fisiologo tica, seguendone ì consigli — letti è meditati, ma
pianista italiano, il prof. dott. Caporie, della Uni- ‘non pur troppe sotto la sua direzione — mîhanno,
versità di Siena) come credono tariti maestri. Ma ‘spinto ad una idea di propaganda, di apostolato. ,
‘ginnastica moderata, ligia al cervello civuole. 2°La Dunque riassumendo : Niente nuova. tecnica,
comprensione, nel concetto. dinamico del ‘suono, bensì nuova metodica; muova pedagogia, la meto-
del concetto di qualità. Dinamica e qualità di dica. psicofisiologica musicale. Bando alla: ginna-
© suonoval piunoforte, sono elementi variabili, di- stica come ginnastica scopo a sè stessa, bando agli
pendenti, il primo dalla velocità impressa al- attrezzi ed'al tripudi ginnici, ma lavoro mentale.
l'attacco, Îl secondo dal modo di attaccò. Il dot- Coordinazione mentale-muscolare. Lavoro)dì,cer-
tore ignorò, anzi, negò questo secondo concetto, vello, che si estrinseca, dopo essere stato integrato
messo În luce, dimostrato fisicamente dal maestro nel cervello medesimo, per via. delle ‘membra,
Matthay. 3° L'estensione troppo lata data al prin- degli orecchi, degli occhi...
cipio della rotazione, quasi questa, il che non è, po- Che il discepolo, dirò col nostro Discente, fan-
tesse assolutamente sostituire l'eserzione del dito. ciullo od adulto, s'imbeva di ritmo, anche facendo,
Anche questo punto fu sviscerato profondamente le scale; ariche facendo gli arpeggi; anche facendo
dal maestro Matthay. — Tali constatazioni non gli esercizi a « cinque notè », ch'egli, in tutto ciò,
vulnerano l'importanza delle teorie fisiologiche sappia; senta; di fare della musica, poichè ‘qua-
del dottore S. îl quale non era pianista, bensì vio- lunque musica soggiace a movimento, 4 progres-
linista. 1 pionieri dell'inizio ‘sono come gli in- sione; in una parola al ritmo.
ventorì, soggetti a contraddirsi, a modificare le
IL traduttore.”
prime illazioni, Chiudo la lunga parentesi e re-
stituisco la parola al Dottore: « Soltanto il lavoro
accomunato di musici e fisiologi creerà la nuova Aggiunta, — Ecco, mantenendo la, promessa fatta
‘melodica. Ma prima che questo accomunamento all'inizio dell’Auvertenza, alcuni punti, delle -teo*
di favori possa effettuarsi, il musico professionista rie, delle osservazioni del maestro Matthay, sui
dovrà familiavizzarsi colle nuove idee. Questa con- quali mi permetterei di iichiamare l’attenzione

dizione è indispensabile e senza di essa ogni discus- degli insegnanti e dei competenti.
sionè rimane impossibile. Prima di tutto deve Comincio, more mio solito, con una pregiudi-
sempre essere ben ripetuto che il nuovo non è
() Torino, S.T.E:N.
(1) Alludendo probabilmente a Bartolommeo Cristofori. (2) Torino, S.T.E.N.
CRE e
ziale. In un articolo: «Insegnamento del piano » (1) Passo II. — Modo d’insegnare a percepire il
serivevo: : «peso » del braccio. — Le definizione dell'« irrigi-
«.. sorge la questioné se lo scolaro debba dimento »causato da « due contrazioni opposte ».
prima imparare a lasciare le dita passivamente în L'assoluto divieto d'e irrigidimento » Il quale in-
libertà, oppure si debba prima abbandonare 10 vece (è consigliato da autori, celebri, sì, ma che
scolaro in balia di moti attivamente incottiposti, ignoravano il « senso » fisiologico della parola.
mentre. ansioso, rigidamente contratto, ceren a Passo IV. — L'osservazione peeuliare (per quanto
tastoni la corrispondenza fra il tasto bianco e quel ovvia), che «postando » la mano in atto di suo-
‘puntino nero situato sul terzo spazio di un pen- nare (0 di scrivere, ecc.), giù esiste una ileserzione »
tagramma (parola difficile!) che îl maestro gli ha rotatoria, poichè lasciando cadere sulle ginocchia
detto essere un do in chiave di violino, e poi ab- la mano con sciolto abbandono, essa si rivol-
bassare: quel tasto, © poi, € poi... ». gerà da sè di costa sul lato del mignolo, pollice
Un apostolo, italiano del ritmo nell’ insegna- di sopra.
mento (2), il chiaro maestro pugliese. Florestano Passo V. — La « collimazione » necessaria fra la
Rossomandi del Conservatorio di Napoli, decano eserzione delle dita e la eserzione rotatoria, nello
dell’ insegnamento ‘pianistico nei Conservatori spazio, al disopra, presso la tastiera, acciocel
d'Italia, dal canto suo aveva scritto: nell'accordo placcato si ottenga la simultaneità di
‘«Giascun esperto insegnante avrà rilevata la percussione da parte di tutte Je dita partecipanti
‘ tendenza istintiva degli allievi a contrarsi e irri- all'accordo.
gidirsi, sotto lo sforzo dell'attenzione della volontà Passo VI. — Le eserzioni rotatorie invisibili ma
di eseguire con la ‘mano,un determinato movi- pur reali.
‘mento. Cosa, del resto, che facilmente si spiega Passo IX. — Produrre îl suono e fenerlo essere
con l'istintivo bisogno di chiamare a sussidio altri due fatti, due azioni distinte.
| ‘’mustoli, altri sforzi, altre: energie, per attuare il Passo XII. — Motivi della facilità di lettura ed
movimento che riesce difficile; e noi vediamo tutti esecuzione degli esercizi a moto musicale con-
î giorni l’avambraccio, il braccio e persino il trario. Motivi della difficoltà di lettura ed esecu-
tronco del discepolo diventare rigido e contratto zione degli esercizi a moto musicale retto.
sotto lo sforzo volitivo; con quanto danno per Passo XIII. — Dita curve. — Dita piatte. — Go-
l'elasticità e-graduabilità del tocco ognuno com- miti grevi, perchè.
prende » 8). Passo XVIII. — Esercizi per il sottopassaggio
Co;n 0 tale problema il maestro Matthay?
isolve del pollice. A mano libera! — Leggi «della rota-
Dandoun consiglio agli aspiranti maestri, suoi zione nel passaggio € nell'inerocio del pollice. Im-
allievi, nonchè a quelli che intendono adottare la portantissima! — Nota (postilla), Non « scaleg-
nuova metodica, la metodica psico-fisiologica. Il giare » durante lunghi noiosi periodi di tempo col
consiglio, valorizzato da lunga esperienza, è esposto «pensiero altrove.
nella introduzione qui în appresso, nonchè nel Passo XIX, — Gruppi di arpeggi, arpeggi. —
“secondo. periodo dell’appendice. in fondo al pre- Consiglio salutare, inestimabile: Dita perno:
sente fascicolo. piano, tenuto, dita accentate (nel testo musicale)
Dopola pregiudiziale ecco fra i tanti, glialtri punti staccato, ecc., ecc.
‘sui. quali mi sembra poter richiamare l’attenzione: Îl dottor Steinhausen (op. cit.) scrisse: "
«Il fatto è chel’ insegnamento non s’ impartisce
che per imitazione, un mezzo di aiuto il quale per
(1) Ja Musica d'oggi di Milano, 1920, È: 4. sua essenza è assolutamente indeterminato è del
(2) <a lacuna di cui ho parlato dianzi, assolutamente quale soto pochi grandi talenti possono approfit-
deplorevole, è costituita, nei metodi în generale, dalla tare. In fondo ogni scolaro è istruito sulla via da
quasi esclusione dell'elemento ritmo nei fascicoli di eser- seguire che anche il maestro aveva a suo tempo
cizi tecnici. Occorre dire qui'dell'impartanza del ritmo? dovuto calcare, la via dell’intuito artistico, che non
Tl ritmo è il signore della, vita in tutti è suoi movimenti
‘anche più semplici, perchè capaci di intervalli sensibili si cura dell'essenza della tecnica ».
Il moto delle membra, i passi che si alternano, le can- Credo fermamente che il maestro Tobia Matthay
tileno dei marinai che tirano un canàpo, le espressioni non insegni ad insegnare per imitazione, bensì a
‘di amore e di odio, i fremiti delle ali, il vortice dell'elica, ragion veduta. Credo che il metodo Matthay ri-
il genio della poesia, l'onda del ballo, tatto ciò insomma svegli l'intuito artistico latente în molti a Toro
che è vitae moto obbedisce alle leggi del ritmo, Nes- insaputa. Accanto alle stelle di prima grandezza,
suna meraviglia dunque, se tutti ì maestri insistono nel accanto ai pochi grandi talenti, potranno (facil-
ripetere: che il ritmo è la disciplina dei suoni e l'anima
della musica».Da una conferenza all’Università Popo- mente, più del passato) sorgere molti astri minori,
lare di Napoli del maestro professore FI. Rossomandi. moltissimi buoni dilettanti di pianoforte.
(8) In Arte pianistica, di Napoli, 1914, n. 28. È n Tr.
I primi passi al Pianoforte
per fanciulli nonchè per adulti

PREAMBOLO. — Questo trattatello è ideato per uso dei fanciulli o dei princi-
pianti adulti, ed è completo di per sè. Tuttavia sarebbe bene che l’insegnante si
famigliarizzasse col primo capitolo e colla conclusione dei “ Rudimenti dell’arte
di suonare il pianoforte ,, (Edizione Marcello Capra, N. 1513) dello stesso autore;
molto materiale supplementare d’insegnamento si troverà pure negli “ Studi sul
rilasciamento muscolare ,, nonchè nel fascicolo “ La rotazione dell’avambraccioesue
applicazioni al pianoforte ,, (Edizione Marcello Capra, N. 1511).

N.B. — L'autore adopera la seconda persona plurale > voi — che per gl'inglesi è
unica sia per i grandi come per i piccini. Il traduttore crede bene di adottare la
«seconda persona singolare — tu.
i
Introduzione. — Prima di toccare la E ora che sei pronto a provare di far
tastiera del pianoforte, devi avere almeno della musica colle tue proprie dita al
imparato, a sentire la battuta ed il pulsare pianoforte, proverò ad insegnarti come
‘del ritmo musicale, nonchè a udire e di- si fa e come vanno intesi i primi rudi-
stinguere gli intervalli della scala (1). menti della tecnica.

(1) Questa educazione musicale prelimi-


nare si può impartire adoperando la « Nuova scendenti, semplici, raddoppiati) — Forma-
‘Grammatica Musicale » di Felice Boisson, zione degli Intervalli (Tono, diesis, bemolle,
{edizione Marcello Capra, n. 498). È un trat- bequadro, semitono cromatico, diatonico, enar-
tatello pratico e facile dei principî della mu- monia)— Formazione delle Scale. Scala dia-
sica, scritto in chiave di violino e in chiave tonica. Modi, maggiore e minore — Denomi-
di basso. L'edizione italiana fu tradotta da nazione speciale degli Intervalli: seconda -
Vito Fedeli sulla 14a edizione francese ed è id. id. terza - id. id. quarta e quinta - id. id.
‘molto ricercata. Si trascrive qui l'indice del- sesta - id. id. settima - id. id. ottava — In-
l’operetta: (118 pagine in-8*). — Principi ele- tervalli aumentati e diminuiti. Doppio diesis,
mentari. Definizioni preliminari, Rigo. Chia doppio bemolle — Formazione della scala
Note. Posizione delle note — Misura. Va- maggiore. Posizione dei diesis — id. id. Po-
lore delle note e delle pause corrispondenti. sizione dei bemolli — Formazione della scala
Tempo. Sbarra della misura — Valore delle minore — Toni relativi — Rapporto delle
note e delle pause corrispondenti. (Seguito). chiavi. Trasposizione. Setticlavio — Misura
Lettura ritmica. Il solfeggiare, Il vocalizzare. binaria e ternaria. Tempi forti e deboli. Sin-
Il cantare. L'intonazione — Valore delle note cope. Misura a due cifre. Terzina. Sestina —
e delle pause corrispondenti. — Id. id. — Timbro. Melodia. Armonia. Diapason, Movi-
id. id. (Seguito e Fine) — Del Punto e del mento. Metronomo. Ritmo. Coloriti — Abbre-
doppio Punto. — Della Legatura e dell’Arti- viature. Gruppetto. Trillo. Appoggiature —
‘colazione — Degli Intervalli (Ascendenti, di- Esercizi istruttivi — Solfeggi complementari.
LIRE

Tuttavia, prima di fare il primo passo un punto culminante; che esse ci condu-
nella Produzione del suono, è necessario cono verso una meta ritmica che sarà
tu sia ben convinto che non sì deve mai secondaria, capitale o finale. > Sona
toccare la tastiera del pianoforte senza Si deve imparare a sentire il pulsare
avere ‘in mente di far della musica. È del-tempo; che le battute di esso sono sue
molto, troppo facile, cavarne delle note divisioni da considerarsi in progressione;
senza però ricavarne della musica. In- si deve imparare ed esser pronti ad ogni
vece, sì deve fare in modo che tutti i momento ad assegnare alla nota che suo-
suoni significhino qualche cosa — ap- niamo,il posto che le compete nelle
punto come non si deve cercar di parlare, menzionate progressioni e mete ritmiche
se i suoni prodotti dalle nostre labbra ricorrenti. Ad esempio:
non debbono ‘avere un senso, cioè se Esercizio n. 1.
non debbono formare frasi o sentenze
assennate, id
E.come faremo per avere una serie di [a
suoni musicali che abbiano un signifi-
cato? Imparerai a ciò fare, sforzandoti
di. capire, che dove non c'è un ritmo ra- Ancora, bisogna osservare come queste
gionevole non c'è musica, e che tale ritmo progressioni di tempo, ci portino sempre
implica sempre una Progressione definita più oltre, sviluppandosi in piccole frasì,
ovvero Movimento. Dunque si deve im- poi in frasi più ampie, in periodi ed at-
parare innanzitutto, come pianisti, a sen- traverso schemi sempre più estesi, fino
tire che tutte le note eseguite o udite, ad un tutto completo — melodia o altro
hanno una tendenza — si muovono verso movimento più lungo (Es. n. 2).
Esercizio n. 2.
> —_—__—
>

(a +

Si deve percepire la progressione in sione musicale e, che nello stesso tempo,


musica (cioè la forma) per mezzo del- vi è sempre un sentimento da espri-
l'orecchio, appunto come si percepisce mere (1).
con l'occhio l'aspetto della progressione Peraltro prima di toccare la tastiera,
delle linee disegnando o scrivendo. Ora, devi procurare di capir bene il passo I.
se si vuole provare a comprendere la
musica, troveremo in essa cose assai più (1) L'autore è stato il primo a stabilire che
interessanti delle sue forme, giacchè ogni Forma, Ritmo e Fraseggio nella musica im-
vera musica ci racconta qualche cosa — plicano Movimento in questo senso; e sì al-
esprime un SENTIMENTO. lieta osservando che le sue vedute vengono
In poche parole: ricordati che ogni accettate da molti dei modernissimi maestri
suono fa parte di una forma o progres- di teoria.
SR: fees

Passo I. — Il maestro ti aprirà il non cercar mai di sfondare il tasto,


pianoforte, per mostrartene il mecca- l’unico modo per produrre un suono
nismo in azione. Osserva, se abbassi è far sì che il tasto muova; più svelto
un tasto, il martello feltrato si muove potrai far muovere il tasto, più pode-
verso il proprio gruppo di corde e roso sarà il suono.
torna tosto al suo posto, Osserva: al- Devi ora provare da te stesso a fare
tresì che le corde seguitano a suonare varie esperienze coi tasti. Prova, p. es.,
(vibrando) per tutto il tempo durante a premere più volte in giù un mede-
il. quale il tasto è tenuto abbassato, simo tasto, e cerca di rendere il mo-
benchè il martello sia oramai lungi vimento del tasto sempre più svelto e
dalle corde. Da ciò capirai che, in rapido; se ti riesce proprio di fare ab-
realtà, per arrivare alla produzione bassare il tasto con moto sempre più
del suono, operi nello spazio; al di- veloce, sentirai davvero il suono sem-
sopra della tastiera, e proprio un tem- pre più forte. Presta sempre orecchio
puscolo (un istante) prima dell’inizio attento ogni volta. Fa poi un’altra prova.
di detto suono, poichè si è soltanto Cerca di far abbassare il tasto con moto
mediante la spinta in giù del tasto che piuttosto lento, udrai suono più dolce;
il martello scatta e ‘batte le corde. Im- e, anche qui, se ti riesce d’imprimere
parerai inoltre che, una volta spinto moti proprio lenti, e sempre più lenti,
giù il tasto, non è in tuo potere di arriverai ad ottenere suoni morbidi di
fare alcunchè per alterare il suono, e massima dolcezza.
ciò, perchè il martello salta indietro Ora devi aver capito la differenza
subito subito, appena tu senti il suono tra forte e piano. E da ciò devi anche
che hai provocato col tuo abbassa aver capito quanta cura devi assegnare
' mento del tasto. Ma se tieni giù il tasto al movimento destinato a smuovere il
(con dolcezza) le corde continuano a tasto, e ciò prima che sia froppo tardi
suonare (scemando di suono sempre per pensare alla cura. Poichè se pensi
più) fino a tacere affatto, quando sarà troppo tardi a imprimere massima
lasciato risalire il tasto. E perchè cessa velocità al tasto, non farai altro che
di botto il suono? Perchè la smorza fissare il tasto sul telajo felpato e ciò,
sarà cascata sulle corde, e la smorza prima di aver potuto ottenere il suono
non casca se tu tieni giù il tasto. La come l’intendevi tu. E, se tu ottieni dei
smorza l’avevi fatta sollevare tu dalle suoni di qualità diversa da quiella che
corde quando avevi abbassato il tasto, ti proponi, il risultato non può essere
e l'hai tenuta sempre su, la smorza, musica.
fin che hai fatto star giù il tasto (1). Il che significa: che devi sempre de-
Hai imparato, che il suono lo hai terminare tempestivamente (a tempo)
formato tutto, tu, dal suo bel principio, il momento in cui vuoi che principii
smuovendo il tasto, all’ingiù; e che è il suono; vale a dire che devi smet-
affatto inutile calcare questo tasto, sul tere la mozione al tasto, a puntino
sottostante telaio felpato, a tale scopo; in quell’istante. Prova e riprova tante
un tale inutile calcamento inceppa mai volte, con sempre maggiore atten-
l'esecuzione, nulla più. Rammenta: zione, finchè avrai ben capito quanto
segue: a) che devi adoperare la forza
necessaria abbastanza presto durante la
(1) Premendo in giù il Pedale destro, tutte scesa del tasto — b) che devi imparare
le smorze si sollevano, di modo che qua-
lunque corda tu faccia suonare, risuonerà a determinare in fempo (tempestiva-
finchè non lasci risalire il pedale destro. mente) l'inizio di ogni suono.
«10 —

Passo IT. — Rammentati ora: che se Bada come resistono in modo diverso
caduna nota non esce con giusta sonorità questi tasti se imprimi loro mozione
il tuo pezzo non risuonerà, musical. rapida o lenta. Importa molto: qui im
mente, come dovrebbe probabilmente pari una delle leggi più vitali dell’arte -
pianistica.
risuonare (dinamica). Di guisa che il
secondo passo consiste. nell’imparare Insomma: non suonar mai una nota,
a giudicare quanta forza muscolare si senza Sforzarti di sentire esattamente
richieda per caduna nota; ovverossia quanto resiste îl tasto. Se pensi « quanta
quant'è il minimo possibile di forza che forza occorra per cadun tasto» troverai
contemporaneamente quanto la musica
basti a dare il suono giusto. Orbene,
nelle tue ultime prove e riprove, avrai
richieda per caduna sua. nota — ed
allora ogni nota suonerà come si deve.
osservato, occorrere più forza per impri-
mere moto veloce al tasto che per impri-
mergli mozione lenta, quantunque poi,
Passo IT. — Ora devi imparare ad
adoprare il peso del braccio. Principia
in fin dei conti, anche il suono il più
così: chiudi leggermente. la. mano a
forte richieda molto meno forza di
quanto ti saresti immaginato a prima pugno e lasciala cadere molto dolce-
mente sopra un tasto nero o due neri
idea -— beninteso, basta che tu prov-
vicini:
veda ad applicare la forza, abbastanza
presto nella scesa del tasto, Ancora. Esercizio n. 4.
Osserva di nuovo, e con maggiore at- MD. opp.M.S.
tenzione, che succede quando abbassi
prima adagio e ipoi in fretta il tasto:
troverai che esso più resiste quanto più
velocemente cerchi di abbassarlo — Lasciala cadere di lato, cioè colla
vale a dire provi più difficoltà a porlo sua parte più soffice (lato del mignolo)
in mozione rapida che in mozione lenta. in giù — col pollice in alto. Quando
E sebbene (anche nel caso di un suono senti di toccare il tasto, lascia andare
fortissimo) la resistenza contro le dita tutto: giù il tasto, la mano, tutto il
non sia tanto grande, percepirai che braccio.
è maggiore o minore secondo ‘che il Ma bada bene di non spingerla in
suono è forte o debole. giù, la mano, anzi, dalla spalla in giù,
Per arrivare a valutare quanta forza abbandona « comodamente » e < rila-
sia necessaria per caduna nota, bisogna sciatamente » il braccio, in modo che il
perciò sempre por mente, nota per nota, suo peso graviti molto delicatamente in
al grado di resistenza che il tasto op- giù ed il tasto con esso lui. Facendolo
pone prima di cedere e mentre scende bene, ti parrà che la nota « suoni
sotto la pressione del dito. da sè ».
Imparerai subito e facilmente, pro- Fa questo con tanta attenzione che
vando a far questo esperimento con tre il suono sia proprio il più tenue che il
tasti contemporaneamente così come pianoforte ti possa dare. Dopo impara
nell'esercizio n. 3. ad aumentarne l'intensità, fino al forte,
sempre col metodo del peso abbando-
Esercizio n. 3. nato; ed a decrescere di nuovo fino ad
opp. M.S. 4 a un pp. (1).
MA
(1) In questa sorte di tocco, rammentalo,
È
non devi per nulla spingere il tasto in giù
sui

Passo IV.— Farai ora un altro passo, pugno) toccherai i tasti colle « falangi »
principiando ad imparare come adope- mediane; cioè colla parte di sotto del
rare ‘il tuo avambraccio. con « rota- pugno.
zione » di esso. Lascia riposare legger-
Passo V. — In seguito, chiudi i quat-
mente il pugno, chiuso senza sforzo,
tro polpastrelli delle dita a semicerchio
su d’un lato, come nell'esercizio pre-
attorno al polpastrello del
cedente, ma sopra un tavolino invece
pollice, le « falangi » un-
che sulla tastiera. Poi, pian piano, vol-
talo dal lato opposto, finchè il pollice gueali piegate in modo da
venga a toccare la superficie della ta- «far pepino » come si dice
vola. Osserva che ciò succede con in Toscana; guarda la fig. 1
leggero moto di rotazione dell’avam- E continua i tuoi esercizi di
braccio, giacchè non puoi far girare «tocco di peso » (Passi III Fig. 1.
la mano senza che giri anche l’avam- e IV), ma su d’un solo tasto
braccio. Attento a non sollevare il go- nero e colle punte delle dita raggrup-
mito (1). Fatto ciò parecchie volte, pate a pepino come s'è detto.
finchè ti sia persuaso quant'è facile, Quando avrai imparato a far abbas-
va al pianoforte ed esèrcitati a suo- sare un tasto di solo peso, con un certo
nare ‘due tasti neri contemporanea- successo, procedi innanzi con un pic-
mente (od anche uno solo) come nel colo atcordo nel medesimo modo e
Passo terzo. Ma ora fa ciò colla mano cioè:
nella posizione testè appresa, pollice Esercizio n. 6.
sotto e nocche su. Siccome le dita sono
ancora ‘lievemente rinchiuse (a guisa di

con un qualunque sforzo muscolare, se no


la nota darà cattivo suono o non ne darà
affatto. Pensa soltanto a produrre il suono,
lasciando andare tutto il braccio — nella
misura suggerita dalla resistenza del tasto, re-
sistenza cui devi prestare sempre attenzione e Suona .l’accordo Jeggerissimamente
che devi sempre sentire. Giacché, se spingi in dapprima, poi di mano in mano fa-
giù il braccio, lo rendi « rigido ». Ora, nes-
suna parte delle tue membra, nè dito, nè cendo crescere il suono, senza però
mano, nè braccio può irrigidirsi senza che perder di vista il procedimento del
tu lo voglia. Irrigidire un membro vuol dire «tocco di peso » (1).
che provochi due contrazioni opposte, invece Non ti scordare la formazione del
di solo una, quella richiesta, e provochi
suono, prima che sia troppo tardi. (Ri-
quasi come un «tiro alla corda» tra i mu-
scoli. E ciò producendo non arriverai mai a leggi il Passo primo). Contemporanea-
suonar bene. Devi sempre sentirti perfetta mente nota due fatti:
mente comodo e libero, în tutte le parti del- Primo, che le tre dita adoperate a
l'arto brachiale, qualunque sia la difficoltà 0 suonare l'accordo, stanno facendo un
la forza richiesta dal passo che devi suonare.
(4) Osserva pure che la mano si rigira lavoro, sfanno operando, mentre vanno
quasi indietro da sè sul. mignolo, se non se- în giù coi tasti — tant'è vero che devon
guitì in una certa misura, quella leggerissima fare una eserzione per essere in grado
eserzione rotativa (o torsione) che permette
al pollice di toccare Ia tavola. Questa eser- (1) Suona altresì variati accordi, di guisa
zione; certamente, è così lieve, che non ti che, musicalmente, la tua attenzione non di-
parrà sforzo; ma va mantenuta sempre minuisca. Ma presta sempre orecchio colla
uguale. maggiore diligenza a quello che fai.

In
ic
nno__in_——_—_—__rranrn
x =

di puntellare (sopportare) il peso del Passo VI. — Devi ora imparare ad


braccio lasciato libero mentre i tasti applicare a. tutto ciò separatamente
scendono; ma tale eserzione dev’esser ciascun dito: Comincia coll’esercizio a
molto lieve. tavolino del-Passo IV, ma quando avrai
Secondo, che devi, ogni volta, accu- girato la mano in posizione pronta a
ratamente adattare le leggere eserzioni suonare, colla palma di sotto, apri le
rotatorie dell’avambraccio (gli adatta cinque dita, così che i polpastrelli di
menti, ingl. adjustements. N. d. T.) per esse dita tocchino il tavolo. Le. dita
riuscire a suonare simultaneamente vanno un po’ piegate ed allargate a
quelle tre note come se fossero un ventaglio, come se posassero sopra
suono solo (1). cinque tasti adiacenti del pianoforte;
Esèrcitati, come già detto, tanto nel il palmo della mano deve essere tenuto
piano che nel forte. — Da principio foggiato in modo da poter contenere
adopra «rilasciamento di braccio » ap- una palla grande come il pugno. In
pena quante basti per far produrre seguito solleva leggermente le tre dita
dai tasti il più lieve suono; poi dopo « interne », — indice, medio e anulare
adopra gradatamente sempre maggior — di guisa che la mano sulla tavola,
peso fino ad ottenere il forte. Procura resti puntellata soltanto dal pollice e
subito (anche in questi primi periodi) dal mignolo. Dipoi fa rollare la mano,
d’imparare a smettere forza e peso nel a moto rofatorio avvicendante. dell’a-
momento proprio in cui senti il suono, vambraccio come hai già imparato, di
sempre e poi sempre, in modo da gia- guisa che pollice e mignolo sì posino
cere leggerissimamente appoggiato col e si sollevino alternatamente sul tavolo.
tasto sul telajo felpato, sottostante ad Ciò imparato, va al pianoforti
esso tasto, dopo che cadun suono, la stessa cosa: poni le cinque -di
sia stato prodotto. Il peso deve. essere cinque note adiacenti do, re, mi, fa,
cappena sufficiente » a tenere giù il « sol, ma senza suonarle; in seguito bada,
tasto. Prova anche, se ti riesce, prima di che per suonare il do e il sol col pol-
suonare ogni nota nuova, di giudicare lice e col mignolo, alternatamente devi,
esattamente, quanta forza ti ci vuole con delicatezza (ma sufficientemente)
per vincere la resistenza del'tasto (2). eseguire eserzioni dell’avambraccio, per
compiere tali rotazioni o evoluzioni.
Devi dapprima fare una eserzione ro-
(1) Vale a dire: che le eserzioni delle dita tativa, per aiutare la eserzione del
e l'eserzione rotatoria (pienamente libera) pollice nel suonare la sua nota, poi rove-
dell’avambraccio devono già « controbilan- sciare esattamente la « eserzione » ro-
viarsi» 0 « collimare » (adattandosi) perfetta tatoria per aiutare la «eserzione » del
mente prima che si suoni qualunque accordo.
(2) Appena puoi, impara a eseguire questo mignolo per il suono della sua nota. Ar-
esercizio in modo staccato (vedi Passo VII). riverai a suonare queste due note con
Questo vuol dire che devi smettere comple- la medesima forza o delicatezza, purchè
tamente tutto, forza e peso, appena ottenuto
il suono; sì che i tasti possano subito rimbal- tu tenga presenti questi due punti:
sare. Questo è un esercizio da farsì tutti i 1° eseguire l’eserzione del dito e del-
giorni, è infatti una delle più importanti l’avambraccio (questo rotativamente)
«prove giornaliere» largamente descritte con pari intensità;
negli « studi sul rilasciamento muscolare al 2° regolarti in queste due azioni, sì
piano », Cap. Il: «Esercizi di mira»; esposti che succedano nello stesso momento;
anche nei « Rudimenti dell’arte di suonare
il pianoforte »; Parte III della Guida e regole — ossia, mentre il tasto scende. Caduna
per gli allievi, nonchè Cap. XVIIL * mano va esercitata separatamente.
= We
e che durino
Osserva bene che tali eserzioni siano veramente leggerissime
solo quanto dura la scesa del tasto.
suonate
Provati inoltre a suonare parecchie note, semplici abbastanza per essere
dell’ese rcizio n. 6. Per la mano
soltanto col pollice e col mignolo, come quelle
sinistra, lo stesso, ma due oitave più in basso.
Esercizio n. 6.
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1
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Non appena abbastanza padrone di tutta la energia (forza e peso) da im-
questo processo, potrai suonare con piegarsi, in modo da smettere la tua
ambe le mani, tenendole distanti due operosità, proprio a puntino, nel .mo-
ottave, per meglio udirle. Dapprima mento nel quale il suono principia.
suona però colle medesime (omonime) Pròvati a far ciò ora con diligenza
dita — le note andranno per moto più scrupolosa.
contrario. È più difficile per i princi- Prova daccapo gli accordi, ecc., come
pianti eseguire colle dita contrarie (le nel Passo V; ma ora procura di smettere
note suonando per moto retto o paral- istantaneamente tutta la forza e tutto il
lelo) perchè le eserzioni rotatorie neces- peso, ma proprio completamente, al pre-
sarie sono precisamente le opposte. Ma ciso momento d'inizio del suono. Se
tardi ti riescirà anche questo (1). tu fai ciò fempestivamente, se al mo-
mento voluto smetti qualunque energia,
Passo VIT. — Ora devi imparare a i tasti saranno liberi di rimbalzare e
suonare correttamente — SrAccaTo — Veffetto sarà lo Staccato perfetto. Porgi
eda «guidare» (mirare) l’azione della orecchio sempre con diligenza per
produzione del suono. ‘Hai già capito questo Staccato, isuoni devono proprio
che il solo mezzo per produrre il suono essere staccati, brevissimi. Per esserne
consiste nel mettere in moto il tasto, e certo devi ottenere che i tasti rimbal-
che devi « guidare » o « indirizzare » zino di scatto come palle di gomma;
— non basta che si rialzino subito
(1) Nota per il maestro, L'allievo imparerà dopo che il suono è principiato, il
anche molto più tardiaeseguire le eserzioni rimbalzo deve essere istantaneo. Ciò è
rotatorie dell’avambraccio (che tanto aiutano
facilissimo se non ti abbandoni troppo
le dita), senza lasciar apparire assolutamente
verun movimento di esso avambraccio; anzi di peso sulla tastiera e se calcoli a
lasciando scorgere il solo movimento delle tempo accuratamente la fine dell’a-
dita. Vale a dire, egli deve giungere ad im- zione che fai, per dar origine al suono,
parare a muovere in apparenza solo le dita, secondo quanto s'è detto finora.
pure esercitando coll’avambraccio la eserzione Durante questi esercizi, i polpastrelli
rotatoria necessaria;per ciò non occorre altro
che una «tempestività » leggermente diffe- delle dita devono rimanere a contatto
rente (non assolutamente sincrona. N, d. T.) dei relativi tasti mentre questi rimbal-
fra la eserzione dell’avambraccio e la posta-
zione adattativa del dito relativamente fra di
loro. Per ora non occorre che egli affronti
finora — avrà tempo più tardi! Per mag-
simili difficoltà, nè che eseguisca eserzioni giori schiarimenti, vedi: « La rotazione del-
delle dita senza accompagnarle con quella l'avambraccio, principio ed applicazione al
rotatoria dell'avambraccio, come fatto
ha pianoforte » (Prefazione dell’autore).
SAT ga

zano; altrimenti cadrai nella cattiva forza extra, che tu possa aver usato,
abitudine di alzar le dita per suonare nella scesa del tasto; per ottener suono,
Staccato, il che è un errore grave (1). vale a dire .che svanisce da-parte tua,
Imparando in simil guisa a suonare qualunque forza fattiva di suono, e ciò
veramente Staccato, imparerai anche con pari cura:e così presto come. per
a «guidare » a mirare, l’azione del tuo lo staccato. Per esempio, se hai abbas-
tocco, poichè non occorre mai di aver sato ‘un tasto con‘una buona dose di
bisogno, in qualunque altro caso, di energia (per un forte); tosto, ottenuto
un’azione di tocco più lunga di quella il suono, deve svanire quell’energia,
di un vero staccato (2). eccetto quel tanto di piccolò residuo,
atto ad impedire al tasto di. risalire.
Passo VIII. — (Questi passi, dall’ot- Imparando ciò avrai imparato ‘anche
tavo all’undecimo, possono essere stu- il seguente
diati ora, ma, meglio ancora, il passo
dodicesimo può essere imparato con- Passo IX, che consiste: Nel compe-
giuntamente con questi precedenti). netrarsi del fatto, che produrre il suono
Dopo che avrai alquanto padroneg- e tenere il suono gli son due fatti asso-
giato la vera natura dello Staccato; lutamente distinti.
devi provare diligentemente a suonare Non te lo rammenterai mai abba-
tenuto e legato: — cioè, imparar bene stanza per quanto durerà la tua vita
a guidare nel tenuto, le' forze adope- musicale!
rate per produrre il suono, così come
hai fatto per lo Staccato. Avrai notato, Passo X. — Capito come si otteriga
provando lo staccato, che non ci si il tenuto, puoi provare a suonar ;le-
riesce, se non ismettendo a tempo con gato. Il legato consiste in una suc-
precisione e cura qualunque forza e cessione ininterrotta di fenuti, l'uno
peso. Ora nel tenuto è più difficile ren- dopo l’altro. Ma qui invece di permet
dersi conto delle proprie manchevo- tere a quel lieve resto di peso. (ri-
lezze «mirando» al suono. Quindi mas- chiesto per tener giù il tasto) di giacere
sima attenzione, se no le note non sa- su quel tasto soltanto, devi trasmet-
ranno musicali, anzi suoneranno, ora terlo (il peso) da nota a nota (ossia da
una troppo forte, un’altra troppo piano; un dito all’altro). Questo lieve peso che
il che vuol dire che il suono non verrà si «trasmette » fa sì che, in un mor-
fuori quale immagini debba essere. bido legato, al suonatore sembri di cam-
Quello che ora devi imparare, si è minare colle dita; — e sul'pianoforte
di tener sempre, dopo che il suono è hai dieci gambine per camininare!
sentito, i tasti abbassati con appena il Intanto mentre ti addestri a trasmet-
minimo peso sufficiente per tenerli giù. lere il leggero peso necessario a fener'
Così, devi smettere ogni peso ed ogni giù î tasti (come nel tenuto), puoi, nella
scesa dei tasti (sempre come nel te-
nuto) adoprare una buona dose di
(1) Se badi bene a smettere la forza musco-
lare ed il peso, al momento preciso (abba- energia per abbassarli velocemente,e
stanza presto), certo
itasti rimbalzanoîn su, così ottenere un suono forte. Ma tale
anche se le dita e la mano sono a loro con- «extra » energia deve smetfersi con cura
tatto. Certo però, che se non fermi subito tutto per caduna nota (appunto come nel
il peso del braccio, dessirimarranno abbassati. tenuto). Vedi adunque, che tra l'una e
©) Nell'opera « Studi per il rilasciamento
muscolare al piano » vi sono esercizi di mira l’altra azione di tocco (nel legato) devi
giacere sul tasto che è giù, ma in
al tasto e di riprova a tal uopo.
zi $9

modo leggero — effettivamente non di . Passo XII. — Hai già imparato ad


più di quel tanto che permetta alle adoprare separatamente il pollice ed
dita a tener giù i loro tasti. il mignolo; ‘nello’ stesso. modo devi
Insomma; 'un buon legato «naturale » ora imparare ad adoprare le dita ri-
dipende dalla cura che porrai in questi manenti. A tal uopo devi capir bene
due fatti: 1° Giacenza leggerissima del quello che proprio sia la « Rotazione ».
‘tasto sul sottostante telaio, con peso Devi imparare come CADUN dito si
minimo di braccio, badando a trasmet- valga di quelle piccole eserzioni rota-
terlo (il peso) da dito a dito nel mo- torie invisibili (ma effettive) dell’avam-
mento giusto; e 2° impiego a tempo braccio di cui parlammo nei primi
dell'energia « extra » adoperata per passi. Devi addestrarli a rendere, a
produrre il suono, in modo che tale eseguire tali utilissime eserzioni rota-
peso extra e la forza muscolare, spa- torie per caduna nota, smettendole al-
riscano proprio ogni volta, nel mo- trettanto accuratamente.
‘mento in cui si sente ciascun suono (1). Dovrai fare in codesto modo: don-
dola dapprima la mano (come nel
Passo XI. — Progredendo sempre, passo IV) suonando il do ed il sol av-
capirai, che, pur suonando a tempo vicendati fra pollice e mignolo, ma
rapido un passo di staccato, anche in prova a ciò fare con diligenza sempre
questo caso « permani giacendo » sulla maggiore, tanto nel produrre i suoni
tastiera. Ma, nello staccato, fale « gia- quanto nel lieve « giacere» fra l’uno
cenza » deve essere così leggera, da non e l’altro suono. Cerca, in sostanza, di
retto smettere ogni volta il lavoro, dal quale
spingere nè tenere giù i tasti. In so-
stanza, deve essere tanto lieve, che la ottieni, ogni volta, ogni suono e nello
mano ele dita giacciano rilasciatamente stesso tempo impara a rendere leggero
alla superficie della tastiera. Per ciò, fa tanto che basti quel giacere sulla tastiera
d’uopo tenere il braccio così « leggero » che è necessario tra ogni atto di pro-
— tanto delicatamente e mollemente duzione del suono.
bilanciato, librantesi, che nulla del suo Poi, nello stesso modo, dondola, av-
peso. graviti sulla tastiera tra l'uno e
Paltro suono. Il solo peso della mano completamente) sostenuto dai proprî muscoli.
è quello che giace sulla tastiera. Questa condizione del braccio sè reggente (lo
Ricorda però che per produrre il vedrai più tardi)ènecessaria per tutti i pas-
suono nel legato, devi adoprare tanto saggi rapidi molto e perciò deve impararsi
al più presto. Questa condizione di braccio
di peso e tanto di forza, ogni volta «librato » «sospeso » (oppure bilanciato a
(durante il momento della scesa del dovere), s'impara meglio dapprima luogi
d tasto) quanto già ne hai trovato occor- dalla tastiera. Prova, per es., a reggere il
rente per ottenere il forte, nello staccato braccio teso in avanti, figurandotidi «sop-
e nel tenuto (2). pesare » qualche cosa. Non smettere finchè
tale « sospensione », tale « bilanciamento »
(1) Per ulteriori particolari sulla « trasmis- non ti riescano veramente comodi e liberi.
sione del peso, ecc. » vedi « Rudimenti del- Non devi muovere rigidamente il braccio
l’arte di suonare il pianoforte ». Più tardi per nulla, ma anzi bilanciarlo delicatamente
imparerai le forme artificiali di legato. Si (per breve tratto) su e giù, sì da sentirlo come
può inoltre leggere l’altro libro intitolato: fiuttuante per aria, — quasì tu fossi lì lì per
« Alcuni commentari sull'insegnamento della sentirlo cadere di peso proprio. Maggiori
tecnica del Pianoforte ». spiegazioni su questo esercizio, si trovano
() Il braccio si sente così leggero nello negli « Studi sul rilasciamento al piano »
staccato, perchè il suo peso non grava sulla Parte 2a e nei « Rudimenti dell’arte di suo-
tastiera; anzi, è, il braccio (ora più, ora meno nare il pianoforte).
— 16

vicenda la manofrail pollice e l’anutare, mente fra pollice ed indice. Quando,


e s'intende, toccando una nota più vi- sarai ‘riuscito a fare con garbo questi
cina di quella del mignolo, cioè quella esercizi separatamente per» tali varie
per il quarto dito (che è appunto l’a- diteggiature, prova la forma ‘speciale
nulare); poi fra pollice e medio, e final- dell’esercizio n..7.

Esercizio n. 7.

“ci
IHji \
Da principio suona pianissimo, ca- lice. Poni dunque mente che invece di
duna mano da sè; poi uniscile tutte e stabilire il pollice quale perno o fulero
due come è segnato nell’esempio (1). (come nell’esercizio 7°), adopri ‘ora il
Quando sarai riuscito a suonare la mignolo. Il mignolo diventa quindi il
progressione dal pollice ad ogni altro perno dal quale procede la progres-
dito, con una certa comodità, allora sione verso le altre dita, e ciò tanto
impara a rovesciare la progressione, musicalmente quanto rotatoriamente.
(Vedi l’es. n. 8). È
dal mignolo a caduno delle altre dita
ognuno alla sua volta, compreso il pol

Esercizio n. 8.

5, ig final iea 4 se ie

Anche qui, principia a mani sepa- dita» ma non ti scordare mai il senso
rate, e pianissimo. In seguito creane di progressione (vedi. esere. n. 9).
come un esercizio continuo da « cinque

(1) Appena possibile, migliora questo eser- pollice verso le altre dita. Ripeti altresì fa-
cizio, suonando le note del pollice molto cendo come delle piccole frasi, così com'è
piano e le altre considerevolmente più forte. stato indicato. Rammentati pure di quello
Giò ti aiuterà a sentire, a capire che ogni che ti è stato detto
decimo e undecimo.
nei Passi ottavo, nono,

volta, suoni una progressione musicale, dal


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Esercizio n. 9.

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Devi ora affrontare tali esercizi in Come seguito, impara adesso a suo-
una forma assai più difficile; devi pro- nare dei passi semplici di note formanti
vare a suonare le note per moto retto, progressioni, sul modello degli esercizi
anzichè per moto contrario, come hai 7 ed 8; del resto il Passo prossimo te
fatto sin qui cogli esercizi numeri 7, ne darà meglio il modo. Suonale da
8e9(1). te solo, oppure assieme col tuo maestro.
Nel caso che fossero scritte per le tue
(4) Tieni a mente che è più difficile suo- due mani colle stesse note, cioè per
narle bene per moto retto, perchè le eser- moto retto, rammentati quanto hai
zioni rotatorie ed i rilasciamenti
braccio succedono in modo per l'appunto
dell’avam-
studiato testè, sulle difficoltà della ro-
all'opposto nelle due mani. Per questo motivo tazione nel suonare passi a note pa-
è più difficile suonare con disinvolta padro- rallele, se no ti formerai delle cattive
assi nei quali le note per caduna abitudini, e di queste sarà molto diffi-
mani vanno per moto retto, quan- cile lo sbarazzarsi più tardi.
tunque in tal caso desse note siano più facili
da leggere (o da pensare). Quando dovrai im-
parare dei passaggi per moto relto, sarà Passo XII. — Quando sarai ben
utile, prima, di provare, lungi dal piano, tali padrone dell'idea consistente nell’ado-
azioni rotativamente contrarie fra le due mani. prare il pollice od il mignolo come
Prova a tenere le braccia sollevate, dirette in perno di tali progressioni rotatorie e
avanti, an po’ piegate al gomito, come al musicali da uno verso altro delle ri-
pianoforte. Poi, volta (evolvi) ambe le mani
da sinistra a destra, il più che puoi — non manenti dita, come è stato insegnato
fare sforzi violenti, lavora con garbo. Dopo nel Passo precedente, proseguirai cer-
allo stesso modo da destra a sinistra. Sta cando d’imparare ad adoprare le ri-
attento, e vedrai come facilmente ti capiterà, manenti dita a loro volta come perni
eseguendo questi movimenti contrari, di farli dai quali partano i movimenti rotatori
in modo rigido. A poco a poco însisti ed
avvezzati ad acquistare la più grande facilità avvicendati. ,
e padronanza. In seguito, prova tale rotazione, Hai già imparato a trasmetter questi
se ti riesce tenendo leggermente un dito ap- ad un dito adiacente; così per esempio
poggiato a qualche sporgenza, a qualche
risalto în faccia a te e ciò volta a volta per
cadun dito. Naturalmente è ben più difficile bisognerà gradatamente imparare a ridurre
eseguire tali moti liberamente al pianoforte, il movimento oscillatorio ora adoperato per
dove c’è in più la difficoltà di dover eseguire caduna nota. Occorre ridurlo a tal segno che
le eserzioni delle dita, pur dando loro, senza sia difficile scorgerlo; ma devi tuttavia, per
impiccio e spigliatamente, l’aiuto di queste ora, esercitare completamente le eserzioni e
rotazioni. consecutive cessazioni che stai imparando,
Ancora: quando, più in là, sarai riuscito ad per quanto la loro essenza sfugga poi, più
associare le eserzioni rotatorie alle eserzioni tardi all'occhio, ed appaiano allora visibili
delle dita, come da queste ultime richieste, soltanto i movimenti delle dita.
Ri

nell’esercizio 7, dal pollice all’indice, e lé oscillazioni d’aiuto volta a volta per


nell’esercizio 8, dal mignolo all’anulare. cadun dito, partendo da qualunque
Perciò non proverai difficoltà veruna altro dito adiacente (vedi' l'esercizio
a fare un passo più innanzi, facendo n. 10). +
Esercizio n. 10.

IH
Esercita prima a mani separate. calmente e rotatoriamente) da »ogni
In seguito riuniscile come è scritto dito al suo vicino, sarai capace di
nell’esercizio, finalmente poi, suona per applicare il senso rotatorio così acqui-
moto retto. stato, ad esercizi da «cinque dita» con-
Rileggi per ciò i consigli dati nel tinuati.
* passo duodecimo. Ma; prima, esercitali, come note per
moto contrario, in modo da offrire da
Passo XIY. — Una volta studiate * principio le più facili progressioni ro-
ben bene queste progressioni (musi tativamente (vedi esercizio n. .t1).

Esercizio n, ll.

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1° i Pr Ki in Ma
Nel suonare questi esercizi, musical- serve quale perno, a sua volta, dal
mente semplici, mettiti ben in mente quale, suonando allora esso pianissimo,
che vanno considerati (tanto musical- viene la progressione successiva, Devi
mente quanto in modo rotatorio) come adunque procedere ogni volta da una
progressioni da cadun dito al dito vi- lieve azione muscolare verso una più
cino. Vale a dire, che devi suonarli, forte. x
sempre quale progressione, leggerissi- Inoltre le note successive, suonate
mamente da parte del dito che inizia, così, stabiliscono i brevi limiti perime-
crescendo sempre verso il dito il quale trali alla fine di ogni piccola frase, ecc.
dovrà suonare la sua nota molto forte. Una volta afferrata la vera natura di
Tale ultimo dito, nuovamente, dopo queste semplici dirette progressioni da
aver suonato fortissimo la sua nota, cinque dita, potrai facilmente progredir
it

oltre e imparare ad applicare tali progressioni da dito a dito, în successioni di


note ‘assai più complicate ed interessanti; come per es. all’Esercizio n. 12.
ù Esercizio n. 12.
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4 > ET IA ir #
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4 di , 8 5. 4 8

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Potrai stabilire una scelta di alcune nè giù, usufruendo di tal peso mo-
utili successioni di tal genere, tra le vendo il solo dito. Per arrivare a suo-
SI
EARI
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molte che si possono trovare in qua- nare con questa « terza specie » — per
lunque metodo elementare o raccolta moto di dita — tutto quello che c’è
di esercizi elementari per pianoforte. da imparare, consiste nel calcolare
(Vedi anche Edizione Marcello Capra ben tempestivamente (proprio a tempo)
nn. 206, 120, 175). Così pure, siccome l’istante nel quale deve succedere il
ciò ti abilita asuonare qualunque gruppo rilascio, l'abbandono del peso del
di:due note in successione nei limiti braccio; allora proprio, ma, delicata-
«cinque dita » potrai suonare in mente, accrescere l’eserzione del dito,
tal modo: dei melismi molto più inte- ed il dito medesimo (che così regge
ressanti musicalmente, ‘di quello che tutto il peso del braccio) recherà giù
non ti fosse possibile in principio. il tasto col peso brachiale senza la-
È anche utile fare al più presto tali sciar scorgere movimento veruno del
esercizi in modo staccato. il che saggia braccio medesimo.
IR
la tua accuratezza nel « mirare » « di- Il tuo dito può altresi giungere al
rigere,» la produzione del suono, me- tasto da una brevissima distanza —
glio del legato. Ma rammenta, per lo un paio di centimetri o poco più —
staccato, che il dito « giace » a leg- questa pur sempre è la « terza specie »
gero contatto del livello superficiale dopo aver raggiunto il tasto. Volendo
della tastiera, e che la progressione in che il braccio non muova, non rila-
tal caso parte ogni volta dal dito gia- sciarlo finchè il tuo dito, nel suo moto
cente sulla superficie della tastiera. all’ingiù, raggiunga e senta il tasto —
vale a dire, calcola a fempo che il peso
Passo XY. — Tutto ciò, mentre pro- entri in azione in quel preciso mo-
babilmente hai adoprato più o meno mento. In altre parole, se fai l’eser-
la pura ferza specie di tocco, e serven- zione (o tieni su) col dito, in modo
doti più o meno dell’azione di abbas- che esso sostenga tutto il peso del
samento del braccio per caduna nota. braccio in quel dato momento, il peso,
Quando avrai fatto progressi conside- se pure rilasciato, non potrà abbassare
revoli nelle cose esposte finora, allora affatto il tasto — e avrai suonato con
imparerai grado a grado che puoi fa- «tocco di dito » (moto di dito) e ciò
cilmente usufruire del peso del braccio anche col totale, se necessario, peso del
com'è richiesto in tale «terza specie» braccio, « dietro » di esso. Certo che
senza muovere affatto il braccio, nè su quasi futto questo peso (e la maggior
— 20 —

parte della eserzione del dito) deve Passo XVII. — Per intanto, è pro-
nuovamente scomparire, appena otte- babile, sinora hai adoperato una’ sola
nuto il suono colla depressione del forma di motodi dito, quella di dito
tasto; e ciò anche nel legato (1). « piatto ». In questa forma, il dito, per
Nello stesso modo, come fra dito e intero effettua la sua eserzione in giù
braccio, un lieve scambio nel bilan- sul tasto e con ‘essolui, — le tre « fa-
ciamento fra i tre elementi (peso del langi » agenti nella. medesima dire- ‘
braccio, eserzione della mano ed eser- zione. È questa, di fatto; la forma più
zione del dito) può andare a favore generalmente richiesta di azione del
della mano. Ne consegue un movimento dito e puoi seguitare ad adoprarla an-
della mano (tocco di polso) in luogo cora da sola per lungo tempo avve-
di moto del braccio o moto del dito, nire. Ma ora, giacchè sei più ‘progre-
sebbene il suono si ottenga sempre dito, devi imparare come ‘si. possa
colla terza specie di tocco. altresì far uso del dito «ricurvo » (0
curvato).
Passo XVI. — Più tardi — forse La distinzione reale non sta però
molto più tardi — capirai esser possi- per nulla nella forma delle dità, bensì
bile suonare senza abbandonare il peso nelle due maniere assolutamente dif-
del braccio per ogni singola nota. Tro- ferenti nelle quali si pratica la eserzione,
veraì che si può ottenere un genere di nonchè nei due stati opposti nei quali
tocco leggero, senza rilasciare affatto il si trova essere la parte superiore. del
braccio — tenendolo invece con garbo braccio (retrobraccio, omero) relativa-
leggermente « sospeso librantesi » come
nella forma dello staccato a dita « gia- di tocco. Tale specie non è guari adopera-
bile ed è raramente impiegata. Però la si
centi ». Allora il suono si ottiene sol- deve capire bene nella sua essenza, perchè
tanto colla eserzione di mano e dito da essa si rende più comprensibile la natura
durante la scesa del tasto — questa sì delle altre. La pura seconda specie, per sè
chiama « seconda specie » di tocco. stessa, è anche lei usata relativamente poco;
Questa « seconda specie » si può ot- In sostanza troverai, più tardi, ‘che per i
passi rapidi (tanto di tocco di mano che di
tenere con oppure senza segno visibile * dita) si adopera di più una via di mezzo tra
di azione od eserzione, in essa specie, la «seconda» &°la «terza» specie,
— mentre
della mano. Vale a dire, puoi effettuare invece la «terza» specie pura è usata sol.
eserzione di mano «consecutivamente» tanto per passi cantabili, accordi, ecc. Tut-
tavia non è il caso di star a cercare di distin-
«dietro » al dito, palesandosi il movi- guere, nell’atto di chi suona, le varie specie.
mento di esso dito soltanto, e nessun Come i colori, esse si sciolgono l’una nel-
movimento di mano (2). l’altra, secondo lo richiede il passo da ese-
guire. Ma bisogna conoscerne la natura per
poterne « disporre »a piacere nella tàvolozza
(1) La spinta del dito al tasto è leggeris- di tali colori fondamentali del pianoforte.
sima — essa non è un colpo; ed arrivando Non andar oltre per ora în tale materia;
a toccarlo (il tasto) non vi è fermata nel mo- le spiegazioni sommarie che ora ti sì danno
vimento; al contrario, il movimento va con- ti aiuteranno: più tardi a intendere «come
tinuato, ma devi aggiungere la quantità esatta succedono le cose ».
di energia che il tasto, e lo senti, ti richiede Nel frattempo cerca di seguitare, per i tuoi
di adoperare. esercizi più rapidi, leggermente, senza ado-
@) È anche possibile suonare adoperando prare troppo peso del braccio, come forse
sola eserzione di dito. Qui la mano giace avrai fatto senz’'avvedertene, per tanto tempo.
passiva (e inattiva) sui tasti, mentre pur esso, Per il rimanente suona con la « terza specie »,
il braccio, si trova sè « librante », sè « reg- — cioè con peso del braccio separatamente
gente ». Questa si chiama «prima specie» rilasciato per caduna nota.
PS, dp

mente a queste due sorta d’impiego e le dita dal pianoforte, causando l’ag-
delle dita. grapparsi, l’abbarbicarsi del dito (1).
La forma di dito « piatto»può dirsi
adesiva (Ingl. clinging). La eserzione stico del maestro Tobia Matthay. Qui ancora
in: questo caso si esercita dal di dentro, non posso esimermi dall’esternare la mia
come nell’afferrare, e la posizione del ammirazione. Nello stesso volume sepra ci-
tato, a pag. 108 scrissi: a I gomiti, che la
dito, venendo sul tasto, può essere maestra Antonietta Bandmann con ragione
‘‘o piatta (ossia retta) o può divenire definisce stòrenfried, guastafeste (i francesi
ricurva nel momento in cui raggiunge hanno: l'empécheur de danser en rond!)se-
il‘tasto. Ma se invece adopri il dito guono l’andamento cicloidale, ma il senso
«ricurvo » (che si può anche chiamare che il suonatore prova è come se fossero
pesanti. Ho letto tante di quelle raccoman-
« dito spingente » « che punta ») il suo dazioni sui gomiti! Chi li vuole vicino al
moto verso il tasto è piuttosto da con- corpo, chi lontani, chi mezzo e mezzo (#). Il
siderarsi come quello di uno sciogli- braccio dev'esser libero e sarebbe ridicolo
mento da una posizione dapprima di che con ciò si volessero gomiti grevi, ma
avvincimento. Perciò, la sua azione l'impressione sensoria è quella. Non l'ho
percepita, che dopo molti ma molti esercizi
i verso il tasto ha più della natura della di arpeggio quadruplo sull’accordo di pro-
i spinta. In tal caso rassomiglia a quella ducente, i quali non richiedono grande di-
della gamba quando ci alziamo da una latazione delle dita (anche quello sulla set-
seggiola — facendo questo atto, si può tima diminuita è buono, ma troppo uniforme,
notare un lieve stiramento attraverso la settima minore dell'accordo di producente,
che si converte in seconda, permette maggior
il ginocchio ed una simile tensione av- varietà di attitudini) e dico lho ‘percepita,
riirai nel « Ginocchio » del dito (la l'impressione sensoria di gomito greve, solo
) quando cercherai di suonare a quando riuscii a capire, che per tali movi-
tocco di dita « ricurve ». menti rotatorii, non è punto necessario di
sollevare il gomito ». Allorquando scrivevo
e Osserva poi specialmente, che ado- i miei appunti non avevo ancora princi-
prando tale dito «ricurvo » la sua piato a tradurre quest’operetta del maestro
spinta verso il tasto richiede altresì Matthay, ma pervenuto a questo punto, pa-
che il tuo gomito (e perciò anche ragonando la ragione che dà il chiaro maestro,
l’omero, cioè il retrobraccio) siano in dell’abbarbicamento al tasto delle dita, nel
quel momento leggermente tesi in a- tocco a dita piatte con peso di braccio rila-
sciato, si comprende benissimo, che il senso
vanti. Perciò, a dita «ricurve », non di gomiti grevi denunciato dalla maestra
puoi avere l’infiero braccio a tua di- Bandmann e da me, proviene appunto dal-
sposizione per aiutarti a pronte il l’omero che tende (pel suo peso, rilasciato
suono. dalla spalla) a trascinar via la mano (col
Al contrario, col dito piatto, è ap- costei manico, l’avambraccio) dalla tastiera.
Ed il fatto si avverte altresì suonando ad
punto il fatto del rilasciamento com- ottave nelle quali si osserva tendenza di ab-
pleto di fu?fo il braccio che ti obbliga bassamento dei gomiti sotto al livello della
a servirti della posizione adesiva 0 tastiera, e tendenza (ambe tendenze da vin-
piatta del dito — giacchè lasciando cere) di avvicinamento del busto al pianoforte.
libero l’omero, cioè il retrobraccio, (Nota del traduttore).
() Vedasi alpasso XXX (posizione) l'osservazione dell'autore
questo tende a trascinar viala mano (1) circa i gomiti.
(1) Queste cose possono sembrare a tutta
(1) Ho avuto (a pag. 128) occasione scri- prima alquanto difficili da capire; ma non c'è
vendo la mia compilazione: « Psico-fisiologia, bisogno di capirle li per lì. Tultavia cerca di
pianoforte, Tobia Matthay — Appunti pole- renderti conto al più presto e per sommi capi
il
ì
mico-pianistici di un autodidatta sessan- del come succede il fatto, ciò ti aiuterà moltis-
tenne» (Torino - S.T.E.N.) dî celebrare il simo a progredire. Anche i diagrammi delle
profondo acume analitico fisiologico piani» due pagine seguenti (fig. 2 e 3) potrai usarli
Mir: pet

DESCRIZIONE: Le. freccie rappresen


tano le direzioni, nelle quali ‘le forze
tendouo ad agire nella posizione a dita
«ricurv». — a è b dinotanoledirezioni
delle reazioni risultanti dall'azione di
spinta del dito e della miano contro il
tasto, forze quindi reagenti all'insù e
all'indietro, vale a dire, rispettivamente
verso le nocche e verso l'articolazione
del polso. — 6 e ce Je energie che..le
bilanciano, derivanti dal peso dell'avam-
braccio è dall'&mero 0 retrobraccio, sè
veggente. —N indica le nocche; Pil polso;
G il gomito, ed $ la spalla.
(Le figure 2 e 8 sono ricavate dal volume
2 «Rudimenti dell'arto di suonare il pianoforte»
Figura concessa dalla casa editlice Longmans, Green & Co.; di Londra. Edizione Marcello Capra, N. 1513).

Passo XVIII. — Sinora non hai stu- dalla propria sua nota alle altre, toc-
diato che esercizi di note comprese candole caduna alla sua volta, ma senza
entro l'ambito di « cinque dita ». Devi suonarle — mentre le altre dita riman-
ora estendere le tue gite sul pianoforte, . gono sopra le loro note. Eseguisci mo-
Devi imparare a fare quegli svelti, ma vimenti liberi, lateralmente, colla mano
aggraziati movimenti laterali del pollice, e col polso, per aiutare il pollice nelle
della mano e del braccio (su e giù per sue gite ed acciocchè non si -«irrigi-
la tastiera) che ti metteranno in grado disca » nello spingersi tanto in là sotto
di suonare scale ed arpeggi e, di con- la mano. Tieni la falange ungueale del
seguenza, anche passaggi, melismi e pollice in direzione per quanto
cose molto più interessanti. bile parallela al lato lungo del tasto,
Pel “ sottopassaggio , del pollice: e ciò, tanto se lungi dalla mano, come
Poni le cinque dita sopra cinque tasti sotto di essa; bada però che il muo-
adiacenti,alla superficie oppure depressi. versi del pollice sia sempre libero.
Poi rimuovi il gomito un po’ più lungi Dopo questo primo passo, premi -e
da te di quanto facesti negli esercizi tieni abbassata una nota con uno 0
per le cinque dita. Volgi pure il polso con un altro dito, e pratica un piccolo
nella medesima direzione — un po’ la- esercizio, ‘suonando alternativamente
teralmente ed «in fuori ». Troverai che col pollice una nota, da. una parte e
ciò faciliterà al pollice di raggiunger dall’altra, della nota tenuta da un altro
note da sotto e oltre l'indice, il medio, dito.
l’anulare (e anche da sotto e oltre il Dopo ciò, puoi tentare di suonare
mignolo) senza sforzo (1). una scala, muovendoti dal centro della
Ora esèrcitati a muovere il pollice, tastiera verso i lati di essa (1). (Cioè
verso. destra per la mano destra e poi
fin d'ora. Maggiori spiegazioni le troverai nei verso sinistra per Ja mano sinistra).
«Rudimenti dell’arte di suonare il piano- Imparando a far passare il pollice
forte » negli « Studi per il rilasciamento mu- sotto, hai pure imparato a far passare
scolare al pianoforte », nonché nel libro « Le
azioni del tocco pianistico». (4) Maggiori ragguagli su questo punto
(1) Però per raggiungere da «sotto » col nonchè per l’imparare le scale e gli arpeggi
pollice così in là, com'è l’oltrepassare il mi- sono esposti negli « Studi sul rilasciamento
gnolo, devi volgere il polso un poco più in muscolare» e nell'opera « Le azioni del tocco
fuori di prima. pianistico ».
DESCRIZIONE: Le freccie indicano Je
tendenze durante la posizione a dita
piatte. — a.e bdinotano la direzione
delle reazioni risultanti dall'aggrapparsi
delle dita e della mano ai tasti, e come
sì manifestino con. una tendenza all'ap-
poggio ed una tendenza verso l'avanti
delle nocche e del polso. —0 e co, la
direzione verso:la quale il peso tendead
agire — cioè il peso qui di lutto il brae-
cio, più o meno’ pienamente rilasciato.
d, in tutte due le figure, mostra la dire-
zionè della totale energia risultante verti-
cale sul'tasto durante la sua discesa; 'ed
un po? obliqua rimorchiata verso il busto Fig. 3.
del suonatore, nella fig. 3 (dito « piatto»). Figura concessa dalla casa editrice Longmane, Green & Co., «di Londra.

le altre dita sopra il pollice. Tuttavia della mano ov'è .il mignolo — tal legge
addéstrati anche in ciò come esercizio vale sempre, non importa se le dita
separato dapprima, come segue: siano nella loro posizione naturale, op-
Per far passare le dita sopra il pure abbiano «evoluto sul» pollice.
‘pollice: Disponi il pollice sopra un Ciò potrà recarti sorpresa finché tu ti
tasto premendolo o no, e suona alterna- sia convinto della forza di tale fatto (1).
tamente dai due lati di esso colle altre Mettendo in opera questi esercizi
duno alla volta. Quando avrai laterali, sta bene attento di eseguire la
‘o a far ciò, saprai senz'altro evoluzione sopra e sotto colla massima
le scale di ritorno dalle estre- libertà. Cerca di tener le dita pronte a
lla tastiera al centro. tempo, e recale a posto gradatamente.
In tutto questo frattempo non avrai Suonando una scala, ricorda che l’in-
scordato le leggi concernenti la roza- tero braccio (gomito e tutto) deve pe-
zione che ti devono esser rimaste im- regrinare su e giù per la tastiera. Tale
presse in mente. Ma ora vi è molto movimento di tutto il braccio deve però
più da imparare: sempre farsi con garbo, gradatamente
Quando evolvi un dito sul pollice, — senza veruno sbalzo (2).
puoi esser perplesso. sulla scelta della
direzione verso la quale convenga im- Passo XIX. — Può sembrare un’ar-
primere l’aiuto rotatorio per quel dito. ditezza il comprendere gli arpeggi tra
Non v'è difficoltà se rammenti che la i « primi passi »; tuttavia, una volta
legge rimane inalterata, cioè: la di-
rezione della «evoluzione dell’avam- (1) Vi sono tuttavia delle eccezioni. Per
braccio » si trova sempre dal dito che esempio, quando il dito evolvente al di sopra,
a quel dato momento funge da perno, deve raggiungere un tasto molto lontano. La
verso îl lato della mano al quale ap- legge deve poi essere rovesciata se sì suona
partiene il dito col quale stai per suo- una progressione di note doppie e si evolve
un dito lungo sopra uno corto. Tutto ciò, per
nare. Di conseguenza, quando suoni un pezzo, non ti riguarda.
una nota con un dito che ha evoluto () Molti esercizi e ragguagli diffusi su
sul pollice, il pollice stesso qui funge questi punti sono dati nelle opere già citate.
da perno e la eserzione rotatoria deve Lo « scaleggiare » deve proporsi 1’ apprendi-
evolversi verso il lato del mignolo; e mento di quanto sopra esposto, nonchè delle
varie diteggiature e tonalità, Non devono
ciò perchè relativamente al pollice tutte però, le scale, essere esercitate durante lunghi .
le altre dita sono più vicine al lato noiosi periodi di tempo col pensiero altrove,
SIA

superati i rudimenti finora trattati,.l’ar- Devi studiarli: a) per ‘acquistarela fa-


peggio non offre nuove difficoltà. Esso coltà. di muovere liberamente le dita
richiede movimenti laterali «più liberi + allorchè sono da adoprarsi in estensione
e, più ampi della scala. Non bisogna sulla tastiera, e-) per imparare vieppiù
rimandarne di troppo lo: studio: in ad applicare gli atti rotatori sotto queste
ogni modo gli esercizi preliminari di- nuove situazioni. I « gruppi di arpeggi»
retti a signoreggiarli, dovrebbero essere sono da considerarsi fra quanto.vi possa
impresi al. più presto possibile. Gli | essere di più ‘utile da imparare. Ecco
esercizi preliminari degli arpeggi assu- {la forma da darsi a tali gruppi. (Eser-
mono la forma di gruppi di arpeggi. | cizio n.180 e db).

Esercizio n. 13.

Ponì mente che le dita « perno» ma non in questo modo L_; altri-
devono suonare molto piano — e de- menti troverai difficile l’applicazione
vono esser tenute, le dita accentate in- del peso dell’émero <(retrobraccio).
vece suonano staccato. Ciò rende l’eser- Il sedile, sedia (meglio quadrata) o
cizio alquanto più difficile ma molto sgabello, dovrà avere un'altezza tale
più utile. Effettua tutti gli esercizi di che il gomito non sia più elevato del
rotazione, basandoti su tale suespresso livello della tastiera — può trovarsi
principio, il più presto possibile (1). ad un livello leggermente più basso.
Il sedile starà a metà distanza tra i
Passo XX. — Posizione al piano- due estremi della tastiera, D'altra parte,
forte: Siedi dinanzi al pianoforte a vedrai che seguendo le norme date ri-
distanza tale che il braccio non risulti spetto all’uso delle dita, ecc., la corretta
piegato ad angolo retto bensì ad angolo posizione della mano e delle dita verrà
ottuso, così _\f__, oppure così _ Ni. fuori da sè. Quale conseguenza, natu-
ralmente, la mano assumerà posizione
(1) Detti esercizi ed altri molti, si trovano
a livello della tastiera, polso e nocche
nel capit. IV degli a Studi sul rilasciamento delle dita dal canto loro assumeranno
muscolare ». | la propria posizione — press’a poco

%
Ya

allo stesso livello l’uno delle: altre, od ciascuna nota (1). Ascoltati. sempre.
il polso un po’ più al disotto — poichè Presta l'orecchio in tutti i sensi a
le dita, nella loro azione, spingeranno qualunque suono tu eseguisca. Presta
le -nocche: abbastanza ‘al’ disopra. del l'orecchio‘ come e quando suoni ogni
livello della tastiera per che vengano nota e presta l’orecchio ai suoni, alla
(le dita) abilitate a compiere l’opera loro fuoruscita dallo strumento. — In-
loro in: tutta libertà di movimenti. Suo- somma: senti (percepisci internamente)
nando sui tasti bianchi colle cinque il tasto, di guisa che tu sappia a pun-
dita, il medio tocchi il proprio tasto tino quanta forza ci vuole per caduna
vicino al margine ‘dei tasti neri, le nota, e presta ancora attenzione, in
altre dita un poco al.di qua (verso il modo da poter cessare il lavoro che
suonatore) del punto ove ‘si posta il deve provocare il suono « abbastanza
medio. :Il gomito dovrà assumere la presto » per caduna nota, e quindi
. sua posizione corretta laterale se os- concedere (corrispondere) ad ognuna
servi le regole concernenti la libertà di esse note, la durata che le compete
dell’omero (retrobraccio) nonchè le ne- — non troppo lunga (la durata) non
‘cessità rotatorie ‘dell’avambraccio — troppo corta.
poichè il gomito non deve essere ade- Sopra tutto, cerca di percepire più
rente al fianco, neppure essere allon- presto che tu lo possa, che la musica
fanato ‘tanto dal fianco‘ più. di quanto ti parla, ti dice qualche cosa. Tenta di
sia richiesto per la buona riuscita della afferrare il sentimento e la poesia che
di rotazione. il compositore ha voluto.esprimere — e
ciò sia reso, comunicato dalle tue dita.
XXI, — Un'ultima parola,
darti ancora una volta il fatto 0) Poni mente, afferra bene lo scopo, il
quale dev’esser ritmico; anche in qualunque
‘più importante di tutti, cioè: non per- scala, in qualunque esercizio tu eseguisca.
metterti mai di suonare alcunché, senza — Qualunque melisma, per qualsiasi scopo,
deve essere considerato come una progres-
uno scopo musicale ben definito per sione ritmica.

Haslemere (Contea di Surrey), agosto 1911.

Tosia MATTHAY.
APPENDICE
Vor. Sinottic i ‘uso > 00

modificato ‘nel. cai


5 gredito, il qui
‘ fezionare il

isso IV. — Ora, per girare la mano con


‘palma: al'disotto, deve farglisi capire che'
Tre. ima eserzione ‘evolutiva rotatoria: da
‘te dell’avambraccio. Il fanciullo provi da
Sè col pugno, ma evolvendo le nocche in su
er mezzo della leggera eserzione di. evolu-
clamata presso tutti imiei allievi, che, Ia base! zione rotatoria ‘verso il pollice; — senza che
del sensovdella Forma, nella musica, è riposta però traspaia-movimento veruno nel mentre
‘pio seguente: progressione:viva (vi: la mano viene evoluta nella posizione.
vente), ritmica, ossia moto verso limità defi- Passo V.- Il fanciullo sarà ‘ora pronto a
nilî. L'allievo dovrà pure aver. ‘imparato a provare. un: piccolo accordo. adoprando, il
distinguere ad orecchio differenti sal zz. di ‘peso.del braccio,
toni e di suoni Semplici. Tutk Passo, VI. — Si faccia. in seguito applicare
bilito, incaricandovi della sua istruzionepi ale forma di tocco al ‘pollice ed al mignolo,
nistica procederete così: separatamente, in forma*di un esercizio ele-
mentare. %di rotazione; nel' quale tali due dita
Passo I. — L'allievo capisca dapprimaif suonino. alternativamente una nota ‘per uno.
meccanismo del pianoforte — l'azione del Il fanciullo: può, nello stèsso tempo, ‘essere
martello feltrato, il suo rimbalzare, ed ìl fatto addestrato ad eseguire ‘alcuni esercizi, colle
furata di continuazione del suono, do- note disposte in modo ‘da. essere suonabili
‘amente ‘al moto vibratorio conti- da tali estreme dita. Oppure potrà essere pre-
corde; è interrotta quando la feribile aspettare che alcuno dei passi più
smorza cade sopra dì ‘esse, Gli si spiegherà vicini sia in una certa misura già acquisito.
la brevità dell'atto. della produzione del Passo VII. — La vera natura dello staccato,
suono e l’inutilità' dello ‘spremere, schiac- sarà ‘ora da farsi ben capire, e ciò per con-
ciare il tasto « sul telaio felpato » al medesimo. durre a buon porto’ la perfetta, cognizione
sottostante, poichè tale pressione; schiaccia- della estrema brevità dell’atto di produzione
ono; nonché la:nccessità di « guidarlo ».
«mirarlo » (l'atto) sempre con cura'all’istante
‘della scesa del fasto. Sarà da porre bene ‘in ul quando se
‘fanciullo avrà fatt
evidenzala necessità della soppressione, della qualche progresso, le altre forme di costru:
elisione della gravitazione «del pesoframinezzo i zione. del pianistico potran: 0, a
‘un suono è l’altro, I
< Passo VII. — Si può ora ragioney oleni
tentare dal fanciullo il carattere
con. ben € guidata». ». «mirata
del suono.; 7

ndosi il‘destro,
nuovere il
‘anecessario;

tocco e gli atti che


; Più oltre dovr:
Sibora'il! fanciulloyha suonato
‘col ‘pollice e col migholo; deve ora

iò deve impa
i nare vr indice, il medio e Panù
ollice e col mignolo. i
credire (procedere in progressione).
qualunque dito a qualunque altro, e ci ‘con
spigliatezza, con libertà di moto, grazi
adattamenti rotatori dei quali sta stadia
l'applicazione.
Passo XIV. — Pochi (1) esercizi da «cinqi
dita » accuratissimamente scelti nonché.pez- ©
zetti costruiti su tali progressioni (2) da dito
a dito, saranno ora utilissimi. Riguardo alla posizione (del corpo. Sdistanza
dallo,Srdto) sorgerà natural-
Gli opprimenti ed interminabili esercizi
sono non soltanto inutili, ma' deprecabili
soito ogni riguardo La pratita degli esercizi
è richiesta soltanto. per l'acquisizione. ‘delle Île dello ai — per rendere capace
cognizioni necessarie nella misura comi ilfanciullo di soddisfare il proprio desiderio
dicato più sopra, e per l’acqi isto. “gi udire sè stesso a suonare della musica.
mentale nonchè di. un sufficienti lammentatevelo bene: questo è il principio
per la necessaria duratura re: vitale, fondamentale, potentissimo, dell’inse:
gariamento di opprimenti èsercizi è affatto gnamento; va. tenuto sempre davanti agli
inutile, se al fanciullo vengono ‘insegnati. i occhi; sia insegnando a fanciulli/sia ad adal
fatti della rotazione; nonchè i fatti della pro- — a nessuno sia permesso scordare;
duzione del suono, della sua durata, ed è ad- per.mezzo minuto che
11/01) Grassetto fatto intervenire dal traduttore. fare della musica; o: dî rendere altri atti a
(2) Ritmiche, cox anudfizioni Htmiche di vote puntate, di farne; o di far capaci gli altri e noî stessi di
frecco, di p. (N. d.T.), È percepirla e. di capirla.
—romm—

eee Vai
onde del yi
‘ induio, la conti
(«cervello € il

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