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I primi racconti di checov furono scritti con lo scopo di alleviare la povertà cui doveva far fronte la

sua famiglia. Studiò medicina a mosca e dopo andò a lavorare come assistente medico di provincia
 lì iniziò ad accumulare un patrimonio di sottili osservazioni sui contadini, sugli ufficiali (alcuni li
ritroveremo in Tre sorelle) e di altri personaggi tipici della provincia russa che arrivavano per
assistenza medica e che ricreò più tardi nei suoi racconti. In quel periodo scrisse però piccoli
bozzetti umoristici che firmava con diversi pseudonimi.
Checov non fece mai parte di un movimento politico, non perché la situazione delle persone sotto
il regime gli fosse indifferente, ma perché non se la sentiva di intraprendere la strada della politica.
Credeva che la prima cosa necessaria fosse la giustizia e per tutta la vita levò la voce a ogni forma
di ingiustizia attraverso la scrittura in un modo del tutto personale

Opere

Le sue due prime raccolte di racconti: Racconti variopinti e nel crepuscolo (1886 e 1887) furono
subito acclamate dal pubblico, diventò così uno degli scrittori di primo piano assicurandosi “il
posto” nelle migliori riviste russe.
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Il famoso teatro d’arte di mosca, fondato negli anni 90 era già famoso prima di mettere in scena le
opere di Cechov ma raggiunse un nuovo picco di perfezione artistica quando venne messo in scena
il gabbiano, che ne divenne il simbolo, e anche Zio Vanja, Le tre sorelle e il giardino dei ciliegi,
furono un successo dopo l’altro per quel teatro.

Cechov non godette mai di una buona salute, e andò in giro per vari paesi in cerca di una cura, ma
alla fine il 2 luglio del 1904 morì, lontano da tutti in una città estranea.

C’era una differenza nel modo di rappresentare i personaggi tra Checov e qualsiasi altro artista del
tempo, intellettuali che pensavano che bastasse un po’ di pazienza e di gentilezza con il miserabile
contadino russo per venire a capo di tutto. Checov invece voleva rappresentare la realtà vera, i
personaggi dovevano essere veri in quanto al personaggio e non al simbolo (quindi per esempio il
contadino anziano non doveva essere saggio  esempio in Villa nuova: un ricco ingegnere ha
costruito una casa per sé e per sua moglie, c’è un gairdino, una fontana ma non c’è terra arabile,
giacché lo scopo è respirare aria pulita e rilassarsi. Una coppia di suoi cavalli, bestie splendide, in
salute e dal manto bianco, viene portata dal vetturino a ferrare. “veri e propri cigni” dice
quest’ultimo per contemplarne la bellezza. Arriva un vecchio contadino e dice con ironia “bianchi
son bianchi. Ma sennò cos’hanno? Metti i miei a mangiare avena e anche loro saranno così lucidi.
Ad arare li metterei e avanti a frustate”  qua cechov non vuole rappresentare un contadino
simbolo di una classe consapevole di essere in ascesa. Voleva rappresentare un uomo che aveva
parlato così perché non era saggio, ma perché cercava sempre di essere sgradevole: odiava i cavalli
bianchi, era un uomo solo, un vedovo “la sua vita era grigia (non poteva lavorare a causa di una
malattia)”.

Quindi invece di fare un personaggio portavoce di una verità socialista rendendo meraviglioso e
buono quel personaggio sotto ogni aspetto, Cechov ci dà un essere umano vivo, senza preoccuparsi
dei messaggi politici o letterali. L’idea che sembra stare dietro a tutti i suoi personaggi è questa:
finché non arriveranno alle masse in Russia una vera cultura morale e spirituale, la salute fisica e il
benessere, non serviranno a un bel niente gli sforzi intellettuali. La sua conclusione era che la pura
arte, la pura scienza, il puro sapere, non essendo a diretto contatto con le masse a lungo andare
non avrebbe portato a niente.

I suoi libri sono libri tristi per gente di spirito, ovvero, solo un lettore con il senso dell’umorismo
può realmente apprezzare la tristezza. L’umorismo di Cechov era originale e del tutto suo: le cose
per lui erano buffe e tristi allo stesso momento ma non riuscivi a vederne la tristezza se non ne
vedevi il lato buffo perché i due aspetti sono legati assieme.

Altra cosa che i critici russi hanno notato dello stile di Cechov è che le sue scelte lessicali non
rivelano nessuna di quelle preoccupazioni artistiche che altri scrittori, come per esempio Gogol’ o
Flaubert, avevano. Il suo vocabolario è povero e le sue combinazioni di parole quasi banali ma
questo non significa che non fosse un bravo scrittore. Cechov infatti, è un ottimo esempio da fare
quando parliamo del fatto che uno scrittore può essere un artista perfetto anche senza essere
brillante nella tecnica verbale o se non si preoccupa troppo della scelta delle parole.

Cechov riuscì, a differenza di tanti altri scrittori che erano convinti di sapere cosa fosse una prosa
ricca, a comunicare un’impressione di bellezza e lo fece tenendo tutte le sue parole nella stessa
tonalità di grigio e nella stessa luce fioca.

Per la critica russa di orientamento filosofico o sociale, lui era l’unico portavoce di un’unica
tipologia russa di personaggio. Cechov non parla di gente affascinante e imbelle, ma è corretto dire
che parla di uomini e donne che sono affascinanti perché imbelli (privi di coraggio e forza morale).
Ma la cosa che attirava i lettori era che negli eroi cechoviani riconoscevano il tipo di intellettuale
russo, tipico solo della Russia dell’800, patetico e bizzarro. L’intellettuale di Cechov era una persona
che combinava la più profonda rettitudine (essere eretto in senso morale e intellettuale) con una
quasi ridicola capacità di tradurre in azione i propri ideali e principi, un uomo che pensa alla
bellezza, al benessere della sua gente, dell’universo ma che nella vita privata è incapace di
concludere alcunché di utile. Come vediamo in tutte le sue opere, gli uomini sciupano la propria
esistenza dietro la foschia provinciale di sogni utopistici, uomini che sanno per cosa sarebbe giusto
vivere ma che sprofondano di continuo nel fango di un’esistenza banale.

Il genio di cechov quasi involontariamente rivelava sulle più nere realtà della Russia contadina:
affamata, disorientata, servile, più di quanto lo facessero anche quelli scrittori che dichiaravano
apertamente le loro idee politiche, cosa che cechov non ha mai fatto.

Curiosità: in russia veniva fatto un gioco dividevano i conoscenti in coloro a cui non piaceva
Cechov e coloro a cui piaceva. Coloro a cui non piaceva non erano del tipo giusto

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